intelligenza artificiale

L’ OMS LANCIA S.A.R.A.H , UN SANITARIO AI.

In vista della Giornata mondiale della salute, l’Organizzazione mondiale della sanità annuncia il lancio di Sarah, un prototipo digitale con una risposta empatica potenziata alimentato dall’intelligenza artificiale generativa (AI), mirato alla promozione della salute.Sarah è l’acronimo di Smart AI Resource Assistant for Health. Rappresenta un’evoluzione degli avatar di informazioni sanitarie basati sull’intelligenza artificiale e utilizza nuovi modelli linguistici e tecnologie all’avanguardia. Lo strumento è pensato per fornire informazioni sui principali argomenti sanitari, comprese le abitudini sane e la salute mentale, per aiutare le persone a ottimizzare il loro percorso di salute e benessere. L’obiettivo è fornire un’arma aggiuntiva affinché le persone possano realizzare i propri diritti alla salute, ovunque si trovino. Sarah è disponibile h24 e parla 8 lingue. E’ alimentato dall’intelligenza artificiale generativa anziché da un algoritmo o uno script preimpostato, che la aiuta a fornire risposte più accurate in tempo reale e a impegnarsi in conversazioni dinamiche e personalizzate su larga scala che rispecchino in modo più accurato le interazioni umane e forniscano risposte sfumate ed empatiche agli utenti in un ambiente privo di giudizi. La tecnologia è supportata dall’intelligenza artificiale biologica di Soul Machines.Sarah, non è sui social ma si può consultare l’avatar, da qualsiasi dispositivo e in qualunque momento, sul sito dell’Oms (Who.com).L’Oms“Il futuro della salute è digitale e aiutare i paesi a sfruttare il potere delle tecnologie digitali per la salute è una priorità per l’Oms – ha affermato il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus -. Sarah ci dà un’idea di come l’intelligenza artificiale potrebbe essere utilizzata in futuro per migliorare l’accesso alle informazioni sanitarie in modo più interattivo. Invito la comunità di ricerca ad aiutarci a continuare a esplorare come questa tecnologia potrebbe ridurre le disuguaglianze e aiutare le persone ad accedere a informazioni sanitarie aggiornate e affidabili”. ( Fonte Siciliasalute)

IA IN MEDICINA

Intelligenza artificiale in medicina sì, ma con paletti ben definiti: affinché a curarci non sia, in futuro, anziché un medico, un algoritmo. Questa la posizione del presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, Filippo Anelli, ascoltato in audizione in Commissione Lavoro della Camera, nel corso dell’Indagine conoscitiva sul rapporto tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro.

Tra le aree sulle quali l’IA ha ad oggi un maggior impatto sono l’imaging, la diagnosi precoce, i piani di trattamento e terapie personalizzate; e, ancora, la progettazione di nuovi farmaci, tramite modelli predittivi; il monitoraggio dei pazienti in tempo reale; i compiti amministrativi e burocratici, quali la gestione degli appuntamenti o l’aggiornamento delle cartelle cliniche; la formazione, tramite modelli di simulazione avanzati; il coinvolgimento dei pazienti e l’aderenza alle terapie; la sorveglianza delle malattie e la previsione di epidemie e pandemie. Ma l’IA, tuttavia, non è priva di criticità e come tutti gli strumenti può prestarsi a un utilizzo improprio. La diffusione massiva e sistemica di applicazioni di IA impone la necessità di una regolamentazione chiara e condivisa in linea con l’Europa.

L’IA – ha sintetizzato Anelli – non solo sta migliorando l’efficienza e l’accuratezza dei servizi sanitari, ma sta anche aprendo la strada a soluzioni sanitarie più innovative, personalizzate e accessibili in tutto il mondo. Tuttavia, è fondamentale affrontare le sfide etiche, legali e formative che accompagnano questi sviluppi. La privacy dei dati, la sicurezza informatica, la responsabilità medica e l’interpretazione corretta delle informazioni sono tutti aspetti critici che devono essere gestiti attentamente”.

Tra i rischi paventati, anche quelli legati a un approccio eccessivamente centrato sull’efficienza, che potrebbe ridurre l’interazione umana e ridimensionare l’interazione medico-paziente. l’IA potrebbe inoltre non essere in grado di considerare adeguatamente la complessità del contesto clinico del singolo paziente, influenzato anche da fattori socioeconomici e da convinzioni e preferenze personali. Ancora, gli algoritmi potrebbero rispecchiare i pregiudizi umani nelle scelte decisionali o diventare il “magazzino” dell’opinione medica personale. Infine, ma non certo ultimo per importanza, potrebbe nasce un conflitto etico per le differenze di intenti e obiettivi tra chi finanzia e realizza un algoritmo e chi lo utilizza.
“Per mitigare questi rischi- ha avvertito Anelli – è essenziale trovare un equilibrio tra l’efficienza offerta dall’IA e la necessità di considerare l’individualità e il contesto clinico di ciascun paziente. Gli operatori sanitari dovrebbero essere coinvolti attivamente nella gestione e nella supervisione dei sistemi di IA, garantendo che la tecnologia sia utilizzata come strumento complementare e non come sostituto delle competenze umane. Normative e linee guida chiare sono fondamentali per garantire un utilizzo etico e sicuro dell’IA in ambito medico”.

In conclusione, Anelli ha portato all’attenzione dei parlamentari un documento sintetico sull’Intelligenza artificiale, approvato dal Comitato Centrale, l’Organo di Governo della Fnomceo, il 4 marzo scorso.

Eccolo, di seguito, in versione integrale.:
“L’Intelligenza Artificiale è utilizzata esclusivamente a supporto delle attività del medico per ottimizzare la qualità, la sicurezza e l’efficacia delle cure.
L’Intelligenza Artificiale per il suo utilizzo deve garantire al medico un livello ragionevole di esplicabilità e di trasparenza e la migliore qualità possibile dei dati, dei risultati e dei processi di sviluppo, per evitare distorsioni ed errori nonché disuguaglianze. Nell’uso di sistemi IA all’interno del suo processo decisionale, il medico è tenuto ad informare il paziente, spiegando i motivi di tale uso, e assicurandosi che il paziente sia consapevole sia delle potenzialità che dei limiti e rischi connessi all’uso di tali tecnologie.

L’impiego di sistemi di IA è orientato al bene della persona e della salute pubblica, rispettando e promuovendo i principi di sostenibilità, universalità, equità e solidarietà, evitando ogni discriminazione o pregiudizio basato su genere, etnia, religione, orientamento sessuale o altri fattori che possano portare a un trattamento ingiusto o diseguale.
Non possono essere utilizzati sistemi di IA non certificati. Il medico, sulla base delle proprie competenze e conoscenze scientifiche, è responsabile delle attività di diagnosi, prognosi, terapia e delle correlate attività informative”.

da doctor33.it

AI E RISCHIO DI “APOCALISSE OCCUPAZIONALE”

da rainews.it

Florence, Italy – September 12, 2016 : Interior of the Dome of Florence Cathedral in Florence with beautiful painting on September 12, 2016. The painting- The Last Judgment was made by Federico Zuccari in 1579.

La ricerca, pubblicata dal quotidiano britannico The Guardian, conferma i timori che hanno portato a cercare immediati protocolli, scatenare forum e organizzare dibattiti in tutto il mondo: il Parlamento europeo, ad esempio, ha già approvato il 13 marzo scorso una legge sull’Ai per garantire sicurezza e rispetto dei diritti fondamentali pur promuovendo l’innovazione.

In Gran Bretagna, fuori dall’Europa dopo il referendum sulla Brexit del giugno 2016, quasi 8 milioni di posti di lavoro potrebbero essere persi a causa dell’intelligenza artificiale in una “APOCALISSE OCCUPAZIONALE”: le donne, i lavoratori più giovani e quelli con salari più bassi sono quelli maggiormente a rischio a causa dell’automazione. A scriverlo nero su bianco l’Institute for Public Policy Research’ (IPPR).

Il rapporto spiega che, analizzando lo scenario peggiore, i lavori più esposti nei prossimi 5 anni sarebbero quelli di primo ingresso, del  part-time e quelli amministrativi. Il think tank ha avvertito che il Regno Unito si trova ad affrontare un momento di “porte scorrevoli” poiché un numero crescente di aziende adotta tecnologie di intelligenza artificiale generativa – in grado di leggere e creare testo, dati e codice software – per automatizzare le attività quotidiane sul posto di lavoro.

In realtà il processo di automazione è già iniziato e attualmente la prima ondata di adozione dell’intelligenza artificiale sta mettendo a rischio molti posti di lavoro poiché un numero crescente di aziende introduce la tecnologia. Tuttavia, una seconda ondata potrebbe portare all’automazione di più posti di lavoro in un contesto di rapidi progressi nell’intelligenza artificiale. 

Gli esperti hanno analizzato 22.000 attività nell’economia che coprono ogni tipo di lavoro, affermando che l’11% delle attività attualmente svolte dai lavoratori sono a rischio. Questa cifra potrebbe, tuttavia, aumentare fino al 59%. Le attività cognitive di routine, tra cui la gestione dei database, la pianificazione e l’inventario, sono già a rischio, con il potenziale di sostituire i lavori entry level e part-time nel lavoro di segreteria, nell’amministrazione e nei servizi ai clienti. Tuttavia, la seconda ondata di adozione dell’intelligenza artificiale potrebbe avere un impatto sulle attività non di routine che coinvolgono la creazione di database, il copywriting e la progettazione grafica, che influenzerebbero posti di lavoro sempre più remunerativi.

le donne, secondo lInstitute for Public Policy Research’sarebbero significativamente più colpite, poiché “hanno maggiori probabilità di lavorare nelle occupazioni più esposte, come le attività di segreteria e amministrative”. 

L’allarme è stato lanciato e si può fare qualcosa: il think tank ha affermato che non è ancora troppo tardi e l’azione del governo potrebbe prevenire l’“apocalisse occupazionale” e aiutare a sfruttare il potere dell’intelligenza artificiale per stimolare la crescita economica e aumentare gli standard di vita.

WORLD HEALTH FORUM VENETO : LE NUOVE FRONTIERE DI IA, MEDICINA E TECNOLOGIA.

In mille hanno riempito la Sala Mantegna al centro congress Padova Congress per la seconda giornata del World Health Forum Veneto, l’evento su medicina e tecnologia alla sua prima edizione.

Keynote speech

Il primo keynote speech, dal titolo “Spingendo le frontiere della medicina: Le scoperte dell’IA in ambito sanitario”, ha avuto per protagonista Mihaela van der Schaar, professoressa e ricercatrice alla University of Cambridge, dove dirige il van der Schaar Lab ed è fondatrice e direttrice del Cambridge Center for AI in Medicine (CCAIM). Personalmente accreditata come inventrice di 35 brevetti statunitensi, nel 2019 un rapporto Nesta l’ha definita la ricercatrice sull’intelligenza artificiale più citata nel Regno Unito.

«Sono molto entusiasta del ruolo dell’intelligenza artificiale in medicina – ha dichiarato Mihaela van der Schaar –. Credo davvero che l’AI possa aiutare i medici a praticare la medicina in modo molto più quantitativo, a partire dall’identificazione dei pazienti a rischio, l’identificazione precoce della malattia, il trattamento della malattia in modo molto più personalizzato, fino al seguire i pazienti dopo la diagnosi. Io quindi mi occupo dell’intera traiettoria della malattia. Sono anche entusiasta di come abbiamo aiutato a potenziare i sistemi sanitari durante il Covid. Ho lavorato a stretto contatto con il National Health Service (il Servizio Sanitario Nazionale del Regno Unito, ndr), per costruire una tecnologia in grado di identificare quando si rendevano disponibili i posti letto in ospedale e quando erano disponibili determinati medici con determinate specializzazioni, dando così loro maggiori possibilità».

Cambridge

La professoressa e ricercatrice della University of Cambridge ha parlato anche di come i Large Language Models, le tecnologie di intelligenza artificiale avanzata incentrate sulla comprensione e sull’analisi del testo, la più nota delle quali è ChatGPT, vengano già utilizzate in ambito medico. «Nel nostro laboratorio stiamo lavorando per costruire Large Language Models che possano essere affidabili e che possano essere potenziati dalle conoscenze cliniche di cui disponiamo, mentre la seconda questione riguarda il trovare soluzioni che mantengano la riservatezza delle informazioni private dei pazienti e che siano comunque in grado di interagire con questi Large Language Models, per poter acquisire da questi modelli informazioni potenti e pertinenti per il paziente specifico che si trova di fronte al medico».

AutoPrognosis

Il suo laboratorio inoltre sviluppa di strumenti di intelligenza artificiale per costruire altri strumenti di intelligenza artificiale da usare in ambito medico: «Per esempio abbiamo costruito già da qualche anno AutoPrognosis, uno strumento che è in grado di trattare qualsiasi malattia a cui si possa essere interessati, dal cancro alle malattie cardiovascolari, alla fibrosi cistica. Un medico, senza bisogno di imparare a scrivere codice software, può dare i dati del paziente ad AutoPrognosis e chiedergli una previsione. Chiedere ad AutoPrognosis di costruire un modello di rischio, ad esempio, per il rischio cardiovascolare o per il cancro. L’aspetto positivo di questi modelli di apprendimento automatico è che sono in grado di automatizzare il processo di selezione del modello migliore. Si tratta di un software open source che tutti possono utilizzare e su cui possono costruire, e spero che possa davvero aiutare sia i medici che i pazienti». (Fonte Padova oggi)

IA E MANAGEMENT : MA È STATA CONSIDERATA LA SICUREZZA DEI LAVORATORI?

da osha.europa.eu

La digitalizzazione sta trasformando i luoghi di lavoro, rendendo le tecnologie di gestione dei lavoratori basate sull’intelligenza artificiale (AIWM) un’area prioritaria per la sicurezza e la salute sul lavoro (OSH).

Il nostro documento più recente esamina il rapporto tra l’intelligenza artificiale (IA) e l’evoluzione delle dinamiche gestionali sul lavoro, utilizzando i dati dei brevetti per analizzare le tecnologie gestionali basate sull’IA, le funzioni previste e l’integrazione tra i vari settori nonché i nuovi rischi possibili per la sicurezza e la salute dei lavoratori.

Sostenendo la necessità di una supervisione strategica delle tecnologie AIWM, mostra che solo una minima parte di tali tecnologie è stata brevettata per migliorare il benessere dei lavoratori ed evidenzia che le considerazioni relative alla SSL devono essere parte integrante del loro processo di progettazione e attuazione.

Leggi il documento di riflessione qui.

Per informazioni sull’intera gamma di funzioni dell’IA nella gestione del personale, consulta tutte le pubblicazioni correlate

MEDICINA , AI E LAVORO .

da dottnet.it

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Grazie all’innovazione legata all’AI, la realtà aumentata o la robotica si sta disegnando quella che sarà la sanità del futuro

Intelligenza artificiale, robotica, nanotecnologie, stampanti 3D, robotica e realtà aumentata. Sono alcuni dei progressi tecnologici degli ultimi anni che, in modo sempre più deciso, stanno entrando anche nell’ambito della medicina e della salute che, proprio grazie all’innovazione, potrebbe diventare sempre più efficiente.  

“Dobbiamo – precisa Silvia Movio, Director di Hunters, brand di Hunters Group, società di ricerca e selezione di personale altamente qualificato – fare una prima premessa che è molto importante: la tecnologia, in qualunque sua forma, non sostituirà mai il preziosissimo e fondamentale lavoro di medici, infermieri e operatori sanitari, ma l’automazione e la possibilità di elaborare e interpretare una grande quantità di dati potranno sicuramente migliorare la diagnosi e il trattamento di numerosissime patologie. Questa rivoluzione si traduce, ovviamente, nella necessità per le strutture pubbliche e private di trovare competenze sempre più specifiche. Nei prossimi mesi, infatti, cresceranno dell’8% le opportunità per Medici Radiologi – Oftalmologi e Medici impiegati nella telemedicina”. 

L’impatto della tecnologia sulla medicina: le opportunità di lavoro. Gli algoritmi stanno cambiando radicalmente anche il modo di fare diagnosi, sono fondamentali nella fase di interpretazione delle immagini e aiutano ad analizzare enormi quantità di dati per fornire una visione completa e sempre più accurata del quadro clinico dei pazienti, portando a diagnosi sempre più accurate, tempestive e precise. L’IA non solo identifica i rischi di malattie, ma aiuta anche a personalizzare le strategie preventive. Basandosi su variabili come l’età, il genere, la storia clinica e lo stile di vita di un individuo, l’IA può suggerire piani di intervento preventivo su misura. Questo approccio personalizzato è fondamentale, poiché ciò che funziona per una persona potrebbe non essere efficace per un’altra.

“Nei prossimi anni – aggiunge Silvia Movio – le competenze, anche in ambito tecnologico, per medici, infermieri e operatori sanitari saranno sempre più centrali. I medici del futuro saranno chiamati ad interagire sempre di più anche con le macchine per fornire ai pazienti un supporto sempre più accurato e preciso”. Non parliamo quindi di nuove professionalità, ma di reinvenzione del mestiere del medico. Ad esempio, tecnologie basate sull’AI controllano già oggi le grandi apparecchiature di diagnostica per immagini (Tomografia Computerizzata, TC o Risonanza Magnetica, RM), standardizzando i protocolli di acquisizione e riducendo drasticamente i tempi di acquisizione degli esami, al fine di migliorare la compliance e il comfort dei pazienti. Differenti specializzazioni mediche si distinguono già per un alto impatto dell’AI nei processi di indagine ed analisi.  La maggior parte di queste applicazioni infatti riguarda la radiologia: molto avanzate sono le applicazioni dell’IA alla mammografia, per lo screening oncologico, ma ce ne sono anche in medicina interna, oftalmologia e in ambito gastro-enterologico a supporto degli esami endoscopici. Interessanti anche le prospettive per i medici impiegati nella Telemedicina, sempre più centrale nella sanità del futuro.

Il PNRR 2024 sottolinea il suo potenziale innovativo per un sistema sanitario italiano più efficiente, equo e accessibile a tutti i cittadini e sempre nel 2024 è previsto il lancio del Portale nazionale che non erogherà servizi di telemedicina, ma monitorerà la diffusione della telemedicina nelle attività di assistenza sanitaria erogate su tutto il territorio nazionale.

UN CHATBOT PIU’ PRECISO DEI MEDICI : UNO STUDIO.

da doctor33.it

Un chatbot avrebbe dimostrato una precisione superiore nelle diagnosi e più empatia rispetto a un medico di base.

L’algoritmo di intelligenza artificiale, denominato Articulate Medical Intelligence Explorer (AMIE), è basato su un grande modello linguistico (LLM) sviluppato da Google ed è addestrato per condurre e valutate conversazioni mediche. Nei test con attori addestrati ad avere patologie ha eguagliato o addirittura superato le performance dei medici umani.

Il chatbot ha dimostrato un’accuratezza superiore nella diagnosi di problemi respiratori, condizioni cardiovascolari e varie patologie rispetto a un medico generico. Inoltre, confrontato con i medici umani, l’algoritmo ha estratto una quantità simile di informazioni dai dialoghi, mostrando un livello più elevato di empatia. come riportato in uno studio preliminare di Tao Tu e colleghi di Google Research e Google DeepMind.

Il software si è basato su cartelle cliniche e anamnesi vocali reali trascritte da medici e pazienti. Per ulteriormente addestrare il modello, i ricercatori hanno incaricato il sistema LLM di interpretare il ruolo di una persona con una specifica malattia o di un medico. Inoltre, il loro algoritmo ha assunto il ruolo di un collega critico, valutando l’interazione del medico con il paziente e fornendo feedback per il miglioramento.

Passando alla fase di test, i ricercatori hanno arruolato 20 partecipanti in uno studio: non pazienti reali ma attori addestrati a simulare sintomi specifici.

Basandosi su un testo preconfezionato i partecipanti hanno simulato, in cieco – quindi senza sapere se stavano interagendo con il sistema AMIE o con un medico vero – un consulto medico con il sistema AI e con 20 medici veri simulando 149 scenari clinici.

Il sistema AMIE ha eguagliato o superato l’accuratezza delle diagnosi dei medici in tutte e sei le specialità mediche esaminate. Su 26 criteri di qualità della conversazione analizzati, il sistema ha superato i medici veri in 24 casi, tra cui cortesia, spiegazione dei sintomi, trattamento, onestà, completezza e coinvolgimento, AMIE ha superato i medici umani.

Uno dei motivi che potrebbe spiegare il fenomeno è che i medici di medicina generale potrebbero non essere abituati a interagire con i pazienti attraverso chat basate su testo, potenzialmente influenzando le loro prestazioni, ma hanno anche notato come i medici si stancano più rapidamente di un robot nel fornire risposte lunghe e strutturate, liquidando più velocemente i pazienti.

Pur riconoscendo che il chatbot è lontano dall’essere impiegato nell’assistenza clinica, gli autori hanno sostenuto che potrebbe alla fine svolgere un ruolo nella democratizzazione dell’assistenza sanitaria. Adam Rodman, professore di medicina presso la Harvard Medical School di Boston, ha sottolineato che nonostante la sua utilità, lo strumento non dovrebbe sostituire l’interazione con i medici, poiché la medicina riguarda molto più che raccogliere informazioni: ruota intorno alle relazioni umane.

I ricercatori stanno progettando ora studi più dettagliati e approfonditi per scoprire fin dove può spingersi il software, eventuali limiti e superare i requisiti etici e di privacy per coinvolgere pazienti reali e applicare il sistema nella pratica clinica quotidiana.

IL FUTURO INCERTO DEL LAVORO INTELLETTUALE DOPO LA RIVOLUZIONE IA

Le ere storiche sono costantemente caratterizzate da rivoluzioni tecnologiche che hanno completamente trasformato la quotidianità dell’umanità, un fenomeno sempre più frequente nei recenti due secoli. Dalla macchina a vapore all’energia elettrica, dal motore a combustione interna alla nascita di Internet, ogni innovazione ha apportato un cambiamento rilevante, inizialmente suscitando preoccupazioni poi rivelatesi positive. Ora è il momento dell’intelligenza artificiale generativa, incarnata da tecnologie come ChatGPT, Midjourney e Runway. Questi sistemi mirano a emulare la creatività umana, generando testi, immagini, musica e video, inaugurando così una nuova era con una transizione certamente complessa, ma potenzialmente capace di riequilibrare la vita e il lavoro umano.

Durante questa fase transitoria, la sfera professionale dei lavoratori intellettuali, noti come “colletti bianchi”, subirà impatti significativi. Tradizionalmente, dall’era della macchina a vapore ai giorni nostri con i robot, l’automazione ha rivoluzionato il lavoro manuale, spostando l’attenzione verso impieghi intellettuali ritenuti unici all’umanità. Tuttavia, con l’emergere di sistemi come ChatGPT, capaci di elaborare informazioni e generare contenuti con una precisione quasi umana, anche i lavori intellettuali diventano suscettibili all’automazione, sollevando preoccupazioni sul futuro di professioni a minor valore aggiunto, come operatori nei call center, traduttori e grafici pubblicitari.

Per i mestieri più complessi, come manager, consulenti, avvocati e giornalisti, è difficile immaginare una sostituzione totale, ma l’introduzione di sistemi di intelligenza artificiale generativa aumenterà notevolmente la produttività individuale, portando a riduzioni di personale e a una concorrenza più intensa. I giovani saranno sfidati, con difficoltà nel trovare posizioni di assistenza quando vi sono alternative virtuali, ma con l’opportunità di saltare la tradizionale gavetta utilizzando efficacemente sistemi di intelligenza artificiale, sfidando la comprensione dei professionisti più anziani.

Indubbiamente, questo periodo transitorio sarà impegnativo, ma coloro che comprenderanno e adotteranno l’intelligenza artificiale in anticipo avranno un vantaggio significativo.

Analizzando le rivoluzioni tecnologiche passate, è prevedibile che dopo questa fase complessa si raggiungerà una nuova era di espansione e benessere. Questo modello è emerso dopo le grandi rivoluzioni industriali, e si ripeterà dopo la diffusione generalizzata dell’intelligenza artificiale generativa. Come avvenuto con l’elettricità e Internet, ci sarà una crescita economica generale, con la creazione di nuove società e servizi al di là delle attuali immaginazioni. La sfida per giovani e lavoratori più anziani non sarà solo migliorare ciò che già esiste, ma inventare ciò che non esiste ancora, grazie all’intelligenza artificiale. Così come con l’elettricità si sono inventati radio, televisione e aspirapolvere, e con Internet si sono introdotti e-commerce, social network e sharing economy, l’intelligenza artificiale generativa potrebbe aprire la strada a innovazioni altrettanto rivoluzionarie.

È difficile prevedere cosa emergerà con l’intelligenza artificiale generativa e se questa espansione economica sarà accompagnata da un aumento dell’occupazione. Tuttavia, è probabile che la società si orienterà verso un modello in cui il lavoro umano sarà ridotto a poche ore al giorno o settimanali, potenzialmente conducendo a un nuovo equilibrio di vita migliore rispetto al presente.

Articolo tratto da info e considerazioni da :

Federico Morgantini, autore del saggio ChatGPT – L’inizio di una nuova era (Kenness, 2023)

INTELLIGENZA ARTIFICIALE E RICERCA SCIENTIFICA

da Cnr.it

L’OCSE, Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, ha appena pubblicato un libro che interessa molto da vicino il mondo della ricerca. Il titolo è “Artificial Intelligence in Science: Challenges, Opportunities and the Future of Science”. L’opera può essere scaricata come PDF o letta online in webbook format dal sito: https://www.oecd-ilibrary.org/sites/a8d820bd-en/index.html?itemId=/content/publication/a8d820bd-en&_csp_=be7a6e5e377bf806fc0a37f89d460d76&itemIGO=oecd&itemContentType=book, sia interamente sia per capitoli.

Il libro si concentra sul ruolo che l’intelligenza artificiale (IA) può avere sull’attività di ricerca e, in particolare, su come potrebbe aumentarne la produttività scientifica. Discute di come, applicando l’IA alla ricerca, si possa migliorare la capacità di scoprire nuove conoscenze scientifiche, e di farlo in maniera più efficiente e più rapida. Il libro raccoglie i contributi di eminenti scienziati e professionisti, ma è scritto in un linguaggio non tecnico accessibile a tutti, decisori politici e stakeholder del mondo della ricerca.

Alla prima parte dell’opera, che affronta il tema della sostenibilità del progresso tecnico-scientifico, ha contribuito anche Giovanni Abramo dell’Istituto di analisi dei sistemi ed informatica “Antonio Ruberti” (Cnr-Iasi), con un saggio sul ruolo della bibliometria nella misurazione della produttività scientifica. Dopo aver dimostrato perché i più popolari indicatori di performance (numero di pubblicazioni, citazioni medie, h index) non sono validi, Abramo propone un indicatore di produttività, FSS (valore dell’output per unità di spesa in ricerca), fondato sulla teoria microeconomica della produzione, e mostra con la sua applicazione che la produttività dei ricercatori italiani è in continua ascesa, anche grazie a sistemi incentivanti quali la VQR e l’ASN, introdotti dal governo nei primi anni dello scorso decennio.

Per informazioni:
Giovanni Abramo
Cnr – Iasi
giovanni.abramo@iasi.cnr.it

ENEA E INTELLIGENZA ARTIFICIALE

da media.enea.it

ENEA ha sviluppato nuovi strumenti basati sull’intelligenza artificiale per misurare e migliorare sicurezza ed efficienza nei luoghi di lavoro. I primi test sono stati condotti con risultati positivi in due contesti lavorativi diversi, una multinazionale farmaceutica e un’azienda italiana di lavorazione dei metalli. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista internazionale Journal of Industrial Information Integration e rientra nel progetto internazionale “Human-Centred Safety Crowd-Sensitive Indicators”, al quale hanno partecipato ENEA (coordinamento), Sapienza Università di Roma, Middlesex University di Londra, l’azienda Human Factors Everywhere e Inail che ha finanziato la quota italiana[1].

“La metodologia e gli strumenti software che abbiamo sviluppato sono pensati per garantire l’efficienza e la sicurezza nelle imprese moderne dove i processi produttivi prevedono l’interazione tra persone, strumentazione fisica e componenti tecnologiche, tra cui robot, droni, software e sensori. In gergo tecnico, ci riferiamo a sistemi cyber-socio-tecnici”, spiega Antonio De Nicola, ricercatore del Laboratorio ENEA di Analisi e protezione delle infrastrutture critiche e coautore dello studio insieme alla collega Maria Luisa Villani, Francesco Costantino, Andrea Falegnami e Riccardo Patriarca di Sapienza Università di Roma, Mark Sujan di Human Factors Everywhere e John Watt della Middlesex University.

Il team di esperti ha definito un nuovo indicatore di resilienza[2] per cogliere il disallineamento tra procedure formali (Work-As-Imagined) e lavoro concretamente svolto dagli operatori in fabbrica e nei cantieri (Work-As-Done). “Spesso efficienza e sicurezza sono messi a rischio da questo disallineamento, in quanto nella realtà esistono più modi di ‘vedere’ lo stesso processo lavorativo e può succedere che i lavoratori possano cambiare, per necessità, quanto stabilito dal protocollo. Ma molti di questi cambiamenti possono essere potenzialmente pericolosi se si è, ad esempio, in una centrale elettrica o in un cantiere edile”, sottolinea De Nicola,

Per stimare questo indicatore, è stata sviluppata una metodologia parzialmente automatizzata basata su questionari ‘dinamici’, per cogliere le differenze tra Work-As-Imagined e Work-As-Done, e sull’intelligenza artificiale, per analizzare e quantificare il gap tra queste due modalità lavorative.

Nell’azienda di produzione di semilavorati in alluminio, l’indicatore ha permesso di individuare la tipologia di funzioni da monitorare con più attenzione per garantire ai lavoratori una maggiore sicurezza. Nell’impianto di produzione farmaceutica, invece, sono state evidenziate anche le principali azioni da intraprendere per migliorare l’efficienza delle operazioni.

A volte il disallineamento tra procedure lavorative formali e il lavoro concreto sono ‘deprecabili’ per il mancato rispetto delle procedure di sicurezza, mentre altre volte il completamento di un processo lavorativo richiede effettivamente che i lavoratori si discostino dai protocolli formali. In ogni caso questa diversità di prospettive può causare tensioni organizzative nell’intero sistema e portare a un basso livello di prestazione o, addirittura, a incidenti legati al mancato rispetto delle procedure di sicurezza”, conclude il ricercatore ENEA.