SICUREZZA SAFETY TU 81/08

TASK FORCE PER LA SICUREZZA SUL LAVORO

Il miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza sul lavoro sono tra gli obiettivi strategici del Governo. Infatti è una delle priorità delle linee programmatiche del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, per il 2023 e in particolare è già al centro di un lavoro congiunto all’interno di una task force governativa che sta collaborando su più fronti.   

“Il tema degli infortuni mortali è una ferita per tutti. A fronte dei numeri degli infortuni che non diminuiscono nonostante un apparato normativo importante, il Governo”, spiega il Ministro Calderone, “sin dal suo insediamento ha messo tra le sue linee di azione prioritarie la sicurezza sui luoghi di lavoro. In questo solco va il tavolo per la sicurezza che nella riunione del 12 gennaio scorso ha elaborato una serie di proposte legislative per estendere l’assicurazione Inail in ambito scolastico e per prevedere forme di sostegno alle famiglie dei giovani morti nei percorsi di alternanza e a scuola. Il Ministero ha tra i propri obiettivi una serie di iniziative e di azioni da mettere in campo, sul fronte della cultura della sicurezza, dell’intensificazione delle azioni formative e delle modifiche per rendere le norme più efficaci e incisive”. 

A tal proposito, il Dlgs 81/2008 contempla già una serie di previsioni finalizzate a migliorare la sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro e prevenire gli infortuni chiamando i datori a rispettare tutte le misure a tutela della vita dei lavoratori e le rappresentanze dei dipendenti a essere punto di riferimento in azienda. Il Ministero tuttavia interverrà affinché le norme in materia di salute e sicurezza siano potenziate.

In tale ambito, a fronte di un numero di ispezioni nel corso del 2022 più alto rispetto al passato (17.035 a fronte di 13.924: + oltre il 22%), con crescita del 44% delle violazioni contestate (25.481 a fronte di 17.643), nel corso del 2023 è prevista un’azione più incisiva a 360 gradi. “Il Ministero ha dato mandato per l’inserimento di oltre 1000 ispettori tecnici all’Inl e stiamo progettando eventi e iniziative condivisi per tenere alta l’attenzione di cittadini, imprese, istituzioni in materia” sottolinea il Ministro Calderone. Che aggiunge: “Un impegno sul quale non arretreremo e che vede coinvolti già altri ministeri, come Istruzione e Salute, oltre naturalmente all’Inail, a testimonianza della condivisione dell’importanza di agire tempestivamente e con maggiore efficacia”.

da lav.gov.it

INDUMENTI DA LAVORO, DPI E RISCHI DI ARCO ELETTRICO .

Questo video tratto dal sito oshanline.com mostra la capacità “salvavita” dei DPI AR/FR (classificati contro l’arco/resistente alla fiamma) simulando un arco elettrico in una comune condivisione di lavoro a 4080 volt. Il manichino utilizzato per la simulazione è vestito con una camicia e pantaloni AR/FR, realizzati con GlenGuard. Le caratteristiche del tessuto e degli indumenti più appropriati può salvare vite umane ed evitare gravi conseguenze per l’infortunato .

IL LAVORO DOMESTICO : IL REPORT DI OHS.

I lavoratori domestici svolgono servizi essenziali nell’ambito degli aspetti più intimi della casa fornendo spazi puliti e sicuri di cui le famiglie possano godere . Si prendono cura di bambini, anziani e persone con malattie o disabilità. I lavoratori sono spesso integrati ai ritmi quotidiani e alla routine delle famiglia consentendo alle famiglie di funzionare e prosperare poiché il lavoro domestico “è il lavoro che rende possibile ogni altro lavoro” [Poo, 2015].

Nel 2017, il programma per la sicurezza e la salute sul lavoro dell’Università della California (UCLA LOSH), in collaborazione con la National Domestic Workers Alliance (NDWA) e la California Domestic Workers Coalition (CDWC) ha pubblicato uno studio, Hidden Work, Hidden Pain: Injury Experiences dei lavoratori domestici in California . Il rapporto ha offerto informazioni sui vari infortuni e malattie professionali subiti dalla forza lavoro domestica come governanti, fornitori di assistenza all’infanzia e badanti. Il rapporto ha evidenziato la necessità che tutti i lavoratori domestici siano inclusi nella protezione della California’s Occupational Safety and Health Administration (CalOSHA).

I risultati chiave del rapporto evidenziano come il 51% di tutti gli intervistati ha affermato di aver subito pressioni da parte del proprio datore di lavoro per lavorare in condizioni pericolose e la stragrande maggioranza degli intervistati (85%) ha riferito dolore cronico alla schiena, alle spalle, alle braccia o alle gambe. Inoltre, più della metà degli intervistati ha continuato a lavorare, nonostante il dolore cronico, per necessità finanziarie e per paura di perdere il lavoro. Inoltre, il rapporto ha evidenziato la necessità di estendere la protezione della sicurezza e della salute sul lavoro ai lavoratori domestici.

I lavoratori domestici che lavorano presso abitazioni private vanno incontro a rischi per la salute e la sicurezza simili a quelli riscontrati in altri lavori nel settore sanitario o dei servizi. Gli intervistati dell’indagine UCAL-LOSH hanno indicato che il loro lavoro comportava comunemente movimenti ripetitivi (81%), sollevamento di oggetti pesanti (76%), sollevamento di bambini o di persone assistite (70%) ed esposizione a prodotti chimici per la pulizia (62%) e rischi biologici (79 per cento). Un certo numero di intervistati è stato anche molestato o aggredito sessualmente (23%) mentre lavorava. Molti di questi rischi sono i medesimi affrontati dai lavoratori che svolgono compiti simili in ambienti di lavoro più convenzionali, come gli infermieri negli ospedali o gli addetti alle pulizie negli hotel o negli uffici.

Il tipo di infortunio più comune tra i lavoratori domestici è rappresentato dai disturbi muscoloscheletrici. La maggior parte (85%) degli intervistati ha descritto lesioni che hanno provocato dolore cronico alla schiena, alle spalle, alle braccia o alle gambe. Le lesioni muscoloscheletriche non si risolvono facilmente e oltre la metà (55%) ha riferito di aver continuato a lavorare per necessità finanziarie o per paura di perdere il lavoro nonostante il dolore continuo. Gli infortuni sul lavoro tra addetti alle pulizie residenziali, badanti e fornitori di assistenza all’infanzia hanno comportato costi sostanziali per se stessi e le loro famiglie. Quasi la metà (45%) degli intervistati ha perso almeno una giornata lavorativa non retribuita a causa delle ferite riportate e il 71% ha cercato assistenza medica. Oltre due terzi degli intervistati (68%) ha riferito di aver dovuto sostenere spese mediche e la stragrande maggioranza di coloro che hanno perso il lavoro (92%) non sono stati pagati per il tempo di lavoro perso.

Il lavoro domestico può essere suddiviso in tre grandi categorie – pulizie domestiche, assistenza domiciliare per anziani o persone con disabilità e assistenza all’infanzia‚ – ed include un’ampia gamma di compiti e responsabilità lavorative. Le pulizie domestiche, ad esempio, possono includere spolverare e passare l’aspirapolvere, strofinare e strofinare le superfici, lavare le finestre, spostare mobili pesanti, fare il bucato, piegare i vestiti, rifare i letti e organizzare gli armadi o altri spazi di stoccaggio [Waheed et al., 2016]. I servizi di assistenza per anziani o persone con disabilità in genere comportano l’assistenza nelle attività della vita quotidiana come lavarsi, pulirsi, andare in bagno, nutrirsi, assistenza per la deambulazione, cure mediche autorizzate, sollevare pazienti e compagnia di base [Burnham & Theodore, 2012; Lavoratori domestici uniti e datacenter, 2006; Cacca, 2015]. I fornitori di assistenza all’infanzia controllano attentamente i bambini in casa e si occupano dei loro bisogni primari, come vestirsi, fare il bagno, nutrire e sorvegliare il gioco [Bureau of Labor Statistics (BLS), 2018; Waheed et al., 2016]. I compiti di assistenza includono un elemento determinante ma spesso trascurato come quello di costruire relazioni e fornire supporto emotivo. Queste relazioni sono spesso legate alla soddisfazione sul lavoro del lavoratore e allo stress correlato al lavoro [Delp et al., 2010 ].

Come riportato dal San Francisco Chronicle, lo Stato della California ha pubblicato le prime linee guida per la salute e la sicurezza sul lavoro del paese per i lavoratori domestici. In California, circa 350.000 persone in 200.000 case (quasi il 16% delle famiglie) sono impiegate come lavoratrici domestiche. La stragrande maggioranza dei lavoratori domestici in California sono donne immigrate di colore; Il 95 per cento sono donne e l’84 per cento sono immigrati. Queste cifre contrastano con le statistiche nazionali raccolte dal BLS, dove si stima che solo il 46% dei lavoratori domestici sia nato all’estero [ Burnham e Theodore, 2012 ]. Liberamente tradotto ed adattato da dott. Alessandro Guerri specialista in Medicina del lavoro.

MONITORAGGIO DIGITALE E SICUREZZA SUL LAVORO

da osha.eu

Il ricorso a sistemi di monitoraggio digitale ai fini della salute e della sicurezza sul lavoro (SSL), quali applicazioni, telecamere e dispositivi indossabili, può rendere i luoghi di lavoro più sicuri. Indipendentemente dal fatto che siano usati a fine proattivo (di prevenzione) o reattivo (di mitigazione), il buon funzionamento di tali sistemi dipende spesso dall’accuratezza dei dati che acquisiscono e analizzano. È altrettanto importante che datori di lavoro e dipendenti dispongano delle informazioni necessarie per soppesare vantaggi e svantaggi nonché agevolare un’adozione efficace dei suddetti sistemi.

Le problematiche e le opportunità insite nei sistemi intelligenti di monitoraggio digitale della SSL sono state analizzate in due nuove relazioni, delle quali una indaga su quali siano i tipi, gli scopi e gli utilizzi di tali sistemi, mentre l’altra presenta esempi di migliori prassi relative all’integrazione dei nuovi sistemi di monitoraggio sul luogo di lavoro.

Consulta le relazioni e le sintesi:

Smart digital monitoring systems for occupational safety and health: uses and challenges (Sistemi intelligenti di monitoraggio digitale per la salute e la sicurezza sul lavoro: utilizzi e problematiche)

Smart digital monitoring systems for occupational safety and health: workplace resources for design, implementation and use (Sistemi intelligenti di monitoraggio digitale per la salute e la sicurezza sul lavoro: risorse sul luogo di lavoro per la progettazione, l’attuazione e l’utilizzo)

Maggiori informazioni sono disponibili alla sezione sulla digitalizzazione del lavoro

IL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA IN UNA INDUSTRIA CHIMICA

da inail.it

Le presenti “Linee di indirizzo per l’applicazione di un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro per l’industria chimica” rappresentano uno strumento utile per la diffusione della cultura della salute e della sicurezza e la conoscenza delle buone pratiche organizzative, tecniche e gestionali già esistenti.

Immagine - Linee di indirizzo per l'applicazione di un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro per l'industria chimica

Le Linee di indirizzo vogliono fornire alle imprese, in particolar modo a quelle di piccole e medie dimensioni, un supporto operativo funzionale all’adozione dei sistemi di gestione, finalizzato ad aumentare il livello di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Le imprese avranno in tal modo la possibilità di sviluppare un approccio compatibile con il percorso necessario per conseguire la certificazione secondo lo schema previsto dallo standard UNI ISO 45001:2018 e, grazie al contributo presente nell’appendice A, di adottare un modello organizzativo e gestionale relativo alla responsabilità amministrativa degli Enti, di cui al decreto legislativo n. 231 del 2001 s.m.i., che rispetti i requisiti previsti all’art. 30 del d.lgs. 81/08 e s.m.i..

Prodotto: Volume
Edizioni Inail – 2023
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

PROPOSTE NUOVE RESTRIZIONI PER SIGARETTE ED E-CIG.

da doctor33.it.

Stretta su sigarette elettroniche e prodotti del tabacco riscaldato e divieto di fumo in luoghi all’aperto se ci sono nelle vicinanze minori e donne incinte. È quanto ha annunciato il ministro della Salute Orazio Schillaci in audizione in Commissione Affari sociali della Camera. L’intenzione di Schillaci è «affrontare la prevenzione e il contrasto del tabagismo, tuttora la principale causa di morbosità e mortalità prevenibile in Italia, per conseguire l’obiettivo sfidante del Piano Europeo contro il cancro 2021». Schillaci vuole «creare una ‘generazione libera dal tabacco’, nella quale meno del 5% della popolazione consumi tabacco entro il 2040». A 20 anni dalla legge Sirchia, che sancì per la prima volta in Italia il divieto di fumare nei locali chiusi aperti al pubblico, potrebbe arrivare nel nostro Paese una nuova svolta sul fumo. La norma del 2003 aveva contribuito a ridurre significativamente il numero di fumatori in Italia, m, di recente, la tendenza si è invertita. Complice anche l’avvento delle sigarette elettroniche.

Ecco perché Schillaci intende proporre: «L’aggiornamento e l’ampliamento dell’articolo 51 della legge 3/2003 per: estendere il divieto di fumo in altri luoghi all’aperto in presenza di minori e donne in gravidanza; eliminare la possibilità di attrezzare sale fumatori nei locali chiusi; estendere il divieto anche alle emissioni dei nuovi prodotti non da fumo (sigarette elettroniche e prodotti del tabacco riscaldato); estendere il divieto di pubblicità ai nuovi prodotti contenenti nicotina e ai device dei prodotti del tabacco riscaldato». Come ricorda l’Istituto superiore di sanità (Iss), infatti, «il fumo non è responsabile del solo tumore del polmone, ma è anche il principale fattore di rischio per le malattie respiratorie e cardiovascolari» tanto che, secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), entro il 2030 provocherà 8 milioni di morti l’anno nel mondo.

In quest’ottica, ha proseguito «è necessario e strategico» anche «il recepimento entro il 23 luglio 2023 della direttiva della Commissione Europea sull’eliminazione di alcune esenzioni che riguardano i prodotti del tabacco riscaldato», per «consentirne l’entrata in vigore dal 23 ottobre 2023». L’obiettivo del ministro, che è anche professore ordinario di Medicina Nucleare all’Università di Tor Vergata, è che «i molteplici interessi correlati ai prodotti del tabacco, che coinvolgono i Dicasteri economici, non prevalgano sulla tutela della salute». In 10 anni, come certificato da Istat, la legge Sirchia portò alla riduzione dei ricoveri per infarto del 5% ogni anno e alla diminuzione del 25% delle vendite dei prodotti del tabacco. La battaglia contro il tabagismo, però, era tutt’altro che conclusa. Nel 2015, veniva emanato il Decreto Legislativo che recepiva la Direttiva europea 2014/40: nel pacchetto dell’allora ministro Beatrice Lorenzin, vi erano, tra l’atro, l’obbligo di foto dei danni da fumo sui pacchetti unito al Numero Verde per aiutare a smettere (800.554.088), il divieto di additivi che rendono più attrattivo il tabacco e l’abolizione dei pacchetti da 10. Eppure, che si tratti di bionde o di tabacco sfuso, ancora nel 2022, secondo i dati dell’Iss, quasi un italiano su 4 (il 24% della popolazione) era un fumatore, e il trend è in ripresa dopo anni di calo. Mentre l’aumento è costante per le persone, in genere giovanissimi, che fumano sigarette a tabacco riscaldato: 3,3% del 2022 rispetto al 1,1% del 2019.

VALUTAZIONE DEL RISCHIO CON L’USO DI “OIRA”

Un nuovo strumento generico OiRA per la valutazione interattiva dei rischi online, appena uscito, permette a qualsiasi impresa di valutare gratuitamente i rischi per la salute e la sicurezza in modo rapido e intuitivo.  Lo strumento consente a tutte le imprese, indipendentemente dal settore di attività, di delineare un solido piano d’azione preventiva per mantenere sano e sicuro l’ambiente di lavoro dei dipendenti.

Si tratta di una nuova soluzione per la valutazione dei rischi che si presta alla perfezione per le imprese che ancora non rientrano in uno dei 326 strumenti settoriali OiRA già in essere. Di questo numero impressionante, 37 sono stati attivati in rete nel 2022, mentre oltre 60 sono in fase di sviluppo.

Forte di oltre 261 300 valutazioni dei rischi effettuate e 157 800 utenti registrati, OiRA è diventata una piattaforma online di elezione, orientata all’utente, per la valutazione e la gestione dei rischi lavoro-correlati nelle microimprese e piccole imprese d’Europa.

Scopri tutto quello che c’è da sapere su OiRA e consulta gli strumenti disponibili nella tua lingua o nel tuo settore.

RISCHIO DI ESPLOSIONE NEGLI IMPIANTI DI PROCESSO.

da unasf.conflavoro.it

Gli impianti che entrano a far parte di complessi cicli di lavorazione e trasformazione dei prodotti industriali vengono definiti impianti di processo.

Tali impianti lavorano trattando spesso sostanze pericolose – come, ad esempio, sostanze infiammabili o tossiche – ed è quindi opportuno realizzare una valutazione dei rischi su più fronti, non soltanto dal punto di vista antinfortunistico, ma anche dell’impatto ambientale.

Per fare in modo di controllare i vari processi e ridurre i rischi a livelli accettabili si utilizzano sempre più frequentemente i cosiddetti SIS o sistemi strumentali di sicurezza, tanto più che, con l’inarrestabile progresso tecnologico, tali dispositivi sono oggi in grado di garantire un’elevata affidabilità a costi accessibili.

Le norme EN 61508 ed EN 61511, poi, riconducono tale affidabilità ad un determinato SIL, il quale deve essere commisurato al livello di rischio individuato in sede di analisi e garantito per l’intera catena di sicurezza – non limitatamente quindi ai componenti – attraverso un’evidenza oggettiva, mediante calcoli e certificati.

Impianti di processo e rischio di esplosione

Analizzando il rapporto tra impianti di processo e rischio di esplosione, la valutazione e prevenzione del rischio seguono i seguenti step: 

  • prevenire la formazione di atmosfera esplosiva inertizzazione gli impianti, utilizzando sostanze non infiammabili, implementando sistemi di ventilazione eccetera;
  • evitare la presenza di sorgenti di innesco efficaci utilizzando apparecchiature elettriche marcate ex, limitando le velocità di rotazione e movimentazione delle apparecchiature meccaniche, garantendo la messa a terre ed equipotenzialità delle apparecchiature;
  • limitare gli effetti dell’esplosione adottando sistemi di sfogo (o soppressione) ed isolamento dell’esplosione.

RISCHIO DI CHERATOSI ATTINICA NEI LAVORATORI ESPOSTI A RAGGI SOLARI.

La cheratosi attinica è una malattia pre-cancerosa che merita un’attenta considerazione e che non può essere sottovalutata. Colpisce oltre 400mila italiani e si manifesta dopo i 40 anni come macchie rosa, rosse o marroni che nel tempo possono ispessirsi e diventare dure, ruvide e molto aderenti alla pelle. Le dimensioni possono variare da pochi millimetri fino ad alcuni centimetri e il 45% dei pazienti presenta almeno sei o più lesioni sulla pelle. Le zone più colpite del nostro corpo sono quelle maggiormente esposte al sole quali il viso, le orecchie, il cuoio capelluto e il dorso delle mani. Se le cheratosi attiniche non vengono trattate, possono, fino al 16% dei casi, evolvere in un carcinoma squamocellulare.

Quest’ultimo rappresenta da solo il 25% di tutte le forme di cancro che possono interessare la nostra pelle e ha un alto rischio di sviluppare metastasi. Diventa così fondamentale poter utilizzare un trattamento in grado di agire non solo sulla patologia già presente ma anche sullo sviluppo di nuove lesioni. Una delle ultime terapie disponibili si chiama 5-Fluorouracile 4% ed è un trattamento topico in grado di agire sulle lesioni cutanee, neoplastiche e preneoplastiche. Al tempo stesso ha dimostrato di poter esercitare un’azione selettiva sulla malattia senza determinare alterazioni significative della cute sana. La nuova terapia, prodotta da Pierre Fabre, è stata autorizzata dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) a fine aprile 2021 e da alcune settimane è in commercio. 5-Fluorouracile 4% è una crema che deve essere applicata, negli adulti, una volta al giorno per almeno quattro settimane. Ha dimostrato un tasso di guarigione del 100% nel 54% dei pazienti mentre un tasso di guarigione del 75% nell’80% dei casi. Inoltre il 45% dei pazienti risulta, dopo 12 mesi, ancora libero da recidive.

Il principio attivo è il fluorouracile, un agente citostatico che previene la formazione degli acidi nucleici e determinando così un’inibizione della crescita cellulare. E’ semplice da applicare, presenta un basso assorbimento sistemico dopo l’applicazione cutanea e ha dimostrato una grande tollerabilità. Tutto ciò favorisce l’aderenza terapeutica che anche in dermatologia è fondamentale soprattutto quando riguarda patologie che colpiscono principalmente i non più giovanissimi. Solo un malato su dieci ha, infatti, interrotto la cura in seguito alla comparsa di eventi avversi. La cheratosi attinica è una delle lesioni dermatologiche più diffuse e frequenti in Italia così come in molti altri Paesi occidentali. Si calcola che un terzo degli over 70 presenti almeno una lesione da cheratosi. Il 27% dei pazienti dermatologici ambulatoriali italiani è invece colpito dalla malattia. Vi è spesso la tendenza a non considerarla come un grave problema di salute. In realtà è a tutti gli effetti un tumore nelle sue primissime fasi iniziali che però non sempre degenera in un carcinoma invasivo.

Bisogna tuttavia contrastare lo sviluppo delle lesioni prima che la situazione possa peggiorare. Da qui l’esigenza di avere trattamenti che agiscano in modo tempestivo. Molto importante è anche la prevenzione primaria della patologia che passa da un’esposizione corretta ai raggi solari soprattutto per alcune categorie di persone. Risultano più esposti al rischio d’insorgenza gli uomini e le donne con capelli biondi o gli occhi chiari nonché alcune particolari categorie di lavoratori o sportivi. Esistono infine altri fattori di rischio tra cui alcune patologie infiammatorie croniche o condizioni di immunodepressione che possono favorire lo sviluppo di cheratosi attiniche.

Senza dubbio però il sole rimane il principale responsabile dell’insorgenza delle cheratosi attiniche. Come dermatologi consigliamo di proteggersi sempre, con creme e indumenti adeguati, quando ci si espone al sole E’ una regola che vale durante tutto l’anno, anche in queste ultime settimane d’estate. Bisogna poi evitare il ricorso a lettini e lampade abbronzati che sono molto pericolosi per la salute della nostra pelle in quanto incrementano il rischio di altri tumori cutanei sia melanoma che non-melanoma.

Ketty Peris

*Presidente Nazionale della SIDEMAST (Società Italiana di Dermatologia Medica, Chirurgica, Estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse)

da il sole24ore