SICUREZZA SAFETY TU 81/08

FACT SHEET INAIL SULLE APNEE NOTTURNE

La sindrome delle apnee ostruttive del sonno (Obstructive Sleep Apnea Syndrome) o OSAS è una patologia cronica con gravi implicazioni economiche e sociali, ad elevata prevalenza, spesso sotto-diagnosticata e quindi non trattata.

La patologia è inoltre una delle cause più frequenti di eccessiva sonnolenza diurna (EDS), fattore di rischio indipendente di incidenti stradali e sul lavoro e causa di ridotta performance lavorativa. Il factsheet descriverà la patologia e trasferirà i dati più aggiornati sull’argomento.


Prodotto: Fact sheet
Edizioni: Inail – 2021
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

SICUREZZA TECNICA DELLE MACCHINE ALIMENTARI

Da Inail.it

Partendo dal patrimonio informativo che negli anni l’Istituto ha costituito e dalle competenze maturate nell’espletamento delle attività di accertamento tecnico, il documento raccoglie schede tecniche sulle macchine afferenti al tc 153 macchine alimentari, trattando le più significative non conformità rilevate, al fine di illustrare, rispetto allo stato dell’arte di riferimento, le soluzioni costruttive ritenute accettabili, e promuovere un miglioramento dei livelli di sicurezza nei luoghi di lavoro, come previsto nella mission istituzionale.

Immagine L’accertamento tecnico per la sicurezza delle macchine alimentari



Prodotto: Volume
Edizioni: Inail – 2021
Disponibilità: Sì – Consultabile anche in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

IL PIANO STRATEGICO SULLA SICUREZZA EUROPEO

da quotidianosicurezza.it

Cambiamento, prevenzione e preparazione. È statoadottato il 28 giugno dalla Commissione Europea il Quadro strategico dell’UE in materia di salute e sicurezza sul lavoro 2021-2027, ovvero il programma che definisce cardini e obiettivi della prossima strategia europea sulla Ssl.

Tre le sfide primarie: COVID-19 e rischio pandemie, digitalizzazione e la transizione verde, da affrontare seguendo tre direttrici.

Cambiamento, ovvero aggiornamento delle direttive sui luoghi di lavoro, sul lavoro con videoterminali, sulla protezione dei lavoratori dall’esposizione all’amianto e al piombo, sulla salute mentale.

Prevenzione, impegno nell’obbiettivo vision zero, aggiornamento normative sostanze chimiche e pericolose.

Preparazione alle possibili minacce pandemiche, sviluppo di procedure di emergenza in collaborazione con le autorità sanitarie.

Così il Commissario Lavoro e Politiche sociali, Nicolas Schmit: “Il principio 10 del pilastro europeo dei diritti sociali conferisce ai lavoratori il diritto a un elevato livello di protezione della loro salute e sicurezza sul lavoro. Mentre ci rialziamo meglio dalla crisi, questo principio dovrebbe essere al centro della nostra azione. Dobbiamo impegnarci per un approccio di “visione zero” quando si tratta di decessi legati al lavoro nell’UE. Essere sani sul lavoro non riguarda solo il nostro stato fisico, ma riguarda anche la nostra salute mentale e il nostro benessere”.

Nonostante un calo del 70% degli infortuni in Europa dal 1994 al 2018, dai dati UE 2018 sono emersi 3,1 milioni di incidenti sul lavoro e 3.300 morti, circa 200mila persone muoiono ogni anno per patologie lavoro correlate.

Il documento completo che riassume il Quadro strategico 2021-2027.

COME MISURARE IL CONFORT INDOOR

Il comfort indoor percepito dalle persone all’interno di un edificio dipende da diversi fattori fisici, misurabili secondo quanto previsto dalla normativa di riferimento. Un’indagine attenta sulle condizioni interne, è fondamentale per intervenire nel modo migliore.

Comfort indoor: normativa, soluzioni e strumenti per il monitoraggio

Indice degli argomenti:

Il comfort interno indica il livello di benessere delle persone all’interno di un ambiente chiuso e può essere misurato attraverso la valutazione di alcuni parametri, come la temperatura, l’umidità o il livello di illuminamento. Ogni volta che si progetta e realizza un edificio, tra gli obiettivi principali dovrebbe esserci proprio l’ottenimento del massimo comfort interno possibile.

Il comfort incide anche sull’operatività delle persone, oltre che sul benessere- . Ad esempio, se la qualità dell’aria interna non è ottimale, la concentrazione delle persone ne risente.

Non è un caso che, per ogni tipologia di funzione come scuole, uffici, case di riposo e così via, si eseguano precisi studi per definire quali siano le migliori condizioni ambientali da realizzare.

Comfort indoor: cosa dice la normativa?

La disciplina di riferimento è la fisica tecnica ambientale, chiamata anche Indoor Environmental Quality (IEQ), che consiste nel verificare i requisiti relativi principalmente a quattro aree: il microclima interno, la qualità dell’aria, l’illuminamento e le condizioni acustiche di uno spazio chiuso. Oggetto di studio sono soprattutto gli ambienti di lavoro, quelli pubblici e quelli dedicati alla salute e alla cura, nei quali il benessere delle persone assume un rilievo ancor maggiore.

Comfort indoor: cosa dice la normativa

Per ciascuna delle 4 tematiche affrontate, la normativa definisce precisi requisiti e indicazioni per eliminare il più possibile rischi per la salute e sicurezza delle persone.

Le normative tecniche, infatti, individuano terminologie, parametri e modalità di calcolo, utili a valutare il comfort interno e a progettare ambienti adeguati alla permanenza delle persone.

Le norme e le leggi sono molte, ciascuna specifica per ogni ambito. Per fare degli esempi, nel caso degli ambienti di lavoro, è il Decreto Legislativo 81/08, nell’Allegato IV “Requisiti dei luoghi di lavoro” e nell’Allegato XXXIV “Videoterminali, requisiti minimi”, che affronta il tema. Più generali, la UNI EN 16798-1 e la UNI EN 16798, pubblicate recentemente (2019 e 2020) e ora riferimento per la qualità dell’aria, il comfort termico, l’illuminazione e l’acustica.

Per il comfort termoigrometrico, invece, ci sono ulteriori norme come la UNI EN ISO 7726:2002, sui parametri e la strumentazione necessaria a valutare il livello di comfort, o la UNI EN ISO 7730:2006, relativa al comfort percepito e al calcolo del PMV (Predicted Mean Vote) e del PPD (Predicted Percentage of Dissatisfied).

Per l’illuminazione si può fare riferimento alla UNI EN 12665:2018 o alla UNI EN 12464-1:2011 nel caso degli ambienti di lavoro. Anche per l’acustica l’elenco della normativa di riferimento non è breve e, tra i vari titoli- spiccano sicuramente il DPCM 5/12/97 Requisiti acustici passivi degli edifici, la Legge Quadro sull’inquinamento acustico (L. 447/1995) o norme tecniche come la UNI EN ISO 12354:2017 sulla valutazione delle prestazioni acustiche degli edifici e la UNI 11532, la cui seconda parte è specifica per il settore scolastico.

Come si misura il comfort?

Come anticipato, il comfort interno può essere misurato valutando differenti parametri fisici che concorrono al suo ottenimento.

Per farlo, si usano degli strumenti appositi, come termometri, centraline microclimatiche, sensori per la qualità dell’aria, anemometri, luxometri e fonometri.Testo 435 è lo strumento per la valutazione della qualità dell’aria ambiente Testo 435 è un anemometro, semplice da usare, per la valutazione della qualità dell’aria ambiente (IAQ) . Misura livello di CO2, umidità e temperatura dell’aria e valuta i parametri degli impianti di condizionamento e ventilazione.

Ciascuno di questi strumenti serve per misurare uno specifico parametro, come la temperatura dell’aria, l’umidità relativa, la CO2, la velocità dell’aria, l’illuminamento e la pressione sonora- . Per ottenere un buon livello di comfort è necessario che tutte le misure rilevate risultino entro certi range e risultati, secondo quanto indicato nelle specifiche normative di riferimento.

Questi parametri sono importanti perché non richiedono una stima indicativa, ma una vera e propria misura, ossia una valutazione oggettiva. Ciò non toglie che un’indagine accurata sul comfort interno di un ambiente, non possa comunque partire da un confronto con gli occupanti dello spazio stesso, che possono riferire percezioni e sensazioni utili.

Le soluzioni per migliorare il livello di comfort interno

Una volta effettuate tutte le misure, se necessario, si deve intervenire in modo puntuale per risolvere eventuali problematiche.

Generalmente, lo studio del comfort interno e dei relativi parametri fisici che lo determinano, si sovrappongono ad un’analisi dell’apparato impiantistico presente nell’edificio, perché ha un forte impatto sulle condizioni ambientali interne. Infatti, è sugli impianti che si dovrà intervenire per migliorare le performance rilevate. Quando si parla di impianti, si intendono i sistemi HVAC, ossia gli impianti per la climatizzazione dell’edificio, incluso anche il sistema di termoregolazione, per la ventilazione e per l’illuminazione.

Le soluzioni per migliorare il livello di comfort interno

Ad esempio, se la qualità dell’aria non è ottimale, è necessario verificare il funzionamento dell’impianto di ventilazione meccanica se presente o considerare l’installazione nel caso non lo sia. Potrebbe essere necessario sostituire il sistema di termoregolazione interno, ad esempio installando termostati smart in grado di offrire un controllo più puntuale e flessibile della temperatura. Un altro intervento importante è verificare la distribuzione e l’intensità dei punti luce, adeguandoli alle reali esigenze.

Agire sugli impianti, però, potrebbe non essere l’unica soluzione. Ad esempio, se un edificio non è adeguatamente isolato potrebbe vedere inficiato il comfort termoigrometrico e acustico al suo interno. In questo caso è bene provvedere con un intervento sulle strutture, valutando la posa di isolante termico e acustico o la sostituzione dei serramenti. Si tratta solo di esempi, in quanto i possibili interventi utili per migliorare il comfort interno degli edifici sono davvero molti.

Articolo dell’ arch. Gaia Mussi tratto dal sito:

infobuild.it

CANTIERI NAVALI:ANALISI INFORTUNI ED AZIONI DI PREVENZIONE

La scheda tratta specifiche tematiche di salute e sicurezza legate allo svolgimento del lavoro nella cantieristica navale.

Dopo una panoramica del fenomeno infortunistico nel settore, realizzato attraverso l’analisi dei dati di fonte assicurativa, viene sviluppato un approfondimento delle dinamiche e dei fattori di rischio specifici attraverso le informazioni registrate nella banca dati di InforMo; l’approfondimento riporta anche l’individuazione delle misure di prevenzione e protezione da attuare per la corretta gestione del rischio. Il quadro informativo si completa con i risultati (soluzioni tecnologiche, miglioramenti organizzativi) ottenuti nel piano mirato di prevenzione realizzato insieme alla Asp di Messina nelle realtà lavorative caratteristiche delle Pmi del comparto.




Prodotto: Fact sheet
Edizioni: Inail – 2021
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

Da Inail.it

MIGRANTI: PIU’ RISCHIO COVID E DISTURBI MUSCOLOSCHELETRICI

da Osha.eu

Un nuovo studio dell’EU-OSHA rileva che i lavoratori migranti tendono maggiormente ad avere impieghi che implicano contatti con altre persone e che non possono essere svolti da casa. Tali posizioni sono altresì associate a una maggiore incidenza di disturbi muscolo-scheletrici.

Tale documento, grazie a una specifica metodologia statistica basata sui dati di sondaggi ufficiali, illustra in dettaglio il rischio di esposizione per settore e per paese e suggerisce misure per la tutela della salute dei lavoratori migranti durante e dopo la pandemia, incluse campagne informative e sostegno economico e all’occupazione.

Consulta il documento di riflessione su COVID-19 e disturbi muscolo-scheletrici: doppio carico di rischi per i lavoratori migranti in Europa?

Scopri le risorse per i luoghi di lavoro nella crisi di COVID-19

Consulta gli orientamenti per garantire la tutela dei lavoratori stagionali  e la scheda informativa sulla tutela dei lavoratori stagionali  della Commissione europea.

Visita gli ambiti prioritari della campagna «Ambienti di lavoro sani e sicuri» 

ALGORITMO CONTRO GLI INFORTUNI NEI CANTIERI IN LOMBARDIA

Letizia Moratti vuole introdurre anche in Lombardia un algoritmo che serva per individuare i cantieri più pericolosi e intensificare i controlli per combattere la piaga degli incidenti sul lavoro. «La direzione generale Welfare adotterà, quale strumento ordinario di vigilanza, un algoritmo che consentirà di individuare i cantieri maggiormente a rischio e di sottoporli prioritariamente a controllo — ha spiegato la vicepresidente e assessora regionale al Welfare, partecipando nell’aula del Pirellone alla cerimonia per la Giornata delle vittime degli incidenti sul lavoro e delle malattie professionali — . Questa iniziativa sarà condivisa con l’Ispettorato interregionale del lavoro per la Lombardia e sarà sottoposta anche a livello centrale».

I dati regionali dicono che nel 2020 sono state controllate 26.467 imprese per un totale di 53.597 verifiche. Moratti ha spiegato che «grazie all’anagrafe aggiornata dei cantieri edili possiamo individuare a priori e distinguere le imprese virtuose da quelle problematiche da sottoporre a più stretta sorveglianza».

Il metodo dell’algoritmo è già stato adottato in Veneto dieci anni fa, nell’ambito del Piano nazionale edilizia per individuare i cantieri a maggior rischio. L’algoritmo si avvale delle informazioni presenti del Sistema informativo della Prevenzione Impres@ (Informazione e monitoraggio prevenzione sanitaria) che raccoglie dal 2010 tutti i controlli effettuati dai servizi del Dipartimento di prevenzione delle Ats e i loro esiti. Il sistema serve per individuare le imprese e i cantieri che sono carenti in sicurezza, controllare il territorio con una più ampia copertura, migliorare l’efficienza della vigilanza, intervenire su obiettivi specifici e favorire un sistema integrato della prevenzione.

«La riapertura delle attività economiche non deve tradursi in una recrudescenza degli infortuni — spiega Moratti, preoccupata per l’incremento degli incidenti sul lavoro registrato anche negli ultimi giorni — . Soprattutto il settore edilizio che vedrà un aumento di attività, in seguito all’approvazione dei provvedimenti legislativi come il bonus 110 per cento, non deve essere scenario di accrescimento di infortuni».

In Lombardia, secondo i dati raccolti dalle Ats, dall’1 gennaio al 15 maggio ci sono stati ben 15 infortuni mortali. Di cui 4 solo nella scorsa settimana. Prima dell’inizio dei lavori, il Consiglio regionale aveva accolto le 12 rappresentanze provinciali dell’Associazione nazionale lavoratori mutilati e invalidi del lavoro.

Anche i sindacati sono preoccupati. Cgil, Cisl e Uil chiedono di «fermare le stragi sui luoghi di lavoro». E pretendono dalla Regione di «restituire operatività ai Servizi di prevenzione degli ambienti di lavoro cui spetta la vigilanza sul rispetto delle norme e la prevenzione, rafforzando gli organici e investendo sul personale dedicato ai controlli nelle aziende». E al governo di «rilanciare controlli e ispezioni assumendo subito in Lombardia nuovi ispettori e nuovi medici del lavoro».

La stessa Regione ha ammesso la carenza: «Si è passati da 794 operatori del 2014 ai 683 del 2020», ha fatto i conti Moratti. Per le nuove assunzioni si attingerà ai 30 milioni di euro ricavati dalle sanzioni alle imprese. Verrà completata l’acquisizione prevista di 45 tecnici della prevenzione e di esperti con contratti di collaborazione (chimici, biologi, ingegneri). Per i sindacati  “la sicurezza sul lavoro è un diritto fondamentale” e pretendono che si “faccia il necessario per garantire un lavoro sicuro per tutte e tutti”

Dal quotidiano ” Repubblica”

INAIL : MALATTIE PROFESSIONALI RESPIRATORIE

Le patologie respiratorie dei lavoratori possono essere direttamente o indirettamente correlate a fattori di rischio professionale di tipo fisico, chimico e biologico.

Immagine MalProf, Le malattie professionali dell'apparato respiratorio

Le broncopneumopatie che riconoscono fattori e cofattori eziologici professionali sono oggetto di attenzione sia per la loro frequenza sia perché spesso rappresentano un’importante causa di invalidità. Molte sostanze, inoltre, sono irritanti e/o allergizzanti per l’apparato respiratorio, che rappresenta la loro porta di ingresso. Le patologie che più frequentemente si presentano all’osservazione sono le pnemoconiosi, la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), l’asma bronchiale, le alveoliti allergiche estrinseche e i tumori polmonari. Lo studio intende fornire una panoramica dei più recenti dati statistici in Italia sulle malattie professionali dell’apparato respiratorio, definendo ampiezza e distribuzione del fenomeno tra i vari settori lavorativi, per valutare i fattori di rischio ad esse connessi al fine di contribuire nelle scelte di prevenzione.


Prodotto: Fact sheet
Edizioni: Inail – 2021
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

INAIL MALATTIE PROFESSIONALI DELLA PELLE

La scheda sulle malattie della pelle segue il format della Collana Malprof che, dopo aver inquadrato il problema a livello internazionale (e specialmente europeo) e circostanziato la situazione italiana, analizza le differenze tra i settori economici o tra le professioni in termini di nessi di causa con le patologie considerate.

Immagine Malprof, Malattie della pelle: analisi per comparti economici e professioni dei lavoratori

Risultano più colpite le lavoratrici giovani, ma ciò dipende soprattutto dalla breve latenza di queste malattie e dalle professioni più a rischio, svolte principalmente dalle donne (infermiere, parrucchiere, estetiste, addette alle pulizie), che originano vari tipi di dermatiti da contatto. L’adozione dei principi basilari della prevenzione potrebbe arginare il fenomeno.


Prodotto: Fact sheet
Edizioni: Inail – 2021
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Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

AMBIENTI CONFINATI E NUOVE PUBBLICAZIONI INAIL

da Inail.it

Prodotto: Fact sheet
Edizioni: Inail – 2020
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

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Edizioni: Inail – 2020
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Edizioni: Inail – 2020
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it