SICUREZZA SAFETY TU 81/08

CRITERI DEL GIUDIZIO DI IDONEITÀ SECONDO LA REGIONE TOSCANA

Riportiamo qui di seguito un estratto relativo agli indirizzi indicati dalla Regione Toscana per esprimere il giudizio di idoneità.

Di particolare interesse sono a mio parere gli aspetti tecnico professionali nella formulazione del giudizio di idoneità :

Indicazioni per i medici competenti e per le commissioni esaminatrici dei ricorsi ex art. 41 comma 9 D.Lgs. 81/08
La commissione si esprime sulle eventuali inidoneità del lavoratore senza formulare ipotesi o valutazioni in merito ad una sua diversa ricollocazione; tale compito è invece proprio del datore di lavoro che può avvalersi, ove lo ritenga opportuno, del contributo del medico competente, anche per valutare se la nuova assegnazione lavorativa è compatibile con le limitazioni espresse dalla commissione.
Si ritiene legittimo che il medico competente possa fornire al datore di lavoro consigli/indicazioni, a latere e distintamente dal giudizio di idoneità; tale comportamento non appare opportuno nell’attività della commissione che deve esclusivamente annullare, convalidare o modificare il giudizio di idoneità espresso dal medico competente.
Si ritiene utile che nei casi in cui non viene confermato il giudizio del medico competente le motivazioni siano esplicitate al medico competente stesso, eventualmente fornendo indicazioni e consigli circa le limitazioni impartite.
Il giudizio di idoneità espresso dal medico competente è riferito complessivamente alla mansione specifica alla quale il lavoratore è destinato e non solo ai fattori di rischio che rendono obbligatoria la sorveglianza sanitaria, nei confronti dei quali il lavoratore potrebbe anche risultare idoneo senza però essere idoneo allo svolgimento della mansione nel suo complesso. Pertanto il medico competente (e in caso di ricorso, il collegio) deve prendere in considerazione tanto i “fattori di rischio” (tutti quelli connessi alla mansione specifica e non solo quelli per è obbligatoria la sorveglianza sanitaria), quanto “ambiente di lavoro” e “modalità di svolgimento dell’attività lavorativa”.


Fra i fattori di rischio da prendere in considerazione si sottolineano in particolare: -i fattori che incidono sulla sicurezza del lavoratore, e non solo sulla sua salute; -eventuali condizioni di dimostrata ipersuscettibilità individuale;
L’espressione del giudizio di idoneità non può, invece, fondarsi su aspetti esterni alla mansione stessa, quali, ad esempio, le modalità con le quali il lavoratore raggiunge il posto di lavoro (tempi di percorrenza casa lavoro o il mezzo utilizzato per raggiungere il posto di lavoro). Anche i problemi connessi all’interfaccia casa – lavoro, che pure sono oggetto della valutazione del rischio stress lavoro correlato, non possono essere elementi rilevanti ai fini dell’espressione del giudizio di idoneità alla mansione specifica, sebbene sia comportamento conforme al codice ICOH (n. 12) promuovere, per quanto possibile, anche la considerazione di “aspetti legati a situazioni familiari e circostanze della vita indipendenti dal lavoro”.
Inoltre, ai fini dell’espressione del giudizio di idoneità alla mansione devono essere presi in esame tutti i fattori che possono recare nocumento alla salute fisica e mentale del lavoratore, ma non possono invece essere valutati i rischi che il comportamento del lavoratore può determinare nei confronti di soggetti terzi o dei colleghi di lavoro o dell’utenza (con esclusione ovviamente di quanto previsto dalla normativa per l’uso o abuso di alcool e sostanze stupefacenti/psicotrope). Tali situazioni possono essere oggetto di valutazioni in sedi diverse (ad esempio art. 5 della legge 300/1970) e possono comunque essere segnalate dal medico competente al datore di lavoro, nella salvaguardia del segreto professionale.
Il giudizio di idoneità alla mansione può essere espresso in maniera specifica nei confronti di un piano di lavoro personalizzato, predisposto per il lavoratore dal datore di lavoro in collaborazione con il medico competente, che eviti l’inclusione di attività che potrebbero risultare nocive per il lavoratore stesso. In tal modo può essere evitata l’espressione di giudizi di idoneità con limitazioni. Tale iniziativa può considerarsi come una buona prassi volontariamente adottata dal datore di lavoro
Le medesime considerazioni valgono anche nel caso di visita richiesta dal lavoratore (art. 41, c. 2, lett. c); il lavoratore ha facoltà di richiedere la visita anche se non è sottoposto a sorveglianza sanitaria: il medico competente deve accogliere la richiesta se ritiene che vi sia un nesso tra le motivazioni addotte e l’attività lavorativa svolta.
Non si ritiene opportuna la presenza del medico competente al momento della visita presso la commissione dell’organo di vigilanza, in quanto la sua presenza potrebbe condizionare la libertà con cui il lavoratore ha necessità di esprimersi nei confronti della commissione che esamina il ricorso. E’ invece opportuno che la commissione interagisca con il medico competente prima di esprimere, in piena autonomia, il proprio giudizio, invitandolo a fornire le osservazioni ritenute utili per l’esame del ricorso. Ciò al fine di acquisire tutti gli elementi che potrebbero essere utili per valutare il caso.
Qualora, dagli accertamenti effettuati, risulti che il ricorso presentato dal lavoratore non è, in realtà, rivolto nei confronti del giudizio espresso dal medico competente, ma legato al mancato rispetto delle limitazioni/prescrizioni imposte dal giudizio stesso, la commissione confermerà il giudizio e valuterà la opportunità di promuovere un intervento ispettivo finalizzato ad evidenziare il mancato rispetto delle limitazioni/prescrizioni impartite dal medico competente.
Il giudizio espresso dalla commissione ex art. 41 del D.L.vo 81/2008 non modifica la periodicità degli accertamenti sanitari effettuati dal medico competente, eccezion fatta per i casi in cui il provvedimento:
-contenga esplicito riferimento alla periodicità della sorveglianza sanitaria;
-preveda una temporanea non idoneità fino ad una data specificata, nella quale il medico competente provvederà alla nuova visita e all’espressione del giudizio di idoneità.
In tutti gli altri casi il giudizio espresso dalla commissione ex articolo 41 del D.L.vo 81/2008 ha validità fino alla successiva visita medica ad opera del medico competente.
I 30 giorni utili per la presentazione del ricorso decorrono dal giorno in cui il soggetto che effettua il ricorso ha ricevuto comunicazione dell’esito dell’accertamento di primo grado. Al fine di evitare contestazioni sarebbe opportuno (buona prassi) far apporre al lavoratore, sul certificato di idoneità (compreso la copia per il lavoratore) data del ritiro e firma.

testo integrale:

https://olympus.uniurb.it/index.php?option=com_content&view=article&id=20175:421_18tosc&catid=27&Itemid=137

LE NUOVE NORME ANTINCENDIO

Tre sono i decreti che riscrivono le norme sulla sicurezza antincendio nei luoghi di lavoro: il Mini-Codice, il Decreto GSA e il Decreto Controlli.

In particolare, le nuove regole sulla sicurezza antincendio nei luoghi di lavoro a basso rischio entreranno in vigore il 29 ottobre 2022, cioè un anno dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del DM 3 settembre 2021 che ha ottenuto il via libera della Commissione Europea.

Roberto Marasi, HSE manager e Consigliere nazionale AiFOS, presenta appunto le grosse novità riguardanti la formazione dei formatori antincendio che entreranno in vigore tra pochi mesi:

LINK: https://aifos.org/home/news/int/interventi_commenti/rivoluzione-antincendio

ASTENOPIA DA DIGITAL DEVICE : D.E.S.

da platform-optic.it

DEFINIZIONE

Il Digital Eye Strain (D.E.S.) (affaticamento oculare da digital device/ ASTENOPIA) è una condizione caratterizzata da disturbi visivi e/o disturbi oculari legati all’utilizzo di dispositivi digitali derivanti da una serie di tensioni sul sistema oculare, tra cui abbagliamento, sfocamento, disfunzione accomodativa, disparità di fissazione, secchezza, affaticamento e disagio.

Un recente rapporto (The Vision Council, 2016) ha mostrato che il 65% degli adulti americani sperimenta una sorta di affaticamento degli occhi dopo un uso prolungato di dispositivi elettronici, per questo gli operatori del benessere visivo sono sempre più chiamati a gestire tali pazienti.

Il tipico utilizzatore di digital device americano, al giorno d’oggi, possiede circa quattro dispositivi (Chase Buckle, 2016). L’ampia varietà di dispositivi digitali in uso comporta, inevitabilmente, diverse distanze di lavoro, dimensioni dei caratteri, angoli di visuale, intensità luminose e contrasti.

Di conseguenza, una vasta gamma di potenziali sintomi possono presentarsi in sala visita. L’affaticamento oculare da dispositivi digitali può presentarsi come un singolo sintomo “ovvio” o una vaga raccolta di sintomi di tipo astenopico.

Poiché questi possono essere causati da uno o più fattori sottostanti, dovrebbe essere adottato un approccio olistico nell’indagine e nella gestione dei reclami dei pazienti. Come per qualsiasi esame, un’anamnesi accurata e la descrizione dei sintomi, da parte degli esaminati, sono essenziali.

Tuttavia, una comprensione dei compiti e delle condizioni di lavoro intraprese con particolari dispositivi digitali è anche importante per valutare correttamente la causa o le cause sottostanti. Un diverso numero di fattori è associato allo sviluppo di D.E.S.

FATTORI FISIOLOGICI E AMBIENTALI ASSOCIATI AL D.E.S. 

ERRORE REFRATTIVO E PRESBIOPIA

La correzione dell’errore refrattivo (in particolare l’astigmatismo) e la presbiopia sono considerati fattori importanti associati al D.E.S. Diversi studi hanno osservato che l’astigmatismo indotto o sottocorretto ha un impatto negativo sul comfort visivo soggettivo e può ridurre la produttività dei lavoratori che utilizzano dispositivi elettronici. (Daum, Clore, Simms, et al., 2004). L’astigmatismo non corretto può essere un problema tra le persone presbiti che usano occhiali da lettura premontati e i portatori di lenti a contatto con errori cilindrici non corretti o mal compensati.

Le varie distanze di lavoro coinvolte nell’uso di diversi dispositivi digitali possono rivelarsi problematiche per le persone che richiedono una correzione per la presbiopia. Dato che si utilizzano molti dispositivi digitali con monitor, posti a distanze diverse, una singola aggiunta di positivo per vicino potrebbe non fornire una correzione ideale per più distanze di utilizzo di digital device, ciò significa che sono necessarie più prescrizioni o una correzione personalizzata (ad esempio, prescrizioni di lenti per intermedio, multifocali o a profondità di campo).

Gli occhiali da computer, con lenti progressive progettate per ottimizzare la visione nelle regioni intermedie e vicine, possono ridurre i sintomi nei soggetti presbiti in misura maggiore rispetto all’intervento ergonomico (Butzon, Sheedy, Nilsen, 2002), mentre uno studio del 2004 indicava che per un periodo di dodici mesi alcuni design di lenti per computer hanno fornito una maggiore soddisfazione generale e una migliore valutazione soggettiva rispetto a lenti monofocali. (Horgen, Aarås, Thoresen ,2004).

ACCOMODAZIONE

Alcune indagini sull’accomodazione, riguardo all’uso dei display, sono state condotte tra giovani soggetti adulti. L’effetto dell’uso di display sull’accomodazione è discutibile. Alcuni studi hanno dimostrato un aumento del lag accomodativo quando si utilizzano display rispetto quando si legge su carta (Wick, Morse, 2002, Hue, Rosenfield, Saá, 2014), mentre altri studi non sono riusciti a trovare alcuna differenza (Collier, Rosenfield, 2011, Jaschinski, 1998).

Da un recente studio è emerso che il digital eye strain non è correlato alla risposta accomodativa, ma può essere correlata alla vergenza. Rosenfield et al. (2010) hanno osservato che l’infacilità accomodativa, piuttosto che il lag, può portare a sintomi. L’effetto dell’uso di display anche nella microfluttuazione dell’accomodazione (AMF) è discutibile. 

PUPILLA 

Uno studio (Gilmartin, Hogan, 1985) ha rilevato che, in determinate condizioni, la dilatazione della pupilla è rimasta bloccata o ritardata a seguito di un’attività impegnativa da vicino. Tuttavia, non è chiaro se queste alterazioni della pupilla siano causa di D.E.S. Saito et al. (1994) hanno riscontrato che, dopo quattro ore di lavoro al computer, il riflesso pupillare era ritardato e l’ampiezza del riflesso prossimale era diminuita.

Gli autori hanno anche osservato affaticamento visivo dopo il lavoro; tuttavia, non hanno esaminato la potenziale associazione dell’affaticamento visivo con il riflesso pupillare. Uno studio simile (Ukai et al., 1994) ha suggerito che l’affaticamento visivo percepito da utilizzatori di computer potrebbe essere associato all’hippus pupillare (contrazione ritmica della pupilla). 

TENSIONE DELLA PALPEBRA 

La tendenza a strizzare gli occhi è comune durante l’uso del computer, per aumentare la concentrazione, migliorare l’acuità visiva e per il limitare l’abbagliamento. Quando si strizzano gli occhi, la tensione nel muscolo oculare orbicolare aumenta: test suggeriscono che l’eccesso di attività del muscolo orbicolare possa causare dolore oculare e occhi stanchi.

Thorud et al. (2012) hanno esposto soggetti sani a fattori di stress visivo durante due ore di lavoro al computer, osservando che i sintomi, il flusso sanguigno nel muscolo orbicolare e lo sforzo muscolare, aumentano significativamente durante il lavoro al computer. I ricercatori hanno trovato una correlazione tra dolore oculare e il flusso sanguigno nel muscolo orbicolare. Hanno anche trovato una correlazione tra stanchezza oculare e sforzo muscolare. 

LUCE DELLO SCHERMO 

I moderni dispositivi digitali, inclusi computer, tablet e smartphone, emettono una luce fredda, che di solito ha una lunghezza d’onda compresa tra 450 e 495 nm. Vari autori hanno suggerito che l’eccessiva esposizione alla luce, in particolare alla luce a lunghezza d’onda corta (verso l’ultravioletto), può portare a danni alle cellule gangliari (Osbome et al., 2006), ai fotorecettori e all’epitelio pigmentato della retina (Costa et al., 2008), cataratta (Langlois, 2016) e predisposizione alla degenerazione maculare (Algvere, Marshall, Seregard, 2016).

Tuttavia, l’intensità e la durata dell’esposizione alla luce blu in questi studi ha superato notevolmente quella dell’uso dei dispositivi digitali. Pertanto, attualmente non esiste alcuna prova che la luce blu visibile emessa dai dispositivi digitali sia in grado di danneggiare l’occhio (CIE Position Statement on the Blue Light Hazard, 2019). 

LENTI A CONTATTO E DIGITAL EYE STRAIN

L’uso delle lenti a contatto è considerato un fattore di rischio per la fisiologia del film lacrimale a causa della frizione e dell’attrito con le palpebre e della riduzione di spessore del film lacrimale. Un sondaggio online (González-Méijome et al. 2007) tra utilizzatori di computer ha rivelato che l’83% dei maschi e l’87% delle femmine utilizzatori di lenti a contatto hanno almeno un sintomo di secchezza, rispetto al 68% dei maschi e al 73% delle femmine che non usano lenti a contatto.

Questi risultati sono confermati dal lavoro di Chalmers e Bergley (2006), che ha riscontrato una maggiore prevalenza di sintomi di secchezza tra portatori di lenti a contatto, con sollievo dei sintomi dopo la rimozione delle lenti. Jansen et al. (2010) hanno esaminato le lenti a contatto morbide indossate da chi ha ascoltato la musica o giocato con i videogiochi con e senza lenti a contatto. L’area di rottura del film lacrimale è stata più ampia quando i soggetti indossavano lenti a contatto giocando con il videogioco.

La rottura del film lacrimale è correlata al discomfort provocato dall’uso di videogiochi. Con lenti a contatto, la frequenza dell’ammiccamento non è cambiata significativamente tra le due attività; tuttavia, l’ampiezza dell’ammiccamento è diminuita notevolmente durante l’esecuzione di videogiochi. Schulze et al. (2016) hanno valutato il rapporto tra D.E.S. e frequenza di ammiccamento in portatori di lenti a contatto in silicone idrogel utilizzando due dispositivi digitali: un personal computer e un tablet.

Hanno scoperto che, con l’utilizzo di dispositivi digitali e attività associate a una maggiore concentrazione, si provochi una riduzione dell’ammiccamento. Kojima et al. (2011) hanno somministrato dei questionari a 69 utilizzatori di lenti a contatto e 102 persone che non portavano lenti a contatto e facevano un lavoro d’ufficio.

I questionari riguardavano le condizioni visive e i sintomi dell’occhio secco. Oltre a confrontare i punteggi dei sintomi tra due i gruppi, gli autori hanno anche esaminato l’associazione tra durata del lavoro a computer e l’uso delle lenti a contatto. Lo studio ha trovato differenze significative di secchezza oculare nei punteggi. Questi sintomi aumentavano con la durata del lavoro al computer e i punteggi erano significativamente più alti tra i portatori di lenti a contatto.

Gli studi di Tauste et al. (2016) e Ranasinghe et al. (2016) concordano anche sul fatto che i portatori di lenti a contatto hanno maggiori probabilità di sperimentare D.E.S. rispetto ai non portatori di lenti. Le lenti a contatto probabilmente aumentano il rischio di affaticamento degli occhi, perché possono contribuire a sintomi di secchezza, che era un fastidio comunemente riportato. 

OPZIONI PER LA GESTIONE 

Le potenziali opzioni di gestione del D.E.S. negli utilizzatori di lenti a contatto includono: 

• migliorare l’ambiente e le condizioni di lavoro; 

• verificare che la correzione refrattiva sia aggiornata e appropriata per la distanza di lavoro; 

• migliorare la qualità della superficie anteriore dell’occhio e delle lenti a contatto. 

Per quanto riguarda l’ambiente di lavoro, è utile verificare le condizioni di illuminazione, per ridurre al minimo l’abbagliamento e i riflessi sullo schermo, tenere lo schermo non troppo vicino ed effettuare pause ad intervalli regolari. 

Per facilitare questo compito, negli Stati Uniti viene utilizzata una semplice regola mnemonica: 20/20/20, che significa: ogni 20 minuti, fare una pausa di 20 secondi, guardando lontano, ad almeno 20 piedi, cioè 6 metri. Inoltre, è utile ricordare alle persone l’opportunità di ridurre l’uso di dispositivi elettronici nel tempo libero. 

Per quanto riguarda la correzione refrattiva ottimale, è utile correggere anche lievi errori refrattivi, compresi piccoli astigmatismi, che in altre condizioni visive possono essere trascurati. Questo problema può emergere in quei soggetti che hanno un lieve astigmatismo e utilizzano lenti a contatto sferiche, o nelle persone presbiti che utilizzano occhiali da lettura premontati. 

Quando questi interventi non sono sufficienti, diversi autori (Coles-Brennan, Sulley e Young, 2019) raccomandano l’uso di sostituti lacrimali per alleviare i sintomi. Gli umettanti sembrano aiutare ad alleviare, anche se non eliminare, i sintomi di secchezza, stanchezza e difficoltà di concentrazione. Tuttavia, bisogna ricordare che l’effetto degli umettanti, per quanto immediato, sia di solito di breve durata e richieda quindi frequenti somministrazioni. 

CONCLUSIONI 

L’affaticamento oculare legato all’utilizzo di dispositivi elettronici è un argomento di estrema attualità e lo sarà anche nel prossimo futuro. Il problema coinvolge sia la popolazione generale, sia gli utilizzatori di lenti a contatto: in particolare, le lenti a contatto sembrano essere un fattore aggravante di questo problema.

Nella gestione di questo problema, è necessaria da parte del professionista una considerazione particolare non solo agli aspetti ottici e applicativi legati alla lente a contatto di per sé, ma un’attenzione generale all’ambiente, le abitudini e le condizioni in cui i dispositivi digitali sono utilizzati. 

Tratto dalla tesi in Optometria di Alessio Ierardi, con relatrice Laura Boccardo, discussa presso IRSOO (Vinci), luglio 2019. 

MONITORAGGIO RISCHI LAVORATIVI ED ATTIVITÀ DI VIGILANZA.

da inail.it

Il modello di analisi Pre.Vi.S (Prevenzione, Vigilanza e Soluzioni) è stato definito con lo scopo di registrare i fattori di rischio presenti nei luoghi di lavoro e gli interventi prescritti che emergono dall’attività di vigilanza degli Ufficiali di Polizia Giudiziaria (UPG) delle ASL.

L’analisi viene effettuata, dunque, su ogni singolo verbale di prescrizione redatto in fase di sopralluogo in azienda e fornito al sistema Pre.Vi.S privo di dati sensibili. Ogni verbale può contenere una o più violazioni e ogni violazione, a sua volta, può avere ad oggetto più problematiche specifiche. 




Prodotto: Volume
Edizioni Inail – 2022
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

AGENTI FISICI NEI LUOGHI DI LAVORO: GLI ATTI DI DBA2019

dBA è una iniziativa nata nel 1985 per rispondere inizialmente alle problematiche di prevenzione del rischio rumore, ma che che è cresciuta a tutti gli ambiti dei fisici e ogni 4 anni dal 1985 , porta a sintesi un confronto multidisciplinare .Approfondisce gli argomenti più attuali in incontri dedicati a temi specifici, sempre nell’ambito dei rischi fisici con contributi tecnico-scientifici sulle novità normative e la loro interpretazione, sugli effetti biologici dei fattori di rischio, sui problemi della sorveglianza sanitaria, delle tecniche di valutazione, misurazione e previsione dei rischi, delle misure di bonifica e di protezione degli esposti, nonché degli aspetti connessi al controllo ed alla vigilanza.

Scarica il documento :

Regione Emilia Romagna, Inail, Ausl Modena, “ dBA2019 – Agenti fisici e salute nei luoghi di lavoro”, a cura di Silvia Goldoni, Pietro Nataletti, Nino Della Vecchia e Antonio Santarpia, pubblicazione che raccoglie gli atti dell’omonimo convegno – Bologna, 17 ottobre 2019 (formato PDF, 11.65 MB).

La Ausl di Modena mette a disposizione una importante banca dati disponibile on line al link:

https://www.ausl.mo.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/23106

SICUREZZA SUL LAVORO SUI BANCHI DI SCUOLA.

da fiscoetasse.com

Informazione e formazione sui temi  della sicurezza sul lavoro  nelle scuole per studenti e docenti. Lo sforzo  per diffondere una cultura di maggiore attenzione e responsabilità anche personale parte dall’ambito scolastico.

 Sulla base di questi principi condivisi è stato firmato ieri dal Ministro del lavoro Orlando , dal Ministro dell’Istruzione Bianchi,  dal presidente INAIL Bettoni e dal direttore dell’Ispettorato nazionale del lavoro Giordano,  un Protocollo d’intesa per la promozione e la diffusione della cultura  della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro nell’ambito dei percorsi per le competenze trasversali e orientamento.

L’accordo ha una durata triennale e intende mettere in campo una serie di proposte  informative educative e didattiche,  oltre che  predisporre gli strumenti operativi aggiornati, per sensibilizzare su temi della salute e sicurezza in ogni ambiente di vita, studio e lavoro per coloro che operano nella realtà scolastica, sia docenti che studenti e ,  in  particolare :

  •  per gli  studenti piu  prossimi all’inserimento nel mondo del lavoro o
  •  quelli coinvolti nei “Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento”.

Le azioni e gli strumenti previsti dal Protocollo saranno proposte anche a tutti i soggetti coinvolti nell’erogazione di percorsi di alternanza, come  tirocini curriculari e stage,sottoponendoli al vaglio della Conferenza delle Regioni.

L’obiettivo è ridurre sistematicamente gli eventi infortunistici nei luoghi di lavoro  purtroppo ancora troppo numerosi.

La programmazione e organizzazione dei piani di attività da realizzare è affidata a  un Comitato di coordinamento  composto da cinque rappresentanti, di cui due per il ministero dell’Istruzione, uno per il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, uno per l’INL e uno per l’INAIL, incaricato anche di  curare il  monitoraggio dell’ attuazione delle singole iniziative e dei relativi risultati.

I Ministri Bianchi e Orlando hanno sottolineato l’importanza del protocollo, che considerano un passo in avanti importante:“Lavorare sulla cultura della sicurezza  significa fare un investimento di lungo periodo per contrastare il fenomeno inaccettabile degli incidenti sul lavoro”, ha detto il ministro Bianchi 

Qui il testo integrale

PIANI MIRATI PER L’ASSISTENZA DELLE IMPRESE SULLA SICUREZZA.

da Inail.it

Il presente report da un lato illustra l’approccio e i metodi che possono caratterizzare un Piano Mirato di Prevenzione, dall’altro presenta le esperienze condotte nell’arco di un biennio sul territorio nazionale e in diversi contesti socio economici.

Immagine I piani mirati di prevenzione per l’assistenza alle imprese: metodi, strumenti ed esperienze territoriali

Il report, dunque, costituisce strumento di diffusione dei risultati progettuali in un processo più ampio di comunicazione, in linea con quanto stabilito nel PNP in merito alle politiche di prevenzione e promozione della salute, funzionali ad aumentare la conoscenza e l’enpowerment, a stimolare e rendere efficace il confronto e lo scambio di buone prassi, dati, informazioni, linee di lavoro.


Prodotto: VolumeEdizioni Inail – 2022Disponibilità: Consultabile solo in reteInfo: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

TUTELA DEL LAVORO CON PIATTAFORME DIGITALI

ROMA.  – Un disegno di legge per tutelare i lavoratori del mondo digitale. La proposta, in nove articoli per “tutelare il lavoro nei casi di utilizzo di piattaforme digitali e a contrastare i fenomeni di sfruttamento lavorativo”, arriva dai senatori della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati.

Un’iniziativa che incassa la “piena adesione” del ministro del Lavoro, Andrea Orlando, e che, ricorda, un ddl di sua iniciativa “che collima con questa proposta sotto molteplici aspetti”. Per Orlando, “la necessità di adeguare il sistema normativo alle modalità organizzative dettate dalle nuove tecnologie è una realtà di cui dobbiamo prendere atto e su cui è necessario intervenire tempestivamente”.

“Se il lavoro è cambiato e si sta evolvendo, se oggi parliamo di transizione digitale in atto, non dobbiamo pensare che il lato oscuro del mercato del lavoro non evolva”, spiega il presidente della Commissione parlamentare, Gianclaudio Bressa.

“L’utilizzo sempre più massiccio delle nuove tecnologie  -aggiunge Bressa – ha fatto emergere il fenomeno del “caporalato digitale” dove i lavoratori della gig economy hanno sostituito i braccianti agricoli. Non è più soltanto il furgone a caricare al mattino i lavoratori in attesa della chiamata, ma è l’uso degli algoritmi che costituisce il fulcro per lo sfruttamento dei lavoratori. Ecco, allora, che il pericolo più profondo è che l’algoritmo e, più in generale, l’intelligenza artificiale, possano diventare strumenti senza controllo”.

Il governo, continua Orlando, sta portando avanti un impegno “anche a livello europeo per la definizione di regole più giuste per i lavoratori digitali e per fare in modo che l’Italia sia espressione di una avanguardia nel riconoscimento delle tutele   dei diritti per questi lavoratori”.

Il numero delle lavoratrici e dei lavoratori morti sul lavoro, osserva il ministro, “permane drammaticamente alto ed è inaccettabile per un Paese come il nostro” e “bisogna sfatare un luogo comune duro da abbattere: associare che le morti sul lavoro siano legate a qualche tipo di fatalità. Le morti sul lavoro, come gli incidenti, sono conseguenza di cattive forme organizzative, di mancanza di prevenzione e formazione, e anche conseguenza del tipo di competizione che si sceglie”.

Nell’economia digitale e nel lavoro tramite piattaforme, ad esempio, prosegue Orlando, “il rischio è quello dei ritmi di lavoro dovuto ad una commistione fra l’estrema modernità delle tecnologie digitali e il lavoro taylor-fordista di matrice novecentesca, con mansioni parcellizzate e ripetitive, tali da creare una catena continua ma anche forme di ‘caporalato digitale’, che trovano nell’utilizzo degli algoritmi il fulcro per lo sfruttamento del lavoratore”.

Il nuovo ddl proposto dalla Commissione d’inchiesta individua, tra le altre cose, “una serie di disposizioni che stabiliscano dei livelli minimi di tutela per tutti i lavoratori della gig economy”, prevede “misure ulteriori di protezione dei dati personali dei lavoratori nel caso in cui il committente utilizzi delle piattaforme digitali” e introduce dei “nuovi obblighi a carico del committente che utilizzi delle piattaforme digitali”.

da:

Valentina Accardo/ANSA-la voce d ‘Italia

INFORTUNI MANCATI / NEAR MISS: IL MODELLO FINCANTIERI

Il presente documento descrive, in sintesi, il percorso congiunto Inail-Fincantieri di approfondimento del MGNM applicato dal Gruppo Fincantieri con l’obiettivo condiviso di esplorarne le opportunità e le criticità applicative e verificarne le aree di possibile miglioramento in termini di efficacia preventiva.

Prodotto: VolumeEdizioni Inail – 2022Disponibilità: Consultabile solo in reteInfo: dcpianificazione-comunicazione@inail.it