SANITA’

YUKA L ‘APP CHE SEGNALA GLI ALIMENTI SALUTARI. LUCI ED OMBRE.

L’immagine di una carota arancione col suo bel ciuffetto verde campeggia sugli schermi di qualcosa come 28 milioni di smartphone dislocati in 11 paesi del mondo: il simbolo è quello di Yuka, un’app che – spiega il sito – ha l’obiettivo di “migliorare la salute dei consumatori aiutandoli a decifrare le etichette dei prodotti alimentari e cosmetici” e, dunque, di guidarli nella scelta di quelli più salutari. Una sorta di fidata consigliera del saggio acquisto, insomma. Una specie di bussola che solo in Italia guida tra gli scaffali dei supermercati circa due milioni di italiani, informati sulla scarsezza, la mediocrità o l’eccellenza di articoli fino a ieri infilati nel carrello senza troppo indagare sui loro ingredienti.

Ma davvero quello che mangiamo potrebbe essere così pericoloso per la nostra salute? Davvero c’è bisogno di un’app che avverta l’ignaro consumatore della presenza di sostanze nocive nei prodotti di bellezza? Sì, secondo quelli che considerano Yuka una preziosa alleata per un consumo più informato finalizzato anche ad indurre l’industria del settore agroalimentare e cosmetico a migliorare l’offerta; niente affatto secondo chi rileva la mancanza di corretti supporti scientifici nella formulazione delle sue valutazioni. E pure secondo l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che su Yuka ha avviato un’istruttoria per l’uso del sistema di rilevazione usato, il francese Nutri-Score, un’etichetta che identifica i valori nutrizionali attraverso due scale correlate: una cromatica divisa in 5 gradazioni dal verde al rosso e una alfabetica, comprendente le cinque lettere dalla A alla E. Da tempo Nutri-Score è al centro di un acceso dibattito tra gli stati europei, divisi tra coloro che appoggiano tale rilevazione e gli altri – come l’Italia – che la osteggiano, preferendo il NutrInform Battery che valuta non i singoli cibi, ma la loro incidenza all’interno della dieta.
 
Il timore rilevato dall’Antitrust, pertanto, è che “l’etichetta NutriScore, così come i punteggi e i giudizi forniti dall’app, in assenza di adeguate avvertenze, vengano erroneamente percepiti come valutazioni assolute sulla salubrità di un determinato prodotto, che prescindono dalle esigenze complessive di un individuo (dieta e stile di vita), dalla quantità e dalla frequenza di assunzione all’interno di un regime alimentare variegato ed equilibrato”.

Ma quindi? Alla fine, di Yuka come delle app a lei simili, ci si può fidare oppure no? (Fonte TODAY.it)

ORTOBIOLOGIA EFFICACE CONTRO L ‘ARTROSI

Infiltrazioni con antinfiammatori e acido ialuronico, PRP (Plasma Ricco di Piastrine) e cellule mesenchimali: trattamenti mini invasivi per trattare l’artrosi da lieve a moderata, e ridurre il dolore

Combattere l’artrosi si può, anche senza bisturi: dopo i trattamenti infiltrativi con farmaci antinfiammatori e quelli a base di acido ialuronico, oggi la ricerca si concentra su infiltrazioni con i derivati del sangue, i cosiddetti PRP (Plasma Ricco di Piastrine), fino ad arrivare ai trattamenti con le cellule mesenchimali estratte dal midollo osseo o dal grasso sottocutaneo.

Parliamo di ortobiologia, metodiche che sfruttano le capacità rigenerative delle cellule del corpo umano con l’obiettivo di stimolare la ricrescita di alcuni tessuti e di attenuare l’infiammazione, trattamenti non chirurgici e mini invasivi che accendono nuove speranze per coloro che fino a qualche anno fa avevano come unica scelta terapeutica l’intervento di sostituzione protesica.

Queste tecniche di medicina riparativa e rigenerativa sono applicabili al trattamento conservativo delle articolazioni, ma anche alla fase post-intervento chirurgico, per migliorarne l’esito, favorendo la guarigione dei tessuti. L’artrosi è una malattia articolare cronico-degenerativa a carattere progressivo che colpisce in Italia circa 4 milioni di persone: “Per il trattamento dell’artrosi,  patologia degenerativa che aumenta con l’età – spiega Alberto Momoli (nella foto), Presidente della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia, SIOT e Direttore UOC Ortopedia e Traumatologia, Ospedale San Bortolo, Vicenza – si sono aperte nuove strade per cure più conservative e, grazie alle tecniche di ortobiologia, siamo entrati in una nuova era in ambito ortopedico. Questo tipo di procedure riguarda però le fasi iniziali dell’artrosi, i gradi 2 e 3. Mentre se l’artrosi è di quarto grado non ci sono alternative all’intervento chirurgico. E’ fondamentale l’intervento precoce”.

Evidenze scientifiche hanno dimostrato l’efficacia delle infiltrazioni con l’acido ialuronico e con il PRP, e la letteratura più recente anche quelle con le cellule mesenchimali, in particolare nell’articolazione del ginocchio.

Fra i trattamenti infiltrativi in prima linea per il trattamento conservativo dell’artrosi di ginocchio c’è l’acido ialuronico che viene iniettato nell’articolazione allo scopo di lubrificarla e nutrire la cartilagine rimanente, una pratica clinica ormai diffusa che mostra benefici anche nell’artrosi dell’anca. Nel caso dell’articolazione del ginocchio, quando la risposta a questa terapia non fosse sufficiente, è possibile ricorrere alle infiltrazioni con i derivati del sangue, PRP. In questo caso, dal sangue del soggetto, opportunamente centrifugato, viene estratto il plasma ricco di piastrine che, iniettato, favorisce il rilascio di fattori di crescita piastrinica, cioè di molecole che consentono ai tessuti di ripararsi e rigenerarsi. Il PRP trova ampia applicazione anche nella rigenerazione dei tendini della spalla.

Un’ulteriore possibilità, ancora in fase sperimentale, è offerta dalle cellule staminali mesenchimali estratte dal tessuto adiposo addominale e poi infiltrate nell’articolazione artrosica.  “Si tratta di una procedura più complessa rispetto a quella prevista dalla cura con il PRP – precisa Momolima si svolge anch’essa in regime ambulatoriale. In entrambi i casi è importante rivolgersi a centri certificati e con elevati standard qualitativi. Quando usato su persone con artrosi, il trattamento a base di cellule mesenchimali, utile anche in caso di tendiniti, è molto efficace sul ginocchio e un po’ meno sull’anca. Bisogna, comunque tener presente che tale cura è in grado solo di rallentare il processo artrosico, ma non di farlo regredire”.  

I trattamenti infiltrativi presentano controindicazioni estremamente ridotte con un’attenzione particolare nei soggetti fragili o coloro che fanno uso di farmaci anticoagulanti o presentano varie comorbidità; riguardo le infiltrazioni con il cortisone e con l’acido ialuronico non ci sono particolari controindicazioni a meno che il paziente non presenti allergie a uno dei componenti del farmaco o alterazioni gravi dello stato di salute.

Il trattamento infiltrativo con PRP e mesenchimali viene utilizzato principalmente per trattare quelle artrosi da lievi a moderate, sintomatiche, in cui il danno articolare e la funzione residua permetta ancora margini di un trattamento non chirurgico consentendo così una migliore qualità di vita per il soggetto che, in caso di progressione della malattia, potrà essere sottoposto alla chirurgia protesica.  

La scelta delle diverse tecniche, oltre ad aderire alle indicazioni delle linee guida presenti in materia, viene valutata dallo specialista caso per caso, anche nel rapporto costi-benefici. A fare la differenza è sempre la prevenzione: “Noi produciamo cartilagine fino ai 25-30 anni – conclude Momoli poi cominciamo a consumarla per vari motivi anche per attività fisica eccessiva o al contrario per sedentarietà. Senza dimenticare che oltre ad un’alimentazione corretta che deve garantire il giusto apporto di calcio è soprattutto il movimento costante uno dei fattori che contribuiscono a prevenire la degenerazione della cartilagine”. (Fonte Dottnet.it)

LA SICUREZZA NEL CANTIERE ARCHEOLOGICO.

da Inail.it

Il settore dedicato alla conservazione e alla tutela del patrimonio storico e artistico è caratterizzato da addetti e operatori altamente specializzati, per i quali i rischi professionali vanno attentamente individuati e valutati in contesti caratterizzati da specifiche esigenze, correlate alla varietà di figure professionali, contemporaneamente presenti nei luoghi di lavoro e con formazione ben distinta fra loro, e alla necessità di assicurare, insieme alla tutela dell’incolumità dei lavoratori e degli altri operatori, l’attenzione al valore storico e artistico del bene sul quale si interviene che obbliga, spesso, ad una organizzazione del lavoro non standardizzata.

In questo ambito, la tutela della salute e la sicurezza sul lavoro deve essere adeguatamente considerata sia negli interventi volti a favorire il miglioramento delle conoscenze del patrimonio archeologico e a garantire continuità alle attività di ricerca scientifica e storica, sia negli interventi di messa in sicurezza, recupero, sistemazione di siti di rilevanza storico-archeologico per l’accessibilità e fruibilità nell’ambito di iniziative di inclusione sociale e culturale, di valorizzazione e promozione del patrimonio archeologico.




Prodotto: Fact sheet
Edizioni: Inail – 2024
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Informazioni e richieste: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

WORLD HEALTH FORUM VENETO : LE NUOVE FRONTIERE DI IA, MEDICINA E TECNOLOGIA.

In mille hanno riempito la Sala Mantegna al centro congress Padova Congress per la seconda giornata del World Health Forum Veneto, l’evento su medicina e tecnologia alla sua prima edizione.

Keynote speech

Il primo keynote speech, dal titolo “Spingendo le frontiere della medicina: Le scoperte dell’IA in ambito sanitario”, ha avuto per protagonista Mihaela van der Schaar, professoressa e ricercatrice alla University of Cambridge, dove dirige il van der Schaar Lab ed è fondatrice e direttrice del Cambridge Center for AI in Medicine (CCAIM). Personalmente accreditata come inventrice di 35 brevetti statunitensi, nel 2019 un rapporto Nesta l’ha definita la ricercatrice sull’intelligenza artificiale più citata nel Regno Unito.

«Sono molto entusiasta del ruolo dell’intelligenza artificiale in medicina – ha dichiarato Mihaela van der Schaar –. Credo davvero che l’AI possa aiutare i medici a praticare la medicina in modo molto più quantitativo, a partire dall’identificazione dei pazienti a rischio, l’identificazione precoce della malattia, il trattamento della malattia in modo molto più personalizzato, fino al seguire i pazienti dopo la diagnosi. Io quindi mi occupo dell’intera traiettoria della malattia. Sono anche entusiasta di come abbiamo aiutato a potenziare i sistemi sanitari durante il Covid. Ho lavorato a stretto contatto con il National Health Service (il Servizio Sanitario Nazionale del Regno Unito, ndr), per costruire una tecnologia in grado di identificare quando si rendevano disponibili i posti letto in ospedale e quando erano disponibili determinati medici con determinate specializzazioni, dando così loro maggiori possibilità».

Cambridge

La professoressa e ricercatrice della University of Cambridge ha parlato anche di come i Large Language Models, le tecnologie di intelligenza artificiale avanzata incentrate sulla comprensione e sull’analisi del testo, la più nota delle quali è ChatGPT, vengano già utilizzate in ambito medico. «Nel nostro laboratorio stiamo lavorando per costruire Large Language Models che possano essere affidabili e che possano essere potenziati dalle conoscenze cliniche di cui disponiamo, mentre la seconda questione riguarda il trovare soluzioni che mantengano la riservatezza delle informazioni private dei pazienti e che siano comunque in grado di interagire con questi Large Language Models, per poter acquisire da questi modelli informazioni potenti e pertinenti per il paziente specifico che si trova di fronte al medico».

AutoPrognosis

Il suo laboratorio inoltre sviluppa di strumenti di intelligenza artificiale per costruire altri strumenti di intelligenza artificiale da usare in ambito medico: «Per esempio abbiamo costruito già da qualche anno AutoPrognosis, uno strumento che è in grado di trattare qualsiasi malattia a cui si possa essere interessati, dal cancro alle malattie cardiovascolari, alla fibrosi cistica. Un medico, senza bisogno di imparare a scrivere codice software, può dare i dati del paziente ad AutoPrognosis e chiedergli una previsione. Chiedere ad AutoPrognosis di costruire un modello di rischio, ad esempio, per il rischio cardiovascolare o per il cancro. L’aspetto positivo di questi modelli di apprendimento automatico è che sono in grado di automatizzare il processo di selezione del modello migliore. Si tratta di un software open source che tutti possono utilizzare e su cui possono costruire, e spero che possa davvero aiutare sia i medici che i pazienti». (Fonte Padova oggi)

RUMORE ANNOYANCE E SALUTE

Nel mondo moderno, siamo costantemente immersi in un concerto di suoni: traffico, costruzioni, suoni industriali e persino semplici rumori domestici. Tuttavia, spesso sottovalutiamo l’impatto che questi suoni costanti possono avere sulla nostra salute e sul nostro benessere generale. Secondo le Linee Guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sul Rumore Ambientale del 2018, l’esposizione prolungata a livelli elevati di rumore può portare a una serie di problemi di salute, che vanno dalla perdita uditiva al disturbo del sonno e persino a gravi complicazioni cardiovascolari.

Le Linee Guida dell’OMS forniscono un quadro completo per valutare gli effetti del rumore ambientale sulla salute umana e offrono raccomandazioni specifiche per mitigare i suoi impatti negativi. Secondo tali linee guida, il livello di esposizione al rumore dovrebbe essere mantenuto al di sotto di determinati livelli per proteggere la salute pubblica. Ad esempio, per il rumore stradale, l’OMS consiglia di mantenere i livelli di esposizione al di sotto di 53 decibel durante il giorno e di 45 decibel durante la notte.

Un impatto significativo del rumore ambientale è sulla qualità del sonno. Il costante rumore di sottofondo può disturbare il sonno, causando un riposo non ristoratore e contribuendo a problemi di salute a lungo termine come l’ipertensione e le malattie cardiache. Secondo le Linee Guida dell’OMS, è importante ridurre l’esposizione al rumore durante la notte per garantire un sonno di qualità e promuovere la salute generale.

Inoltre, l’esposizione prolungata al rumore può avere gravi implicazioni sulla salute mentale. Il costante stress derivante dall’esposizione al rumore può aumentare il rischio di ansia, depressione e altri disturbi psicologici. Questo sottolinea l’importanza di adottare misure per ridurre il rumore ambientale nelle nostre comunità al fine di proteggere la salute mentale della popolazione.

Le Linee Guida dell’OMS del 2018 sottolineano anche l’importanza di una pianificazione urbana intelligente e di politiche pubbliche mirate per ridurre l’impatto del rumore ambientale sulla salute. Questo potrebbe includere la creazione di zone a bassa rumorosità intorno alle aree residenziali, la promozione di tecnologie e veicoli a basso rumore e l’implementazione di regolamenti sul rumore per le attività industriali e commerciali.

Il rumore ambientale rappresenta pertanto una minaccia significativa per la salute pubblica e il benessere generale. Le Linee Guida dell’OMS del 2018 forniscono un importante quadro per valutare e affrontare questo problema in modo efficace. È imperativo che i decisori politici, gli urbanisti e la società nel suo complesso prendano misure concrete per ridurre l’esposizione al rumore e proteggere la salute delle generazioni future.

le linee guida:

annoyance e salute, ( WHO Environmental Noise Guidelines, 2018).

UNI 10637: LA SICUREZZA IN PISCINA

da uni.com

Tenersi in forma – a tutte le età – praticando attività sportive è di certo una priorità oggi. Per farlo però sono necessarie strutture che garantiscano la salute e l’incolumità degli individui. Parlando specificatamente delle attività acquatiche, ad esempio, è necessario che le piscine ove si praticano gli sport dedicati siano idonee e sempre ben controllate. Ecco che in quest’ottica la normazione, con la commissione Impianti ed attrezzi sportivi e ricreativi, ha di recente reso disponibile in lingua italiana l’aggiornamento della norma UNI 10637.Il documento specifica i requisiti di progettazione, costruzione e gestione degli impianti per il trattamento dell’acqua di piscine ad uso pubblico. Fornisce, inoltre, le indicazioni relative alle prove e ai controlli atti a garantire una qualità dell’acqua di piscina adeguata alla balneazione. Si applica a tutte le piscine ad uso pubblico alimentate con acqua potabile.Questa evoluzione del documento è stata voluta per tener conto delle innovazioni tecnologiche, delle necessita di contenimento dei consumi idrici e di risparmio energetico e anche delle esperienze europee degli esperti partecipanti ai comitati tecnici CEN.

All’interno della UNI 10637 sono riportati i seguenti riferimenti normativi:

UNI EN 1069-1 Acquascivoli – Parte 1: Requisiti di sicurezza e metodi di prova;

UNI EN 13451 (serie) Attrezzature per piscine;

UNI EN 15074 Prodotti chimici utilizzati per ii trattamento dell’acqua di piscina – Ozono;

UNI EN 15288-1 Piscine – Parte 1: Requisiti di sicurezza per la progettazione;

UNI EN 15288-2 Piscine – Parte 2: Requisiti di sicurezza per la gestione;

UNI EN 15798 Prodotti chimici utilizzati per ii trattamento dell’acqua di piscina – Materiali per filtrazione;

UNI EN 16582-1 Piscine domestiche – Parte 1: Requisiti generali inclusi i metodi di sicurezza e di prova;

UNI EN 17125 Spa domestiche/vasche idromassaggio/hot tubs – Requisiti di sicurezza e metodi di prova;

UNI EN 17818 Dispositivi per la generazione in situ di biocidi – Cloro attivo generate da cloruro di sodio mediante elettrolisi.

LONGEVITY SUMMIT A MILANO.

da https://hebe.unimi.it/

il 27 marzo 2024 in Aula Magna della Statale HEBE sarà protagonista

Il Prof. Elia Biganzoli, Co-PI di HEBE, è uno degli Organizzatori del “Milan Longevity Summit – RISCRIVERE IL TEMPO – Scienza e Miti nella corsa alla Longevità”, al via il 14 marzo 2024.

Secondo il World Social Report 2023 delle Nazioni Unite, entro il 2050 il numero di persone di età pari o superiore a 65 anni raddoppierà, superando i due miliardi di individui. A livello globale, un bambino nato nel 2021 può aspettarsi di vivere in media quasi 25 anni in più rispetto a un neonato del 1950.

Per sostenere una società sempre più longeva, la sfida è promuovere quella che in inglese viene chiamata la aging intelligence, la consapevolezza dei comportamenti individuali e dello stile di vita, mettendo contemporaneamente a punto nuovi paradigmi sociali in materia di politiche di welfare, economia, lavoro, organizzazione delle città.

Dal 14 al 27 marzo i più celebri esperti mondiali si confronteranno a Milano sulla svolta demografica in atto e sulla possibilità di una vita più lunga in buona salute.

I

Un ricco programma di incontri gratuiti, previa registrazione, che culminerà nell’ultima giornata, il 27 marzo, organizzata dal Prof. Elia Biganzoli, presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi di Milano Statale. Una giornata che ha l’obiettivo di fornire un’approfondita analisi del legame tra benessere e processi di invecchiamento, affrontando la tematica sia dal punto di vista filosofico, epistemologico ed estetico, sia da una prospettiva biologica, che spazierà tra le neuroscienze, l’immunologia e l’epigenetica.

La giornata del 27 Marzo 2024 in Aula Magna, che chiude la serie degli incontri del Milano Longevity Summit, viene organizzata nello spirito multidisciplinare del progetto HEBE.

La mattinata introdotta dai PI del progetto Elia Biganzoli e Mario “Mago” Clerici è dedicata all’Umanesimo Scientifico e vede i contributi del Magnifico Rettore di UNIMI Elio Franzini, insieme alla Prorettrice Vicaria Maria Pia Abbracchio con Lucio Rovati, Eva Cantarella, Armando Massarenti, Piero Bassetti. I temi della filosofia e della storia si intersecano con la visione antropologica della salute umana nella dimensione del benessere.

Il primo pomeriggio della giornata vede la presentazione e la premiazione dei poster relativi ai primi risultati del Progetto HEBE a cura di Daniela Lucini, responsabile medico sportivo di HEBE.

Il programma scientifico del pomeriggio continua con il tema dell’invecchiamento in salute, che inizia nel grembo materno, e del ruolo di epigenetica e cervello per la vita in salute. I primi a declinarlo in relazione al cosiddetto inflammaging sono Sergio Pecorelli (i primi mille giorni), Claudio Franceschi (che ha coniato il termine “inflammaging”) e Paolo Fiorina (diabete e inflammaging). La parte centrale del pomeriggio è affidata a Valentina Bollati, Referente per la Ricerca Traslazionale di HEBE (ambiente, epigenetica e salute nella prospettiva del progetto HEBE). Concludono Michela Matteoli, Aviv Mezer e Hannah Monyer sul ruolo del cervello, delle neuroscienze e dell’estetica nell’invecchiamento in salute.

La serata conclusiva in Aula Magna prevede un intervento musicale di benessere, che coinvolgerà attivamente pubblico insieme, scienziati e musicisti, con lo scopo di regalare un’esperienza emozionale concreta volta a evidenziare il ruolo positivo di arte e musica nella promozione e protezione della salute.

Iscrizione

Per iscriversi gratuitamente all’evento del 27 marzo, inserire il proprio nome e e-mail a questo link.

Tutte le conferenze saranno trasmesse in live streaming. Maggiori informazioni sul sito del Milan Longevity Summit, qui.

Qui sotto trovate il programma dettagliato del Milan Longevity Summit:Programma dettagliatoDownload

VIOLENZA DOMESTICA E LAVORO

da osha.europa.eu

La violenza domestica ha un impatto sull’occupazione, sulla produttività, sulla sicurezza e sulla salute in una miriade di modi. Ciò ha costretto i governi, le organizzazioni internazionali e le istituzioni del mercato del lavoro a riconoscere e rispondere progressivamente alla violenza domestica come problema sul posto di lavoro.

Riconoscendo l’interconnessione tra lavoro e vita privata, i datori di lavoro aprono la porta ad ampliare la portata del rapporto di lavoro e offrono aiuto alle vittime di violenza domestica, con misure che vanno da congedi prolungati all’assistenza nello sviluppo di un piano di supporto personale e di sicurezza sul lavoro a fornire formazione ed educazione sulla violenza domestica e sulle procedure di prevenzione.

Scopri di più su ciò che l’UE sta facendo per proteggere i suoi cittadini dalla violenza domestica e sul posto di lavoro, in questo  articolo OSHwiki e nel documento di discussione  Costruire spazi sicuri: violenza domestica e luogo di lavoro

Condividilo su  X, Facebook  e  LinkedIn  con #OSHwiki.