SOVRACCARICO BIOMECCANICO

LA VALUTAZIONE DELLA MMC PER COMPITI COMPLESSI

La ISO 11228 parte 1 si occupa di assegnare lo standard per l’analisi del rischio da sollevamento e trasporto. In supporto a tale normativa, nel 2014 è stato pubblicato il Technical Report 12295, un applicativo delle ISO 11228 che fornisce gli strumenti per lo studio delle movimentazioni secondo gli algoritmi di calcolo previsti dalle norme tecniche.

Per ampliare l’applicazione di ISO 11228-1, la ISO TR 12295 propone nuovi criteri che consentono di analizzare compiti di sollevamento complessi ossia compiti compositi con più di 10 “varianti” e compiti variabili. Queste tipologie di compiti di sollevamento vanno valutate tramite le procedure di analisi differenziate che si fondano comunque sul metodo originale della RNLE che è alla base della ISO 11228-1 ed anche della EN 1005-2.

MMC TECO MILANO

Come vengono classificate le tipologie di movimentazione?

Compito semplice: è definito come compito che include il sollevamento di un solo tipo di oggetto (con lo stesso peso) usando sempre la medesima postura (geometria del corpo) nello stesso schema all’origine e alla destinazione. In questo caso viene utilizzata la procedura di calcolo dell’Indice di Sollevamento “tradizionale”, come riportato nella ISO 11228-1.

Compito composito: è definito come compito che include il sollevamento di oggetti (generalmente dello stesso tipo e massa) usando geometrie differenti (raccogliere e posizionare da/su mensole a diverse altezze e/o diversi livelli di profondità). In questo caso viene applicata la procedura di calcolo dell’Indice di Sollevamento Composito (CLI), mediante l’Equazione del NIOSH Revisionata.

Compito variabile: viene definito come un compito in cui sia la geometria del corpo che il peso della massa variano durante diversi sollevamenti eseguiti dai lavoratori nello stesso periodo di tempo. In questo caso viene applicata la procedura di calcolo dell’Indice di Sollevamento Variabile (VLI).

Quali sono le caratteristiche della movimentazione da prendere in considerazione?

Per il calcolo degli indici CLI e VLI è importante riconoscere dei dati rappresentativi della movimentazione. Tali dati comprendono:

  • il numero dei carichi sollevati e il loro peso,
  • l’altezza della mani,
  • la distanza orizzontale,
  • l’asimmetria, ecc.

Per calcolare gli indici di sollevamento occorre adottare alcune semplificazioni nelle diverse variabili (e relativi moltiplicatori) presenti nell’Equazione originale:

m ≤ mref× hM× vM× dM× αM× fM× cM

Le semplificazioni riguardano, infatti, i seguenti parametri:

  1. collocazione verticale (altezza delle mani all’origine/destinazione del sollevamento).
  2. dislocazione (distanza) orizzontale (Massimo punto di presa delle mani lontano dal corpo durante il sollevamento).
  3. Asimmetria (dislocamento angolare del carico).
  4. Dislocazione verticale del sollevamento (distanza verticale delle mani tra l’altezza d’origine e la destinazione).
  5. Tipo di presa

Per gestire le valutazioni specifiche dovute a sollevamento e trasporto, Blumatica ha sviluppato l’innovativa soluzione Blumatica DVR che consente di implementare la Valutazione dei rischi di qualunque organizzazione e mediante specifici tools integrati di eseguire le analisi di tutti i rischi specifici, tra cui quelli derivanti dalla Movimentazione dei carichi

MMC – Sollevamento e trasporto: valutazione rapida ai sensi del Technical Report ISO TR 12295 e valutazione dettagliata “STEP by STEP” prevista dalla norma UNI ISO 11228-1. Accanto alla verifica dell’attività in condizioni ideali, della durata e della frequenza della movimentazione, viene proposta l’applicazione dell’equazione RNLE (Revised NIOSH Lifting Equation), pubblicata dal NIOSH ed opportunamente modificata.

Algoritmi differenti propongono, poi, l’analisi dei compiti compositi e variabili con relativo calcolo degli indici di riferimento

da ediltecnico

IL RISARCIMENTO NELL ‘ERNIA DISCALE

Da laleggepertutti.it

L’ernia del disco è una patologia diffusa, che colpisce molti lavoratori, spesso non correttamente diagnosticata: di che cosa si tratta?

Il problema si manifesta con un dolore acuto alla schiena (lombalgia), che può propagarsi lungo la gamba, fino al ginocchio (lombosciatalgia) o al piede (lombo cruralgia). A questo dolore di frequente si associano intorpidimento e formicolii (parestesie) e perdita di forza negli arti.

Dolori e intorpidimenti si manifestano in quanto l’ernia del disco consiste nella fuoriuscita di una parte del disco intervertebrale (la struttura anatomica della colonna vertebrale posta tra una vertebra e l’altra) dallo spazio tra le due vertebre, sua sede naturale. La fuoriuscita del disco, andando a interferire con i nervi circostanti, causa appunto i dolori agli arti ed alla schiena e gli intorpidimenti.

Nel caso in cui vi sia addirittura l’espulsione dell’ernia, ossia quando una parte della massa gelatinosa del disco si distacca, andando a toccare il nervo sciatico, il dolore risulta ancora più acuto e l’arto può risultare totalmente addormentato

L’ernia del disco, o ernia discale, o lombare, può essere causata dall’attività lavorativa svolta, qualora, ad esempio, le mansioni comportino il dover stare seduti o fermi a lungo in una postura che comprima la colonna vertebrale, o la movimentazione manuale di carichi.

Si ha dunque diritto al risarcimento Inail ernia del disco?

L’ernia discale può essere indennizzata dall’Inail sia in caso d’infortunio, ossia se risulta causata da un trauma avvenuto in occasione di lavoro, sia nel caso in cui l’attività lavorativa svolta causi la degenerazione progressiva del disco intervertebrale.

L’ernia discale può avere comunque più concause: postura scorretta nello svolgimento dell’attività lavorativa, insufficiente attività fisica, predisposizione genetica, invecchiamento, artrosi, traumi ripetuti o sforzi eccessivi aumentano sicuramente le possibilità che la patologia insorga o peggiori.

Ma come scoprire se si ha l’ernia del disco, e come essere risarciti? Facciamo chiarezza.

Indice

  • 1 diagnosi di ernia del disco
  • 2 Indennità di malattia INPS per ernia del disco
  • 3 Ernia del disco : infortunio sul lavoro
  • 4 Ernia de disco : malattia professionale
  • 5 Indennizzo INAIL per ernia del disco
  • 6 Invalidità civile per ernia del disco

Diagnosi di ernia del disco

L’ernia del disco è diagnosticata dal medico in base all’anamnesi del paziente (cioè alla raccolta dei sintomi lamentati dal paziente) ed all’esame clinico; l’esame d’elezione per la diagnosi di ernia del disco è la RMN (risonanza magnetica nucleare).

Indennità di malattia Inps per ernia del disco

Se i dolori ed i sintemi dell’ernia del disco sono così intensi da impedire lo svolgimento dell’attività lavorativa, il dipendente può assentarsi dal lavoro per malattia, dietro presentazione dell’apposito certificato medico. In questo caso può ricevere, a seconda delle ipotesi, l’indennità per malattia da parte dell’Inps e l’integrazione da parte del datore di lavoro.

È il medico curante a stabilire le giornate di assenza necessarie.

Ernia del disco: infortunio sul lavoro

Se l’ernia del disco si è manifestata a causa di un incidente nello svolgimento dell’attività lavorativa, dietro presentazione dell’apposita certificazione medica, il datore di lavoro è obbligato a inviare all’Inail la denuncia di infortunio sul lavoro.

Che cos’è l’infortunio? L’infortunio sul lavoro è un evento lesivo, che avviene per una causa violenta in occasione dello svolgimento dell’attività lavorativa.

Non deve essere confuso con la malattia professionale , che invece avviene per “causa lenta”, cioè si verifica a causa del prolungato svolgimento di una specifica attività, o della prolungata esposizione a determinate sostanze o permanenza in un certo ambiente; infortunio sul lavoro e malattia professionale sono entrambi indennizzati dall’Inail.

Ma quando, in particolare, l’ernia del disco può essere ricondotta a un infortunio sul lavoro? Secondo quanto affermato dalla Cassazione [1], è sufficiente che la lesione si verifichi in un brevissimo arco di tempo, a seguito dell’attività lavorativa: basta che sia causata da un’azione che non esuli dalle condizioni abituali e tipiche delle mansioni alle quali il lavoratore è addetto.

Inoltre, tra attività lavorativa e lesione deve sussistere un nesso causale, e l’evento deve verificarsi in occasione di lavoro.

Ernia del disco: malattia professionale

L’ernia del disco può essere ricondotta alla malattia professionale, come confermato dalla Cassazione [2]: una malattia è infatti considerata professionale quando la sua causa è riconducibile all’attività lavorativa svolta o all’ambiente di lavoro.

Certamente, non è semplice stabilire con certezza se la malattia è professionale, cioè se è causata dall’attività svolta o dall’ambiente lavorativo, considerando che alcune patologie possono verificarsi anche dopo anni, a causa dell’esposizione nel tempo ai fattori di rischio.

Ad esempio, l’ernia del disco, come osservato, può avere più concause, alcune connesse all’attività svolta, ed altre non collegate.

Sino a non molto tempo fa, a causa delle difficoltà nell’individuazione la connessione tra patologia e lavoro svolto, le uniche malattie considerate professionali erano le sole malattie tabellate, cioè indicate in specifici elenchi o tabelle: all’interno delle tabelle, determinate patologie sono collegate a particolari attività. Se il lavoratore contrae una malattia tabellata, gli è sufficiente dimostrare di aver svolto una delle attività collegate alla patologia per ottenere dall’Inail gli indennizzi previsti per le malattie professionali.

L’elenco delle malattie tabellate è stato notevolmente ampliato col tempo; oggi, ad ogni modo, può essere considerata professionale anche una malattia non tabellata, se si dimostra che la patologia è collegata all’attività svolta o all’ambiente di lavoro.

Indennizzo Inail per ernia del disco

Per ernia discale del tratto lombare, con disturbi trofico-sensitivi persistenti, l’Inail riconosce un’inabilità, cioè una riduzione della capacità lavorativa, fino al 12%. Quest’inabilità è indennizzabile?

Per rispondere, bisogna sapere che le prestazioni dell’Inail sono riconosciute quando, a seguito di un infortunio sul lavoro o di una malattia professionale, la capacità lavorativa dell’interessato si riduce, in modo temporaneo o permanente. Inoltre, è indennizzato anche il danno biologico, cioè il danno conseguente alla violazione del diritto di ogni persona alla salute e alla propria integrità psico-fisica, indipendentemente dall’incidenza dell’evento lesivo sulla capacità di guadagno.

Le principali prestazioni economiche che l’Inail riconosce in caso d’inabilità, temporanea o permanente, sono:

  • la rendita diretta per inabilità permanente;
  • la rendita per inabilità temporanea assoluta;
  • l’indennizzo per danno biologico;
  • la rendita unificata per eventi lesivi ricadenti nello stesso regime assicurativo;
  • l’assegno personale continuativo;
  • la rendita di passaggio;
  • l’erogazione integrativa di fine anno.

L’Inail riconosce anche delle prestazioni non economiche, come la fornitura di protesi ed ausili, i soggiorni termali e climatici, il rimborso di alcuni farmaci…

Invalidità civile per ernia del disco

L’ernia lombare non risulta tabellata, cioè non risulta tra le malattie alle quali è ricollegata una determinata percentuale d’invalidità civile o al lavoro (Inps).

Se, però, il paziente viene sottoposto ad un intervento chirurgico di stabilizzazione del rachide lombare, è possibile ricondurre per analogia la patologia nel codice 7010 (anchilosi di rachide lombare), con una percentuale di riconoscimento del 31 – 40%.

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ESOSCHELETRI NEL FUTURO DELLA MOVIMENTAZIONE MANUALE

L’impatto dell’uso degli esoscheletri sulla sicurezza e salute sul lavoro
Keywords:Emerging risks

Il documento di discussione esamina il ruolo che gli esoscheletri possono avere nell’ambiente lavorativo del futuro e l’impatto del loro utilizzo sulla sicurezza e salute dei lavoratori. Esso analizza il possibile ruolo degli esoscheletri nella prevenzione dei disturbi muscoloscheletrici, affrontando nel contempo i rischi potenziali
che potrebbe comportare il loro impiego in diversi ambiti.

Il documento riconosce le incertezze in merito ai loro effetti a lungo termine sulla salute e le difficoltà nella creazione di una certificazione uniforme, e rileva la necessità di studi più esaustivi. È inoltre oggetto di discussione la gerarchia delle misure di prevenzione da considerare nella progettazione dei luoghi di lavoro futuri, piuttosto che basarsi sugli esoscheletri al fine di creare ambienti di lavoro ergonomici.

https://osha.europa.eu

Scarica l’articolo previsionale sull’innovazione sociale in ambito lavorativo

Leggi l’articolo previsionale sull’uso emergente di esoscheletri

Consulta la sezione web dell’EU-OSHA dedicata ai rischi emergenti

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SALUTE OSTEOARTICOLARE SIN DA GIOVANI

Da osha.eu

L’EU-OSHA, in collaborazione con ENETOSH  (la rete europea per la formazione iniziale e continua nell’ambito della salute e sicurezza sul luogo di lavoro), ha organizzato un seminario sul tema dei disturbi muscolo-scheletrici tra giovani e lavoratori di giovane età. Il seminario, organizzato nel quadro di un progetto di sintesi sulla salute e sicurezza sul lavoro in relazione ai disturbi muscolo-scheletrici, rientra anche nell’ottica della prossima campagna Ambienti di lavoro sani e sicuri «Alleggeriamo il carico!», che inizierà a ottobre 2020.

L’evento è servito a sensibilizzare in merito alla necessità di promuovere la buona salute dell’apparato muscoloscheletrico sin dalla giovane età. Sotto la guida di esperti, i partecipanti si sono confrontati scambiando idee in gruppi ristretti e toccando quattro diversi aspetti: ricerca, politiche (SSL – ergonomia), pratiche (integrazione della SSL nel sistema educativo) e comunicazione (percezione del proprio corpo).

Leggi le relazioni sulle principali conclusioni di ciascun gruppo di discussione

Maggiori informazioni sulla prevenzione dei disturbi muscolo-scheletrici

Leggi la guida pratica per le piccole imprese su rischi psicosociali, stress e disturbi muscolo-scheletrici

 

LA NORMA ISO PER LE POSTURE STATICHE SUL LAVORO

Da insic.it

In vigore dal 6 giugno la UNI ISO 11226:2019 che, in materia di Ergonomia riguarda la valutazione delle posture statiche di lavoro: adotta lo standard ISO 11226:2000 (Ergonomics — Evaluation of static working postures)
Spiega UNI che la norma stabilisce raccomandazioni di tipo ergonomico per attività lavorative di diverso genere e fornisce indicazioni a coloro che si occupano della progettazione, o della riprogettazione, del lavoro, dei lavori e dei prodotti basate sui concetti di base dell’ergonomia in generale, e, in particolare, alle posture assunte per motivi di lavoro.

La UNI ISO 11226:2019 specifica i limiti raccomandati per le posture statiche di lavoro senza alcuno sforzo o con il minimo sforzo esterno, tenendo conto degli angoli assunti dalle varie articolazioni del corpo sia della durata del tempo. La norma è stata elaborata per fornire una guida sulla valutazione delle variabili delle diverse attività lavorative, che consentisse di valutare il rischio per la salute della popolazione attiva adulta.


Le raccomandazioni forniscono una protezione ragionevole per la maggior parte dei soggetti adulti sani. Quelle relative ai rischi e alla protezione della salute sono principalmente basate su studi sperimentali riguardanti il carico muscoloscheletrico, il disagio/dolore e la resistenza/fatica legati alle posture di lavoro statico.

Riferimenti normativi:
Norma numero : UNI ISO 11226:2019
Data entrata in vigore : 06 giugno 2019

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LAVORARE SEDUTI AUMENTA IL MAL DI SCHIENA

da pharmastar.it

Secondo un recente sondaggio statunitense, l’incidenza del mal di schiena dopo i 30 anni è superiore al 90% e il 35% degli intervistati ha dichiarato di soffrirne quotidianamente. Le stime del Georgetown’s Health Policy Institute lo considerano il sesto disturbo più costoso negli Stati Uniti e una delle principali cause di limitazioni sul lavoro o di giorni di assenza.


Il sondaggio sul mal di schiena e sulla salute della colonna vertebrale effettuato dalla della Kelsey-Seybold Clinic, un centro medico specialistico di Houston, in Texas, è stato distribuito in tutto il paese a circa 300 persone di entrambi i sessi e di almeno 30 anni di età. Una volta analizzati i risultati, i medici hanno rilevato che la maggior parte dei partecipanti ha dichiarato di soffrire costantemente di mal di schiena.

Sorprendentemente il 70% degli intervistati ha dichiarato di non lavorare in condizioni che richiedono sforzi elevati, ma nonostante questo il 75% ha ammesso di soffrire di frequenti dolori alla schiena: il 35% giornalmente e il 40% su base mensile.

«In clinica dobbiamo spesso spiegare ai pazienti che il mal di schiena non è necessariamente legato a lavori che richiedono sforzi intensi. È una condizione di fatto associata al vivere e al lavorare in condizioni di sedentarietà, nelle quali le persone restano sedute per lunghi periodi di tempo», ha detto Ayse Dural della Kelsey-Seybold Clinic – The Woodlands. «Se i muscoli non vengono utilizzati, viene meno il tono muscolare che protegge dal soffrire di mal di schiena» ha aggiunto. «Il nostro corpo è pensato per il movimento e nessuna struttura ergonomica in ufficio può compensare il fatto che restiamo seduti anche per più di nove ore al giorno».

Immagine correlata

Le condizioni meteo peggiorano il dolore
Da notare che il 47% degli intervistati ha concordato sul fatto che il cambiamento delle condizioni meteorologiche o della pressione barometrica aumentava l’intensità dei loro dolori. In effetti per coloro che vivono per esempio nell’area intorno a Houston, il fatto di risiedere vicino al Golfo del Messico potrebbe comportare un livello di variabilità del tempo atmosferico non presente in altre aree. Le variazioni di temperatura di venti/trenta gradi nei mesi invernali e i forti temporali in primavera e in autunno potrebbero contribuire alla maggiore incidenza delle riacutizzazioni di mal di schiena durante quei mesi.

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«Tutti conosciamo qualcuno che afferma di poter prevedere i cambiamenti climatici perché li “sente nelle ossa”, e potrebbe esserci del vero», ha commentato Ahmed Sewielam. «Riscontriamo un aumento significativo del numero di persone che chiedono iniezioni antidolorifiche o un consulto in autunno, in inverno e all’inizio della primavera. La variabilità delle condizioni meteo, il dolore che queste persone devono sopportare e la mancanza di luce solare nei mesi più freddi sembrano anche aumentare l’incidenza di alcuni disturbi della salute mentale, il più delle volte la depressione».

Il 41% degli intervistati ha infatti dichiarato di provare ansia o depressione legati al mal di schiena.

Esercizio fisico per mantenere il tono muscolare
Così come le persone si prendono cura di sé cercando di adottare buone abitudini, come fare scelte alimentari sane e mantenersi in esercizio, dovrebbero dedicare attenzioni quotidiane anche alla salute della loro colonna vertebrale. Agli intervistati è stato chiesto quali esercizi funzionano meglio per rinforzare i muscoli della schiena e il 30 percento ha indicato gli esercizi aerobici vigorosi. Tuttavia, attività come la corsa o lo jogging possono avere un impatto negativo sulla colonna vertebrale come su altre articolazioni. Invece l’allenamento di resistenza, come yoga, Pilates e nuoto, così come gli esercizi con i pesi, sono probabilmente le opzioni migliori quando l’obiettivo è rinforzare questa muscolatura.

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«Quando un paziente viene a trovarmi per un problema acuto alla schiena, l’esercizio fisico non può far parte del programma di cure iniziale. L’obiettivo principale della visita è capire come ripristinare al meglio un livello funzionale di attività», ha affermato Steve Kim. «Tuttavia, per mantenere la colonna vertebrale in salute e prevenire un episodio acuto, il programma di allenamento dovrà poi includere degli esercizi di rinforzo per la schiena, l’allenamento di resistenza ed esercizi con i pesi».

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COME EVITARE LE TENDINITI CON IL MOUSE VERTICALE

Se utilizzate molto il computer ed in particolar modo il mouse, averne uno buono potrebbe essere di aiuto per poter evitare Tunnel Carpale o Tendinite. Una delle soluzioni proposte sul mercato per poter evitare Tunnel Carpale e Tendinite sono i mouse verticali che permettono di ottenere una posizione del braccio e della mano differente rispetto ai mouse tradizionali.

Come prima cosa c’è da dire che prima di prendere un accessorio simile è bene sapere come deve essere la postura perfetta davanti al computer per evitare problemi di cervicale, schiena e altri ancora come in questo caso Tunnel Carpale o Tendinite causati da posizioni scorrette.

posizione corretta pc mouse sedia

Con questa immagine è possibile vedere le varie posizioni in cui dovrebbero stare la schiena, l’angolo di visuale con lo schermo, la postura delle braccia, piedi, gambe e testa.

Fatta questa premessa vediamo l’acquisto di oggi che ho voluto fare più spinto dalla curiosità visto che se non l’avessi visto da un mio collega non ci avrei nemmeno pensato…

In pratica l’acquisto di oggi consiste in un mouse ergonomico per evitare Tunnel Carpale o Tendinite veticale. Per capire di cosa stiamo parlando ecco le immagini del mouse che risulta essere strano a prima vista.

Galleria foto Perixx PERIMICE-513, Mouse ergonomico filo:

In pratica grazie all’impugnatura diversa sarà possibile mantenere il braccio diritto senza che il polso vada a compiere dei movimenti scorretti.

Qui dove comprare il mouse ergonomico per evitare il per Tunnel Carpale e Tendinite:

B00GZIA2AE Perixx PERIMICE-513, Mouse ergonomico filo – 1000/1500/2000 DPI – Natural Ergonomic design verticale

Video unboxing e opinioni del mouse ergonomico:

Caratteristiche tecniche:

  • Mouse con filo USB
  • 1000/1500/2000 dpi Optical Resolution con tasto dedicato per cambiare DPI
  • High Quality Rubber Coating Surface

Si riesce a lavorare bene?

Una volta scartato il mouse e collegato al PC non vi nascondo che il suo utilizzo risulta essere diverso, ma comunque comodo.

La prima cosa che guardo in un mouse è come si comporta il sensore ottico senza tappetino sotto. Il sensore ottico è molto preciso permettendoci di utilizzare il mouse anche su superfici meno perfette del classico tappetino.

Per quanto riguarda a velocità e precisione, quindi il funzionamento di un qualsiasi mouse devo dire che sono più che soddisfatto visto che avendolo pagato nemmeno 15 euro mi sarei aspettato molto meno. Considerate che altri modelli molto simili se non identici costano almeno una decina di euro in più.

Anche i materiali devo dire che sono curati e danno la sensazione di qualità e robustezza fra le mani dando quel tocco in più con il LED blu nella parte laterale. Per chi ha provato diversi mouse potrà capire cosa intendo visto che ci sono mouse che quando prendi in mano sembrano fatti di carta se pagati troppo poco…

mouse per tendinite

Se devo trovare un difetto, posso segnalarvi che in un primo momento dovrete farci l’abitudine visto che risulta essere completamente diversa la posizione dei tasti e il movimento da fare con il cursore. Il puntatore potrebbe risultare più difficile da controllare visto che si ha meno pressione rispetto ad un normale mouse dove il peso cade in modo perpendicolare sui tasti potendo essere più precisi e diretti.

In conclusione posso solo promuovere questo mouse considerando comunque che anche con mouse tradizionali ho sempre cercato di tenere una postura delle braccia ben appoggiate alla scrivania in modo quindi di evitare un eventuale Tunnel Carpale o Tendinite che potrebbero presentarsi dopo ore e ore davanti al computer.

Tratto da hardware-programmi.com

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SOVRACCARICO BIOMECCANICO NELLE MARCHE . 8 GIUGNO 2018

Analisi del SOVRACCARICO BIOMECCANICO : news ed esempi applicativi in settori produttivi territoriali nell’esperienza di ASL e INAIL delle Marche

San Benedetto del Tronto Palariviera – P.le A. Moro, 1
venerdì 8 giugno 2018 ore 9:00 – 17:30

Risultati immagini per sovraccarico biomeccanico arti superiori

SOVRACCARICO BIOMECCANICO CONGRESSO

Seminario Nazionale EPM – INAIL – Regione Marche

PRIMA PARTE – INTRODUZIONE
Chair: Angela Ruschioni

9;00 – 9,15 ASUR – INAIL Regione Marche Comune di SBT
INTRODUZIONE E SALUTI DELLE AUTORITA’

9,15 – 9,30 Sonia Fontana – Fabio Filippetti (Regione Marche)
Il piano Regionale di Prevenzione 2014-2018 sul controllo del rischio da sovraccarico biomeccanico: percorso formativo degli operatori ASUR-INAIL Regione Marche

SECONDA PARTE: EPM NEWS
Chair: D. Colombini, E. Occhipinti

9,30 – 9,50 Angela Ruschioni (ASUR Marche – AV5 – Referente regionale gruppo di lavoro nazionale Mal. Musc.Scheletriche)
Premappa Ergocheck EPMIES: come strumento di valutazione preliminare del rischio promosso dalle linee guida della regione Marche presso le aziende territoriali

9,50 – 10,10 Paolo Campanini, Alberto Baratti (EPM IES – ASL CN)
Premappa Ergocheck news:studio preliminare dello stress nel modello computerizzato di EPMIES: i primi risultati.

10,10 – 10,30 Ugo Caselli (Inail Marche)
Premappa Ergocheck news: la scheda del rischio Biologico

10,30 – 10,50 Enrico Occhipinti (EPM IES)
L’aggiornamento dello standard ISO 11228-1 sul sollevamento e trasporto manuale di carichi

10,50- 11,20 INTERVALLO

11,20 – 11,40 Marco Cerbai, Marco Placci (EPM IES)
Il corretto uso del dinamometro nella misura del traino e spinta e la corretta interpretazione e gestione dei risultati

11,40 – 12,10 Daniela Colombini (EPM IES)
ISO news: l’analisi multicompiti a ciclo annuale nel lavoro ripetitivo e nella movimentazione carichi :novità in prima ipotesi di Technical Report ISO per l’agricoltura

TERZA PARTE: ESPERIENZE APPLICATIVE DELLO STUDIO E GESTIONE DEL SOVRACCARICO BIOMECCANICO NELLA ESPERIENZA DEGLI OPERATORI ASL DELLA REGIONE MARCHE
Chair: Angela Ruschioni, Giorgio Di Leone

12,10 – 12,35 Maria Pia Cancellieri (SPSAL-AV1- ASUR MARCHE)
La lavorazione delle pentole in una azienda del territorio: risultati della valutazione del rischio e prima casistica clinica

12,35 – 13,00 Nicoletta Orazi, Raffaella Compagnoni (SPSAL-AV3- ASUR MARCHE INAIL MARCHE)
Settore confezione abito da uomo: risultati valutativi del rischio in piccola azienda artigianale

13,00 – 14,30 INTERVALLO

14,30 – 14,55 Barbara Balzani (SPSAL-AV2- ASUR MARCHE)
Esperienza di valutazione del rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori nell’attività di bake-off di un supermercato di piccole dimensioni

14,55 -15,20 Marco Carletti (SPSAL-AV2- ASUR MARCHE)
Settore distribuzione: La valutazione del rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori nell’attività di pasticceria e pizzeria in un Ipermercato della Regione Marche.

15,20 -15,45 Lucia Isolani (SpreSAL-AV3 Epidemiologia Occupazionale – ASUR MARCHE)
Sovraccarico biomeccanico dell’arto superiore nel settore rifiuti: sorveglianza epidemiologica del rischio e delle malattie lavoro correlate. Uno studio pilota.

15,45 -16,10 R. Stopponi, G. De Santis, F. Polinic (SPSAL-AV3/AV4-ASUR MARCHE – CNA FERMO)
Il sovraccarico biomeccanico dell’arto superiore nel settore calzaturiero

16,10 – 16,30 INTERVALLO

16.30 – 16.50 G. Di Leone (SPESAL Area Nord Bari – Coordinatore Nazionale Piano Naz.Mal. Muscolo-scheletriche)
Le attività delle Regioni per la prevenzione delle malattie dell’apparato muscolo scheletrico e il Piano Nazionale della Prevenzione.

16,50- 17,30 Cerimonia di Consegna degli attestati ai componenti dei Gruppi di Lavoro del Percorso Formativo Marche

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LOCANDINE

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SOVRACCARICO BIONECCANICO E SORVEGLIANZA SANITARIA: INDIRIZZI DELLA REGIONE LOMBARDIA

La Regione Lombardia ha approvato con il Decreto n. 16750 del 21 Dicembre 2017 gli indirizzi per la sorveglianza sanitaria dei soggetti esposti al rischio da sovraccarico biomeccanico.

Le linee  guida hanno lo scopo di supportare l’attività  di sorveglianza sanitaria specifica del Medico Competente

Risultati immagini per medico del lavoro

medicina del lavoro

Vengono riportate  nello specifico indicazioni utili per la sorveglianza sanitaria sia  a livello individuale che a livello collettivo. Il documento si sofferma sul giudizio di idoneità e sugli adempimenti medico legali.

Una serie di allegati definiscono i questionari anamnestici e le schede per registrare le valutazioni cliniche.

Le finalità della sorveglianza sanitaria  a livello individuale sono:

– identificazione dei soggetti portatori di condizioni di ipersuscettibilitá ai rischi presenti, al fine dell’adozione delle misure cautelative idonee per evitare l’insorgenza della patologia;
– individuazione di eventuali patologie nella fase precoce, preclinica, al fine di evitare l’aggravamento della patologia stessa;
– individuazione di soggetti con patologie conclamate, al fine di adottare le misure protettive adeguate e di procedere agli eventuali adempimenti medico legali.

Immagine correlata

medico del lavoro medico competente

Mentre le finalità della sorveglianza sanitaria  a livello collettivo sono:
– contributo del MC ad una più approfondita ed accurata valutazione del rischio, anche mediante il confronto con i dati di occorrenza delle patologie e dei disturbi nei diversi gruppi di lavoratori esposti;
– redazione di bilanci di salute collettiva, utili al fine di verificare l’efficacia degli interventi di prevenzione adottati e di programmare eventuali ulteriori interventi preventivi;
– contributo alla conoscenza delle patologie prese in esame, con possibilità di confronti anche con altri gruppi di lavoratori.

L’utilizzo dei dati collettivi permette, infatti, l’effettuazione di analisi comparative al fine di evidenziare eventuali significativi eccessi nel gruppo dei lavoratori presi in considerazione.

Per approfondire l’argomento si rimanda alla relativa Linea Guida:
LINEE GUIDA REGIONE LOMBARDIA: SOVRACCARICO BIOMECCANICO