SICUREZZA SAFETY TU 81/08

AMBIENTE E LAVORO: XXII SALONE DELLA SICUREZZA E LA SALUTE NEI LUOGHI DI LAVORO.

Torna dal 22 al 24 novembre 2022 a BolognaFiere” Ambiente Lavoro”, fiera di riferimento per la safety, la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro.

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SETTORI ESPOSITIVI

I settori espositivi

La sicurezza sul lavoro, in un’unica fiera.

Ambiente Lavoro promuove da oltre 30 anni l’incontro tra i protagonisti della sicurezza sul lavoro.

La fiera offre una panoramica completa sui prodotti e servizi finalizzati a tutelare e migliorare la sicurezza e lo stato di salute del lavoratore. La manifestazione intende presentare ad un pubblico professionale le soluzioni, previste nel nostro Paese, per limitare l’insorgere delle malattie professionali e ridurre il numero degli incidenti sul lavoro.

Richiedi informazioni

I settori espositivi

Sicurezza

Elettrica

Attrezzi con isolamento | Componentistica di sicurezza | Strumenti di misura e controllo

Protezione macchine e organi

Attrezzature di soglia | Barriere di demarcazione e di zone | Barriere immateriali | Schermi

Sollevamento e trasporto

Attrezzature per il sollevamento | Attrezzature, dispositivi, impianti per carico e scarico | Automazione, robotica | Piattaforme di lavoro | Trasporto di sostanze pericolose

Fluidi in pressione e corrosivi

Materiali di protezione | Sicurezza della componentistica | Sistemi di avvertimento
Attrezzature da lavoro: | Borse per gli attrezzi | Utensili | Strumenti anti-scintille

Emergenza

Apparecchi elettromedicali | Attrezzature di soccorso | Docce di emergenza | Lavaggio e irrigazione degli occhi | Pronto intervento e pronto soccorso

Altre sicurezze

Antisdrucciolo | Antisfondamento | Apparecchi di segnalazione acustica e luminosa | Contenitori, armadi e cabine di sicurezza | Distributori automatici di DPI | Ponteggi | Porte di sicurezza | Protezioni anticaduta e parapetti | Segnaletica di sicurezza | Vetri di sicurezza | Protezione anti-urto

Salute

Medicina del lavoro

Attrezzature mediche e per l’esercizio della professione | Attrezzature per prove dell’udito, della respirazione, della vista

Acustica e vibrazioni

Ammortizzatori di vibrazioni | Pareti e pannelli fonoassorbenti | Prevenzione alla fonte | Prevenzione sulla propagazione | Rilevamento rumore e vibrazioni

Rischi fisici (radiazioni ionizzanti e altre, campi elettromagnetici)

Prevenzione alla fonte e sulla propagazione | Rilevamento e misura delle radiazioni | Schermatura elettromagnetica

Rischi chimici (amianto, gas, vapori, nebbie, fumi, polveri)

Attrezzature di misurazione | Bonifica amianto | Depuratori aria e filtri | Impianti di abbattimento e di captazione | Rilevatori di gas, allarmi per atmosfera esplosiva | Tecnologie di riduzione delle emissioni

Rischi biologici

Prevenzione alla fonte | Rilevamento, analisi, sorveglianza sanitaria | Tecnologie della sterilizzazione

Pulizia e disinfezione

Analisi delle condizioni igieniche | Attrezzature e accessori igienici | Creme barriera | Detergenti, disinfettanti e attrezzature per la disinfezione | Pulizia industria

Protezione personale

Corpo

Abbigliamento anticalore, antifiamma, antifreddo, a prova di acidi, per immersione | Dispositivi anticaduta | Grembiuli in cuoio, acciaio | Indumenti protettivi alte frequenze | Materie prime e semilavorati per DPI

Capo, viso, occhi, udito

Caschi | Elmetti | Maschere per saldatura | Protezione della vista | Protezione dell’udito

Estremità

Guanti in lattice, materiale antiacido, materiale antitaglio, monouso | Calzature antiacido, antisdrucciolo, antistatiche, di sicurezza, termiche | Protezione della gamba

Vie respiratorie

Attrezzature per la respirazione | Caschi per disinfestazione | Maschere di protezione | Respiratori isolanti

Qualità del lavoro

Comfort | Ergonomia | Illuminotecnica | Riscaldamento, condizionamento e ventilazione | Soluzioni strutturali e organizzative | Progetti di eccellenza

Servizi

Assicurazioni | Certificazione del materiale | Consulenza | IT- Information Technology | Progettazione

Promozione e gestione

Associazioni culturali e scientifiche | Editoria e informazione | Enti normatori | Enti pubblici | Formazione | Organizzazioni sindacali e di categoria

Sicurezza ambientale

Tecnologie per il trattamento, lo stoccaggio e il trasporto di sostanze inquinanti | Prevenzione dei rischi ambientali e bonifiche | Impiantistica e trattamenti di acqua e aria | Monitoraggio ambientale

Antincendio

LA SEGNALETICA TEMPORANEA PER CANTIERI STRADALI.

da inail.it

Un’analisi di oltre 800 incidenti con almeno un pedone ferito che lavorava sulla carreggiata, ha evidenzato carenze nella segnaletica nel 60% dei casi. La difficoltà del conducente del veicolo nel percepire l’anomalia nella carreggiata e adeguare la velocità allo stato dei luoghi, può essere ridotta grazie alla segnaletica temporanea, che si associa a minor tasso di incidenti, lesioni gravi e mortali. Il focus intende evidenziare gli aspetti salienti del segnalamento temporaneo stradale, atto a informare, guidare e convincere gli utenti a tenere comportamenti adeguati alle anomalie stradali. 


Prodotto: Fact sheet
Edizioni: Inail 2022
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

VISIBILITÀ E SICUREZZA PER I RIDERS

Con la riduzione progressiva delle ore di luce in inverno e in conseguenza dei provvedimenti imminenti di risparmio energetico sui sistemi di illuminazione pubblica, diventa sempre più importante la visibilità per la sicurezza di tutti i lavoratori su due ruote.

SUVA , l ” Inail” svizzero ha pubblicato una recente guida per tutti i lavoratori che utilizzano la bicicletta per lavoro:

https://consentcdn.cookiebot.com/sdk/bc-v4.min.htmlIT

Renditi visibile

Al crepuscolo e di notte il rischio di infortunio è tre volte più alto che nelle altre ore della giornata. Ma la visibilità è molto importante anche di giorno.

Il pericolo è sempre in agguato

Di notte si potrebbe evitare la metà degli infortuni se le persone coinvolte si vedessero almeno un secondo prima (fonte: UPI). Gli utenti della strada vestiti di scuro sono visibili solo da una distanza di 25 metri. Chi va in bici senza un buon sistema di illuminazione mette a repentaglio la propria vita.

Cosa bisogna fare per andare in bici in tutta sicurezza

  • Tieni gli occhi aperti, accendi le luci e indossa gli inserti riflettenti!
  • Ricordati che, specialmente al crepuscolo e di notte, gli altri utenti della strada potrebbero non vederti.
  • Un buon sistema di illuminazione può salvarti la vita quando è buio, quindi assicurati che i fanali della bici funzionino sempre correttamente e, se necessario, falli riparare.
  • Inserti riflettenti, indumenti fluorescenti o di colore chiaro sono indispensabili per la tua sicurezza.
  • Con abiti chiari e colori fluorescenti o ad alta visibilità si può essere visti da una distanza di 40 metri.
  • Con accessori retroriflettenti si è visibili addirittura da 140 metri.
  • Moderare la velocità significa arrivare sicuri a destinazione.

Scarica (Italiano)

Video Play List

Riproduzione automatica

Quando circoli in senso opposto di notte…

dal punto di vista di un automobilista0:17

Quando cambi direzione di notte…

dal punto di vista di un automobilista0:18

Quando attraversi un incrocio di notte…

dal punto di vista di un automobilista0:17

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ARTICOLO ORIGINALE:

https://www.suva.ch/it-CH/materiale/Documentazione/visibilita

MAKER FAIR: SIMULAZIONE MULTISENSORIALE DELLA SICUREZZA

da Inail.it

In occasione della manifestazione europea organizzata dalla Camera di Commercio di Roma al Gazometro Ostiense, saranno presentati alcuni progetti di ricerca condotti negli ambiti dell’ergonomia, della sensoristica, della robotica e della realtà aumentata, con l’obiettivo di studiare i rischi potenziali, nuovi ed emergenti per la salute dei lavoratori e sviluppare dispositivi all’avanguardia per la prevenzione di infortuni e malattie professionali

Innovazione per la sicurezza sul lavoro, dal 7 al 9 ottobre l’Inail alla X edizione di Maker Faire

ROMA – Dal 7 al 9 ottobre l’Inail tornerà al Gazometro Ostiense per la X edizione di Maker Faire Rome – The European Edition, l’evento dedicato all’innovazione promosso e organizzato dalla Camera di Commercio di Roma, che ospiterà circa 300 spazi espositivi con idee e prototipi all’avanguardia. Nello stand dell’Istituto saranno presentati alcuni progetti di ricerca condotti negli ambiti dell’ergonomia, della sensoristica, della robotica e della realtà aumentata, con l’obiettivo di studiare i rischi potenziali, nuovi ed emergenti per la salute e la sicurezza dei lavoratori e sviluppare dispositivi ad alto valore tecnologico per la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali.  

Nello stand dell’Istituto il prototipo utilizzato dagli astronauti della stazione spaziale internazionale. I visitatori potranno osservare il prototipo attualmente in uso sulla stazione spaziale internazionale (Iss) per il monitoraggio della funzionalità uditiva e, in particolare, di quella cocleare nei lavoratori esposti a rumore e/o ad altri agenti oto-neurotossici. Grazie al progetto AUDIO-Acoustic Diagnostics, finanziato dall’Agenzia spaziale italiana e supportato dalla European Space Agency e dalla Nasa, l’Istituto, in collaborazione con le Università di Roma Tor Vergata e Sapienza, il Campus Bio-Medico e Altec Spa, dal 2019 sta acquisendo dati otoacustici degli astronauti imbarcati sull’Iss, tra cui gli italiani Luca Parmitano e Samantha Cristoforetti. Anche gli astronauti, infatti, hanno bisogno della prevenzione per svolgere la loro attività al massimo livello di sicurezza possibile in un ambiente estremo come quello dell’Iss, dove microgravità e rumore potrebbero provocare danni all’udito. Di qui la necessità di utilizzare indicatori precoci di danno uditivo come le emissioni otoacustiche, che ha portato allo sviluppo di una tecnica diagnostica sensibile e facilmente utilizzabile anche nello spazio.

Una glove box per replicare la movimentazione delle nanopolveri. Uno dei laboratori esperienziali che saranno allestiti all’interno dello stand Inail è dedicato alla possibile esposizione a nanoparticolato aerodisperso, tramite la simulazione della movimentazione di nanopolveri fluorescenti inerti all’interno di una glove box. Negli ultimi anni le nanotecnologie hanno avuto un rapido sviluppo in vari settori produttivi, dalla farmaceutica alla medicina, dall’energia alle costruzioni, sfruttando le proprietà innovative dei nanomateriali, che però possono rappresentare anche un rischio per i lavoratori esposti. L’identificazione dei parametri che meglio possono rappresentare la loro tossicità, come le dimensioni, la concentrazione in numero e in massa, l’area superficiale, la composizione chimica e morfologica, è dunque essenziale per valutare correttamente l’esposizione occupazionale. A questo scopo, il Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (Dimeila) dell’Istituto ha sviluppato una strategia di misura e caratterizzazione dell’esposizione per inalazione a nanomateriali nei luoghi di lavoro, basata sugli standard disponibili e applicabile a materiali aerodispersi di differente natura, forma e dimensione.

La realtà virtuale per provare gli effetti delle apnee notturne. Alla sindrome delle apnee notturne (Osas), e alle sue ricadute sul “rischio strada”, sarà dedicato un percorso immersivo che, attraverso l’uso della realtà virtuale, consentirà di conoscere e provare segni, sintomi e conseguenze sulla salute e sulla guida di questa patologia, che si stima aumenti da due fino a otto volte la probabilità di incidenti stradali, esponendo soprattutto i lavoratori impegnati per lungo tempo al volante di mezzi di trasporto. Nonostante i suoi elevati costi sanitari e sociali, la sindrome è sotto-diagnosticata e sotto-trattata. Per valutare i fattori di rischio delle apnee notturne, che comprendono l’obesità (il 70% dei pazienti con Osas è obeso) e la cattiva igiene del sonno, che può derivare dall’assunzione di alcolici e tranquillanti, dal fumo e da pasti abbondanti prima del riposo notturno, un gruppo di ricerca multidisciplinare coinvolto nel bando Bric 2018 dell’Inail ha sviluppato la web app interattiva SleeP@S-APP, uno strumento di autovalutazione che restituisce a chi lo compila un feedback immediato informativo e di orientamento.

Simulatori e “gemelli digitali” per la formazione e la prevenzione. Nello spazio espositivo dell’Istituto saranno messi a disposizione anche un simulatore che ricostruisce le funzionalità di una piattaforma di lavoro elevabile per il sollevamento di persone, che attraverso la riproduzione fedele di scenari operativi complessi fornisce uno strumento di training a supporto della formazione e dell’addestramento in sicurezza degli operatori, e un modello “digital twin”, gemello digitale di un trapano a colonna per prevenire, mediante il monitoraggio continuo dei parametri significativi dell’attrezzatura di lavoro, situazioni di pericolo prima che possano determinare incidenti. Lo stand Inail, inoltre, ospiterà il dimostratore tecnologico di nastro trasportatore realizzato nell’ambito del progetto SIC_O_MAN, promosso dal Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici (Dit) dell’Istituto insieme al Politecnico di Torino, all’Università di Bologna e all’Università di Cassino e del Lazio meridionale, con l’obiettivo di valutare gli effetti dei parametri di funzionamento di una macchina rispetto al possibile rilascio di energia elastica accumulata.

Nelle interviste sul main channeI gli impatti del cambiamento climatico e le nuove soluzioni per contrastare le cadute dall’alto. Anche l’edizione 2022 di Maker Faire avrà un canale main dal quale saranno raccontate tante storie d’innovazione, grazie a un vero e proprio studio televisivo allestito negli spazi del Gazometro che ospiterà i protagonisti nazionali e internazionali del mondo dell’innovazione. Negli interventi dell’Inail, in particolare, si parlerà degli impatti del cambiamento climatico sulla salute e sicurezza sul lavoro e di soluzioni innovative di contrasto alle conseguenze delle cadute dall’alto. Per il primo argomento è stato dimostrato come l’esposizione occupazionale prolungata a temperature estreme sia un potenziale fattore di rischio di infortunio occupazionale, soprattutto in settori sensibili come l’edilizia e l’agricoltura. Con il progetto di ricerca Worklimate sono stati resi disponibili strumenti operativi e informativi, come le mappe climatiche di previsione del rischio di esposizione per le aziende, i lavoratori e gli operatori della salute e sicurezza negli ambienti di lavoro. Per il secondo argomento, invece, sarà presentato un progetto per lo sviluppo di nuove soluzioni per prevenire gli infortuni dovuti a cadute dall’alto e ridurne gli effetti, migliorando la protezione dei lavoratori. Le innovazioni utilizzeranno i progressi nell’ambito delle tecnologie di wearable sensing e actuation.

I webinar sul “risk assessment” negli ambienti naturali speciali e sul rischio biomeccanico nell’industria 4.0. I due webinar organizzati dall’Istituto sulla piattaforma digitale della manifestazione saranno invece dedicati alla metodologia del “risk assessment” applicata agli ambienti naturali speciali, che è risultata estremamente efficace nell’individuazione di condizioni pericolose in relazione all’attività lavorativa o ludico-sportiva che vi si sta svolgendo, e al rischio biomeccanico nell’industria 4.0, caratterizzata da attività svolte mediante esoscheletri o robot collaborativi, che è possibile analizzare, anche in tempo reale, grazie a strumenti informatici integrabili nell’ambiente di lavoro.

Il 6 ottobre la conferenza di apertura con speaker ed esperti internazionali. Tra le novità della nuova edizione il nuovo format Commonground, dedicato ai tre giorni che precedono la manifestazione, con eventi tematici che puntano a celebrare il ruolo di Maker Faire Rome come facilitatore di innovazione che insieme a partner come l’Inail ha permesso di creare connessioni tra persone, aziende, centri di ricerca, scuole e università, consentendo a tante idee di trasformarsi in progetti concreti e imprese reali. Il valore dell’innovazione come “terreno comune” e patrimonio di tutti sarà anche al centro della conferenza in programma il 6 ottobre, che darà il via ufficiale all’edizione 2022 con speaker ed esperti internazionali di grande esperienza e visione.

LXXXIV CONGRESSO SIML DI MEDICINA DEL LAVORO A GENOVA

Sono aperte le iscrizioni all’84° Congresso Nazionale SIML in programma a Genova dal 28 al 30 settembre 2022 presso il Porto Antico di Genova Centro Congressi.



Nel novantunesimo anno dalla fondazione della Società Italiana di Medicina del Lavoro (SIML), condividiamo il piacere e l’orgoglio di annunciarne l’84° Congresso Nazionale, che sarà organizzato nuovamente a Genova, dal 28 al 30 settembre2022, dopo le edizioni del 1978 e del 1999 tenutesi sotto la Lanterna. L’auspicio è di tornare a una “normalità” nella realizzazione del principale evento scientifico della vita societaria, dopo il lungo e difficile periodo caratterizzato dallo stato emergenziale legato alla pandemia da SARS-CoV-2, che ha polarizzato negli ultimi due anni molte delle attività dei medici del lavoro e medici competenti.

Programma

Iscrizioni

IL RISCHIO ESPLOSIVO IN GALVANICA

Nel settore trattamenti la frequenza del rischio di esplosione è fortunatamente bassa. Quello che preoccupa, però, è la magnitudo del rischio, ed è per questo che è doveroso affrontare il problema.

Nelle nostre galvaniche prevalentemente zincature, nichelature e cromature non ci dovrebbero essere grossi problemi di rischio da esplosione. In effetti nella mia frequentazione oramai sessantennale delle officine galvaniche gli unici botti frequenti che ricordo e che mi impressionavano da bambino erano quelli provocati ad arte dall’operatore galvanico per “schiumare” la sgrassatura.

Il rischio di esplosione da polveri

Non mi permetto valutazioni sul settore dell’alluminio, la sola presenza di tale materiale e quindi la possibilità che sia presente in polvere (con alta facilità di incendio ed esplosione) imporrà certo cautele specifiche. Nel mio corso “approccio globale alla valutazione del rischio” mi permetto di citare il fatto che nell’area Verbania-Cusio-Ossola, dove si producevano circa 60.000 caffettiere di alluminio al giorno ed una conseguente produzione stimata giornaliera di 540 Kg di polveri d’alluminio, si sono verificati nel periodo 1990-2001 sei incidenti esplosivi con 2 morti e 16 feriti. Al riguardo rimando gli interessati al non recente, ma ancora ben utile, opuscolo edito nel maggio 2001 sotto l’egida della Regione Piemonte: “Esplosioni da polveri nei processi di finitura di manufatti in alluminio e leghe nella realtà produttiva ASL 14 VCO: analisi del rischio e misure di prevenzione”, pubblicazione a cura del dipartimento Prevenzione dello Spresal e di CNR FIRGET. Nel suo prologo il Dott. Mario Valpreda diceva: “Le polveri di alluminio che si liberano durante le operazioni di pulitura dei metalli possono causare esplosioni. Sembra un’evenienza rara, ma l’esperienza dimostra che l’area del rischio è ampia”.

L’area dei trattamenti superficiali e molto ampia, non si smette mai di imparare cose nuove in questo settore fatto sì di terzisti “generalisti” ma anche di tante nicchie ultraspecializzate. È impossibile quindi conoscere tutto quello che avviene in queste molteplici e spesso piccole o addirittura microaziende. Quello che mi preme qui ricordare è che le polveri in generale possono comportare il rischio di esplosione e per sottolineare quanto questo sia vero cito tra i casi casi un’altra storica esplosione descritta dal perito incaricato dalla Reale Accademia delle Scienze di Torino nel 1785, il conte Carlo Ludovico Morozzo di Bianzè, esplosione avvenuta in un modesto panificio!

Il primo assunto, quindi, è che qualsiasi materiale solido in forma pulverulenta che sia in grado di bruciare in aria può causare un’esplosione di intensità tanto più violenta quanto più sottile sia la sua granulometria.

Il secondo assunto da tener ben presente è quello che ci dice come le polveri combustibili depositatesi in strati possono causare un incendio che può degenerare in esplosione quando lo strato si disperde in aria creando una nube.

Le polveri possono così dar luogo a 2 fenomeni:
– esplosione primaria;
– esplosioni secondarie: le polveri sollevatesi dall’esplosione primaria causano a loro
volta una reazione esplosiva

Ne consegue che ognuno nella sua officina deve valutare il pericolo di accumulo e stratificazione di polveri e provvedere con mezzi idonei alla loro rimozione in sicurezza. Se poi le polveri sono destinate ad impianti di captazione è bene che questi incorporino le dotazioni necessarie a evitare detonazioni o deflagrazioni che debbono essere certificate e munite dell’apposito marchio europeo.

Il rischio da esplosioni “chimiche”

Riprendendo quanto detto a proposito delle nostre galvaniche, in generale non dovrebbero essere presenti sostanze che espongono al rischio di formazione di miscele esplosive. Il galvanico è l’ultimo della sua filiera, spesso si trova ad affrontare i problemi causati da tutti coloro che l’hanno preceduto nella manifattura dell’oggetto che lui è chiamato a rifinire per renderlo vendibile. Se è stato usato un olio o della pasta abrasiva di scarsa qualità, se il saldatore ha spruzzato un prodotto che vetrifica o se la saldatura è stata eseguita in modo particolarmente creativo, se il materiale è sbagliato… il galvanico si ritrova la patata bollente tra le mani. Non di rado capita che il suo consulente chimico suggerisca di risolvere il problema introducendo qualche acido particolarmente forte o qualche nuovo “prodottino”.

Normalmente ciò avviene per quantità modeste ma abbiamo visto cosa succede al nostro Bobby con soli 130 galloni, anche andassimo a 13, in scala 10 a 1, non si dovrebbe comunque scherzare. Quindi fare particolare attenzione alle nuove sostanze introdotte anche solo sperimentalmente, analizzare bene la scheda di sicurezza, verificarne la volatilità e considerare la presenza di sostanze che ora andiamo ad elencare. In particolare, evitare di formare miscele contenenti NH3, O2 e NOx che possono dar luogo a formazione di nitrato d’ammonio che è esplosivo.

Anche i perossidi possono reagire violentemente, vi è un caso segnalato nel registro europeo degli incidenti rilevanti e-MARS accaduto nel reparto depurazioni di una galvanica, in questo caso la reazione non ha dato luogo ad una esplosione ma poco ci mancava. La stabilità termodinamica delle sostanze dipende dalla loro composizione e, più precisamente, dalla presenza nella loro molecola di taluni “gruppi funzionali”. Le “sostanze termodinamicamente instabili” sono ben descritte nell’apposito quaderno reperibile sul sito dell’Inail e sono:

derivati dell’acetilene
– azo-composti
– perossidi
– ozonuri
– triazeni
– epossidi
– nitroalcani
– nitroso composti
– nitrati di composti ossidrilici (per esempio TNT)
– fulminati
– nitriti organici
– sali di idrossilammonio
– perclorati organici
– cloriti, clorati

La reazione chimica tra acido fluoborico (o altri acidi forti) e metalli comporta la formazione di idrogeno gassoso che è infiammabile ed esplosivo. Nell’e-MARS abbiamo un caso in galvanica di violenta reazione con sviluppo di gas tra acido nitrico e ferro. In tal senso l’acido nitrico è una brutta bestia con molti metalli (zinco, ferro, rame, magnesio) tranne l’alluminio. Anche per questa segnalazione non vi è stata fortunatamente esplosione, ma molti operai sono stati messi sotto osservazione dopo essere stati esposti alle esalazioni. L’acido nitrico è anche in grado di reagire violentemente con sostanze chimiche organiche causando pericolo di incendi e esplosioni.

Ricordiamo poi la regola fondamentale ”mai dare da bere agli acidi” l’aggiunta di acqua può accelerare reazioni ad esempio tra acido solforico concentrato con ferro, alluminio e magnesio.

Per lo zinco in polvere la reazione è diretta. Oltre alla sostanza anche la forma è importante: se aumenta la superficie di scambio (polveri metalliche invece di metallo massivo) anche la reazione sarà più violenta. La stessa reazione accade fra basi forti (sodio idrossido o idrossido di ammonio) e metalli.

Il rischio da esplosioni “fisiche”

Le esplosioni fisiche si verificano quando quantità rilevanti di liquido vaporizzano istantaneamente per ebollizione, con un grande aumento di volume.

Ricordiamo il fenomeno dei BLEVE, Boiling Liquid Expanding Vapour Explosion. Esempi significativi di BLEVE si possono avere a seguito della brusca rottura di recipienti contenenti, per esempio, GPL, metano, etilene, propano, ammoniaca, cloro, anidride solforosa mantenuti liquefatti sotto pressione, oppure liquefatti e mantenuti a pressione atmosferica a bassa temperatura, per esempio ossigeno o azoto liquido. La rottura di bombole può causare una esplosione fisica, con proiezione a distanza di frammenti.

Da evitarsi il versamento in acqua di metallo fuso come alluminio o ferro. Il vapore si sviluppa con grande rapidità, proiettando liquido e generando onde d’urto, pericolose anche a notevole distanza. Anche qui si può approfondire consultando l’allegato presente nello stesso sito dell’Inail dove potete vedere citati anche altri fenomeni quali il “Boil Over” e la “decomposizione esplosiva” di determinati materiali.

La zona di ricarica delle batterie

Vale la pena ricordare una delle zone a rischio di esplosione che è presente abbastanza ubiquitariamente nei diversi settori produttivi: la zona di ricarica delle batterie dei carrelli elevatori, dei semoventi elettrici e/o di accumulatori. Credo che anche questo fenomeno esplosivo non sia poi così frequente visto che le moderne apparecchiature di ricarica dovrebbero essere munite di dispositivi di sicurezza che “staccano” al raggiungimento della carica ottimale. In effetti l’elettrolisi dell’acqua della batteria porta ad emissioni di idrogeno, se questo raggiunge la percentuale del 4 % si ottiene una atmosfera potenzialmente esplosiva. La massima emissione di idrogeno avviene quando la batteria è completamente carica, in questa situazione l’energia che forniamo viene tutta utilizzata in elettrolisi. Quindi evitare di porre sotto carica quando non c’è la necessità è un primo ovvio consiglio. Assicurarsi che il caricabatterie interrompa l’alimentazione al raggiungimento dell’obbiettivo è altrettanto ovvio. Quello che si deve attuare in prevenzione è posizionare tale zona in una parte coperta ma ben ventilata evitando così l’accumulo di gas che porti alla formazione di una atmosfera esplosiva. Una buona ventilazione naturale assicurerà una grande riduzione del rischio. Se ciò non fosse possibile si dovrà intervenire con un buon sistema di ventilazione forzata nell’area.

articolo originale

di Lorenzo Dalla Torre tratto da meccanicanews.com

VISIONE , ASTENOPIA , DIFETTI REFRATTIVI E BUON USO DEI VIDEOTERMINALI.

L’evoluzione della tecnologia ci facilita la vita, ma rappresenta una vera e propria minaccia per la salute dei nostri occhi. Passiamo ormai molte ore della giornata non solo davanti al pc per motivi di lavoro, ma anche con gli occhi fissi sui nostri nuovi “giocattoli” tecnologici, smartphone e tablet in primis, e su vecchie fiamme come la TV.
Uno studio dell’Università Keio di Tokyo pubblicato su Jama Ophthalmology, ha studiato gli effetti di un’esposizione prolungata agli schermi dei computer sui nostri occhi, segnalando in particolare il fatto che gli occhi dei lavoratori mostrano poco film lacrimale, necessario alla loro protezione. Inoltre, c’è anche una carenza della proteina che è la base del film lacrimale.


Gli scienziati giapponesi hanno analizzato quasi 100 persone che lavoravano in ufficio, esaminando la composizione del film lacrimale e ponendo loro delle domande sul numero domande sul numero di ore trascorse davanti al pc e sulla salute dei loro occhi.
Dai dati è emerso che il 7 per cento degli uomini e il 14 per cento delle donne aveva la cosiddetta sindrome dell’occhio secco. Inoltre, molti si lamentavano per le irritazioni, il bruciore e la vista appannata.
In questi casi, ovviamente, non bisogna perdere tempo e rivolgersi immediatamente a un oculista.
Nel caso in cui avvertissimo soltanto stanchezza oculare o secchezza, qualche piccolo suggerimento può migliorare la situazione:
fai un break ogni tanto. Dai ai tuoi occhi un riposo di qualche minuto, semplicemente rilassandoti. Togli gli occhiali se li indossi, chiudi gli occhi, fai un bel respiro profondo e stai per qualche minuto lontano dallo schermo.
Una volta a casa, non continuare a lavorare. Lascia perdere le mail e il telefono. Aspetta almeno un’ora prima di leggere un libro.


Cambia le luci. La luce dev’essere diffusa, ma non eccessiva, e deve illuminare l’ambiente in maniera corretta. Fai delle prove per capire il livello di illuminazione giusta per i tuoi occhi, che non sia né troppo bassa né troppo potente.
Batti le ciglia. Può sembrare uno strano consiglio, ma in realtà quando lavoriamo davanti a uno schermo tendiamo a ridurre il numero dei battiti di ciglia, il che provoca secchezza oculare e conseguente affaticamento che potremmo anche non cogliere al momento. Se necessario, utilizza le lacrime artificiali per bilanciare la situazione.
Concediti un massaggio. Quando lavoriamo davanti al computer i muscoli frontali tendono ad irrigidirsi, e se passiamo qualche minuto a massaggiarci la testa, la fronte e il collo, ci rilasseremo abbassando lo stress.
Da tenere in considerazione anche la regolazione della luminosità dello schermo. Dovrebbe essere abbastanza luminoso da consentire la lettura in maniera confortevole, ma non troppo illuminato rispetto a ciò che lo circonda, perché in questo caso il contrasto costringerebbe la retina a lavorare di più per compensare la differenza.


Francesco Loperfido, responsabile del Servizio di Oftalmologia generale dell’Irccs San Raffaele di Milano e consulente della Commissione Difesa Vista, ricorda: “il Tu 81, regola a livello europeo e italiano le problematiche per i lavoratori che fanno uso di terminali dalle tre alle 8 ore al giorno. La normativa impone una visita oculistica il cui referto viene valutato dal medico competente, ovvero il medico del lavoro, che darà l’idoneità in base anche ad altre valutazioni eseguite”.
L’obiettivo di questi screening non è solo stabilire se il lavoratore soffre di un difetto visivo, ma anche capire se l’eventuale problema è stato gestito nel modo più opportuno. Un’azione correttiva ‘doc’ non si limita infatti all’utilizzo di lenti specifiche, ma coinvolge tutto l’ambiente dell’ufficio: il monitor del computer, la scrivania, la sedia e le fonti di luce della stanza.
Qualche esempio. Una persona miope che non impiega le correzioni adeguate, evidenzia Loperfido, “modifica la sua postura in avanti sovraccaricando il collo. E il tutto causa maggiori bruciori agli occhi per la vicinanza allo schermo, e fastidi causati dalla contemporanea necessità di scrivere sulla tastiera e guardare il monitor”. L’ipermetrope, invece, “ha il problema opposto: dopo un po’ i caratteri si sdoppiano” e il lavoratore “tende ad allontanarsi dallo schermo, problema che si accentua con la presbiopia”. Gli astigmatici, infine, “tendono ad avere posture lateralizzate per compensare difetti elevati”. Tutte “queste ‘accomodazioni’ possono provocare una serie di disturbi che prendono il nome di astenopia accomodativa”: una vera e propria sindrome clinica che si manifesta con “fotofobia, riduzione dell’acuità visiva, visione sfuocata o doppia, lacrimazione, prurito, irritazione, cefalea, nausea, vertigine e tensione generale”, sottolinea lo specialista. Se poi si indossano gli occhiali da vista, gli schermi producono riflessi sulle superfici esterna e interna degli occhiali stessi. Riflessi che si sovrappongono sulla retina alle immagini visive, creando aloni che stancano l’occhio. Per questo “è buona norma utilizzare lenti trattate con filtri antiriflesso”, consiglia il medico.
Per chi ha invece più di un difetto visivo, fra cui la presbiopia, “la soluzione è quella delle lenti progressive” che “consentono una visione nitida a tutte le distanze.

Anche alcune lenti colorate possono essere utili a ridurre la luce dello sfondo e migliorare il contrasto”. Attenzione poi con le lenti a contatto, ammonisce Loperfido, perché “davanti allo schermo del computer diminuisce la frequenza degli ammiccamenti oculari, si riduce il film lacrimale e l’occhio è visibilmente più asciutto” e più vulnerabile. Per proteggere gli occhi dei ‘forzati del pc’ è inoltre fondamentale la scelta del monitor. I più sicuri sono quelli “piatti di ultima generazione”, dice l’oculista: ottimizzano contrasto e risoluzione, riducono i campi elettrostatici (tra le cause dell’occhio asciutto) e “favoriscono una maggiore distanza tra occhio e video. Soprattutto in quelle postazioni di lavoro (tipo le reception) dove spazi esigui facilitano posture sbagliate incrementando l’astenopia”.
Per quanto riguarda le fonti di luce, gli esperti affermano che è necessario evitare riflessi sullo schermo: la luce deve essere presente, ma contenuta, e il contrasto tra schermo e ambiente appropriato. È infine fondamentale che le fonti luminose siano perpendicolari allo schermo (né di fronte né alle spalle dell’operatore), e la postazione pc deve essere distante almeno un metro dalle finestre (schermate con tende regolabili). E ancora.

La sedia ‘sana’ deve essere ben bilanciata, deve muoversi su rotelle autofrenanti, deve avere un sedile regolabile in altezza e uno schienale posizionato in modo da sostenere la zona lombare. La scrivania, invece, deve avere una superficie opaca, preferibilmente di colori tenui o neutri. Le dimensioni devono permettere una certa libertà nel posizionare gli elementi sulla scrivania, e la distanza tra bordo e tastiera deve essere di almeno di 15 centimetri per poter appoggiare gli avambracci.
Per finire, le pause. Qualche datore di lavoro storcerà il naso, ma per salvaguardare la salute oculare è importante ‘staccare la spina’ per 15 minuti ogni due ore di lavoro. Le pause benefiche sono un diritto previsto dalle legge e durante lo ‘stop’ è consigliabile sgranchirsi braccia e schiena, senza tuttavia impegnare gli occhi. Da italiasalute.it

GUIDA ALLA GESTIONE DEL RISCHIO CALORE

La pubblicazione rientra tra gli strumenti informativi del progetto di ricerca, frutto della collaborazione tra Inail e Consiglio nazionale delle ricerche-Istituto per la BioEconomia (Cnr-Ibe). Lo studio comprende un ampio programma di attività per l’analisi dell’impatto del cambiamento climatico sulla salute e la sicurezza dei lavoratori.

La guida contiene una serie di materiali informativi relativi alle patologie da calore, alle raccomandazioni per una corretta gestione del rischio, alle condizioni patologiche che aumentano la suscettibilità al caldo e ai temi della disidratazione e dell’organizzazione delle pause.



I materiali sono stati raccolti in un unico documento che consente di disporre di una guida pratica e di facile consultazione per gestire il rischio di esposizione al caldo nei luoghi di lavoro, al fine di mitigare gli effetti sulla salute e di prevenire i rischi.

Prodotto: Opuscolo
Edizioni: Inail – 2022
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Informazioni e richieste: dcpianificazione-comunicazione@inail.it 

WORKLIMATE : IMPATTO E STRATEGIE PER LO STRESS TERMICO SUL LAVORO.

da worklimate.it

Secondo recenti stime, circa il 30% della popolazione mondiale è attualmente esposta a condizioni di caldo particolarmente critiche per la salute per almeno 20 giorni all’anno e tale percentuale è destinata ad aumentare nei prossimi anni anche se le emissioni di gas serra tenderanno a ridursi. I lavoratori, in particolare quelli che trascorrono la maggior parte delle loro attività all’aperto, settore agricolo e delle costruzioni in primis, sono tra i soggetti più esposti agli effetti del caldo e in generale a tutti i fenomeni atmosferici. Il progetto ( vedi link) si prefigge come obiettivo generale quello di approfondire, soprattutto attraverso la banca dati degli infortuni dell’INAIL, le conoscenze sull’effetto delle condizioni di stress termico ambientale (in particolare del caldo) sui lavoratori, con un’attenzione specifica alla stima dei costi sociali degli infortuni sul lavoro. Anche attraverso l’organizzazione di alcuni casi-studio ad hoc in aziende selezionate in zone del centro Italia e una indagine sulla percezione del rischio legata all’esposizione a temperature estreme dei lavoratori, saranno proposte soluzioni organizzative e procedure operative utili in vari ambiti occupazionali (o mansioni) attualmente non ancora disponibili. Sarà quindi sviluppato e reso operativo un sistema di allerta da caldo, integrato meteo-climatico ed epidemiologico, specifico per il settore occupazionale, rappresentato da una piattaforma previsionale web e da una web app con previsioni personalizzate sulla base delle caratteristiche individuali dei lavoratori e quelle dell’ambiente di lavoro (lavoro esposto al sole o in zone d’ombra).

LINK: https://www.worklimate.it/il-progetto/

MATERIALE INFORMATIVO

BROCHURE INFORMATIVE SULLE PATOLOGIE DA CALORE, SUI FATTORI CHE CONTRIBUISCONO ALLA LORO INSORGENZA E SULLE RACCOMANDAZIONI DA SEGUIRE PER UN’EFFICACE PIANIFICAZIONE DEGLI INTERVENTI AZIENDALI IN MATERIA DI PREVENZIONE DEL RISCHIO MICROCLIMA, DA ADOTTARE NELL’AMBITO DELLA SPECIFICA ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA DI PREVENZIONE AZIENDALE (AI SENSI ART. 2 COMMA 2 D.LGS. 81/08):

CRITERI DEL GIUDIZIO DI IDONEITÀ SECONDO LA REGIONE TOSCANA

Riportiamo qui di seguito un estratto relativo agli indirizzi indicati dalla Regione Toscana per esprimere il giudizio di idoneità.

Di particolare interesse sono a mio parere gli aspetti tecnico professionali nella formulazione del giudizio di idoneità :

Indicazioni per i medici competenti e per le commissioni esaminatrici dei ricorsi ex art. 41 comma 9 D.Lgs. 81/08
La commissione si esprime sulle eventuali inidoneità del lavoratore senza formulare ipotesi o valutazioni in merito ad una sua diversa ricollocazione; tale compito è invece proprio del datore di lavoro che può avvalersi, ove lo ritenga opportuno, del contributo del medico competente, anche per valutare se la nuova assegnazione lavorativa è compatibile con le limitazioni espresse dalla commissione.
Si ritiene legittimo che il medico competente possa fornire al datore di lavoro consigli/indicazioni, a latere e distintamente dal giudizio di idoneità; tale comportamento non appare opportuno nell’attività della commissione che deve esclusivamente annullare, convalidare o modificare il giudizio di idoneità espresso dal medico competente.
Si ritiene utile che nei casi in cui non viene confermato il giudizio del medico competente le motivazioni siano esplicitate al medico competente stesso, eventualmente fornendo indicazioni e consigli circa le limitazioni impartite.
Il giudizio di idoneità espresso dal medico competente è riferito complessivamente alla mansione specifica alla quale il lavoratore è destinato e non solo ai fattori di rischio che rendono obbligatoria la sorveglianza sanitaria, nei confronti dei quali il lavoratore potrebbe anche risultare idoneo senza però essere idoneo allo svolgimento della mansione nel suo complesso. Pertanto il medico competente (e in caso di ricorso, il collegio) deve prendere in considerazione tanto i “fattori di rischio” (tutti quelli connessi alla mansione specifica e non solo quelli per è obbligatoria la sorveglianza sanitaria), quanto “ambiente di lavoro” e “modalità di svolgimento dell’attività lavorativa”.


Fra i fattori di rischio da prendere in considerazione si sottolineano in particolare: -i fattori che incidono sulla sicurezza del lavoratore, e non solo sulla sua salute; -eventuali condizioni di dimostrata ipersuscettibilità individuale;
L’espressione del giudizio di idoneità non può, invece, fondarsi su aspetti esterni alla mansione stessa, quali, ad esempio, le modalità con le quali il lavoratore raggiunge il posto di lavoro (tempi di percorrenza casa lavoro o il mezzo utilizzato per raggiungere il posto di lavoro). Anche i problemi connessi all’interfaccia casa – lavoro, che pure sono oggetto della valutazione del rischio stress lavoro correlato, non possono essere elementi rilevanti ai fini dell’espressione del giudizio di idoneità alla mansione specifica, sebbene sia comportamento conforme al codice ICOH (n. 12) promuovere, per quanto possibile, anche la considerazione di “aspetti legati a situazioni familiari e circostanze della vita indipendenti dal lavoro”.
Inoltre, ai fini dell’espressione del giudizio di idoneità alla mansione devono essere presi in esame tutti i fattori che possono recare nocumento alla salute fisica e mentale del lavoratore, ma non possono invece essere valutati i rischi che il comportamento del lavoratore può determinare nei confronti di soggetti terzi o dei colleghi di lavoro o dell’utenza (con esclusione ovviamente di quanto previsto dalla normativa per l’uso o abuso di alcool e sostanze stupefacenti/psicotrope). Tali situazioni possono essere oggetto di valutazioni in sedi diverse (ad esempio art. 5 della legge 300/1970) e possono comunque essere segnalate dal medico competente al datore di lavoro, nella salvaguardia del segreto professionale.
Il giudizio di idoneità alla mansione può essere espresso in maniera specifica nei confronti di un piano di lavoro personalizzato, predisposto per il lavoratore dal datore di lavoro in collaborazione con il medico competente, che eviti l’inclusione di attività che potrebbero risultare nocive per il lavoratore stesso. In tal modo può essere evitata l’espressione di giudizi di idoneità con limitazioni. Tale iniziativa può considerarsi come una buona prassi volontariamente adottata dal datore di lavoro
Le medesime considerazioni valgono anche nel caso di visita richiesta dal lavoratore (art. 41, c. 2, lett. c); il lavoratore ha facoltà di richiedere la visita anche se non è sottoposto a sorveglianza sanitaria: il medico competente deve accogliere la richiesta se ritiene che vi sia un nesso tra le motivazioni addotte e l’attività lavorativa svolta.
Non si ritiene opportuna la presenza del medico competente al momento della visita presso la commissione dell’organo di vigilanza, in quanto la sua presenza potrebbe condizionare la libertà con cui il lavoratore ha necessità di esprimersi nei confronti della commissione che esamina il ricorso. E’ invece opportuno che la commissione interagisca con il medico competente prima di esprimere, in piena autonomia, il proprio giudizio, invitandolo a fornire le osservazioni ritenute utili per l’esame del ricorso. Ciò al fine di acquisire tutti gli elementi che potrebbero essere utili per valutare il caso.
Qualora, dagli accertamenti effettuati, risulti che il ricorso presentato dal lavoratore non è, in realtà, rivolto nei confronti del giudizio espresso dal medico competente, ma legato al mancato rispetto delle limitazioni/prescrizioni imposte dal giudizio stesso, la commissione confermerà il giudizio e valuterà la opportunità di promuovere un intervento ispettivo finalizzato ad evidenziare il mancato rispetto delle limitazioni/prescrizioni impartite dal medico competente.
Il giudizio espresso dalla commissione ex art. 41 del D.L.vo 81/2008 non modifica la periodicità degli accertamenti sanitari effettuati dal medico competente, eccezion fatta per i casi in cui il provvedimento:
-contenga esplicito riferimento alla periodicità della sorveglianza sanitaria;
-preveda una temporanea non idoneità fino ad una data specificata, nella quale il medico competente provvederà alla nuova visita e all’espressione del giudizio di idoneità.
In tutti gli altri casi il giudizio espresso dalla commissione ex articolo 41 del D.L.vo 81/2008 ha validità fino alla successiva visita medica ad opera del medico competente.
I 30 giorni utili per la presentazione del ricorso decorrono dal giorno in cui il soggetto che effettua il ricorso ha ricevuto comunicazione dell’esito dell’accertamento di primo grado. Al fine di evitare contestazioni sarebbe opportuno (buona prassi) far apporre al lavoratore, sul certificato di idoneità (compreso la copia per il lavoratore) data del ritiro e firma.

testo integrale:

https://olympus.uniurb.it/index.php?option=com_content&view=article&id=20175:421_18tosc&catid=27&Itemid=137