RISCHIO BIOLOGICO

LA COMPLESSITÀ DELLA SFIDA ANTINFLUENZALE

Riproponiamo la lettura di un interessante contributo scientifico alla comprensione della complessità e dell’importanza della vaccinazione antinfluenzale non solo attraverso la rete del Medici di medicina generale sulle popolazioni a rischio ma anche attraverso le campagne svolte in azienda con il patrocinio del medico specialista in medicina del lavoro.

L’articolo è apparso sulla rivista SIMG dei medici di MG ed è qui disponibile al link sottostante:

https://www.progettoasco.it/Riviste/rivista_simg/2018/06_2018/8.pdf

ARMI EFFICACI CONTRO L’INFLUENZA :LAVARSI LE MANI E VACCINO

La stagione influenzale è dietro l’angolo, Lavare le mani con acqua corrente sembra la migliore difesa.

Il disinfettante per le mani potrebbe non essere efficace come la maggior parte della gente pensa, specialmente contro l’influenza. In un nuovo studio pubblicato da mSphere, i ricercatori hanno scoperto che lavarsi le mani sotto l’acqua corrente rimuove il virus dell’influenza dalle mani più velocemente di quanto non fosse possibile con la semplice uso superficiale  di disinfettante o alcool.

Già altri studi suggerivano che il lavaggio delle mani è il metodo migliore contro i germi, ma i risultati non sono sempre facilmente applicabili  nel mondo reale. Lo studio ha confrontato l’uso semplice del disinfettante per le mani (senza strofinarlo) con l’uso di acqua corrente e sapone (mentre si strofina le mani).

Mentre l’igiene delle mani è indispensabile per prevenire la diffusione di germi, raffreddori e virus come l’influenza, gli scienziati hanno discusso a lungo sull’efficacia del lavaggio delle mani rispetto ai disinfettanti. Lo studio di mSphere ha suggerito, anche con i suoi limiti, che l’uso del disinfettante per le mani può rimuovere il virus dell’influenza, ma è necessario molto più tempo rispetto al lavaggio delle mani. Il motivo principale? Il muco proveniente da bocca e dal naso, che veicola il virus dell’influenza quando infetti, non è facilmente penetrabile da un disinfettante alcolico.

“Avevamo previsto che il virus sarebbe stato protetto dal muco che lo avrebbe reso resistente ai disinfettanti alcolici “, afferma Hirose- ma sembrava molto più di quanto previsto.

Per la maggior parte delle persone, la scelta tra disinfettante e lavaggio delle mani con sapone è una questione di praticità. I dipendenti degli ospedali e delle strutture sanitarie sono tenuti a lavarsi le mani più volte al giorno e il disinfettante è talvolta l’opzione più rapida .

In caso di dubbio, è meglio  comunque usare acqua e sapone, dicono gli esperti. Altri studi hanno dimostrato che sapone e acqua rimuovono i germi in modo più efficace rispetto al solo lavaggio con acqua

Modi per prevenire l’influenza

Il CDC raccomanda di strofinare con acqua e sapone per almeno 20 secondi. Assicurati di pulire la parte posteriore delle mani, tra le dita e sotto le unghie.

Utilizzare un disinfettante per le mani (con almeno il 60% di alcol) come seconda opzione se un lavandino non è disponibile. È importante ricordare che i disinfettanti hanno qualche effetto sui virus del raffreddore e dell’influenza, ma non eliminano tutti i tipi di germi dalle mani. Un esempio è il Clostridium difficile, un “superbatterio” che può selezionarsi  come effetto collaterale dell ‘uso di antibiotici e  che non viene facilmente eliminato con un semplice disinfettante per le mani.

Evitare il virus dell’influenza non significa solo lavarsi le mani. Poiché l’influenza si diffonde comunemente nell’aria, è importante evitare il contatto con persone malate. Se ti ammali, resta a casa per evitare di infettare gli altri. Ma il modo numero uno per ridurre il rischio di contrarre l’influenza è in realtà la vaccinazione. Il CDC raccomanda la vaccinazione entro la fine di ottobre, in modo da essere protetto prima che la stagione di picco dell’influenza aumenti.

Da https://ohsonline.com/

liberamente tradotto ed adattato da

dott. Alessandro Guerri medico specialista in Medicina del Lavoro

KIT DI EMERGENZA CONTRO VESPE E CALABRONI

QUANDO E’  NECESSARIO DOTARSI DI UN KIT DI EMERGENZA PER PUNTURE DI IMENOTTERI

La tragica notizia della morte di uno dei più importanti avvocati di diritto del lavoro a seguito di puntura di calabrone ci rattrista molto ma richiama l’attenzione sul problema della gestione del rischio di punture da imenotteri sul luogo di lavoro…

“Vado a mettere in funzione la bombola del gas» ha detto alla moglie. Ma dopo pochi istanti è tornato brontolando: «Mi ha morso qualcosa dietro al collo e ora mi gira la testa». Una puntura d’insetto, non è chiaro se un calabrone o una vespa, che ha avuto l’epilogo più tragico. È morto così, per uno choc anafilattico fulminante, Sergio Barozzi, 62 anni, uno dei più noti giuslavoristi italiani.

Immagine correlata IMENOTTERI TECO MILANOUN KIT DI EMERGENZA CONTRO L ANAFILASSI

Quali farmaci prevede un adeguato kit di emergenza?

Il kit d’emergenza per l’anafilassi è estremamente importante non soltanto in presenza di allergia al veleno di vespa. Esso contiene tre farmaci che consentono di trattare immediatamente la puntura di insetti. Si tratta di un preparato a base di cortisone e un antistaminico ad azione rapida come decongestionante. Il kit di pronto soccorso contiene anche una siringa autoiniettante di adrenalina, che stabilizza la pressione e la circolazione sanguigna in pochi minuti. I kit d’emergenza per asmatici contengono anche farmaci specifici per l’asma.

Immagine correlata KIT EMERGENZA TECO MILANO

  • Siringa autoiniettante di adrenalina: l’autoiniettore di adrenalina viene utilizzato in presenza di sintomi non circoscritti alla zona della puntura. Per i soggetti allergici ciò è particolarmente importante in quanto gli altri preparati non agiscono immediatamente. In caso di diminuzione della pressione arteriosa, l’adrenalina restringe in pochi minuti i vasi sanguigni, stabilizzando in tal modo la pressione e la circolazione sanguigna.
  • Antistaminico: gli antistaminici sono utilizzati in caso di reazioni allergiche, ad es. per il raffreddore da fieno. Il kit d’emergenza per l’anafilassi contiene un antistaminico ad azione rapida che produce un effetto decongestionante e allevia la reazione allergica. Deve potere essere assunto senza liquido, ad es. sotto forma di gocce o compresse da sciogliere in bocca.
  • Cortisone: anche il preparato a base di cortisone contenuto nel kit di pronto soccorso produce un effetto decongestionante e consente di ridurre rapidamente le reazioni allergiche. Anche il cortisone è in forma liquida da assumere per via orale.

Per potere trattare la puntura di un’ape o di una vespa, si raccomanda di esercitarsi in particolare nell’utilizzo dell’autoiniettore di adrenalina. A tal fine sono disponibili i cosiddetti simulatori privi di ago che non contengono nessun farmaco. La maggiore dimestichezza con questo dispositivo ne rende più semplice l’uso durante una reazione allergica. Pertanto si raccomanda di esercitarsi in primo luogo nell’utilizzo dell’autoiniettore di adrenalina. A tal fine esistono simulatori privi di ago e senza farmaco. Quanto più il soggetto allergico sarà sicuro nell’utilizzo dell’iniettore, tanto più facile sarà l’uso del kit d’emergenza in caso di Shock anafilattico. La penna di adrenalina è stata appositamente messa a punto per i non specialisti e può essere utilizzata senza problemi dopo un breve addestramento.

Risultati immagini per IMENOTTERI KIT EMERGENZA ADRENALINA TECO MILANOUtilizzo dell’autoiniettore di adrenalina

  • Afferrare la penna di adrenalina con la mano dominante (destra per i destrimani, sinistra per i mancini)
  • Togliere il cappuccio di sicurezza con l’altra mano
  • Premere a fondo l’estremità dell’ago sul lato esterno della coscia. Un clic indica che l’iniezione è stata eseguita correttamente.
  • Rimuovere l’iniettore dopo 10 secondi
  • Massaggiare il punto di iniezione per 10 secondi
  • Numero d’emergenza (112) – segnalare l’emergenza allergica
  • Dopo 5 – 15 minuti utilizzare la seconda penna se non vi è stato nessun miglioramento

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È consigliabile che anche i familiari, gli amici e i colleghi sappiano esattamente come utilizzare il kit d’emergenza. In tal modo anche le persone presenti possono aiutare il soggetto allergico a utilizzare il kit, qualora egli non sia in grado di farlo. Gli accompagnatori devono inoltre avvisare immediatamente il medico di pronto intervento chiamando il numero d’emergenza 112 e citando la parola “Anafilassi”.

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Tratto da https://www.initiative-insektengift.ch/it/shock-anafilattico/kit-d_emergenza-allergia

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RISCHIO BIOLOGICO IN ODONTOIATRIA A NIGUARDA

DA ITALIAN DENTAL JOURNAL

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Mercoledì 6 giugno l’Asst Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano ospiterà il convegno “La valutazione dei rischi biologici dell’acqua e dell’aria nell’ambiente odontoiatrico”, patrocinato dal ministero della Salute. «L’obiettivo del convegno è quello di dare giusta luce a un problema oggi sottostimato, in maniera rigorosa e senza allarmismi» ha spiegato a Italian Dental Journal il dottor Fabio Di Carlo, componente del Gruppo tecnico sull’odontoiatria del ministero della Salute ed esperto dell’Osservatorio nazionale delle buone pratiche sulla sicurezza in sanità di Agenas. «Le nuove linee guida sulla legionella e i controlli ad oggi effettuati dall’autorità pubblica hanno dimostrato che il rischio esiste» sottolinea Di Carlo, convinto che qualsiasi posizione negazionista, ovvero che non sia capace di stimolare l’attenzione del professionista pubblico e privato verso la corretta valutazione del rischio biologico dell’acqua e dell’aria nell’ambiente di lavoro odontoiatrico, sia potenzialmente pericolosa poiché può esporre l’odontoiatra a un problema di responsabilità professionale e che spesso non è nemmeno protetto una adeguata copertura assicurativa.

 

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rischio biologico odontoiatria

Il convegno (accreditato Ecm per tutti i professionisti sanitari e a partecipazione gratuita) sarà di fatto un confronto tra esperti per fare il punto anzitutto sugli aspetti epidemiologici e scientifici, per poi condividere con il management delle strutture sanitarie pubbliche e private che vorranno partecipare, «una visione costruttiva della valutazione del rischio e le buone pratiche attese in ambulatori odontoiatrici moderni e sicuri» stimolando così «piani di miglioramento delle proprie realtà dove specificamente si esercita il servizio di odontoiatria». «Sarà un’occasione di incontro per dare il giusto peso al problema e iniziare a ragionare su soluzioni tecnologicamente sicure e politicamente concrete, ovvero che permettano di limitare al minimo l’onere del dentista, già vessato da un’enorme burocrazia» ci ha detto Di Carlo.
Sul palco dei relatori saliranno il professor Luigi Checchi (ordinario di parodontologia e implantologia all’Università di Bologna), il dottor Giorgio Tulli (Agenzia Regionale Sanità Regione Toscana), la dottoressa Antonietta P. Sparaco (direttore sanitario dell’unità operativa di odontoiatria all’Ospedale Sacco di Milano), la dottoressa Livia Barenghi (consulente del Sacco), l’avvocato Silvia Stefanelli (esperta di diritto sanitario), la dottoressa Maria Luisa Ricci (dipartimento di malattie infettive, parassitarie e immuno-mediate dell’Istituto Superiore di Sanità), il dottor Gaetano Elli (direttore medico di presidio ospedaliero al Niguarda) e la dottoressa Elisabetta Masturzo (dirigente medico al Niguarda e responsabile aziendale per la prevenzione e il controllo della legionellosi).

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rischio biologico odontoiatria

Cambia l’odontoiatria, cambia il rischio
Il rischio biologico dell’acqua e dell’aria nell’ambiente odontoiatrico non è immutabile nel tempo. «L’odontoiatria non è più quella di una volta – riflette Di Carlo –. Se nel secondo millennio l’odontoiatra si dedicava sostanzialmente alla protesi ed esprimeva il massimo della sua chirurgia nell’estrazione dentaria, nel terzo millennio la pratica chirurgica è aumentata sensibilmente, sia nella complessità degli interventi che nella frequenza. Per questo nel rispetto delle buone pratiche e della sicurezza delle cure oggi è necessario alzare e adeguare il livello di sicurezza del setting in cui tali trattamenti vengono eseguiti».

Una ulteriore ipotesi riguardo l’aumento del rischio della contaminazione crociata nel terzo millennio non riguarda solo l’evoluzione nella pratica clinica del dentista, ma potrebbe essere correlata anche a fattori ambientali: spiega Di Carlo che l’aumento medio delle temperature climatiche ha di fatto provocato una sostanziale tropicalizzazione del clima italiano, che a sua volta ha diminuito l’incidenza dello shock termico estate-inverno, elemento che in passato contribuiva a porre un freno allo sviluppo del biofilm batterico ove presente nella reti idriche pubbliche e private. A questo, per Fabio Di Carlo, si associa anche il fatto che le tubature condominiali, soprattutto nei palazzi storici, sono fuori dal controllo dell’autorità pubblica (a differenza delle tubature pubbliche), con un rischio aumentato di contaminazione dell’acqua nell’ultimo tratto che è fonte di alimentazione dei circuiti idrici del riunito odontoiatrico, il quale mediante la nebulizzazione di flussaggio strumentale è capace di trasmettere nell’ambiente al paziente e agli operatori i contaminanti provenienti dalla rete idrica di alimentazione del riunito. «L’ipotesi di creare una efficace barriera a monte del riunito, scongiurandone la contaminazione dalla rete, unitamente a periodici controlli – sottolinea l’esperto – potrebbe rappresentare un ulteriore livello di prevenzione fondamentale in tale ambito ».

Andrea Peren
Giornalista Italian Dental Journal

Per informazioni e iscrizioni al convegno:
Physiolife – http://ecm.physiolife.it 
ecm@physiolife.it – cell. 327.0630298

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