LONG COVID: IL PUNTO AL XXV CONGRESSO SIN

3 Ottobre 2021

L’impatto della pandemia e le complicanze neurologiche causate dall’infezione da Covid-19 ancora al centro dell’attenzione, ma non solo; le nuove frontiere nella cura della Malattia dell’Alzheimer, le recenti tecniche di indagine dell’ictus in grado di guadagnare i tempi di intervento, il ruolo della neurologia nelle malattie rare, l’impiego delle immunoglobuline nelle terapie neurologiche.

Sono alcuni dei temi al centro del XXV Congresso Mondiale di Neurologia, l’incontro biennale tra i massimi esperti mondiali della scienza neurologica, in questa edizione virtuale in programma dal al 7 ottobre 2021.

Il Long Covid

«Secondo l’analisi preliminare dello studio Neuro-Covid realizzata sui primi 904 pazienti ospedalizzati, provenienti da 18 centri del Nord e Centro Italia nel periodo marzo 2020-marzo 2021, si conferma che il disturbo neurologico più frequente è l’alterazione combinata dell’olfatto e del gusto (anosmia- ageusia, circa il 40% dei pazienti Neuro-Covid) con durata superiore a 1 mese nel 50% dei casi e fino a oltre 6 mesi nel 20%» ha spiegato Ferrarese. «Un secondo disturbo, anch’esso molto frequente (circa il 25% dei pazienti Neuro-Covid), è l’encefalopatia acuta ovvero uno stato di confusione mentale, perdita di attenzione e memoria, stato di agitazione, fino ad una alterazione dello stato di coscienza e al coma». È tuttora oggetto di dibattito il legame causa-effetto tra l’infezione da Covid e l’ictus ischemico, verificato nel 20% dei casi dei pazienti oggetto dello studio Neuro-Covid ha aggiunto. Quanto alla cefalea associata a Covid, ha detto Ferrarese, «è frequente, nel 50% dei casi diventa cronica e dura oltre 2 settimane mentre in circa il 20% dei casi ha una durata superiore ai 3 mesi». Infine, ha concluso, «i disturbi cognitivi post-Covid fanno parte della “sindrome long Covid”, non sono rari (circa il 10% dei soggetti Neuro-Covid) ma l’entità del disturbo è quasi sempre di grado modesto e non raggiunge i criteri di una “demenza”. La durata media è circa 3 mesi e si risolve spontaneamente entro i 6 mesi in quasi la totalità dei casi».

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