RISCHIO BIOLOGICO IN ODONTOIATRIA A NIGUARDA

3 Giugno 2018

DA ITALIAN DENTAL JOURNAL

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Mercoledì 6 giugno l’Asst Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano ospiterà il convegno “La valutazione dei rischi biologici dell’acqua e dell’aria nell’ambiente odontoiatrico”, patrocinato dal ministero della Salute. «L’obiettivo del convegno è quello di dare giusta luce a un problema oggi sottostimato, in maniera rigorosa e senza allarmismi» ha spiegato a Italian Dental Journal il dottor Fabio Di Carlo, componente del Gruppo tecnico sull’odontoiatria del ministero della Salute ed esperto dell’Osservatorio nazionale delle buone pratiche sulla sicurezza in sanità di Agenas. «Le nuove linee guida sulla legionella e i controlli ad oggi effettuati dall’autorità pubblica hanno dimostrato che il rischio esiste» sottolinea Di Carlo, convinto che qualsiasi posizione negazionista, ovvero che non sia capace di stimolare l’attenzione del professionista pubblico e privato verso la corretta valutazione del rischio biologico dell’acqua e dell’aria nell’ambiente di lavoro odontoiatrico, sia potenzialmente pericolosa poiché può esporre l’odontoiatra a un problema di responsabilità professionale e che spesso non è nemmeno protetto una adeguata copertura assicurativa.

 

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rischio biologico odontoiatria

Il convegno (accreditato Ecm per tutti i professionisti sanitari e a partecipazione gratuita) sarà di fatto un confronto tra esperti per fare il punto anzitutto sugli aspetti epidemiologici e scientifici, per poi condividere con il management delle strutture sanitarie pubbliche e private che vorranno partecipare, «una visione costruttiva della valutazione del rischio e le buone pratiche attese in ambulatori odontoiatrici moderni e sicuri» stimolando così «piani di miglioramento delle proprie realtà dove specificamente si esercita il servizio di odontoiatria». «Sarà un’occasione di incontro per dare il giusto peso al problema e iniziare a ragionare su soluzioni tecnologicamente sicure e politicamente concrete, ovvero che permettano di limitare al minimo l’onere del dentista, già vessato da un’enorme burocrazia» ci ha detto Di Carlo.
Sul palco dei relatori saliranno il professor Luigi Checchi (ordinario di parodontologia e implantologia all’Università di Bologna), il dottor Giorgio Tulli (Agenzia Regionale Sanità Regione Toscana), la dottoressa Antonietta P. Sparaco (direttore sanitario dell’unità operativa di odontoiatria all’Ospedale Sacco di Milano), la dottoressa Livia Barenghi (consulente del Sacco), l’avvocato Silvia Stefanelli (esperta di diritto sanitario), la dottoressa Maria Luisa Ricci (dipartimento di malattie infettive, parassitarie e immuno-mediate dell’Istituto Superiore di Sanità), il dottor Gaetano Elli (direttore medico di presidio ospedaliero al Niguarda) e la dottoressa Elisabetta Masturzo (dirigente medico al Niguarda e responsabile aziendale per la prevenzione e il controllo della legionellosi).

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rischio biologico odontoiatria

Cambia l’odontoiatria, cambia il rischio
Il rischio biologico dell’acqua e dell’aria nell’ambiente odontoiatrico non è immutabile nel tempo. «L’odontoiatria non è più quella di una volta – riflette Di Carlo –. Se nel secondo millennio l’odontoiatra si dedicava sostanzialmente alla protesi ed esprimeva il massimo della sua chirurgia nell’estrazione dentaria, nel terzo millennio la pratica chirurgica è aumentata sensibilmente, sia nella complessità degli interventi che nella frequenza. Per questo nel rispetto delle buone pratiche e della sicurezza delle cure oggi è necessario alzare e adeguare il livello di sicurezza del setting in cui tali trattamenti vengono eseguiti».

Una ulteriore ipotesi riguardo l’aumento del rischio della contaminazione crociata nel terzo millennio non riguarda solo l’evoluzione nella pratica clinica del dentista, ma potrebbe essere correlata anche a fattori ambientali: spiega Di Carlo che l’aumento medio delle temperature climatiche ha di fatto provocato una sostanziale tropicalizzazione del clima italiano, che a sua volta ha diminuito l’incidenza dello shock termico estate-inverno, elemento che in passato contribuiva a porre un freno allo sviluppo del biofilm batterico ove presente nella reti idriche pubbliche e private. A questo, per Fabio Di Carlo, si associa anche il fatto che le tubature condominiali, soprattutto nei palazzi storici, sono fuori dal controllo dell’autorità pubblica (a differenza delle tubature pubbliche), con un rischio aumentato di contaminazione dell’acqua nell’ultimo tratto che è fonte di alimentazione dei circuiti idrici del riunito odontoiatrico, il quale mediante la nebulizzazione di flussaggio strumentale è capace di trasmettere nell’ambiente al paziente e agli operatori i contaminanti provenienti dalla rete idrica di alimentazione del riunito. «L’ipotesi di creare una efficace barriera a monte del riunito, scongiurandone la contaminazione dalla rete, unitamente a periodici controlli – sottolinea l’esperto – potrebbe rappresentare un ulteriore livello di prevenzione fondamentale in tale ambito ».

Andrea Peren
Giornalista Italian Dental Journal

Per informazioni e iscrizioni al convegno:
Physiolife – http://ecm.physiolife.it 
ecm@physiolife.it – cell. 327.0630298

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