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BANDO ISI 2019 :370 MILIONI DI EURO PER LA SICUREZZA SUL LAVORO

Da edilortale news un articolo di Alessandra Marra
24/12/2018 – Anche quest’anno l’Inail mette a disposizione quasi 370 milioni di euro (l’importo più alto delle nove edizioni dell’iniziativa dell’Inail) per le imprese che investono in sicurezza sul lavoro.

È stato, infatti, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Bando ISI 2018 con cui l’Istituto vuole incentivare le imprese a realizzare progetti per il miglioramento delle condizioni di salute e di sicurezza dei lavoratori e aiutare le microimprese e le piccole imprese operanti nel settore della produzione agricola primaria ad acquistare nuovi macchinari.

Sicurezza sul lavoro: cosa prevede il Bando ISI 2018

Le risorse messe a disposizione dall’Inail (pari precisamente a 369.726.206,00 euro) sono suddivise in 5 Assi di finanziamento, differenziati in base ai destinatari:
– Asse 1 (Isi Generalista) euro 182.308.344,00 per i progetti di investimento e per i progetti per l’adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale;
– Asse 2 (Isi Tematica) euro 45.000.000,00 per i progetti per la riduzione del rischio da movimentazione manuale di carichi (MMC);
– Asse 3 (Isi Amianto) euro 97.417.862,00 per i progetti di bonifica da materiali contenenti amianto;
– Asse 4 (Isi Micro e Piccole Imprese) euro 10.000.000,00 per i progetti per micro e piccole imprese operanti in specifici settori di attività (Ateco 2007 A03.1, C13, C14, C15);
– Asse 5 (Isi Agricoltura) euro 35.000.000,00 per i progetti per le micro e piccole imprese operanti nel settore della produzione agricola primaria dei prodotti agricoli.

I finanziamenti sono a fondo perduto e vengono assegnati fino a esaurimento delle risorse finanziarie, secondo l’ordine cronologico di ricezione delle domande.

Per i progetti per la riduzione del rischio da movimentazione manualedei carichi i soggetti destinatari dei finanziamenti sono le imprese, anche individuali, ubicate su tutto il territorio nazionale iscritte al Registro delle Imprese o all’albo delle imprese artigiane e gli Enti del terzo settore in possesso dei requisiti.

Per i progetti di bonifica da materiali contenenti amianto i soggetti destinatari dei finanziamenti sono esclusivamente le imprese, anche individuali, ubicate su tutto il territorio nazionale iscritte al registro delle imprese o all’albo delle imprese artigiane, in possesso dei requisiti di cui all’Avviso pubblico ISI 2018.

Sicurezza sul lavoro: compilazione della domanda 

La presentazione delle domande di accesso agli incentivi avverrà, come per i bandi precedenti, in modalità telematica, attraverso una procedura “valutativa a sportello” articolata in tre fasi:
– compilazione della domanda nella sezione “Servizi online” del sito Inail dall’11 aprile 2019 fino alle ore 18 del 30 maggio 2019;
– inoltro della domanda online nei giorni e orari di apertura dello sportello informatico (il cosiddetto “click day”), che saranno pubblicati sul sito dell’Istituto a partire dal 6 giugno 2019;
– conferma della domanda online da parte delle imprese collocate in posizione utile per accedere al contributo, tramite l’invio della documentazione indicata nell’avviso pubblico per la specifica tipologia di progetto.

(altro…)

VALUTARE IL SOVRACCARICO BIOMECCANICO IN AGRICOLTURA CON IL NUOVO TR23476

Da puntosicuro

Sovraccarico biomeccanico in : il nuovo TR 23476

Un intervento si sofferma su una prima ipotesi di un nuovo Technical Report ISO per l’agricoltura. Il progetto di lavoro, i gruppi omogenei, l’analisi multicompiti e la valutazione annuale del .

Sappiamo che l’agricoltura, il più grande settore lavorativo nel mondo, è anche uno dei settori a maggiore rischio. E riguardo ai rischi per la salute I disturbi muscolo-scheletrici legati al lavoro (WMSD) sono molto diffuse tra gli agricoltori: in Europa “oltre il 50% degli agricoltori riferisce disturbi della colonna vertebrale o degli arti, correlabili alle loro condizioni di lavoro”.

E se tali disturbi sono causati specialmente da movimentazione manuale, lavoro fisico pesante, posture incongrue e movimenti ripetitivi, le norme “ISO 11226, ISO 11228 e, più recentemente, ISO TR 12295 possono risultare utili, con gli opportuni adattamenti, per lo scopo specifico di consentire la Valutazione del rischio diquesti fattori di rischio anche nel settore agricoltura”.

Migrant Farm Workers in Strawberry fields

A ricordarlo con riferimento alla presentazione di un nuovo TR (Rapporto Tecnico) è un intervento al seminario nazionale EPM – INAIL – Regione Marche “Analisi del sovraccarico biomeccanico: news ed esempi applicativi in settori produttivi territoriali nell’esperienza di ASL e INAIL delle Marche”. Un seminario che si è tenuto a San Benedetto del Tronto l’8 giugno 2018.

Il progetto di lavoro per il nuovo TR 23476

Nell’intervento “Documento applicativo per le International Standards (ISO 11228-1, ISO 11228-2 and ISO 11228-3), static working postures (ISO 11226) and ISO TR 12295 nel settore agricoltura”, a cura di Daniela Colombini (EPM IES), ci si sofferma sull’analisi multicompiti a ciclo annuale nel Lavoro ripetitivoe nella movimentazione carichi in riferimento alla prima ipotesi di un Technical Report ISO per l’agricoltura (Ergonomics – Technical Report ISO/NP TR 23476 in ISO/TC 159/SC 3).

Il progetto di lavoro, indica l’intervento, produrrà una dunque una guida (TR) “per l’uso specifico della serie ISO 11228, della ISO 11226 e della ISO TR 12295 nel settore agricolo”.

E la proposta di TR “fornirà agli utenti potenziali indicazioni e ulteriori informazioni su come utilizzare gli standard esistenti in un settore di lavoro diffuso a livello mondiale come l’agricoltura dove, anche se con caratteristiche diverse, il Sovraccarico biomeccanico è un aspetto rilevante, dove l’evento WMSD è molto alto e quindi dove azioni preventive sono necessarie”.

 

E si fa inoltre riferimento alla creazione di “strumenti ‘simple free tools’ che rendano facile e applicabile la valutazione del rischio proposta, utili pertanto per gli obbiettivi del nuovo TR”.

I gruppi di lavoratori omogenei per l’esposizione al rischio

L’intervento riporta molti aspetti correlati al progetto di lavoro, ad esempio con riferimento allo “studio organizzativo generale del processo di lavoro nell’analisi annuale multi-task in agricoltura” e alla ricerca di gruppi di lavoratori omogenei per l’esposizione al rischio.

 

Riguardo in particolare alla struttura generale di un’analisi multi-task si segnala che la rotazione delle attività “è presente quando un lavoratore si alterna tra due o più attività durante un certo periodo di tempo”. E in situazioni particolari, “come in agricoltura, in cui il lavoratore deve svolgere un gran numero di compiti e le attività sono distribuite ‘asimmetricamente’ in tutto il turno e/o nei diversi mesi dell’anno, le valutazioni del rischio possono diventare estremamente complesse. Questo è il motivo per cui è necessario effettuare uno studio preliminare approfondito su come il lavoro è organizzato”.

In questo senso il primo passo – continua Daniela Colombini – “consiste nel definire il tempo necessario per completare il programma di rotazione delle attività; questo è il tempo del macro-ciclo, che può essere: giornaliero, settimanale, mensile, annuale. In agricoltura, il ciclo di alternare i compiti, è più spesso un ciclo annuale, o in base alle condizioni meteorologiche, multi-annuale (2 o 3 raccolti annuali)”.

Riprendiamo dalla presentazione una tabella con un esempio di identificazione di macro-fasi, fasi e compiti eseguiti durante tutto l’anno per l’intero raccolto, senza ancora considerare chi li esegue:

 

 

Rimandiamo alla lettura dell’intervento che si sofferma su vari aspetti:

  • identificazione di macro-fasi, fasi e compiti per ciascuna coltivazione;
  • macro-fasi, fasi e compito: quali e quando
  • ricerca dei gruppi di lavoratori, omogeneo per l’esposizione al rischio.

 

Si indica poi che il modello di pre-mappatura di pericoli e disagi deve “essere somministrato per intervista per gruppi omogenei di lavoratori (cioè gruppi di lavoratori esposti agli stessi rischi professionali)”. E le operazioni coinvolgono due livelli di intervento:

  • Il primo livello comporta un’identificazione rapida e generale dei possibili induttori del rischio attraverso l’uso di specifiche key-enters. Il primo livello è suddiviso in più ‘box’ relativi ai principali tipi di rischi: movimentazione carichi, movimenti ripetitivi degli arti superiori, posture, rumore, microclima, sostanze chimiche, organizzazione del lavoro, stress lavorativo ecc.
  • Il secondo livello, utilizzando procedure di valutazione rapida (solo per lo studio del sovraccarico biomeccanico ) comporta la classificazione del rischio come ‘accettabile’ (indicato come semaforo verde) o ‘molto alto’ (critico o semaforo viola).

Anche in questo caso l’intervento si sofferma su molti aspetti di dettaglio e presenta diverse tabelle esemplificative.

La valutazione annuale del rischio

Riguardo poi alla valutazione annuale del rischio e allo studio analitico del processo di lavoro nell’analisi annuale multi-task, si riporta la procedura generale per steps:

  1. “Calcolare il punteggio di rischio intrinseco di ciascun compito (per tutti i compiti presenti in ogni coltura) per ciascun fattore di rischio, per preparare la ‘valutazione dei rischi delle attività di base’ per ciascuna coltura”; sono riportate indicazioni, anche tecnico normative, in relazione a movimenti ripetitivi degli arti superiori, posture di lavoro del rachide, degli arti inferiori, movimentazione manuale di carichi e trasporto manuale, Traino e spinta
  2. “Definizione del gruppo omogeneo e calcolo della durata proporzionale di ciascun compito in ogni singolo mese dell’anno;
  3. Applicazione di modelli matematici: preparazione preliminare del ‘fittizio giorno lavorativo’ rappresentativo di tutto l’anno e di ogni mese dello stesso anno”.

In particolare due modelli sono proposti “per il calcolo dell’indice di rischio di esposizione finale:

  • uno basato sulla Media Ponderata per il tempo
  • l’altro sul Multitask Complex, che si basa sul valore di rischio del compito più sovraccaricante, calcolato rispetto alla sua durata effettiva, come il punteggio minimo dell’esposizione, che deve essere poi aumentato rispetto al punteggio di rischio degli altri compiti presenti, tenendo conto della loro durata relativa.

Tuttavia “per applicare tali modelli matematici all’esposizione annuale e mensile, è stato necessario convertire i dati relativi sia ai singoli mesi che all’anno in: ‘giornata lavorativa fittizia rappresentativa dell’anno’, prima di ogni mese dell’anno e poi dell’intero anno”. I dati necessari per l’esecuzione di questa conversione sono riepilogati nelle slide relative all’intervento.

 

Come affrontare il sovraccarico biomeccanico in agricoltura

In conclusione questo documento discute le “complesse procedure per affrontare lo studio del sovraccarico biomeccanico in agricoltura, che include lo studio del rischio da movimenti ripetitivi degli arti superiori, nonché la movimentazione manuale dei carichi e il problema di analisi quelle posture lavorative incongrue nell’arto inferiore e nella colonna vertebrale (quelle non incluse nel metodo OCRA e NIOSH)”.

E “criteri e metodi di misurazione già presenti negli standard ISO dedicati agli studi biomeccanici (ISO 11228-1, ISO 11228-2 e ISO 11228-3), postazioni di lavoro statiche (ISO 11226) e ISO TR 12295 sono stati proposti e in qualche modo adattati ed estesi alle caratteristiche del lavoro agricolo che comporta un’organizzazione differente: cicli diversi dal ciclo giornaliero, esposizione a più mansioni lavorative, che si diversificano qualitativamente e quantitativamente nel corso dell’anno”.

Sono affrontati due livelli:

  • livello premappatura globale (tutti i rischi): “Data la chiara complessità della valutazione del rischio, si suggerisce di iniziare con una prima analisi qualitativa e semplice (utilizzando la fase proposta che utilizza domande chiave (KEY-ENTERS) e la valutazione rapida (QUICK ASSESSMENT) ma estesa non solo ai fattori di rischio biomeccanici ma a tutti i rischi, in modo da ottenere una sorta di pre-mappatura del rischio globale (messo a punto e disponibile uno strumento semplice-SIMPLE TOOL- per affrontare questa prima fase di analisi, ovvero un foglio di calcolo in Excel chiamato EPMIES-ERGOCHECK premapMULTIYEARen , presto disponibile su www.epmresearch.org”;
  • livello valutativo analitico (solo sovraccarico biomeccanico): “Questo documento discute inoltre come condurre il reale livello di valutazione del rischio, illustrando i principali criteri e utilizzando esempi di applicazione, rinviando le strategie per applicare metodi di calcolo del rischio agli allegati (metodo OCRA per movimenti ripetitivi, metodo NIOSH per la  Movimentazione manuale di  carichi, studio della postura della colonna vertebrale e degli arti inferiori con il metodo TACOs e PUSHING e / o PULLING) . Anche qui è stato sviluppato uno strumento semplice per affrontare questi tre stadi di valutazione tutti presenti in un unico foglio di calcolo in Excel chiamato ERGOepmOCRA-NIOSH-MULTI -PUSHyearTACOeng (…) disponibile anche su www.epmresearch.org”.

Rimandiamo, infine, alla lettura  della presentazione del progetto della dottssa Colombini su una prima ipotesi di un nuovo Technical Report ISO per l’agricoltura. Il progetto di lavoro, i gruppi omogenei, l’analisi multicompiti e la valutazione annuale del rischio.

Scarica QUI il documento

INAIL PREMIA I CREATIVI DELLA SICUREZZA

Il Premio Marco Fabio Sartori, dedicato al presidente dell’Inail scomparso nel 2011, si rivolge a giovani tra i 18 e i 35 anni, per la realizzazione di un cortometraggio o di una campagna di comunicazione sulla sicurezza al lavoro

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Sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e, poi, sull’importanza della prevenzione come valore di riferimento per le imprese e per i lavoratori, è ancora l’obiettivo del Premio Marco Fabio Sartori che, da quest’anno, si presenta in una veste rinnovata. Il concorso, giunto alla sesta edizione, è dedicato al presidente dell’Inail scomparso nel 2011 e, da allora, punta sui giovani e sui nuovi linguaggi della comunicazione per diffondere la cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro, attraverso la realizzazione di prodotti audiovisivi. Con una possibilità in più da questa edizione: una nuova sezione dedicata alle campagne di informazione, che affianca quella storica dei cortometraggi. Fino allo scorso anno, infatti, il concorso era promosso dalla Direzione regionale Inail della Lombardia.

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il BANDO

Dal 2018, considerata l’efficacia che l’iniziativa ha registrato a livello regionale, il concorso è stato ampliato sul piano nazionale, con il relativo passaggio dell’organizzazione a livello centrale: questo richiederà, pertanto, lo studio di campagne pubblicitarie ad hoc. “I prodotti in concorso dovranno ispirarsi al tema della promozione della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, con particolare riferimento ai settori che presentano maggiori criticità, tra i quali l’edilizia, l’agricoltura e il trasporto merci su strada, oltre agli ambienti confinati o sospetti di inquinamento”, si legge nel testo del bando.

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IL CONCORSO

“Il concorso è suddiviso in due sezioni, una dedicata ai cortometraggi e una alle campagne di comunicazione, e si rivolge a giovani di un’età compresa tra i 18 e 35 anni.  I cortometraggi possono essere realizzati attraverso le forme di un documentario, di un film o di un reportage, con una durata compresa tra i tre e i dieci minuti, mentre i progetti delle campagne di comunicazione devono includere tutti gli elementi indicati nel bando, tra cui l’illustrazione del progetto complessivo, il documento di ideazione creativa, la pianificazione media e i prodotti realizzati (annuncio stampa, spot radio e tv, ecc.)”. Ai primi tre classificati di ciascuna sezione è assegnato un premio in denaro, del valore, rispettivamente di 5mila, 3mila e 1000 euro, oltre alla possibilità di partecipare alla realizzazione dell’attività Inail di realizzazione di campagne di comunicazione nel 2019. La premiazione dei vincitori avverrà in occasione di un evento dedicato ai temi della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro che si svolgerà a Milano il prossimo anno. C’è tempo fino al 9 gennaio 2019 per l’invio della documentazione.

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– Claudia Giraud

http://jobs.artribune.com/competitions/premio-nazionale-marco-fabio-sartori-2018-vi-edizione-del-concorso/2804.php

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I DIECI COMANDAMENTI DEL LAVORO “SMART “

dal sito forbes.it

Mentre sempre più aziende stanno introducendo piani per agevolare il cosiddetto lavoro smart per i propri dipendenti, in Italia così come nel resto del mondo sta aumentando il numero di liberi professionisti che svolgono il proprio compito da remoto. Dalla propria abitazione così come dalle sempre più numerose postazioni di co-working. Secondo una recente statistica resa nota da Global Workplace Analytics e FlexJobs, le persone che lavorano almeno parzialmente da casa sono cresciute del 115% negli ultimi dieci anni, mentre sono il 72% in più quelle che dichiarano di considerare questa possibilità come un benefit nel caso in cui decidano di cambiare azienda. Insomma, il cosiddetto lavoro agile piace sempre di più.Immagine correlata

E non solo perché permette di conciliare meglio impegni professionali con vita familiare. I cosiddetti home workers si dicono infatti più soddisfatti e produttivi rispetto ai colleghi costretti a passare lunghe ore in ufficio. Naturalmente a patto di rispettare alcune regole fondamentali. La prima? Imparare a gestirsi per evitare di perdere tempo. Ecco allora dieci consigli desunti dalla ricerca per lavorare da remoto rendendo di più.

Risultati immagini per SMART WORK

1 – Scandire la giornata. La prima cosa da fare quando si lavora in casa è determinare la propria giornata lavorativa. Si può decidere di iniziare la mattina presto o, al contrario, di godersi le prime ore della giornata dedicando alla sfera professionale il pomeriggio o la sera. In ogni caso è fondamentale decidere un orario e rispettarlo, proprio come se si dovesse timbrare il cartellino dell’ufficio. In questo modo non si rischia di procastinare perdendo occasioni e denaro.

2 – Darsi un termine. Una volta impostato l’orario giornaliero di lavoro è necessario stabilire il momento esatto per terminare la giornata professionale. Quando si rimane in casa può essere forte la tentazione di proseguire a oltranza, magari in prossimità di una scadenza. Invece è bene darsi un termine ben preciso e rispettarlo in modo da riuscire a staccare, rilassarsi e prepararsi agli impegni del giorno dopo.

3 – Pausa e sport. In ufficio concedersi una pausa è abbastanza semplice: basta andare a prendere un caffè con i colleghi. Quando si resta in casa è più complicato, ecco perché è necessario imporsela. Il consiglio è quello di non saltare mai i pasti, mangiando proprio come se si fosse in pausa pranzo. Può essere utile anche staccare per qualche minuto ogni ora, dedicandosi a qualcosa di diverso. Che sia un giro sul tapis roulant o un po’ di giardinaggio sul balcone.

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4 – Medio termine. Un altro consiglio è quello di organizzare il proprio tempo pensando nel medio periodo, cioè fissando una tabella di marcia settimanale. Questa abitudine permette di gestire le proprie giornate in modo più equilibrato, ma anche di alleggerire il carico mentale delle cose da fare. Naturalmente questo calendario deve tenere conto delle scadenze più urgenti, che vanno affrontate prima. Lasciando indietro quelle che possono aspettare un po’ di più.

5 – Darsi obiettivi. Un altro consiglio è quello di avere sempre un obiettivo nel corso della giornata. Questa strategia non solo aiuta a scandire meglio il tempo, ma permette anche di mantenere alto l’entusiasmo. Definire l’impegno professionale non solo in base alle ore impiegate ma anche in base agli obiettivi raggiunti è il modo migliore per affrontare il lavoro da casa senza dispersione di energie.

6 – Niente distrazioni. Uno dei maggiori pericoli quando non si lavora in un ambiente professionale è quello di cadere costantemente nella tentazione di distrarsi. In ufficio mantenere alta la concentrazione è infatti più semplice. Ecco perché a casa è fondamentale lasciare da parte, nelle ore dedicate al lavoro, tutte le altre attività. Che sia la lavatrice, il bucato da stirare o una telefonata con l’amica, l’unica cosa alla quale si deve pensare è il raggiungimento del proprio obiettivo prefissato.

7 – Stile professionale. Gli esperti di smart working raccomandano anche di comportarsi a casa proprio come se si andasse in ufficio. Questo implica la necessità di vestirsi ogni mattina e di arredare un angolo del proprio appartamento proprio come un piccolo ambiente di lavoro. Questo aiuta a distinguere i due piani, quello personale e quello professionale, anche da un punto di vista psicologico. E permette di concentrarsi meglio.

8 – Cercare il confronto. Quando si lavora lontano dall’ufficio può mancare il confronto, il rapporto umano con colleghi e responsabili. Per questo può essere opportuno trovare una persona, magari un altro libero professionista, con il quale condividere la giornata di lavoro. L’ideale, in questo caso, è cercare uno spazio di co-working creato proprio con questo scopo.

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9 – Rituale su misura. Dopo una lunga giornata di lavoro in casa può essere utile premiarsi attraverso un rituale personale. Questa abitudine ha due effetti positivi: indica che la parentesi professionale è conclusa e può lasciare spazio a quella personale, aiuta a non proseguire gli impegni a oltranza. Il rituale è molto personale, ci si può alzare e mettere in ordine la propria scrivania, aggiornare l’agenda per il giorno successivo, farsi una tazza di tè o regalarsi dieci minuti di relax.

10 – Imparare a staccare. Una volta conclusa la giornata di lavoro è bene staccare da tutto. Questo vuol dire non controllare più la mail, spegnere il pc e, se possibile, uscire di casa per rilassarsi un po’. Una regola che vale per tutti. Anche per chi passa le tradizionali otto ore in ufficio.

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ECHA E SOSTANZE CHIMICHE

Dal Marzo 2018 è in rete un interessante nuovo sito dell agenzia europea agenti chimici ECHA.o European chemicals agency

L’indirizzo del sito della Echa è il seguente https://chemicalsinourlife.echa.europa.eu/it/

LE INFORMAZIONI ON LINE sono rivolte ai cittadini e ai consumatori europei e  fornisce informazioni sui rischi connessi all’uso di sostanze chimiche.

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Il sito è disponibile in 23 lingue dell’Unione europea e contiene, oltre alla normativa di riferimento, numerose notizie di attualità su diversi temi: salute, ambiente, lavoro, nanomateriali, primo soccorso per l’esposizione a sostanze chimiche, su come avvalersi del diritto di chiedere informazioni sulle sostanze chimiche pericolose e tutto ciò che riguarda l’utilizzo delle sostanze chimiche nella vita quotidiana.

Risultati immagini per ECHA TECO MILANO

Dal sito è inoltre possibile accedere alla banca dati dell’ECHA contenente le informazioni su circa 140.000 sostanze chimiche e all’Osservatorio europeo sui nanomateriali.

(Fonte: Reach.gov.it)

 

NUOVO REGOLAMENTO EUROPEO SUI DPI.

Con il nuovo Regolamento (UE) 2016/425 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 9 marzo 2016 sui dispositivi di protezione individuale  sono state introdotte alcune modifiche nella classificazioneRisultati immagini per DPI REGOLAMENTO EUROPEO

Il regolamento  decorrere dal 21 aprile 2018 , abroga la Direttiva 89/686/CEE del 21 dicembre 1989 e sostituisce il D.Lgs. 475/928 e modifica dell’articolo 76 comma 1 del D.Lgs. 81/2008 ovvero introduce alcune modifiche dei  requisiti dei DPI

Gli attestati di certificazione CE e le approvazioni rilasciati a norma della direttiva 89/686/CEE rimangono validi fino al 21 aprile 2023, salvo che non scadano prima di tale data.

L’obiettivo generale  del regolamento è  ovviamente quello di assicurare che i  DPI commercializzati presentino un elevato livello di protezione dei lavoratoriRisultati immagini per DPI REGOLAMENTO EUROPEO TECO MILANO

Ogni DPI viene classificato in tre categorie di rischio  crescente da I a III.

  • la categoria I “comprende esclusivamente i seguenti rischi minimi:
    • lesioni meccaniche superficiali;
    • contatto con prodotti per la pulizia poco aggressivi o contatto prolungato con l’acqua;
    • contatto con superfici calde che non superino i 50 °C;
    • lesioni oculari dovute all’esposizione alla luce del sole (diverse dalle lesioni dovute all’osservazione del sole);
    • condizioni atmosferiche di natura non estrema”.
  • la categoria III comprende “esclusivamente i rischi che possono causare conseguenze molto gravi quali morte o danni alla salute irreversibili con riguardo a quanto segue:
    • sostanze e miscele pericolose per la salute;
    • atmosfere con carenza di ossigeno;
    • agenti biologici nocivi;
    • radiazioni ionizzanti;
    • ambienti ad alta temperatura aventi effetti comparabili a quelli di una temperatura dell’aria di almeno 100 °C;
    • ambienti a bassa temperatura aventi effetti comparabili a quelli di una temperatura dell’aria di – 50 °C o inferiore;
    • cadute dall’alto;
    • scosse elettriche e lavoro sotto tensione;
    • annegamento;
    • tagli da seghe a catena portatili;
    • getti ad alta pressione;
    • ferite da proiettile o da coltello;
    • rumore nocivo”.

Risultati immagini per DPI REGOLAMENTO EUROPEO TECO MILANO

Segnaliamo che proprio qui in terza categoria  Il regolamento modifica  l’art 77 comma 5 del TU 81 ovvero l’ obbligo di addestramento anche per le protezioni dal rumore.

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LA SICUREZZA ATTRAVERSO UN SORRISO

NAPO CI INSEGNA LA SICUREZZA SUL LAVORO CON UN SORRISO

da https://osha.europa.eu/it/tools-and-publications/napo-safety-smile

Napo  è un comune lavoratore di un’industria o di un settore qualsiasi. Spesso è esposto a pericoli e situazioni di rischio comuni sul luogo di lavoro, ma prende parte attivamente all’individuazione dei rischi e alla proposta di soluzioni pratiche.

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Adesso Napo è diventato il principale ambasciatore delle campagne Ambienti di lavoro sani e sicuri dell’EU-OSH e molti dei suoi film riguardano o promuovono queste campagne. Napo compare anche di persona in occasione dei principali eventi delle campagne.

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Assieme ai suoi colleghi, Napo è il protagonista di una serie di film senza parole che permettono alle persone di qualsiasi estrazione sociale, cultura ed età di comprendere e identificarsi con lui. I film trattano un’ampia gamma di tematiche in materia di sicurezza e salute, per esempio:

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Quando vengono individuati dei temi rilevanti, vengono regolarmente prodotti nuovi film . I film sono prodotti dal consorzio Napo , che è costituito da un piccolo gruppo di organizzazioni europee di SSL dall’EU-OSHA.

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PERICOLO RADON E MONITORAGGIO AMBIENTALE

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PERICOLO RADON E MONITORAGGIO AMBIENTALE

COS’È IL RADON?

A differenza dell’uranio e del radio che sono solidi, il radon è un gas che è in grado di uscire dal terreno e diffondersi in atmosfera, nell’acqua, nei materiali da costruzione ed entrare negli edifici residenziali e nei luoghi di lavoro .

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PERICOLO RADON E MONITORAGGIO AMBIENTALE

Il radon è  un elemento chimico naturale, radioattivo.  Purtroppo è incolore, inodore, insapore e non può essere avvertito dai  nostri sensi.

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PERICOLO RADON E MONITORAGGIO AMBIENTALE

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  fig . radon in Lombardia

Il Radon  deriva dal “decadimento nucleare” del radio che a sua volta proviene dall’uranio. Questi elementi sono presenti fin dalle origini della terra, in quantità molto variabile, in tutta la crosta terrestre e quindi sono ubiquitari  Si possono trovare anche nei materiali da costruzione lapidei (cementi, tufi, laterizi, pozzolane, graniti, ecc.)

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PERICOLO RADON E MONITORAGGIO AMBIENTALE

COSA FA?

Il pericolo maggiore del gas radon è correlato all’inalazione: inspirato in quantitativi in eccesso e per periodi prolungati, può infatti provocare seri danni alla salute, in particolare ai polmoni. E’ considerato come seconda causa di rischio per l’insorgenza di un tumore, dopo il fumo

Tuttavia proprio grazie  alla volatilità di questo gas , vale a dire alla sua capacità di disperdersi rapidamente e facilmente nell’aria, un semplice accorgimento , come l’aereazione dei locali,  rappresenta  già una importante misura preventiva

EFFETTI

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PERICOLO RADON E MONITORAGGIO AMBIENTALE

Gli effetti più dannosi del radon sono provocati dai suoi “prodotti di decadimento”, cioè ad altri elementi radioattivi non gassosi generati dal radon che, attaccandosi al particolato atmosferico presente in ogni ambiente, entrano facilmente in profondità nell’apparato respiratorio irraggiando in particolare le cellule dei bronchi.

 

L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), attraverso l’International Agency for Research on Cancer (IARC), ha classificato il radon appartenente al gruppo 1 delle sostanze cancerogene per l’essere umano, fornendo indicazioni circa la necessità di intervenire sulle concentrazioni elevate di gas radon.

INQUADRAMENTO NORMATIVO

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PERICOLO RADON E MONITORAGGIO AMBIENTALE

Proprio per la sua pericolosità, la Comunità Europea e lo stato Italiano hanno emesso una serie di atti normativi a tutela della salute della popolazione (Raccomandazione Euratom 143/90) e dei luoghi di lavoro (D. Lgs 230-95 come integrato al Capo III-bis dal D. Lgs 241/2000).

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Per i luoghi di lavoro è richiesto il controllo ed il contenimento della concentrazione di radon nell’aria negli ambienti ove si svolgono attività lavorative che possono esporre i lavoratori o le persone del pubblico a sorgenti naturali di radiazioni ionizzanti.
Il livello di riferimento dell’esposizione dei lavoratori alla radioattività naturale, espresso come concentrazione media annua di radon in aria, corrisponde a 500 Bq/m3.
Il 17 gennaio 2014 è stata pubblicata la Direttiva 2013/59/Euratom “Norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti”.
La direttiva,   recepita  entro il 6 febbraio 2018, avrà un notevole impatto sulla normativa relativa all’esposizione al radon negli ambienti di lavoro: ogni Stato membro dovrà stabilire livelli di riferimento nazionali non superiori a 300 Bq/ m3 come media annua della concentrazione di attività di radon in aria, a meno che un livello superiore non sia giustificato dalle circostanze esistenti a livello nazionale.

Risultati immagini per radon

PERICOLO RADON E MONITORAGGIO AMBIENTALE

Inoltre, saranno considerati per la prima volta nel campo di applicazione anche gli ambienti residenziali. Lo Stato membro dovrà stabilire livelli di riferimento nazionali per le abitazioni (media annua della concentrazione di attività di radon in aria) non superiori a 300 Bq/ m3.

COME SI MISURA

In data 7 aprile 2003 la Regione Lombardia ha pubblicato sul BURL n°15 (Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia) “Linee guida per le misure di concentrazione di radon in aria nei luoghi di lavoro sotterranei” prodotte della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome.

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PERICOLO RADON E MONITORAGGIO AMBIENTALE

Le linee guida adottano per locali o ambienti di lavoro sotterranei la seguente definizione: “locale o ambiente con almeno tre pareti interamente sotto il piano di campagna, indipendentemente dal fatto che queste siano a diretto contatto con il terreno circostante o meno”. Tale definizione include fra i locali sotterranei nei quali effettuare le misure anche tutti quelli che hanno un’apertura verso l’esterno e i locali che sono circondati da una intercapedine aerata.

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PERICOLO RADON E MONITORAGGIO AMBIENTALE

Una distinzione tra le tipologie  di misurazione si basa sulla durata della misurazione:

  • si definiscono SHORT TERM, le rilevazioni che effettuano misure di qualche giorno;
  • si definiscono LONG TERM quelle su lungo periodo (almeno qualche mese).
  • Le misure SHORT TERM sono adatte a dare una  immediata indicazione sulla concentrazione di gas presente nell’ambiente ma hanno il limite che tali concentrazioni sono riferite al solo periodo di effettuazione della misura.
    Per valutare la concentrazione media annua di radon in un locale, è consigliabile, invece, eseguire almeno due misure semestrali LONG TERM consecutive (inverno ed estate) al fine di tener conto sia della variabilità stagionale che delle diverse condizioni meteorologiche.
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PERICOLO RADON E MONITORAGGIO AMBIENTALE

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BANDO ISI INAIL 2017 : CLICK DAY IL 14 GIUGNO 2018

TUTTI PRONTI AI NASTRI DI PARTENZA PER IL CLICK DAY 

Come arrivare per primi al click day

Click day Bando Isi 2017.

È il 14 giugno 2018 il giorno individuato da INAIL per l’invio definitivo delle domande. 14 giugno 2018 dalle ore 16.00 alle 16.30. Unica sessione.

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La data come previsto è stata comunicata da Inail oggi 7 giugno. Sempre a partire dal 7 giugno è possibile per le imprese che avranno superato la soglia minima di ammissibilità della propria domanda, scaricare il codice identificativo.

Insieme alla data del click day Inail ha riproposto il documento con le Regole tecniche e le modalità di svolgimento della domanda online

Segnaliamo per completezza il sito :

Simulatore Click Day 2018

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