ODONTOIATRIA

POSTURA SUL LAVORO NEGLI STUDI ODONTOIATRICI : I VIDEO DI ANDI.

L’odontoiatria si prende cura del sorriso , della masticazione, e della salute orale di tanti pazienti ma chi si prende cura della salute dei dentisti e degli assistenti alla poltrona?

L’ ANDI , l’Associazione Nazionale Dentisti Italiani propone un interessante contributo con la pubblicazione sul suo sito di alcuni video di informazione sulle principali problematiche posturali in ambito odontoiatrico che qui vi proponiamo in visione .

da ANDI:

La maggior parte dei dentisti, col passare del tempo, tende a lamentare dolori al collo e alla zona lombare. Questo perché, quando sono in studio, si piegano sui pazienti assumendo una postura innaturale e pericolosa. Se protratta nel tempo, e con l’aumento dei carichi di lavoro, questa cattiva abitudine può portare a danni seri e a lesioni da sforzo ripetuto.

Il primo video mette in guardia dai gravi danni che una cattiva postura può provocare e sottolinea l’importanza dell’ergonomia in odontoiatria, perché mira a ridurre i problemi muscoloscheletrici, permettendo al dentista di adottare una posizione più naturale e confortevole e che allo stesso tempo garantisca ai pazienti efficienza e accuratezza del trattamento.

https://youtube.com/watch?v=FMye3evy_f0%3Ffeature%3Doembed

Il secondo propone una serie di consigli su come tenere una postura ideale, dall’inclinazione di testa e spalle alla posizione di gambe e piedi, fino all’altezza della sedia e alla posizione del pedale. Non mancano suggerimenti anche sull’abbigliamento e le calzature che devono essere comodi e favorire i movimenti.

https://youtube.com/watch?v=pSM8UA4IUQE%3Ffeature%3Doembed

Infine, il terzo video prende in considerazione il ruolo e la posizione dell’assistente che, in un sistema a quattro mani, sono molto importanti sia per garantire un trattamento agevole ed efficace al paziente sia per ridurre l’affaticamento del medico, che si vede porgere in maniera appropriata gli strumenti. La raccomandazione finale è che la posizione del paziente venga stabilita sulla base della postura naturale del dentista e dei suoi punti di riferimento. Naturalmente, il consiglio finale è quello classico e cioè di fare movimento e sport il più possibile, concedendosi delle pause quantomeno per brevi camminate. Perché lavorare con il massimo del comfort è garanzia di benessere per tutti: odontoiatri, staff dello studio e pazienti.

https://youtube.com/watch?v=C0posp9arlE%3Ffeature%3Doembed

ALLA RICERCA DI STABILITÀ E SICUREZZA SUL LAVORO

da Forbes.

In un periodo di profonda incertezza economica, i lavoratori sono pronti a ridefinire i rapporti con i loro superiori. Se la pandemia ha acceso i riflettori su modalità di lavoro più flessibili, diventate tra le questioni di maggiori dibattito, oggi i dipendenti dimostrano di avere aspettative differenti, legate a questioni come sicurezza e stabilità.

Lo studio Bcw Expectations at Work, agenzia globale di comunicazione integrata, ha evidenziato gli aspetti del lavoro più apprezzati, sottolineando le differenze tra le diverse generazioni e le lacune delle organizzazioni.

La voglia di maggiore sicurezza sul lavoro

Il report, che ha coinvolto 13mila persone provenienti da cinque settori diversi in 15 Paesi del mondo, tra cui l”Italia, ha preso in esame 62 aspetti. Si posiziona in cima alla lista un’occupazione stabile (52%), seguito da un posto di lavoro comodo e sicuro (50%), stipendio e benefit adeguati (49%) e cultura del lavoro (48%). Discorso diverso per lo smart working, che non sembra più essere tra i desideri principali dei lavoratori. La questione del dove lavorare, in particolare, si colloca al 12° posto (44%) per coloro che hanno possibilità di scegliere.

“Per progredire, le imprese devono motivare il personale e questi dati forniscono ai leader indicazioni sugli aspetti su cui concentrarsi per assicurarsi una forza lavoro impegnata e produttiva, che contribuisca al superamento di sfide complesse e alla crescita”, sottolinea Donna Imperato, global ceo di Bcw.

La situazione in Italia

L’Italia non si discosta dagli altri Paesi. Anche qui un’occupazione stabile (58%), un posto di lavoro comodo e sicuro (55%) e uno stipendio soddisfacente (54%) restano tra le aspettative principali. Tra i fattori più importanti ci sono anche i permessi pagati (54%) e l’indennità di malattia (51%), rispettivamente al quarto e al quinto posto.

In controtendenza rispetto alle altre nazioni, una comunicazione interna aperta e oneste (49%), elemento che si lega alla cultura del lavoro, occupa una delle prime 10 posizioni nell’elenco, così come la richiesta di un carico di lavoro gestibile e pretese ragionevoli del datore di lavoro (51% rispetto al 45% a livello globale).

“Se durante tutta la pandemia l’ago della bilancia si è spostato con costanza da una parte e dell’altra tra dipendenti e datori di lavoro, c’è comunque una costante, ovvero la necessità di una cultura inclusiva e incentrata sulle persone, che valorizzi le persone, ne faccia sentire la voce e dia la priorità al benessere e a una leadership trasparente”, dice l’head of Bcw Change James Morley.

Le differenze tra generazioni diverse

Nello studio sono emersi tutti i fattori che creano una spaccatura tra le generazioni che compongono la forza lavoro. Forti differenze rimangono nelle aspettative. Se la generazione z considera i componenti della leadership e della cultura del lavoro più importanti dello stipendio, al 25° posto su 62, i boomers ritengono questo fattore una priorità rispetto alle prerogative di leadership e cultura, con il salario in seconda posizione (49%) dopo la sicurezza lavorativa (52%).

Le aspettative legate ai manager cambiano per fasce d’età. Se la generazione z apprezza soft skill come il supporto e l’empatia, i millenial preferiscono superiori pronti a offrire opportunità di crescita. Discorso differente per la fiducia ed equità nei processi decisionali, fattore al vertice della classifica che unisce la generazione z e i boomers.

ERGONOMIA, POSTURA E STRUMENTAZIONE IN ODONTOIATRIA.

da dentalacademy.it

L’odontoiatria è sempre stata una professione che mette a dura prova la mente e il corpo.
Se sei come la maggior parte dei dentisti, il tuo lavoro quotidiano ha un impatto su mani, polsi, braccia, schiena, collo, spalle e gambe: tra il 64% e il 93% dei professionisti del settore dentale sperimenta dolore muscolo-scheletrico generale, in quanto ripete gli stessi movimenti su ogni paziente, giorno dopo giorno, spesso in posizioni scomode.
Ecco allora tre consigli per evitare il dolore e le lesioni da stress ripetitivo:

  • migliore posizionamento (per te e per i tuoi pazienti);
  • strumenti e apparecchiature ergonomiche;
  • semplici esercizi di benessere.

Postura corretta e posizionamento del paziente
Meno ti pieghi, curvi, torci, allunghi o inclini, minore sarà la tensione che metterai su muscoli, articolazioni e ossa.
La posizione corretta per lavorare con un paziente è seduti con la colonna vertebrale in posizione neutra e le spalle rilassate, il più vicino possibile al paziente e sempre fronte a lui; piedi ben appoggiati sul pavimento e altezza dello sgabello regolata in modo che le cosce si pieghino leggermente verso il basso; strumenti a disposizione all’incirca all’altezza delle braccia ed entro un raggio di mezzo metro. Inoltre il paziente dovrebbe essere posizionato supino per il trattamento dell’arcata superiore e semi-supino per l’arcata inferiore, posizionando il suo schienale a un angolo di 10-15 gradi dal pavimento

Strumenti e attrezzature ergonomiche
L’ergonomia dovrebbe essere una considerazione fondamentale quando si scelgono gli strumenti e le attrezzature per il proprio studio, come lo sgabello e lo strumentario.
Da un punto di vista ergonomico, lo sgabello dell’operatore è la seduta più importante: dovrebbe essere regolabile, con un adeguato supporto lombare, toracico e del braccio e dovrebbe consentire uno spazio di tre dita dietro il ginocchio. Se è inclinabile, inclina il sedile in avanti tra 5 e 15 gradi.
Anche lo strumentario che scegli può fare una differenza significativa, è opportuno cercare strumenti con un peso ottimale e un manico con diametro grande, che forniscano una presa strutturata: questi strumenti saranno più facili da manovrare e causeranno meno affaticamento alla mano.
I nuovi scaler e curette ergonomici Harmony sono un buon esempio: frutto di un processo iterativo di ricerca e sviluppo che ha analizzato oltre 2,8 milioni di dati, riducono la forza di presa fino al 65% e la pressione sul dente del 37%. Il manico ha una struttura a doppia elica sagomata per una sensibilità tattile ottimale e l’impugnatura in silicone è stata estesa del 30% per fornire una presa sicura e agile.
Un altro fattore importante nell’ergonomia dello strumento è l’affilatura: scaler affilati richiedono meno sforzo, migliorando il comfort …( )

Esercizi di benessere per alleviare e prevenire il dolore
Prima di intraprendere qualsiasi attività fisica, come una giornata di cura dei pazienti, è sempre una buona idea riscaldare le articolazioni e i muscoli; per esempio, la blogger specializzata Whitney DiFoggio, “Teeth Talk Girl”, consiglia una serie di esercizi di stretching quotidiani per i professionisti del settore dentale mirati a polsi, collo, spalle e schiena, da fare il più spesso possibile, anche tra un appuntamento e l’altro.
Pensa che che non sei certamente l’unico a sperimentare fastidi, ma la buona notizia è che alcune modifiche alla routine, alla postura e agli strumenti possono fare miracoli per il corpo e possono potenzialmente aggiungere anni di pratica senza dolore alla carriera dell’ ‘odontoiatra.

EMERGENZA COVID E RISCHIO LEGIONELLA NEGLI STUDI ODONTOIATRICI

Indicazioni per la prevenzione del rischio Legionella nei riuniti ...

Questo documento fornisce indicazioni specifiche per contenere il potenziale rischio di trasmissione di infezione da Legionella legato all’acqua contenuta nei riuniti odontoiatrici alla luce dell’emergenza COVID-19. In questo periodo, infatti, la considerevole riduzione dell’erogazione delle prestazioni odontoiatriche con conseguente fermo tecnico di molti riuniti, ha favorito il ristagno dell’acqua e la conseguente formazione di biofilm con una maggiore proliferazione di microrganismi ad esso associato, portando ad un innalzamento del rischio di infezione da Legionella. Il documento si ispira alle linee guida nazionali per la prevenzione ed il controllo della legionellosi, al decreto legislativo 81/2008, ai dettami del DM 14 giugno 2017 inerente ai piani di sicurezza dell’acqua e al documento dell’ESCMID Study Group for Legionella Infections (ESGLI).

PER SCARICARE IL DOCUMENTO CLICCARE QUI SOTTO :

iss odonto rapporto-covid-19-27-2020

Riunito dentale Skema 6 | Castellini

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PERFLUOROSULFONATI E AUMENTO DELLA CARIE


Sostanze chimiche largamente impiegate specie in passato per prodotti sia industriali sia di largo consumo e diffuse nell’ambiente – i ‘perfluorosulfonati’ (PFAS) – che spesso contaminano anche le acque che beviamo, potrebbero aumentare il rischio di carie nei bambini.   Lo suggerisce uno studio di Constance Wiener e Christopher Waters West Virginia University pubblicato sul Journal of Public Health Dentistry.

Associate a diversi problemi di salute tra cui il colesterolo alto, queste sostanze chimiche sono particolarmente resistenti alla degradazione, pertanto i composti PFAS presentano un’elevata persistenza ambientale e capacità di bioaccumulo, con effetti tossici sull’uomo di varia natura. I PFAS fanno parte della famiglia di sostanze definite come “interferenti endocrini” in quanto in grado di alterare gli equilibri ormonali.

Young woman at the dentist


Nello studio gli esperti hanno misurato la concentrazione di queste sostanze 
nel sangue di 629 bambini di 3-11 anni ed anno osservato lo stato di salute dei loro denti, tenendo conto anche di una serie di fattori noti per influire sul rischio di carie, come l’igiene orale e l’alimentazione.  È emerso che i bambini con concentrazioni ematiche maggiori di acido perfluorodecanoico erano più a rischio di presentare carie. È possibile che questa sostanza ostacoli il corretto sviluppo dello smalto dentale, esponendo i denti dei bambini all’attacco dei batteri che causano le carie.  “È interessante notare come in questo campione quasi il 50% dei piccoli coinvolti presentava carie o otturazioni – sottolinea all’ANSA Luca Landi, presidente della Società Italiana di Parodontologia e Implantologoa: un dato che deve far riflettere sulla necessità di intensificare i programmi di prevenzione e di diffusione delle informazioni. Conoscere ciò che si beve o ciò che si mangia – conclude Landi – è fondamentale anche per prevenire i problemi della bocca, e questa informazione deve essere parte integrante di qualunque sistema di prevenzione”.

 

Da dottnet.it fonte: Journal of Public Health Dentistry, ansa

STUDIO SULLO STRESS LAVORO CORRELATO NEL SETTORE ODONTOIATRICO

ABSTACT
Introduzione I dentisti sono spesso esposti a fattori di stress professionali, che comprendono le reazioni empatiche  con pazienti che avvertono dolore, ansia e paura. Non sorprende che i dentisti siano quindi un gruppo lavorativo che sperimenta livelli particolarmente elevati di esaurimento professionale. Il presente studio fornisce il primo test empirico per stabilire se il burnout professionale è più elevato e il benessere generale è più basso, per i dentisti e gli studenti che hanno maggiori difficoltà a gestire le proprie emozioni (disregolazione delle emozioni) e individuare e interpretare segnali sociali dagli altri (difficoltà cognitive sociali ).

Materiali e metodi Novantasei professionisti (dentisti e odontoiatri) e 54 studenti di odontoiatria hanno completato tests per la misurazione della regolazione delle emozioni, della funzione cognitiva sociale del born out  professionale e  della misurazione del benessere.

Risultati Coerentemente con altri dati di letteratura , i tassi di burnout erano significativamente più elevati sia nei professionisti odontoiatri  che negli studenti, rispetto ai normali standard . È importante sottolineare che i risultati hanno anche identificato associazioni significative tra i tassi di esaurimento sia con la disregolazione delle emozioni, sia con una delle misure della funzione cognitiva sociale ovvero la disposizione empatica a provare disagio in risposta all’angoscia degli altri (angoscia personale). Anche la valutazione della disregolazione emotiva e del disagio personale era significativamente più alta per gli studenti di odontoiatria rispetto ai professionisti.

Conclusione Questi dati evidenziano l’importanza di essere in grado di gestire efficacemente le emozioni negative ed i fattori stressogeni  negli studi dentistici

liberamente tradotto ed adattato da dott Guerri

BRUXISMO E IPERTENSIONE ARTERIOSA

ABSTRACT
Contesto e obiettivi: la renalasi, una nuova ammina ossidasi, è coinvolta nello sviluppo dell’ipertensione. Il bruxismo del sonno (SB) è un comportamento correlato al sonno caratterizzato da attività ritmica o non ritmica dei muscoli masticatori, che porta all’usura meccanica dei denti, al dolore dei muscoli masticatori oltre a problematiche correlate a disturbi del  sonno .

Studi recenti indicano che SB svolge un ruolo nella patogenesi dell ‘ipertensione. Pertanto, questo studio mirava a determinare la relazione tra intensità del bruxismo nel sonno e concentrazione di renalasi, che potrebbe aiutare in futuro a chiarire la patogenesi dell’ipertensione e altri disturbi cardiovascolari.

Materiale e metodi: SB è stato valutato in 87 pazienti adulti utilizzando la polisonnografia con misurazione notturna  integrata da registrazioni audio e video .Gli episodi di bruxismo sono stati valutati secondo gli standard dell’American Academy of Sleep Medicine. I livelli di renalasi sierica sono stati misurati nei pazienti utilizzando kit di analisi degli immunosorbenti enzimatici. Risultati: SB (Bruxism Episode Index (BEI) ≥2) è stato diagnosticato nel 54% (n = 47) della popolazione studiata e la concentrazione media di renalasi è risultata ridotta nel gruppo ipertensivo rispetto al gruppo normotensivo (133.33 ± 160,71 vs 219,23 ± 220,58, p = 0,047). Inoltre, è stata osservata una correlazione lineare negativa tra la concentrazione di renalasi e l’indice di massa corporea (BMI) nel gruppo SB (r = 0,38, p <0,05) ma non nei controlli. Pertanto, un BEI più elevato e un BMI più elevato sono stati identificati come fattori associati indipendentemente alla più bassa concentrazione di renalasi, ma solo nel gruppo di pazienti che avevano una concentrazione di renalasi ematica> 212,5 ng / mL.

Conclusione: esiste un’associazione tra concentrazione di renalasi e intensità SB e sono necessari ulteriori studi per chiarire il ruolo della renalasi nella patogenesi dell’ipertensione e di altri disturbi cardiovascolari.

Parole chiave: renalasi; dormire; bruxismo del sonno; ipertensione

Liberamente tradotto e adattato

da dott Guerri

APNEE NOTTURNE E INCIDENTI STRADALE : QUANDO IL DENTISTA PUO’FARE LA DIFFERENZA

Da un articolo di Cristina Marrone sul corriere della sera neuroscienze

Sua moglie le dà le gomitate di notte perché russa troppo? È in sovrappeso? È iperteso?» Se il vostro dentista vi fa queste domande durante una normale visita di controllo vuol dire che svolge in modo completo il suo lavoro e ricopre bene il ruolo di «sentinella epidemiologica» affidato dal ministero della Salute agli odontoiatri per intercettare attraverso un rapido screening le Osas, la Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno. È un problema di cui si parla poco ma ha ricadute concrete, talvolta drammatiche, sulla sicurezza stradale (e non solo).

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Gli incidenti stradali

Secondo gli ultimi dati Aci (Automobile Club Italiano) i colpi di sonno alla guida dell’auto sono responsabili del 7% dei 175 mila incidenti stradali ogni anno in Italia, con conseguenze stimabili in 250 morti e oltre 12 mila feriti. Anche i dati dell’Inail sono inquietanti: si parla di un milione di incidenti sul lavoro ogni anno dovuti alle Osas con 1200 morti e 25 mila invalidi permanenti, nonché 16 milioni di giornate lavorative perse. Una strage silenziosa dai costi altissimi e sottostimati.

Sottodiagnosi

Dodici milioni di italiani soffrono di apnee notturne. «Si stima che in Italia l’80% dei casi non sia diagnosticato» spiega Paolo Appendino, direttore del reparto di Odontostomatologia all’ospedale Mauriziano di Torino, dove a novembre si è svolto un convegno su questo tema. E, dato ancor più allarmante, è che nel nostro Paese solo il 17% dei pazienti con questa patologia viene curato contro l’88% della Francia, l’85% della Germania e il 71% della Spagna.

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Il ruolo del dentista

È in questo contesto che si inserisce il ruolo del dentista. I dati Istat 2013 dicono che gli odontoiatri sono circa 58 mila su tutto il territorio italiano ed il 38% dei pazienti al di sopra dei 3 anni vi si reca almeno una volta all’anno per un totale di circa 20 milioni di visite: il dentista è dunque una figura chiave per intercettare il sommerso. Come? Con un’anamnesi mirata volta ad indagare ipertensione, obesità, russamento notturno e sonnolenza diurna. Il sospetto diagnostico del dentista va confermato dalla polisonnografia dello pneumologo. «I casi lievi o medio-lievi possono essere trattati con successo dal dentista con l’applicazione di bite da portare durante il sonno per l’avanzamento mandibolare» spiega Appendino. Per i casi più seri l’opzione prescelta è la ventilazione notturna applicata dallo pneumologo. I bite funzionano e sono ben tollerati dai pazienti ma ci sono delle criticità. La fascia di popolazione più colpita dalle Osas è sopra i 65 anni e questi apparecchi vanno ancorati ai denti che spesso con l’età sono sostituiti da dentiere. Inoltre il Servizio Sanitario Nazionale non rimborsa i costi del dispositivo, che sono però di gran lunga inferiori a quelli sanitari e sociali derivanti dalla mancata cura della patologia.

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RISCHIO BIOLOGICO IN ODONTOIATRIA A NIGUARDA

DA ITALIAN DENTAL JOURNAL

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Mercoledì 6 giugno l’Asst Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano ospiterà il convegno “La valutazione dei rischi biologici dell’acqua e dell’aria nell’ambiente odontoiatrico”, patrocinato dal ministero della Salute. «L’obiettivo del convegno è quello di dare giusta luce a un problema oggi sottostimato, in maniera rigorosa e senza allarmismi» ha spiegato a Italian Dental Journal il dottor Fabio Di Carlo, componente del Gruppo tecnico sull’odontoiatria del ministero della Salute ed esperto dell’Osservatorio nazionale delle buone pratiche sulla sicurezza in sanità di Agenas. «Le nuove linee guida sulla legionella e i controlli ad oggi effettuati dall’autorità pubblica hanno dimostrato che il rischio esiste» sottolinea Di Carlo, convinto che qualsiasi posizione negazionista, ovvero che non sia capace di stimolare l’attenzione del professionista pubblico e privato verso la corretta valutazione del rischio biologico dell’acqua e dell’aria nell’ambiente di lavoro odontoiatrico, sia potenzialmente pericolosa poiché può esporre l’odontoiatra a un problema di responsabilità professionale e che spesso non è nemmeno protetto una adeguata copertura assicurativa.

 

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rischio biologico odontoiatria

Il convegno (accreditato Ecm per tutti i professionisti sanitari e a partecipazione gratuita) sarà di fatto un confronto tra esperti per fare il punto anzitutto sugli aspetti epidemiologici e scientifici, per poi condividere con il management delle strutture sanitarie pubbliche e private che vorranno partecipare, «una visione costruttiva della valutazione del rischio e le buone pratiche attese in ambulatori odontoiatrici moderni e sicuri» stimolando così «piani di miglioramento delle proprie realtà dove specificamente si esercita il servizio di odontoiatria». «Sarà un’occasione di incontro per dare il giusto peso al problema e iniziare a ragionare su soluzioni tecnologicamente sicure e politicamente concrete, ovvero che permettano di limitare al minimo l’onere del dentista, già vessato da un’enorme burocrazia» ci ha detto Di Carlo.
Sul palco dei relatori saliranno il professor Luigi Checchi (ordinario di parodontologia e implantologia all’Università di Bologna), il dottor Giorgio Tulli (Agenzia Regionale Sanità Regione Toscana), la dottoressa Antonietta P. Sparaco (direttore sanitario dell’unità operativa di odontoiatria all’Ospedale Sacco di Milano), la dottoressa Livia Barenghi (consulente del Sacco), l’avvocato Silvia Stefanelli (esperta di diritto sanitario), la dottoressa Maria Luisa Ricci (dipartimento di malattie infettive, parassitarie e immuno-mediate dell’Istituto Superiore di Sanità), il dottor Gaetano Elli (direttore medico di presidio ospedaliero al Niguarda) e la dottoressa Elisabetta Masturzo (dirigente medico al Niguarda e responsabile aziendale per la prevenzione e il controllo della legionellosi).

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rischio biologico odontoiatria

Cambia l’odontoiatria, cambia il rischio
Il rischio biologico dell’acqua e dell’aria nell’ambiente odontoiatrico non è immutabile nel tempo. «L’odontoiatria non è più quella di una volta – riflette Di Carlo –. Se nel secondo millennio l’odontoiatra si dedicava sostanzialmente alla protesi ed esprimeva il massimo della sua chirurgia nell’estrazione dentaria, nel terzo millennio la pratica chirurgica è aumentata sensibilmente, sia nella complessità degli interventi che nella frequenza. Per questo nel rispetto delle buone pratiche e della sicurezza delle cure oggi è necessario alzare e adeguare il livello di sicurezza del setting in cui tali trattamenti vengono eseguiti».

Una ulteriore ipotesi riguardo l’aumento del rischio della contaminazione crociata nel terzo millennio non riguarda solo l’evoluzione nella pratica clinica del dentista, ma potrebbe essere correlata anche a fattori ambientali: spiega Di Carlo che l’aumento medio delle temperature climatiche ha di fatto provocato una sostanziale tropicalizzazione del clima italiano, che a sua volta ha diminuito l’incidenza dello shock termico estate-inverno, elemento che in passato contribuiva a porre un freno allo sviluppo del biofilm batterico ove presente nella reti idriche pubbliche e private. A questo, per Fabio Di Carlo, si associa anche il fatto che le tubature condominiali, soprattutto nei palazzi storici, sono fuori dal controllo dell’autorità pubblica (a differenza delle tubature pubbliche), con un rischio aumentato di contaminazione dell’acqua nell’ultimo tratto che è fonte di alimentazione dei circuiti idrici del riunito odontoiatrico, il quale mediante la nebulizzazione di flussaggio strumentale è capace di trasmettere nell’ambiente al paziente e agli operatori i contaminanti provenienti dalla rete idrica di alimentazione del riunito. «L’ipotesi di creare una efficace barriera a monte del riunito, scongiurandone la contaminazione dalla rete, unitamente a periodici controlli – sottolinea l’esperto – potrebbe rappresentare un ulteriore livello di prevenzione fondamentale in tale ambito ».

Andrea Peren
Giornalista Italian Dental Journal

Per informazioni e iscrizioni al convegno:
Physiolife – http://ecm.physiolife.it 
ecm@physiolife.it – cell. 327.0630298

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