PROROGATO LO SMART WORKING

21 Dicembre 2022

da il corriere

I lavoratori che rientrano nella categoria dei fragili potranno lavorare in smart working, sia nel pubblico che nel privato, fino al 31 marzo, anche esercitando, se necessario, un’altra mansione. La novità in un emendamento alla Manovra.

Alla fine la proroga dello smart working per i lavoratori fragili è arrivata. I dipendenti che rientrano nella categoria dei fragili potranno lavorare in modalità agile, sia nel pubblico che nel privato, fino al 31 marzo 2023, anche esercitando se necessario un’altra mansione. Lo prevede un emendamento alla Manovra approvato in commissione Bilancio della Camera, che non cita però i genitori di figli under 14. Categoria per cui era previsto in precedenza lo stesso trattamento riservato ai fragili e per cui lo smart working agevolato, cioè senza obbligo di accordo individuale, scade quindi il 31 dicembre. Ecco quali sono le novità di cui si discute.

Smart working per i lavoratori fragili

Come detto la categoria interessata dalla proroga dello smart working è solo quella dei fragili. Si tratta di lavoratori che, dietro certificazione medica, risultano immunodepressi, pazienti oncologici, con terapie salvavita in corso, o disabili gravi. Il datore di lavoro, si legge nel testo emendato, assicura lo svolgimento della prestazione lavorativa in modalità agile «anche attraverso l’adibizione a diversa mansione ricompresa nella medesima categoria o area di inquadramento, come definite dai contratti collettivi vigenti, senza alcuna decurtazione della retribuzione in godimento».

Smart working per i genitori di under 14: cosa succede

Saltata quindi, al momento, l’ipotesi di una proroga del lavoro da remoto in versione semplificata per chi ha figli under 14. I lavoratori di questa categoria dal 2023 rientreranno nella normativa standard dello smart working che prevede l’obbligo di un accordo tra azienda e lavoratore o azienda e sindacati.

Comments (2)

  1. Marco De Donno

    Attenzione, come peraltro è stato correttamente indicato, al momento si tratta solo di un emendamento ad un articolo di Disegno di Legge di Bilancio attualmente in votazione alla Camera dei Deputati. Ovviamente esendoci il sostegno della maggioranza di governo esso ha tutti i numeri per passare in entrambi i rami del Parlamento, ma la situazione complessiva di quell’iter legislativo è così sul filo del rasoio di scadenze perentorie che aspetterei a farci conto seriamente. Teniamo d’altra parte presente che -casomai se ne presentasse la necessità- è in arrivo anche un Decreto Legge Milleproroghe 2023.

    1. Marco De Donno

      . . . adesso sì: questione di fiducia sul voto nelle Camere per evitare l’incombente rischio dell’esercizio provvisorio e il complesso articolato della Legge di Bilancio 2023 passa nella formulazione emendata dal Governo stesso e viene approvato definitivamente.
      Confesso che nei giorni scorsi c’è stato un momento nel quale la scommessa di un soldino che si sarebbe finiti col discutere gli emendamenti uno per uno (slittando a quel punto a gennaio) l’avrei anche fatta. Invece tutto è andato come pensavano i più.

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