Monthly Archives: Giugno 2020

SEMPRE PIÙ RACCOLTA DIFFERENZIATA

Da Avvenire.it

Nel 2019 nel nostro Paese è stato avviato a riciclo il 70% dei rifiuti di imballaggio: 9 milioni e 560 mila tonnellate sui 13 milioni e 655 mila immessi al consumo. Il che si traduce in un incremento del 3,1% rispetto al 2018. La crescita è trainata da un aumento del 6,2% nel riciclo dei rifiuti provenienti dalla raccolta urbana. E se alle cifre del riciclo si sommano quelle del recupero energetico, ecco che le tonnellate di rifiuti di imballaggio recuperate superano gli 11 milioni, quasi l’81% dell’immesso al consumo che vuol dire che più di quattro imballaggi su cinque non finiscono in discarica.

«Il sistema nel complesso ha superato gli obiettivi di riciclo che l’Europa chiede entro il 2025» sottolinea il presidente del Consorzio Giorgio Quagliuolo. «L’economia circolare in Italia funziona e si impone per l’efficacia del suo modello. Anche i risultati per i sei materiali di imballaggio che CONAI gestisce sono molto positivi: per quasi tutti gli obiettivi al 2025 sono stati superati. Manca solo la plastica, che resta indietro di pochi punti percentuali, recuperabili nei prossimi cinque anni».

Nel dettaglio, lo scorso anno abbiamo riciclato 399mila tonnellate di acciaio, 51mila di alluminio, 3 milioni e 989mila di carta, 1 milione e 997mila di legno, 1 milione e 54mila di plastica e 2 milioni e 69mila di vetro.

Così anche nel 2019 le performance nostrane nell’economia circolare sono migliorate, con un trend che non si arresta, al cui consolidamento contribuisce il lavoro condotto con i Comuni grazie all’Accordo ANCI-CONAI: in Italia sono oltre 58 milioni gli abitanti serviti grazie all’intesa per il ritiro dei rifiuti di imballaggio in modo differenziato. A stipulare convenzioni con il sistema consortile, lo scorso anno, è stato oltre il 92% dei Comuni. E per coprire i maggiori oneri della raccolta differenziata, nel corso del 2019 CONAI ha trasferito ai Comuni 648 milioni. «Stiamo parlando di una percentuale significativa della spesa sostenuta per la raccolta differenziata degli imballaggi che, rispetto al totale dei rifiuti urbani, rappresentano una percentuale che oscilla fra il 25% e il 28%» spiega Quagliuolo. «Si tratta di risorse provenienti dalle 800mila aziende che, aderendo al Consorzio, si fanno carico della responsabilità di una corretta gestione degli imballaggi che immettono sul mercato, quando questi diventano rifiuti». Altri 421 milioni sono stati invece destinati da CONAI alla copertura dei costi per attività di trattamento, riciclo e recupero. Del resto, lo scorso anno i quantitativi di rifiuti di imballaggio conferiti al sistema dai Comuni sono cresciuti del 14,3%. «Un incremento notevole – commenta Quagliuolo -. Una delle sue cause è sicuramente il crollo dei listini del macero a fine 2019: avviare la carta a riciclo non era più profittevole. Per questo abbiamo aperto finestre che hanno consentito a molti Comuni l’ingresso in convenzione con Comieco, il nostro consorzio che si occupa degli imballaggi in carta e cartone. CONAI si è quindi fatto carico dei maggiori oneri per l’avvio a riciclo di questo materiale in un momento in cui il suo valore di mercato era negativo, dimostrando ancora una volta il suo ruolo di sussidiarietà al mercato nel considerare l’interesse ambientale superiore a quello economico».

La crescita del Centro-Sud

A influenzare l’incremento del 14,3% ha contribuito anche lo sprint delle macro-aree geografiche del Centro e del Sud, che hanno messo a segno rispettivamente un +16,4% e un +16% di raccolta in convenzione. Crescono in particolare la raccolta della plastica, che al Centro passa da 237mila a 268mila tonnellate e al Sud da 362mila a 442mila, e quella del vetro, che balza da 314mila a 364mila tonnellate nel Centro e da 472mila a 541mila tonnellate nel Sud.

Ordinanza di Regione Lombardia n.573/2020

l’Ordinanza di Regione Lombardia n.573/2020, riguardante ulteriori disposizioni per l’emergenza Covid-19.

L’ordinanza è in vigore dall’1 al 14 Luglio 2020.

In particolare:

  • Permane l’obbligo di indossare le mascherine fuori dalla propria abitazione (salve le eccezioni già previste per bambini di età inferiore ai 6 anni, per persone con disabilità incompatibile e di loro relativi accompagnatori),
  • Le attività di lavoro devono essere organizzate nel rispetto dei protocolli di prevenzione di cui al punto 1.3 del provvedimento, a tutela del lavoratore e degli utenti che entri in contatto con il personale.
  • Vengono aggiornate le linee-guida regionali per la disciplina delle attività economiche di cui era già stata disposta la riapertura,
  • A decorrere dal 10 Luglio 2020 potrà essere ripresa l’attività sportiva a contatto,
  • A decorrere dal 10 Luglio 2020 potranno riaprire le discoteche e le sale da ballo.

Coronavirus, scatta l'obbligo di utilizzo delle mascherine nel ...

Nell’ordinanza vi sono delle schede con tutte le regole e norme che alcune categorie di attività devono rispettare.
Tutte le indicazioni riportate nelle singole schede tematiche devono intendersi come integrazioni alle raccomandazioni di distanziamento sociale e igienicocomportamentali finalizzate a contrastare la diffusione del virus in tutti i contesti di vita sociale. A tal proposito, relativamente all’utilizzo dei guanti monouso, considerandone il possibile uso scorretto, si ritiene di privilegiare la rigorosa e frequente igiene delle mani con acqua e sapone o soluzione idro-alcolica o altri prodotti igienizzanti, sia per clienti/visitatori/utenti, sia per i lavoratori (fatti salvi, per questi ultimi, tutti i casi di rischio specifico associato alla mansione). Per tutte le procedure di pulizia e disinfezione, di aerazione degli ambienti e di gestione dei rifiuti si rimanda alle indicazioni contenute nei seguenti rapporti (dei quali resta inteso che va considerata l’ultima versione disponibile): Rapporto ISS COVID-19 n. 19/2020 “Raccomandazioni ad interim sui disinfettanti nell’attuale emergenza COVID-19: presidi medico chirurgici e biocidi”; Rapporto ISS COVID-19 n. 5/2020 “Indicazioni ad interim per la prevenzione e gestione degli ambienti indoor in relazione alla trasmissione dell’infezione da virus SARS-CoV-2”; Rapporto ISS COVID-19 n. 3/2020 “Indicazione ad interim per la gestione dei rifiuti urbani in relazione alla trasmissione dell’infezione da virus SARS-CoV-2”; Rapporto ISS COVID-19 n. 21/2020 “Guida per la prevenzione della contaminazione da Legionella negli impianti idrici di strutture turistico-ricettive e altri edifici ad uso civile e industriale non utilizzato durante la pandemia COVID-19”.

SCHEDE TECNICHE

• Ristorazione
• Stabilimenti balneari e spiagge
• Attività ricettive e locazioni brevi
• Strutture turistico-ricettive all’aria aperta (campeggi e villaggi turistici)
• Rifugi alpinistici ed escursionistici ed ostelli per la gioventù
• Acconciatori, estetisti, tatuatori e piercers, centri massaggi e centri abbronzatura
• Commercio al dettaglio in sede fissa e agenzie di viaggi
• Commercio al dettaglio su aree pubbliche (mercati, fiere, sagre, posteggi isolati e attività in forma itinerante)
• Uffici aperti al pubblico
• Piscine
• Palestre
• Manutenzione del verde
• Musei, archivi e biblioteche e altri luoghi della cultura
• Attività fisica all’aperto
• Noleggio veicoli e altre attrezzature
• Informatori scientifici del farmaco e vendita porta a porta
• Aree giochi per bambini
• Circoli culturali e ricreativi
• Formazione professionale
• Spettacoli
• Parchi tematici, faunistici e di divertimento
• Servizi per l’infanzia e l’adolescenza
• Professioni della montagna
• Guide turistiche
• Impianti a fune e di risalita ad uso turistico, sportivo e ricreativo
• Strutture termali e centri benessere
• Sale Slot, Sale Giochi, Sale Bingo e Sale Scommesse
• Congressi e Manifestazioni Fieristiche di cui all’art. 121 L.R. 6/2010
• Discoteche e sale da ballo

clicca qui per scaricare l’ordinanza con le relative schede.

MASCHERINA FFP3 CON APP QUALITÀ DEL FILTRAGGIO

Da Ilsole24ore

La indossi ed è subito effetto Bane, il cattivo del terzo capitolo del Batman di Christopher Nolan. Narvalo Urban Mask, è il primo prodotto della startup milanese Narvalo, incubata al Polihub. Tecnicamente è una mascherina protettiva FFP3, sigla che certifica il massimo livello di protezione per questo tipo di prodotti. E’ nata per essere bella esteticamente, progettata per proteggere dall’inquinamento, le polveri e i pollini e pronta per essere connessa allo smartphone per fornire una analisi della qualità dell’aria.

L’emergenza del Covid-19 e quindi i virus e i batteri hanno reso questi prodotti popolari e essenziali per girare all’aperto durante il lockdown. La mascherina è dotata di una valvola intelligente ad espirazione facilitata che ottimizzando il deflusso di aria impedisce l’accumulo di calore e di umidità. Filtra il 99,9% degli agenti inquinanti oltre a virus, batteri, polveri ed odori, grazie allo strato in carbone attivo. Allo stesso tempo, la confezione di Narvalo Urban Mask prevede un tappo “anti-Covid” che, se applicato, blocca la fuoriuscita di goccioline anche durante l’espirazione.

A partire dal 10 luglio arriverà la app con cui si interfaccia la mascherina per monitorare la qualità dell’aria e che ti dice quanto sei protetto da agenti inquinanti ecc. Per la fine dell’anno è inoltre previsto il rilascio della versione “Active” della maschera, con una valvola elettronica dotata di una ventola di estrazione intelligente e di sensoristica a bordo.
A questo punto l’effetto Bane è davvero assicurato. Il prezzo? 89 euro ma se fate il pre-order dal sito c’è uno sconto del 30%.

AIUTI E SGRAVI:QUALI REGOLE SEGUIRE

Da informazione fiscale.it

Aiuti di stato e sgravi, con la circolare numero 26 del 25 giugno 2020 l’INAIL ricapitola le regole da seguire in relazione ai premi assicurativi.

La registrazione nell’esercizio successivo a quello di fruizione nel RNA, Registro nazionale degli aiuti di Stato, è infatti obbligatoria.

L’Istituto rientra tra i soggetti concedenti, per cui è previsto l’obbligo di registrazione degli aiuti individuali fruiti dalle imprese beneficiarie.

Sono due le tipologie di aiuti individuali che rientrano nell’obbligo di registrazione:

  • gli sgravi sui premi assicurativi che costituiscono aiuti di Stato concessi per le navi iscritte al Registro internazionale italiano;
  • gli sgravi assicurativi per l’assunzione di lavoratori svantaggiati.

Aiuti di Stato e sgravi, le istruzioni INAIL per la registrazione al RNA

La circolare numero 26 del 25 giugno 2020 dell’INAIL fornisce le istruzioni per la registrazione al RNA per gli sgravi ai premi assicurativi che sono considerati aiuti di Stato

VENTILAZIONE E CLIMATIZZAZIONE : RAPPORTO ISS E COVID19

________________________________________
img_24

L’adeguamento alle condizioni contingenti per contrastare la diffusione dell’epidemia di SARS-CoV-2 e per garantire una buona qualità dell’aria degli ambienti indoor necessita di appropriate risposte per il contenimento del rischio di trasmissione del virus. In questo ambito, nel documento presentato verranno descritti i principali componenti dei sistemi di ventilazione e di climatizzazione che possono favorire la movimentazione dell’aria in ambienti indoor all’interno di strutture comunitarie non sanitarie e di ambienti domestici e verranno altresì fornite raccomandazioni operative per la gestione di questi impianti.
Autori del documento: Gruppo di Lavoro ISS Ambiente-Rifiuti COVID-19

spacer Scarica il PDF

FLASH SAFETY LAB DI INAIL

Da Inail.it

Il Flash Lab è un ambiente di apprendimento condiviso e interconnesso che utilizza la dimensione creativa e digitale del DIY (do it by yourself) al fine del trasferimento dei contenuti tecnico scientifici della cultura della sicurezza sul lavoro.

L’evoluzione social di Internet e la distribuzione di massa dei devices di connessione hanno impattato fortemente i sistemi di apprendimento: make, do it by yourselfes, share, sono le parole chiave della cultura condivisa per la quale il discente apprende, crea e insegna, è responsabile dei suoi contenuti e influenza chi decide di seguirlo. Le strutture della conoscenza, mutate dalla tecnologia, hanno acquisito una vocazione esperienziale, artigianale e laboratoriale e attraverso internet, innescano nuovi ambienti dalla duplice natura: formativa e produttiva. Anche la cultura della sicurezza si misura coi nuovi scenari dell’innovazione tecnologica e il rischio di un indebolimento dell’efficacia delle metodologie formali di formazione: una cultura condivisa e interconnessa della sicurezza in materia di salute e sicurezza sul lavoro, che affronti i nuovi rischi fi gli di una tecnologia pervasiva e rivoluzionaria, è uno degli obiettivi che si prefi ggono coloro che si occupano di trasferimento tecnologico ed in particolare nei contesti sociali, di relazione e di incontro peer-to-peer, come le grandi piattaforme social di rete o le manifestazioni fieristiche. Un fab-lab dell’informazione, il Flash Safety Lab, realizzato da alcuni ricercatori Inail, viene ad essere un prezioso alleato nella concretizzazione produttiva dell’apprendimento condiviso e della sperimentazione sinergica tra competenza e creatività personale, attraverso la rete, un contributo alla prevenzione e all’informazione.

Prodotto: Fact sheet
Edizioni: Inail – 2019
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

SMART PET WORKING ALL’UNIVERSITA’ DI VERONA

L’università di Verona promuove l’iniziativa “Smart pet working in office”, ossia la presenza degli animali in ufficio, per favorire il benessere, ridurre lo stress e aumentare il livello di attività fisica, produttività e serenità dei propri dipendenti.

«Avere accanto il proprio amico animale – ha affermato il Rettore Pier Francesco Nocini – sembra che migliori notevolmente la performance lavorativa perché rende l’atmosfera più rilassata, stimola la creatività e agevola l’interazione tra i colleghi. Avendo molto a cuore il benessere dei dipendenti del nostro ateneo, abbiamo ritenuto di portare avanti e accelerare questa iniziativa, anche per cercare di rendere più agevole il rientro post lockdown per quanti si trovano a gestire un distacco brusco con il proprio pet. Pur considerando i vantaggi, va anche detto che per portare animali in ufficio ci si dovrà attenere ad un codice di condotta che comporti il rispetto di alcune importanti regole di convivenza con i colleghi e di tutela del benessere dell’animale stesso» ha concluso.

L’ateneo scaligero sarà fra i primi enti pubblici italiani a dare questa possibilità ai dipendenti, nel rispetto del regolamento interno. I ‘pet’ che potranno essere ammessi negli uffici di ateneo saranno cani di piccola o media taglia e gatti, tenendo conto dell’indole di ciascun animale, mentre per i cani di taglia grande sarà necessaria una valutazione comportamentale.Per altri “amici a quattro zampe” si valuterà caso per caso.

Le proprietarie e i proprietari dovranno rispettare il regolamento di Ateneo e garantire per i propri animali alcuni requisiti fondamentali per l’accesso al luogo di lavoro, per evitare che arrechino disturbo ai colleghi e allo svolgimento delle proprie e altrui mansioni . L’accesso con animali non sarà consentito in aule didattiche, sale conferenze e riunioni, spazi mensa, aree destinate al coffee break, sale studio, laboratori e sedi sanitarie, uffici che prevedano contatto diretto e continuativo con il pubblico.(da la stampa)

RAPPORTO INAIL SU SILICE CRISTALLINA

Disponibile online sul sito dell’Istituto, il rapporto raccoglie i dati di venti anni di misurazioni personali di esposizione a silice libera cristallina nei luoghi di lavoro, di concentrazioni ambientali e del tenore di quarzo nei materiali e prodotti utilizzati nel mondo del lavoro. I campionamenti effettuati dall’Inail forniscono un quadro aggiornato e dettagliato dell’esposizione occupazionale a silice e a polveri respirabili in Italia

Da Inail.it

ROMA – L’impegnativo lavoro di monitoraggio e ricerca svolto dalla Consulenza tecnica accertamento rischi e prevenzione (Contarp) dell’Inail, con i risultati di oltre 8000 campioni prelevati dal 2000 al 2019 in stabilimenti, cantieri e opifici di tutta Italia, fa il punto sul quadro dei profili di esposizione dei lavoratori a polveri silicotigene. Di questo articolato impegno di ricerca igienistico-industriale e di analisi statistica dei dati è possibile sapere di più leggendo il presente Rapporto scientifico, realizzato in collaborazione con la Direzione centrale organizzazione digitale (Dcod) e disponibile online sul portale dell’Istituto.

La Banca dati esposizione silice. Il Rapporto rappresenta le informazioni raccolte in una Banca dati appositamente costruita con i dati dei campionamenti e delle analisi effettuate dall’Istituto, secondo i criteri proposti nella letteratura scientifica sull’argomento e grazie all’approfondimento delle esperienze di altri istituti di ricerca ed enti governativi internazionali.

Oltre 1000 le aziende monitorate. Degli 8028 campioni raccolti in 1041 aziende, la maggior parte (90%) deriva da campionamenti di tipo personale. I monitoraggi sono stati condotti in tutte le regioni italiane, con il maggior numero di campioni prelevati in Trentino Alto Adige, Lazio, Emilia Romagna, Veneto e Umbria. Le misurazioni si riferiscono a 30 tipologie di attività produttive, definite secondo una classificazione appositamente realizzata da Contarp nel 2016 e corrispondente a 62 codici di attività economica Ateco 2007, comprendenti i settori estrattivo, manifatturiero e delle costruzioni.

Una base di dati per la valutazione del rischio. Il Rapporto descrive profili di esposizione a silice cristallina riferiti a 470 mansioni (‘gruppi di esposizione similare’). Per 238 di queste mansioni sono disponibili almeno 6 misurazioni, mentre per 137 di esse il numero di misure è di almeno 12. I livelli di concentrazione di silice respirabile sono espressi in termini di valori della media geometrica, con relative deviazioni standard, e in termini di percentili di esposizione. Per ogni attività e per ogni mansione, sono riportati grafici di probabilità e percentuali di superamento delle concentrazioni ‘soglia’ di 0,1, 0,05, 0,025 e 0,012 mg/m3 di silice cristallina. Si tratta di una base di dati, sottolineano gli autori della ricerca, che costituisce una robusta fonte informativa, direttamente utilizzabile da tutti i soggetti che si occupano, a vario titolo, della valutazione del rischio silice.

Esposizione a silice: l’evoluzione nel tempo. Come viene osservato nel Rapporto, gli attuali livelli di esposizione a silice libera cristallina sono notevolmente più bassi rispetto ai valori misurati nel secolo scorso e descritti in letteratura, grazie alle misure di prevenzione del rischio adottate nel tempo dalle aziende italiane. Tuttavia, le misure effettuate nell’arco degli ultimi vent’anni non evidenziano ulteriori significative riduzioni nell’andamento delle esposizioni, indicando forse un generale abbassamento dell’attenzione verso questo agente chimico.

Dalla ricerca indicazioni per nuovi sviluppi di studio. Come auspica il Rapporto, le future elaborazioni sviluppate dalla Banca dati potranno essere utili all’accrescimento delle conoscenze in questa materia e alla costruzione di piani di prevenzione mirati, oltre che alla messa a punto di buone prassi nei comparti più critici. Per le ricerche future, sarà disponibile, sul portale Inail, l’applicativo da cui sono state estratte le elaborazioni statistiche di cui il Rapporto propone una sintesi.

Prodotto: Volume
Edizioni: Inail – 2019
Disponibilità: Si – Consultabile anche in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

IL RUOLO DEL MEDICO COMPETENTE AI TEMPI DEL CORONAVIRUS

Nella gestione della Pandemia da CoViD-19 la Medicina del Lavoro assume un ruolo di grande responsabilità. Il presente testo spazia seguendo un percorso che va da un nuovo approccio all’ organizzazione del lavoro, alle procedure ed iniziative per il contenimento del contagio, descrivendo le misure organizzative e di prevenzione e protezione, l’informazione e formazione, la sorveglianza sanitaria, la gestione dei casi sospetti e confermati. La trattazione poi definisce il lavoratore fragile in base a norme e letteratura e specifica lo stato dell’arte sui test sierologici tra letteratura scientifica ed indicazioni regionali. Viene poi trattato il ruolo del medico competente come figura a metà tra consulente globale e disability manager. Infine viene trattata la collaborazione tra organo di vigilanza, medico competente e medico di medicina generale. Il testo, centralizzato sul ruolo del medico competente, si rivolge per i contenuti a pieno titolo a tutti gli attori della prevenzione.

Disponibile in edizione cartacea ed e-BOOK

Edizioni EPC

SANIFICAZIONI:IL PARERE DELL’IGIENISTA

 

È passato poco più di un mese dalla fine del lockdown, da una vita “normale” che l’Italia ha ripreso a tappe. Una normalità condizionata dalla paura di una ripresa dei contagi, di una seconda ondata paventata da gran parte degli esperti che non si sa se, quando e come, colpirà. Intanto, gran parte delle misure attuabili a cavallo tra la fase 2 e la fase 3, per conciliare la necessaria ripresa delle attività economiche e sociali con l’esigenza di prevenzione, riguardano la pulizia e la disinfezione degli ambienti comuni. Un punto su cui ancora, come per tutto ciò che riguarda il nuovo Coronavirus, è difficile trovare certezze e pareri univoci. Sanità Informazione ha chiesto delucidazioni (ed impressioni) sul tema al prof. Gaetano Privitera, ordinario di Igiene presso l’Università di Pisa e Responsabile di Igiene ed Epidemiologia presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana.

L’OMS, seguita a ruota dall’Istituto Superiore di Sanità, ha di recente fatto dietrofront sull’opportunità di sanificare strade e marciapiedi, con la motivazione che questo tipo di interventi su superfici porose come quelle del manto stradale sarebbero inutili ai fini della disinfezione ed anzi, rilascerebbero sostanze tossiche. Cade così uno dei baluardi più sfruttati dai mass media nella prevenzione al virus. Durante il picco della pandemia, chi non ricorda le immagini trasmesse in tv dei cortei di camion addetti alla disinfezione sfilare per le strade di Wuhan? Un modello subito preso in prestito dall’Italia, dove si è proceduto alle stesse operazioni di sanificazione del suolo pubblico.

Teco milano sanificazioni

«Si tratta di una misura puramente ‘coreografica’, se mi passa il termine, utile solo a rassicurare la popolazione sul fatto che ci si stia in qualche modo adoperando – commenta Privitera. – L’evidenza scientifica sull’utilità di decontaminare le strade come strumento di prevenzione per la diffusione del Coronavirus è pressochè nulla. L’unico elemento certo è un maggiore inquinamento dell’ambiente. Parliamoci chiaro: il rischio di contagio è legato alle superfici che potenzialmente entrano in contatto con le mani, che a loro volta possono toccare viso e mucose. Devono essere superfici – spiega – su cui si sono depositate un numero sufficiente di particelle virali e che non siano state soggetti ad agenti ambientali, come la luce solare, che abbiano causato il decadimento di queste particelle. È evidente – osserva – che il manto stradale non rientra tra le superfici in questione. Gli ambienti a maggior rischio sono quelli interni e a maggior rischio di contatto, con le dovute differenze dovute anche al materiale di cui sono composte

Le misure all’interno degli esercizi commerciali, soprattutto nei rapporti con la clientela, rischiano di presentare falle o al contrario inutili eccessi. Insomma, non sempre regna la coerenza, nonostante si proceda con le migliori intenzioni. « Le faccio l’esempio – prosegue Privitera – della sanificazione preventiva dei locali, chiusi per due mesi, alla vigilia della riapertura. Un procedimento abbastanza illogico, dal momento che, a serrande abbassate per 60 giorni e nessun accesso, che rischio di contaminazione ci sarebbe potuta essere al loro interno? Il problema si pone nel momento immediatamente successivo alla riapertura. In sintesi, il punto non è la messa in sicurezza dell’ambiente prima della riapertura, ma avere un piano razionale di sanificazione ambientale che garantisca una decontaminazione efficace e costante nel tempo durante gli accessi della clientela e lo svolgimento dell’attività commerciale».

Ma la nostra vera curiosità è: che sensazione ha un Professore ordinario di Igiene quando, a ridosso di una pandemia, entra da cliente in negozi, bar, ristoranti eccetera? Esercenti promossi o bocciati? «Le dirò – confessa Privitera – impressioni molto variabili. Partendo dal presupposto che la trasmissione del virus per contatto non ha la stessa forza della trasmissione da droplet, la prevenzione del contagio da contatto deve basarsi su tre tipi di intervento: il primo è quello rivolto all’igiene delle mani. Se vedo che all’ingresso e all’uscita di un locale c’è il dispenser con il disinfettante idroalcolico è già un buon inizio. Meglio ancora – aggiunge – se alla clientela vengono anche forniti guanti monouso. Se a questo aggungiamo degli obblighi di sanificazione periodica rispettati scupolosamente, posso personalmente ritenermi soddisfatto».

Un altro baluardo in cui, in piena pandemia, avevamo riposto quel poco che restava della nostra tranquillità, sono stati proprio i guanti monouso. E anche qui, l’OMS ci ha messo una pietra sopra: i guanti monouso sarebbero inutili. «Sono tendenzialmente d’accordo con l’OMS su questo punto – afferma Privitera -. Da un lato mi è capitato spesso di vedere persone indossare i guanti in situazioni completamente prive di rischio, come brevissimi passeggiate solitarie senza incontrare anima viva, magari per portare fuori il cane a tarda sera. E per contro i guanti possono generare una falsa sicurezza in chi li indossa, lo stesso paio anche tutta la giornata. Magari toccano di tutto e per il solo fatto di avere i guanti hanno una ridotta percezione del rischio. Il guanto di per sè non conferisce nessuna immunità – precisa il Prof – ed anzi può diventare a sua volta veicolo di contagio. Le mani nude, regolarmente lavate e sanificate con prodotti idroalcolici, restano la soluzione più sensata. È chiaro che però – conclude – in contesti sanitari, assistenziali, o di dispensazione di generi alimentari, il discorso cambia e i guanti, rigorosamente monouso e utilizzati in modo giusto, sono una risorsa imprescindibile».

( Da sanitaeinformazione.it)

___________________________________

TECO MILANO :

Quando si parla di sicurezza sul lavoro, ambiente, medicina del lavoro e formazione Teco Milano srl è il riferimento giusto per chi cerca un partner adatto.

info@tecomilano.it      Telefono 02 48958304