RADON UN RISCHIO INVISIBILE

26 Ottobre 2022

È di questi giorni la notizia che in Italia un supermercato è stato chiuso per verificare se la presenza di concentrazioni di gas radon superi la soglia consentita dalle normative.

Il Radon è un gas radioattivo presente nel sottosuolo, nelle acque e in alcuni materiali utilizzati nelle costruzioni (ad esempio rocce, tufo e graniti). Tende a risalire in superficie e, senza un adeguato isolamento o una corretta aerazione, si accumula negli ambienti chiusi, specie quelli interrati o ai piani inferiori degli edifici come cantine, box, magazzini, caveau bancari, negozi, uffici ed abitazioni. Se la sua concentrazione nell’aria supera i limiti consentiti, risulta particolarmente pericoloso per gli occupanti, potendo causare l’insorgere del cancro al polmone (secondo l’organizzazione Mondiale della Sanità è la seconda causa di tale malattia dopo il fumo di tabacco).

La concentrazione di radon di un ambiente si misura in bequerel/m3 (Bq/m3). In Italia la legge 101/2020, che dà attuazione alla Direttiva Europea 2013/59 Euratom, fissa in 300 Bq/m3 il limite oltre il quale è imposto l’obbligo di intervento per ridurne la concentrazione. Solo qualora tutte le azioni messe in opera risultino insufficienti è ammesso agire riducendo i tempi di permanenza massima nei locali in questione.

Le soluzioni comunemente adottate per prevenire l’accumulo di radon negli spazi confinati consistono nel posizionamento di una guaina impermeabile al gas in corrispondenza delle fondamenta dell’edificio ovvero nella realizzazione di un vespaio aerato.(fonte edilportale)

LA RICERCA DEL CNR

Il gruppo di ricerca Epidemiologia Ambientale di IFC-CNR ha pubblicato di recente una revisione sistematica di letteratura sulla percezione, la consapevolezza e la conoscenza del rischio radon. Il gas radon, inquinante degli ambienti chiusi, è conosciuto dagli esperti ma non dal grande pubblico, ed è stata fatta su questo rischio poca comunicazione, anche se si tratta del rischio di tumore al polmone, se le persone sono esposte a determinati livelli. Il radon si trova solo in alcune zone, quelle in cui i suoli di origine vulcanica contengono radio, sostanza radioattiva che emana particelle che si degradano disperdendosi nell’aria, capaci di arrivare alle persone che le respirano. Gli strumenti di prevenzione del rischio sono ben noti e piuttosto semplici, come l’areazione forzata o l’isolamento dei locali.

Siamo in questo periodo nella fase di applicazione della Direttiva EURATOM (2013/59), che stabilisce le norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti. Ogni paese europeo deve stabilire lo stato della situazione e le azioni di prevenzione da intraprendere per proteggere i lavoratori e la popolazione in generale. Il Piano Radon ancora in vigore è del 2002, e in seguito a quelle direttive si cominciò a disegnare una mappa del rischio in ciascuna regione, mentre i Piani Nazionali di Prevenzione, che le Regioni adattano sui propri territori, già dal 2014 prevedono attività di monitoraggio e di prevenzione di questo importante inquinante interno.

La rassegna ha permesso di esaminare a fondo 40 articoli, di cui 4 scritti sulla base di esperienze italiane, e verificare quanto ci sia da fare in termini di diffusione delle conoscenze e comunicazione. Un lavoro sistematico è iniziato negli Stati Uniti già dagli anni ’80, in altri paesi le esperienze sono meno strutturate e approfondite, ma si constata che la percezione del rischio rimane bassa o molto bassa, a meno che le persone non vengano coinvolte direttamente, si offrano strumenti di misurazione, o si lavori nell’ambito di specifiche campagne di prevenzione del rischio di tumore al polmone. Il rischio radon infatti possiede caratteristiche che fanno in modo che sia facile minimizzarlo o evitare di porsi il problema: non è percepibile con i sensi, non provoca effetti evidenti, che sono anche lontani nel tempo, il tipo di rischio (tumore al polmone) è tipicamente mutifattoriale e si può sempre attribuire a qualcosa d’altro, bisogna fidarsi di chi da le informazioni e non pensare che abbia secondi fini. In questa revisione della letteratura sono state analizzate le dimensioni concettuali della percezione del rischio e la loro crescente complessità: comprensione e consapevolezza; percezione del rischio; comunicazione del rischio; disponibilità a eseguire test di monitoraggio del radon; attuazione di azioni di bonifica. Da tutti questi elementi si ricavano elementi utili alle azioni di prevenzione e alla comunicazione.(fonte il quotidiano nazionale)

Cori L, Curzio O, Donzelli G, Bustaffa E, Bianchi F. A Systematic Review of Radon Risk Perception, Awareness, and Knowledge: Risk Communication Options. Sustainability. 2022; 14(17):10505. https://doi.org/10.3390/su141710505

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Comments (1)

  1. Marco De Donno

    Grazie per l’utilissima segnalazione!
    Un argomento quello del radon che continua ad essere decisamente sottovalutato in edilizia e che merita decisamente approfondimenti tecnici anche in termini di aggiornamento professionale a favore degli operatori del settore.

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