SICUREZZA LAVORO AUTONOMO

ANALISI DI INFORTUNI E MALATTIE PROFESSIONALI NELL’ INDUSTRIA DEL LEGNO

Da inail.it

Nell’analisi condotta dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto la fotografia dell’andamento infortunistico e tecnopatico in questi due importanti settori del manifatturiero italiano

Nel nuovo numero di Dati Inail un focus sulla fabbricazione di mobili e la lavorazione del legno

ROMA – Nel 2022 gli infortuni denunciati nel settore della fabbricazione di mobili sono stati 3.450, il 2,3% in più rispetto ai 3.373 dell’anno precedente, a conferma della ripresa del fenomeno già registrata nel 2021, dopo la sensibile contrazione delle denunce rilevata nel 2020 per lo stop delle attività lavorative durante la pandemia. Con 343 casi in meno rispetto al 2018, le denunce del 2022 restano comunque al di sotto del dato registrato negli anni pre-Covid. A rilevarlo è l’analisi condotta dalla Consulenza statistico attuariale per il nuovo numero del periodico Dati Inail, che scatta la fotografia dell’andamento di infortuni e malattie professionali in questo settore, che comprende il 4,3% delle aziende assicurate dell’industria manifatturiera (circa 17mila su un totale di quasi 399mila) e con oltre 130mila addetti-anno assicurati rappresenta poco più del 3% dei lavoratori di tutto il comparto.

Gli infortuni concentrati soprattutto nel Nord e Centro Italia. L’85,6% degli infortuni denunciati nella fabbricazione di mobili nel quinquennio 2018-2022 sono avvenuti in occasione di lavoro e la quota di quelli fuori azienda – costituita dalla somma degli incidenti in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro, e di quelli con mezzo di trasporto in occasione di lavoro – si mantiene intorno al 15-16%. Quasi tutto il decremento del quinquennio è da attribuire agli infortuni avvenuti durante lo svolgimento dell’attività lavorativa (299 in meno rispetto al 2018), mentre l’incidenza delle denunce che riguardano il tragitto casa-lavoro-casa rimane pressoché invariata, con l’eccezione del forte calo registrato nel 2020 a causa della pandemia. Gli infortuni si concentrano nel Nord e Centro Italia, le due zone che insieme registrano più del 90% delle denunce nella media del quinquennio, e il 76,2% riguarda lavoratori italiani, mentre il residuo si distribuisce fra comunitari (circa il 20%) e non comunitari (80%). La stragrande maggioranza (90% circa) sono lavoratori di genere maschile.

Dopo la pandemia in crescita anche le malattie professionali. La frequenza infortunistica per il triennio 2019-2021 è pari a 15,71 infortuni indennizzati ogni mille addetti, superiore al 12,74 del manifatturiero ma in linea con il 15,26 dell’Industria e servizi, mentre il rapporto di gravità per lo stesso periodo di tempo indica 1,65 giornate perse per addetto, leggermente superiore sia al totale del manifatturiero sia all’Industria e servizi, che registrano rispettivamente 1,26 e 1,48. Per quanto riguarda le cause di infortunio, più dell’80% dei casi accertati in occasione di lavoro deriva dalla perdita di controllo delle macchine e anche da movimenti del corpo che portano a lesioni fisiche sia interne che esterne. Le malattie professionali denunciate nel 2022 sono state 546, 96 in più rispetto al 2018 e in crescita negli ultimi due anni del quinquennio. Il 65,8% della media di quelle definite positivamente riguarda il sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo, secondo la classificazione internazionale Icd-10 (178 su un totale di 260 per il 2022), seguite dalle patologie del sistema nervoso (22,0%) e da quelle dell’orecchio e dell’apofisi mastoide con 21 eventi nel 2022 (9,1% in media nei cinque anni).

Nell’industria del legno livelli di rischio e gravità superiori alla media. Oltre alla fabbricazione di mobili, la Consulenza statistico attuariale si sofferma anche sull’andamento di infortuni e malattie professionali nel comparto della lavorazione del legno, che comprende sia attività che hanno ancora le caratteristiche del prodotto artigianale fatto a mano sia altre più industrializzate e automatizzate per produzioni su larga scala. Nel 2022, anno in cui risultavano assicurate all’Inail 25.298 aziende con 94.384 addetti (oltre 2.200 in più dell’anno precedente), sono stati denunciati 3.002 infortuni, un numero in crescita dopo la contrazione registrata nel 2020 ma ancora al di sotto dei livelli del 2018 e 2019. Circa un infortunio su 10 avviene nelle fasi di taglio e piallatura, il resto durante la lavorazione del legno. Nel 2022, in particolare, 1.556 casi si sono verificati durante la fabbricazione di altri prodotti di carpenteria in legno e falegnameria per l’edilizia, per lo più porte e finestre (1.051 casi). Analizzando l’indice di frequenza infortunistica emerge che l’industria del legno, con 21,81 infortuni indennizzati ogni mille addetti, presenta per il triennio 2019-2021 una rischiosità elevata, superiore al 12,74 del manifatturiero e al 15,26 dell’Industria e servizi. Stesso discorso per la gravità con 2,92 giornate perse per addetto contro, rispettivamente, 1,26 e 1,48. Per quanto riguarda le malattie professionali nel 2022 ne sono state denunciate 447, il numero più alto dal 2018. L’uso di strumentazioni spesso di tipo artigianale e manuale favorisce l’insorgenza di patologie del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo, che nel 2022 rappresentano il 70% del totale delle denunce.

Le novità legislative per la tutela della salute dei lavoratori. Il nuovo numero di Dati Inail approfondisce anche le novità per la tutela della salute dei lavoratori esposti alle polveri di legno, da cui possono derivare patologie tumorali e malattie di tipo irritativo-allergico della cute e delle mucose respiratorie e oculari. Il decreto interministeriale del 10 ottobre 2023, in particolare, ha modificato e integrato le tabelle delle malattie professionali nell’Industria e nell’Agricoltura, agli articoli 3 e 211 del dpr 1124/1965, ricomprendendo, per lavorazioni che espongono all’azione delle polveri di legno, l’asma bronchiale causato dall’azione delle polveri di legno allergizzanti in aggiunta alle malattie neoplastiche (carcinoma delle cavità nasali, carcinoma dei seni paranasali e carcinoma del nasofaringe). Se da un lato le principali misure di prevenzione e protezione, generali e specifiche, utili alla gestione del rischio di esposizione a polveri di legno, sono facilmente individuabili, dall’altro sono ben evidenti e comprensibili le difficoltà che le micro, piccole e medie imprese incontrano nell’attuarle alla luce dell’evoluzione legislativa e normativa, che negli ultimi anni è stata particolarmente veloce. Dal gennaio 2023, per esempio, il Valore limite di esposizione professionale (Vlep) alle polveri di legno duro è stato abbassato da 5 a 2 mg/m3.

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  • Maggio 2024 Argomenti
    Fabbricazione di mobili, il made in Italy attira sempre di più – Uno sguardo sugli infortuni e malattie professionali nel settore della fabbricazione di mobili – L’industria della lavorazione del legno tra le attività più rischiose – Polveri di legno: novità per la tutela della salute dei lavoratori
    (.pdf – 590 kb)

ALTRE INFO:

MACCHINE PER CANTIERE E DA COSTRUZIONE

da Inail.it

Partendo dal patrimonio informativo che negli anni l’Istituto ha costituito e dalle competenze maturate nell’espletamento delle attività di accertamento tecnico, il documento raccoglie schede tecniche sulle macchine afferenti al tc 151 macchine per cantiere e costruzione, trattando le più significative non conformità rilevate, al fine di illustrare, rispetto allo stato dell’arte di riferimento, le soluzioni costruttive ritenute accettabili, e promuovere un miglioramento dei livelli di sicurezza nei luoghi di lavoro, come previsto nella mission istituzionale.



Prodotto: Volume
Edizioni: Inail – 2024
Disponibilità: Si – Consultabile anche in rete
Informazioni e richieste: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

INDUMENTI IGNIFUGHI ED ARCHI ELETTRICI

Da osha.gov

Gli archi elettrici rappresentano alcuni dei rischi più gravi per la sicurezza dei lavoratori del settore dell’energia elettrica. I rischi di esplosione di archi o flash includono temperature elevate (più calde della temperatura superficiale del sole) per brevi periodi di tempo (frazioni di secondo), gas caldi, un’intensa onda di pressione derivante dall’esplosione (come l’esplosione di una bomba a mano a pochi centimetri di distanza) e schegge di particelle di metallo vaporizzate e fuse. Le lesioni legate all’arco possono variare da ustioni lievi a gravi, cecità, perdita dell’udito e della memoria a causa dell’onda di pressione, ossa rotte o morte. Quando un lavoratore è esposto a un arco voltaico, gli indumenti che indossa possono svolgere un ruolo importante nella gravità del potenziale infortunio.

Lo standard “269” ( 1910.269(l)(6) ):

  • Richiede che i lavoratori siano addestrati sui potenziali pericoli degli archi elettrici e sulle fiamme che possono produrre accendendo altri materiali nell’area.
  • Vieta ai lavoratori di indossare indumenti che, in presenza di un arco, possano potenzialmente aumentare l’entità delle lesioni; cioè se gli indumenti prendessero fuoco e continuassero a bruciare, oppure se si sciogliessero sulla pelle. Pertanto, ai lavoratori è generalmente vietato indossare materiali di abbigliamento realizzati interamente o mescolati con materiali sintetici come acetato, nylon, poliestere o rayon.

Abbigliamento FR e lo standard “269” . L’OSHA ha pubblicato un memorandum interpretativo che fornisce indicazioni per conformarsi ai requisiti di abbigliamento. Questo memorandum fornisce informazioni sui tipi di abbigliamento accettabili e sulla valutazione dei pericoli da parte del datore di lavoro.

Selezione di indumenti ignifughi adeguati : indumenti realizzati al 100% in cotone o lana possono essere accettabili se il loro peso è adeguato alle condizioni di fiamma e arco elettrico a cui un lavoratore potrebbe essere esposto. All’aumentare del livello di calore, questi materiali non si sciolgono, ma possono accendersi e continuare a bruciare. La quantità di calore necessaria per accendere questi materiali dipende da una serie di fattori, tra cui il peso, la struttura, la trama e il colore del materiale. Questo tipo di abbigliamento non è conforme alla norma “269” se può accendersi (e continuare a bruciare) nelle condizioni di esposizione all’arco elettrico e alla fiamma presenti sul posto di lavoro. Se non scelgono indumenti ignifughi, i datori di lavoro devono determinare se gli indumenti indossati dal lavoratore sono accettabili o meno nelle condizioni a cui potrebbe essere esposto. L’abbigliamento FR è accettabile rispetto ai requisiti di abbigliamento OSHA. [Vedere il Memorandum “Linee guida per l’applicazione dello standard di abbigliamento del Sig. James W. Stanley (10 agosto 1995) e il Federal Register del 30 giugno 1994 ].

APPROFONDIMENTO DI PUNTO SICURO:

https://www.puntosicuro.it/rischio-elettrico-C-34/i-dispositivi-per-la-protezione-dagli-effetti-dell-arco-elettrico-AR-19232/

QUADERNO DI CANTIERE 2023 PER IL 2024!

È disponibile on line il Quaderno di cantiere 2023 elaborato dal Gruppo di lavoro “Edilizia” del Comitato provinciale di coordinamento in materia di salute e sicurezza sul lavoro, con il coordinamento editoriale di Centrofor. Questa nuova edizione digitale della pubblicazione, voluta dall’assessore allo sviluppo economico, ricerca e lavoro Achille Spinelli, che è anche presidente del Comitato, è profondamente rinnovata e aggiornata rispetto al passato. L’intento è quello di farne uno strumento operativo a tutti gli effetti, destinato a chi è coinvolto nel processo produttivo, al fine di promuovere la sicurezza e l’integrità delle persone nei luoghi di lavoro. “E’ con vera soddisfazione che presentiamo questo testo – sottolinea l’assessore Spinelli – la cui redazione ha impegnato per un anno i responsabili tecnici delle istituzioni coinvolte, Inail, Apss, Provincia autonoma, associazioni di rappresentanza delle parti economiche e del mondo del lavoro. Il risultato è lusinghiero. Disponiamo ora di uno strumento di prevenzione degli infortuni che potrà essere utilizzato dagli operatori del settore, dalle imprese, dai lavoratori nel loro impegno quotidiano. L’approccio è innovativo, fa largamente ricorso a infografiche ed immagini e consente di illustrare molti dettagli operativi. L’auspicio è che questo Quaderno possa rappresentare uno struimento efficace e utile per una maggiore comprensione delle regole in edilizia e in generale per promuovere concretamente la cultura della sicurezza”.

Il Quaderno si articola in Aree (Organizzazione del cantiere; Valutazione dei rischi; Scavi e demolizioni; Attrezzature di lavoro, opere provvisionali, impianti e DPI; Igiene del lavoro; Procedimenti sanzionatori, infortuni e malattie professionali) e in capitoli, per complessive 132 pagine. 
Potrà essere integrato ed aggiornato annualmente, visto il suo formato digitale, e continuerà quindi ad essere seguito da vicino dai responsabili del Comitato di coordinamento salute e sicurezza sul lavoro. Spinelli ha ringraziato tutti coloro che hanno reso possibile  sua realizzazione, in particolare Fabio Vettori per il contributo artistico, e lo staff tecnico di Centrofor. La pubblicazione sarà inviata in formato digitale ai componenti del Comitato affinché l’inseriscano nei propri spazi social e inviato alle imprese aderenti e ai professionisti coinvolti.Verrà pubblicato inoltre sul sito della Provincia e dell’Apss, che provvederanno anche a metterne a disposizione copia stampata a chi lo desiderasse. 

All.: Quaderno di Cantiere 2023

Allegati

UNO STUDIO SUL LAVORO AI VIDEOTERMINALI DA CASA.

da dguv.de

La crescente digitalizzazione del mondo del lavoro sta portando anche ad una crescente diffusione del lavoro su schermo mobile. Anche in questo caso la pandemia di Covid-19 ha agito da catalizzatore e ha fatto sì che soprattutto l’home office diventasse più importante come forma di lavoro mobile. Ma anche i luoghi di lavoro flessibili (ad esempio in treno, in aeroporto, ecc.) sono favoriti dagli sviluppi tecnici. Tuttavia, non è possibile creare una postazione di lavoro informatica progettata in modo ergonomico in modo ottimale in tutti gli scenari di lavoro mobile. Non si può quindi escludere un possibile sovraccarico dell’apparato muscolo-scheletrico o degli occhi.

Ad oggi, esistono solo poche conoscenze attendibili sugli effetti del lavoro sugli schermi mobili sulla salute fisica. E le conoscenze attuali sul lavoro stazionario sullo schermo non possono essere facilmente trasferite al lavoro mobile. Di conseguenza, le raccomandazioni per i dipendenti a questo punto spesso rimangono piuttosto vaghe.

Per colmare questa lacuna di conoscenze, l’IFA ha effettuato in una prima fase una ricerca sistematica della letteratura: qual è lo stato attuale della ricerca a livello internazionale sui parametri rilevanti del lavoro sugli schermi mobili (tipi di dispositivi, durata di utilizzo, interfacce utente, fattori ambientali) e la loro influenza sulla salute fisica?

Raccolta e selezione di studi internazionali rilevanti

Per il periodo dal 2011 al 2021, il gruppo di ricerca ha cercato nelle banche dati scientifiche (Pubmed, Livio, ScienceDirect), in Google Scholar e in diverse riviste tedesche pubblicazioni in tedesco e inglese sul tema del lavoro sugli schermi mobili. I termini di ricerca scelti includevano aspetti tecnici come diversi dispositivi di lavoro (laptop, tablet, smartphone, ecc.) e fattori ergonomici (ad es. postura, abbagliamento del display). Inoltre, come parole chiave sono state utilizzate le comuni menomazioni fisiche del sistema muscoloscheletrico e degli occhi (ad es. disturbi muscoloscheletrici/disturbi muscoloscheletrici, secchezza oculare). I risultati trovati sono stati poi filtrati attraverso un processo di screening in più fasi da almeno due persone. I titoli e gli abstract delle pubblicazioni sono stati consultati per valutare se il lavoro fosse tematicamente appropriato e se fossero presenti criteri di esclusione come soggetti di prova con quadri clinici consolidati. Alla fine, sono state incluse nell’analisi 21 pubblicazioni, tra cui studi di laboratorio, studi di indagine e revisioni della letteratura.

Possibili vari rischi fisici

Dall’analisi della letteratura emerge che una postura sfavorevole, determinate attrezzature di lavoro e fattori ambientali avversi possono portare a diversi disturbi fisici anche durante orari di lavoro relativamente brevi. I maggiori reclami sono stati riscontrati di solito rispetto al lavoro su una postazione di lavoro fissa (ad es. postazione di lavoro PC desktop progettata ergonomicamente).

Le raccomandazioni possono migliorare la situazione lavorativa

Dai risultati si possono ricavare almeno semplici raccomandazioni: intervalli di lavoro più lunghi e ininterrotti esclusivamente con dispositivi mobili dovrebbero essere considerati e pianificati con particolare attenzione. Cambiare l’attrezzatura di lavoro e le attività può proteggere dal disagio, così come le pause attive e i frequenti cambiamenti di postura. Si possono evitare posizioni di lavoro sfavorevoli, ad esempio: B. migliorare aumentando il piano di lavoro o sostenendo le braccia. È anche fondamentale scegliere il dispositivo giusto per ogni attività. Il lavoro a lungo termine è generalmente sconsigliato, ad es. B. solo con touchscreen o sotto influenze sfavorevoli sulla percezione visiva (riflessi, abbagliamenti, dimensioni dei caratteri inadeguate, ecc.). Dai risultati dello studio esaminati non è ancora possibile ricavare valori quantitativi esatti, ad esempio quale attività può essere svolta e per quanto tempo con quale dispositivo mobile prima che si manifestino i sintomi. L’IFA sta quindi pianificando ulteriori indagini al fine di ricavare informazioni concrete per la valutazione del rischio durante il lavoro mobile.

Conclusione: il lavoro su schermo mobile richiede una pianificazione intelligente, una maggiore consapevolezza dei possibili problemi e la volontà di creare una situazione lavorativa che contrasti questi problemi. Una combinazione di diverse misure è ideale per contrastare i possibili sintomi che possono manifestarsi dopo un breve periodo di tempo.

Il progetto è stato realizzato in collaborazione con i dipartimenti Ufficio e Nuove forme di lavoro del Dipartimento amministrativo della DGUV.

SALUTE E SICUREZZA NELL’ ERA DIGITALE

Monza, 4 dicembre 2023. Promossa dal Comitato consultivo provinciale Inail di Monza la giornata intende approfondire il tema della diffusione delle tecnologie digitali sui luoghi di lavoro e dei rischi per la salute

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L’evento è fruibile in modalità mista, presenza in sala e su piattaforma Teams, organizzato dal Comitato consultivo provinciale Inail di Monza, aderisce alla campagna “Ambienti di lavoro sani e sicuri 2023-25  Salute e sicurezza sul lavoro nell’era digitale”, promossa dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro.

Le tecnologie digitali offrono servizi e soluzioni essenziali in tutti i settori dell’economia e della società. La loro integrazione nel luogo di lavoro sta non solo cambiando il modo di lavorare, ma anche dove e quando lavorare.  Esse stanno rivoluzionando e ridefinendo il futuro del lavoro, incidendo notevolmente nell’organizzazione, nella tipologia e nella gestione dei posti di lavoro. Nei luoghi di lavoro il cambiamento in atto appare inevitabile e nessun settore è immune, dal momento che le imprese introducono tecnologie digitali potenzialmente in grado di incrementare la produttività. La diffusione delle tecnologie digitali comporta però anche sfide e rischi per la salute e la sicurezza sul lavoro. I dati dell’indagine ESENER del 2019 mostrano che i rischi psicosociali sono segnalati più comunemente nei luoghi di lavoro in cui sono utilizzate le tecnologie digitali. Mentre l’indagine OSH Pulse del 2022 di EU-OSHA mostra che i lavoratori da remoto segnalano un aumento del carico di lavoro (33,2%), della velocità o del ritmo del lavoro determinato dalle tecnologie digitali (61,2%), dall’isolamento sociale (56,8%) e da pressanti urgenze temporali o sovraccarico di lavoro (46,9%) con maggiore frequenza rispetto alla popolazione occupata totale

SICUREZZA NEL COMPARTO TRASPORTO E STOCCAGGIO

Da oshua.europa.eu

Orientamenti per la sicurezza e la salute dei lavoratori nel settore del trasporto e dello stoccaggio: pubblicato il nuovo rapporto ESENER

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Per l’ampia gamma di ruoli che lo caratterizza, tra cui autisti e gestori di magazzini tra molti altri, il settore dei trasporti e dello stoccaggio è estremamente diversificato. Poiché vi trovano occupazione oltre 10 milioni di lavoratori nell’UE, è fondamentale adottare un approccio mirato alla sicurezza e alla salute sul lavoro (SSL).

L’EU-OSHA ha pubblicato la relazione Transportation and storage activities – Evidence from the European Survey of Enterprises on New and Emerging Risks (ESENER) [Attività di trasporto e stoccaggio: elementi fattuali desunti dall’indagine europea fra le imprese sui rischi nuovi ed emergenti (ESENER)], che sulla base dei risultati delle tre edizioni dell’indagine (2019, 2014 e 2009) esamina la gestione della SSL nel settore, integrando tale analisi con interviste a esponenti dello stesso.

La relazione individua elementi rilevanti come le dimensioni dell’impresa e i principali fattori di rischio per i lavoratori, come la permanenza prolungata in posizione da seduti e il rischio di incidenti nell’utilizzo di macchine. La pubblicazione analizza anche i problemi di salute più frequenti, tra cui i disturbi muscoloscheletrici e i problemi connessi al benessere mentale, proponendo specifici spunti per le politiche atti ad apportare miglioramenti in materia di SSL nel settore.

È disponibile anche una sintesi della relazione, mentre la pagina della visualizzazione dei dati ESENER contiene i risultati completi dell’indagine per il settore

LA SETTIMANA EUROPEA PER LA SICUREZZA E LA SALUTE SUL LAVORO NELLA REGIONE PIEMONTE

da Regione Piemonte

Dal 23 al 29 ottobre si celebra la Settimana europea per la sicurezza e la salute sul lavoro attraverso centinaia di eventi di sensibilizzazione realizzati in tutta la UE. #EUhealthyworkplaces

Vai al sito dell’iniziativa

La cultura della prevenzione nei luoghi di lavoro

Promuovere la cultura della prevenzione nei luoghi di lavoro è una priorità per la tutela della salute.
La Regione Piemonte si impegna per garantire il diritto alla salute e alla sicurezza in ogni ambito lavorativo.

Attività di vigilanza e controllo

In Piemonte i Servizi di Prevenzione  e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (S.Pre.S.A.L.) delle ASL garantiscono la vigilanza nei luoghi di lavoro pubblici e privati, attraverso :

  • inchieste e accertamenti su malattie professionali e infortuni
  • iniziative d’informazione e formazione
  • assistenza ai lavoratori e alle aziende

Le cause di infortunio

Le principali cause di infortunio grave sono riferibili a:

  • carenza di informazione
  • mancanza di procedure di sicurezza
  • assenza di misure di emergenza
  • sottovalutazione del rischio

I Piani mirati di prevenzione

La Regione Piemonte attua modelli di assistenza e supporto alle imprese nella prevenzione dei rischi per raggiungere i lavoratori socialmente più svantaggiati, generalmente occupati in microimprese e in mansioni che comportano maggiore esposizione a rischi. In particolare ha attivato:

  • diffusione di buone pratiche
  • formazione sui rischi specifici alle figure della prevenzione delle imprese
  • sollecitazione all’autovalutazione
  • canali di comunicazione diretta con gli S.Pre.S.A.L. delle ASL

I settori lavorativi a rischio

  • agricolo e vitivinicolo per l’accesso a luoghi chiusi caratterizzati dalla presenza di gas tossici o da assenza di ossigeno: impianti, pozzi, serbatoi, silos…
  • cerealicolo, foraggero e del giardinaggio per l’utilizzo di attrezzature e macchine agricole
  • edilizio, per la caduta dall’alto
  • attività di saldatura, per i fumi cancerogeni
  • logistica, per patologie professionali dell’apparato muscolo-scheletrico
  • sanitario, per lo stress correlato al lavoro, con particolare riferimento alle aggressioni agli operatori sanitari
     

La Rete WHP Regione Piemonte

La rete contribuisce a migliorare lo stato di salute e di benessere dei lavoratori, incoraggiando, nei luoghi di lavoro, azioni e cambiamenti organizzativi e comportamentali attraverso l’attuazione di interventi riconosciuti come pratiche raccomandate.

Ulteriori informazioni qui

“Storie di infortunio” – DORS Regione Piemonte

Il progetto valorizza l’inchiesta infortuni attraverso storie che utilizzano gli elementi della narrazione per proporre soluzioni efficaci per la prevenzione. Le storie sono scritte dagli operatori dei Servizi di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro delle ASL piemontesi.

Consulta il repertorio

Le iniziative sul territorio piemontese

I Servizi Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro (SPRESAL) delle ASL di Novara, Vercelli e Verbano Cusio Ossola promuovono una serie di eventi che si terranno a Novara dal 23 al 27 ottobre
Consulta il calendario 

L’ASL BI organizza seminari rivolti alle Figure della Prevenzione aziendale delle imprese del territorio che hanno aderito ai Piani Mirati di Prevenzione
Scopri le iniziative L’ASL Città di Torino ha organizzato un evento che si terrà venerdì 27 ottobre, presso l’Educatorio della Provvidenza, in Corso Trento 13 a Torino.
Ulteriori dettagli qui

L’ASL TO 5 promuove incontri con le aziende del territorio che hanno aderito alla rete WHP Piemonte e diffonde materiale divulgativo, che è possibile scaricare qui

EMILIA ROMAGNA: LE BUONE PRATICHE NEL RISCHIO TRASPORTI E STRADALE

da Regione Emilia Romagna

Lettura facilitata 

Copertina della Buona Pratica

Gli incidenti stradali rappresentano un grave problema di Sanità Pubblica. Il DPCM 12 gennaio 2017 (punto B6 dell’allegato 1) definisce la promozione della sicurezza stradale un LEA e conseguentemente gli interventi finalizzati alla promozione della salute in questo ambito costituiscono prestazioni sanitarie che devono essere garantite alla popolazione. I dati disponibili, nazionali e regionali confermano la gravità del fenomeno dell’incidentalità stradale: nel 2021 si sono verificati complessivamente in Italia oltre 150.000 incidenti stradali con 2.875 vittime e conseguenze economiche stimate al 0.9% del PIL Nazionale. Considerando specificatamente la realtà lavorativa emerge anche qui la rilevanza dell’incidentalità stradale, sia in termini di infortuni, sia in termini di eventi mortali, a fronte di un trend in diminuzione degli incidenti avvenuti in ambiente di lavoro ordinario. […]

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