Monthly Archives: Agosto 2023

EVOLUZIONE CELLULARE NEL MESOTELIOMA.

da doctornews33.it

Un nuovo studio pubblicato su Molecular Cancer fornisce preziose informazioni sulle interazioni multidimensionali che governano l’evoluzione clinica del mesotelioma pleurico maligno (MPM). Si tratta di una malattia che sfugge al modello genetico classico dell’evoluzione del cancro, ed è caratterizzata da ampia eterogeneità e plasticità trascrizionale. L’evoluzione clinica di tale patologia mostra una progressiva transdifferenziazione che converte cellule epitelioidi (E) ben differenziate in fenotipi sarcomatoidi (S) indifferenziati e pleomorfi.

«Cogliere il modo in cui avviene questa transizione è necessario per capire come si sviluppa e progredisce il mesotelioma pleurico maligno, ed è fondamentale per migliorare la gestione e l’aspettativa di vita dei pazienti» spiegano gli autori dello studio, diretti da Federica Torricelli, dell’Azienda Unità Sanitaria Locale IRCCS di Reggio Emilia. Gli approcci trascrittomici di massa, pur fornendo una panoramica significativa, non sono riusciti a spiegare questa evoluzione e a identificare la gerarchia degli eventi molecolari attraverso i quali avviene la transizione.

Per meglio comprendere la situazione, i ricercatori hanno applicato un approccio trascrittomico ad alta dimensionalità.Gli esperti hanno profilato139 regioni in 8 MPM bifasici (B-MPM) utilizzando il GeoMx™ Digital Spatial Profiler per ricostruire il contesto posizionale delle attività trascrizionali e la topologia spaziale delle interazioni delle cellule MPM. La convalida è stata condotta su un’ampia coorte indipendente di 84 MPM.Ebbene, l’analisi dei dati ha dimostrato l’esistenza di un complesso ecosistema circolare in cui, all’interno di un forte ambiente infiammatorio che si crea su spinta dell’amianto, il mesotelioma pleurico maligno e le cellule immunitarie si influenzano a vicenda per supportare la S-transdifferenziazione. Inoltre, gli autori hanno osservato che i macrofagi favoriscono l’evasione immunitaria, e che l’espressione di TGFB1 è correlata a una ridotta probabilità di sopravvivenza.

«I nostri risultati aprono nuove prospettive per migliorare l’uso dell’immunoterapia in questa malattia» concludono gli esperti.

Molecular Cancer 2023. Doi: 10.1186/s12943-023-01816-9
https://doi.org/10.1186/s12943-023-01816-9

DIETA SANA SUL LUOGO DI LAVORO

Da medicoepaziente.it

Con interventi mirati, in luoghi circoscritti, è possibile migliorare le abitudini alimentari di specifici gruppi di lavoratori, per ridurre i fattori di rischio cardiometabolico? Negli USA ci hanno provato con la dieta mediterranea e i vigili del fuoco.

I pompieri non sono stati scelti a caso. Si tratta infatti di una categoria di lavoratori con un rischio più alto della media di malattie cardiometaboliche e di tumore. Ricerche precedenti hanno rivelato che i vigili del fuoco statunitensi hanno spesso ambienti inadeguati per le mense comuni e turni di lavoro che comportano scarsa attività fisica e cattive abitudini alimentari.

Un intervento per modificare le abitudini alimentari dei vigili del fuoco

Lo studio è stato progettato per verificare se un intervento nutrizionale mirato potesse migliorare l’adesione ai principi di una dieta sana (identificata con la dieta mediterranea) e migliorare i parametri cardiometabolici dei partecipanti. A questo scopo sono state selezionate 2 stazioni dei pompieri nello stato dell’Indiana con 485 vigili del fuoco di carriera.

Le stazioni sono state divise random fra il gruppo di controllo e quello dell’intervento nutrizionale, che comprendeva sconti nei supermercati e campioni gratuiti di alimenti della dieta mediterranea, piattaforme online di educazione alimentare, annunci e promemoria via e-mail, educazione e sostegno alla famiglia e dimostrazioni di cucina mediterranea. I vigili del fuoco delle stazioni assegnate al gruppo di controllo, invece, non hanno ricevuto alcun intervento di educazione alimentare e sono stati invitati a seguire la loro dieta abituale.

Al termine dello studio della durata di un anno pubblicato il 17 agosto su Jama Network Open il cambiamento nelle abitudini alimentari è stato misurato con un punteggio di dieta mediterranea (MDS) modificato al basale e al follow-up a 6 e 12 mesi. I parametri cardiometabolici erano esiti secondari.

Dei 485 vigili del fuoco inclusi, 458 (94,4%) erano uomini e l’età media (SD) era di 47 (7,5) anni. Un totale di 241 vigili del fuoco (27 stazioni dei vigili del fuoco) sono stati randomizzati all’intervento sulla nutrizione mediterranea e 244 (25 stazioni dei vigili del fuoco) hanno continuato la dieta abituale. I risultati sono stati analizzati utilizzando modelli statistici lineari aggiustati per fattori confondenti.

Nel gruppo di intervento rispetto al gruppo di controllo, il punteggio della dieta mediterranea modificata è aumentato significativamente di 2,01 punti (IC al 95%, 0,62-3,40; P = ,005) a 6 mesi e di 2,67 punti (IC al 95%, 1,14-4,20; P = .001) a 12 mesi. Lo studio ha consentito anche di rilevare alcuni cambiamenti specifici, come per un aumento dell’uso dell’olio di oliva in cucina, un maggior consumo di pesce  e di noci e una diminuzione del consumo di cibi fast food e bevande alcoliche. Tra gli esiti secondari, i cambiamenti nei fattori di rischio cardiometabolico non erano statisticamente significativi a 1 anno.

In conclusione, lo studio ha dimostrato la possibilità di ottenere un cambiamento nelle abitudini alimentari di un gruppo di lavoratori, con alti tassi di malattie associabili a una dieta poco sana, anche se nell’arco di un anno non si sono riscontrati cambiamenti significativi nei parametri cardiometabolici.