INAIL

LA SICUREZZA NEL COMPARTO OLEARE

NUOVO VOLUME INAIL CONSULTABILE ON LINE

Gli oliveti sono per la maggior parte ubicati su terreni con caratteristiche orografiche difficili che non sempre permettono la meccanizzazione delle pratiche colturali e, pertanto, richiedono un significativo impiego di manodopera. Anche nelle aziende a gestione familiare l’attività formativa viene data per scontata ed è facile che le cattive prassi si siano consolidate nel tempo, provocando decine di infortuni sul lavoro.

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Oleare la sicurezza – I rischi per i lavoratori nella coltivazione dell’olivo e la produzione delle olive

Obiettivi del progetto
 l’Obiettivo del progetto Oleare la sicurezza  è  centrato sul  fornire strumenti di facile interpretazione per  modificare abitudini e pratiche consolidate potenzialmente  pericolose per la sicurezza dei lavoratori.

Immagine correlataIl manuale da informazioni in modo rapido e diretto  a quei lavoratori che  solo difficilmente si riuscirebbe a riunire in un’aula di formazione.
Il progetto ha pensato quindi  attività realizzate sul campo mediante visite aziendali e Focus Group durante le principali fasi di lavorazione del terreno, cura delle piante e raccolta negli oliveti.

In tali focus group, gli imprenditori ed i lavoratori hanno partecipato attivamente alla individuazione dei rischi contribuendo  anche ad identificare  azioni di prevenzione
Il manuale  segnala poi  con semplici schemi, l principali problemi  emersi dall’analisi sul campo delle fasi lavorative

Articolazione del Manuale

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Il Volume parte da una analisi del settore olivicolo e  poi passa a valutare  la realtà dei frantoi e delle diverse lavorazioni :

Si spazia dalla coltivazione dell’olivo all’uso della trattrice per l’impianto dell’olivetoper poi occuparsi delle  altre fasi di dimora delle piante, Concimazione di fondo, gestione del terreno e le lavorazioni ordinarie, Potatura e allevamento dell’olivo, difesa dai fitofagi e la fase di raccolta delle olive.
Si consiglia la consultazione delle schede sintetiche di valutazione dei rischi che propongono, per ciascuna fase, le misure di prevenzione e protezione più idonee per lavorare in sicurezza

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LA SICUREZZA SUL LAVORO NEI “GREEN JOBS”

“Green Jobs”: Impatto sulla Salute e Sicurezza dei Lavoratori” – Le indicazioni dell’INAIL

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Segnaliamo un nuovo documento redatto dall’INAIL dal titolo di Green jobs impatto sulla salute e la sicurezza dei lavoratori . Si tratta di un opuscolo redatto dall’Inail  per approfondire  i problemi della salute e della sicurezza  sui luoghi di lavoro in ambiti produttivi ed industriali quali quelli della cosidetta GREEN ECONOMY .In particolar modo sono indicati dall’INAIL le problematiche di safety  relative alla produzione di energie rinnovabili caratterizzate da processi produttivi e prodotti più sostenibili con nuove tecnologie che tuttavia possono far emergere nuove problematiche e generare profili di rischio diversi rispetto ai tradizionali per la salute e per la sicurezza dei lavoratori coinvolti.

 

Ecco un  estratto della Tabella 1 realizzata dall’Inail.

tabella sui rischi e pericoli delle energie rinnovabili

LINK  – GREEN JOBS: IMPATTO SULLA SALUTE E SICUREZZA DEI LAVORATORI PDF

IMPLICAZIONI PER LA SALUTE E LA SICUREZZA DEI LAVORATORI

L’utilizzo delle rinnovabili e la diffusione delle tecnologie legate all’ambiente hanno sicuramente conseguenze positive per la qualità della nostra vita, ma non devono far dimenticare l’attenzione alla salute ed alla sicurezza sul lavoro.

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Quando pensiamo alla parola ‘verde’ di solito facciamo riferimento ai prodotti e servizi ‘verdi’ che sono più sicuri rispetto ai prodotti o servizi che vanno a sostituire, ma purtroppo ciò non è sempre vero. Infatti, oltre ai rischi comunemente conosciuti negli ambienti di lavoro (es. elettrico, chimico, biologico, ecc.), i lavoratori occupati nel settore verde possono essere esposti a nuovi rischi che potrebbero non essere stati precedentemente individuati.Risultati immagini GREEN JOBS TECO MILANO

Ciò è dovuto, ad esempio, all’introduzione di nuove tecnologie, nuove sostanze e procedimenti di lavoro, nuove forme di occupazione e di organizzazione del lavoro. In alcuni casi possiamo avere combinazioni di più rischi, come nell’installazione di pannelli solari, in cui il rischio elettrico si combina con il rischio di lavorare in altezza (Tabella 1). 

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ALIMENTAZIONE E LAVORO 2018 SECONDO L’INAIL

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Il factsheet riporta alcuni dati generali sul rapporto tra alimentazione e alcune malattie croniche non trasmissibili (cardiovascolari, dismetaboliche, tumori) dovute anche all’alimentazione scorretta.

Inoltre, vengono presentati suggerimenti ai lavoratori per assumere giornalmente i nutrienti necessari a mantenere una buona salute e il peso forma. Dato che, solitamente, almeno un pasto al giorno è consumato al lavoro, per i datori di lavoro vengono fornite indicazioni per mettere a disposizione un’offerta alimentare salutare e a buon mercato mirata alla propria forza lavoro, ponendo particolare attenzione ai cibi offerti dalle mense e dai distributori automatici.

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CONTENUTI:

Nel dettaglio, il documento riporta alcuni dati generali sul rapporto che esiste tra un’alimentazione scorretta e alcune malattie croniche non trasmissibili, quali:

  • cardiovascolari (17,7 milioni di persone ogni anno)
  • tumori (8,8 milioni)
  • malattie respiratorie (3,9 milioni)
  • diabete (1,6 milioni)
  • dismetaboliche
  • ecc.

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Sono elencate , inoltre, le cinque regole fondamentali per una corretta alimentazione al lavoro:

  1. Più frutta e verdura (almeno cinque porzioni al giorno)
  2. Meno grassi (grasso della carne, formaggi grassi, burro, olio)
  3. Più varietà combinando gli alimenti:
    • pasta, pane, patate, riso e cereali (carboidrati) devono essere assunti ogni giorno
    • carne, pesce, uova (proteine animali da cui ricaviamo gli aminoacidi che sono i costituenti essenziali per la formazione dei muscoli). La carne e le uova dovrebbero essere mangiate non più di due-tre volte a settimana, privilegiando il pesce (ricco di omega 3)
    • legumi (ottime fonti di proteine, contengono pochi grassi e molta fibra alimentare che regola i livelli di colesterolo e zucchero nel sangue)
    • latte, yogurt e formaggi (proteine di elevata qualità biologica, alcune vitamine e calcio). I formaggi dovrebbero essere mangiati come pasto, non dopo un pasto, e al massimo due volte a settimana
    • frutta, verdura e ortaggi (contengono rilevanti quantità di minerali, vitamine e antiossidanti) sono alimenti a basso contenuto calorico
    • condimenti (salse, maionese, burro, olio), alcolici (aperitivi, vino, birra, amari, superalcolici), sale e dolci sono alimenti e bevande di cui è necessario limitare al massimo il consumo
  4. Più attenzione alle porzioni: l’alimentazione frazionata in tre pasti principali e uno o due spuntini al giorno consente un più armonico rifornimento di energia e un minore impegno digestivo
  5. Acqua in abbondanza (almeno 1 litro e mezzo al giorno)

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Sono anche presenti:

  • suggerimenti per i lavoratori su cosa mangiare ogni giorno  per mantenere una buona salute e il peso forma, dal momento che almeno un pasto al giorno è consumato al lavoro
  • suggerimenti per i datori di lavoro al fine di fornire un’offerta alimentare salutare e a buon prezzo, con particolare attenzione ai cibi offerti dalle mense e dai distributori automatici

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In ultimo una tabella in cui sono indicati i valori (Kcal/h) per classi di lavoro e per sesso calcolati su un’ipotetica tipologia lavorativa in un ipotetico individuo “medio”, dal peso standard (65 Kg per l’uomo e 55 Kg per la donna), di età e caratteristiche fisiche “medie”.

LA DIETA DEI MESTIERI

SEMPRE PARLANDO DI LAVORO E TIPOLOGIA DI ALIMENTAZIONE RIPORTIAMO QUI LA RECENSIONE DI UN INTERESSANTE LIBRO LA DIETA DEI MESTIERI DI ELENA BURATTI  TRATTA DAL SITO http://www.aifos.org

“Se cercate il nome di Eleonora Buratti sui motori di ricerca trovate diverse informazioni su una donna che si divide tra scrittura, giornalismo e sociologa aziendale. E sono presenti anche tante altre notizie interessanti, che ne connotano l’attività fuori dai canoni tradizionali: come ad esempio il fatto che abbia creato le “selfie interviste” (https://eleonoraburatti.wordpress.com), ossia un blog dedicato alle professioni dove propone interviste, fatte a persone a caso, che raccontano “l’impegno e quella soddisfazione che solo la fatica è in grado di restituire”.

Vi raccontiamo tutto questo per inquadrare il modo eclettico e creativo che Buratti si propone quando decide di raccontare qualcosa. Con lo stesso spirito, infatti, lei ha ideato il “Romanzo d’azienda®”, storie ambientate nel mondo del lavoro che lei stessa definisce “strumento di intervento per le aziende utile a rinvigorire il senso di appartenenza e a conservare la memoria”.

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Tra i suoi tanti progetti, un (ennesimo) strumento di intervento è anche “Rischio alimentazione”, che comprende formazione e consulenza nelle aziende per migliorare la salute dei lavoratori attraverso l’alimentazione. Proprio sulla base di quest’ultimo nasce la sua recente creazione, in distribuzione nelle librerie, dal titolo “La Dieta dei Mestieri”, (Ed. AltroMondo) libro dove affronta, con lo stesso modo poliedrico, la tematica relativa alla sicurezza e la salute dei lavoratori in correlazione con l’alimentazione.

Il libro è frutto di diversi anni di ricerca condotti tramite il progetto “Rischio alimentazione” e della collaborazione con Carlo Giolo, esperto di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e docente di alimentazione naturale e nasce dall’esigenza di colmare quella che, a suo dire, è una sorta di lacuna in mezzo a tutta la letteratura esistente sull’argomento: “Mancava – recita il libro a pagina 13 – un’opera che fungesse da bussola per la navigazione tra le pericolose acque del sapere alimentare associato alle prestazioni sul lavoro, all’attività psicofisica e alle malattie professionali”.
Una carenza che l’autrice ha deciso di colmare attraverso un percorso dedito a ridisegnare il ruolo dell’alimentazione e il suo apporto alla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, partendo dal ruolo che ricopre nel favorire o abbattere i rischi legati alla professione o al mestiere.

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La raggiungiamo telefonicamente per chiederle qualcosa in più del libro: «Il progetto riassume, in 226 pagine (dentro una copertina gialla), il lavoro di ricerca svolto in questi ultimi cinque anni, che mette assieme non solo una selezionata bibliografia di riferimento coi contributi più significativi, ma l’esperienza diretta e l’analisi in azienda che hanno fatto affiorare rischi emergenti e possibili strade per limitarli. Un manuale narrato, perché la storia dell’alimentazione si lega all’uomo a doppio filo; un libro che vuole raccogliere l’eredità di Bernardino Ramazzini, padre della medicina del lavoro e considerato il “Terzo Ippocrate”, nell’anno in cui ricorre il tricentenario della pubblicazione delle sue opere. Una sorta di eredità che abbiamo voluto onorare nel metodo e nello spirito per continuare a costruire quella che viene definita una nuova cultura della sicurezza, troppo spesso solo a belle parole» ci spiega entusiasta del lavoro svolto.

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Di fatto, “La dieta dei Mestieri” raccoglie, in forma di racconto, tutte le informazioni che aiutano a capire meglio il legame tra alimentazione e lavoro, tra alimentazione e stress, tra lavoro e obesità e si pone l’obiettivo di lanciare una sfida alla ricerca affinché il rischio, qualunque esso sia, venga sempre affrontato in termini di prevenzione, con tutti i mezzi che abbiamo a disposizione, alimentazione inclusa. Insomma, si tratta di un ‘vero e proprio manuale’, come lo descrive Romano De Marco che ne ha curato una delle due prefazioni “con i consigli per una giusta alimentazione rivolti a sedici diverse tipologie di lavoratori. Un testo completo, quindi, che racchiude in sé sia un’anima scientifica che una valenza pratica che lo rendono prezioso a più livelli di lettura e di facile consultazione”.

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Dal rischio stress, che in parte può essere controllato con una scelta mirata degli alimenti, a tutti gli altri rischi, da quello chimico a quello biologico, presenti nei luoghi di lavoro, incluso il rischio sovrappeso e obesità che, pare, strettamente legato all’attività svolta. “Esiste un lavoro che fa ingrassare!” dichiara l’autrice, “E leggendo il libro è possibile scoprire se si tratta del nostro lavoro.” Così com’è possibile scoprire quali siano le attività a rischio stress, quali quelle a rischio obesità, e quelle per le quali sarebbe conveniente apportare alla propria dieta alcune modifiche capaci di mantenere in salute e favorire la produzione. Un modo nuovo di abbattere i rischi sul lavoro, mettendo in luce lo stretto legame che unisce prestazione, salute e scelta alimentare.
Tra le sedici tipologie di lavoro per le quali vengono approfonditi i rischi e le conseguenti corrette abitudini alimentari anche l’impiegato e il dirigente; il cuoco e il dentista; l’operaio e il poliziotto. E, per evidenziare quelli di maggior rilievo del settore, anche il lavoratore dell’edilizia e l’imprenditore.

Eleonora Buratti
Giornalista, scrittrice, sociologa aziendale e studiosa dei comportamenti alimentari. Nativa di Cervia, vive tra il Veneto, Bologna e le pagine dei social media. Ideatrice del Romanzo d’Azienda®, strumento di intervento per la gestione delle Risorse Umane attraverso la letteratura, ed esperta di comunicazione aziendale, scrive storie ambientate nel mondo del lavoro. Tiene corsi e seminari sull’alimentazione e le sue dipendenze e corsi di comunicazione. Partecipa al progetto Rischio Alimentazione® fin dal suo esordio ed è cofondatrice dello studio associato Lenny&Carl – Risorse Umane in Salute. Scrive news sulla salute e sicurezza sul lavoro e ha firmato articoli per Il Resto del Carlino e periodici dei settori teatro e turismo. Collabora con Pupi Avati occupandosi di casting e coordinamento dei figuranti sui set bolognesi.

Carlo Giolo
Dietista, studioso di alimentazione naturale, formatore e consulente aziendale nell’ambito della salute e sicurezza sul lavoro. Cresciuto nel veneziano, vive tra spighe di grano, libri e l’estrattore di succhi. Ideatore del Rischio Alimentazione®, strumento gestionale, comportamentale e organizzativo per abbattere i rischi derivanti da cattive abitudini alimentari di chi lavora, affronta attraverso uno studio degli alimenti appropriati, il rischio stress da lavoro-correlato. Tiene corsi e seminari di educazione alimentare. È docente di alimentazione naturale presso l’Università Popolare Magna Carta di Rovigo e cofondatore dello studio associato Lenny&Carl – Risorse Umane in Salute.

 

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INFORTUNI E MALATTIE PROFESSIONALI : I DATI INAIL 2017

  1. Da superabile.it

27 giugno 2018

Presentati a Roma dal presidente De Felice i dati relativi al 2017. Gli infortuni riconosciuti sul lavoro sono poco meno di 417 mila, di cui circa il 19% avvenuti con mezzo di trasporto o in itinere. In calo le malattie professionali: sono state 58 mila, circa 2.200 in meno rispetto al 2016. Il 65% riguarda patologie del sistema osteomuscolare

ROMA – È stata presentata stamattina a Roma, dal presidente dell’Inail Renzo De Felice, la Relazione annuale sui dati relativi all’andamento degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali in Italia nel 2017.

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Infortuni sul lavoro. Sono state poco più di 641mila le denunce di infortunio registrate nel 2017, allo stesso livello del 2016 (-0,08%) e in calo di circa il 14% rispetto al 2012. Gli infortuni riconosciuti sul lavoro sono poco meno di 417 mila, di cui circa il 19% avvenuti “fuori dell’azienda” (cioè “con mezzo di trasporto” o “in itinere”). Il dato “fuori dell’azienda” è rilevante per la valutazione accurata delle politiche e delle azioni di prevenzione. • Delle 1.112 denunce di infortunio con esito mortale (erano 1.142 nel 2016, 1.370 nel 2012) gli infortuni accertati “sul lavoro” sono 617 (di cui 360, pari al 58%, “fuori dell’azienda”). Anche se i 34 casi ancora in istruttoria fossero tutti riconosciuti “sul lavoro” si avrebbe una diminuzione del 2,8% rispetto al 2016 e una riduzione pari a circa il 25% rispetto al 2012. • Gli infortuni sul lavoro hanno causato circa 11 milioni di giornate di inabilità, con costo a carico dell’Inail. In media 85 giorni per infortuni che hanno provocato menomazione e circa 21 giorni in assenza di menomazione.

Malattie professionali. • Le denunce di malattia professionale sono state circa 58mila (circa 2.200 in meno rispetto al 2016), con un aumento di circa il 25% rispetto al 2012. Ne è stata riconosciuta la causa professionale al 33%, mentre il 3% è ancora “in istruttoria”. Il 65% delle denunce riguarda patologie del sistema osteomuscolare. • Le denunce riguardano le malattie e non i soggetti ammalati, che sono circa 43mila, il 37% dei quali per causa professionale riconosciuta. Sono stati poco meno di 1.400 i lavoratori con malattia asbesto-correlata.• I lavoratori deceduti nel 2017 con riconoscimento di malattia professionale sono stati 1.206 (il 37% in meno rispetto al 2012), di cui 335 per silicosi/asbestosi (l’86% con età al decesso maggiore di 74 anni, il 75% con età maggiore di 79 anni).

FOCUS SU ERGONOMIA 4.0

CONVEGNO INAIL  DI ERGONOMIA A ROMA  IL 4 LUGLIO 2018.

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L’innovazione tecnologica sta trasformando tutti i processi industriali offrendo, allo stesso tempo, grandi prospettive di sviluppo nell’industria 4.0, come emerge anche dal Piano Nazionale Impresa 4.0.

In questo contesto devono essere considerati i potenziali  rischio per la salute e sicurezza sul lavoro pn. L’Ergonomia, che mette da sempre l’uomo al centro dell’attenzione, diventa uno degli strumenti fondamentali per affrontare questo cambiamento.

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Il convegno “Ergonomia 4.0” offre un’occasione per illustrare alcune delle ricerche più significative svolte dall’Inail, anche attraverso collaborazioni con istituzioni di eccellenza e con il mondo produttivo, per la gestione e prevenzione del rischio biomeccanico, il più grande determinante tra le malattie professionali.

 

Fonte INAIL:

https://www.inail.it/cs/internet/comunicazione/news-ed-eventi/eventi/evento-ergonomia-40-pastore-2018.html

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 DA https://www.innovationpost.it/

ERGONOMIA 4.0 COSA SIGNIFICA?

È stato pubblicato il sesto numero del magazine della Fondazione Ergo BellaFactory Focus. In questo numero si parla di Ergonomia 4.0 passando dagli esoscheletri industriali per la movimentazione manuale dei carichi presentati alla recente fiera mondiale Hannover Messe al problema normativo sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (D.Lgs 81/2008) che emerge dal primo rapporto ANMIL, agli ultimi dati sulle malattie professionali in Italia. Un commento alla cosiddetta “Riforma Madia” sul modello organizzativo della PA e la recente indagine sulle cause della bassa produttività in Italia del nostro Centro Studi.

L’editoriale di BellaFactory Focus

Ergonomia 4.0, salute nel mondo del lavoro, possiamo già parlare di una fabbrica uomo-centrica? A che punto siamo in Italia? Quali sono le novità che la quarta rivoluzione industriale porterà in tal senso? Quali gli impatti sullavoro fisico? Quali saranno le ripercussioni dell’introduzione di nuovi dispositivi? Le nuove tecnologie andranno a modificare anche lavalutazione del rischio in fase di progettazione e industrializzazione?

La Prof.ssa Cavatorta, docente del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale al Politecnico di Torino, racconta le soluzioni tecnologiche presentate alla recente fiera Hannover Messe (24-28 aprile 2017), fiera mondiale per l’industria, dai robot collaborativi agli esoscheletri industriali. Il quadro che ne emerge è estremamente chiaro: oggi solo nelle aziende medio-grandi la modellizzazione del processo produttivo virtuale permette un approccio proattivo all’ergonomia con tutti i vantaggi che ne conseguono a livello di costi e in termini di valutazione del rischio.

Salute dei lavoratori: tutela e normative

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Il recente Rapporto ANMIL sul tema della salute e la sicurezza sul lavoro mostra lo scollamento tutto italiano che esiste tra regole e tutele. Cosa è urgente fare? Semplificare il testo di legge, adeguarlo alle esigenze più moderne e attuali, serve cultura di prevenzione, serve più attenzione da parte delle istituzioni nello studio e nella ricerca in materia di salute.

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In particolare, emerge l’esigenza di maggior attenzione alla materia della movimentazione manuale dei carichi e alla promozione della adozione di misure e pratiche di gestione del rischio da sovraccarico biomeccanico più adeguate ai singoli settori. Da anni Fondazione Ergo ha attivato una serie di azioni che mirano proprio a diffondere una nuova pratica per la gesitone di tale rischio e ha recentemente presentato presso l’UNI una proposta risolutiva: il modello ERM (Ergonomic Recovery Model for Cyclical Industrial Work).

Tutto questo per capire quanto deve ancora cambiare in Italia perché la salute dei luoghi di lavoro torni al centro dell’interesse non solo del Legislatore ma anche dei manager di azienda. Perché il vantaggio competitivo lo si guadagna solo investendo nelle persone e nel loro lavoro più che nelle tecnologie.

L’efficientamento della Pubblica Amministrazione tra le cause della bassa produttività dell’Azienda Italia

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Presentiamo inoltre il primo numero de “I Quaderni di Approfondimento” tutto dedicato ad analizzare le cause della bassa produttività italiana. Ne emerge una mappa dettagliata che include tra le cause l’esigenza di riformare ed efficientare l’organizzazione della PA. In tal senso il Prof. Della Rocca, già Prof. associato di Sociologia Industriale presso l’Università della Calabria, commenta la recente “riforma Madia” e ne fa un’analisi efficace e propositiva che parte dall’esigenza dello snellimento delle strutture e della gerarchia della PA fino a sottolineare l’esigenza di indicatori standard in grado di misurare i risultati come elemento centrale per il futuro del “modello operativo” dell’azienda PA. Ma la PA è pronta per avviare questo cambiamento che preveda alla base una gestione scientifica del lavoro?

È possibile leggere e scaricare il sesto numero del BellaFactory Focus a questo link.

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REGISTRO ESPOSIZIONE AGENTI CANCEROGENI MUTAGENI E BIOLOGICI

NOVITA PER IL REGISTRO DEGLI ESPOSTI AD AGENTI CANCEROGENI MUTAGENI E BIOLOGICI

Gli agenti cancerogeni e mutageni sono in grado di provocare alterazioni genetiche e neoplasie nei soggetti esposti. Il tema dell’epidemiologia dell’esposizione ad agenti cancerogeni in ambito professionale e delle neoplasie correlate è complesso per molte ragioni, fra cui il lungo periodo di latenza tra esposizione ed insorgenza dei sintomi.
Il d.lgs. 81/2008 individua nell’Inail,  e nelle Unità sanitarie locali,  i soggetti deputati alla gestione dei flussi informativi per la tenuta e l’aggiornamento dei registri indicanti i livelli di esposizione dei soggetti ad agenti cancerogeni, agli elenchi di lavoratori esposti e alle cartelle sanitarie e di rischio.
Le modalità di tenuta del registro e di trasmissione dei dati all’Inail, Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale, sono definiti dal d.m. 155/2007.

In particolare, il datore di lavoro deve:

  • consegnare copia dei registri di esposizione e delle variazioni intervenute ogni tre anni e comunque ogni qualvolta l’Istituto ne faccia richiesta;
  • comunicare la cessazione del rapporto di lavoro, con le variazioni sopravvenute dall’ultima comunicazione;
  • consegnare il registro in caso di cessazione dell’attività dell’impresa;
  • richiedere copia delle annotazioni individuali in caso di assunzione dei lavoratori che abbiano esercitato attività che comportano l’iscrizione ai registri.

Con circolare 15 maggio 2018, n. 22, l’Inail ha rilasciato un’importante un’implementazione del servizio telematico “Registro di esposizione agenti  cancerogeni mutageni e biologici” che consente anche ai datori di lavoro non titolari di posizione assicurativa territoriale la trasmissione dei dati all’Istituto assicuratore e alla Asl territorialmente competente.

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AGENTI CANCEROGENI MUTAGENI BIOLOGICI

Il Registro  è online ed è immediatamente accessibile ai funzionari dei Servizi di prevenzione delle Aziende sanitarie locali tramite l’inserimento delle credenziali in loro possesso nell’area dei servizi online del portale Inail www.inail.it.

AGENTI CANCEROGENI E MUTAGENI 2015

STRESS LAVORO CORRELATO IL NUOVO MANUALE INAIL

L’INAIL ha pubblicato un nuovo manuale sullo stress lavoro correlato. l’attuale manuale sostituisce la precedente edizione del 2011

Nella pubblicazione sono illustrate le novità derivanti dall’attività di ricerca del Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale su questo tema. A sei anni dalla sua creazione e diffusione, grazie all’adozione della metodologia da parte di un consistente numero di aziende, ben distribuite sul territorio italiano e rappresentative dei vari settori produttivi, è stato possibile integrare i risultati delle attività di ricerca con le esperienze derivanti da autorevoli collaborazioni nazionali ed internazionali, per aggiornare e ottimizzare gli strumenti metodologici offerti, al fine di supportare ulteriormente le aziende che effettuano la valutazione e gestione di questo rischio.

Immagine La metodologia per la valutazione e gestione del rischio stress lavoro-correlato
Prodotto: volume
Edizioni: Inail – 2017
Disponibilità: Sì –  Consultabile anche in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it