SANITA’

VIA LIBERA DEL MINISTERO DELLA SALUTE PER 150.000 TEST SIEROLOGICI

da ministero della salute salute.gov.it

immagine laboratorio

Il Commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus, Domenico Arcuri, ha indetto la gara “in procedura semplificata e di massima urgenza” per l’acquisto di Kit, reagenti e consumabili destinati all’effettuazione di 150mila test sierologici che serviranno per l’indagine campione sulla diffusione dell’infezione da SarsCoV2 nella popolazione italiana.

La gara – pubblicata sui siti istituzionali del Ministero della Salute e della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Commissario Straordinario e del Dipartimento della protezione civile – sarà conclusa in tempi strettissimi: entro il 22 aprile dovrà infatti avvenire la presentazione delle offerte, ed entro il 29 aprile ci sarà la sottoscrizione del contratto di fornitura.

Per garantire la massima attendibilità dei test, la valutazione delle proposte sarà fondata su un insieme di requisiti essenziali di qualità puntualmente elencati nel bando, che saranno “verificati nella coerenza delle offerte rispetto all’oggetto della gara” da una Commissione esaminatrice, all’interno della quale ci saranno, tra gli altri, due componenti “designati dal Comitato Tecnico Scientifico”, istituito a supporto delle decisioni per il contrasto all’emergenza, di cui anche il Commissario si avvale.

L’obiettivo fondamentale è quello di determinare l’estensione dell’infezione nella popolazione italiana, utile a una riduzione graduale delle misure di contenimento del contagio.

TEST RAPIDO COVID19 CORONAVIRUS CON TECO MILANO

TECO MILANO propone tramite il suo staff medico e/o al servizio dei medici competenti i TEST RAPIDI SIEROLOGICI per contribuire in ambito aziendale alla lotta al COVID19 e per LA GESTIONE DELLA FASE2

RISULTATI RAPIDI E AFFIDABILI

CASSETTA TEST RAPIDO PER IGG / IGM COVID-19

La cassetta per test rapidi IgG / IgM COVID-19 (sangue intero / siero / plasma) è un test immunocromatografico in fase solida per la rilevazione rapida, qualitativa e differenziale di anticorpi IgG e IgM verso il nuovo Coronavirus nel sangue intero umano (venoso e capillare), siero o plasma.

CARATTERISTICHE E VANTAGGI

  • Risultati rapidi e affidabili (in soli 2-10 minuti)
  • Procedura semplice e veloce: non è necessaria alcuna formazione specialistica
  • Il test può essere eseguito con sangue intero (venoso e capillare), siero o plasma
  • Sono necessarie piccole dimensioni del campione: solo 5 μL di siero / plasma o 10 μL di sangue intero
  • Tutti i reagenti necessari inclusi e nessuna attrezzatura necessaria
  • Alta sensibilità (test IgG 97,2%; test IgM 87,9%) e specificità (test IgG e IgM 100%)

La cassetta test rapido IgG / IgM COVID-19 è stata valutata clinicamente dall’ospedale Renmin – Università di Wuhan, Cina.

——————-

TECO MILANO :

Quando si parla di sicurezza sul lavoro, ambiente, medicina del lavoro e formazione Teco Milano srl è il riferimento giusto per chi cerca un partner adatto.

info@tecomilano.it      Telefono 02 48958304

TERAPIA ANTIPERTENSIVA E COVID-19 :UN PO ‘ DI CHIAREZZA

 

Dal Cdi centro diagnostico italiano

In questo difficile momento si stanno diffondendo, prevalentemente attraverso la stampa divulgativa ed i social media, notizie allarmanti circa una possibile facilitazione dell’infezione da COVID-19 nei pazienti in trattamento con ACE-inibitori e/o con antagonisti del recettore dell’angiotensina II (cosiddetti “sartani”), farmaci diffusamente utilizzati per la terapia dell’ipertensione arteriosa.

La base di questo allarme teorico è sostanzialmente duplice: sperimentale e clinica.

  • Dal punto di vista sperimentale, osservazioni effettuate sui topi hanno dimostrato che, analogamente al coronavirus della SARS, quello di COVID -19 utilizza il legame ad un recettore di membrana, noto come ACE2, per infettare le cellule. Poiché i livelli di questo recettore sono aumentati in corso di terapia con ACE-inibitori e sartanici, è stato avanzato il dubbio puramente speculativo di un possibile potenziamento dell’azione virale da parte di questi farmaci.
  • Dal punto di vista clinico, di contro, è stato riportato dai medici cinesi nel corso delle prime settimane del focolaio epidemico di Wuhan che l’ipertensione arteriosa rappresenterebbe un fattore di rischio indipendente di aumentata mortalità nei pazienti affetti da COVID -19.

In considerazione del comprensibile allarme suscitato da queste segnalazioni, spesso amplificato da fonti autoreferenziali e non autorevoli, le principali Società scientifiche interessate, ed in particolare il Council on Hypertension della Società Europea di Cardiologia e la Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa-Lega Italiana contro l’Ipertensione Arteriosa, si sono affrettate ad emettere delle comunicazioni ufficiali atte a fare chiarezza sul problema i cui punti essenziali possono essere così riassunti:

  1. Allo stato attuale non esistono evidenze scientifiche sufficienti ad associare l’ipertensione arteriosa alla malattia COVID-19 né in senso causale né prognostico; in altre parole, ad oggi non ci sono prove che la popolazioni degli ipertesi sia sovrarappresentata tra coloro gravemente infetti da COVID-19.
  2. Non esistono evidenze cliniche nell’uomo che associno l’assunzione di ACE-Inibitori o sartani alla malattia COVID-19.
  3. Malgrado alcuni studi sperimentali abbiano addirittura suggerito un possibile effetto protettivo di ACE-Inibitori o sartani, non esistono dati clinici che possano confermare né un effetto dannoso né protettivo nel contesto della pandemia COVID-19.

Conseguentemente, vengono raccomandate le seguenti linee di comportamento:

  • In pazienti ipertesi stabili con o a rischio di infezioni COVID-19, il trattamento con ACE- Inibitori e sartani può essere intrapreso o continuato in accordo alle raccomandazioni contenute nelle linee guida della Società Europea di Cardiologia.
  • Analogamente, tutti i pazienti ipertesi attualmente in terapia con ACE-inibitori e/o sartani possono proseguire il trattamento senza necessità di modifiche.

Conclusioni del tutto analoghe vengono suggerite da uno “Special Report” sull’argomento pubblicato il 31 marzo sul New England Journal of Medicine, la rivista medica più autorevole del pianeta. Oltre che a sconsigliare eventuali modifiche di terapia in pazienti ipertesi ben compensati dall’assunzione di ACE-Inibitori o sartani, gli autori mettono in guardia dal potenziale di rischio derivante da una loro sospensione repentina in categorie di soggetti a rischio aumentato come quelli con esiti di infarto miocardico o affetti da insufficienza cardiaca.

FORSE IL FUMO AGGRAVA IL COVID-19

Da il Giornale.it

di Il fumo aggrava il Covid? Ecco lo studio sui rischi9 Aprile 2020 – 13:36

Secondo una ricerca, la molecola Ace-2 che consente “l’ingresso” del Covid nelle vie polmonari è particolarmente elevata in chi fuma e chi soffre di broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco). In questi soggetti, il virus può essere più aggressivo ma c’è una buona notizia: gli ex-fumatori presentano livelli bassi come chi non ha mai fumato

Che sia la volta buona per smettere di fumare? Se le scritte sui pacchetti di sigarette quali “Il fumo uccide” non hanno poi un così grande impatto sociale, sapere che il Coronavirus si accanisce sui fumatori più incalliti potrebbe far cambiare idea.

Ex-fumatori avvantaggiati

Uno studio condotto alla British Columbia University ed al St. Paul’s Hospital di Vancouver, in Canada, dimostra che i fumatori e coloro che soffrono di broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) presentano livelli elevati di una molecola chiamata “enzima di conversione dell’angiotensina II” (Ace-2). Proprio l’Ace-2 è un punto d’accesso che consente al virus Sars-Cov-2 di entrare nelle cellule polmonari e causare l’infezione.

Come si legge sul Corriere, la ricerca, pubblicata sulla rivista specializzata European Respiratory Journal, concede una speranza in più a chi decide di smettere: i livelli d Ace-2 negli ex-fumatori sono notevolmente più bassi rispetto a quelli presenti in coloro che continuano a fumare.

La malattia

Ma cos’è la broncopneumopatia cronica ostruttiva? È una malattia dell’apparato respiratorio caratterizzata da un’ostruzione irreversibile delle vie aeree, di entità variabile a seconda della gravità ed è strettamente correlata al fumo di sigaretta che ne rappresenta la causa principale. Oltre all’ostruzione, si associa un’infiammazione progressiva del tessuto polmonare con conseguente difficoltà nel respirare, a livelli più o meno gravi.

I dati che osserviamo dalla Cina suggeriscono che i pazienti con Bpco hanno un rischio maggiore di esiti peggiori da Covid-19 — conferma Janice Leung, l’autrice dello studio – Abbiamo ipotizzato che ciò sia dovuto ai livelli elevati di Ace-2 nelle vie aeree, che potrebbero forse rendere più facile l’ingresso del virus e lo sviluppo dell’infezione“.

Lo studio

Il team di ricerca ha analizzato alcuni campioni prelevati dai polmoni di 21 pazienti affetti da Bpco e di 21 persone in salute, ha misurato il livello di Ace-2 e lo ha confrontato con specifiche situazioni distinguendo tra soggetto fumatore, ex fumatore o che non aveva mai acceso una sigaretta. Il risultato è stato chiaro: i livelli più elevati di Ace-2 sono stati osservati nei pazienti con Bpco, ma anche nei fumatori.

I ricercatori, hanno successivamente confrontato le loro conclusioni con due studi precedenti condotti su 249 persone (anche in questo caso suddivise tra fumatori, ex fumatori e non fumatori) avendo la conferma che i livelli della molecola Ace-2 sono particolarmente alti nei soggetti che fanno uso di tabacco ed inferiori in coloro che non hanno mai avuto il vizio o che hanno smesso.

Smettere di fumare”

«I pazienti con Bpco dovrebbero attenersi rigorosamente al distanziamento sociale e all’igiene delle mani consigliata per prevenire l’infezione — afferma Leung, che sottolinea come chi ha smesso di fumare torna quasi ai livelli di chi non ha mai acceso una sigaretta – Abbiamo però scoperto che gli ex fumatori hanno livelli di Ace-2 simili rispetto a chi non ha mai acceso una sigaretta. Questo dato suggerisce che non c’è mai stato un momento migliore per smettere di fumare, anche per proteggersi da COVID-19“.

Se da un lato gli studi mettono in guardia i fumatori, dall’altro non si è ancora trovata la possibilità di modificare questa molecola per far guarire i malati di Covid. “Lo studio fornisce alcune informazioni interessanti sul perché alcune persone potrebbero essere più a rischio di altre – afferma Tobias Welte, della European Respiratory Society – non ci dice, però, se è possibile manipolare i livelli di Ace-2 per migliorare la sopravvivenza nei pazienti con infezione da Covid-19 (con farmaci chiamati Ace-inibitori, ndr) o se questo potrebbe fare la differenza nei pazienti con Bpco“.

COME RENDERE LA PROPRIA AUTO SICURA DA COVID-19

Da ilgiornale.it

Ogni possibile misure di prevenzione contro il coronavirus è cosa buona e giusta, a partire anche dalla propria vettura. Ecco i consigli dell’esperto per mettersi in sicurezza

Perché la prevenzione non è mai troppa di questi tempi. Causa pandemia di coronavirus, siamo costretti a vivere in casa e a prendere tutte le misure necessarie quando usciamo per motivi di lavoro, salute o prima necessità. Già, perché, ricordiamolo, il governo ha operato un giro di vite, limitando ulteriormente le ragioni per le quali si può uscire – a piedi, in bicicletta, in motorino o in auto – e farlo solo in possesso del nuovo modulo di autocertificazione. Ecco, abbiamo detto “auto“. E allora perché non riportare i preziosi consigli del virologo Fabrizio Pregliasco, che ha fornito un semplice vademecum su come disinfettare il proprio veicolo, mettendolo – e mettendosi – in sicurezza.

Innanzitutto è bene sottolineare l’importanza di disinfettare l’interno del proprio abitacolo in quanto si tratta di un ambiente piccolo, motivo per il quale – in questi giorni – sarebbe consigliato non trasportare più di una persone oltre al conducente, così da mantenere la distanza minima di sicurezza di oltre un metro.

L’attuale direttore sanitario dell’ospedale Galeazzi di Milano, interpellato da Dearlink ha spiegato: “Dal momento che quello dell’auto è uno spazio piccolo e chiuso, è bene provvedere alla sanificazione dell’abitacolo, che facilita la permanenza al suo interno del coronavirus. Ciò che è più vicino alla bocca, cioè quello che troviamo davanti a noi guidando – volantecruscotto – si contamina di più”. Ma non è tutto, infatti: “Dobbiamo tenere presente la contaminazione delle mani, e quindi leva del cambio, freno a mano, pulsanti…”.

COME DISINFETTARE L’AUTO

Veniamo dunque alla procedura consigliata dall’esperto. La prima cosa da fare, così da procedere alla sanificazione degli interni della vettura, è quella di dotarsi dei dispositivi di protezione. Quindi, armatevi di mascherinaguanti in lattice monouso, carta assorbentedisinfettante detergente a base di alcool o cloro per le superficie, ma anche del detergente antibatterico per le mani.

Fate attenzione alla saliva, visto che rappresenta il vettore di contagio principale del Covid-19. Questo significa che, prima di mettersi a disinfettare la macchina, bisogna indossare la mascherina. Solo in seguito si può procedere a igienizzarsi le mani e a seguire a indossare i guanti.

Il passo successivo è quello di spruzzare il detergente alcolico o con cloro sulle superfici o sulla carta per pulire e dunque dare il “la”al lavoro con tanto olio di gomito.

Un consiglio: il volante è lo “strumento” più toccato in auto, così come la leva del cambio e le levette laterali delle frecce. Quindi prestate attenzione a sanificare con zelo le loro superfici. In secondo luogo, badate bene al cruscotto e a tutti i pulsanti bottoni presenti all’interno dell’abitacolo, da quello della portiera, a quelli del riscaldamento/aria condizionata, della radio e compagnia cantante.

Non scordatevi la leva de freno a mano e lo specchietto retrovisore. Ultimo, ma non meno importante, disinfettate le portiere all’interno e all’esterno e anche le maniglie per aprirla e chiuderla.

EFFETTI PSICOLOGICI DELLA PANDEMIA COVID-19

Vivere una pandemia può traumatizzarti per sempre, dice uno psicologo

Poco prima che scoppiasse la pandemia da Coronavirus Steven Taylor, professore e psicologo clinico nel dipartimento di Psichiatria dell’Università della British Columbia, stava per pubblicare The Psychology of Pandemics, libro che non poteva uscire in un momento più consono. In un articolo sul Guardian, Taylor ha evidenziato i punti salienti della sua ricerca, che si avvale di dati che si riferiscono a epidemie recenti, avvertendo come gli effetti psicologici di una pandemia, sia tra chi sperimenta la quarantena sia tra chi ha contratto il virus, sono tutt’altro che trascurabili e si possono estendere nel tempo.

Tra i primi effetti conclamati ci sono l’aumento dell’ansia e dello shopping compulsivo al supermercato, la proliferazione delle teorie cospirazioniste, il diffondersi di molti atteggiamenti razzisti – non dimentichiamo che lo stesso Trump aveva definito il Coronavirus “il virus cinese” – e quella di furti e saccheggi veri e propri, soprattutto con il prolungarsi del periodo di isolamento forzato. Allo stesso tempo, però, aumentano i casi di altruismo e le persone che si dedicano al volontariato, perché in molti casi la situazione estrema che ci ritroviamo a vivere costringe a un ripensamento generale della propria vita e dei propri scopi, dice sempre Taylor. Le precedenti esperienze, come la pandemia di influenza del 2009 e l’epidemia di Sars del 2003, ci insegnano inoltre che «un’emergenza di sanità pubblica può avere effetti duraturi sulla psicologia di una popolazione. Nel caso del Covid-19, alcuni di questi effetti sono già evidenti: molte persone perderanno il lavoro e subiranno difficoltà finanziarie; altri subiranno la devastazione della perdita dei propri cari; le relazioni affettive saranno messe alla prova sotto la pressione del blocco». La quarantena forzata è infatti particolarmente pesante, e pericolosa, per chi soffre di disturbi mentali, malattie croniche o vive in una relazione abusiva, ma può avere effetti psicologici anche su chi si considera emotivamente stabile.

Secondo uno studio condotto da Taylor e dal collega Gordon Asmundson su 7000 soggetti canadesi e americani, il 75 per cento degli intervistati sembra aver risposto bene alla pandemia, mentre il 25 per cento ha sviluppato una sindrome che gli studiosi definiscono “stress da Covid-19”: hanno paura di essere infettati, si preoccupano moltissimo delle conseguenze economiche della pandemia, non è raro che facciano incubi che riguardano la malattia e in molti casi sono diventati xenofobi. «Sulla base di studi su catastrofi come inondazioni, uragani e terremoti, circa il 10 per cento delle persone colpite da eventi traumatici sviluppa gravi problemi psicologici come disturbi dell’umore, ansia o stress post-traumatico (PTSD). Questi sintomi si manifestano in genere subito dopo il disastro. Tali risultati suggeriscono che il 10 per cento delle persone affette da Coronavirus – possibilmente più – svilupperà disturbi psicologici durante o dopo questa pandemia», avverte sempre Taylor, motivo per cui i governi devono prendere seriamente in considerazione la salute mentale dei loro cittadini – anche di quelli considerati non a rischio – una volta superata la prima fase dell’emergenza sanitaria

Bisogna infine considerare i cambiamenti che la pandemia porterà alla nostra società: dalla scuola al modo in cui faremo la spesa, da quello in cui ci comporteremo negli spazi pubblici fino alla nuova ansia da contatto, che in alcuni soggetti può trasformarsi in una vera e propria germofobia. Il Coronavirus, d’altra parte, sta già spingendo l’acceleratore sulla digitalizzazione completa delle nostre vite. Tra i motivi di ottimismo verso il futuro, il professore indica come accennato la riscoperta di un altruismo comunitario e, più in generale, di una rivalutazione dei propri obiettivi nella vita. Consiglia inoltre di adottare varie strategie per adattarsi alla situazione e cercare di superarla, anche attraverso pratiche come, ad esempio, la terapia cognitivo comportamentale

Coronavirus, come rafforzare il sistema immunitario.

Coronavirus, come rafforzare il sistema immunitario. Il Nobel Montagnier e l’evidenza scientifica

Tra coronavirus e ‘infodemia’ (l’epidemia dell’informazione, ridondante e spesso contraddittoria) appare utile fare il punto sul da farsi. Il professor Luc Montagnier, Nobel per la medicina, insiste sulla necessità di rafforzare il sistema immunitario. E l’evidenza scientifica ci mostra come, con la dieta anzitutto.

Coronavirus, la parola al prof. Luc Montagnier

Luc Montagnier – medico, biologo e virologo, premiato con il Nobel per la medicina nel 2008 per la scoperta del virus HIV – ha rilasciato un’ampia intervista sul coronavirus a Giulietto Chiesa, il 25.2.20 su Pandora TV. Ne riportiamo alcuni brevi estratti, a partire dall’invito a non farsi prendere dal panico. Ci si trova di fronte a ‘un virus altamente trasmissibile’ che si va diffondendo in molti Paesi e non è pericoloso di per sé, quanto nelle possibili complicazioni a livello polmonare. ‘Perciò dovremmo prendere alcune precauzioni aggiuntive‘:

– adottare prassi igieniche essenziali. ‘Occorre lavarsi le mani molto spesso, non respirare con la bocca ma respirare solo con il naso’. Aggiungiamo noi, richiamando le prassi igieniche che vigono da decenni in estremo Oriente, chi tossisce, anche per una semplice influenza, dovrebbe evitare di uscire e comunque indossare una mascherina per proteggere gli altri. Dato atto che il virus può venire trasmesso anche da parte di persone a esso positive anche prima o in assenza della comparsa di sintomi. (Aggiornamento: per le buone prassi igieniche e di sanificazione da adottare, anche nei luoghi di lavoro, si veda il protocollo sulle misure di contenimento del Covid-19 concordato tra le parti sociali il 14.3.20),

– rafforzare il sistema immunitario, per prevenire che un virus di per sé non particolarmente pericoloso, ove contratto, possa causare complicazioni (polmonari).

‘Non abbiamo specifici inibitori del virus, ma abbiamo tutti un buon sistema immunitario’. (…) La nostra più importante difesa, adesso, è il sistema immunitario’.

Bisogna quindi rafforzare, o almeno ‘mantenere in buona forma il nostro sistema immunitario. A questo scopo dobbiamo assumere tutti i tipi di antiossidanti che esistono. Infatti una parte della malattia, causata dal virus, è dovuta allo stress ossidativo. E lo stress ossidativo è dovuto ai radicali liberi (ROS), molecole che ne ossidano altre. Perciò dovremmo controllare lo stress ossidativo prendendo antiossidanti’.

Gli antiossidanti disponibili anche in Italia indicati dal prof. Montagnier sono l’estratto di papaya fermentata, che lui stesso propone da molti anni ed ‘è un buon prodotto perché mantiene alti gli enzimi antiossidanti’. Il glutatione è un altro prodotto ‘meno noto ma molto attivo. Può venire assunto oralmente, in pillole, e anche questo funziona molto bene. Ma anche la vitamina C, la vitamina D sono molto utili. E per il futuro stiamo lavorando con alcuni amici cinesi che hanno individuato alcuni enzimi antiossidanti ancora più efficaci, che spero saranno presto disponibili’.

Rafforzare il sistema immunitario con la dieta

Una strategia realistica per affrontare la situazione è fornire al nostro organismo tutte quelle molecole che la scienza ha dimostrato essere capaci di rafforzare il sistema immunitario. È noto infatti che una immunocompetenza ottimale dipende dallo stato nutrizionale e le carenze di micronutrienti – così come le diete squilibrate, possono ridurre le difese contro le infezioni.

Risultato immagini per vitamine

Esiste un’interazione bidirezionale tra nutrizione, infezione e immunità:

– la risposta immunitaria è compromessa se la nutrizione è insufficiente, predisponendo le persone a infezioni, e al tempo stesso

– un cattivo stato nutrizionale può essere aggravato dalla stessa risposta immunitaria all’infezione.

La resistenza alle infezioni può quindi venire migliorata dedicando attenzione all’apporto di alcuni micronutrienti – rispetto ai quali si può riscontrare carenza, soprattutto in alcune fasi della vita (anziani e bambini) – e a una dieta ottimale, cioè varia ed equilibrata.

Vitamine e sistema immunitario

I micronutrienti hanno ruoli vitali per tutto il sistema immunitario. Quelli maggiormente essenziali per sostenere l’immunocompetenza sono le vitamine A, C, D, E, B6 e B12, l’acido folico. Oltre a ferro, rame, selenio e zinco.

Vitamina D. Le cellule immunitarie innate (ad es. monociti, macrofagi, cellule dendritiche) hanno il recettore della vitamina D che ne fa aumentare il differenziamento, ne stimola la proliferazione e la produzione di citochine. La forma attiva della vitamina D (1,25-diidrossivitamina D3) regola la produzione di proteine antimicrobiche, che possono uccidere direttamente i patogeni, in particolare i batteri.

  • Gli alimenti più ricchi di vitamina D sono l’olio di fegato di merluzzo, i pesci grassi (es. sgombro, sardina, tonno e salmone), ostriche e gamberi, tuorlo d’uovo; funghi (unica fonte vegetale di vitamina D, in particolare maitake e finferli), formaggi grassi e burro.

Vitamina C. Efficace antiossidante contro i ROS (Reactive Oxygen Species) che si formano quando i patogeni vengono uccisi dalle cellule immunitarie. Rigenera altri antiossidanti, come il glutatione e la vitamina E. Promuove la sintesi del collagene, sostenendo in tal modo l’integrità delle barriere epiteliali. Stimola la produzione, la funzione e il movimento dei leucociti (ad es. neutrofili, linfociti, fagociti). Ha un ruolo nelle attività antimicrobiche e nella chemiotassi. Il professor Montaigner, nella sua intervista, ne suggerisce un apporto di 1000 mg/die.

  •  Le prime fonti di vitamina C sono coriandolo, peperoni, ribes nero, timo fresco, prezzemolo, crucifere (cavolo, verza, broccoli), kiwi e agrumi.

Vitamina A. Aiuta a mantenere l’integrità strutturale e funzionale delle cellule della mucosa, barriere innate (es. pelle, vie respiratorie, etc.). È importante per il normale funzionamento delle cellule immunitarie innate (macrofagi, neutrofili). Necessaria per il corretto funzionamento dei linfociti T e B, quindi per la generazione di risposte anticorpali all’antigene. Coinvolta nello sviluppo e nella differenziazione delle cellule Th1 e Th2, supporta la risposta antinfiammatoria Th2.

  •  Si trova in olio di fegato di merluzzo, fegato, peperoncino piccante, albicocche secche, carote, broccolo e cavolo verde, patata dolce, zucca.

Vitamina E. È un importante antiossidante liposolubile, che protegge l’integrità delle membrane cellulari dai danni causati dai ROS. Migliora la produzione di IL-2, le funzioni delle cellule T-mediata e la proliferazione dei linfociti. Ottimizza e migliora Th1 e sopprime la risposta Th2.

  •  Ne sono ricchi gli oli vegetali (arachidi, mais, girasole, olio extravergine di oliva), peperoncino, semi di girasole, mandorle, curry, origano, nocciole, avocado, kiwi.

Vitamine B6 e B12 aiutano a regolare l’infiammazione. Hanno un ruolo nella produzione di anticorpi, nella produzione di citochine e nella proliferazione e nella differenziazione dei linfociti. Mantengono la risposta immunitaria Th1.

  •  I cibi di riferimento per la B6 sono cereali e farine integrali, lenticchie, latte, avocado, frutta secca, peperoni, spinaci, broccoli. Per la B12 i formaggi stagionati, prodotti a base di soia, uova, latte, fegato e frattaglie, molluschi, pesce (tonno, merluzzo, sardine e sgombro).

Acido folico. Mantiene l’immunità innata. È importante per la risposta anticorpale agli antigeni. Supporta la risposta immunitaria mediata da Th1.

  • Abbonda in fegato e frattaglie; asparagi, broccoli, carciofi, cavoletti di Bruxelles, cavolfiori e cereali integrali, legumi, arance, fragole e frutta secca.

Metalli e difese immunitarie

Alcuni metalli sono altresì importanti nel modulare le riposte immunitarie. Per la differenziazione e proliferazione dei linfociti T, la produzione di anticorpi e nell’immunità cellulare, nonché per l’azione antiossidante (selenio e zinco). Quali e dove:

– selenio in cereali integrali, semi di senape e girasole, uova;

– ferro nel fegato, carne bovina e di cavallo, uova, alcuni pesci (acciuga, cefalo, sarda, tonno), legumi e frutta secca,

– zinco nel pesce e la carne, cereali (germe di grano e avena), legumi, frutta secca e semi (zucca, sesamo e girasole),

– rame in fegato e frattaglie, funghi, anacardi, lenticchie, mandorle.

Amminoacidi e sistema immunitario

Due amminoacidi non essenziali hanno a loro volta un ruolo di rilievo per il sistema immunitario:

– glutammina. Amminoacido importante per le cellule immunitarie come i linfociti, le cellule killer naturali, e la proliferazione dei macrofagi. Indispensabile per la sintesi di glutatione.

  • Sono ricchi di glutammina le uova, la carne di manzo, latte, tofu e riso bianco,

– arginina. Migliora la funzione dei linfociti T, è il precursore dell’ossido nitrico che ha un ruolo importante nella coagulazione, la vasodilatazione, la permeabilità vascolare e la distruzione di agenti patogeni microbici.

  • Ricchi in arginina sono la soia, i semi di zucca, il merluzzo, i frutti di mare, le uova, la carne rossa e bianca.

Il triptofano, un amminoacido essenziale, ha a sua volta un ruolo importante nella stimolazione del sistema immunitario. Grazie al metabolismo da parte del microbiota della sua parte residua (all’assorbimento intestinale) e la formazione di derivati indolici che attivano efficacemente i recettori antinfiammatori (AhR).

  •  Fonti di triptofano sono uova, soia, sesamo e girasole, formaggi stagionati, carne e pesce.

Acidi grassi Omega 3 e prevenzione

Gli acidi grassi Omega3 (EPA e DHA) sono importanti precursori di molecole atte a promuovere la risoluzione dell’infiammazione, a migliorare l’uccisione batterica da parte dei macrofagi e ad aumentare la rigenerazione dei tessuti.

Microbioma, dieta e sistema immunitario

Il microbioma – la comunità microbica presente nel tratto intestinale – gioca un ruolo fondamentale nel modulare le risposte metaboliche e il sistema immunitario. E la dieta, ancora una volta, ha un ruolo determinante.

microbioma fig1

Le fibre alimentari nutrono il microbiota che, metabolizzandole, produce acidi grassi a catena corta (SCFA). Gli SCFA a loro volta, tramite i recettori dell’intestino (il ‘secondo cervello), inviano ‘segnali’ al sistema nervoso centrale con lo scopo di modulare, nell’intervallo fisiologico, l’omeostasi energetica, il metabolismo dei carboidrati e dei lipidi e sopprimono segnali infiammatori.

  • Alcune fibre in particolare hanno un effetto immunostimolante sulle cellule immunitarie. Tale effetto è stato dimostrato nell’arabina della pectina – presente nella buccia di mele, pere, albicocche e prugne – e nel β-1,3- glicano (presente nei funghi).

Il sistema immunitario viene poi stimolato da importanti recettori antinfiammatori (AhR, Aryl Hydrocarbon Receptor), attraverso i ligandi esogeni per AhR che derivano da tessuti vegetali commestibili, es. verdure, frutta, tè ed erbe.

  • I polifenoli possono a loro volta attivare la funzione immunitaria mediante stimolo dei recettori AhR. I polifenoli sono una famiglia di circa 5000 molecole organiche naturali, presenti nei vegetali. I più noti per le proprietà benefiche sulla salute umana sono la quercitina, il resveratrolo, l’epigallocatechina, le antocianine, il tirisolo.

Dieta mediterranea, sistema immunitario e salute

Una dieta mediterranea autentica può offrire tutte le molecole che hanno azione importante sul nostro sistema immunitario. Con abbondanza e varietà di vegetali e frutta (tanto meglio se bio), fibre e polisaccaridi complessi (cereali integrali e legumi), proteine di varie matrici e olio extravergine d’oliva.

  • Gli integratori alimentari possono aiutare a garantire la copertura del fabbisogno quotidiano di micronutrienti, a volte anche a stimolare altre reazioni favorevoli. Ma nessun supplemento potrà mai compensare uno squilibrio nutrizionale di fondo. Il microbiota va nutrito con alimenti sani, senza ingolfare l’apparato gastrointestinale con cibo spazzatura che invece innesca processi infiammatori.

Uno studio scientifico appena pubblicato su Gut dimostra, del resto, come la ‘correzione nutrizionale’ basata sulla dieta mediterranea – con aumento degli apporti di fibre, vitamine (C, B6, B9, tiamina) e minerali (Cu, K, Fe, Mn, Mg) – possa rimodulare favorevolmente in pochi mesi il microbiota intestinale anche nelle persone anziane.

da  https://www.greatitalianfoodtrade.it/

ACCORDO PARTI SOCIALI GOVERNO SICUREZZA SUL LAVORO

DA IL SOLE 24 ore


Le parti sociali hanno raggiunto un accordo sulle misure di contenimento della diffusione del coronavirus in tutti i luoghi di lavoro. Un protocollo condiviso con indicazioni operative per le aziende, per attuare in modo uniforme su tutto il territorio nazionale le prescrizioni del legislatore e dell’Autorità sanitaria, è stato sottoscritto questa mattina da sindacati e associazioni datoriali, in videoconferenza con il Governo, dopo una giornata di trattative.

È stato lo stesso premier, Giuseppe Conte, a promuovere questo confronto a distanza, preoccupato per gli scioperi proclamati dai sindacati che denunciavano carenze sul versante della salute e sicurezza e le chiusure decise autonomamente da diverse aziende Conte ha così chiamato i vertici di Confindustria, Confapi, Confartigianato, Cgil,Cisl e Uil, per condividere una serie di regole comuni. «Dopo diciotto ore di un lungo e approfondito confronto è stato finalmente siglato tra sindacati e associazioni di categoria il protocollo di sicurezza nei luoghi di lavoro per la tutela della salute di lavoratrici e lavoratori. Il Paese non si ferma» ha twittato il premier che ha assicurato la distribuzione di gratuita di guanti e mascherine ai lavoratori.

Furlan: protocollo molto dettagliato
«È previsto il coinvolgimento dei lavoratori e delle loro rappresentanze a livello aziendale o territoriale – sottolineano Cgil, Cisl e Uil in una nota – per garantire una piena ed effettiva tutela della loro salute». Soddisfatta la leader della Cisl, Annamaria Furlan: «È un protocollo molto chiaro e dettagliato che ora va attuato in tutte le aziende ed in tutti i luoghi di lavoro – commenta -. Definisce con chiarezza tutto quello che le imprese sono obbligate a fare, coinvolgendo i rappresentanti sindacali, per contenere la diffusione del virus e tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori in questa fase di grave emergenza sanitaria, anche utilizzando un periodo di sospensione della produzione e delle attività».

Barbagallo: prevalso buon senso
Per il numero uno della Uil, Carmelo Barbagallo è «prevalso il buon senso, abbiamo fatto prevalere il principio della priorità della sicurezza sul profitto».

GIORNALE ITALIANO DI MEDICINA DEL LAVORO ED ERGONOMIA 2019 E ARCHIVI

Risultato immagini per GIMLE LOGO MEDICINA DEL LAVORO

Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia

Volume XLI – N. 4 Ottobre-Dicembre 2019

In questo volume sono presenti 20 articoli:

1. Nuovi criteri internazionali per la valutazione del rischio vascolare e la stadiazione clinica della sindrome da vibrazioni mano-braccio (Massimo Bovenzi) SCARICA
2. La valutazione dei rischi da radiazioni ottiche: metodi, casi studio, criticità (Iole Pinto, Andrea Bogi, Francesco Picciolo, Nicola Stacchini) SCARICA
3. La valutazione del rischio da esposizione a CEM con particolare riguardo alla tutela dei soggetti sensibili (Rosaria Falsaperla, Eugenio Mattei, Federica Censi, Andrea Bogi, Iole Pinto, Giovanni Calcagnini) SCARICA
4. Metodi e strumenti sanitari per l’idoneità lavorativa dei soggetti particolarmente sensibili a CEM (Fabriziomaria Gobba) SCARICA
5. I rischi per la salute e la sicurezza nel lavoro portuale: aggiornamento della revisione narrativa della letteratura (Anna Barbieri, Laura Sabatini, Francesca Graziosi, Elena Severi, Gianpiero Mancini, Francesco Saverio Violante) SCARICA
6. L’approccio armonizzato alla salute e sicurezza nei porti italiani: l’esperienza del gruppo tecnico interregionale sui porti e le navi (Giulio Andrea Tozzi) SCARICA
7. Salute e sicurezza sul lavoro in ambito portuale e governo dei processi sociali e di sviluppo economico (Giovanni Civranÿ) SCARICA
8. L’organizzazione della prevenzione nel porto di Ravenna (Gianpiero Mancini, Giampiero Lucchi, Elio Elia, Sandra Olanda, Francesco Martinini, Mauro Rossetto, Raffaella Angelini) SCARICA
9. Lo strumento dell’AUDIT nella gestione della sicurezza sul lavoro nelle aziende che operano nell’area portuale di Trieste. Un progetto di prevenzione interistituzionale (Paolo Toffanin, Valentino Patussi, Giuseppe Camponna) SCARICA
10. Allergia a caffè verde ed esposizione a particelle ultrafini nei lavoratori del porto di Triesteonomico (Francesca Larese Filonk) SCARICA
11. Effects of transportation noise and particulate matter on the cardiovascular system: What is the new evidence? (Martin Rööslian) SCARICA
12. Limiti e potenzialità dell’analisi combinata epigenetica e trascrizionale su ampia scala per individuare obiettivi terapeutici nelle malattie cardiovascolari (Roberta Paolillo, Nicola Boccella, Stefania D’Apice, Giovanni Esposito, Cinzia Perrino) SCARICA
13. Allostatic Load as a mediator of the association between psychosocial risk factors and cardiovascular diseases. Recent evidence and indications for prevention (Giovanni Veronesi, Marco Cavicchiolo, Marco M. Ferrario) SCARICA
14. Impatto della riabilitazione cardiaca ambulatoriale per la ripresa dell’attività lavorativa del cardiopatico1? (Sara Doimo, Antonella Cherubini, Patrizia Maras, Donatella Radini, Andrea Di Lenarda, Gianfranco Sinagra?) SCARICA
15. Idoneità lavorativa nel cardiopatico: valutare i rischi fisici e psico-sociali‚ (Rossana Borchini, Marco M. Ferrario) SCARICA
16. I rischi nei laboratori di ricerca: i rischi di tipo chimico,3 (Domenico M. Cavallo, Andrea Cattaneo, Andrea Spinazzèna) SCARICA
17. Esposizione a nanoparticelle nei laboratori di ricercaa (Ivo Iavicoli, Veruscka Leso, Luca Fontana) SCARICA
18. Allergia da animali da laboratorio (Massimo Corradi, Luisella Selis, Giovanna Pela’, Paola Mozzoni, Roberta Andreoli, Matteo Goldoni) SCARICA
19. Rischio biologico nei laboratori di ricercaso1 (Stefano Porru, Marco Chiappin, Nicolò Sfrisop) SCARICA
20. In memoriam
Francesco Candura (1929-2019) ()
SCARICA

Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia

Volume XLI – N. 3 Luglio-Settembre 2019

1. La “nuova direttiva cancerogeni” dell’Unione Europea: gli impegni che ci attendono, le nuove opportunità che ci si presentano (e non dobbiamo sprecare) in Italia (Roberto Calisti) SCARICA
2. Gammopatia monoclonale di incerto significato (MGUS) e fattori occupazionali di rischio: criteri di attuazione della sorveglianza sanitaria (Giuseppe Taino, Lorenzo Bordini, Cecilia Sarto, Sara Porro, Francesco Chirico, Enrico Oddone, Marcello Imbriani) SCARICA
3. Infortuni sul lavoro nelle micro e piccole imprese nel periodo 2013-2015 in provincia di Roma (Giuseppe La Torre, Ferdinando Petronzi, Giorgio Bollini, Alice Mannocci, Sabina Sernia) SCARICA
4. Percezione dei rischi e personalità: una ricerca nel settore dei trasporti (Dario Cafagna, Massimiliano Barattucci) SCARICA
5. Proposta di un metodo per la valutazione del rischio di burnout negli insegnanti: il VA.RI.B.O (VAlutazione RIschio Burn-Out) (Francesco Chirico, Giuseppe Taino, Nicola Magnavita, Ines Giorgi, Giuseppe Ferrari, Maria Carmela Mongiovì, Marcello Imbriani) SCARICA
6. Influence of socioprofessional determinants on teachers’ mental well-being (Aouatef Mahfoudh, Ahlem Bakhrouf, Ines Rassas, Hajer Ammar, Lamia Bouzgarrou, Amira Omrane, Adnene Henchi, Mohamed Akrout, Taoufik Khalfallah) SCARICA
7. Il lavoro in un cantiere in alta quota: generalità fisiopatologiche e analisi di una casistica occupazionale (Giuseppe Taino, Guido Giardini, Alberto Delogu, Roberto Foti, Enrico Oddone, Marcello Imbriani) SCARICA
8. Congress of the United States, Ramazzini Institute and its affiliates, IARC: questions on scientific transparency (Enrico Pira, Maria Luigia De Piano, Michael Declementi, Alessandro Godono, Denis Longo) SCARICA
9. 100 Hz Localized vibration increases ipsilateral cerebellar areas activity during a motor task in healthy subjects: Three Cases Report (Roberto Casale, Cira Fundar, Zaira Symeionidou, Anna Furnari, Nicola Taiocchi, Caterina Galandra) SCARICA

Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia

Volume XLI – N. 2 Aprile-Giugno 2019

1. Il modello clinico ICD-ICF di cure ospedaliere (Egidio Traversi, Isabella Springhetti, Mario Melazzini, Gianni Giorgi) SCARICA
2. Misure di valutazione e abbinamento dei codici ICF in medicina riabilitativa: la sfida del passaggio dalla teoria alla pratica (Anna Giardini, Michele Vitacca, Roberto Pedretti, Antonio Nardone, Luca Chiovato, Antonio Spanevello, a nome del gruppo ICF Maugeri) SCARICA
3. Percorsi diagnostico terapeutici assistenziali anche riabilitativi o riabilitazione “da scarico”? (Tommaso Redaelli, Stefania Moro, Giacomo Corica, Claudio Garbelli, Egidio Traversi) SCARICA
4. Verso un’ontologia di riferimento per i sistemi informativi in medicina riabilitativa: il nomenclatore delle prestazioni riabilitative (Paolo De Nardi, Gianni Giorgi, Alessandro La Manna, Silvia Traversoni, Anna Giardini) SCARICA
5. La medicina riabilitativa e i criteri di appropriatezza: tra cronicità, multimorbilità e complessità (Domenico Scrutinio, Mauro Carone) SCARICA
6. Nuovo concetto di spazio riabilitativo nell’era della Digital Health in riabilitazione cardio-respiratoria (Antonio Mazza, Mara Paneroni, Michele Vitacca, Marco Ambrosetti) SCARICA
7. La Palestra Digitale in ambito neuromotorio (Isabella Springhetti) SCARICA
8. Il percorso ambulatoriale ICD-ICF in terapia occupazionale (Monica Panigazzi, Edda Maria Capodaglio, Elena Prestifilippo, Silvia Traversoni, Claudia Quaccini, Marcello Imbriani) SCARICA
9. Invecchiamento della popolazione attiva, modello clinico ICD-ICF e Medicina del lavoro e della Riabilitazione (Marcello Imbriani, Giuseppe Taino, Monica Panigazzi, Edda Capodaglio, Enrico Oddone, e gli altri componenti del Dipartimento di Medicina del Lavoro, Ergonomia, Tossicologia e Rischi ambientali, ICS Maugeri IRCCS) SCARICA
10. Implementazione del modello ICD-ICF in medicina riabilitativa: presentazione di un caso clinico in cardiologia riabilitativa (Sergio Masnaghetti, Federica Gramegna, Paola Mariani, Giulia Contardina Salvaneschi , Simona Sarzi Braga) SCARICA
11. Implementazione del modello ICD-ICF in medicina riabilitativa: presentazione di un caso clinico in riabilitazione respiratoria (Cinzia Lastoria, Serena Cirio, Raffaella Bido, Piero Ceriana, Michele Vitacca) SCARICA
12. Implementazione del modello ICD-ICF in medicina riabilitativa: presentazione di un caso clinico in riabilitazione neuromotoria (Gioacchino Castronovo, Angela De Palo, Domenico De Cicco) SCARICA

Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia

Volume XLI – N. 1 Gennaio-Marzo 2019

1. Le tutele del lavoratore con patologie oncologiche e il ruolo del medico competente per il suo reinserimento lavorativo (Fabrizio Caldi, Giovanni Guglielmi, Alfonso Cristaudo) SCARICA
2. Pendolarismo e lavoro: effetti sulla salute di una popolazione di lavoratori interessati dal fenomeno (Giuseppe Taino, Enrico Oddone, Gina Bianco, Giorgia Malagò, Ennio Pucci, Maria Carmela Mongiovì, Marcello Imbriani) SCARICA
3. Patologie professionali correlate ad attività di movimentazione manuale di carichi (Renato Nardella) SCARICA
4. Le scale di misura della soddisfazione lavorativa: una rassegna critica (Palmira Faraci, Paola Magnano, Giusy Danila Valenti) SCARICA
5. Valutazione del burnout nel personale dipendente del reparto di Ematologia di un Policlinico Universitario (Alice Mannocci, Cristina Sestili, Federico Carlevale, Clara Minotti, Maria De Giusti, Paolo Villari, Roberto Foà, Claudio Cartoni, Giuseppe La Torre) SCARICA
6. Assessment of functional status and rehabilitative strategies in occupational therapy: role of the Groningen Activity Restriction Questionnaire (Eliana Giambelluca, Monica Panigazzi, Abdo Saade, Marcello Imbriani) SCARICA
7. Critical Illness Polyneuropathy (CIP): a multicenter study on functional outcome (Zaira Symeonidou, Kassiani Theodoraki, Athanasios Chalkias, Erifili Argyra, Roberto Casale) SCARICA

 

ARCHIVI

Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia

GIMLE_2015_3_suppl_01

GIMLE_4_2015

GIMLE 36 – 4-2104

GMLE2008

LA SFIDA DI MICROSOFT PER LA SALUTE

Integrando il programma AI for Good, Microsoft ha annunciato il lancio di AI for Health.

Questo nuovo progetto avrà durata quinquennale e sarà dotato di un budget di 40 milioni di dollari. Lo scopo è aiutare ricercatori ed organizzazioni a sfruttare l’intelligenza artificiale ad affrontare le sfide più impegnative poste dall’healthcare.

Come ha sottolineato il presidente di Microsoft, Brad Smith, l’IA ha il potenziale di risolvere alcune delle problematiche più impegnative per gli uomini.
Un esempio? migliorare la salute delle popolazioni in tutto il mondo: è per questo scopi che Microsoft ha creato Ai for Health.

Infatti, fornire tecnologie alla avanguardia ai ricercatori e agli esperti può accelerare la scoperta di nuove soluzioni e migliorare la qualità di vita delle popolazioni meno fortunate.

In un periodo storico ad alta intensità tecnologica, la trasformazione digitale continua a cambiare il nostro modo di vivere e le nostre possibilità.
L’intelligenza artificiale rappresenta una delle più importanti tecnologie abilitanti, e il settore sanitario è forse quello che maggiormente ne sfrutterà le potenzialità.

Tuttavia, anche la migliore delle tecnologie non può prescindere dalla presenza di persone dotate di talento e da adeguate risorse disponibili. Purtroppo, oggi meno del 5% dei professionisti della IA lavorano nel settore sanitario o in associazioni nonprofit.

Per questa ragione è di primaria importanza dotate questi pochi ricercatori dei migliori strumenti, consentendo loro di accelerare e sviluppare il proprio lavoro.

Attraverso AI for Health, Microsoft farò in modo che enti nonprofit, il mondo accademico e le organizzazioni dedite alla ricerca in campo sanitario possano accedere alle più recenti tecnologie, risorse e supporto da parte di persone qualificate per implementare la IA.

Tre i principali focus su cui si concentrerà Ai for Health:

Accelerare la ricerca medica per migliorare prevenzione, diagnosi e terapia delle varie patologie

Migliorare la conoscenza condivisa su mortalità e longevitò, al fine di contrastare crisi sanitarie globali

Ridurre le iniquità sanitarie e migliorare l’accesso alle cure alle popolazioni meno fortunate

Gli sforzi di Microsoft si baseranno sulle collaborazioni già in essere, al fine di affrontare emergenze e problemi urgenti: trovare la causa della sindrome della morte improvvisa infantile, debellare la lebbra, diagnosticare la retinopatia diabetica per prevenire la cecità, e costruire un ecosistema che permetta una condivisione sicura dei dati biomedicali.

Le realtà partecipanti a questo primo step del progetto sono BRAC, Fred Hutchinson Cancer Research Center, Intelligent Retinal Imaging Systems (IRIS), Novartis Foundation, PATH, e Seattle Children’s Research Institute

da 01health.