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FOCUS SUL GREEN PASS EUROPEO

Da 01health.it

I negoziatori del Parlamento europeo e del Consiglio hanno raggiunto un accordo provvisorio sul Certificato Covid digitale UE per facilitare la libera circolazione.

Il certificato sarà disponibile sia in formato digitale che cartaceo.

Attesterà se una persona è stata vaccinata contro il coronavirus o ha un risultato recente di test negativo o è guarita dall’infezione.

In pratica, si tratta dell’unione di tre certificati.

Il quadro comune dell’UE permetterà agli Stati membri di emettere tali certificati che saranno poi accettati negli altri paesi dell’UE.

Secondo l’accordo, il regolamento del Certificato Covid digitale UE resterà in vigore per 12 mesi.

Il certificato non sarà una precondizione per esercitare il diritto alla libera circolazione e non sarà considerato un documento di viaggio.

Il testo dell’accordo sarà ora sottoposto alla commissione parlamentare per le libertà civili (LIBE) e alla Plenaria per l’approvazione, nonché al Consiglio.

Il testo sarà votato dalla commissione LIBE il 26 maggio 2021.

Se confermato, sarà poi presentato per l’adozione in Aula durante la sessione plenaria di giugno I (7-10 giugno 2021).

L’entrata in vigore è prevista per il 1 luglio.

Le azioni a supporto del certificato Covid digitale europeo

Per sostenere la disponibilità di test abbordabili e accessibili, la Commissione europea si è impegnata a mobilitare almeno 100 milioni di euro nell’ambito dello Strumento di sostegno di emergenza per l’acquisto di test (tamponi) per l’infezione da SARS-CoV-2 allo scopo di rilasciare i certificati UE.

Di tale finanziamento dovrebbero beneficiare le persone che quotidianamente o frequentemente attraversano le frontiere per andare al lavoro o a scuola, visitare parenti stretti, cercare cure mediche, o per prendersi cura dei propri cari, così come i lavoratori essenziali.

I negoziatori europei hanno concordato che, se necessario, potrebbero essere mobilitati ulteriori finanziamenti oltre i 100 milioni, previa approvazione delle autorità di bilancio.

I Paesi UE non devono imporre restrizioni di viaggio, come la quarantena, l’autoisolamento o i tamponi, “a meno che non siano necessarie e proporzionate per salvaguardare la salute pubblica” in risposta alla pandemia di COVID, tenendo conto anche delle prove scientifiche disponibili, “compresi i dati epidemiologici pubblicati dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC)”.

Tali misure dovrebbero essere notificate agli altri Stati membri e alla Commissione al più tardi 48 ore prima.

I Paesi UE devono accettare i certificati di vaccinazione rilasciati in altri Stati membri per le persone che hanno ricevuto un vaccino autorizzato ndall’Agenzia europea dei medicinali (EMA) (attualmente Pfizer-BioNTech, Moderna, AstraZeneca e Janssen).

Spetterà ai Paesi UE decidere se accettare anche i certificati delle vaccinazioni effettuate con gli altri vaccini utilizzati in base alle procedure di autorizzazione di emergenza nazionali o con quelli elencati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per l’utilizzo di emergenza.

Protezione dati

I certificati saranno verificati per prevenire frodi e falsificazioni, così come l’autenticità dei sigilli elettronici inclusi nel documento.

I dati personali ottenuti dai certificati non possono essere immagazzinati negli Paesi UE di destinazione e non ci sarà una banca dati centrale stabilita a livello UE.

La lista delle entità che tratteranno e riceveranno i dati sarà pubblica, in modo che i cittadini possano esercitare i loro diritti di protezione dei dati in base al regolamento generale sulla protezione dei dati

ALGORITMO CONTRO GLI INFORTUNI NEI CANTIERI IN LOMBARDIA

Letizia Moratti vuole introdurre anche in Lombardia un algoritmo che serva per individuare i cantieri più pericolosi e intensificare i controlli per combattere la piaga degli incidenti sul lavoro. «La direzione generale Welfare adotterà, quale strumento ordinario di vigilanza, un algoritmo che consentirà di individuare i cantieri maggiormente a rischio e di sottoporli prioritariamente a controllo — ha spiegato la vicepresidente e assessora regionale al Welfare, partecipando nell’aula del Pirellone alla cerimonia per la Giornata delle vittime degli incidenti sul lavoro e delle malattie professionali — . Questa iniziativa sarà condivisa con l’Ispettorato interregionale del lavoro per la Lombardia e sarà sottoposta anche a livello centrale».

I dati regionali dicono che nel 2020 sono state controllate 26.467 imprese per un totale di 53.597 verifiche. Moratti ha spiegato che «grazie all’anagrafe aggiornata dei cantieri edili possiamo individuare a priori e distinguere le imprese virtuose da quelle problematiche da sottoporre a più stretta sorveglianza».

Il metodo dell’algoritmo è già stato adottato in Veneto dieci anni fa, nell’ambito del Piano nazionale edilizia per individuare i cantieri a maggior rischio. L’algoritmo si avvale delle informazioni presenti del Sistema informativo della Prevenzione Impres@ (Informazione e monitoraggio prevenzione sanitaria) che raccoglie dal 2010 tutti i controlli effettuati dai servizi del Dipartimento di prevenzione delle Ats e i loro esiti. Il sistema serve per individuare le imprese e i cantieri che sono carenti in sicurezza, controllare il territorio con una più ampia copertura, migliorare l’efficienza della vigilanza, intervenire su obiettivi specifici e favorire un sistema integrato della prevenzione.

«La riapertura delle attività economiche non deve tradursi in una recrudescenza degli infortuni — spiega Moratti, preoccupata per l’incremento degli incidenti sul lavoro registrato anche negli ultimi giorni — . Soprattutto il settore edilizio che vedrà un aumento di attività, in seguito all’approvazione dei provvedimenti legislativi come il bonus 110 per cento, non deve essere scenario di accrescimento di infortuni».

In Lombardia, secondo i dati raccolti dalle Ats, dall’1 gennaio al 15 maggio ci sono stati ben 15 infortuni mortali. Di cui 4 solo nella scorsa settimana. Prima dell’inizio dei lavori, il Consiglio regionale aveva accolto le 12 rappresentanze provinciali dell’Associazione nazionale lavoratori mutilati e invalidi del lavoro.

Anche i sindacati sono preoccupati. Cgil, Cisl e Uil chiedono di «fermare le stragi sui luoghi di lavoro». E pretendono dalla Regione di «restituire operatività ai Servizi di prevenzione degli ambienti di lavoro cui spetta la vigilanza sul rispetto delle norme e la prevenzione, rafforzando gli organici e investendo sul personale dedicato ai controlli nelle aziende». E al governo di «rilanciare controlli e ispezioni assumendo subito in Lombardia nuovi ispettori e nuovi medici del lavoro».

La stessa Regione ha ammesso la carenza: «Si è passati da 794 operatori del 2014 ai 683 del 2020», ha fatto i conti Moratti. Per le nuove assunzioni si attingerà ai 30 milioni di euro ricavati dalle sanzioni alle imprese. Verrà completata l’acquisizione prevista di 45 tecnici della prevenzione e di esperti con contratti di collaborazione (chimici, biologi, ingegneri). Per i sindacati  “la sicurezza sul lavoro è un diritto fondamentale” e pretendono che si “faccia il necessario per garantire un lavoro sicuro per tutte e tutti”

Dal quotidiano ” Repubblica”

VACCINAZIONI COVID IN AZIENDA: DOCUMENTO TECNICO DELL’ INAIL

La nuova pubblicazione, elaborata dall’Inail insieme ai Ministeri del Lavoro e della Salute, alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e alla struttura di supporto alle attività del commissario straordinario per l’emergenza, fornisce criteri di tipo quantitativo e qualitativo per definire le priorità della somministrazione nei luoghi di lavoro.

Immagine pubblicazione vaccinazione aziende

In riferimento al documento “Indicazioni ad interim per la vaccinazione anti-Sars-Cov-
2/Covid-19 nei luoghi di lavoro”, approvato dalla Conferenza delle Regioni e delle
Province autonome nella riunione dell’8 aprile 2021 e trasmesso con nota circolare
interministeriale 0015126 del 12 aprile 2021, con il presente documento tecnico si
intende fornire elementi utili al riscontro dei quesiti posti dalla Conferenza stessa in
merito a:

  • definire “puntualmente a partire da quale fase della campagna di vaccinazione (fascia dietà) si possa avviare la vaccinazione per le attività economiche e produttive”;
  • definire “altresì quali siano le priorità cui le Regioni devono attenersi: poiché il documentodi cui trattasi non indica elementi quantitativi e qualitativi di riferimento ed è pertantomolto probabile che numerosissimi soggetti richiedano alle Regioni di poter avviareattività vaccinali in contesti lavorativi, è imprescindibile che vengano definiti elementiquantitativi (es. numerosità lavoratori/lavoratrici) e qualitativi (es. i settori produttivi amaggior rischio) per evitare che le scelte che ogni regione dovrà fare in relazione alladisponibilità di vaccini possano apparire arbitrarie”.

Prodotto: Opuscolo
Edizioni: Inail – 2021
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

Da inail.it

ITALIA VIRTUOSA NEL RECUPERO DELLA PLASTICA

La pandemia non ferma le attività di recupero degli imballaggi in plastica, che anzi nel 2020 mostrano una crescita del 4% nel tasso di raccolta. In un 2020 segnato dalla lotta al coronavirus e da un lockdown che ancora fa sentire i propri effetti su tantissimi comparti produttivi, il mondo dei rifiuti in plastica ha reagito bene. A dimostrarlo sono i dati diffusi nel corso dell’Assemblea annuale di Corepla, il Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Riciclo e il Recupero degli imballaggi in Plastica. Un anno turbolento per il settore del riciclo, che è riuscito a fare fronte alla riduzione dei consumi di materie plastiche determinata dai prolungati fermi alle attività economiche e produttive grazie alla crescita della produzione nel settore medicale e della disinfezione e detergenza, senza dimenticare il contributo dato dal rilancio dell’alimentare confezionato, con un recupero generalizzato nella seconda metà dell’anno.

Per Giorgio Quagliuolo, Presidente di Corepla: “I risultati di questo bilancio, a fronte di un periodo emergenziale senza precedenti, dimostrano i passi avanti che il nostro Paese ha compiuto nell’ambito della organizzazione di un sistema di raccolta e riciclo degli imballaggi in plastica, capace anche di fronteggiare cambi di prospettiva imprevisti e repentini. Si è parallelamente diffusa una più spiccata sensibilità al corretto conferimento di questo tipo di rifiuti, che fa onore all’intera collettività nazionale. Non basta ovviamente. Siamo convinti che negli anni a venire, anche in funzione dei nuovi piani di Rilancio e Resilienza e di una politica economica sempre più improntata ai principi della Transizione Ecologica, sapremo offrire risposte adeguate agli ambiziosi target da conseguire. Noi siamo pronti a mettere a disposizione know-how, competenza ed esperienza perché i traguardi raggiunti oggi costituiscano solo il punto di partenza per gli obiettivi di domani.”

Nell’anno appena concluso, Corepla ha stimato 2.198 kt di imballaggi immessi al consumo sul territorio nazionale, con una flessione di circa il 5% rispetto al 2019. Dati a cui ha fatto seguito una crescita della raccolta differenziata degli imballaggi in plastica: infatti, la raccolta conferita ai Centri di selezione, compresa quella di competenza dei Sistemi autonomi, è stata pari a 1.433.203 tonnellate, con un aumento del 4% rispetto al 2019. Un vero e proprio record in termini di quantità trattata, fa sapere Corepla, che porta l’Italia ad un pro capite medio annuo di 23,7 kg. In cima alla classifica si posiziona la Valle d’Aosta con il 34,1 kg per abitante, seguita dall’Umbria con 33,1 kg per abitante e Sardegna con 32 kg per abitante. Non male la Campania con 24,5 kg per abitante, mentre ad occupare l’ultimo posto in classifica c’è la Calabria con 18,4 kg per abitante.

L’Italia, quindi, si posiziona tra i Paesi europei più virtuosi con risultati importanti nonostante l’anno segnato dal covid. Infatti, a fronte di 1.914.000 tonnellate di imballaggi in plastica immesse sul mercato e di pertinenza Corepla, nel 2020 il sistema è riuscito a recuperare 1.820.270 tonnellate, corrispondenti al 95%. Lo scorso anno sono state riciclate 655.393 tonnellate di rifiuti di imballaggio in plastica, prevalentemente provenienti da raccolta differenziata urbana, incluse le quantità derivanti dalle piattaforme da superfici private e dai Consorzi autonomi. A questi dati vanno aggiunti anche i quantitativi di imballaggi in plastica riciclati da operatori industriali indipendenti, provenienti cioè dalle attività commerciali e industriali (249.500 tonnellate) per un riciclo complessivo di oltre 900mila tonnellate.

Dai dati presentati dal consorzio si registrano numeri importanti anche nel recupero di materiali che non possono essere riciclati, avviando a recupero energetico 377.807 tonnellate che sono state utilizzate per la produzione di energia al posto di combustibili fossili. Precisamente, il 75% del materiale avviato a recupero è stato destinato a cementifici (43% in Italia e 32% all’estero) e il restante 25% a termovalorizzazione. Insomma, un sistema consortile che nonostante le difficoltà, riesce a garantire un’attività di raccolta e riciclo sempre più capillare: sono 7.436 i Comuni serviti (94%) con il coinvolgimento del 97% dei cittadini. Il valore economico direttamente distribuito dal Consorzio ammonta complessivamente a 771 milioni di euro. La quota di valore principale, fa sapere Corepla, resta quella destinata ai Comuni o ai convenzionati da loro delegati: 391 milioni di euro173 dei quali destinati agli impianti che si occupano di una selezione puntuale degli imballaggi, sia in base al tipo di materiale che in base al colore, come nel caso del PET, dando così maggior valore al prodotto selezionato.

Via libera ai test salivari, utili a scuola e sugli anziani

Circolare del ministero indica l’obbligo di tracciabilità di tutti i test, compresi quelli salivari, nei sistemi informativi regionali

I test della saliva possono essere considerati un’opzione per il rilevamento dell’infezione da SARSCoV-2 qualora non sia possibile ottenere tamponi oro/nasofaringei, ma vanno utilizzati preferibilmente entro i primi 5 giorni dall’inizio dei sintomi. Lo indica la circolare del ministero della Salute sul loro utilizzo che detta le indicazioni sulla raccolta dei campioni e sulla segnalazione dei casi.

Il test viene indicato come utile per “screening ripetuti” per motivi professionali o di altro tipo, sugli anziani o disabili e sui bambini in ambito scolastico. Alcuni studi hanno rilevato sensibilità comprese tra il 53 e il 73%.

Ritorno a scuola, test salivari per gli studenti: si attende ok del  Ministero della Salute. Ma è corsa contro il tempo - Orizzonte Scuola  Notizie

Condivido la riflessione sull’opportunità di utilizzare i test salivari già per gli esami di terza media e di maturità. Porrò il tema all’attenzione del ministro Patrizio Bianchi”. Lo ha detto all’ANSA il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso. “Finalmente il ministero della Salute ha dato il via libera all’uso dei tamponi salivari nelle scuole: un provvedimento che come Lega caldeggiavamo da mesi e che servirà a contenere i rischi per insegnanti, personale e studenti, migliorando sensibilmente la capacità di monitorare e tracciare la presenza del virus all’interno della comunità scolastica. Questo è lo spirito con cui deve muoversi un Governo di unità nazionale”, aggiunge Sasso.

La circolare, ribadendo che il test molecolare su campione nasofaringeo e orofaringeo rappresenta il gold standard internazionale per la diagnosi di COVID-19 in termini di sensibilità e specificità, indica l’obbligo di tracciabilità di tutti i test, compresi quelli salivari, nei sistemi informativi regionali. Gli esiti dei test molecolari su campione salivare, anche se effettuati da laboratori, strutture e professionisti privati accreditati dalle Regioni, devono essere inseriti nel sistema informativo regionale di riferimento. “L’uso della saliva per la diagnosi di infezione da SARS-CoV-2 prevede un metodo di raccolta non invasivo, tuttavia la corretta raccolta del campione salivare è un passaggio cruciale. I campioni di saliva possono essere eterogenei (saliva orale, saliva orofaringea posteriore) e le diverse tecniche e sedi di raccolta possono avere un impatto sulla sensibilità del metodo” si legge nella circolare.

Inoltre i campioni di saliva possono essere mucosi e viscosi, determinando difficoltà di lavorazione con i metodi e le attrezzature automatizzate di estrazione dell’RNA o di estrazione/amplificazione esistenti.

Esistono test antigenici rapidi che sono stati validati negli Stati membri dell’UE sulla base di campioni alternativi, come saliva, espettorato e/o feci, ed è in discussione l’opportunità di includere anche questi test nell’elenco dei test antigenici rapidi concordato dall’HSC. Inoltre, la sensibilità diminuisce dopo i primi cinque giorni dall’inizio dei sintomi. Nel complesso, gli studi disponibili indicano una sensibilità diagnostica variabile dei test molecolari su campioni di saliva, in relazione alla tecnica di raccolta: una sensibilità maggiore è stata rilevata nella saliva orofaringea posteriore del primo mattino, mentre una sensibilità inferiore è stata osservata con la tecnica del “general spitting”. (raccolta della saliva accumulata a livello del pavimento orale).

da www.ansa.it

Crollo di morti e contagi, cosa dice lo studio dell’Iss sull’efficacia dei vaccini

Gli effetti osservati, nel “real world”, risultano simili sia negli uomini che nelle donne e in persone in diverse fasce di età.

il rischio di infezione da SARS-CoV-2, ricovero e decesso diminuisce progressivamente dopo le prime due settimane e fino a circa 35 giorni dopo la somministrazione della prima dose. Dopo i 35 giorni si osserva una stabilizzazione della riduzione che è circa dell’80% per il rischio di diagnosi, del 90% per il rischio di ricovero e del 95% per il rischio di decesso. Sono ragione di entusiasmo i dati che arrivano dal primo Report nazionale dell’Istituto superiore di Sanità (iss) e del Ministero della Salute sull’efficacia dei vaccini, in base all’analisi congiunta dell’anagrafe nazionale vaccini e della sorveglianza integrata Covid-19. Gli effetti osservati, nel “real world”, risultano simili sia negli uomini che nelle donne e in persone in diverse fasce di età. Quindi tranne eccezioni in tutti gli immunizzati.

Brusaferro: raggiungere presto alte coperture

L’analisi è stata fatta dal giorno di avvio della campagna vaccinale al 3 maggio 2021, relativamente a 13,7 milioni di persone immunizzate. La quasi totalità (il 95%) delle persone vaccinate con Pfizer-BioNtech o Moderna ha completato il ciclo ricevendo le due dosi, mentre per il vaccino AstraZeneca nessuna delle persone incluse nello studio aveva ricevuto il ciclo completo. «Questi numeri confermano l’efficacia della campagna vaccinale e la necessità di raggiungere presto alte coperture in tutta la popolazione per uscire dall’emergenza grazie a questo strumento fondamentale», ha commentato il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro.

Quali compiti svolge l'Istituto Superiore di Sanità? - ISS

Oltre 2 milioni di over 70 ancora non vaccinati

Stando alle ultime rilevazioni, oltre due milioni di italiani over 70 che non hanno ancora ricevuto la prima dose del vaccino. In base ai numeri aggiornati dal Governo al 14 maggio, 519.666 ultra ottantenni (l’11,49% della popolazione di questa fascia d’età) e 1.495.947 cittadini tra i 70 e i 79 anni (il 24,84%) non sono stati vaccinati. Tra gli over 80 la regione più indietro è la Sicilia, con un 30,99% che non ha avuto neanche la prima dose mentre in Veneto la percentuale scende all’1,56%. Tra i 70-79enni la regione che ha vaccinato meno è la Sicilia, con il 42,57% e quella che è andata meglio è la Puglia, dove resta un 15,70% di non vaccinati.

Dopo riaperture nessun segnale di allerta

Per Massimo Ciccozzi, epidemiologo all’Università Campus Biomedico di Roma, il fronte su cui agire con rapidità per abbassare i decessi è procedere vaccinando la fascia degli over 70. In generale ai numeri assai positivi forniti dall’Iss sull’efficacia dei vaccini «se ne aggiungono altri ugualmente rassicuranti: nella settimana 5-11 maggio, rispetto a quella precedente, c’è stato un calo dei decessi del 15,4%, un meno 15,1% di occupazione delle terapie intensive, una riduzione del 17,8% dei ricoveri e -19% dei nuovi casi di contagio. Questo vuol dire che la curva sta andando giù su tutti i fronti». Come spiegato dal coordinatore del Cts Franco Locatelli, l’analisi dei dati indica che le aperture decise secondo il criterio del “rischio ragionato” non si sono associate a una ripresa dei contagi.

L’armamentario disponibile

La campagna vaccinale contro il COVID-19 è stata avviata in Italia il 27 dicembre 2020. A oggi, sono quattro i vaccini autorizzati dall’Agenzia Europea del Farmaco (Ema) e Aifa, si tratta di Comirnaty (Pfizer-BioNtech), COVID-19 Vaccine Moderna (Moderna), Vaxzevria AstraZeneca) e COVID-19 Vaccine Janssen (Johnson&Johnson). Tutti questi vaccini, tranne Covid-19 Vaccine Janssen, prevedono un ciclo vaccinale di due dosi a diversi intervalli di tempo (al momento dell’analisi: 21 giorni per Comirnaty, 28 giorni per Covid-19 Vaccine Moderna e 10-12 settimane per Vaxzevria).

da www.ilsole24ore.com

SPIROMETRIA , COVID E STANDARD INTERNAZIONALI

L ‘esame spirometrico è una valutazione comune della funzione polmonare a scopi diagnostici e per il monitoraggio delle malattie polmonari croniche. L’ultima standardizzazione internazionale di questa tecnica è del 2005. Dopo 14 anni, un gruppo di esperti di due importanti società scientifiche, l’American Thoracic Society (ATS) e la European Respiratory Society (ERS), ha pubblicato liineeguida congiunta che ha aggiornato la standardizzazione della spirometria , con un’ampia riorganizzazione dei criteri, inclusi aggiornamenti chiave quali: controindicazioni relative, requisiti di strumentazione per soddisfare gli standard ISO (International Organization for Standardization), garanzia di qualità, formazione degli operatori, requisiti pre-test, accettabilità e criteri di utilizzo. I nuovi standard sottolineano tre elementi chiave per ottenere dati di funzionalità polmonare di alta qualità: una strumentazione accurata e precisa, un paziente / soggetto in grado di eseguire misurazioni accettabili e ripetibili, e un tecnico sanitario motivato per ottenere le massime prestazioni dal paziente. Tuttavia, sebbene la pandemia di COVID-19 abbia avuto un enorme impatto e limitato una diffusa applicazione della spirometria, ha suscitato molta attenzione sulle procedure igieniche e su ulteriori ricerche sugli spirometri senza contatto.

Abstract liberamente tradotto da dott Alessandro Guerri medico specialista in medicina del lavoro.

Da:

Vol. 112 n. 2 (2021)

Silvia Ranieri Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Università di Parma, Italia
Massimo Corradi Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Università di Parma, Italia

Pagina 95-106 PDF

OVER 50 LOMBARDI AL VACCINO: TUTTI PRONTI.

Superate quota 500mila le prenotazioni per il vaccino anti covid-19 per la fascia d’età 50-59 anni in Lombardia. Questa mattina  hanno già fissato un appuntamento per la vaccinazione 501.732 lombardi, praticamente un terzo della popolazione coinvolta. Lo fa saper l’assessorato al welfare di Regione Lombardia. Le iscrizioni sul  portale di Poste Italiane e Regione Lombardia avevano preso il via alla mezzanotte di domenica scorsa .

Da rainews.it

DISABILITA’ E REINSERIMENTO LAVORATIVO

Da inail.it

I due opuscoli, realizzati in occasione della nuova campagna di comunicazione “Con Inail, ricomincio dal mio lavoro, sul reinserimento lavorativo delle persone con disabilità da lavoro, contengono una sintesi delle misure di sostegno proposte dall’Istituto.

Reinserimento e integrazione lavorativa delle persone con disabilità da lavoro

L’Inail garantisce supporto ai propri assistiti vittime di infortunio o malattia professionale per la continuità lavorativa o per l’inserimento in una nuova occupazione attraverso la realizzazione di progetti personalizzati di reinserimento lavorativo. Disponibili per i datori di lavoro finanziamenti a fondo perduto fino a un massimo di euro 150.000,00 per interventi di adeguamento degli ambienti e delle postazioni di lavoro e azioni formative mirate alla riqualificazione professionale dei lavoratori infortunati.
Per favorire l’accesso ai finanziamenti, l’Istituto ha da tempo semplificato l’iter e le procedure di attivazione degli interventi, snellendo l’iter a carico dei datori di lavoro e promuovendo campagne di sensibilizzazione per rendere maggiormente note le misure per il reinserimento lavorativo delle persone con disabilità da lavoro.
Anche per l’edizione 2021 della campagna di comunicazione sono stati realizzati due opuscoli informativi, dedicati rispettivamente  ai lavoratori e ai datori di lavoro, che illustrano gli interventi previsti dall’Inail e forniscono una serie di indicazioni utili:

  • chi sono i destinatari delle misure adottate dall’Inail, sia in caso di conservazione del posto di lavoro sia in caso di nuova occupazione;
  • quali interventi è possibile realizzare con i finanziamenti;
  • quali sono i contributi messi a disposizione e come è possibile accedervi;
  • notizie di interesse per lavoratori e per datori di lavoro.

Prodotto: Opuscolo
Edizioni: Inail – 2021
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

RIENTRO DEI LAVORATORI FRAGILI ,IDONEITA’ DOPO VACCINAZIONE.

Lavoratori "fragili", diffusa una nota di chiarimenti dal Dipartimento  Istruzione del Ministero

Che tipo di comunicazione deve effettuare il lavoratore dichiarato “fragile” dal medico competente e, dunque già collocato in altre mansioni o in attività lavorativa a distanza, che a seguito di effettuazione della vaccinazione ha intenzione di rientrare effettivamente in servizio in presenza?

In base al quadro normativo vigente il lavoratore può chiedere, risponde il ministero dell’Istruzione attraverso una FAQ, nell’ambito della sorveglianza sanitaria, l’effettuazione di una visita con il medico competente (art.41 d.lgs 81/2008) il quale potrà in quella sede trattare anche le informazioni relative alla vaccinazione effettuata.

Lo stesso valuterà, nel rispetto dei protocolli applicabili per il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro (v. par. 12 Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro del 24aprile2020) e delle indicazioni fornite dalle autorità sanitarie anche in merito all’efficacia e all’affidabilità medico-scientifica del vaccino, se tenerne conto in sede di valutazione dell’idoneità alla mansione specifica.

In tal caso il medico competente si limiterà a trasmettere al datore di lavoro la sola informazione relativa al giudizio di idoneità alla mansione specifica e le eventuali prescrizioni e/o limitazioni in esso riportato.