CANCEROGENI E MUTAGENI

PFAS INQUINANTI ETERNI.

FONTE: Dors.it

articolo di Umberto Falcone

Le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) rappresentano una famiglia di sostanze ampiamente prodotte e utilizzate anche in Italia che desta preoccupazione per i possibili effetti sulla salute e sull’ambiente. Sono definite “eterne” per la loro persistenza e la loro alta resistenza alla degradazione ambientale. I PFAS sono utilizzati da decenni in rivestimenti antiaderenti, tessuti impermeabili, pesticidi, schiume antincendio, materiali per l’edilizia, prodotti per la pulizia e l’igiene personale. Si rimanda ad un precedente articolo per una descrizione più approfondita.

Ora occorre riparlarne per una recente valutazione della IARC, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, che riconsidera e riclassifica 2 sostanze appartenenti alla famiglia dei PFAS: l’acido perfluoroottanoico – PFOA e l’acido perfluoroottansolfonico – PFOS.

La valutazione IARC

Un gruppo di lavoro di 30 esperti internazionali provenienti da 11 Paesi è stato convocato dal programma delle Monografie IARC e, dopo aver esaminato a fondo la vasta letteratura pubblicata, ha classificato il PFOA come cancerogeno per l’uomo (Gruppo 1) e il PFOS come possibile cancerogeno per l’uomo (Gruppo 2B).

PFOA è cancerogeno per l’uomo sulla base di prove sufficienti per il cancro prodotto negli animali da esperimento e per una forte evidenza ottenuta nei sistemi sperimentali (alterazioni epigenetiche e immunosoppressione). Questi elementi sono stati considerati sufficienti per inserire la sostanza nel Gruppo 1 anche se sussistono prove limitate per il cancro nell’uomo (carcinoma a cellule renali e carcinoma testicolare).

PFOS è un possibile cancerogeno per l’uomo (Gruppo 2B) sulla base di forti prove sul meccanismo d’azione, prove limitate per il cancro negli animali da esperimento e prove inadeguate per quanto riguarda il cancro nell’uomo.

Un riepilogo delle valutazioni finali è stato pubblicato online in The Lancet Oncology. La valutazione dettagliata sarà pubblicata nel 2024 (volume 135 delle Monografie IARC).

Esposizione a PFOA e PFOS

Si prevedono esposizioni più elevate tra i lavoratori coinvolti nella produzione o nell’uso di PFOA o PFOS. Si ritiene che l’inalazione sia la principale via di esposizione per i lavoratori, sebbene non si possa escludere un’esposizione cutanea. È probabile che l’esposizione professionale sia diminuita nei Paesi in cui sono entrate in vigore le restrizioni all’uso di questi agenti.

PFOA e PFOS, in particolare, sono stati ampiamente utilizzati in alcune schiume antincendio (note anche come schiume acquose filmogene, AFFF). Quando vengono utilizzate vecchie scorte di AFFF non si può escludere l’esposizione dei vigili del fuoco a PFOA e PFOS. La popolazione generale è esposta principalmente attraverso cibo e acqua potabile e, potenzialmente, attraverso prodotti di consumo. Nei siti contaminati, l’acqua potabile è la principale fonte di esposizione per la popolazione.

Effetti sulla salute dell’uomo

Riportiamo una sintesi dei principali risultati di uno studio delle Università di Bologna e di Padova pubblicato nel giugno 2023 sulla rivista Toxics che conferma una serie di effetti negativi sulla salute legati all’esposizione ai PFAS. Ad esempio, una forte regressione del metabolismo e del trasporto dei lipidi e di altri processi correlati allo sviluppo ovarico, alla produzione di estrogeni, all’ovulazione e al funzionamento fisiologico del sistema riproduttivo femminile. Tutti elementi che possono spiegare gli effetti dannosi dei PFAS sulla fertilità e sullo sviluppo fetale.

I dati raccolti mostrano inoltre che l’esposizione ai PFAS produce una sovraregolazione di un gene coinvolto nello sviluppo di vari tipi di cancro, tra cui leucemia, cancro al seno e al pancreas.

I dati epidemiologici suggeriscono che un’elevata esposizione a questi materiali possa aumentare significativamente la mortalità di individui affetti da neoplasie maligne dei tessuti linfatici ed ematopoietici, come milza, fegato e midollo osseo.

Lo studio sembra inoltre confermare l’effetto tossico sul sistema immunitario. L’esposizione ai PFAS aumenta anche la concentrazione nel siero dei marcatori di stress infiammatorio e ossidativo e favorisce così lo sviluppo di malattie sistemiche, come il danno epatico e le malattie cardiovascolari, tra cui l’aterosclerosi e gli eventi tromboembolici.

È emerso, inoltre, che l’esposizione a PFAS sia in grado di aumentare la concentrazione di trigliceridi e colesterolo nel sangue.

Per approfondire

Sostanze perfluoroalchiliche (PFAS): la preoccupazione è giustificata a cura di Umberto Falcone – DoRS

Zahm S, Bonde JP, Chiu WA, et al. Carcinogenicity of perfluorooctanoic acid and perfluorooctanesulfonic acid. Lancet Oncol. 2024;25(1):16-17. doi:10.1016/S1470-2045(23)00622-8

Beccacece L, Costa F, Pascali JP, Giorgi FM. Cross-Species Transcriptomics Analysis Highlights Conserved Molecular Responses to Per- and Polyfluoroalkyl Substances. Toxics. 2023 Jun 29;11(7):567. doi: 10.3390/toxics11070567. PMID: 37505532; PMCID: PMC10385990.

Scheda MATline dell’Acido perfluoroottanoico – PFOA

Scheda MATline dell’Acido perfluoroottansolfonico  – PFOS

RISCHIO POLVERI DI CUOIO : UNA SCHEDA DI AUTOVALUTAZIONE.

Le polveri di cuoio per molto tempo sono state ritenute “unicamente ‘fastidiose’ e, per la frazione più fine (inalabile), irritanti per le congiuntive oculari, le prime vie respiratorie e l’apparato bronchiale”, in realtà oggi sappiamo che queste polveri “possono contenere agenti sensibilizzanti capaci di provocare oculo-riniti, asma bronchiale e dermatiti su base allergica”.Inoltre diversi studi epidemiologici hanno evidenziato un “significativo potere cancerogeno delle polveri di cuoio” e la IARC (International Agency for Research on Cancer) ha inserito la produzione e riparazione di calzature (shoes manufacture and repair) all’interno del gruppo 1 (Cancerogeno accertato per l’uomo), “avendo evidenziato un’associazione di tipo causale tra esposizione occupazionale a polveri di cuoio ed insorgenza di neoplasie delle fosse nasali e dei seni paranasali”

La regione Toscana ha predisposto un interessante check list per la valutazione del rischio cuoio rivolta a lavoratori ed operatori della sicurezza.Qui sotto la potete visionare e scaricare.

AGENTI CANCEROGENI E MUTAGENI 2024

da Inail.it

L’opuscolo, aggiornato rispetto al 2015, vuol essere uno strumento di ausilio nell’utilizzo e nella gestione degli agenti cancerogeni e/o mutageni sul luogo di lavoro

Destinato a lavoratori, datori di lavoro e RSPP, fornisce informazioni sulla gestione dei rischi connessi alla presenza di agenti chimici cancerogeni e/o mutageni in ambito lavorativo. Dopo una panoramica su classificazione ed etichettatura di cancerogenicità e mutagenicità secondo la normativa vigente e sui meccanismi di cancerogenesi e mutagenesi, vengono descritte le principali misure da intraprendere per il controllo dell’esposizione degli addetti. Segue una serie di schede di facile consultazione, dedicate ai principali agenti cancerogeni e/o mutageni in ambito lavorativo, compresi i chemioterapici antiblastici, indi sono riportate le procedure basilari per lavorare in sicurezza.


Prodotto: Volume
Edizioni: Inail – 2024
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Informazioni e richieste: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

INQUINAMENTO DA ARSENICO INORGANICO

da amblav.it

In base alle conclusioni dell’ultima valutazione del rischio da arsenico inorganico effettuata dall’EFSA, l’esposizione dei consumatori attraverso il cibo a questo contaminante desta preoccupazioni per la salute. I riscontri confermano l’esito della precedente valutazione, risalente al 2009, circa i rischi connessi alla presenza di arsenico inorganico negli alimenti.

La Commissione europea ha chiesto all’EFSA di aggiornare la sua valutazione sull’arsenico inorganico tenendo conto di nuovi studi sui suoi effetti tossici. L’EFSA ha consultato i portatori di interesse esterni in merito al proprio progetto di parere e nella redazione conclusiva del parere ha tenuto conto delle numerose osservazioni pervenute.
L’arsenico è un contaminante largamente diffuso, sia in natura che come risultato di attività dell’uomo, e si presenta in varie forme a seconda della sua struttura chimica. Il parere dell’EFSA verte unicamente sull’arsenico inorganico.

Sono i cibi la principale fonte di esposizione per la popolazione europea in genere. I principali alimenti all’origine dell’esposizione sono il riso e i prodotti a base di esso, i cereali e i prodotti a base di essi. Anche l’acqua potabile contribuisce all’esposizione, benché i tenori in arsenico siano generalmente bassi in Europa.
L’assunzione prolungata di arsenico inorganico è stata associata a una serie di effetti nocivi sulla salute, tra cui alcune forme di cancro. Per la valutazione l’EFSA ha ritenuto l’aumento dell’incidenza di tumori della pelle associati all’esposizione all’arsenico inorganico quale effetto nocivo più rilevante. Gli esperti sono giunti alla conclusione che proteggersi dal cancro della pelle può prevenire anche altri effetti potenzialmente nocivi.

Per valutare sostanze genotossiche e cancerogene presenti accidentalmente nella filiera alimentare, l’EFSA applica il calcolo del cosiddetto margine di esposizione (MOE) per i consumatori ossia il rapporto tra due fattori: il quantitativo al quale si osserva un effetto nocivo di piccola entità ma comunque misurabile e il livello di esposizione di una data popolazione alla sostanza in esame. Un MOE basso corrisponde a un rischio maggiore rispetto a un MOE alto.
Sulla base di dati tratti da studi sull’uomo, un MOE pari o inferiore a 1 corrisponderebbe a un livello di esposizione all’arsenico inorganico collegabile a un aumento del rischio di cancro della pelle.
Negli adulti i MOE si attestano su valori bassi: essi variano tra 2 e 0,4 per i consumatori medi e tra 0,9 e 0,2 per i forti consumatori. Gli esperti hanno perciò concluso che ciò prospetta un problema per la salute.

L’EFSA sta anche valutando i rischi potenziali legati all’esposizione ad arsenico organico negli alimenti. Al termine di questa valutazione procederà a valutare i possibili rischi derivanti dall’esposizione congiunta sia all’arsenico organico che a quello inorganico presenti negli alimenti.

Fonte: ESFA

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SICUREZZA NELLA SALDATURA : LA NORMA UNI EN ISO 25980.

da amblav.it

Garantire un posto di lavoro sicuro – anche in un settore altamente specializzato – è una priorità per la normazione e la Commissione Saldature e giunzioni permanenti ha di recente recepito un documento ad hoc: la norma UNI EN ISO 25980:2023 “Salute e sicurezza nei processi di saldatura e tecniche connesse – Tende di saldatura trasparenti, strisce e schermi per processi di saldatura ad arco”.

Il documento specifica i requisiti di sicurezza di tende, strisce e schermi trasparenti per saldatura da utilizzare nei luoghi di lavoro in cui si svolge la saldatura ad arco. Esse hanno lo scopo di fornire protezione contro i livelli nocivi di radiazioni ottiche e spruzzi per i lavoratori che si trovano in prossimità dei processi di saldatura ad arco ma non sono coinvolti nella saldatura stessa. Sono destinate a ridurre il fastidioso riverbero dell’arco, ma consentono anche una trasmittanza luminosa sufficiente a permettere la visione dell’area di lavoro retrostante. Le tende trasparenti per saldatura possono essere utilizzate anche in altre applicazioni, purché le emissioni di luce UV e blu siano inferiori a quelle della saldatura ad arco e l’irraggiamento infrarosso trasmesso sia inferiore ai limiti di esposizione applicabili. Sono progettate per essere utilizzate a una distanza di almeno 1 m dall’arco. Tende di saldatura trasparenti, strisce e schermi specificati nel documento non sono destinati a sostituire i filtri di saldatura. Per la visione intenzionale degli archi di saldatura, si utilizzano altri mezzi di protezione (vedi ISO 16321-1 e ISO 16321-2). La norma non è applicabile alla protezione contro le radiazioni laser, per la quale si applica la ISO 19818-1.

All’interno della UNI EN ISO 25980 sono riportati i seguenti riferimenti normativi:

  • ISO 4007 Personal protective equipment – Eye and face protection – Vocabulary;
  • ISO/CIE 11664-1 Colorimetry – Part 1: CIE standard colorimetric observers;
  • ISO/CIE 11664-2 Colorimetry – Part 2: CIE standard illuminants;
  • ISO 18526-2 Eye and face protection – Test methods – Part 2: Physical optical properties;
  • ISO 18526-3 Eye and face protection – Test methods – Part 3: Physical and mechanical properties.

Fonte: UNI

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LA REGIONE EMILIA ROMAGNA PER IL CONTENIMENTO DEL FUMO DIESEL

da asqna.it

La Regione Emilia-Romagna, in attuazione al Piano Regionale della Prevenzione 2021-2025, dà avvio alle attività relative al Piano Mirato “Buone pratiche per la riduzione e il contenimento dell’esposizione a gas di scarico diesel nelle attività di autofficina”. Il progetto ha come obiettivo la prevenzione del rischio cancerogeno per esposizioni professionali ai gas di scarico dei motori diesel e si svilupperà con diverse azioni che coinvolgeranno le officine di riparazione autoveicoli del nostro territorio e i Servizi di Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro dell’AUSL.

Uno degli obiettivi del progetto è la realizzazione di materiale informativo per la promozione della salute dei lavoratori rispetto ad abitudini di vita che possono avere effetti negativi sulla salute.

Questa campagna informativa specifica è rivolta ai lavoratori, anche stranieri, sul rischio cancerogeno e sugli effetti negativi che alcune abitudini di vita (fumo, alimentazione eccessiva, scarsa attività fisica) possono avere, soprattutto se agiscono insieme ai rischi professionali, quali l’esposizione
a cancerogeni.

Compila il questionario sul rischio cancerogeno qui!

SINERGIA TRA RSPP ED ESPERTO DI RADIOPROTEZIONE

da inail.it

Scopo del documento è fare capire ai radioprotezionisti perché – fra le proprie competenze – la conoscenza del d.lgs. 81/08 non possa essere trascurata, ed ai responsabili ed addetti del servizio di prevenzione e protezione perché la radioprotezione non debba essere semplicemente considerata quale materia delegata ad altro “specialista”

Il risultato atteso è quello di contribuire allo sviluppo di una cultura della sicurezza che risulti più circolare, inclusiva, sinergica, e nella quale siano evidenti i diversi ambiti interferenziali nei quali l’adozione di un “gioco di squadra” si ponga, non tanto come opportunità, quanto, piuttosto, come irrinunciabile necessità.

Prodotto: Fact sheet
Edizioni: Inail – 2023
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

MONITORAGGIO DELLE MICROALGHE NELLE BIORAFFINERIE

da Inail.it

microalghe e raffinerie

Le microalghe rivestono un ruolo significativo nell’economia circolare, come piattaforme biotecnologiche (bioraffinerie di terza generazione) per la produzione di prodotti di alto valore, quali intermedi biochimici, bioplastiche e biocarburanti. La corretta progettazione e gestione degli impianti è condizione necessaria per garantire la tutela dell’ambiente e dei lavoratori con la definizione di modelli di approccio alla valutazione della sicurezza a partire da specifici casi-studio di sperimentazione industriale o preindustriale.


Prodotto: Volume
Edizioni: Inail – 2023
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

MATRICE NORM E RISCHIO RADIOGENO

L’acronimo NORM (Naturally Occurring Radioactive Material) identifica materie prime, sottoprodotti e residui coinvolti nei processi industriali, abitualmente non considerati radioattivi ma che possono avere un elevato contenuto di radionuclidi naturali per cui non sono trascurabili dal punto di vista della radioprotezione dei lavoratori e della popolazione.

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Con il progetto di ricerca Bric 2019 “Elaborazione di strumenti tecnici e operativi per una efficace protezione dei lavoratori e della popolazione dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti emesse dai radionuclidi naturali contenuti nei materiali utilizzati dalle industrie Norm” (ID30), si è sviluppata una metodologia generale per valutare l’impatto radiologico delle matrici Norm, alla luce della normativa vigente. ( Fonte Inail)


Prodotto: Fact sheetEdizioni: Inail – 2023Disponibilità: Consultabile solo in reteInfo: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

SALUTE E SICUREZZA DEL PERSONALE DI VOLO

fonte ANSES

République française, liberté, égalité, fraternité - Anses, ritorno a casa
Anses, ritorno a casa
navigatori del personale

Radiazioni solari e cosmiche, contaminazione dell’aria nelle cabine degli aerei, orari irregolari e lavoro notturno: il personale di volo è esposto ad una vasta gamma di disturbi e condizioni di lavoro particolari e specifiche. L’ANSES( ndr- l”INAIL francese ), fa il punto sullo stato attuale delle conoscenze ma propone anche la necessità di condurre ulteriori ricerche per valutare gli effetti sinergici di una esposizione multifattoriale ad agenti di rischio anche in microdosi per questi lavoratori.

Orari irregolari e radiazioni ionizzanti

In Francia, più di 30.000 persone , tra piloti e assistenti di volo, lavorano negli aeromobili e nelle cabine di pilotaggio degli aerei. I membri dell’equipaggio sono costretti a lavorare con orari irregolari e turni notturni, che è noto avere effetti sulla salute negativi  . A ciò si aggiunge l’esposizione alle radiazioni ionizzanti dei raggi cosmici e della luce solare, che crescono all’ aumentare dell’altitudine. L’analisi della letteratura e dei risultati della IARC , ha evidenziato che per l’esposizione a radiazioni cosmiche e solari, determini una maggiore incidenza di alcuni tipi di cancro, come i tumori della pelle (carcinoma a cellule squamose e melanoma) e la leucemia, tra i membri degli equipaggio.

SINDROME AEROTOSSICA

Da diversi anni i membri del personale di volo lamentano una vasta gamma di sintomi correlabili a contaminazione della cabina dell’aereo o dell’aria della cabina di pilotaggio da parte di vari micro inquinanti. Questi sintomi ( tra i principali la cefalea e le vertigini ) sono molto vari e aspecifici . In letteratura sono stati raggruppati sotto il termine di “sindrome aerotossica”. Gli studi finora condotti non consentono , tuttavia, di valutare chiaramente il nesso tra sintomi riferiti e la permanenza prolungata su aeromobili.

Varie fonti di inquinamento dell’aria in cabina

Nelle cabine degli aerei sono presenti molteplici fonti di inquinamento legate ai materiali utilizzati nella costruzione della carlinga , al funzionamento dell’aeromobile e in particolare al sistema di ventilazione, alle operazioni effettuate a terra e in volo, ecc. Nella stragrande maggioranza degli aerei, l’aria che alimenta la cabina è contaminata da composti derivati ​​dall’olio del motore o dalla sua degradazione termica ; in letteratura, quando ciò si verifica, si parla di evento “fume”. 

Necessità di ulteriori ricerche

Per poter valutare i rischi per la salute del personale di volo, sono quindi essenziali ulteriori ricerche per chiarire gli effetti sulla salute sui membri dell’equipaggio in relazione alla mansione ( pilota hostess ) e alla qualità dell’aria in cabina, identificare le circostanze che possono portare quest’aria a diventare particolarmente inquinata e valutare i sintomi riferiti da questi membri dell’equipaggio.

L’Agenzia sottolinea che sono in corso diversi progetti di ricerca, tra cui:

  • progetti condotti in Francia e a livello europeo: SPACE , presso l’Istituto francese di radioprotezione e sicurezza nucleare (IRSN), sulla mortalità per cancro e malattie non cancerose legate in particolare all’esposizione alle radiazioni cosmiche, AviSan, finanziato dall’ANSES nell’ambito del programma Programma nazionale di ricerca sulla salute ambientale e sul lavoro (PNR EST) e condotto da un team composto dall’Ospedale Hôtel Dieu, dal laboratorio navale francese (LASEM) e Air France, e CAQIII, finanziato dall’Agenzia dell’Unione europea per la sicurezza aerea e dalla Commissione europea e condotto da vari partner europei, sulla potenziale contaminazione dell’aria di scarico degli aerei da parte di composti provenienti da oli motore, fluidi idraulici e relativi prodotti di pirolisi, e sugli effetti sulla salute di questi composti, compresa la neurotossicità,
  • il progetto ASHRAE 1830-RP condotto negli Stati Uniti per valutare sensori progettati per rilevare la contaminazione dell’aria di scarico degli aerei da parte di oli o fluidi idraulici.

tradotto ed adattato da dott . Alessandro Guerri medico specialista in Medicina del Lavoro.