Monthly Archives: Novembre 2023

“BENEFIT ” LA RIVISTA DI SUVA.

Dal 1° gennaio 2022 l’imbracatura di carichi è considerata un lavoro esposto a particolari pericoli. Ciò significa che lo possono svolgere solo collaboratrici e collaboratori abilitati. Per istruire il proprio personale in Svizzera, Bouygues Energies & Services ha organizzato dei corsi di formazione. Sul lavoro la fortuna non è un’alternativa. Ogni anno cinque persone perdono la vita a causa di un carico non fissato correttamente o imbracato male. Da pagina 6 vi raccontiamo come si può svolgere un corso di formazione e quali sono le dieci regole vitali per l’imbracatura di carichi.

Sapete cosa sono le sostanze CMR? No? Ebbene, non siete gli unici. Molti settori industriali utilizzano infatti queste sostanze senza sapere che sono cancerogene, mutagene e reprotossiche. L’illustrazione a pagina 13 vi spiega come riconoscere e manipolare sostanze e preparati CMR.

Piano piano le giornate si accorciano e la questione della visibilità torna ad essere prioritaria per i ciclisti. Per rendersi più visibili, possono ad esempio indossare abiti di materiali riflettenti o un casco con luci LED integrate. A pagina 15 trovate consigli pratici per l’acquisto di un casco per bici.

buona lettura

qui il link:

https://www.suva.ch/it-ch/download/documento/benefit–la-rivista-per-i-clienti-della-suva–numero-3–settembre-2023/benefit–la-rivista-per-i-clienti-della-suva–numero-3–settembre-2023–BENEFIT-3-23.I

MAGGIORE FLESSIBILITÀ AL LAVORO MINORI RISCHI PER IL CUORE.

da doctor33.it

La flessibilità sul lavoro diminuisce i problemi cardiovascolari, almeno nelle persone più a rischio

Una maggiore flessibilità sul posto di lavoro può ridurre il rischio di malattie cardiovascolari per alcuni dipendenti, secondo uno studio pubblicato sull’American Journal of Public Health.

«Il nostro lavoro illustra come le condizioni di lavoro siano importanti determinanti sociali della salute. Mitigando le condizioni stressanti sul posto di lavoro e il conflitto lavoro-famiglia si è infatti osservata una riduzione del rischio di malattie cardiovascolari tra i dipendenti più vulnerabili, senza ripercussioni sulla produttività» spiega Lisa Berkman, della Harvard Chan School of Public Health, prima autrice dello studio. I ricercatori hanno progettato un intervento sul posto di lavoro inteso ad aumentare l’equilibrio tra lavoro e vita privata, e hanno assegnato in modo casuale l’intervento a unità o siti lavorativi all’interno di due aziende: una società IT, con 555 dipendenti partecipanti, e una società di assistenza a lungo termine, con 973 dipendenti. I dipendenti IT erano costituiti da tecnici, uomini e donne, con salari alti e medi; i dipendenti della società di assistenza a lungo termine erano costituiti principalmente da badanti di sesso femminile a basso salario.

Per questi 1.528 individui assegnati a gruppi sperimentali e di controllo sono stati registrati la pressione sanguigna sistolica, l’indice di massa corporea, l’emoglobina glicata, l’abitudine al fumo, il colesterolo HDL e il colesterolo totale all’inizio dello studio e di nuovo 12 mesi dopo. Gli esperti hanno utilizzato queste informazioni sanitarie per calcolare un punteggio di rischio cardiometabolico (CRS) per ciascun dipendente, che aumentando indicava un rischio stimato più elevato di sviluppare malattie cardiovascolari entro il decennio. Lo studio ha rilevato che l’intervento sul posto di lavoro non ha avuto effetti complessivi significativi sul CRS dei dipendenti. Tuttavia, i ricercatori hanno osservato riduzioni del CRS specificamente tra i partecipanti con un CRS di base più elevato, e soprattutto tra quelli di età superiore ai 45 anni. «Questi risultati potrebbero essere particolarmente importanti per i lavoratori a basso e medio salario che tradizionalmente hanno meno controllo sui propri orari e sulle richieste di lavoro, e sono soggetti a maggiori disuguaglianze sanitarie» concludono gli autori.

American Journal of Public Health 2023. Doi: 10.2105/AJPH.2023.307413

http://doi.org/10.2105/AJPH.2023.307413

LAVORO DA REMOTO IBRIDO

La pandemia da Sars2-Cov ha fortemente accelerato le modalità di lavoro da remoto. Con la fine della emergenza si è invece poi affermato un modello ibrido dove il lavoro di squadra ed all interno di uffici e luoghi produttivi tradizionali si affianca ad attività svolte in modalità smart working. Tre recenti pubblicazioni dell’EU-OSHA fanno il punto sul lavoro da remoto: 

Maggiori informazioni sul telelavoro sono disponibili nelle pubblicazioni dell’EU-OSHA sull’argomento.

Il lavoro a distanza e ibrido è anche una delle aree prioritarie della campagna dell’EU-OSHA «Salute e sicurezza sul lavoro nell’era digitale».

IL RUOLO DI CHIMICI E FISICI NELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO NEI LUOGHI DI LAVORO.

Il 7 novembre segna il compleanno di Marie Sklodowska Curie, unica persona ad aver ottenuto due premi Nobel in settori distinti: Fisica nel 1903 e Chimica nel 1911. Questa data è dedicata al riconoscimento delle professioni di chimico e fisico, fondamentali per lo sviluppo, la tecnologia, l’innovazione, la tutela ambientale, la salute e la sicurezza nei luoghi di vita e lavoro.

Il tema centrale di questa giornata è la salute e sicurezza sul lavoro, che sarà approfondito nella sessione “Sostenibilità e sicurezza sul lavoro: un binomio inscindibile” durante il XX Congresso nazionale dei Chimici e dei Fisici a Paestum dal 23 al 25 novembre 2023. La riduzione di infortuni e malattie professionali richiede competenza e collaborazione tra professionisti formati universitariamente.

La Federazione nazionale sottolinea il ruolo determinante degli agenti chimici e fisici per la salute dei lavoratori e l’ambiente, invitando a affidare la valutazione del rischio a esperti in questi campi. La progettazione accurata e la valutazione del rischio sono cruciali per la sicurezza nei processi produttivi, spesso trascurati per la loro invisibilità.

L’importanza del lavoro e la necessità di tutelare lavoratori sono evidenziate, sottolineando che la salute e sicurezza sul lavoro sono fondamentali per la qualità della vita e lo sviluppo economico. Si invita il Parlamento, le istituzioni e le imprese a considerare le competenze chimiche e fisiche durante il reclutamento e l’affidamento di incarichi.

Gli appelli si estendono al sostegno del servizio di prevenzione e protezione industriale e ambientale, offrendo competenze tecniche per migliorare i processi produttivi. Si sottolinea la sensibilità dell’on. Marta Schifone alle questioni trattate e l’impegno per promuovere la consulenza di professionisti competenti per ridurre infortuni e malattie professionali, con un richiamo all’investimento nella cultura della sicurezza sin dalle basi dell’istruzione.

MEDICINA E SANITA’ INAIL: GLI ATTI DEL CONVEGNO

da Inail.it

I volumi degli Atti -in tutte le sezioni- rappresentano chiaramente come l’attività di ricerca, anche della Sanità Inail, rifletta la varietà e la complessità attuale del mondo del lavoro e della società civile. Anche il servizio pubblico sanitario Inail del terzo millennio impone lo sviluppo di nuove capacità, sia una rinnovata conoscenza della varietà degli scenari lavorativi, sia una nuova competenza ed un nuovo e moderno tecnicismo, al fine di gestire le nuove sfide e le complessità a esse connaturate.


Prodotto: Volumi
Edizioni: Inail – 2023
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

LAVORO E DIGITALIZZAZIONE

da Osha.europa.eu

La digitalizzazione sta cambiando rapidamente il mondo del lavoro e richiede soluzioni nuove e aggiornate in materia di sicurezza e salute sul lavoro (SSL). Il programma di ricerca dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA) si propone di fornire ai responsabili politici, ai ricercatori e ai luoghi di lavoro informazioni affidabili sui potenziali effetti della digitalizzazione sulla SSL, affinché si possa agire in modo tempestivo ed efficace per garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori.

La comparsa di tecnologie quali l’intelligenza artificiale (IA), i big data, la robotica collaborativa, l’internet delle cose, gli algoritmi, le piattaforme di lavoro digitali e, al tempo stesso, un importante aumento della popolazione che lavora a distanza comporta opportunità per i lavoratori e i datori di lavoro, ma anche nuove sfide e rischi per la SSL. Il superamento delle sfide e dei rischi e l’ottimizzazione delle opportunità dipendono dal modo in cui le tecnologie vengono applicate, gestite e regolamentate nel contesto delle tendenze sociali, politiche ed economiche.

Sulla base del suo studio previsionale sulla digitalizzazione e la SSL, l’EU-OSHA sta conducendo un progetto di ricerca, «panoramica della SSL» (2020-2023), per fornire informazioni approfondite per le politiche, la prevenzione e la pratica in relazione alle sfide e alle opportunità della digitalizzazione nel contesto della SSL.

Il progetto è incentrato sugli ambiti di seguito riportati.Robotica avanzata e intelligenza artificialeGestione dei lavoratori tramite l’intelligenza artificialeLavoro su piattaforma digitaleSistemi digitali intelligentiTelelavoro

La campagna Ambienti di lavoro sani e sicuri, Salute e sicurezza sul lavoro nell’era digitale, attiva dal 2023 al 2025, sensibilizza in merito alla digitalizzazione e alla SSL e fornisce risorse più pratiche.

LE MALATTIE ASBESTO CORRELATE.

da Inail.it

L’opuscolo nasce dalla necessità di divulgare dati statistici riguardanti le malattie asbesto-correlate riconosciute dall’ Inail e le rendite a favore dei soggetti colpiti dalle suddette malattie e dei loro superstiti, nonché le prestazioni del Fondo per le vittime dell’amianto.

Immagine Le malattie asbesto correlate

L’analisi dell’andamento delle malattie da amianto e delle variabili tipo di malattia (classe ICD-10), genere, grado di menomazione, settore di attività e territorio fornisce un quadro statistico fruibile dai soggetti coinvolti a vario titolo nella “ questione amianto”. I dati fanno riferimento agli archivi Open Data Inail e ai Monitoraggi Inail del Fondo per le vittime dell’amianto.

Prodotto: Opuscolo
Edizioni: Inail – 2023
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

IL PROBLEMA DELLA MANOMISSIONE DELLE SICUREZZE NELLA INDUSTRIA TEDESCA.

da https://www.arbeitsschutz-aktuell.de/de/news/manipulation-von-maschinen-warum-in-vielen-unternehmen-noch-an-maschinen-manipuliert-wird

Quanto è profondamente radicata la cultura della sicurezza sul lavoro nei paesi di lingua tedesca? La risposta a questa domanda varia notevolmente tra amministratori delegati, dirigenti e responsabili della sicurezza sul lavoro. Da un punto di vista tecnico, esistono numerosi argomenti a favore della promozione della sicurezza sul lavoro. Misure quali recinzioni protettive, tappetini antiscivolo, punti di contatto sulle porte e sistemi di blocco e etichettatura hanno indubbiamente contribuito a ridurre in modo significativo il numero di incidenti sul lavoro denunciabili, con una diminuzione di circa 800.000 infortuni tra il 1995 e il 2012.

Tuttavia, da allora, il calo significativo del numero di infortuni sul lavoro denunciabili è stato rallentato. Uno dei motivi principali è che, nella maggior parte dei casi, i dirigenti e i dipendenti continuano a percepire la sicurezza sul lavoro come un obbligo esterno, una serie di regole da seguire solo per adempiere a quanto prescritto. Quando sorge un dubbio, spesso si opta per comportamenti meno sicuri. Non sorprende quindi che i dispositivi di protezione installati sulle macchine vengano ancora frequentemente aggirati.

Un sondaggio condotto su 840 individui in aziende di diverse dimensioni e settori ha rivelato che in oltre il 42% delle aziende, i dispositivi di protezione delle macchine sono ancora regolarmente oggetto di manomissioni (DGUV, 2022). Sorprendentemente, il 18,5% degli intervistati ha persino affermato che oggi ci sono più manomissioni rispetto al passato. Inoltre, in un terzo delle aziende in cui si verificano manomissioni, questo comportamento è addirittura tollerato dai dirigenti. Questo esempio mette in evidenza il dilemma che molte aziende nei paesi di lingua tedesca stanno affrontando oggi. Spesso, nonostante l’implementazione di misure tecniche e organizzative di sicurezza sul lavoro, i dipendenti e i dirigenti mantengono un atteggiamento inadeguato nei confronti della sicurezza sul lavoro. Fino a quando la maggior parte del personale in azienda continuerà a considerare la sicurezza sul lavoro come un obbligo esterno, i processi e le azioni non sicure rimarranno.

Tutto ciò dimostra che la sicurezza sul lavoro ha una radice profonda nell’atteggiamento delle persone. Per cambiare questa mentalità, le aziende hanno bisogno di manager dedicati e competenti, nonché di ingegneri e specialisti della sicurezza sul lavoro capaci di persuadere i lavoratori ad abbracciare la cultura della sicurezza.

Utilizzando l’esempio della manomissioni dei dispositivi di protezione sulle macchine, ciò significa puntare a una maggiore accettazione, processi sicuri e azioni sicure. Da un lato, i dirigenti devono comprendere appieno la loro responsabilità legale e nell’ambito della sicurezza sul lavoro, ma ciò non è sufficiente. Anche i manager devono essere coinvolti in azioni di comunicazione e partecipazione dei dipendenti. La partecipazione, in particolare, rappresenta un potente mezzo di cambiamento. Perché non coinvolgere di più i dipendenti, gli esperti del campo? Coinvolgendo i lavoratori nello sviluppo delle misure di protezione e dei processi correlati, si aumenta l’accettazione e la qualità delle misure stesse.

D’altra parte, le aziende hanno un crescente bisogno di ingegneri e specialisti altamente qualificati nel settore della sicurezza sul lavoro, in grado di sensibilizzare i manager e i dipendenti, trasformando così la motivazione esterna in un’autentica motivazione.

Modificato e tradotto da dott. Alessandro Guerri medico specialista in Medicina del Lavoro

Sicurezza sul lavoro: la necessità di una valutazione dei rischi specifica per età

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce il “lavoratore che invecchia” (aging) come colui che ha superato i 45 anni, e il “lavoratore anziano” (aged) come chi ha oltre 55 anni. Negli ultimi anni, abbiamo assistito a un incremento significativo della popolazione lavorativa anziana, il che rende la gestione della Salute e Sicurezza sul Lavoro (SSL) per questa categoria di lavoratori una priorità per le politiche nazionali ed europee.

Uomo, Lavoratore, Strada, Costruzione

Il mercato del lavoro dell’Unione Europea ha subito notevoli cambiamenti dal 2010 al 2021, con una crescente quota di lavoratori tra i 55 e i 64 anni, che nel 2010 rappresentavano il 12,5% del totale degli occupati tra 15 e 64 anni, salendo al 19,0% nel 2021.

Questi dati e altri elementi rilevanti sono stati recentemente illustrati in una pubblicazione dell’Istituto Nazionale Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL) intitolata “Invecchiamento della popolazione attiva”. Questa pubblicazione fornisce informazioni preziose per coloro che lavorano nel campo della salute e sicurezza sul lavoro in tutti i settori.

Con l’avanzare dell’età, alcune capacità individuali, soprattutto fisiche e sensoriali, tendono a diminuire, e aumentano le malattie croniche come tumori e disturbi muscolo-scheletrici, spesso legati alla pregressa esposizione sul luogo di lavoro. Analizzando le malattie correlate al lavoro più comuni tra i lavoratori anziani e distinguendole per genere, emerge un aumento significativo. Ad esempio, per gli uomini, le malattie professionali degli over 55 registrate nel sistema Malprof sono aumentate del 41%, passando dal 44,3% al 62,6%, mentre per le donne, l’incremento è ancora maggiore, del 56%, salendo dal 29,3% al 45,7%. In particolare, le malattie tumorali e respiratorie risultano essere le più associate agli over 55.

Le analisi dei dati consentono di individuare le tendenze del fenomeno, valutare l’efficacia delle attività di prevenzione e identificare le attività lavorative e i relativi rischi che richiedono una sorveglianza sanitaria e una vigilanza particolare.

È importante sottolineare che circa un terzo dei soggetti tra i 62 e i 67 anni riporta limitazioni funzionali e soffre di almeno una patologia fisica o mentale. Questo significa che i rischi sul lavoro rimangono gli stessi di ogni altro lavoratore adulto, ma le condizioni psico-fisiche si modificano gradualmente, sebbene in misura variabile tra individui e generi.

Questo espone i lavoratori anziani a due effetti: da un lato, un aumento dell’esposizione ai rischi lavorativi e alle relative conseguenze; dall’altro, una riduzione della produttività e, di conseguenza, una maggiore esposizione a pressioni per prepensionarsi, ridurre l’orario di lavoro o assentarsi. È stato stimato che la maggior parte delle imprese non disporrà delle risorse finanziarie necessarie per adattare le condizioni di lavoro a un gran numero di lavoratori con limitazioni funzionali o malattie croniche.

Per affrontare questa sfida, due soluzioni si profilano: la creazione di “posti di lavoro salutari per ogni età” attraverso promozione, incentivazione e controllo; oppure, l’adozione di un approccio che tenga conto delle “diverse età” dei lavoratori, individuando mansioni e condizioni di lavoro adatte ai lavoratori più anziani, affrontando in modo concreto e diffuso i problemi degli anziani che potrebbero non essere più idonei alle loro mansioni precedenti al pensionamento. Questo sottolinea la necessità di una valutazione dei rischi specifica per età, oltre che per genere, come previsto dal Decreto Legislativo 81/2008.

La chiave per garantire la sicurezza sul lavoro per i lavoratori anziani è trovare un equilibrio tra le richieste del lavoro e le capacità individuali dei lavoratori. Studi recenti dimostrano che se questo equilibrio viene mantenuto, i lavoratori più anziani non hanno tassi più elevati di assenze per malattia o infortuni rispetto ai giovani.

Per una valutazione efficace, può essere utile creare una mappa descrittiva dei compiti, delle mansioni e dei ruoli, con particolare attenzione alla distribuzione per età, ad esempio sopra e sotto i 45 anni. Il coinvolgimento del medico competente nella definizione dei compiti lavorativi e dei rischi correlati, soprattutto se sono state impartite limitazioni o prescrizioni ai lavoratori anziani, è fondamentale.

Un utile strumento a disposizione dei medici competenti per monitorare la capacità lavorativa, soprattutto nella popolazione anziana, è il questionario per la valutazione dell’indice di capacità lavorativa (Work Ability Index) sviluppato da Ilmarinen e tradotto in italiano da Costa. Questo strumento consente di identificare i soggetti più fragili che necessitano di interventi mirati.

In conclusione, la sicurezza sul lavoro per i lavoratori anziani richiede un’approfondita valutazione dei rischi specifica per età e genere, un approccio biopsicosociale, l’analisi dei dati e la collaborazione con il medico competente. L’obiettivo è garantire che i lavoratori anziani possano svolgere il proprio lavoro in modo sicuro ed efficace, preservando la loro salute e benessere.

da www.quotidianosanita.it

SINDROME DELL’OCCHIO SECCO , VIDEOTERMINALI E TERAPIA: UNO STUDIO

Impatto dell’Uso dei Dispositivi Digitali sulla Salute Oculare e l’Efficacia di una Soluzione Oftalmica Innovativa.

Negli ultimi anni, l’uso sempre più diffuso dei dispositivi digitali, come computer, tablet e smartphone, ha portato a un aumento significativo dei casi di disagio oculare correlato a questi dispositivi. Molti di questi casi manifestano sintomi gravi, il che solleva preoccupazioni sulla salute visiva della popolazione generale. La salute degli occhi è fondamentale per garantire un’ottimale integrità ottica, e i sintomi visivi e oculari associati all’uso di videoterminali (VDU) sono spesso legati a alterazioni nel film lacrimale. In questi pazienti, l’ammiccamento, il tempo di rottura del film lacrimale e la quantità del film stesso risultano ridotti a causa di una maggiore evaporazione, dovuta a cambiamenti nel film lipidico.

Un recente studio ha esaminato l’associazione tra l’esposizione prolungata ai videoterminali e le variazioni nel film lacrimale su un campione di 1.025 utilizzatori. I risultati hanno evidenziato che le caratteristiche del film lacrimale sono significativamente correlate al tempo trascorso davanti ai dispositivi digitali, sia in termini di anni di esposizione che di ore giornaliere. In particolare, la secrezione lacrimale è risultata significativamente ridotta nei pazienti che avevano trascorso 8-12 anni al videoterminali, con una media di 6-8 ore al giorno, rispetto a coloro che avevano un utilizzo meno intenso.

Un altro aspetto da considerare è l’esposizione alla luce blu emessa dai dispositivi digitali, che è stata associata a diversi disturbi oculari, tra cui danni alla retina e secchezza oculare. Studi sperimentali hanno dimostrato che la luce blu può aumentare i livelli di citochine infiammatorie sulla superficie oculare, contribuendo così a condizioni come l’occhio secco. In media, in Italia, le persone trascorrono quattro ore al giorno davanti al computer e due ore e otto minuti su dispositivi mobili, il che rappresenta il valore più elevato in Europa.

Uno studio del 2013 ha riportato che l’affaticamento oculare, il bruciore e il rossore sono le lamentele più comuni tra coloro che lavorano al computer per più di sei ore al giorno. Per quanto riguarda i bambini, uno studio ha evidenziato un forte legame tra l’uso degli smartphone e la sindrome pediatrica dell’occhio secco.

Obiettivo dello Studio

Lo scopo di questo studio è valutare l’incidenza dei segni e dei sintomi correlati all’occhio secco in una popolazione di lavoratori che utilizzano regolarmente i videoterminali. Inoltre, lo studio mira a confrontare l’efficacia di una terapia basata su una soluzione oftalmica contenente acido ialuronico cross-linkato, liposomi e crocina con quella di un acido ialuronico lineare al 0,2%.

La crocina è un carotenoide idrosolubile che può interagire con l’acido ialuronico cross-linkato per aumentare la viscosità e l’adesione sulla superficie oculare. Inoltre, agisce come schermo contro la luce blu, riducendo i suoi effetti dannosi sugli occhi.

Metodi dello Studio

Lo studio è stato condotto su 50 pazienti, di cui 25 trattati con una soluzione oftalmica a base di acido ialuronico lineare e 25 con una soluzione contenente acido ialuronico cross-linkato, liposomi e crocina (LUMIXA collirio). Sono stati valutati parametri primari e secondari, tra cui il punteggio dell’Indice dei Sintomi dell’Occhio Secco (OSDI), il tempo di rottura del film lacrimale (TBUT), il test di Schirmer e l’osmolarità del film lacrimale.

Risultati dello Studio

I risultati hanno mostrato che il gruppo trattato con LUMIXA collirio ha ottenuto miglioramenti significativamente superiori rispetto al gruppo di controllo con acido ialuronico lineare. Sia i parametri oggettivi del film lacrimale che i sintomi soggettivi sono notevolmente migliorati nel gruppo LUMIXA.

In particolare, l’osmolarità del film lacrimale, il TBUT e il punteggio OSDI sono migliorati in modo significativo nel gruppo LUMIXA rispetto al gruppo di controllo.

Conclusioni

L’uso prolungato dei dispositivi digitali può avere un impatto significativo sulla salute oculare, causando secchezza oculare e altri sintomi correlati. Tuttavia, una terapia specifica con una soluzione oftalmica che comprende acido ialuronico cross-linkato, liposomi e crocina si è dimostrata efficace nel ridurre il disagio causato dall’occhio secco associato all’uso dei videoterminali. La crocina, in particolare, gioca un ruolo importante nel proteggere gli occhi dalla luce blu dannosa e nel migliorare la stabilità del film lacrimale.

Questo studio fornisce preziose informazioni sulla gestione dell’occhio secco correlato all’uso dei dispositivi digitali e sottolinea l’importanza di soluzioni oftalmiche innovative per migliorare la salute degli occhi in un’epoca in cui l’uso di dispositivi digitali è così diffuso.

fonte :https://www.medicitalia.it/blog/oculistica/7467-finalmente-un-collirio-per-la-computer-vision-syndrome.html