L ‘INAIL PUNTA ALLA REALTÀ AUMENTATA
Da”quotidianosanità.it”
28 agosto – L’Istituto ha avviato na intensa attività di ricerca, riconducibile alla progettazione e realizzazione prototipale di dispositivi di nuova generazione per la prevenzione del rischio individuale, collettivo e ambientale. L’obiettivo è valutare la fruibilità delle innovazioni per il controllo del pericolo di incidenti ed infortuni sia “tradizionali”, che “emergenti”.
Digitalizzazione dei processi di produzione, imprese sempre più connesse, nuove tecnologie per abbattere i costi e incrementare efficienza e produttività: tra gli scenari aperti dall’industria 4.0, la nuova sfida dell’INAIL è coniugare innovazione tecnologica e sicurezza del lavoro adottando gli strumenti più evoluti per migliorare la tutela della salute dei lavoratori che quotidianamente interagiscono con le macchine negli impianti industriali, attraverso la realtà aumentata (AR), virtuale (VR) e immersiva (IV). Ecco il motivo per cui è in corso una intensa attività di ricerca, recentemente avviata da Inail, riconducibile alla progettazione e realizzazione prototipale di dispositivi di nuova generazione per la prevenzione del rischio individuale, collettivo e ambientale. “In modo – ha spiegato con soddisfazione Giuseppe Lucibello, Direttore Generale dell’Istituto – da valutare la fruibilità proprio delle innovazioni al controllo del pericolo di incidenti ed infortuni sia ‘tradizionali’, che ‘emergenti”’introdotti dal cambiamento”.
“Le attività di ricerca – precisa Lucibello – analizzeranno i vantaggi e le possibili criticità che devono essere considerate dall’implementazione di sistemi che”, ha illustrato:
possono supportare in tempo reale gli operatori durante lo svolgimento delle attività lavorative sia ordinarie che a carattere manutentivo, rilevando potenziali rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori legati alla presenza di campi fisici e di contaminazione ambientale non compatibili o alle errate o pericolose posizioni reciproche tra lavoratori ed attrezzature di lavoro”;
– “sostituire l’uomo, dove possibile in attività ad alto rischio”;
– “promuovere una formazione più “realistica” sia nella sua erogazione che negli esiti di valutazione della adeguatezza per particolari categorie di lavoratori”.
“Le linee di indirizzo – prosegue il direttore generale – intendono utilizzare gli stessi strumenti innovativi e abilitanti dell’Industria 4.0 per attualizzare le modalità di gestione della sicurezza dei lavoratori nei loro ambienti di lavoro secondo logiche dinamiche, integrate, e in piena coerenza con l’approccio di sistematico improvement dei sistemi produttivi. Simmetricamente, si vuole indagare sui rischi emergenti dovuti ad interferenze sia di carattere endogeno (fisiologici rispetto ai mutamenti tecnologici), che esogeno (determinati dalla imprevedibilità del contesto)”.
Grazie a queste tecnologie avanzate, per altro, è possibile emulare ambienti di lavoro virtuali, in particolare quelli più ostili o particolarmente complessi, dei quali sono noti i rischi per i lavoratori, che spesso determinano motivo ricorrente d’infortunio.
I corsi, riprogrammati attraverso l’utilizzo di tali tecnologie, sono attualizzati proponendo situazioni “reali” che consentono la pratica delle procedure a fini addestrativi del lavoratore, con particolare riguardo a due categorie problematiche: i giovani e gli anziani. I primi hanno di frequente forme contrattuali temporanee (tra loro gli stagionali) e spesso minore esperienza, tendono a sopravvalutare le capacità fisiche o a sottovalutare i rischi per la sicurezza e la salute associati ai loro compiti. I secondi soffrono della diminuzione delle capacità cognitive e fisiche (tra cui aerobiche, tolleranza al calore, forza, tempi di reazione, capacità visiva ed uditiva) a cui si sovrappongono i fattori ambientali determinati dalle più o meno severe condizioni quali rumore, illuminazione, temperature, ecc.. In entrambi i casi, la formazione erogata attraverso sistemi di realtà immersiva permette la valutazione dell’adeguatezza di tali lavoratori ai compiti ai quali sarebbero poi indirizzati.
Si vogliono, inoltre, investigare i diversi ambiti delle attività produttive e delle professioni per i quali gli strumenti di Vr, Ar e Ir, costituiscono un importante valore aggiunto per la salvaguardia della salute e la tutela della sicurezza dei lavoratori. Lo sviluppo di piattaforme dedicate, in relazione alla loro finalità, esige studi orientati a scenari di lavoro diversificati, dall’industria manifatturiera e di processo a quella dei servizi, per i quali gli investimenti per la loro implementazione siano ampiamente giustificati. È altresì importante approfondire, in maniera organica e strutturata, le caratteristiche funzionali e di compatibilità di tali sistemi per ottimizzarne l’efficacia e la susseguente fruizione da parte di piccole e medie imprese, ad oggi ancora escluse.
L’istituto ha quindi individuato, e sono di seguito elencate, alcune direttrici di ricerca rispetto alle quali avremo soluzioni concrete in un arco temporale medio-breve:
– sviluppo di normativa dedicata, vista l’assenza di uno specifico quadro di riferimento, all’uso in sicurezza dei dispositivi (Ar, Vr e Ir) e loro regolamentazione applicativa alla luce di un mercato in crescita e in continua evoluzione.
– sviluppo di piattaforme educazionali per l’apprendimento delle procedure di lavoro in sicurezza, utilizzabili durante l’addestramento delle diverse figure professionali a vario titolo coinvolte (manutentori, operatori, verificatori, ed altri), per simulare situazioni di pericolo con possibilità di fallimento senza rischio. Esse possono anche costituire una modalità mirata ed innovativa di formazione per le categorie di lavoratori vulnerabili.
– supporto operativo da remoto per attività di manutenzione, controllo/sorveglianza e verifica di attrezzature di lavoro e impianti con relativo sviluppo di piattaforme tecniche e gestionali.
– monitoraggio e rappresentazione grafica innovativa dei potenziali rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori legati alla presenza di campi fisici e di contaminazione ambientale non compatibili (elettromagnetico, ionizzante e non ionizzante, rumore e vibrazioni, termico, chimico, ecc.): studio e realizzazione di dispositivi Ar e Vr che, tramite l’ausilio di sensori indossabili e/o di “remote sensing”, permettano la visualizzazione delle misure effettuate con grafiche evolute di facile e immediata interpretazione. Non ultimo, la possibilità di combinare molteplici informazioni sui potenziali rischi per lo specifico ambiente di lavoro.” Per l’Inail il futuro è già presente.
Domenico Della Porta
Docente Medicina del Lavoro Facoltà di Giurisprudenza Uninettuno – Roma
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