ALLA RICERCA DI STABILITÀ E SICUREZZA SUL LAVORO

27 Ottobre 2022

da Forbes.

In un periodo di profonda incertezza economica, i lavoratori sono pronti a ridefinire i rapporti con i loro superiori. Se la pandemia ha acceso i riflettori su modalità di lavoro più flessibili, diventate tra le questioni di maggiori dibattito, oggi i dipendenti dimostrano di avere aspettative differenti, legate a questioni come sicurezza e stabilità.

Lo studio Bcw Expectations at Work, agenzia globale di comunicazione integrata, ha evidenziato gli aspetti del lavoro più apprezzati, sottolineando le differenze tra le diverse generazioni e le lacune delle organizzazioni.

La voglia di maggiore sicurezza sul lavoro

Il report, che ha coinvolto 13mila persone provenienti da cinque settori diversi in 15 Paesi del mondo, tra cui l”Italia, ha preso in esame 62 aspetti. Si posiziona in cima alla lista un’occupazione stabile (52%), seguito da un posto di lavoro comodo e sicuro (50%), stipendio e benefit adeguati (49%) e cultura del lavoro (48%). Discorso diverso per lo smart working, che non sembra più essere tra i desideri principali dei lavoratori. La questione del dove lavorare, in particolare, si colloca al 12° posto (44%) per coloro che hanno possibilità di scegliere.

“Per progredire, le imprese devono motivare il personale e questi dati forniscono ai leader indicazioni sugli aspetti su cui concentrarsi per assicurarsi una forza lavoro impegnata e produttiva, che contribuisca al superamento di sfide complesse e alla crescita”, sottolinea Donna Imperato, global ceo di Bcw.

La situazione in Italia

L’Italia non si discosta dagli altri Paesi. Anche qui un’occupazione stabile (58%), un posto di lavoro comodo e sicuro (55%) e uno stipendio soddisfacente (54%) restano tra le aspettative principali. Tra i fattori più importanti ci sono anche i permessi pagati (54%) e l’indennità di malattia (51%), rispettivamente al quarto e al quinto posto.

In controtendenza rispetto alle altre nazioni, una comunicazione interna aperta e oneste (49%), elemento che si lega alla cultura del lavoro, occupa una delle prime 10 posizioni nell’elenco, così come la richiesta di un carico di lavoro gestibile e pretese ragionevoli del datore di lavoro (51% rispetto al 45% a livello globale).

“Se durante tutta la pandemia l’ago della bilancia si è spostato con costanza da una parte e dell’altra tra dipendenti e datori di lavoro, c’è comunque una costante, ovvero la necessità di una cultura inclusiva e incentrata sulle persone, che valorizzi le persone, ne faccia sentire la voce e dia la priorità al benessere e a una leadership trasparente”, dice l’head of Bcw Change James Morley.

Le differenze tra generazioni diverse

Nello studio sono emersi tutti i fattori che creano una spaccatura tra le generazioni che compongono la forza lavoro. Forti differenze rimangono nelle aspettative. Se la generazione z considera i componenti della leadership e della cultura del lavoro più importanti dello stipendio, al 25° posto su 62, i boomers ritengono questo fattore una priorità rispetto alle prerogative di leadership e cultura, con il salario in seconda posizione (49%) dopo la sicurezza lavorativa (52%).

Le aspettative legate ai manager cambiano per fasce d’età. Se la generazione z apprezza soft skill come il supporto e l’empatia, i millenial preferiscono superiori pronti a offrire opportunità di crescita. Discorso differente per la fiducia ed equità nei processi decisionali, fattore al vertice della classifica che unisce la generazione z e i boomers.

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