Questo documento è dedicato agli ambienti industriali e, in particolare, all’uso del colore nel codice visivo dei dispositivi di comando macchine.
Il d.lgs. 81/08 prescrive che le informazioni, segnalazioni di allarme e le avvertenze di attrezzature o macchine siano ben visibili e comprensibili. Il d.lgs. 17/10, decreto di recepimento della Direttiva Macchine attualmente in vigore, conferma tale principio richiedendo la comprensibilità del segnale come requisito di sicurezza da soddisfare.Questo lavoro mette a fuoco le possibili difficoltà nella decodifica del segnale derivante dalla inabilità cromatica e propone misure tecniche di miglioramento per la comprensibilità del segnale per la maggior parte lavoratori che, specie negli ambienti industriali, si interfacciano con dispositivi di comando macchine dotati di segnali visivi di emergenza e di utilizzo.
Sulla base delle esperienze realizzate sulla tematica dai partner del Protocollo d’intesa, il progetto si propone la sperimentazione, in alcuni comparti del settore “Manufatturiero” maggiormente significativi per complessità organizzativa e frequenza e gravità degli infortuni, di un modello di rilevazione dei near misses, la cui applicazione sia sostenibile per le imprese e consenta di realizzare l’implementazione di un sistema di sorveglianza dei near misses sia all’interno delle reti territoriali che a livello nazionale.
Dalla fine del 19° secolo, i raggi X vengono utilizzati per individuare le malattie polmonari. In Italia, dal 1941 al 1948, sono state eseguite 207.096 radiografie del torace” in miniatura”. Le radiografie tradizionali davano risultati migliori, ma le radiografie del torace in miniatura erano utili per lo screening. Questo porto’ allo sviluppo di unità mobili per radiografia del torace per le attività preventive e diagnostiche della medicina del lavoro.
Scopo del documento è fare capire ai radioprotezionisti perché – fra le proprie competenze – la conoscenza del d.lgs. 81/08 non possa essere trascurata, ed ai responsabili ed addetti del servizio di prevenzione e protezione perché la radioprotezione non debba essere semplicemente considerata quale materia delegata ad altro “specialista”
Il risultato atteso è quello di contribuire allo sviluppo di una cultura della sicurezza che risulti più circolare, inclusiva, sinergica, e nella quale siano evidenti i diversi ambiti interferenziali nei quali l’adozione di un “gioco di squadra” si ponga, non tanto come opportunità, quanto, piuttosto, come irrinunciabile necessità.
Le microalghe rivestono un ruolo significativo nell’economia circolare, come piattaforme biotecnologiche (bioraffinerie di terza generazione) per la produzione di prodotti di alto valore, quali intermedi biochimici, bioplastiche e biocarburanti. La corretta progettazione e gestione degli impianti è condizione necessaria per garantire la tutela dell’ambiente e dei lavoratori con la definizione di modelli di approccio alla valutazione della sicurezza a partire da specifici casi-studio di sperimentazione industriale o preindustriale.
L’intesa prevede un nuovo progetto realizzato da Inail Veneto in collaborazione con le Scuole edili della regione per aumentare la sicurezza sul lavoro
VENEZIA – Il 18 dicembre scorso la Direzione regionale Veneto dell’Inail e il Centro di formazione e sicurezza di Belluno hanno sottoscritto il protocollo che coincide con la definizione del progetto di prevenzione regionale “Riconoscere lo stress da lavoro correlato in un’edilizia innovativa: valutare i rischi per prevenire e promuovere azioni di cambiamento”. Il progetto è stato presentato presso la sede Inail di Venezia Terraferma da Alice Bossan, dirigente dell’Ufficio attività istituzionali della Direzione regionale Veneto, insieme al coordinatore dei presidenti delle Scuole edili del Veneto, Cristiano Perale, al presidente della Scuola edile di Belluno, Massimo Riva, al segretario Filca Cisl Venezia, Andrea Grazioso, e allo psicologo del lavoro incaricato della gestione operativa, Alberto Rigato.
Nel 2024 previsto il coinvolgimento di 6mila lavoratori. Capofila del progetto, patrocinato da Ance Veneto, è la Scuola edile di Belluno che, insieme alle altre sei scuole edili del Veneto, enti bilaterali di formazione, coinvolgeranno direttamente i lavoratori edili e le imprese del territorio per promuovere la cultura della salute e sicurezza e ridurre gli infortuni nel settore delle costruzioni. Nel corso del 2024, verranno coinvolti circa 6mila lavoratori e professionisti che contribuiranno a individuare le cause dello stress da lavoro correlato per definire, poi, le azioni per gestirlo e ridurlo, migliorando la qualità della vita professionale.
Scarpa: “Approfondire le cause dello stress per costruire percorsi di prevenzione efficaci”. “Il settore delle costruzioni – ha dichiarato il direttore regionale Inail Veneto, Enza Scarpa – è uno dei settori di maggiore attenzione, per la sua pericolosità intrinseca e per l’elevato numero di eventi infortunistici di particolare gravità. Approfondire con i lavoratori le cause che generano stress ci consente di costruire percorsi di prevenzione che mirano al benessere dei lavoratori e della stessa organizzazione aziendale. Ciò ancor più – ha aggiunto – in una fase di forte pressione legata agli incentivi verso l’edilizia privata e all’avvio di numerosi cantieri finanziati dal Pnrr”.
I principi di sostenibilità sono sempre più integrati nelle strategie aziendali, creando un “valore condiviso” e incoraggiando occasioni di sviluppo per l’impresa stessa, per i propri stakeholder e per la società.
La sostenibilità d’impresa rappresenta dunque l’impegno concreto di un’azienda nell’adottare un modello di business che non solo contempli obiettivi di performance ma sia anche orientato alla tutela dell’ambiente, al benessere sociale e a una economia sostenibile. In particolare la dimensione sociale della sostenibilità sollecita nuovi modelli organizzativi basati su dimensioni chiave quali la resilienza, l’apertura, l’equità, l’inclusione, il lavoro di qualità.
Il Prof. Paolo Pascucci ha pubblicato sulla rivista di Olympus (Diritto della Sicurezza sul Lavoro), dopo la notizia della tragedia di Brandizzo, un articolo contenente la relazione che ha tenuto nelle varie edizioni del corso sulla sicurezza ferroviaria organizzato dal Coordinamento Interregionale e rivolto agli operatori dei Servizi PSAL di tutta Italia. Durante il corso sono stati illustrati anche alcuni casi di infortuni mortali/gravissimi occorsi durante lavori di manutenzione sulle linee ferroviarie da investimento e da folgorazione, tutti riconducibili a difetti di comunicazione, una tipologia di infortuni purtroppo non infrequente.
La Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione ricorda che l’improcrastinabile necessità di aggiornare le norme specifiche sulla sicurezza del mondo ferroviario e di armonizzarle con il D.Lgs. 81/08, così come da 15 anni previsto dall’art. 3, sia stata espressa sia nel documento CIIP “Il D.Lgs. 81/08 dieci anni dopo” che nella lettera “Sicurezza del lavoro nei settori ferroviario, portuale, marittimo, pesca” del 13 aprile 2021, entrambi inviati al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai Ministri Lavoro, Salute, Trasporti, oltre che alla Conferenza dei Presidenti delle Regioni.
La tutela della salute e sicurezza dei lavoratori nel settore ferroviario, tra norme generali e norme speciali alla memoria delle cinque vittime sul lavoro di Brandizzo (31 agosto 2023) di Paolo Pascucci
1. A Brandizzo, l’ultima notte di agosto 2023 2. Le ferrovie e la l. n. 191/1974 3. L’armonizzazione mancata 4. Le norme tecniche della l. n. 191/1974 e quelle dei titoli da II a XII del d.lgs. n. 81/2008 5. La vigenza dei principi fondamentali del d.lgs. n. 81/2008 nel settore ferroviario 6. Principio di specialità e principio della massima sicurezza possibile 7. La sopravvivenza degli altri decreti presidenziali degli anni cinquanta richiamati dalla l. n. 191/1974 8. L’obsolescenza di alcune vecchie previsioni rispetto al d.lgs. n. 81/2008 9. La vicenda delle competenze in materia di vigilanza e la fine di una ambiguità 10. Il rebus delle sanzioni 11. Conclusioni
L’aumento del telelavoro e di modelli di lavoro più flessibili, accelerati dalla pandemia, ha intensificato le preoccupazioni per una cultura “sempre attiva” e per la connessione costante dei dipendenti al loro posto di lavoro, portandoli a lavorare per ore aggiuntive e spesso non retribuite.
Una delle soluzioni proposte per contribuire ad affrontare questo problema è l’introduzione del diritto alla disconnessione. Basato su un sondaggio condotto tra responsabili e dipendenti delle risorse umane, questo rapporto esplora la legislazione degli Stati membri dell’UE sul diritto alla disconnessione e valuta l’impatto delle politiche aziendali in questo settore sulle ore di connessione dei dipendenti, sull’orario di lavoro, sull’equilibrio tra lavoro e vita privata, sulla salute e sulla sicurezza.
L’evoluzione del mercato del lavoro è diventata una fonte di stress, ansia e altri problemi di salute mentale per molte persone. I lavoratori con uno stato socio-economico basso sono particolarmente esposti a rischi psicosociali sul luogo di lavoro, una situazione che è stata esacerbata dalla pandemia di COVID-19 e dagli sviluppi introdotti dalla digitalizzazione.
In una nuova relazione, l’EU-OSHA analizza la ricerca europea sull’argomento e trae conclusioni e spunti per le politiche. La pubblicazione illustra una selezione di buone pratiche adottate a livello organizzativo o settoriale e che hanno prevenuto e gestito con successo i rischi psicosociali per i lavoratori con basso stato socio-economico.