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EFFICACIA DEI VACCINI A mRNA NEI SANITARI

Da Dottnet.it

Lo studio ha scoperto che il personale sanitario che ha ricevuto un regime a due dosi di vaccino Pfizer-BioNTech aveva un rischio inferiore dell’89% di malattia sintomatica, con Moderna del 96%

I vaccini COVID-19 sono altamente efficaci nella prevenzione delle malattie sintomatiche tra gli operatori sanitari in contesti reali. I vaccini COVID-19 sono altamente efficaci nella prevenzione delle malattie sintomatiche tra gli operatori sanitari in contesti reali. Lo studio, pubblicato sul New England Journal of Medicine, ha scoperto che il personale sanitario che ha ricevuto un regime a due dosi di vaccino Pfizer-BioNTech aveva un rischio inferiore dell’89% di malattia sintomatica rispetto a coloro che non erano vaccinati. Per coloro che hanno ricevuto il regime a due dosi del vaccino Moderna, il rischio è stato ridotto del 96%.

I ricercatori hanno anche scoperto che i vaccini sembravano funzionare altrettanto bene per le persone che hanno più di 50 anni, appartengono a gruppi razziali o etnici che sono stati colpiti in modo sproporzionato da COVID-19, hanno condizioni mediche di base e hanno una maggiore esposizione ai pazienti con COVID-19.

21.12.2020 – Vday vaccinazione contro Covid19 ospedale di Vicenza – Vicenza Foto Francesca Baldi , caposala medicina Covid – fotografo: parisotto

L’efficacia dei vaccini era, tuttavia, inferiore nelle persone immunocompromesse. “Che questo studio abbia dimostrato l’efficacia dei vaccini Pfizer-BioNTech e Moderna COVID-19 per proteggere gli operatori sanitari – persone che hanno lavorato instancabilmente e con un grande rischio potenziale per prendersi cura dei loro amici e vicini – è una dichiarazione importante per affrontare qualsiasi scetticismo residuo. sull’importanza che tutti vengano vaccinati”, ha affermato il dott. David Talan, professore di medicina d’urgenza e di medicina e malattie infettive presso la David Geffen School of Medicine dell’UCLA e co-autore dello studio.

Il progetto, Preventing Emerging Infections through Vaccine Effectiveness Testing, o PREVENT, è stato condotto con ricercatori del Carver College of Medicine dell’Università dell’Iowa. Lo studio ha valutato quasi 5.000 operatori sanitari: 1.482 che erano risultati positivi al COVID-19 e mostravano i sintomi della malattia e 3.449 che avevano sintomi simili al COVID-19 ma erano risultati negativi alla malattia. I partecipanti provenivano da 33 centri medici accademici statunitensi, tra cui Olive View – UCLA Medical Center di Sylmar, in California.

Tutti i partecipanti hanno completato sondaggi riguardanti le loro informazioni demografiche, il tipo di lavoro e i fattori di rischio per malattie gravi da COVID-19, nonché il loro stato di vaccinazione.

Altri risultati includono:

  • Un regime a due dosi di uno dei vaccini mRNA ha ridotto il rischio di malattia del 95% tra i neri e afroamericani, dell’89% tra gli ispanici, dell’89% tra gli asiatici o delle isole del Pacifico e del 94% tra gli indiani d’America e i nativi dell’Alaska persone, rispetto alle persone non vaccinate.
  • Di tutti coloro che hanno ricevuto una singola dose di uno dei vaccini mRNA a due dosi, il rischio di malattia è stato ridotto dell’86% tra i neri e afroamericani, dell’82% tra gli ispanici, dell’80% tra gli asiatici o degli abitanti delle isole del Pacifico e 76% tra gli indiani d’America e i nativi dell’Alaska rispetto alle persone non vaccinate.
  • Per le persone obese o in sovrappeso, un regime a due dosi ha ridotto il rischio di malattia del 91%; nello stesso gruppo, la vaccinazione parziale ha ridotto il rischio del 76% tra i parzialmente vaccinati rispetto ai non vaccinati.
  • Per le persone che soffrono di ipertensione, un regime a due dosi di entrambi i vaccini mRNA ha ridotto il rischio di malattia del 92% e la vaccinazione parziale ha ridotto il rischio dell’83% tra i parzialmente vaccinati rispetto ai non vaccinati.
  • Per le persone che hanno l’asma, un regime a due dosi di entrambi i vaccini mRNA ha ridotto il rischio di malattia del 91% e la vaccinazione parziale ha ridotto il rischio del 78% tra i parzialmente vaccinati rispetto ai non vaccinati.
  • Per le persone immunocompromesse, il rischio di malattia è stato ridotto del 39% indipendentemente dal fatto che ricevessero una dose singola o due dosi di uno dei due vaccini mRNA.
  • Sessantadue persone nello studio erano incinte nel momento in cui sono state intervistate. La vaccinazione è risultata efficace al 77% nel prevenire la malattia sintomatica COVID-19 tra le persone in gravidanza che avevano ricevuto almeno una dose di uno dei vaccini mRNA.

A causa del periodo di tempo relativamente breve dello studio – da dicembre 2020 a maggio 2021 – la ricerca non affronta per quanto tempo i vaccini continuano a fornire protezione contro il COVID-19. Inoltre, i dati sono stati raccolti prima dell’emergere della variante delta, quindi l’efficacia dei vaccini oggi potrebbe essere diversa da quella che sarebbe contro le varianti precedenti.

fonte: New England Journal of Medicine

I FONDI PER LE VITTIME DELL’ AMIANTO

Quali sono e come funzionano le prestazioni in favore dei soggetti colpiti da malattia asbesto-correlate e dei loro superstiti

Immagine Fondo per le vittime dell'amianto

Per le competenze attribuitegli dal legislatore in materia di malattie professionali, l’Inail svolge un ruolo centrale nella lotta all’amianto e, oltre agli indennizzi a favore dei lavoratori che hanno contratto patologie asbesto-correlate e dei loro superstiti, ne gestisce le problematiche negli ambiti della prevenzione, nell’accertamento dell’esposizione qualificata, nel sostegno economico ai piani di smaltimento delle imprese e nel controllo della situazione delle discariche, con politiche strategiche strutturali a breve, medio e lungo termine, che comprendono anche una costante attività di ricerca scientifica.

Prodotto: Opuscolo
Edizioni: Inail – 2021
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

NUOVE NORME SULLA SICUREZZA ANTINCENDIO

Sulla Gazzetta Ufficiale n. 237 del 4 ottobre scorso è stato pubblicato il Decreto del Ministero dell’Interno 2 settembre 2021 recante i “Criteri per la gestione dei luoghi di lavoro in esercizio ed in emergenza e caratteristiche dello specifico servizio di prevenzione e protezione antincendio, ai sensi dell’articolo 46, comma 3, lettera a) , punto 4 e lettera b) del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81”.

Sia questo decreto, che il decreto controlli del 1 settembre 2021 di recente pubblicazione, nascono dalla esigenza di dare attuazione al disposto dell’art. 46, comma 3, del DLgs 9 aprile 2008, n. 81 che prevede l’adozione di uno o più decreti concernenti, tra l’altro, l’individuazione dei criteri per la gestione delle emergenze, nonché la definizione delle caratteristiche dello specifico servizio di prevenzione e protezione antincendio, compresi i requisiti del personale addetto e la sua formazione, sostituendo le vigenti disposizioni in materia del decreto del Ministro dell’interno 10 marzo 1998.

In particolare, il decreto 2 settembre 2021 stabilisce i criteri per la gestione in esercizio ed in emergenza della sicurezza antincendio, in attuazione dell’art. 46, comma 3, lettera a) punto 4 e lettera b) del DLgs 81/08 ed entrerà in vigore il 4 ottobre 2022, ossia un anno dopo la sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, con l’abrogazione contestuale dell’art. 3, comma 1, lettera f) e degli articoli 5, 6 e 7 del decreto del Ministro dell’interno 10 marzo 1998.

Le disposizioni di cui al provvedimento in parola si applicano:

– alle attività che si svolgono nei luoghi di lavoro come definiti dall’art. 62 del DLgs 81/08 ossia i luoghi destinati ad ospitare posti di lavoro, ubicati  all’interno  dell’azienda  o dell’unità produttiva, nonché ogni  altro luogo di pertinenza dell’azienda o dell’unità produttiva accessibile al lavoratore nell’ambito del proprio lavoro, ad eccezione dei mezzi di trasporto, delle industrie estrattive, dei pescherecci e dei campi, dei boschi e degli altri terreni facenti parte di un’azienda agricola o forestale;

– alle attività che si svolgono nei cantieri temporanei o mobili di cui al titolo IV del DLgs 81/08 e alle attività di cui al decreto legislativo 26 giugno 2015, n. 105, limitatamente alle prescrizioni di cui agli articoli 4 (Designazione degli addetti al servizio antincendio), 5 (Formazione ed aggiornamento degli addetti alla prevenzione incendi, lotta antincendio e gestione dell’emergenza) e 6 (Requisiti dei docenti).

Gestione della sicurezza antincendio in esercizio ed in emergenza (art. 2)

Il datore di lavoro deve adottare le misure di gestione della sicurezza antincendio in esercizio ed in emergenza, in funzione dei fattori di rischio incendio presenti presso la propria attività, secondo i criteri indicati negli allegati I e II del decreto.

La predisposizione del suddetto piano di emergenza è richiesto nei seguenti casi:

– luoghi di lavoro ove sono occupati almeno 10 lavoratori;

– luoghi di lavoro aperti al pubblico caratterizzati dalla presenza contemporanea di più di 50 persone, indipendentemente dal numero dei lavoratori;

– luoghi di lavoro che rientrano nell’allegato I al DPR 151/2011.

Per i luoghi di lavoro che non rientrano in nessuno dei casi sopra indicati, il datore di lavoro non è obbligato a redigere il piano di emergenza, ferma restando la necessità di adottare misure organizzative e gestionali da attuare in caso di incendio; tali misure sono riportate nel documento di valutazione dei rischi o nel documento redatto sulla base delle procedure standardizzate di cui all’art. 29, comma 5, del DLgs 81/08.

Informazione e formazione dei lavoratori (art.3)

Il datore di lavoro deve adottare le misure finalizzate a fornire ai lavoratori una adeguata informazione e formazione sui rischi di incendio secondo i criteri di cui all’allegato I, in funzione dei fattori di rischio incendio presenti presso la propria attività.

L’informazione e la formazione devono essere basate sulla valutazione dei rischi, devono essere fornite al lavoratore all’atto dell’assunzione ed aggiornate nel caso in cui si verifichi un mutamento della situazione del luogo di lavoro che comporti una variazione della valutazione stessa.

Designazione degli addetti al servizio antincendio (art. 4)

All’esito della valutazione dei rischi d’incendio e sulla base delle misure di gestione della sicurezza antincendio in esercizio ed in emergenza, ivi incluso il piano di emergenza, laddove previsto, il datore di lavoro deve designare i lavoratori incaricati dell’attuazione delle misure di prevenzione incendi, lotta antincendio e gestione delle emergenze, ossia gli addetti al servizio antincendio, ai sensi dell’art. 18, comma 1, lettera b) del DLgs 81/08, o se stesso nei casi previsti dall’art. 34 del medesimo decreto.

I lavoratori designati devono frequentare specifici corsi di formazione e di aggiornamento.

Formazione ed aggiornamento degli addetti alla prevenzione incendi, lotta antincendio e gestione dell’emergenza (art. 5)

Ai sensi dell’art. 37, comma 9, del DLgs 81/08, il datore di lavoro deve assicurare la formazione degli addetti al servizio antincendio pertanto tutti i lavoratori che svolgono incarichi relativi alla prevenzione incendi, lotta antincendi o gestione delle emergenze devono ricevere una specifica formazione antincendio e svolgere specifici aggiornamenti, i cui contenuti minimi sono riportati nell’allegato III del decreto, in funzione del livello di rischio dell’attività.

L’allegato IV riporta l’elenco dei luoghi di lavoro ove si svolgono attività per le quali i lavoratori incaricati dell’attuazione delle misure di prevenzione incendi, lotta antincendio e gestione delle emergenze, devono conseguire l’attestato di idoneità tecnica di cui all’articolo 3 del decreto-legge 1° ottobre 1996, n. 512.

Gli addetti al servizio antincendio devono frequentare specifici corsi di aggiornamento con cadenza almeno quinquennale, secondo quanto previsto nell’allegato III.

Oltre che dal Corpo nazionale dei vigili del fuoco, i corsi possono essere svolti anche da soggetti, pubblici o privati, tenuti ad avvalersi di docenti in possesso di specifici requisiti indicati nell’art. 6.

Disposizioni transitorie (Art. 7)

I corsi di formazione ed aggiornamento degli addetti alla prevenzione incendi, lotta antincendio e gestione dell’emergenza già programmati con i contenuti dell’allegato IX del DM 10 marzo 1998, sono considerati validi se svolti entro sei mesi dall’entrata in vigore del presente decreto.

Fatti salvi gli obblighi di informazione, formazione e aggiornamento in capo al datore di lavoro in occasione di variazioni normative, il primo aggiornamento degli addetti al servizio antincendio dovrà avvenire entro 5 anni dalla data di svolgimento dell’ultima attività di formazione o aggiornamento.

Se, alla data di entrata in vigore del decreto, sono trascorsi più di 5 anni dalla data di svolgimento delle ultime attività di formazione o aggiornamento, l’obbligo di aggiornamento dovrà essere ottemperato con la frequenza di un corso di aggiornamento entro 12 mesi dall’entrata in vigore del decreto. Da assistal.it

http://www.assistal.it/content/uploads/2021/10/DM-02.09.2021.pdf

MONITORAGGIO NEOPLASIE A BASSA FRAZIONE EZIOLOGICA :RENALOCCAM

La monografia presenta i risultati dell’attività scientifica frutto dell’Accordo di collaborazione fra Inail e Istituto per lo Studio, la Prevenzione e la Rete Oncologica di Firenze finalizzata all’attuazione del sistema di monitoraggio per la sorveglianza epidemiologica dei tumori professionali a bassa frazione eziologica previsto dall’art.244 del d.lgs. 81/2008 e s.m.i. .

Immagine Renaloccam. Il sistema di monitoraggio delle neoplasie a bassa frazione eziologica - Manuale operativo

Il materiale in esso contenuto rappresenta il testo di riferimento per i Centri Operativi Regionali (COR-TP) e gli operatori dei Servizi per la prevenzione e la sicurezza negli ambienti di lavoro (SPSAL) per la raccolta dell’anamnesi e dell’eziologia finalizzata all’identificazione del caso e l’accertamento dell’origine professionale”.


Prodotto: Volume
Edizioni: Inail – 2021
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

VACCINO COVID E ALTRI VACCINI.

Pubblicata la nota congiunta di Ministero della Salute, CSS, AIFA e ISS “Intervallo temporale tra la somministrazione dei vaccini anti-SARS-CoV-2/COVID-19 e altri vaccini”.Sebbene nelle schede tecniche dei vaccini anti-SARS-CoV-2/COVID-19 autorizzati da EMA non siano presenti, ad oggi, indicazioni relative alla loro somministrazione concomitante con altri vaccini, sarà possibile programmare la somministrazione dei vaccini anti COVID-19 e antinfluenzale nella medesima seduta vaccinale.

Per i vaccini vivi attenuati, invece,  può essere considerata valida una distanza minima precauzionale di 14 giorni prima o dopo la somministrazione del vaccino anti SARS-CoV-2.  

Da omceomi.it

NUOVE TECNOLOGIE PER RIDURRE L’INQUINAMENTO

Combustione ‘a zero diossine e NOx termici’, bioplastica avanzata da reflui industriali e super assorbente completamente biodegradabile.

Tre soluzioni tecnologiche avanzate per ridurre l’impatto ambientale di materiali e processi sono state presentate al Forum internazionale sull’economia dei rifiuti, promosso dal consorzio PolieCo, dal professor Alessandro Sannino, docente di Scienze e tecnologie dei materiali all’Unisalento e al Mit – Boston.

Sannino è intervenuto al panel su ‘Ricerca e innovazione tecnologica per lo sviluppo sostenibile’ coordinato dal presidente Anvur Antonio Felice Uricchio. Ad aprire i lavori, la sottosegretaria all’Innovazione tecnologica e alla Transizione digitale Assuntela Messina: “Siamo in una fase di grandi cambiamenti ed in questo momento di trasformazione, l’atto di responsabilità deve proiettarsi in scelte informate e consapevoli. E’ giusto lavorare sul cambio di paradigma di comportamento a livello produttivo e non solo con sostenibilità, equità e di eticità. Transizione ecologica vuol dire un’idea di sviluppo che può essere sorretta anche dall’innovazione tecnologica e digitale”. Inoltre, ha aggiunto ha aggiunto Luigi Nicolais, professore emerito di Scienza e tecnologia dei materiali presso l’Università Federico II di Napoli e presidente Materias che “La rivoluzione verde richiede tutto un altro approccio della ricerca anche nella progettazione bisogna pensare al riciclo del prodotto nell’ottica di una biocompatibilità non più rinviabile, ripensando le strategie di produzione, di consumo e di fine vita”. Infine, Alessandro Manzardo, assistant professor presso il Dipartimento di Ingegneria industriale dell’Università di Padova e fondatore di Spinlife, che ha supportato il Polieco nel percorso per l’ottenimento del Marchio made green in Italy per le borse multiuso in polietilene, ha sottolineato: “Sostenibilità ambientale significa competitività di impresa ed innovazione tecnologica e per farlo bisogna misurare le performance ambientali attraverso alla riconsiderazione della vita del prodotto”.

La tecnologia di Ossicombustione

ITEA, società del Gruppo Sofinter, ha sviluppato l’innovativa tecnologia FPO, la “Ossi-combustione Pressurizzata senza fiamma”, che innova i fondamentali della combustione, sviluppando un combustore completamente “iso-termo” ad alta temperatura, uniforme e senza zone fredde. La combustione non è più una fiamma, intrinsecamente caotica, ma volumetrica, in condizioni localmente controllate. L’assenza di zone “fredde” impedisce (letteralmente) la formazione di diossine da un lato, e l’assenza di picchi azzera gli NOx termici. I residui parzialmente combusti (soot e IPA) sono azzerati, il CO appena presente in quantità trascurabile nell’ordine di 1 – 2 ppm. La conversione delle sostanze combustibili risulta così quantitativa in CO2 e H2O. L’alta ed uniforme temperatura fonde le ceneri (incombustibili), soggette a coalescenza e separazione quantitativa nel combustore, che inglobano i metalli pesanti volatili. Diventano perle vetrificate, senza residui di incombusti e con i metalli pesanti sotto forma di ossidi misti, a zero leaching, totalmente inerti, e che hanno già ricevuto la qualifica di “End of Waste” (D.Lgs 152/06).


Dal combustore esce un gas già largamente al di sotto dei limiti di legge, composto da vapor d’acqua e CO2, quest’ultima recuperabile pura con costi molto bassi. Tale tecnologia costituisce un “unicum” nel panorama tecnologico, dimostrando validità per qualsiasi tipo di combustibile gas, liquido, solido. E’ stata protetta con 10 brevetti, sui quali la Presidenza del Consiglio ha esercitato la ‘Golden Power’ nel 2020, e sono in corso collaborazioni con i più importanti player di settore.
Ha diverse applicazioni (e.g. Bonifiche Siti di interesse Nazionale, chiusura ciclo dei Rifiuti di Origine Urbana, fine linea per Rifiuti Industriali, per le quali ha ottenuto il riconoscimento europeo di BAT (Best Available Technology).

La tecnologia ‘Eggplant’

Lo smaltimento di reflui industriali e l’inquinamento di materie plastiche a base idrocarburi sono problemi cruciali ed attuali. Allo stesso tempo, le attuali plastiche biodegradabili sono prodotte a partire da materie prime food-related (e.g. mais, vegetali, zucchero di canna), entrando in competizione con la catena alimentare. La tecnologia di Eggplant, start up specializzata nel settore, trasforma entrambi i problemi in un’opportunità, producendo una avanzata bioplastica (PHA, poliidrossialcanoati) da reflui industriali, con elevate performances meccaniche e termiche, ispirandosi ai principi di biomimetica e di blue economy, mediante un processo di filtrazione tangenziale seguita da una fermentazione batterica che metabolizza le frazioni zuccherine producendo PHA. Si ottengono poi sottoprodotti ad alto valore aggiunto (acqua pura, proteine, polifenoli, ecc.); una resa superiore rispetto allo stato dell’arte, ridotti (-75%) volumi di fermentazione; riproduciblità. Tutto ciò ottenendo un prodotto che può essere processato sugli attuali impianti di produzione delle plastiche fossili, e con caratteristiche ad essi equivalenti. La proprietà intellettuale è protetta in oltre 50 Paesi e sono state avviate collaborazione con importanti industrie alimentari per il trattamento dei rifiuti e la produzione di bioplastiche.

I polimeri superassorbenti biodegradabili

I polimeri superassorbenti, principalmente ottenuti da poliacrilati di sodio, hanno ampia applicazione industriali come prodotti assorbenti per l’igiene personale (e.g. pannolini), rilevante percentuale dei rifiuti solidi urbani. Una ricerca, avviata al Dipartimento di Ingegneria dei Materiali dell’Università di Napoli ‘Federico II’, poi confluita in una start up biotecnologica (Gelesis, Inc.) per altri fini, ha consentito di ottenere un superassorbente completamente biodegradabile, a base di derivati della cellulosa, in tutto equivalente ai prodotti acrilici attuali. Ulteriori applicazioni sono nel trattamento dei rifiuti sanitari ed industriali, in campo agricolo, per il rilascio continuo di umidità e/o sostanze nutritive. In generale possono essere usati anche per l’azione di soil remediation additivandoli con sostanze e/o batteri in grado di utilizzare determinati inquinanti trasformandoli in composti innocui. Fra gli altri usi vi è anche quello della separazione/rimozione di oli o altri inquinanti da acqua che possono rimuovere o se hanno caratteristiche oleofile o tramite la rimozione dell’acqua per assorbimento. (Articolo originale di Maria Teresa Perrotta da cronachedi)

LINEE DI INDIRIZZO SGI AE

Da inail.it

La nuova edizione delle Linee di indirizzo SGI-AE riflette le importanti innovazioni introdotte dalla nuova norma internazionale UNI ISO 45001:2018 “Sistemi di gestione per la salute e sicurezza sul lavoro – Requisiti e guida per l’uso”.

Immagine Linee di indirizzo SGI - AE

La UNI ISO 45001 costituisce, inoltre, lo standard internazionale per la certificazione del sistema di
gestione ed è stata elaborata con l’obiettivo dell’integrabilità con le altre norme per sistemi di gestione certificabili, per le quali ISO ha adottato una struttura comune, HLS “high level structure”.


Prodotto: Volume
Edizioni Inail – 2021
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

MENO EFFETTI COLLATERALI CON LA TERZA DOSE

Da dottnet.it

Gli effetti collaterali noti della vaccinazione sono “in modo significativo più leggeri” nella terza dose a paragone delle prime due inoculazioni. Lo hanno rivelato nuovi dati diffusi dal ministero della sanità israeliano. Fatica, debolezza e dolore al braccio dell’iniezione – hanno mostrato – sono molto meno comuni per tutti i gruppi di età alle prese con il booster.

Secondo queste statistiche, una spossatezza generale è stata riscontrata a seguito della terza dose in 86.6 persone per milione contro 271.8 e 251.1 per milione in seconda e prima dose rispettivamente. Dolore nella zona della vaccinazione è stato riscontrato in 42.7 persone per milione nella terza dose contro le 222.9 e le 514.3 della seconda e prima dose. Su circa 3 milioni e 200 mila immunizzazioni con il booster (oggi si è a 3.400.000) i casi seri di effetti collaterali sono stati solo 19 anche se il ministero della sanità ha spiegato che gli esperti stanno esaminando se questi siano proprio collegati al vaccino.Infine, il ministero ha anche diffuso i dati relativi ai casi segnalati di miocarditi (infiammazioni del muscolo cardiaco) nella fascia di età 12/15 anni che hanno avuto prima e seconda dose. Tali dati – ha detto il ministero – hanno “un tasso non significativo”. 

METODOLOGIE INNOVATIVE PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO BIOMECCANICO

Metodologie innovative per la valutazione del rischio biomeccanico” è il primo di una serie di fact sheet realizzati dal Laboratorio di Ergonomia e Fisiologia del DiMEILA nell’ambito della Campagna europea EU-OSHA 2020-2022 “Alleggeriamo il carico!” e presenta le nuove metodologie di valutazione del rischio biomeccanico – Sistemi optoelettronici, Sensori inerziali (Intertial Measurement Units, IMUs) ed Elettromiografia di superficie (EMGs) – quantitative, oggettivabili e ripetibili che permettono di identificare il rischio anche nei moderni scenari lavorativi dove si sta sempre più diffondendo l’utilizzo di esoscheletri da parte dei lavoratori e la condivisione degli spazi lavorativi con i cobot.

Immagine Metodologie innovative per la valutazione del rischio biomeccanico



Prodotto: Fact sheet
Edizioni: Inail – 2021
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

LONG COVID: IL PUNTO AL XXV CONGRESSO SIN

L’impatto della pandemia e le complicanze neurologiche causate dall’infezione da Covid-19 ancora al centro dell’attenzione, ma non solo; le nuove frontiere nella cura della Malattia dell’Alzheimer, le recenti tecniche di indagine dell’ictus in grado di guadagnare i tempi di intervento, il ruolo della neurologia nelle malattie rare, l’impiego delle immunoglobuline nelle terapie neurologiche.

Sono alcuni dei temi al centro del XXV Congresso Mondiale di Neurologia, l’incontro biennale tra i massimi esperti mondiali della scienza neurologica, in questa edizione virtuale in programma dal al 7 ottobre 2021.

Il Long Covid

«Secondo l’analisi preliminare dello studio Neuro-Covid realizzata sui primi 904 pazienti ospedalizzati, provenienti da 18 centri del Nord e Centro Italia nel periodo marzo 2020-marzo 2021, si conferma che il disturbo neurologico più frequente è l’alterazione combinata dell’olfatto e del gusto (anosmia- ageusia, circa il 40% dei pazienti Neuro-Covid) con durata superiore a 1 mese nel 50% dei casi e fino a oltre 6 mesi nel 20%» ha spiegato Ferrarese. «Un secondo disturbo, anch’esso molto frequente (circa il 25% dei pazienti Neuro-Covid), è l’encefalopatia acuta ovvero uno stato di confusione mentale, perdita di attenzione e memoria, stato di agitazione, fino ad una alterazione dello stato di coscienza e al coma». È tuttora oggetto di dibattito il legame causa-effetto tra l’infezione da Covid e l’ictus ischemico, verificato nel 20% dei casi dei pazienti oggetto dello studio Neuro-Covid ha aggiunto. Quanto alla cefalea associata a Covid, ha detto Ferrarese, «è frequente, nel 50% dei casi diventa cronica e dura oltre 2 settimane mentre in circa il 20% dei casi ha una durata superiore ai 3 mesi». Infine, ha concluso, «i disturbi cognitivi post-Covid fanno parte della “sindrome long Covid”, non sono rari (circa il 10% dei soggetti Neuro-Covid) ma l’entità del disturbo è quasi sempre di grado modesto e non raggiunge i criteri di una “demenza”. La durata media è circa 3 mesi e si risolve spontaneamente entro i 6 mesi in quasi la totalità dei casi».