MEDICINA DEL LAVORO

UN SALTO NEL VUOTO : IL RISCHIO CADUTE DALL’ALTO NELLA SERRICOLTURA.

Si è tenuto a Terlizzi (Ba) un convegno organizzato dall’ Asl di Bari sui rischi di caduta dall’alto nel settore della serricoltura.

Qui fi seguito alcuni dei più interessanti report presi da Snop.it

Nicoletta Malcangi (S.P.E.S.A.L. – Area Nord ASL BARI), Anna Tardio (S.P.eS.A.L. ASL LECCE Nord) – Analisi di eventi infortunistici ed esperienze di adeguamento nei poli produttivi di Terlizzi, Taviano e Leverano
Malcangi.pdf

Anna Tardio  intervento della dott.ssa Tardio al convegno serre
Tardio.pdf

Oronzo Antonio Milillo (Presidente Federazione degli Ordini dei Dottori Agronomi e Forestali della Puglia) – La progettazione delle serre: criteri tecnico-autorizzativi e loro limiti
Milillo.pdf

Evelia Schettini (Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti Università di Bari) – Ricerca scientifica e sviluppo tecnologico per l’innovazione del settore
Schettini.pdf

Luca Rossi (INAIL) – Innovazione tecnologica per la sicurezza delle serre: i dispositivi di protezione collettivi
Rossi.pdf

Mariano Conticello (S.Pre.S.A.L. ASP Ragusa) – Progetto “SERRE SICURE” ASP Ragusa: casi studio per la messa in sicurezza di una serra in plastica
Conticello.pdf

Simona Savi (Coordinatrice del Gruppo Nazionale Agricoltura del GTI SSL): Gli indirizzi dal tavolo nazionale agricoltura
Savi.pdf

NEOPLASIE PROFESSIONALI : UNA INDAGINE EU- OSHA

In Europa il cancro professionale rappresenta uno dei principali problemi di salute sul lavoro. Un modo per affrontare il problema è la comunicazione di dati aggiornati e affidabili sull’esposizione dei lavoratori ai rischi che possono portare alla malattia. Per questo motivo l’EU-OSHA ha condotto un’indagine sull’esposizione dei lavoratori concernente i fattori di rischio di cancro in Europa.

Obiettivo dell’indagine

L’indagine mira a individuare meglio i fattori di rischio di cancro responsabili della maggior parte delle esposizioni, fornendo una panoramica accurata ed esaustiva che possa contribuire alle misure preventive, alle attività di sensibilizzazione e all’elaborazione delle politiche, favorendo in ultima analisi la lotta al cancro professionale.

Questa attività intende colmare un’importante carenza d’informazioni individuata durante le diverse revisioni della direttiva sulle sostanze cancerogene, mutagene e reprotossiche.

I lavori preparatori per l’indagine sono iniziati nel 2020 e da allora l’indagine è stata sviluppata, testata e condotta utilizzando un campione casuale di migliaia di lavoratori di sei Stati membri dell’UE: Germania, Irlanda, Spagna, Francia, Ungheria e Finlandia. I questionari sono stati elaborati per stimare la probabile esposizione dei lavoratori a 24 fattori di rischio di cancro noti, tra cui le sostanze chimiche industriali, le sostanze e le miscele generate da processi nonché i fattori di rischio fisico.

Impatto dell’indagine

I partecipanti all’indagine sono stati selezionati casualmente in ciascun paese e hanno risposto a domande dettagliate sui compiti svolti sul luogo di lavoro durante l’ultima settimana lavorativa e sulle misure di prevenzione applicate. Sulla base delle loro risposte, è stata stimata automaticamente la probabilità di esposizione a fattori di rischio di cancro utilizzando uno strumento innovativo denominato Occupational Integrated Database Exposure Assessment System (OccIDEAS), un sistema di valutazione dell’esposizione professionale integrato con banche dati.

Grazie alle informazioni dell’indagine, l’EU-OSHA è in grado di fornire dati statistici migliori e di sviluppare spunti per l’elaborazione di politiche basate su dati oggettivi. Questa indagine dovrebbe migliorare la protezione contro le sostanze pericolose e contribuire alla riduzione dei casi di cancro professionale. Può contribuire a diverse attività:

I dati raccolti possono essere impiegati anche per sviluppare e alimentare strumenti di monitoraggio della SSL pubblicamente accessibili. Sono in corso di elaborazione e pubblicazione relazioni con analisi e schede informative per una più ampia messa a disposizione delle informazioni.

Nel complesso, l’indagine in questione rappresenta un’importante fonte di dati per i responsabili delle politiche, i ricercatori e gli intermediari, che possono stabilire le priorità e intraprendere azioni tempestive e adeguate per ridurre il cancro professionale.

del Computer Assisted Telephone Interview, CATI (intervista telefonica assistita da computer). Dopo il completamento delle fasi di lavoro sul campo e di controllo della qualità, sono state messe a disposizione 24 402 interviste valide per l’analisi. La popolazione coinvolta nell’indagine comprende individui di età pari o superiore a 15 anni che lavorano in tutti i settori di attività economica nei sei Stati membri dell’UE menzionati. Lo studio include lavoratori autonomi e lavoratori dipendenti di organizzazioni di tutte le dimensioni. Le domande sono state tradotte dall’inglese nelle rispettive lingue nazionali.

UN APPROCCIO INNOVATIVO ALLA CURA DEGLI ACUFENI: LA WIDEX ZEN THERAPY. CONFRONTO CON TRT.

Dott Alessandro Guerri Specialista in Medicina del Lavoro.

L’acufene o tinnitus rappresenta un fenomeno percettivo disfunzionale del nostro sistema uditivo. Secondo la Classificazione Statistica Internazionale delle Malattie e dei Problemi Sanitari Correlati (ICD-10, 1990), l’acufene è riconosciuto come una condizione clinica di pertinenza specialistica otorinolaringoiatrica. È un sintomo comune nella popolazione e in considerazione della difficoltà a trattarlo con farmaci o terapie piuttosto frustrante per il medico e per il paziente. Recenti studi evidenziano che oltre il 70% delle persone con problemi di udito vive con una forma di acufene. Questo sintomo, piuttosto che essere una malattia specifica, può comunque influenzare profondamente la qualità della vita, provocando una continua percezione di ronzii, sibili o fischi. Le cause possono essere le più svariate incluse alcune più comuni quali stress, otiti , infezioni e presbiacusia .

Affrontare l’acufene richiede un approccio integrato, coinvolgendo non solo specialisti in audiologia e terapia audioprotesica, ma anche esperti in neuropsicologia, geriatria, gnatologia ed educazione musicale ritmica. Questo tema è stato approfondito durante il primo Wsa Summit, svoltosi il 15 giugno 2024 presso l’Hotel NH Veneto a Roma. L’evento, organizzato da Anthea Group e supportato da Widex Italia, Sivantos e Acufenia, ha mirato a promuovere una maggiore consapevolezza della complessità dell’acufene e a favorire la collaborazione tra specialisti di varie discipline. Sono state inoltre presentate le ultime ricerche riguardanti la diagnosi e il trattamento del tinnito, causato da fattori diversi.

Aldo Messina, responsabile scientifico del congresso e specialista in audiologia presso l’ospedale “Regina Margherita” di Palermo, ha spiegato: “L’acufene è un fenomeno percettivo anomalo del nostro sistema uditivo. Nonostante la classificazione ICD-10 lo identifichi come una patologia otorinolaringoiatrica, è generalmente considerato un sintomo, e non una malattia vera e propria. Per questo motivo, affidare la diagnosi e il trattamento a un singolo specialista può risultare limitante, rendendo necessaria una gestione multidisciplinare”.

L’acufene è spesso legato all’esposizione a rumori intensi otoledivi lavorativi ed extra lavorativi ,che possono danneggiare le delicate cellule sensoriali dell’orecchio interno portanto ad ipoacusia . Altre possibili cause includono l’ipertensione arteriosa , problematiche osteocraniche o vascolari, neuropatie. Abuso di caffeina ed alcool , terapie a base di acido acetilsalicilico o antibiotici, possono aggravare la condizione.

Tra gli approcci innovativi presentati al congresso, vi sono programmi di mindfulness self-compassion, stimolazione sonora e la Widex Zen Therapy (WZT). Quest’ultima è una terapia che combina consulenza, amplificazione, tecniche di rilassamento e l’uso di toni frattali per aiutare a correggere pensieri e comportamenti disadattivi associati all’acufene, offrendo sollievo dall’ansia e dallo stress correlati.

CONFRONTO TRA TINNITUS RETRAINING THERAPY (TRT) E WIDEX ZEN THERAPY.

La Tinnitus Retraining Therapy (TRT) e la WIDEX Zen Therapy sono due approcci distinti per il trattamento degli acufeni, ma presentano alcune differenze significative in termini di metodologia, scopo e applicazione:

Tinnitus Retraining Therapy (TRT)

  1. Origine e Sviluppo:
  • La TRT è stata sviluppata dal Dr. Pawel Jastreboff negli anni ’80.
  • Si basa sulla teoria neurofisiologica degli acufeni, che suggerisce che gli acufeni sono una risposta del cervello a segnali errati dall’orecchio interno.
  1. Obiettivi:
  • L’obiettivo principale della TRT è quello di desensibilizzare il paziente ai suoni dell’acufene, rendendoli meno fastidiosi e prominenti.
  • Non mira a eliminare l’acufene, ma a cambiare la percezione e la reazione ad esso.
  1. Metodo:
  • La TRT combina la consulenza psico-educativa con l’uso di generatori di rumore o dispositivi che emettono suoni a bassa intensità.
  • La consulenza aiuta i pazienti a capire meglio il loro acufene e a ridurre l’ansia e lo stress associati.
  • L’esposizione continua a suoni neutri o di fondo aiuta il cervello a “reimparare” a ignorare l’acufene.
  1. Durata:
  • Il trattamento può durare diversi mesi o anni, a seconda della risposta del paziente.
  1. Approccio Personalizzato:
  • La terapia è altamente personalizzata, basata sulle specifiche esigenze e caratteristiche del paziente.

WIDEX Zen Therapy

  1. Origine e Sviluppo:
  • La WIDEX Zen Therapy è stata sviluppata dall’azienda WIDEX, nota per i suoi apparecchi acustici.
  • È un approccio più recente e integrato, che utilizza specificamente la tecnologia degli apparecchi acustici WIDEX.
  1. Obiettivi:
  • L’obiettivo è ridurre l’attenzione del paziente agli acufeni e migliorare la qualità della vita.
  • Mira a offrire un sollievo immediato attraverso l’uso di suoni terapeutici personalizzati.
  1. Metodo:
  • Utilizza una combinazione di apparecchi acustici con programmi di suoni Zen, che sono suoni musicali non ripetitivi e rilassanti progettati per ridurre la percezione degli acufeni.
  • Integra la consulenza e la terapia comportamentale cognitiva per affrontare gli aspetti emotivi e psicologici associati agli acufeni.
  1. Durata:
  • La terapia può essere continua e integrata nell’uso quotidiano degli apparecchi acustici, rendendo il trattamento parte della routine giornaliera del paziente.
  1. Approccio Tecnologico:
  • Fortemente basata sulla tecnologia degli apparecchi acustici WIDEX, sfruttando i progressi tecnologici per fornire soluzioni sonore adattative e personalizzate.

Confronto Chiave

  • Metodo di Trattamento: La TRT si focalizza sulla desensibilizzazione tramite suoni neutri e consulenza, mentre la WIDEX Zen Therapy utilizza suoni musicali specifici e apparecchi acustici per fornire un sollievo immediato.
  • Durata e Approccio: La TRT richiede un impegno a lungo termine e una personalizzazione intensiva, mentre la WIDEX Zen Therapy è progettata per essere una soluzione più immediata e integrata nella vita quotidiana.
  • Tecnologia: La WIDEX Zen Therapy si basa fortemente su apparecchi acustici avanzati, mentre la TRT può utilizzare vari dispositivi sonori non specifici.

Entrambe le terapie hanno dimostrato di essere efficaci per molti pazienti, ma la scelta tra una e l’altra dipenderà dalle esigenze specifiche, preferenze personali e dal tipo di supporto disponibile.

links:

https://www.audiologyonline.com/ask-the-experts/widex-zen-therapy-tinnitus-28147

https://www.stateofmind.it/2017/02/acufeni-auto-aiuto/

ANALISI DI INFORTUNI E MALATTIE PROFESSIONALI NELL’ INDUSTRIA DEL LEGNO

Da inail.it

Nell’analisi condotta dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto la fotografia dell’andamento infortunistico e tecnopatico in questi due importanti settori del manifatturiero italiano

Nel nuovo numero di Dati Inail un focus sulla fabbricazione di mobili e la lavorazione del legno

ROMA – Nel 2022 gli infortuni denunciati nel settore della fabbricazione di mobili sono stati 3.450, il 2,3% in più rispetto ai 3.373 dell’anno precedente, a conferma della ripresa del fenomeno già registrata nel 2021, dopo la sensibile contrazione delle denunce rilevata nel 2020 per lo stop delle attività lavorative durante la pandemia. Con 343 casi in meno rispetto al 2018, le denunce del 2022 restano comunque al di sotto del dato registrato negli anni pre-Covid. A rilevarlo è l’analisi condotta dalla Consulenza statistico attuariale per il nuovo numero del periodico Dati Inail, che scatta la fotografia dell’andamento di infortuni e malattie professionali in questo settore, che comprende il 4,3% delle aziende assicurate dell’industria manifatturiera (circa 17mila su un totale di quasi 399mila) e con oltre 130mila addetti-anno assicurati rappresenta poco più del 3% dei lavoratori di tutto il comparto.

Gli infortuni concentrati soprattutto nel Nord e Centro Italia. L’85,6% degli infortuni denunciati nella fabbricazione di mobili nel quinquennio 2018-2022 sono avvenuti in occasione di lavoro e la quota di quelli fuori azienda – costituita dalla somma degli incidenti in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro, e di quelli con mezzo di trasporto in occasione di lavoro – si mantiene intorno al 15-16%. Quasi tutto il decremento del quinquennio è da attribuire agli infortuni avvenuti durante lo svolgimento dell’attività lavorativa (299 in meno rispetto al 2018), mentre l’incidenza delle denunce che riguardano il tragitto casa-lavoro-casa rimane pressoché invariata, con l’eccezione del forte calo registrato nel 2020 a causa della pandemia. Gli infortuni si concentrano nel Nord e Centro Italia, le due zone che insieme registrano più del 90% delle denunce nella media del quinquennio, e il 76,2% riguarda lavoratori italiani, mentre il residuo si distribuisce fra comunitari (circa il 20%) e non comunitari (80%). La stragrande maggioranza (90% circa) sono lavoratori di genere maschile.

Dopo la pandemia in crescita anche le malattie professionali. La frequenza infortunistica per il triennio 2019-2021 è pari a 15,71 infortuni indennizzati ogni mille addetti, superiore al 12,74 del manifatturiero ma in linea con il 15,26 dell’Industria e servizi, mentre il rapporto di gravità per lo stesso periodo di tempo indica 1,65 giornate perse per addetto, leggermente superiore sia al totale del manifatturiero sia all’Industria e servizi, che registrano rispettivamente 1,26 e 1,48. Per quanto riguarda le cause di infortunio, più dell’80% dei casi accertati in occasione di lavoro deriva dalla perdita di controllo delle macchine e anche da movimenti del corpo che portano a lesioni fisiche sia interne che esterne. Le malattie professionali denunciate nel 2022 sono state 546, 96 in più rispetto al 2018 e in crescita negli ultimi due anni del quinquennio. Il 65,8% della media di quelle definite positivamente riguarda il sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo, secondo la classificazione internazionale Icd-10 (178 su un totale di 260 per il 2022), seguite dalle patologie del sistema nervoso (22,0%) e da quelle dell’orecchio e dell’apofisi mastoide con 21 eventi nel 2022 (9,1% in media nei cinque anni).

Nell’industria del legno livelli di rischio e gravità superiori alla media. Oltre alla fabbricazione di mobili, la Consulenza statistico attuariale si sofferma anche sull’andamento di infortuni e malattie professionali nel comparto della lavorazione del legno, che comprende sia attività che hanno ancora le caratteristiche del prodotto artigianale fatto a mano sia altre più industrializzate e automatizzate per produzioni su larga scala. Nel 2022, anno in cui risultavano assicurate all’Inail 25.298 aziende con 94.384 addetti (oltre 2.200 in più dell’anno precedente), sono stati denunciati 3.002 infortuni, un numero in crescita dopo la contrazione registrata nel 2020 ma ancora al di sotto dei livelli del 2018 e 2019. Circa un infortunio su 10 avviene nelle fasi di taglio e piallatura, il resto durante la lavorazione del legno. Nel 2022, in particolare, 1.556 casi si sono verificati durante la fabbricazione di altri prodotti di carpenteria in legno e falegnameria per l’edilizia, per lo più porte e finestre (1.051 casi). Analizzando l’indice di frequenza infortunistica emerge che l’industria del legno, con 21,81 infortuni indennizzati ogni mille addetti, presenta per il triennio 2019-2021 una rischiosità elevata, superiore al 12,74 del manifatturiero e al 15,26 dell’Industria e servizi. Stesso discorso per la gravità con 2,92 giornate perse per addetto contro, rispettivamente, 1,26 e 1,48. Per quanto riguarda le malattie professionali nel 2022 ne sono state denunciate 447, il numero più alto dal 2018. L’uso di strumentazioni spesso di tipo artigianale e manuale favorisce l’insorgenza di patologie del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo, che nel 2022 rappresentano il 70% del totale delle denunce.

Le novità legislative per la tutela della salute dei lavoratori. Il nuovo numero di Dati Inail approfondisce anche le novità per la tutela della salute dei lavoratori esposti alle polveri di legno, da cui possono derivare patologie tumorali e malattie di tipo irritativo-allergico della cute e delle mucose respiratorie e oculari. Il decreto interministeriale del 10 ottobre 2023, in particolare, ha modificato e integrato le tabelle delle malattie professionali nell’Industria e nell’Agricoltura, agli articoli 3 e 211 del dpr 1124/1965, ricomprendendo, per lavorazioni che espongono all’azione delle polveri di legno, l’asma bronchiale causato dall’azione delle polveri di legno allergizzanti in aggiunta alle malattie neoplastiche (carcinoma delle cavità nasali, carcinoma dei seni paranasali e carcinoma del nasofaringe). Se da un lato le principali misure di prevenzione e protezione, generali e specifiche, utili alla gestione del rischio di esposizione a polveri di legno, sono facilmente individuabili, dall’altro sono ben evidenti e comprensibili le difficoltà che le micro, piccole e medie imprese incontrano nell’attuarle alla luce dell’evoluzione legislativa e normativa, che negli ultimi anni è stata particolarmente veloce. Dal gennaio 2023, per esempio, il Valore limite di esposizione professionale (Vlep) alle polveri di legno duro è stato abbassato da 5 a 2 mg/m3.

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  • Maggio 2024 Argomenti
    Fabbricazione di mobili, il made in Italy attira sempre di più – Uno sguardo sugli infortuni e malattie professionali nel settore della fabbricazione di mobili – L’industria della lavorazione del legno tra le attività più rischiose – Polveri di legno: novità per la tutela della salute dei lavoratori
    (.pdf – 590 kb)

ALTRE INFO:

SCHEDE INFOGRAFICHE INAIL.

da Inail.it

Realizzate dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto, puntano a fornire una fotografia sintetica ma allo stesso tempo completa dell’andamento di infortuni e malattie professionali, oltre che delle aziende e degli addetti assicurati, in ciascuno degli ambiti presi in considerazione. Si parte con le tre gestioni Industria e servizi, Agricoltura e Conto Stato e con i 21 settori dell’Industria e servizi. Nella fase successiva l’analisi sarà estesa anche alle 24 divisioni del manifatturiero e al dettaglio territoriale

SCHEDE INFOGRAFICHE GESTIONALI

  • Agricoltura
  • Infortuni e malattie professionali (.pdf – 550 kb)
  • Industria e servizi
  • Aziende-addetti, infortuni e malattie professionali (.pdf – 644 kb)
  • Conto stato
  • Infortuni e malattie professionali (.pdf – 574 kb)

SCHEDE INFOGRAFICHE SETTORIALI – INDUSTRIA E SERVIZI – SEZIONE ATECO

APNEE NOTTURNE E SleeP@S-APP. 

Nell’ambito delle attività di prevenzione sanitaria degli infortuni sul lavoro, è partita la campagna di sensibilizzazione e screening sulla Sindrome delle apnee ostruttive del sonno (Osa) negli ambulatori Inail di Campania, Lazio e Liguria. L’attività è frutto della collaborazione tra il Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (Dimeila) e la Sovrintendenza sanitaria centrale (Ssc) dell’Istituto. Tra gli obiettivi dell’iniziativa, prevenire gli infortuni sul lavoro e in itinere, migliorare la percezione del rischio per la salute e la sicurezza dovuto all’eccessiva sonnolenza diurna nei lavoratori affetti da Osa, sensibilizzare all’importanza della diagnosi precoce della sindrome, per prevenire comorbidità e conseguenze, e stimare l’eventuale impatto dei determinanti legati alla persona nel determinismo dell’evento infortunistico lavorativo.

L’eccessiva sonnolenza diurna aumenta il rischio di infortuni lavorativi e incidenti stradali. L’Osa è una malattia con elevata prevalenza tra la popolazione adulta lavorativa, spesso sotto-diagnosticata e quindi sotto-trattata, che costituisce un fattore di rischio rilevante ed emergente per lo sviluppo di malattie cardiovascolari e metaboliche con conseguente riduzione dell’aspettativa di vita e significative implicazioni economiche e sociali. I principali fattori di rischio per lo sviluppo di Osa sono il genere maschile, l’obesità, l’età avanzata. La patologia rappresenta, inoltre, la prima causa medica di eccessiva sonnolenza diurna (Esd), condizione che determina conseguenze per la salute e la sicurezza anche lavorativa. L’Esd, infatti, è associata ad aumentato rischio di mortalità, ridotta qualità della vita, aumentato ricorso a farmaci e assistenza sanitaria ed alterazioni delle performance cognitive. Le persone affette da Osa hanno una ridotta qualità del sonno con conseguente eccessiva sonnolenza diurna che espone i soggetti al rischio di incidenti stradali, con una frequenza fino a cinque volte superiore, e un rischio di infortunio lavorativo doppio rispetto agli individui non affetti.

Le attività messe in campo da Ssc e Dimeila. In questa prima fase di sperimentazione e fino a fine anno, negli ambulatori Inail delle sedi territoriali gli assistiti che accedono per la trattazione di infortuni sul lavoro e malattie professionali possono sottoporsi, in maniera volontaria e anonima e con il supporto del personale sanitario, allo screening sul rischio emergente delle apnee notturne. L’attività viene effettuata attraverso l’utilizzo della web-app innovativa e interattiva SleeP@S-APP. Sviluppata dal Dimeila, in collaborazione con il Dipartimento di scienze odontostomatologiche e maxillo-facciali di Sapienza (attraverso il progetto BRIC Inail 2018 ID 04 SleeP@SA), la web-app è uno strumento per l’autovalutazione del rischio Osa, che consente all’utente la restituzione di un feedback immediato informativo e di orientamento sul livello di rischio.

SleeP@S-APP. La valutazione si compone di una sezione specifica che combina le tre scale, validate dalla comunità medico-scientifica, attualmente utilizzate a livello internazionale per una prima autovalutazione di alcuni disturbi del sonno: il questionario di Epworth, il questionario di Berlino e Stop bang. Dopo aver compilato il test, agli assistiti che lo richiedono verrà rilasciata una comunicazione indirizzata al proprio medico di base per informarlo dell’iniziativa, con il suggerimento, in caso di esito medio rischio (colore giallo) e alto rischio (colore rosso), di un approfondimento clinico-diagnostico in centri dedicati allo studio del sonno.

È possibile partecipare al protocollo di ricerca. Oltre a poter consultare il materiale informativo e approfondire segni, sintomi, conseguenze e complicanze della patologia e le azioni di prevenzione opportune, gli assistiti possono, se interessati, partecipare al protocollo di ricerca, inviando i loro recapiti a un indirizzo email, per poter effettuare le valutazioni cliniche e diagnostiche di approfondimento presso Centri dedicati alle attività diagnostiche di Osa definiti all’interno della attività del progetto BRIC Inail 2022 ID 06 OSH-RO@D.

I numeri di Osa. Si stima che in Italia la sindrome delle apnee ostruttive del sonno coinvolga circa 12 milioni di persone, anche se solo il 4% dei casi risultano diagnosticati e solo il 2% trattati. L’Osa è associata a una serie di sintomi notturni e soprattutto diurni, derivanti da alterazioni della struttura del sonno, alterazioni dello scambio dei gas (ossigeno/anidride carbonica) e alterazioni emodinamiche e cardiovascolari, come le variazioni della frequenza cardiaca, l’aumento della pressione arteriosa e le aritmie cardiache, che possono perdurare anche nelle ore di veglia. Le apnee notturne hanno un forte impatto sociale ed economico (circa 31 miliardi di euro all’anno in Italia) a causa dei costi sanitari, tra cui la diagnosi e il trattamento delle molteplici patologie associate, che pesano per circa il 55% dei costi complessivi, e i costi sociali, suddivisi tra incidenti automobilistici (24%), infortuni lavorativi (12%) e perdita di produttività (9%), che rappresentano il restante 45% dei costi.

WORKLIMATE . ONDATE DI CALORE E LE LINEE GUIDA DELLA TOSCANA.

da ars.toscana.it

L’innalzamento delle temperature estive ha un impatto sostanziale sul contesto lavorativo. Sono, infatti, oramai consolidate le evidenze di letteratura sui rischi occupazionali determinati dalle ondate di calore. L’esposizione alle alte temperature può provocare serie conseguenze sulla salute dei lavoratori, quali esaurimento da calore, colpi di calore e altre malattie legate allo stress da calore. L’esposizione per periodi prolungati può accrescere il rischio di infortuni dovuti alla stanchezza, ridurre la capacità di concentrazione e decisionale, compromettendo la produttività. L’ aumento delle temperature può altresì accrescere il livello di stress tra i lavoratori, specialmente coloro impiegati nei servizi di emergenza e coloro che operano all’aperto.

La review su Frontiers in Public Health

Una recente revisione fornisce una panoramica dello stato delle conoscenze sui principali fattori di rischio che possono incidere sulle malattie correlate alle alte temperature (in inglese HRI, ovvero heat-related illness), sulla base anche dei vari settori maggiormente a rischio (lavoratori agricoli, edili, militari, antincendio, minerari e manifatturieri). Oltre alle temperature ambientali estreme, l’equipaggiamento di protezione personale, l’utilizzo di attrezzature pesanti, lo sforzo fisico, altre condizioni morbose pre-esistenti sono tutti fattori che possono aumentare il rischio di HRI (vedi Figura 1).

Figura 1 – Fattori di rischio per le malattie correlate al caldo estremo (HRI, heat-related illness) – Fonte: da Gibb et al, doi: 10.1146/annurev-publhealth-060222-034715
fig1 ondate calore

Nella revisione viene anche evidenziato come, sebbene l’impatto delle ondate di calore riguardi la salute dei lavoratori a livello globale, sono soprattutto i lavoratori nei Paesi a basso e medio reddito ad essere colpiti in maniera più rilevante.

Se, quindi, le evidenze sugli effetti del caldo su salute e sicurezza dei lavoratori sono ormai molto solide, lo stato delle conoscenze è ancora limitato per quel che riguarda gli impatti sociali ed economici. La revisione ha considerato le pubblicazioni disponibili dal 2010 al 2022 e dalla sintesi qualitativa emerge che su un totale di 89 studi (32 studi sul campo, 8 incentrati sui costi sanitari e 49 sugli aspetti economici), ci sono prove consistenti degli impatti socio-economici derivanti dall’esposizione al calore sul luogo di lavoro. Si stima che le perdite di produttività a livello globale siano quasi del 10%, con una proiezione di aumento fino al 30-40% entro la fine del secolo, in base ai peggiori scenari di cambiamento climatico. Le aree più vulnerabili risultano essere quelle a bassa latitudine e i Paesi a basso e medio reddito, con una maggiore concentrazione di lavoratori all’aperto, ma anche zone più sviluppate, come l’Europa meridionale, sono interessate. Settori come l’agricoltura e l’edilizia sono particolarmente colpiti. Questi risultati sottolineano l’importanza di intensificare gli sforzi di prevenzione per aumentare la consapevolezza e la resilienza dei lavoratori nei confronti dell’esposizione occupazionale al calore. Questo è particolarmente critico nei Paesi a basso e medio reddito, ma anche in alcune aree dei Paesi sviluppati, dove si prevede un aumento della frequenza e dell’intensità delle ondate di calore.

Le linee guida toscane

La Regione Toscana, come altre regioni italiane, nella scorsa estate ha approvato le Linee di indirizzo per la protezione dei lavoratori dagli effetti del calore, un aggiornamento redatto in collaborazione con il CNR – Centro di bioclimatologia – Università di Firenze e con INAIL. Il documento fornisce linee guida per prevenire i danni da calore nei luoghi di lavoro, sia all’aperto che in ambienti interni non climatizzati. Le misure incluse mirano a mitigare i rischi legati alle temperature elevate, come fornire acqua e zone ombreggiate per le pause, graduare l’esposizione al calore e pianificare attività pesanti durante le ore più fresche. Altre azioni comprendono la revisione degli orari di lavoro, l’attenzione agli indumenti da lavoro e la formazione dei dipendenti. Inoltre, viene raccomandata una gestione speciale per i lavoratori che seguono restrizioni idriche per motivi religiosi o personali.

Il progetto Worklimate 2.0

Il tema “Clima, lavoro e prevenzione” è il focus del progetto Worklimate 2.0 che mira a valorizzare e approfondire le conoscenze acquisite sulla tematica “esposizione occupazionale a temperature outdoor estreme”, fornendo strategie di intervento per mitigare gli impatti delle temperature estreme sulla salute, sicurezza e produttività dei lavoratori. L’originalità del progetto è quella di:

  • fornire stime di dettaglio relative ai costi sociali e aziendali conseguenti le esposizioni agli estremi termici oltre che una definizione dei fattori di rischio per vari settori lavorativi attraverso la caratterizzazione dei fattori di vulnerabilità
  • prevedere un ampliamento delle conoscenze sulla percezione e conoscenza del rischio legato a temperature estreme, oltre a una estensione dei casi studio indirizzati alla caratterizzazione delle soluzioni tecnologiche indossabili per contrastare gli estremi termici definendo protocolli per il corretto utilizzo
  • c) sviluppare strumenti a supporto delle attività aziendali in termini di stima della produttività ma anche di implementazione e messa a regime del prototipo di piattaforma previsionale del rischio caldo sviluppata nell’ambito della prima fase del progetto oltre che di un sistema di previsioni del rischio freddo
  • d) migliorare il sistema informativo e proporre programmi di educazione e formazione per contrastare i rischi dovuti ad esposizione a temperature estreme in ambito occupazionale.

Il ruolo delle Unità operative toscane

L’Azienda USL Toscana Centro e Azienda USL Toscana Sud-est, insieme al Consorzio LaMMA e al Consiglio nazionale delle ricerche – Istituto per la bioeconomia (IBE), destinatario istituzionale e coordinatore di progetto insieme al Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro ed ambientale di INAIL, giocano un ruolo chiave nel progetto. Nel dettaglio, contribuiscono con il loro expertise in vari settori: dalla valutazione dell’impatto del clima sulla salute pubblica e degli impatti economici e sociali delle temperature estreme, alla progettazione di sistemi di allerta precoce, fino alla realizzazione di interventi formativi mirati. Queste attività sono supportate da un approccio multidisciplinare che integra competenze in campo medico, psicologico, tecnologico e ambientale, garantendo un intervento olistico e innovativo al fine di migliorare le condizioni di lavoro e la resilienza dei lavoratori agli effetti del cambiamento climatico.

Per saperne di più:

 Per approfondimenti sulle attività del progetto e per aggiornamenti su risultati ed eventi visita il sito del progetto Worklimate

altri links:

Il troppo caldo uccide

https://www.diario-prevenzione.it/il-troppo-caldo-uccide-e-lo-fara-sempre-di-piu/

FIBRILLAZIONE ATRIALE E LAVORO

La fibrillazione atriale parossistica (FAP) è una forma di aritmia cardiaca caratterizzata da episodi di battito cardiaco irregolare e spesso rapido, che iniziano e finiscono improvvisamente. Le limitazioni che un lavoratore affetto da FAP può sperimentare dipendono dalla gravità e dalla frequenza degli episodi, nonché dalla risposta individuale al trattamento. Ecco alcune possibili limitazioni:

  1. Fatigue e Debolezza: Gli episodi di FAP possono causare stanchezza e una sensazione generale di debolezza, che possono ridurre la capacità di sostenere attività lavorative intense o prolungate.
  2. Riduzione della Capacità di Concentrazione: La fatica e lo stress associati alla FAP possono influire sulla capacità di concentrazione, compromettendo le prestazioni in lavori che richiedono attenzione continua e precisione.
  3. Intolleranza allo Sforzo: L’attività fisica intensa può provocare o aggravare gli episodi di FAP, limitando così la capacità di svolgere lavori fisicamente impegnativi.
  4. Necessità di Pause Frequenti: Per gestire i sintomi, potrebbe essere necessario prendere pause più frequenti per riposare o per assumere farmaci, riducendo l’efficienza lavorativa.
  5. Ansia e Stress: La preoccupazione per la possibilità di episodi di FAP può aumentare i livelli di ansia e stress, influenzando negativamente la qualità della vita e il rendimento lavorativo.
  6. Interazioni Farmacologiche: I farmaci utilizzati per controllare la FAP possono avere effetti collaterali che influenzano le capacità lavorative, come vertigini, sonnolenza, o interazioni con altre terapie.
  7. Limitazioni nelle Mansioni Ad Alto Rischio: In alcuni casi, lavori che richiedono elevati livelli di attenzione e prontezza di riflessi, come quelli che implicano la guida di veicoli, l’uso di macchinari pesanti o il lavoro in altezza, potrebbero essere sconsigliati o richiedere aggiustamenti per garantire la sicurezza.
  8. Esigenza di Controlli Medici Regolari: La gestione della FAP può richiedere frequenti visite mediche e monitoraggi, che potrebbero influenzare la disponibilità al lavoro.

È importante che un lavoratore con FAP collabori strettamente con il proprio medico e, se necessario, con il datore di lavoro per adattare le mansioni lavorative e le condizioni di lavoro in modo da minimizzare i rischi e massimizzare il benessere.

dott.Alessandro Guerri medico specialista in Medicina del Lavoro

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https://www.dica33.it/notizie/34107/fibrillazione-atriale-esagerare-con-ritmi-lavoro-puo.asp

https://www.esanum.it/today/posts/il-burnout-e-la-fibrillazione-atriale