SANITA’

NEOPLASIE PROFESSIONALI : UNA INDAGINE EU- OSHA

In Europa il cancro professionale rappresenta uno dei principali problemi di salute sul lavoro. Un modo per affrontare il problema è la comunicazione di dati aggiornati e affidabili sull’esposizione dei lavoratori ai rischi che possono portare alla malattia. Per questo motivo l’EU-OSHA ha condotto un’indagine sull’esposizione dei lavoratori concernente i fattori di rischio di cancro in Europa.

Obiettivo dell’indagine

L’indagine mira a individuare meglio i fattori di rischio di cancro responsabili della maggior parte delle esposizioni, fornendo una panoramica accurata ed esaustiva che possa contribuire alle misure preventive, alle attività di sensibilizzazione e all’elaborazione delle politiche, favorendo in ultima analisi la lotta al cancro professionale.

Questa attività intende colmare un’importante carenza d’informazioni individuata durante le diverse revisioni della direttiva sulle sostanze cancerogene, mutagene e reprotossiche.

I lavori preparatori per l’indagine sono iniziati nel 2020 e da allora l’indagine è stata sviluppata, testata e condotta utilizzando un campione casuale di migliaia di lavoratori di sei Stati membri dell’UE: Germania, Irlanda, Spagna, Francia, Ungheria e Finlandia. I questionari sono stati elaborati per stimare la probabile esposizione dei lavoratori a 24 fattori di rischio di cancro noti, tra cui le sostanze chimiche industriali, le sostanze e le miscele generate da processi nonché i fattori di rischio fisico.

Impatto dell’indagine

I partecipanti all’indagine sono stati selezionati casualmente in ciascun paese e hanno risposto a domande dettagliate sui compiti svolti sul luogo di lavoro durante l’ultima settimana lavorativa e sulle misure di prevenzione applicate. Sulla base delle loro risposte, è stata stimata automaticamente la probabilità di esposizione a fattori di rischio di cancro utilizzando uno strumento innovativo denominato Occupational Integrated Database Exposure Assessment System (OccIDEAS), un sistema di valutazione dell’esposizione professionale integrato con banche dati.

Grazie alle informazioni dell’indagine, l’EU-OSHA è in grado di fornire dati statistici migliori e di sviluppare spunti per l’elaborazione di politiche basate su dati oggettivi. Questa indagine dovrebbe migliorare la protezione contro le sostanze pericolose e contribuire alla riduzione dei casi di cancro professionale. Può contribuire a diverse attività:

I dati raccolti possono essere impiegati anche per sviluppare e alimentare strumenti di monitoraggio della SSL pubblicamente accessibili. Sono in corso di elaborazione e pubblicazione relazioni con analisi e schede informative per una più ampia messa a disposizione delle informazioni.

Nel complesso, l’indagine in questione rappresenta un’importante fonte di dati per i responsabili delle politiche, i ricercatori e gli intermediari, che possono stabilire le priorità e intraprendere azioni tempestive e adeguate per ridurre il cancro professionale.

del Computer Assisted Telephone Interview, CATI (intervista telefonica assistita da computer). Dopo il completamento delle fasi di lavoro sul campo e di controllo della qualità, sono state messe a disposizione 24 402 interviste valide per l’analisi. La popolazione coinvolta nell’indagine comprende individui di età pari o superiore a 15 anni che lavorano in tutti i settori di attività economica nei sei Stati membri dell’UE menzionati. Lo studio include lavoratori autonomi e lavoratori dipendenti di organizzazioni di tutte le dimensioni. Le domande sono state tradotte dall’inglese nelle rispettive lingue nazionali.

UN APPROCCIO INNOVATIVO ALLA CURA DEGLI ACUFENI: LA WIDEX ZEN THERAPY. CONFRONTO CON TRT.

Dott Alessandro Guerri Specialista in Medicina del Lavoro.

L’acufene o tinnitus rappresenta un fenomeno percettivo disfunzionale del nostro sistema uditivo. Secondo la Classificazione Statistica Internazionale delle Malattie e dei Problemi Sanitari Correlati (ICD-10, 1990), l’acufene è riconosciuto come una condizione clinica di pertinenza specialistica otorinolaringoiatrica. È un sintomo comune nella popolazione e in considerazione della difficoltà a trattarlo con farmaci o terapie piuttosto frustrante per il medico e per il paziente. Recenti studi evidenziano che oltre il 70% delle persone con problemi di udito vive con una forma di acufene. Questo sintomo, piuttosto che essere una malattia specifica, può comunque influenzare profondamente la qualità della vita, provocando una continua percezione di ronzii, sibili o fischi. Le cause possono essere le più svariate incluse alcune più comuni quali stress, otiti , infezioni e presbiacusia .

Affrontare l’acufene richiede un approccio integrato, coinvolgendo non solo specialisti in audiologia e terapia audioprotesica, ma anche esperti in neuropsicologia, geriatria, gnatologia ed educazione musicale ritmica. Questo tema è stato approfondito durante il primo Wsa Summit, svoltosi il 15 giugno 2024 presso l’Hotel NH Veneto a Roma. L’evento, organizzato da Anthea Group e supportato da Widex Italia, Sivantos e Acufenia, ha mirato a promuovere una maggiore consapevolezza della complessità dell’acufene e a favorire la collaborazione tra specialisti di varie discipline. Sono state inoltre presentate le ultime ricerche riguardanti la diagnosi e il trattamento del tinnito, causato da fattori diversi.

Aldo Messina, responsabile scientifico del congresso e specialista in audiologia presso l’ospedale “Regina Margherita” di Palermo, ha spiegato: “L’acufene è un fenomeno percettivo anomalo del nostro sistema uditivo. Nonostante la classificazione ICD-10 lo identifichi come una patologia otorinolaringoiatrica, è generalmente considerato un sintomo, e non una malattia vera e propria. Per questo motivo, affidare la diagnosi e il trattamento a un singolo specialista può risultare limitante, rendendo necessaria una gestione multidisciplinare”.

L’acufene è spesso legato all’esposizione a rumori intensi otoledivi lavorativi ed extra lavorativi ,che possono danneggiare le delicate cellule sensoriali dell’orecchio interno portanto ad ipoacusia . Altre possibili cause includono l’ipertensione arteriosa , problematiche osteocraniche o vascolari, neuropatie. Abuso di caffeina ed alcool , terapie a base di acido acetilsalicilico o antibiotici, possono aggravare la condizione.

Tra gli approcci innovativi presentati al congresso, vi sono programmi di mindfulness self-compassion, stimolazione sonora e la Widex Zen Therapy (WZT). Quest’ultima è una terapia che combina consulenza, amplificazione, tecniche di rilassamento e l’uso di toni frattali per aiutare a correggere pensieri e comportamenti disadattivi associati all’acufene, offrendo sollievo dall’ansia e dallo stress correlati.

CONFRONTO TRA TINNITUS RETRAINING THERAPY (TRT) E WIDEX ZEN THERAPY.

La Tinnitus Retraining Therapy (TRT) e la WIDEX Zen Therapy sono due approcci distinti per il trattamento degli acufeni, ma presentano alcune differenze significative in termini di metodologia, scopo e applicazione:

Tinnitus Retraining Therapy (TRT)

  1. Origine e Sviluppo:
  • La TRT è stata sviluppata dal Dr. Pawel Jastreboff negli anni ’80.
  • Si basa sulla teoria neurofisiologica degli acufeni, che suggerisce che gli acufeni sono una risposta del cervello a segnali errati dall’orecchio interno.
  1. Obiettivi:
  • L’obiettivo principale della TRT è quello di desensibilizzare il paziente ai suoni dell’acufene, rendendoli meno fastidiosi e prominenti.
  • Non mira a eliminare l’acufene, ma a cambiare la percezione e la reazione ad esso.
  1. Metodo:
  • La TRT combina la consulenza psico-educativa con l’uso di generatori di rumore o dispositivi che emettono suoni a bassa intensità.
  • La consulenza aiuta i pazienti a capire meglio il loro acufene e a ridurre l’ansia e lo stress associati.
  • L’esposizione continua a suoni neutri o di fondo aiuta il cervello a “reimparare” a ignorare l’acufene.
  1. Durata:
  • Il trattamento può durare diversi mesi o anni, a seconda della risposta del paziente.
  1. Approccio Personalizzato:
  • La terapia è altamente personalizzata, basata sulle specifiche esigenze e caratteristiche del paziente.

WIDEX Zen Therapy

  1. Origine e Sviluppo:
  • La WIDEX Zen Therapy è stata sviluppata dall’azienda WIDEX, nota per i suoi apparecchi acustici.
  • È un approccio più recente e integrato, che utilizza specificamente la tecnologia degli apparecchi acustici WIDEX.
  1. Obiettivi:
  • L’obiettivo è ridurre l’attenzione del paziente agli acufeni e migliorare la qualità della vita.
  • Mira a offrire un sollievo immediato attraverso l’uso di suoni terapeutici personalizzati.
  1. Metodo:
  • Utilizza una combinazione di apparecchi acustici con programmi di suoni Zen, che sono suoni musicali non ripetitivi e rilassanti progettati per ridurre la percezione degli acufeni.
  • Integra la consulenza e la terapia comportamentale cognitiva per affrontare gli aspetti emotivi e psicologici associati agli acufeni.
  1. Durata:
  • La terapia può essere continua e integrata nell’uso quotidiano degli apparecchi acustici, rendendo il trattamento parte della routine giornaliera del paziente.
  1. Approccio Tecnologico:
  • Fortemente basata sulla tecnologia degli apparecchi acustici WIDEX, sfruttando i progressi tecnologici per fornire soluzioni sonore adattative e personalizzate.

Confronto Chiave

  • Metodo di Trattamento: La TRT si focalizza sulla desensibilizzazione tramite suoni neutri e consulenza, mentre la WIDEX Zen Therapy utilizza suoni musicali specifici e apparecchi acustici per fornire un sollievo immediato.
  • Durata e Approccio: La TRT richiede un impegno a lungo termine e una personalizzazione intensiva, mentre la WIDEX Zen Therapy è progettata per essere una soluzione più immediata e integrata nella vita quotidiana.
  • Tecnologia: La WIDEX Zen Therapy si basa fortemente su apparecchi acustici avanzati, mentre la TRT può utilizzare vari dispositivi sonori non specifici.

Entrambe le terapie hanno dimostrato di essere efficaci per molti pazienti, ma la scelta tra una e l’altra dipenderà dalle esigenze specifiche, preferenze personali e dal tipo di supporto disponibile.

links:

https://www.audiologyonline.com/ask-the-experts/widex-zen-therapy-tinnitus-28147

https://www.stateofmind.it/2017/02/acufeni-auto-aiuto/

APNEE NOTTURNE E SleeP@S-APP. 

Nell’ambito delle attività di prevenzione sanitaria degli infortuni sul lavoro, è partita la campagna di sensibilizzazione e screening sulla Sindrome delle apnee ostruttive del sonno (Osa) negli ambulatori Inail di Campania, Lazio e Liguria. L’attività è frutto della collaborazione tra il Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (Dimeila) e la Sovrintendenza sanitaria centrale (Ssc) dell’Istituto. Tra gli obiettivi dell’iniziativa, prevenire gli infortuni sul lavoro e in itinere, migliorare la percezione del rischio per la salute e la sicurezza dovuto all’eccessiva sonnolenza diurna nei lavoratori affetti da Osa, sensibilizzare all’importanza della diagnosi precoce della sindrome, per prevenire comorbidità e conseguenze, e stimare l’eventuale impatto dei determinanti legati alla persona nel determinismo dell’evento infortunistico lavorativo.

L’eccessiva sonnolenza diurna aumenta il rischio di infortuni lavorativi e incidenti stradali. L’Osa è una malattia con elevata prevalenza tra la popolazione adulta lavorativa, spesso sotto-diagnosticata e quindi sotto-trattata, che costituisce un fattore di rischio rilevante ed emergente per lo sviluppo di malattie cardiovascolari e metaboliche con conseguente riduzione dell’aspettativa di vita e significative implicazioni economiche e sociali. I principali fattori di rischio per lo sviluppo di Osa sono il genere maschile, l’obesità, l’età avanzata. La patologia rappresenta, inoltre, la prima causa medica di eccessiva sonnolenza diurna (Esd), condizione che determina conseguenze per la salute e la sicurezza anche lavorativa. L’Esd, infatti, è associata ad aumentato rischio di mortalità, ridotta qualità della vita, aumentato ricorso a farmaci e assistenza sanitaria ed alterazioni delle performance cognitive. Le persone affette da Osa hanno una ridotta qualità del sonno con conseguente eccessiva sonnolenza diurna che espone i soggetti al rischio di incidenti stradali, con una frequenza fino a cinque volte superiore, e un rischio di infortunio lavorativo doppio rispetto agli individui non affetti.

Le attività messe in campo da Ssc e Dimeila. In questa prima fase di sperimentazione e fino a fine anno, negli ambulatori Inail delle sedi territoriali gli assistiti che accedono per la trattazione di infortuni sul lavoro e malattie professionali possono sottoporsi, in maniera volontaria e anonima e con il supporto del personale sanitario, allo screening sul rischio emergente delle apnee notturne. L’attività viene effettuata attraverso l’utilizzo della web-app innovativa e interattiva SleeP@S-APP. Sviluppata dal Dimeila, in collaborazione con il Dipartimento di scienze odontostomatologiche e maxillo-facciali di Sapienza (attraverso il progetto BRIC Inail 2018 ID 04 SleeP@SA), la web-app è uno strumento per l’autovalutazione del rischio Osa, che consente all’utente la restituzione di un feedback immediato informativo e di orientamento sul livello di rischio.

SleeP@S-APP. La valutazione si compone di una sezione specifica che combina le tre scale, validate dalla comunità medico-scientifica, attualmente utilizzate a livello internazionale per una prima autovalutazione di alcuni disturbi del sonno: il questionario di Epworth, il questionario di Berlino e Stop bang. Dopo aver compilato il test, agli assistiti che lo richiedono verrà rilasciata una comunicazione indirizzata al proprio medico di base per informarlo dell’iniziativa, con il suggerimento, in caso di esito medio rischio (colore giallo) e alto rischio (colore rosso), di un approfondimento clinico-diagnostico in centri dedicati allo studio del sonno.

È possibile partecipare al protocollo di ricerca. Oltre a poter consultare il materiale informativo e approfondire segni, sintomi, conseguenze e complicanze della patologia e le azioni di prevenzione opportune, gli assistiti possono, se interessati, partecipare al protocollo di ricerca, inviando i loro recapiti a un indirizzo email, per poter effettuare le valutazioni cliniche e diagnostiche di approfondimento presso Centri dedicati alle attività diagnostiche di Osa definiti all’interno della attività del progetto BRIC Inail 2022 ID 06 OSH-RO@D.

I numeri di Osa. Si stima che in Italia la sindrome delle apnee ostruttive del sonno coinvolga circa 12 milioni di persone, anche se solo il 4% dei casi risultano diagnosticati e solo il 2% trattati. L’Osa è associata a una serie di sintomi notturni e soprattutto diurni, derivanti da alterazioni della struttura del sonno, alterazioni dello scambio dei gas (ossigeno/anidride carbonica) e alterazioni emodinamiche e cardiovascolari, come le variazioni della frequenza cardiaca, l’aumento della pressione arteriosa e le aritmie cardiache, che possono perdurare anche nelle ore di veglia. Le apnee notturne hanno un forte impatto sociale ed economico (circa 31 miliardi di euro all’anno in Italia) a causa dei costi sanitari, tra cui la diagnosi e il trattamento delle molteplici patologie associate, che pesano per circa il 55% dei costi complessivi, e i costi sociali, suddivisi tra incidenti automobilistici (24%), infortuni lavorativi (12%) e perdita di produttività (9%), che rappresentano il restante 45% dei costi.

CHAT GPT 4 E SALUTE.

Vi invitiamo a leggere il seguente articolo che discute l’impatto di GPT-4 sulla sanità globale, evidenziando la sua capacità di migliorare la diagnosi medica grazie all’analisi di vasti dati sanitari. GPT-4 può supportare i professionisti sanitari, accelerando le diagnosi e migliorando i risultati, soprattutto in aree con accesso limitato agli specialisti. Nonostante le sue potenzialità, GPT-4 presenta anche limitazioni, richiedendo un’integrazione attenta con il contesto clinico. Il suo utilizzo potrebbe rivoluzionare l’assistenza sanitaria, promuovendo un accesso più equo alle cure.

Per maggiori dettagli, consulta l’articolo completo qui.

UNA NUOVA TERAPIA PER L’ORBITOPATIA TIROIDEA.

da doctor33.it

Il farmaco ha mostrato un miglioramento significativo nei sintomi e nei segni clinici della malattia, anche dopo la fine del trattamento

L’inibitore del recettore dell’insulina-simile al fattore di crescita I (IGF-IR) teprotumumab mantiene la sua efficacia a lungo termine nel trattamento dell’orbitopatia tiroidea (TED), una condizione autoimmune che colpisce significativamente la qualità della vita dei pazienti.

Lo studio, coordinato da George J. Kahaly del Johannes Gutenberg University Medical Center di Mainz, in Germania, è stato appena presentato a Boston al congresso annuale ENDO 2024 della Endocrine Society, in concomitanza con la pubblicazione sulla rivista Thyroid e ha valutato la risposta a lungo termine a teprotumumab in pazienti con TED moderata-severa. Il farmaco ha mostrato un miglioramento significativo nei sintomi e nei segni clinici della malattia, anche dopo la fine del trattamento.

Lo studio ha incluso 112 pazienti che avevano ricevuto 7 o 8 infusioni di teprotumumab in tre diversi trial clinici: il trial di fase 2, il trial di fase 3 (OPTIC), e lo studio di estensione OPTIC-X. I risultati sono stati valutati a partire dalla baseline fino a 72 settimane dopo l’ultima infusione del farmaco.
A 72 settimane, il 91,2% dei pazienti ha mostrato una riduzione di almeno 2 punti nel punteggio di attività clinica (CAS), l’89,5% ha ottenuto un miglioramento nel composito oftalmologico europeo, il 72,9% ha riportato un miglioramento nella diplopia, e il 67,9% ha visto una riduzione di almeno 2 mm nella proptosi. Complessivamente, il 66,1% dei pazienti ha mostrato miglioramenti sia nella proptosi che nel CAS. La riduzione media della proptosi è stata di 2,68 mm, e il miglioramento medio del punteggio di qualità della vita (GO-QoL) è stato di 15,22 punti.
Durante le 99 settimane di follow-up, solo il 17,9% dei pazienti ha avuto bisogno di ulteriori trattamenti per la TED, indicando un beneficio duraturo di teprotumumab.

“L’efficacia a lungo termine di teprotumumab, osservata fino a 51 settimane dopo la terapia, è simile ai risultati delle sperimentazioni cliniche controllate” conclude Kahaly.

Thyroid 2024. Doi: 10.1089/thy.2023.0656
http://doi.org/10.1089/thy.2023.0656

FIBRILLAZIONE ATRIALE E LAVORO

La fibrillazione atriale parossistica (FAP) è una forma di aritmia cardiaca caratterizzata da episodi di battito cardiaco irregolare e spesso rapido, che iniziano e finiscono improvvisamente. Le limitazioni che un lavoratore affetto da FAP può sperimentare dipendono dalla gravità e dalla frequenza degli episodi, nonché dalla risposta individuale al trattamento. Ecco alcune possibili limitazioni:

  1. Fatigue e Debolezza: Gli episodi di FAP possono causare stanchezza e una sensazione generale di debolezza, che possono ridurre la capacità di sostenere attività lavorative intense o prolungate.
  2. Riduzione della Capacità di Concentrazione: La fatica e lo stress associati alla FAP possono influire sulla capacità di concentrazione, compromettendo le prestazioni in lavori che richiedono attenzione continua e precisione.
  3. Intolleranza allo Sforzo: L’attività fisica intensa può provocare o aggravare gli episodi di FAP, limitando così la capacità di svolgere lavori fisicamente impegnativi.
  4. Necessità di Pause Frequenti: Per gestire i sintomi, potrebbe essere necessario prendere pause più frequenti per riposare o per assumere farmaci, riducendo l’efficienza lavorativa.
  5. Ansia e Stress: La preoccupazione per la possibilità di episodi di FAP può aumentare i livelli di ansia e stress, influenzando negativamente la qualità della vita e il rendimento lavorativo.
  6. Interazioni Farmacologiche: I farmaci utilizzati per controllare la FAP possono avere effetti collaterali che influenzano le capacità lavorative, come vertigini, sonnolenza, o interazioni con altre terapie.
  7. Limitazioni nelle Mansioni Ad Alto Rischio: In alcuni casi, lavori che richiedono elevati livelli di attenzione e prontezza di riflessi, come quelli che implicano la guida di veicoli, l’uso di macchinari pesanti o il lavoro in altezza, potrebbero essere sconsigliati o richiedere aggiustamenti per garantire la sicurezza.
  8. Esigenza di Controlli Medici Regolari: La gestione della FAP può richiedere frequenti visite mediche e monitoraggi, che potrebbero influenzare la disponibilità al lavoro.

È importante che un lavoratore con FAP collabori strettamente con il proprio medico e, se necessario, con il datore di lavoro per adattare le mansioni lavorative e le condizioni di lavoro in modo da minimizzare i rischi e massimizzare il benessere.

dott.Alessandro Guerri medico specialista in Medicina del Lavoro

LINKS:

https://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=52626

https://www.dica33.it/notizie/34107/fibrillazione-atriale-esagerare-con-ritmi-lavoro-puo.asp

https://www.esanum.it/today/posts/il-burnout-e-la-fibrillazione-atriale

MALATTIE PROFESSIONALI NEL SETTORE DEL COMMERCIO AL DETTAGLIO.

da Inail.it

I dati Malprof presentati in questa scheda mostrano che, nel commercio al dettaglio, tra le donne le patologie professionali riguardano principalmente i disturbi muscoloscheletrici degli arti superiori e le mansioni che hanno dato luogo a queste patologie sono principalmente commessa al dettaglio e cassiera.

Tra gli uomini si evidenziano principalmente patologie della colonna vertebrale (ernie, disturbi dei dischi intervertebrali) legate alla movimentazione manuale dei carichi e le mansioni che hanno dato luogo a queste patologie sono quelle di addetti allo spostamento e consegna merci. Anche i disturbi dell’adattamento emergono come patologia strettamente correlata al settore e tra le donne questo dato è più rilevante.


Prodotto: fact sheet
Edizioni: Inail – 2024
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

FARMACI PER IL DIABETE DI TIPO 2 MA CON POTENZIALI BENEFICI CARDIOVASCOLARI.

Dott. Alessandro Guerri – specialista in medicina del lavoro

Recenti studi hanno portato l’attenzione su potenziali benefici cardiovascolari offerti da farmaci antidiabetici come il semaglutide e la metformina, non solo nei pazienti diabetici, ma anche in individui non diabetici. Questi farmaci, comunemente utilizzati nel trattamento del diabete di tipo 2, stanno emergendo come promettenti nel contesto della prevenzione delle malattie cardiovascolari, il che è particolarmente significativo considerando l’ampiezza della loro potenziale influenza sulla salute metabolica.

Semaglutide e Cardiovascolopatie

Il semaglutide, un agonista del recettore del peptide simile al glucagone-1 (GLP-1), è stato oggetto di recenti studi clinici mirati a valutare non solo la sua efficacia nel controllo glicemico, ma anche il suo impatto sulla salute cardiovascolare. In particolare, il semaglutide è stato associato a una riduzione significativa del rischio di eventi cardiovascolari avversi maggiori (MACE) in pazienti ad alto rischio cardiovascolare, indipendentemente dallo stato diabetico. Questo significa che il semaglutide potrebbe avere un effetto protettivo diretto sul sistema cardiovascolare, oltre ai suoi benefici sul metabolismo del glucosio.

Un importante studio multicentrico condotto su pazienti con diabete di tipo 2 e malattia cardiovascolare (RCT PIONEER 6) ha evidenziato una significativa riduzione del rischio di MACE con l’uso di semaglutide rispetto al placebo. Ciò suggerisce che il semaglutide potrebbe essere un’opzione terapeutica efficace anche per la prevenzione primaria delle malattie cardiovascolari.

Metformina e Riduzione del Rischio Cardiovascolare

La metformina, un farmaco ampiamente utilizzato come terapia di prima linea nel diabete di tipo 2, ha dimostrato anch’essa un profilo di sicurezza cardiovascolare favorevole. Non solo la metformina migliora il controllo glicemico attraverso meccanismi multipli, ma sembra anche offrire benefici cardiovascolari indipendenti. Studi epidemiologici e osservazionali hanno suggerito che la metformina potrebbe ridurre il rischio di eventi cardiovascolari maggiori in pazienti diabetici e non diabetici.

Recenti metanalisi e revisioni sistematiche hanno riportato risultati incoraggianti riguardo alla metformina e alla riduzione del rischio di insorgenza di malattie cardiovascolari e di mortalità cardiovascolare. Queste scoperte indicano che la metformina potrebbe svolgere un ruolo significativo nella prevenzione delle complicanze cardiovascolari, al di là del suo effetto sul controllo glicemico.

Implicazioni Cliniche e Futura Ricerca

I risultati promettenti relativi al semaglutide e alla metformina offrono una nuova prospettiva nell’ambito della prevenzione cardiovascolare. Questi farmaci potrebbero essere considerati non solo nel trattamento del diabete di tipo 2, ma anche come strumenti preziosi per la gestione del rischio cardiovascolare in individui a rischio, indipendentemente dallo stato diabetico.

Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere appieno i meccanismi sottostanti a questi benefici cardiovascolari e per determinare l’efficacia a lungo termine di queste terapie preventive in popolazioni più ampie. Gli studi futuri dovrebbero concentrarsi sulla valutazione degli effetti di queste terapie nel contesto della prevenzione primaria e secondaria delle malattie cardiovascolari, includendo anche individui non diabetici ad alto rischio cardiovascolare.

Il semaglutide e la metformina rappresentano farmaci antidiabetici che potrebbero avere un ruolo significativo nella prevenzione delle malattie cardiovascolari. Questi risultati aprono nuove prospettive nel campo della medicina preventiva e sottolineano l’importanza di esaminare più approfonditamente il rapporto tra diabete, terapie

IL MELANOMA PROFESSIONALE DA ESPOSIZIONE A RADIAZIONE SOLARE.

da Inail.it

Il testo approfondisce gli aspetti di spiccato interesse medico-legale di una recente pubblicazione dell’Organizzazione mondiale della sanità sulle neoplasie melanocitarie.

L’interesse istituzionale per l’argomento è finalizzato elettivamente a migliorare i livelli di tutela e di indennizzo di questa patologia, quando di origine professionale. Allo stesso pari è volto a promuovere conoscenze che favoriscano l’emersione dei melanomi da radiazioni solari in lavoratori esposti e che assicurino più efficaci azioni di prevenzione delle esposizioni professionali. Il volume è stato revisionato da un collegio di referee composto da autorevoli esponenti delle società scientifiche delle branche di interesse.


Prodotto: Volume
Edizioni: Inail – 2024
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Informazioni e richieste: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

PREGI E DIFETTI DEGLI ORTOANALIZZATORI VISIVI.

dott.Alessandro Guerri specialista in Medicina del Lavoro

L ‘impiego di ortoanalizzatori in Medicina del Lavoro è ormai diffuso da molti anni. Pur con dei limiti tecnici e con inevitabili differenze dei modelli , questi strumenti ( VISIOTEST ed ERGOVISION di Essilor, TITMUS S2, V2 e V4, VISIOLITE) possono rappresentare un modo semplice e rapido per una prima valutazione della acuita visiva. Inoltre è sempre possibile integrare i test proposti con l impiego sia di app facilmente scaricabili sul tablet come ad esempio SMART OPTOMETRY.

e sia di altri tests come il cover test, il test di amsler , Lang stereo test , Hishihara test tutti di semplice esecuzione . Anche l impiego di lenti flipper e test di lettura per vicino può migliorare la qualità dei tests eseguiti.

Uso di lenti flipper

Gli ortoanalizzatori visivi sono strumenti adatti per valutare la visione binoculare e la percezione della profondità. Questi dispositivi sono ampiamente utilizzati nell’ambito medico, soprattutto in oftalmologia, per esaminare le capacità visive e diagnosticare condizioni oculari. Esaminiamo più approfonditamente i pregi e i difetti di queste tecnologie.

Pregi degli Ortoanalizzatori Visivi:

  1. Valutazione della Stereopsi e della Fusione Binoculare: Gli ortoanalizzatori visivi consentono una valutazione accurata della percezione della profondità e della capacità di fondere le immagini da entrambi gli occhi. Questa valutazione è fondamentale per identificare e trattare condizioni come lo strabismo, le alterazioni delle forze e la visione stereoscopica ridotta.
  2. Semplicità d’Uso e Interpretazione dei Risultati: Questi strumenti sono progettati per essere intuitivi e facili da utilizzare, rendendo i test accessibili anche per il personale non specializzato. I risultati sono generalmente chiari e permettono una valutazione immediata della funzione visiva del paziente.
  3. Rilevamento dei Difetti della Visione Binoculare in Età lavorativa e pediatrica: Grazie alla loro capacità di rilevare precocemente problemi di fusione binoculare e stereopsi, gli ortoanalizzatori visivi sono estremamente utili nella valutazione di deficit di acuitá nei lavoratori e nei bambini, permettendo interventi terapeutici tempestivi per migliorare il loro sviluppo visivo.
  4. Utilizzo in Ambito Clinico e Scolastico: Oltre all’ambito medico, gli ortoanalizzatori visivi trovano quindi impiego non solo sul lavoro ma anche nelle scuole e nei servizi di riabilitazione visiva per la valutazione e il monitoraggio della capacità visiva dei pazienti.

Difetti degli Ortoanalizzatori Visivi:

  1. Limitazioni nella Valutazione della Profondità e della Stereopsi Fina: Gli ortoanalizzatori visivi potrebbero non essere in grado di rilevare sottili differenze di profondità o problemi di stereopsi molto specifici. Alcuni pazienti con condizioni più complesse potrebbero richiedere test aggiuntivi o più specialistici.
  2. Necessità di Calibrazione e Manutenzione Regolare: Per mantenere l’accuratezza dei risultati nel tempo, gli ortoanalizzatori visivi devono essere regolarmente calibrati e sottoposti a manutenzione. La mancanza di calibrazione può compromettere la precisione dei test.
  3. Non Adatto per Tutte le Età e Condizioni: Alcuni pazienti, specialmente quelli con gravi disfunzioni visive o oculari, potrebbero non essere in grado di sottoporsi a test ortoanalizzatori standard. In questi casi, sono necessarie alternative di valutazione più avanzate.
  4. Costo e Spazio Richiesto: Gli ortoanalizzatori visivi possono richiedere un investimento significativo iniziale e occupano spazio nelle strutture sanitarie, specialmente se sono necessari più strumenti per gestire un alto volume di pazienti.
  5. Limiti tecnici : non è possibile eseguire il fundus nè valutare la pressione oculare.