IGIENE INDUSTRIALE

NEOPLASIE PROFESSIONALI : UNA INDAGINE EU- OSHA

In Europa il cancro professionale rappresenta uno dei principali problemi di salute sul lavoro. Un modo per affrontare il problema è la comunicazione di dati aggiornati e affidabili sull’esposizione dei lavoratori ai rischi che possono portare alla malattia. Per questo motivo l’EU-OSHA ha condotto un’indagine sull’esposizione dei lavoratori concernente i fattori di rischio di cancro in Europa.

Obiettivo dell’indagine

L’indagine mira a individuare meglio i fattori di rischio di cancro responsabili della maggior parte delle esposizioni, fornendo una panoramica accurata ed esaustiva che possa contribuire alle misure preventive, alle attività di sensibilizzazione e all’elaborazione delle politiche, favorendo in ultima analisi la lotta al cancro professionale.

Questa attività intende colmare un’importante carenza d’informazioni individuata durante le diverse revisioni della direttiva sulle sostanze cancerogene, mutagene e reprotossiche.

I lavori preparatori per l’indagine sono iniziati nel 2020 e da allora l’indagine è stata sviluppata, testata e condotta utilizzando un campione casuale di migliaia di lavoratori di sei Stati membri dell’UE: Germania, Irlanda, Spagna, Francia, Ungheria e Finlandia. I questionari sono stati elaborati per stimare la probabile esposizione dei lavoratori a 24 fattori di rischio di cancro noti, tra cui le sostanze chimiche industriali, le sostanze e le miscele generate da processi nonché i fattori di rischio fisico.

Impatto dell’indagine

I partecipanti all’indagine sono stati selezionati casualmente in ciascun paese e hanno risposto a domande dettagliate sui compiti svolti sul luogo di lavoro durante l’ultima settimana lavorativa e sulle misure di prevenzione applicate. Sulla base delle loro risposte, è stata stimata automaticamente la probabilità di esposizione a fattori di rischio di cancro utilizzando uno strumento innovativo denominato Occupational Integrated Database Exposure Assessment System (OccIDEAS), un sistema di valutazione dell’esposizione professionale integrato con banche dati.

Grazie alle informazioni dell’indagine, l’EU-OSHA è in grado di fornire dati statistici migliori e di sviluppare spunti per l’elaborazione di politiche basate su dati oggettivi. Questa indagine dovrebbe migliorare la protezione contro le sostanze pericolose e contribuire alla riduzione dei casi di cancro professionale. Può contribuire a diverse attività:

I dati raccolti possono essere impiegati anche per sviluppare e alimentare strumenti di monitoraggio della SSL pubblicamente accessibili. Sono in corso di elaborazione e pubblicazione relazioni con analisi e schede informative per una più ampia messa a disposizione delle informazioni.

Nel complesso, l’indagine in questione rappresenta un’importante fonte di dati per i responsabili delle politiche, i ricercatori e gli intermediari, che possono stabilire le priorità e intraprendere azioni tempestive e adeguate per ridurre il cancro professionale.

del Computer Assisted Telephone Interview, CATI (intervista telefonica assistita da computer). Dopo il completamento delle fasi di lavoro sul campo e di controllo della qualità, sono state messe a disposizione 24 402 interviste valide per l’analisi. La popolazione coinvolta nell’indagine comprende individui di età pari o superiore a 15 anni che lavorano in tutti i settori di attività economica nei sei Stati membri dell’UE menzionati. Lo studio include lavoratori autonomi e lavoratori dipendenti di organizzazioni di tutte le dimensioni. Le domande sono state tradotte dall’inglese nelle rispettive lingue nazionali.

CANCEROGENI : ESAME PRELIMINARE PER IL RECEPIMENTO DELLA DIRETTIVA .

Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 84
4 giugno 2024

Il Consiglio dei ministri ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo di recepimento della direttiva (UE) 2022/431, che modifica la direttiva 2004/37/CE sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un’esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni durante il lavoro.
Le nuove norme hanno il fine di ricomprendere le sostanze tossiche per la riproduzione tra quelle a rischio per la salute dei lavoratori.

In particolare, i principali ambiti di intervento concernono:
– l’individuazione e la valutazione dei rischi;
– l’esclusione o riduzione dell’esposizione (con la previsione di relativi valori limite);
– le informazioni da fornire all’autorità competente;
– le misure per i casi, prevedibili o non prevedibili, di aumento dell’esposizione;
– l’accesso alle zone di rischio;
– le misure igieniche e di protezione individuale;
– l’informazione e la formazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti nonché la consultazione e partecipazione degli stessi;
– la sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti;
– la conservazione della documentazione.

Inoltre, il provvedimento apporta alla normativa vigente le modifiche necessarie ad assicurare la corretta applicazione della direttiva (UE) 20022/431, in conformità al Piano europeo di lotta contro il cancro del 3 febbraio 2021, attraverso la previsione di obblighi specifici del datore di lavoro, anche in materia di formazione o informazione e aggiorna l’attuale sistema di sorveglianza sanitaria.

Fonte: Presidenza del Consiglio dei Ministri

ANALISI DI INFORTUNI E MALATTIE PROFESSIONALI NELL’ INDUSTRIA DEL LEGNO

Da inail.it

Nell’analisi condotta dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto la fotografia dell’andamento infortunistico e tecnopatico in questi due importanti settori del manifatturiero italiano

Nel nuovo numero di Dati Inail un focus sulla fabbricazione di mobili e la lavorazione del legno

ROMA – Nel 2022 gli infortuni denunciati nel settore della fabbricazione di mobili sono stati 3.450, il 2,3% in più rispetto ai 3.373 dell’anno precedente, a conferma della ripresa del fenomeno già registrata nel 2021, dopo la sensibile contrazione delle denunce rilevata nel 2020 per lo stop delle attività lavorative durante la pandemia. Con 343 casi in meno rispetto al 2018, le denunce del 2022 restano comunque al di sotto del dato registrato negli anni pre-Covid. A rilevarlo è l’analisi condotta dalla Consulenza statistico attuariale per il nuovo numero del periodico Dati Inail, che scatta la fotografia dell’andamento di infortuni e malattie professionali in questo settore, che comprende il 4,3% delle aziende assicurate dell’industria manifatturiera (circa 17mila su un totale di quasi 399mila) e con oltre 130mila addetti-anno assicurati rappresenta poco più del 3% dei lavoratori di tutto il comparto.

Gli infortuni concentrati soprattutto nel Nord e Centro Italia. L’85,6% degli infortuni denunciati nella fabbricazione di mobili nel quinquennio 2018-2022 sono avvenuti in occasione di lavoro e la quota di quelli fuori azienda – costituita dalla somma degli incidenti in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro, e di quelli con mezzo di trasporto in occasione di lavoro – si mantiene intorno al 15-16%. Quasi tutto il decremento del quinquennio è da attribuire agli infortuni avvenuti durante lo svolgimento dell’attività lavorativa (299 in meno rispetto al 2018), mentre l’incidenza delle denunce che riguardano il tragitto casa-lavoro-casa rimane pressoché invariata, con l’eccezione del forte calo registrato nel 2020 a causa della pandemia. Gli infortuni si concentrano nel Nord e Centro Italia, le due zone che insieme registrano più del 90% delle denunce nella media del quinquennio, e il 76,2% riguarda lavoratori italiani, mentre il residuo si distribuisce fra comunitari (circa il 20%) e non comunitari (80%). La stragrande maggioranza (90% circa) sono lavoratori di genere maschile.

Dopo la pandemia in crescita anche le malattie professionali. La frequenza infortunistica per il triennio 2019-2021 è pari a 15,71 infortuni indennizzati ogni mille addetti, superiore al 12,74 del manifatturiero ma in linea con il 15,26 dell’Industria e servizi, mentre il rapporto di gravità per lo stesso periodo di tempo indica 1,65 giornate perse per addetto, leggermente superiore sia al totale del manifatturiero sia all’Industria e servizi, che registrano rispettivamente 1,26 e 1,48. Per quanto riguarda le cause di infortunio, più dell’80% dei casi accertati in occasione di lavoro deriva dalla perdita di controllo delle macchine e anche da movimenti del corpo che portano a lesioni fisiche sia interne che esterne. Le malattie professionali denunciate nel 2022 sono state 546, 96 in più rispetto al 2018 e in crescita negli ultimi due anni del quinquennio. Il 65,8% della media di quelle definite positivamente riguarda il sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo, secondo la classificazione internazionale Icd-10 (178 su un totale di 260 per il 2022), seguite dalle patologie del sistema nervoso (22,0%) e da quelle dell’orecchio e dell’apofisi mastoide con 21 eventi nel 2022 (9,1% in media nei cinque anni).

Nell’industria del legno livelli di rischio e gravità superiori alla media. Oltre alla fabbricazione di mobili, la Consulenza statistico attuariale si sofferma anche sull’andamento di infortuni e malattie professionali nel comparto della lavorazione del legno, che comprende sia attività che hanno ancora le caratteristiche del prodotto artigianale fatto a mano sia altre più industrializzate e automatizzate per produzioni su larga scala. Nel 2022, anno in cui risultavano assicurate all’Inail 25.298 aziende con 94.384 addetti (oltre 2.200 in più dell’anno precedente), sono stati denunciati 3.002 infortuni, un numero in crescita dopo la contrazione registrata nel 2020 ma ancora al di sotto dei livelli del 2018 e 2019. Circa un infortunio su 10 avviene nelle fasi di taglio e piallatura, il resto durante la lavorazione del legno. Nel 2022, in particolare, 1.556 casi si sono verificati durante la fabbricazione di altri prodotti di carpenteria in legno e falegnameria per l’edilizia, per lo più porte e finestre (1.051 casi). Analizzando l’indice di frequenza infortunistica emerge che l’industria del legno, con 21,81 infortuni indennizzati ogni mille addetti, presenta per il triennio 2019-2021 una rischiosità elevata, superiore al 12,74 del manifatturiero e al 15,26 dell’Industria e servizi. Stesso discorso per la gravità con 2,92 giornate perse per addetto contro, rispettivamente, 1,26 e 1,48. Per quanto riguarda le malattie professionali nel 2022 ne sono state denunciate 447, il numero più alto dal 2018. L’uso di strumentazioni spesso di tipo artigianale e manuale favorisce l’insorgenza di patologie del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo, che nel 2022 rappresentano il 70% del totale delle denunce.

Le novità legislative per la tutela della salute dei lavoratori. Il nuovo numero di Dati Inail approfondisce anche le novità per la tutela della salute dei lavoratori esposti alle polveri di legno, da cui possono derivare patologie tumorali e malattie di tipo irritativo-allergico della cute e delle mucose respiratorie e oculari. Il decreto interministeriale del 10 ottobre 2023, in particolare, ha modificato e integrato le tabelle delle malattie professionali nell’Industria e nell’Agricoltura, agli articoli 3 e 211 del dpr 1124/1965, ricomprendendo, per lavorazioni che espongono all’azione delle polveri di legno, l’asma bronchiale causato dall’azione delle polveri di legno allergizzanti in aggiunta alle malattie neoplastiche (carcinoma delle cavità nasali, carcinoma dei seni paranasali e carcinoma del nasofaringe). Se da un lato le principali misure di prevenzione e protezione, generali e specifiche, utili alla gestione del rischio di esposizione a polveri di legno, sono facilmente individuabili, dall’altro sono ben evidenti e comprensibili le difficoltà che le micro, piccole e medie imprese incontrano nell’attuarle alla luce dell’evoluzione legislativa e normativa, che negli ultimi anni è stata particolarmente veloce. Dal gennaio 2023, per esempio, il Valore limite di esposizione professionale (Vlep) alle polveri di legno duro è stato abbassato da 5 a 2 mg/m3.

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  • Maggio 2024 Argomenti
    Fabbricazione di mobili, il made in Italy attira sempre di più – Uno sguardo sugli infortuni e malattie professionali nel settore della fabbricazione di mobili – L’industria della lavorazione del legno tra le attività più rischiose – Polveri di legno: novità per la tutela della salute dei lavoratori
    (.pdf – 590 kb)

ALTRE INFO:

PROCEDURE DI LOCKOUT/TAGOUT

da Ohsaonline.com

Se ti è mai capitato di portare la tua auto in un garage per un cambio d’olio, la prima cosa che il tecnico ti chiede di fare è togliere le chiavi dal quadro e metterle sul cruscotto. Non è sufficiente assicurarsi che l’auto non funzioni: prima che qualcuno avvicini le mani alla coppa dell’olio, deve essere certo che non ci siano possibilità che il motore riprenda vita ruggendo. Rendendo l’auto inutilizzabile, stanno proteggendo se stessi – e anche te – eliminando dall’equazione la possibilità di errore umano.

Lo stesso principio si applica quando si tratta di macchinari sul luogo di lavoro, che si tratti di un sistema HVAC o di un’attrezzatura di produzione. Secondo l’OSHA, i protocolli di lockout/tagout (LOTO) sono “pratiche e procedure specifiche per salvaguardare i dipendenti dall’energizzazione o dall’avvio inaspettato di macchinari e apparecchiature o dal rilascio di energia pericolosa durante le attività di assistenza o manutenzione“. In questo articolo forniremo una panoramica di alto livello delle procedure di lockout/tagout e delle migliori pratiche per garantire che vengano prese sul serio a tutti i livelli dell’organizzazione.

Controllo dell’energia pericolosa

La sicurezza sul posto di lavoro è sempre importante e si spera che gli operatori delle apparecchiature e coloro che si trovano nelle loro vicinanze dispongano delle adeguate precauzioni di sicurezza e della formazione adeguata durante le normali operazioni di routine. Ma che dire delle attività non di routine, come la necessità di riparare qualcosa? Abbiamo tutti sentito storie dell’orrore: un lavoratore infila il braccio in una macchina per eliminare un inceppamento o entra in un forno industriale per effettuare una regolazione e un collega ignaro accende la corrente. Le procedure LOTO hanno lo scopo di prevenire tali disastri.

I programmi LOTO riguardano il controllo dell’energia pericolosa. Ciò significa ovviamente l’elettricità, ma anche qualsiasi altra cosa che possa ferire qualcuno, tra cui aria, calore, acqua, prodotti chimici, impianti idraulici e così via. Nel corso delle operazioni tipiche, la maggior parte dei macchinari è dotata di protezioni fisiche per proteggere gli operatori, come il paramano di una sega industriale. Tuttavia, durante l’assistenza e la manutenzione, potrebbe essere necessario rimuovere o disattivare tali protezioni per effettuare le riparazioni. È fondamentale che l’energia pericolosa venga controllata e dissipata prima che ciò possa accadere.

Gli otto passaggi fondamentali per una procedura LOTO sono i seguenti:

1. Prepararsi allo spegnimento. Una parte importante della preparazione è essere adeguatamente formati e consapevoli delle fonti energetiche pericolose coinvolte e di come controllarle.

2. Informare i dipendenti interessati. Assicurarsi che i lavoratori nell’area interessata siano pienamente consapevoli dell’imminente serrata.

3. Spegnere l’apparecchiatura. Ciò dovrebbe essere fatto in modo sicuro e ordinato, in conformità con la procedura specifica dell’apparecchiatura o il manuale operativo.

4. Isolare le fonti energetiche. Ad esempio, un interruttore automatico o una valvola che fornisce energia all’apparecchiatura.

5. Applicare i dispositivi LOTO alle fonti energetiche. Si tratta di un dispositivo, ad esempio un lucchetto, che impedisce fisicamente l’alimentazione dell’apparecchiatura. Ogni persona coinvolta nel blocco (l’OSHA li definisce come dipendenti autorizzati) avrà il proprio dispositivo di blocco e sarà dotato di un tag che mostra chi lo ha bloccato, quando e perché. Sono comuni più dispositivi di blocco su un’apparecchiatura.

6. Rilascia/controlla tutta l’energia immagazzinata. Ad esempio: aria compressa, condensatori che trattengono una carica elettrica o immagazzinano energia meccanica come molle compresse.

7. Verificare il blocco. Questo è il passaggio più importante e quello più facilmente trascurato. È assolutamente fondamentale che il personale controlli due volte che tutta l’energia pericolosa sia stata isolata.

8. Mantenere il blocco.

Assicurarsi che l’apparecchiatura rimanga in uno stato di blocco finché il servizio non può essere ripristinato in sicurezza.Altrettanto importante quanto seguire questi passaggi è garantire che vengano seguiti i protocolli di rilascio LOTO appropriati e che il servizio venga ripristinato una volta completato il lavoro. Ciò significa assicurarsi che i lavoratori e i materiali siano stati allontanati dalle aree pericolose, che tutti i dispositivi di blocco siano stati rimossi e le attrezzature testate e che il personale appropriato sia stato informato della rimozione della LOTO. Nessuna attrezzatura deve essere rimessa sotto tensione finché non vengono intraprese queste azioni, a quel punto i lavoratori possono essere informati che l’attrezzatura è pronta per l’uso.Una forma potenzialmente pericolosa di energia pericolosa, che può essere data per scontata, è la gravità. Se sei mai scivolato sotto l’auto nel tuo garage per eseguire una riparazione, probabilmente eri ben consapevole delle due tonnellate di metallo spietato bilanciate proprio sopra di te. Ecco perché, se sei intelligente, non farai affidamento su un martinetto per mantenere l’auto in alto. Utilizzerai anche dei cavalletti nel caso in cui l’impianto idraulico del martinetto dovesse guastarsi. La gravità, dopo tutto, non può mai essere disattivata.

Migliori pratiche per la sicurezza LOTO.

Indipendentemente dal tuo ruolo nell’organizzazione, che tu sia un addetto alla manutenzione, un responsabile della sicurezza o il presidente dell’azienda, è utile essere consapevoli di queste migliori pratiche di buon senso per un programma LOTO efficace e delle procedure specifiche per le apparecchiature:

  • Mantienilo semplice. Concentratevi sull’utente, non sullo standard OSHA. Puoi sviluppare la procedura scritta più dettagliata e approfondita del mondo, ma se l’utente non la capisce non serve.
  • Sii coerente. Le strutture possono avere centinaia o migliaia di apparecchiature complesse, ciascuna con i propri protocolli. Cercare di semplificare le cose garantendo coerenza nel modo in cui le apparecchiature vengono etichettate e le procedure vengono descritte.
  • Applicare la responsabilità. Se un dipendente non è stato adeguatamente formato e istruito su attrezzature e procedure e finisce per ferire se stesso o qualcun altro, la colpa non è solo sua, ma potrebbe anche essere tua. Garantire che venga condotta la formazione sulla sicurezza e che i requisiti siano applicati a tutti i livelli dell’organizzazione.
  • Abbiamo menzionato “Verifica”? Lo abbiamo detto prima, ma lo ripetiamo. Ci sono state situazioni reali in cui le procedure LOTO iniziali sono state seguite attentamente, ma la mancata osservanza della fase finale, ovvero la verifica che tutte le fonti di energia fossero state controllate, ha danneggiato o distrutto apparecchiature, causato lesioni gravi e persino causato alcuni dei molte vittime che ancora accadono ogni anno.

Le procedure di lockout/tagout non devono essere inutilmente complicate e speriamo che questo abbia chiarito parte del mistero che circonda questa pratica di sicurezza vitale. Quando si sente parlare di un infortunio sul lavoro o di un decesso che coinvolge macchinari o energia, è probabile che siano stati persi alcuni passaggi del processo LOTO. Garantendo che i programmi siano efficaci e applicati e che tutti siano formati su cosa fare e come farlo, possiamo proteggere noi stessi e gli altri.

SCHEDE INFOGRAFICHE INAIL.

da Inail.it

Realizzate dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto, puntano a fornire una fotografia sintetica ma allo stesso tempo completa dell’andamento di infortuni e malattie professionali, oltre che delle aziende e degli addetti assicurati, in ciascuno degli ambiti presi in considerazione. Si parte con le tre gestioni Industria e servizi, Agricoltura e Conto Stato e con i 21 settori dell’Industria e servizi. Nella fase successiva l’analisi sarà estesa anche alle 24 divisioni del manifatturiero e al dettaglio territoriale

SCHEDE INFOGRAFICHE GESTIONALI

  • Agricoltura
  • Infortuni e malattie professionali (.pdf – 550 kb)
  • Industria e servizi
  • Aziende-addetti, infortuni e malattie professionali (.pdf – 644 kb)
  • Conto stato
  • Infortuni e malattie professionali (.pdf – 574 kb)

SCHEDE INFOGRAFICHE SETTORIALI – INDUSTRIA E SERVIZI – SEZIONE ATECO

WORKLIMATE . ONDATE DI CALORE E LE LINEE GUIDA DELLA TOSCANA.

da ars.toscana.it

L’innalzamento delle temperature estive ha un impatto sostanziale sul contesto lavorativo. Sono, infatti, oramai consolidate le evidenze di letteratura sui rischi occupazionali determinati dalle ondate di calore. L’esposizione alle alte temperature può provocare serie conseguenze sulla salute dei lavoratori, quali esaurimento da calore, colpi di calore e altre malattie legate allo stress da calore. L’esposizione per periodi prolungati può accrescere il rischio di infortuni dovuti alla stanchezza, ridurre la capacità di concentrazione e decisionale, compromettendo la produttività. L’ aumento delle temperature può altresì accrescere il livello di stress tra i lavoratori, specialmente coloro impiegati nei servizi di emergenza e coloro che operano all’aperto.

La review su Frontiers in Public Health

Una recente revisione fornisce una panoramica dello stato delle conoscenze sui principali fattori di rischio che possono incidere sulle malattie correlate alle alte temperature (in inglese HRI, ovvero heat-related illness), sulla base anche dei vari settori maggiormente a rischio (lavoratori agricoli, edili, militari, antincendio, minerari e manifatturieri). Oltre alle temperature ambientali estreme, l’equipaggiamento di protezione personale, l’utilizzo di attrezzature pesanti, lo sforzo fisico, altre condizioni morbose pre-esistenti sono tutti fattori che possono aumentare il rischio di HRI (vedi Figura 1).

Figura 1 – Fattori di rischio per le malattie correlate al caldo estremo (HRI, heat-related illness) – Fonte: da Gibb et al, doi: 10.1146/annurev-publhealth-060222-034715
fig1 ondate calore

Nella revisione viene anche evidenziato come, sebbene l’impatto delle ondate di calore riguardi la salute dei lavoratori a livello globale, sono soprattutto i lavoratori nei Paesi a basso e medio reddito ad essere colpiti in maniera più rilevante.

Se, quindi, le evidenze sugli effetti del caldo su salute e sicurezza dei lavoratori sono ormai molto solide, lo stato delle conoscenze è ancora limitato per quel che riguarda gli impatti sociali ed economici. La revisione ha considerato le pubblicazioni disponibili dal 2010 al 2022 e dalla sintesi qualitativa emerge che su un totale di 89 studi (32 studi sul campo, 8 incentrati sui costi sanitari e 49 sugli aspetti economici), ci sono prove consistenti degli impatti socio-economici derivanti dall’esposizione al calore sul luogo di lavoro. Si stima che le perdite di produttività a livello globale siano quasi del 10%, con una proiezione di aumento fino al 30-40% entro la fine del secolo, in base ai peggiori scenari di cambiamento climatico. Le aree più vulnerabili risultano essere quelle a bassa latitudine e i Paesi a basso e medio reddito, con una maggiore concentrazione di lavoratori all’aperto, ma anche zone più sviluppate, come l’Europa meridionale, sono interessate. Settori come l’agricoltura e l’edilizia sono particolarmente colpiti. Questi risultati sottolineano l’importanza di intensificare gli sforzi di prevenzione per aumentare la consapevolezza e la resilienza dei lavoratori nei confronti dell’esposizione occupazionale al calore. Questo è particolarmente critico nei Paesi a basso e medio reddito, ma anche in alcune aree dei Paesi sviluppati, dove si prevede un aumento della frequenza e dell’intensità delle ondate di calore.

Le linee guida toscane

La Regione Toscana, come altre regioni italiane, nella scorsa estate ha approvato le Linee di indirizzo per la protezione dei lavoratori dagli effetti del calore, un aggiornamento redatto in collaborazione con il CNR – Centro di bioclimatologia – Università di Firenze e con INAIL. Il documento fornisce linee guida per prevenire i danni da calore nei luoghi di lavoro, sia all’aperto che in ambienti interni non climatizzati. Le misure incluse mirano a mitigare i rischi legati alle temperature elevate, come fornire acqua e zone ombreggiate per le pause, graduare l’esposizione al calore e pianificare attività pesanti durante le ore più fresche. Altre azioni comprendono la revisione degli orari di lavoro, l’attenzione agli indumenti da lavoro e la formazione dei dipendenti. Inoltre, viene raccomandata una gestione speciale per i lavoratori che seguono restrizioni idriche per motivi religiosi o personali.

Il progetto Worklimate 2.0

Il tema “Clima, lavoro e prevenzione” è il focus del progetto Worklimate 2.0 che mira a valorizzare e approfondire le conoscenze acquisite sulla tematica “esposizione occupazionale a temperature outdoor estreme”, fornendo strategie di intervento per mitigare gli impatti delle temperature estreme sulla salute, sicurezza e produttività dei lavoratori. L’originalità del progetto è quella di:

  • fornire stime di dettaglio relative ai costi sociali e aziendali conseguenti le esposizioni agli estremi termici oltre che una definizione dei fattori di rischio per vari settori lavorativi attraverso la caratterizzazione dei fattori di vulnerabilità
  • prevedere un ampliamento delle conoscenze sulla percezione e conoscenza del rischio legato a temperature estreme, oltre a una estensione dei casi studio indirizzati alla caratterizzazione delle soluzioni tecnologiche indossabili per contrastare gli estremi termici definendo protocolli per il corretto utilizzo
  • c) sviluppare strumenti a supporto delle attività aziendali in termini di stima della produttività ma anche di implementazione e messa a regime del prototipo di piattaforma previsionale del rischio caldo sviluppata nell’ambito della prima fase del progetto oltre che di un sistema di previsioni del rischio freddo
  • d) migliorare il sistema informativo e proporre programmi di educazione e formazione per contrastare i rischi dovuti ad esposizione a temperature estreme in ambito occupazionale.

Il ruolo delle Unità operative toscane

L’Azienda USL Toscana Centro e Azienda USL Toscana Sud-est, insieme al Consorzio LaMMA e al Consiglio nazionale delle ricerche – Istituto per la bioeconomia (IBE), destinatario istituzionale e coordinatore di progetto insieme al Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro ed ambientale di INAIL, giocano un ruolo chiave nel progetto. Nel dettaglio, contribuiscono con il loro expertise in vari settori: dalla valutazione dell’impatto del clima sulla salute pubblica e degli impatti economici e sociali delle temperature estreme, alla progettazione di sistemi di allerta precoce, fino alla realizzazione di interventi formativi mirati. Queste attività sono supportate da un approccio multidisciplinare che integra competenze in campo medico, psicologico, tecnologico e ambientale, garantendo un intervento olistico e innovativo al fine di migliorare le condizioni di lavoro e la resilienza dei lavoratori agli effetti del cambiamento climatico.

Per saperne di più:

 Per approfondimenti sulle attività del progetto e per aggiornamenti su risultati ed eventi visita il sito del progetto Worklimate

altri links:

Il troppo caldo uccide

https://www.diario-prevenzione.it/il-troppo-caldo-uccide-e-lo-fara-sempre-di-piu/

RISCHI NELLA INDUSTRIA DELLA TRASFORMAZIONE DEGLI INSETTI EDIBILI

da Inail.it

Il fact sheet rappresenta un focus conoscitivo sui cicli produttivi connessi all’allevamento e alla trasformazione di insetti edibili e i conseguenti rischi, soprattutto di natura biologica, a cui sono esposti i lavoratori del comparto.

L’allevamento e la trasformazione di insetti edibili rappresentano un’attività in rapida espansione, finalizzata alla produzione di proteine animali alternative e sostenibili, destinate all’alimentazione umana e animale. Benché innovativo e caratterizzato da una varietà di cicli produttivi, a seconda di quali specie di insetti vengano allevate e/o trasformate, il settore è ancora poco indagato sui rischi specifici cui sono esposti i lavoratori, con particolare attenzione agli agenti di natura biologica. Tra questi rischi, come documentato dalla letteratura scientifica, va tenuto in particolare considerazione il potenziale allergenico delle proteine di insetto, che rappresentano il prodotto finale dell’attività.

Prodotto: fact sheet
Edizioni: Inail – 2024
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

DALTONISMO E LAVORO

da Inail.it

Questo documento è dedicato agli ambienti industriali e, in particolare, all’uso del colore nel codice visivo dei dispositivi di comando macchine.

Il d.lgs. 81/08 prescrive che le informazioni, segnalazioni di allarme e le avvertenze di attrezzature o macchine siano ben visibili e comprensibili. Il d.lgs. 17/10, decreto di recepimento della Direttiva Macchine attualmente in vigore, conferma tale principio richiedendo la comprensibilità del segnale come requisito di sicurezza da soddisfare.Questo lavoro mette a fuoco le possibili difficoltà nella decodifica del segnale derivante dalla inabilità cromatica e propone misure tecniche di miglioramento per la comprensibilità del segnale per la maggior parte lavoratori che, specie negli ambienti industriali, si interfacciano con dispositivi di comando macchine dotati di segnali visivi di emergenza e di utilizzo.

Prodotto: OpuscoloEdizioni: Inail – 2023Disponibilità: Consultabile solo in reteInfo: dcpianificazione-comunicazione@inail.it