La violenza domestica ha un impatto sull’occupazione, sulla produttività, sulla sicurezza e sulla salute in una miriade di modi. Ciò ha costretto i governi, le organizzazioni internazionali e le istituzioni del mercato del lavoro a riconoscere e rispondere progressivamente alla violenza domestica come problema sul posto di lavoro.
Riconoscendo l’interconnessione tra lavoro e vita privata, i datori di lavoro aprono la porta ad ampliare la portata del rapporto di lavoro e offrono aiuto alle vittime di violenza domestica, con misure che vanno da congedi prolungati all’assistenza nello sviluppo di un piano di supporto personale e di sicurezza sul lavoro a fornire formazione ed educazione sulla violenza domestica e sulle procedure di prevenzione.
Un obbligo del datore di lavoro è quello di assegnare i compiti lavorativi tenendo conto delle capacità e delle condizioni dei lavoratori in rapporto alla loro salute e sicurezza (già previsto dal D. Lgs.626/1994, Art 4, comma 5 lettera c, poi sostituito dal D.Lgs 81/08 art.18 comma 1 lettera C).
La Legge n.68/99 per i lavoratori disabili assunti tramite il collocamento obbligatorio prevede quanto sopra anche per le aziende che non hanno un medico competente aziendale. Nella commissione vi è un medico del lavoro che di fatto emette un giudizio e indica le mansioni compatibili con lo stato di salute.
Il lavoratore può richiedere al datore di lavoro, per tramite del medico competente aziendale (D.Lgs 81/08 art.41 comma 2 lettera C) previa visita medica e giudizio di idoneità dello stesso, di essere adibito a mansioni compatibili con il proprio stato di salute.
È comunque importante verificare quanto previsto dal proprio contratto e dal CCNL di riferimento; infatti, alcuni contratti collettivi prevedono che, superato il periodo di conservazione del posto, il dipendente (riconosciuto idoneo al lavoro ma non allo svolgimento delle mansioni corrispondenti al proprio profilo professionale) possa essere utilizzato in mansioni equivalenti nell’ambito della stessa categoria. Qualora ciò non fosse possibile il lavoratore, con il suo consenso, potrà essere adibito anche a mansioni proprie di profilo professionale corrispondente a categoria inferiore.
Anche le condizioni dell’ambiente di lavoro sono importanti, perché possono influire negativamente sullo stato di salute. In particolare, dai Centri di Cura della fibrosi Cistica viene data l’indicazione di non esporre il lavoratore con fibrosi cistica a:
microclima sfavorevole, sbalzi di temperatura, esposizioni ad eccessive variazioni termiche;
sostanze irritanti o sensibilizzanti l’apparato respiratorio, esposizioni a polveri, gas e sostanze volatili nocive;
permanenza in spazi molto stretti o sovraffollati, sovra riscaldati o troppo secchi;
lavoro su turni, servizio notturno;
sforzi fisici prolungati, movimentazione di carichi;
tutte condizioni che possono peggiorare sensibilmente le condizioni cliniche.
Di solito viene consigliato:
un lavoro che consenta prestazioni sedentarie
un lavoro che richieda attività fisica lieve o moderata
Mental Health UK ha pubblicato il suo ultimo rapporto annuale sul burnout nel Regno Unito, rivelando che il paese rischia di diventare una “nazione bruciata”.
Realizzata da YouGov per conto dell’organizzazione Mental Health UK, l’indagine si basa su un campione di 2.060 adulti britannici (di cui 1.132 in età lavorativa) con l’obiettivo di comprendere meglio il fenomeno del burnout professionale nel Regno Unito. I risultati suggeriscono che il Paese è sul punto di diventare una “nazione stanca”, con 9 adulti su 10 nel Regno Unito che hanno riferito livelli elevati o estremi di pressione o stress nell’ultimo anno. L’esperienza di stress o pressione è stata descritta come “costante” o “frequente” dal 34% degli intervistati. Essere vittime di bullismo da parte di altri colleghi è stato motivo di stress per il 31% dei lavoratori del Regno Unito, mentre dover affrontare lavori extra a causa della crisi del costo della vita è stato evidenziato come un fattore chiave per 4 persone su 10 intervistate.
Nell’ultimo anno, un lavoratore su cinque ha dovuto prendersi una pausa a causa di problemi di salute mentale dovuti a pressioni o stress. La probabilità che qualcuno abbia preso un congedo nell’ultimo anno a causa di problemi di salute mentale dovuti allo stress diminuisce con l’età, con il 34% dei lavoratori di età compresa tra 18 e 24 anni che lo ha fatto, rispetto al 15% di quelli di età pari o superiore a 55 anni. È più probabile che i lavoratori di età compresa tra 35 e 44 anni abbiano sperimentato regolarmente livelli elevati o estremi di stress e pressione, mentre i lavoratori di età pari o superiore a 55 anni hanno meno probabilità di averlo fatto. Questi risultati si aggiungono al peso delle statistiche che mostrano livelli sconcertanti di ansia, stress, depressione e burnout legati in tutto o in parte al posto di lavoro nel Regno Unito.
Quando si tratta di soluzioni, più della metà degli intervistati ha citato un buon equilibrio tra lavoro e vita privata, mentre quattro su dieci hanno citato il sostegno di un manager o di colleghi e colleghi. Altri fattori più importanti includono adeguamenti ragionevoli sul lavoro (38%), supporto professionale per la salute mentale come programmi di assistenza o coaching per i dipendenti (29%) e organizzazioni che offrono formazione sulla salute mentale e personale sulla salute mentale sul lavoro (24%). Tuttavia, la metà dei lavoratori afferma che il proprio datore di lavoro non ha un piano per individuare i segni di stress cronico e prevenire il burnout. Ancora più preoccupante è il fatto che il 35% dei lavoratori adulti ha affermato di non sentirsi a proprio agio nel parlare ai propri supervisori o dirigenti senior dei livelli elevati o estremi di pressione e stress che sperimentano sul lavoro.
Questi risultati allarmanti giungono in un momento in cui il numero di persone disoccupate a causa di malattie di lunga durata è in aumento, con conseguenti costi per i singoli individui, i datori di lavoro e i contribuenti. In questo contesto, Mental Health UK chiede al Primo Ministro di convocare un vertice nazionale su occupazione e salute mentale. Il vertice, che riunirà ministri, datori di lavoro ed esperti, avrà l’obiettivo di identificare modi per creare luoghi di lavoro sani e aiutare al meglio le persone che lottano contro lo stress e la cattiva salute mentale a rimanere al lavoro o a ritornarvi.
Secondo Evangelia Demerouti, professoressa di psicologia del lavoro e delle organizzazioni presso l’Università della Tecnologia di Eindhoven, esperta di burnout e autrice del recente documento di lavoro dell’ETUI “ Affrontare il burnout nelle organizzazioni ”, “le parti sociali devono sollecitare i governi e i politici a sostenere la ricerca sul burnout in modo che sia chiaro possono essere sviluppate politiche riguardanti la diagnosi e il trattamento dei dipendenti burn-out.”
Grazie all’innovazione legata all’AI, la realtà aumentata o la robotica si sta disegnando quella che sarà la sanità del futuro
Intelligenza artificiale, robotica, nanotecnologie, stampanti 3D, robotica e realtà aumentata. Sono alcuni dei progressi tecnologici degli ultimi anni che, in modo sempre più deciso, stanno entrando anche nell’ambito della medicina e della salute che, proprio grazie all’innovazione, potrebbe diventare sempre più efficiente.
“Dobbiamo – precisa Silvia Movio, Director di Hunters, brand di Hunters Group, società di ricerca e selezione di personale altamente qualificato – fare una prima premessa che è molto importante: la tecnologia, in qualunque sua forma, non sostituirà mai il preziosissimo e fondamentale lavoro di medici, infermieri e operatori sanitari, ma l’automazione e la possibilità di elaborare e interpretare una grande quantità di dati potranno sicuramente migliorare la diagnosi e il trattamento di numerosissime patologie. Questa rivoluzione si traduce, ovviamente, nella necessità per le strutture pubbliche e private di trovare competenze sempre più specifiche. Nei prossimi mesi, infatti, cresceranno dell’8% le opportunità per Medici Radiologi – Oftalmologi e Medici impiegati nella telemedicina”.
L’impatto della tecnologia sulla medicina: le opportunità di lavoro. Gli algoritmi stanno cambiando radicalmente anche il modo di fare diagnosi, sono fondamentali nella fase di interpretazione delle immagini e aiutano ad analizzare enormi quantità di dati per fornire una visione completa e sempre più accurata del quadro clinico dei pazienti, portando a diagnosi sempre più accurate, tempestive e precise. L’IA non solo identifica i rischi di malattie, ma aiuta anche a personalizzare le strategie preventive. Basandosi su variabili come l’età, il genere, la storia clinica e lo stile di vita di un individuo, l’IA può suggerire piani di intervento preventivo su misura. Questo approccio personalizzato è fondamentale, poiché ciò che funziona per una persona potrebbe non essere efficace per un’altra.
“Nei prossimi anni – aggiunge Silvia Movio – le competenze, anche in ambito tecnologico, per medici, infermieri e operatori sanitari saranno sempre più centrali. I medici del futuro saranno chiamati ad interagire sempre di più anche con le macchine per fornire ai pazienti un supporto sempre più accurato e preciso”. Non parliamo quindi di nuove professionalità, ma di reinvenzione del mestiere del medico. Ad esempio, tecnologie basate sull’AI controllano già oggi le grandi apparecchiature di diagnostica per immagini (Tomografia Computerizzata, TC o Risonanza Magnetica, RM), standardizzando i protocolli di acquisizione e riducendo drasticamente i tempi di acquisizione degli esami, al fine di migliorare la compliance e il comfort dei pazienti. Differenti specializzazioni mediche si distinguono già per un alto impatto dell’AI nei processi di indagine ed analisi. La maggior parte di queste applicazioni infatti riguarda la radiologia: molto avanzate sono le applicazioni dell’IA alla mammografia, per lo screening oncologico, ma ce ne sono anche in medicina interna, oftalmologia e in ambito gastro-enterologico a supporto degli esami endoscopici. Interessanti anche le prospettive per i medici impiegati nella Telemedicina, sempre più centrale nella sanità del futuro.
Il PNRR 2024 sottolinea il suo potenziale innovativo per un sistema sanitario italiano più efficiente, equo e accessibile a tutti i cittadini e sempre nel 2024 è previsto il lancio del Portale nazionale che non erogherà servizi di telemedicina, ma monitorerà la diffusione della telemedicina nelle attività di assistenza sanitaria erogate su tutto il territorio nazionale.
Roma, 21 marzo 2024. Promosso dall’Inail e dal Centro di competenza Made I 4.0, l’evento intende illustrare le potenzialità e i punti di debolezza associati all’utilizzo degli esoscheletri da parte dei lavoratori che eseguono attività di movimentazione manuale dei carichi.
È in programma giovedì 21 marzo presso la Direzione generale dell’Inail, dalle ore 9.00 alle 13.00, il seminario formativo sul tema “Esoscheletri occupazionali: valutazione del rischio biomeccanico, punti di forza e criticità”. Promosso dall’Istituto e dal Competence center Made I 4.0, l’evento rientra tra le iniziative di orientamento e formazione rivolte alle Pmi e finalizzate a inquadrare i cambiamenti introdotti dall’Industria 4.0 in ambito di sicurezza sul lavoro e tutela della salute dei lavoratori.
L’obiettivo del seminario è mettere in luce le ultime novità in materia di dispositivi indossabili, quali strumenti per l’assistenza delle capacità fisiche e motorie, stimolando un’analisi dei vantaggi e delle problematiche correlate. Tra le criticità si evidenzia, ad esempio, la notevole difficoltà nel valutare correttamente il rischio da sovraccarico biomeccanico in attività eseguite con l’ausilio degli esoscheletri. Per questo motivo durante l’evento è possibile conoscere le nuove opportunità offerte dalle reti di sensori indossabili e dagli algoritmi di intelligenza artificiale. Il seminario è valido per il riconoscimento dei crediti formativi pari a 4 ore di aggiornamento per Aspp/Rspp. Tutte le informazioni sono a disposizione sul sito del Competence center Made al link indicato in basso.
Approfondimento di Pierluigi Rausei* – in collaborazione con IPSOA Quotidiano
“Il datore di lavoro, per la tutela della salute e della sicurezza dei dipendenti, è tenuto ad adempiere all’obbligo di sorveglianza sanitaria. In quale modo? Deve nominare il medico competente, che interverrà con atti finalizzati a tutelare lo stato di salute e sicurezza dei lavoratori rispetto ai fattori di rischio professionali e alle modalità in cui viene svolta l’attività lavorativa. In materia, anche la Commissione interpelli del Ministero del Lavoro, con il documento di prassi n. 1 del 2024, ha fornito indicazioni in merito all’obbligo di sorveglianza sanitaria, chiarendo che spetta al datore di lavoro verificare l’idoneità alla mansione del lavoratore che è stato assente per più di 60 giorni. Con quali modalità ( fonte IPSOA)? ….”ascolta il podcast
Bozza del dl Pnrr: parte da 30 punti, si può operare con almeno 15 crediti
Servirà per chi opera nei cantieri temporanei o mobili e sarà rilasciata dall’Ispettorato nazionale del lavoro dopo l’iscrizione alla camera di commercio
Arriva dal primo ottobre 2024 la patente a punti per la sicurezza sul lavoro. Lo prevede la bozza del dl Pnrr atteso oggi in Consiglio dei ministri. Sono tenuti al possesso della patente le imprese e i lavoratori autonomi che operano nei cantieri temporanei o mobili. La patente è rilasciata dall’Ispettorato nazionale del lavoro dopo l’iscrizione alla camera di commercio; l’adempimento, da parte del datore di lavoro e dei lavoratori degli obblighi formativi; il possesso del Durc, del Documento di Valutazione dei Rischi e del Documento Unico di Regolarità Fiscale.
La patente parte da trenta crediti e consente di operare con una dotazione pari o superiore a 15 crediti. Prevede decurtazioni da 5 a 10 punti in caso di violazioni delle norme di sicurezza e decurtazioni di 20 crediti in caso di incidenti che provochino la morte di un lavoratore, di 15 crediti per incidenti che provochino inabilità permanente e 10 crediti per inabilità superiori a 40 giorni. Nel caso di morte o inabilità permanente la patente potrà essere sospesa per un massimo di 12 mesi.
“L’ispettorato nazionale del lavoro definisce i criteri, le procedure e i termini del provvedimento di sospensione. Ciascun provvedimento di cui al presente comma deve riportare i crediti decurtati. Gli atti ed i provvedimenti emanati in relazione al medesimo accertamento ispettivo non possono nel complesso comportare una decurtazione superiore a 20 crediti”, si legge ancora nella bozza del provvedimento.
Non sono tenute al possesso le imprese con l’attestato di qualificazione Soa, ovvero della qualificazione che autorizza un’azienda del settore delle costruzioni a concorre alle gare d’appalto pubbliche. Le Società organismi di attestazione (Soa) sono organismi di diritto privato che, su autorizzazione dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, accertano l’esistenza nei soggetti esecutori di lavori pubblici degli elementi di qualificazione, ossia della conformità dei requisiti alle disposizioni comunitarie. ( fonte rainews It)
INAIL pubblica la Circolare n. 7, del 15 febbraio 2024, “Revisione delle tabelle delle malattie professionali nell’industria e nell’agricoltura. Decreto interministeriale 10 ottobre 2023” che illustra le principali caratteristiche delle nuove tabelle.
Con la circolare n. 7 del 15 febbraio 2024 INAIL fornisce un’informativa sull’intervenuta revisione delle tabelle delle malattie professionali nell’industria e nell’agricoltura e illustra le principali caratteristiche delle nuove tabelle. La revisione delle tabelle delle malattie professionali nell’industria e nell’agricoltura, di cui agli articoli 3 e 211 del Testo unico delle disposizioni per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, è stata approvata con decreto interministeriale del 10 ottobre 2023, pubblicato in Gazzetta ufficiale il 18 novembre 2023. La circolare INAIL illustra le caratteristiche generali delle nuove tabelle, le principali modifiche rispetto a quelle previgenti e precisa il regime temporale di applicazione del nuovo sistema tabellare.
Confindustria ha pubblicato una nota relativa al Decreto legislativo n. 184/23 (Recepimento della direttiva (UE) 2021/2118 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 novembre 2021, recante modifica della direttiva 2009/103/CE concernente l’assicurazione della responsabilità civile risultante dalla circolazione di autoveicoli e il controllo dell’obbligo di assicurare tale responsabilità) che esclude l’obbligatorietà della sottoscrizione di RCAuto per muletti e/o carrelli elevatori.
A seguito delle modifiche normative introdotte dal D.Lgs. n. 184/23 al Codice delle Assicurazioni, diverse imprese sono state contattate da agenti assicurativi che hanno rappresentato la novità dell’obbligatorietà della copertura assicurativa RCAuto anche per muletti e carrelli elevatori e invitato quindi a sottoscrivere i relativi contratti assicurativi. In attesa di chiarimenti ministeriali, Confindustria ha emanato una nota, che sulla base di una lettura ragionata delle nuove disposizioni, sostiene che l’obbligatorietà della sottoscrizione di RCAuto sia sancita solo per i veicoli in quanto mezzi di trasporto, con conseguente esclusione di ogni altro veicolo con funzione abituale diversa.
Nota Confindustria Decreto legislativo 22 novembre 2023, n. 184 (Recepimento della direttiva (UE) 2021/2118 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 novembre 2021, recante modifica della direttiva 2009/103/CE concernente l’assicurazione della responsabilità civile risultante dalla circolazione di autoveicoli e il controllo dell’obbligo di assicurare tale responsabilità) – Esclusione applicazione ai cd. muletti e/o carrelli elevatori.
Partendo della premessa che il D.Lgs. n. 184 del 22/11/20231 ha recepito la Direttiva (UE) 2021/2118 del Parlamento europeo in materia di assicurazione della responsabilità civile degli autoveicoli, modificando sia il Codice delle Assicurazioni Private (CAP) che il Codice della Strada (CdS) e conseguentemente estendendo il perimetro dell’obbligo assicurativo, fatte le debite considerazioni, Confindustria conclude che l’obbligatorietà della sottoscrizione di RCAuto, ai sensi di detto Decreto Legislativo, è sancita solo per i veicoli in quanto mezzo di trasporto, con conseguente esclusione di ogni altro veicolo con funzione abituale diversa, come ad esempio nel caso dei cd. muletti e/o carrelli elevatori.
La promozione della salute si attua negli ambiti regionali mediante azioni volte a impegnare istituzioni e parti sociali, attuando così quanto previsto dal Piano nazionale della prevenzione 2020-2025 e dai rispettivi Piani regionali. La Regione Lazio ha approvato il 12 gennaio scorso, mediante una propria Delibera, il vademecum “Indicazioni per la gestione della promozione della salute nei luoghi di lavoro” in attuazione del Programma Predefinito PP3 “Luoghi di lavoro che promuovono salute”. Il vademecum nasce dall’attività svolta dal Tavolo di lavoro tecnico intersettoriale coordinato dall’Ufficio Sicurezza nei luoghi di lavoro della Regione.
PIANO NAZIONALE DELLA PREVENZIONE 2020-2025 PROGRAMMA PREDEFINITO PP3 “Luoghi di lavoro che promuovono salute”