LAVORO

QUESTIONARI PER LA VALUTAZIONE DELLO STRESS LAVORO CORRELATO.

Il protocollo sviluppato dall’INAIL per la Valutazione dello Stress Lavoro Correlato fornisce linee guida e strumenti per individuare le possibili fonti di stress sul posto di lavoro in ogni fase.

Per quanto riguarda gli strumenti, l’INAIL indica questionari, focus group e interviste semi-strutturate per la valutazione approfondita, che riguarda la percezione soggettiva dei lavoratori, utili per rilevare i fattori di contesto e di contenuto del lavoro che possono causare stress.

L’INAIL ha predisposto un “Questionario-Strumento Indicatore” basato sul modello inglese dell’HSE, facilmente utilizzabile e garantendo l’anonimato.

Tuttavia, il datore di lavoro può utilizzare anche altri strumenti alternativi per valutare la percezione del rischio, in relazione alle specificità .

Proprio per questo motivo qui forniamo una breve descrizione dei principali questionari che possono essere utilizzati in una valutazione più approfondita .

Questionari che indagano le FONTI DI STRESS:

  • JCQ – JOB CONTENT QUESTIONNAIRE di KARASECK (Karasek 1998): è lo strumento maggiormente utilizzato in medicina del lavoro per la valutazione dello stress lavoro correlato. È composto da 49 item che valutano l’incongruenza fra impegno richiesto e la libertà ed autonomia nello svolgimento del proprio lavoro.
  • INAIL HSE (Health and Safety Executive): composto da 35 item che corrispondono a sei fattori:
  1. Carico di lavoro, strutturazione del lavoro e ambiente di lavoro.
  2. Controllo: autonomia decisionale.
  3. Supporto: incoraggiamento da parte della dirigenza e dai colleghi.
  4. Relazioni: promozione di un modo di lavorare positivo e l’evitamento di conflitti.
  5. Ruolo: chiarezza del proprio ruolo all’interno dell’organizzazione.
  6. Cambiamento: gestione dei cambiamenti organizzativi.
  • ERI (Siegrest, 1966): questo questionario nasce dal modello sullo stress sviluppato da Siegrist (1996), in base al quale il livello di stress è dato dalla discrepanza tra l’impegno messo nel lavoro dal lavoratore e le ricompense ottenute. Il questionario è composto da 23 domande, 6 relative all’impegno lavorativo, 11 alle ricompense (scala R, reward) e 6 all’eccessivo impegno (overcommitment).

Esistono diversi questionari per indagare gli effetti dello stress, tra cui:

  • STAI – STATE TRAIT ANXIETY INVENTORY (Spielberger, 1983; Adattamento italiano a cura di Pedrabissi e Santinello, 1989): un questionario autosomministrato composto da 20 item che valuta l’ansia di stato, ovvero uno stato emotivo transitorio di un individuo in una particolare situazione. Alti punteggi corrispondono ad alti livelli di ansia.
  • JOB SATISFACTION SCALE (Warr, 1979): la dimensione viene misurata da un’unica scala, come espressione della soddisfazione tratta dal lavoro.

Per valutare le variabili individuali di risposta allo stress, si possono utilizzare questi questionari:

  • SES – Self Efficacy Scale (Judge, Erez, & Bono, 1998): misura la percezione che i soggetti hanno rispetto alla propria abilità di rendimento in diverse attività, nella tendenza a considerare se stessi capaci o incapaci di fronteggiare le richieste dell’ambiente.
  • RESILENCE SCALE (Connor-Davidson Resilience Scale, 2003): nasce con l’obiettivo di valutare la resilienza individuale, ovvero le risorse dell’individuo di rispondere alle pressioni ed allo stress.

Per indagare le fonti ed effetti dello stress, si possono utilizzare questi questionari:

  • MOHQ – Questionario Multidimensionale sulla salute organizzativa (Avallone, Paplomatas): un questionario molto vasto che descrive diverse aree, tra cui comfort degli ambienti di lavoro, chiarezza degli obiettivi, riconoscimento delle competenze, supporto da parte del management e dei colleghi, comunicazione, sicurezza, relazioni, fattori di stress e conflittualità.
  • OCS – Occupational Check up System (Leiter e Maslach, 2005): un questionario di 68 item su scala Likert che consente all’organizzazione di misurare, per tutto il personale, l’impegno e il burnout, la vita lavorativa, la percezione che il personale ha del cambiamento e i processi di management.
  • OPRA – Organizational and Psychosocial Risk Assessment (Giunti OS): è composto da 3 sezioni, ognuna delle quali indaga aree diverse, come il risk index, l’inventario delle fonti di rischio e la salute psicofisica.
  • OSI – Occupational Stress Indicator: un test per la rilevazione ad ampio spettro dello stress psicosociale in organizzazione. È composto da sei sezioni articolate in 167 item con scala Likert che riguardano il questionario biografico, il questionario sulle fonti di stress, le caratteristiche dell’individuo che possono provocare l’esperienza di stress, le strategie di coping e gli effetti dello stress a livello individuale e organizzativo.
  • M-DOQ (Majer D’Amato, 2005): si compone di 120 item che valutano diverse aree, come la comunicazione, l’autonomia, il team, la coerenza, la job description, il job involvement, le reward, il leadership, l’innovatività, il dinamismo/sviluppo, la libertà e l’incentivazione.
  • Q-BO (De Carlo, 2008): il modello è finalizzato a valutare principalmente il rischio di stress fisiologico, psicologico e comportamentale, considerando il carico lavorativo sia quantitativo che cognitivo, il controllo/autonomia, le ricompense, la crescita professionale, il conflitto e la non chiara definizione delle responsabilità.

TOSSICITA’ PSICOLOGICA SUI LUOGHI DI LAVORO

ALESSANDRO GUERRI medico specialista in Medicina del Lavoro.

La salute mentale rappresenta un’importante elemento per il benessere dei lavoratori. Nuovi studi dell’American Psychological Association (APA) analizzano il ruolo che gli ambienti di lavoro” tossici” dal punto di vista psicologico possano avere sulla salute mentale dei lavoratori.

Il 13 luglio, l’APA ha pubblicato i risultati e le conclusioni di un sondaggio su lavoratori americani svoltosi nel 2023. Nella valutazione dei vari ambienti di lavoro, l’organizzazione ha utilizzato il Framework per la salute mentale e il benessere sul posto di lavoro del Surgeon General degli Stati Uniti.

Il sondaggio, condotto da The Harris Poll tra il 17 aprile e il 27 aprile 2023, ha inoltre fornito raccomandazioni per migliorare la salute mentale dei lavoratori, basate su 5 criteri essenziali “Five Essentials” ovvero la protezione da traumi fisici/ psichici , la connessione con i colleghi e la comunità, l’equilibrio tra lavoro e vita privata, l’importanza del lavoro e le opportunità di crescita.

Dei 2.515 adulti occupati intervistati negli Stati Uniti, il 19% ha dichiarato che il proprio posto di lavoro è molto o in qualche modo ” tossico” dal punto di vista psicologico. Inoltre, il 22% ha subito danni alla propria salute mentale sul lavoro, mentre la stessa percentuale ha affermato di aver subito molestie nei 12 mesi precedenti, rispetto al 14% dell’anno precedente.

L’impatto della ” tossicità psicologica” del posto di lavoro sulla salute mentale è ancora più evidente nei risultati del sondaggio. Gli intervistati che hanno lavorato in un ambiente tossico hanno avuto più di tre volte la probabilità di riportare un declino della loro salute mentale generale rispetto a coloro che non hanno sperimentato questa condizione, rispettivamente dal 52% al 15%.

La grande maggioranza degli intervistati, il 92%, ha dichiarato che è molto o piuttosto importante che i loro datori di lavoro valorizzino il benessere emotivo e psicologico, e lo stesso vale per il supporto della salute mentale dei dipendenti. Infatti, il 77% dei lavoratori intervistati ha dichiarato di essere molto o abbastanza soddisfatto del sostegno dei propri datori di lavoro, mentre il 59% ha concordato che i loro datori di lavoro forniscono regolarmente risorse per la salute mentale.

“I dati del nostro sondaggio confermano che i dipendenti danno la priorità al supporto sia fisico che psicologico sul lavoro e che le pratiche che i datori di lavoro stanno mettendo in atto stanno andando nella giusta direzione”, ha affermato Arthur C. Evans Jr., PhD, amministratore delegato di APA nel comunicato stampa. Tuttavia, l’importanza di migliorare la situazione è evidente, poiché il numero di lavoratori che sperimentano non solo un ambiente di lavoro tossico, ma anche un aumento dello stress e una mancanza di rispetto nei confronti del loro tempo personale, è allarmante”.

APPROFONDIMENTI:

https://www.davidealgeri.com/lavoro-tossico-quando-le-richieste-superano-le-risorse/

https://it.yestherapyhelps.com/toxic-works-11-signs-that-indicate-you-have-a-garbage-job-12888

LA SICUREZZA SUI PESCHERECCI CON “OLTRE LA RETE ” UN E-BOOK DI CIIP.

Pubblicato dalla Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione l’e-book “Oltre la rete. Salute e sicurezza sul lavoro nella pesca professionale” che raccoglie i contributi di esperti di diverse discipline nel settore della pesca professionale. Il documento propone una raccolta di studi e analisi dedicata ai rischi per la salute e la sicurezza nel settore e vuole essere un contributo per quanti hanno interesse per la promozione della prevenzione in questo comparto.

Disponibile gratuitamente, dal 15 giugno 2023, l’e-book dal titolo “Oltre la rete. Salute e sicurezza sul lavoro nella pesca professionale” della Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione – curato e coordinato da Giorgio di Leone e Susanna Cantoni, con la collaborazione redazionale di Enrico Cigada e Lalla Bodini – che raccoglie interessanti contributi sul settore produttivo della pesca.
Non si tratta, come potrebbe apparire, di un testo unicamente di nicchia in quanto molte delle considerazioni e delle esperienze che vi sono contenute sono estendibili anche ad altri comparti. Il documento presenta molteplici spunti di riflessione particolarmente utili in un comparto lavorativo fortemente trascurato, anche dal punto di vista della sicurezza, pur occupando più di 17.000 operatori e presentando indici infortunistici e di gravità molto elevati.
Questo e-book si aggiunge ai precedenti curati dalla CIIP che illustrano diverse esperienze e competenze per affrontare aspetti specifici nell’ambito della cultura della prevenzione in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

Oltre la rete. Salute e sicurezza sul lavoro nella pesca professionale
SOMMARIO
INTRODUZIONE
A cura di Giorgio Di Leone (coordinatore EBook Pesca) e Susanna Cantoni, presidente CIIP
1. LAVORATORI DEL MARE: IMMAGINI NELLA LETTERATURA
A cura di Franco Carnevale, in collaborazione con Alberto Baldasseroni 
2. LA COMPLESSITÀ NEL MONDO DELLA PESCA: I RAPPORTI CON LA UE E LE LIMITAZIONI OPERATIVE
A cura di Giorgio Di Leone
3. LA COMPLESSITÀ NEL MONDO DELLA PESCA: LA VISIONE DEL MONDO IMPRENDITORIALE E DI QUELLO SINDACALE
A cura di Francesca Biondo
4. INFORTUNI E MALATTIE PROFESSIONALI NELLA PESCA: CORRELAZIONI CON L’ANALISI DEL CONTESTO SOCIO ECONOMICO E PROPOSTA DI UN MODELLO TEORICO A SUPPORTO DEGLI INTERVENTI DI PREVENZIONE NELLE AZIENDE DEL SETTORE
A cura di Diego De Merich (Inail-Dimeila)
5. L’INQUADRAMENTO NORMATIVO IN ITALIA PER IL COMPARTO PESCA
A cura di Alessandro Piacquadio
6. ANALISI DELLA GIURISPRUDENZA DI SETTORE
A cura di Angelo Delogu
7. DESCRIZIONE DELLE PRINCIPALI TIPOLOGIE DI PESCA IN ITALIA
A cura di Saverio Falco
8. IL MOTOPESCHERECCIO: UN AMBIENTE A RISCHIO
A cura di Alessandro Giomarelli
9. LA PERCEZIONE DEI RISCHI DA PARTE DEI LAVORATORI DEL COMPARTO PESCA
A cura di Giorgio Di Leone e Mauro Pellicci
10. I RISCHI PER LA SALUTE A BORDO DEI PESCHERECCI
a cura di Elio Munafò
11. STUDIO DEI RISCHI A CARICO DELL’APPARATO MSK A BORDO DEI PESCHERECCI
A cura di Francesco Draicchio, Elio Munafò, Alessio Silvetti
12. EMERGENZE A BORDO: UN UOMO IN MARE
A cura di Eugenio Padalino
13. LO SVILUPPO DI PIANI MIRATI DI PREVENZIONE NEL COMPARTO PESCA
A cura di Pietro Masia
14. MOVIMENTI RIPETITIVI ARTI SUPERIORI E MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI – LA SALUTE NELLA RETE: TRE NODI DA SCIOGLIERE
A cura di Daniela Colombini
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA DELLA PESCA

Il lavoro è stato coordinato da Giorgio di Leone e da Susanna Cantoni con la collaborazione di Lalla Bodini. Enrico Cigada per l’edizione.
l’Ebook può essere scaricato dall’area download di CIIP.

Fonte: CIIP

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sempre sullo stesso argomento , è stata pubblicata nel 2017 una guida OSHA in varie lingue . Qui sotto il collegamento

GUIDA OSHA

Scaricarein:BG | CS | DA | DE | EL | EN | ES | ET | FI | FR | HR | HU | IT | LT | LV | MT | NL | PL | PT | RO | SK | SL | SV

UN PROGRAMMA DI MIGLIORAMENTO DELLA SALUTE SUL LUOGO DI LAVORO .

Gli autori hanno studiato e monitorato quali potevano essere gli effetti di un programma di miglioramento aziendale della forma fisica generale . Il programma di potenziamento della salute sul lavoro ha puntato a migliorare la composizione corporea, la forma fisica e il rischio cardiovascolare.

Autori:Nina Schaller, Katharina Blume, Markus Hornig, Ludger Senker, Bernd Wolfarth, Tibor Schuster, Martin Halle e altri.

CHATBOT AL POSTO DEI LAVORATORI ?

da tomshw.it

L’amministratore delegato di una startup indiana ha licenziato il 90% (23 persone) dello staff dedicato all’assistenza clienti e lo ha sostituito con un chatbot, spiegando che quest’ultimo è molto più veloce ed efficiente degli esseri umani.

Summit Shah dirige una piccola società di e-commerce, al cui interno è stato sviluppato anche il chatbot in questione – a quanto pare è bastato il lavoro di una sola persona per un paio di giorni.

Stando a un recente tweet di Shah il miglioramento è stato immediato, con un netto incremento di tutte le statistiche rilevanti. Shah ha dichiarato che i tagli ai posti di lavoro sono stati “duri” ma “necessari”.Visto lo stato dell’economia, le startup danno la priorità alla redditività piuttosto che agli sforzi per diventare unicorni (superare un miliardo di dollari in valutazione), e lo stesso vale per noi”, ha twittato lunedì Shah.

A proposito di redditività, il dato cruciale è che i costi per l’assistenza clienti sono stati ridotti dell’85%, un dato che può fare la differenza tra la vita e la morte per una piccola startup che sta cercando il modo di far quadrare i conti. I posti persi sono in parte compensati da nuove assunzioni: l’azienda sta cercando persone per ingegneria, marketing e vendite.

Shah ha dichiarato alla CNN di credere “in un futuro in cui l’IA e gli esseri umani lavorino insieme, ognuno facendo ciò che sa fare meglio” e di stare esplorando le opportunità di utilizzare l’IA in lavori che riguardano il design grafico, l’illustrazione e la scienza dei dati.Sicuramente quello descritto da Shah è un bel sogno, ma è difficile crederci appieno mentre tutto intorno è pieno di allarmi riguardo al fatto che le IA porteranno alla perdita di milioni di posti di lavoro in tutto il mondo. Solo ieri l’OCSE ha rinnovato l’allarme, sottolineando come medici, avvocati e operatori della finanza siano particolarmente a rischio.

Il mondo per il momento è ancora diviso tra ottimisti e pessimisti, tra bicchieri mezzi pieni e mezzi vuoti. Tuttavia un po’ di prudenza non sembra fuori luogo: in un mondo dove quasi tutti sono poveri perché non c’è più lavoro disponibile, a che serve anche una società di ecommerce super efficiente? Chi dovrebbe comprare i suoi prodotti? Con quale denaro? Dobbiamo fare affidamento sul buon cuore dei più ricchi o imporre delle regole affinché i più poveri non soffrano ingiustamente? È preferibile sposare l’idea secondo cui chi è povero si merita la sua sfortuna e chi è ricco è stato bravo, oppure sarebbe più consigliabile seguire una diversa idea di giustizia sociale?In tutto questo, come dovremmo integrare i nuovi algoritmi, che già oggi pesano così tanto nella nostra vita quotidiana?Il CEO di una piccola startup asiatica naturalmente non può rispondere a queste grandi domande, non più di quanto possa farlo un giornalista italiano di una testata specializzata. Ci sono think tank nel mondo, gruppi di interesse, associazioni, governi ed esperti in tutto il mondo che si interrogano sulla questione, e uno dei grandi temi è il reddito di base universale (UIB)Potrebbe essere la risposta, ma la strada per arrivarci è piena di insidie, possibili errori disastrosi, abusi, deformazioni politiche, tribalismi e molto altro ancora. Forse ci servirebbe un chatbot in grado di guidarci con precisione verso un futuro dove le macchine fanno quasi tutto il lavoro e a noi non resta che goderci la vita. Ma chi lo programma? Con quali dati lo dovremmo addestrare?

PODCAST SULLA SICUREZZA : MATERIALE ESPLOSIVO.

Wolters Kluwer, in collaborazione con Storielibere.fm, ha prodotto un podcast chiamato “Materiale esplosivo” per Teknoring.com. Questo podcast affronta il tema del rischio chimico nei luoghi di lavoro, che è più diffuso di quanto si possa pensare. Molte delle sostanze che ci circondano possono essere pericolose, anche se non lo sappiamo, e quindi è importante conoscere i loro possibili effetti negativi e utilizzare la protezione individuale adeguata. Giuseppina Paolantonio ci guida in questo mondo oscuro, aiutandoci a maneggiare sostanze pericolose e a comprendere il significato dei vari simboli ed etichette. In questo modo, diventeremo esperti di sicurezza chimica nei luoghi di lavoro.

PER UNA CORRETTA ALIMENTAZIONE IN AZIENDA : PREVENIRE LE MALATTIE MANGIANDO

Sono sei gli alimenti chiave per prevenire infarti e ictus- Lo rivela uno studio condotto dai ricercatori della McMaster University e Hamilton Health Sciences presso il Population Research Health Institute (PHRI)

Uno studio condotto dai ricercatori della McMaster University e Hamilton Health Sciences presso il Population Research Health Institute (PHRI) ha scoperto che non mangiare a sufficienza sei alimenti chiave in combinazione comporta un rischio piu’ elevato di malattie cardiovascolari come infarto e ictus.   Il consumo di frutta, verdura, legumi, noci, pesce e latticini integrali è fondamentale per ridurre il rischio di malattie cardiovascolari, inclusi infarti e ictus. Lo studio ha anche scoperto che una dieta sana può essere raggiunta in vari modi, ad esempio includendo quantità moderate di cereali integrali o carni non lavorate.Il PURE Healthy Diet Score raccomanda un’assunzione giornaliera media di: frutta da due a tre porzioni; verdure in due o tre porzioni; noci in una porzione; e latticini a due porzioni. Il punteggio include anche da tre a quattro porzioni settimanali di legumi e da due a tre porzioni settimanali di pesce. Possibili sostituti includevano cereali integrali in una porzione giornaliera e carne rossa o pollame non lavorati in una porzione giornaliera.

    Molte ricerche si sono concentrate sui paesi occidentali e sulle diete che combinavano cibi dannosi e ultra-elaborati con cibi ricchi di nutrienti.  L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che quasi 18 milioni di persone siano morte per eventi cardiovascolari nel 2019, che rappresentando il 32% di tutti i decessi globali. Di questi decessi, l’85% era dovuto ad infarto e ictus. I ricercatori PHRI e i loro collaboratori hanno analizzato i dati di 245.000 persone in 80 paesi da più studi. I risultati sono stati pubblicati sull’European Heart Journal.   Oltre ad avere un carattere globale questo studio, definendo il PURE Healthy Diet Score, si è concentrato esclusivamente su alimenti protettivi o naturali.   “C’è una recente maggiore attenzione per un maggiore consumo di alimenti protettivi per la prevenzione delle malattie. Al di fuori di grandi quantità di frutta, verdura, noci e legumi, i ricercatori hanno dimostrato che la moderazione è fondamentale nel consumo di alimenti naturali”, ha affermato affermato il primo autore Andrew Mente, del Dipartimento di ricerca sulla salute di McMaster.   Quantità moderate di pesce e latticini interi sono associate a un minor rischio di malattie cardiovascolari e mortalità. Gli stessi risultati sulla salute possono essere raggiunti con un consumo moderato di cereali e carne, purché si tratti di cereali integrali non raffinati e carni non lavorate.

da dottnett.it

L ‘ITALIA RATIFICA LA CONVENZIONE INTERNAZIONALE SULLA SALUTE E LA SICUREZZA DEI LAVORATORI

A distanza di 42 anni dalla promulgazione, l’Italia ratifica la Convenzione internazionale sulla salute e la sicurezza dei lavoratori. L’atto formale è in vigore da oggi.

Il Parlamento italiano dà “piena e intera esecuzione” alle Convenzioni internazionali sulla salute e la sicurezza dei lavoratori e ai relativi protocolli di attuazione. La Legge nazionale di ratifica è pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. La data del 4 luglio 2023 segna dunque l’adesione dell’Italia agli atti promulgati dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (IOL), risalenti al 1981 e successivamente aggiornati con protocolli attuativi, fino all’accordo quadro del 2006 volto a promuovere la cultura della sicurezza.

A chi si rivolgono– Le Convenzioni si applicano a tutte le attività economiche, intese in senso lato, compresa la funzione pubblica. La ratifica comporta l’adesione a politiche di prevenzione degli infortuni e i danni alla salute che risultano dal lavoro-  legati al lavoro o che sopraggiungono nel corso del lavoro – riducendo al minimo le cause di rischio. Un obiettivo conseguibile attraverso attività di formazione e di protezione.
Un Protocollo del 2002 offre indicazioni agli Stati aderenti alla prima Convenzione del 1981 su come rafforzare le procedure di registrazione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, con lo scopo di identificarne le cause e di elaborare misure preventive.

Salute, infortunio e malattia professionale- Con il termine “salute”, in relazione al lavoro, la Convenzione del 1981 non si riferisce soltanto all’assenza di malattia o di infermità: il termine include “gli elementi fisici e mentali che influiscono sulla salute e che sono direttamente legati alla salute e alla sicurezza sul lavoro”. Con l’espressione « infortunio sul lavoro » ci si riferisce, in senso estensivo, ad ogni infortunio sopraggiunto al lavoro o in occasione del lavoro e che abbia causato lesioni mortali o non mortali. Si considera «malattia professionale» ogni malattia contratta in seguito ad una esposizione a fattori di rischio risultanti da una attività professionale.

Cultura della sicurezza– La Convenzione quadro del 2006 promuove lo sviluppo di una «cultura nazionale di prevenzione in materia di sicurezza e di salute». Significa una cultura nella quale il diritto ad un ambiente di lavoro sicuro e salubre viene rispettato a tutti i livelli, dove il governo, i datori di lavoro e i lavoratori si impegnano attivamente per assicurare un ambiente di lavoro sicuro e salubre attraverso un sistema di diritti, di
responsabilità e di obblighi definiti, e dove viene riconosciuta la massima priorità al principio di prevenzione.

In Italia– I principi della Convenzione del 1981 e dei successivi atti emanati dallo IOL sono rispecchiati nel Testo Unico della Sicurezza (decreto legislativo 81/2008) perno giuridico in Italia del «sistema nazionale di salute e sicurezza sul lavoro». La ratifica comportà per l’Italia l’onere di conformarsi pienamente ad obblighi di matrice internazionale, derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Organizzazione internazionale del lavoro.
L’Organizzazione IOL è una Agenzia delle Nazioni Unite (ILO International Labour Organisation), con sede a Ginevra.

Convenzione sulla salute e la sicurezza dei lavoratori, n. 155, fatta a Ginevra il 22 giugno 1981, e relativo Protocollo, fatto a Ginevra il 20 giugno 2002;
Convenzione sul quadro promozionale per la salute e la sicurezza sul lavoro, n. 187, fatta a Ginevra il 15 giugno 2006.

Da anmvioggi.it

QUALITA’ DELL’ ARIA E RISCHIO BPCO


La Società Italiana di Pneumologia (SIP-IRS) ha avviato una campagna di sensibilizzazione su territorio e social media. Ad oggi le ricerche mostrano come l’esposizione cronica al particolato Pm10 aumenta di 2,96 volte il rischio di sviluppare Bpco; quella al PM 2.5 fa crescere di 2,25 volte il rischio di rinite e di 4,17 volte quello di espettorato cronico. A rischio soprattutto la Pianura Padana, che secondo il rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente risulta fra le aree con la qualità dell’aria peggiore in Europa. “La salute respiratoria degli italiani sta peggiorando ed esiste un diretto collegamento tra l’esposizione prolungata all’inquinamento e le malattie respiratorie”, queste le parole del dott. Francesco Pistelli, dirigente medico della U.O. di Pneumologia dell’A.O.U. Pisana.
Da sanitapubblicaonline.it