SANITA’

D-HEART ELETTRO CARDIOGRAMMA PREMIATO

 

Da 01health.it

D-Heart ha ricevuto il Premio Compasso d’Oro 2020 dell’Associazione di Design Industriale per il dispositivo ECG portatile a 8/12 derivazioni, progettato in collaborazione con Design Group Italia.

D-Heart è un elettrocardiografo a 8/12 derivazioni per smartphone e tablet, clinicamente affidabile e portatile.

Consente a chiunque di eseguire un ECG di livello ospedaliero in totale autonomia e di inviare i risultati al servizio di telecardiologia attivo24 ore su 24, 7 giorni su 7.

D-Heart si basa su due valori: semplicità di utilizzo per il paziente e affidabilità dei dati per il medico, perché garantisce le stesse prestazioni degli elettrocardiografi ospedalieri, essendo certificato e validato clinicamente.

Tramite l’app per smartphone e tablet, collegata al dispositivo, D-Heart permette di registrare un ECG a 8 derivazioni da parte del paziente e un ECG a 12 derivazioni da parte dell’operatore sanitario.

Con un unico prodotto si possono così realizzare due diversi casi d’uso: soluzione per il paziente cronico, che non possiede particolari competenze mediche, e per il personale sanitario, come un medico di base, un infermiere, un farmacista.

Queste, infatti, le motivazioni che hanno indotto la giuria ad assegnare il premio: “D- Heart rende familiare la tecnologia medica e la traspone nella vita quotidiana. Non fa paura e permette al paziente di essere seguito a distanza”.

Il premio Compasso d’Oro dell’Associazione di Design Industriale è nato nel 1954, ideato da Giò Ponti. È uno dei più antichi e prestigiosi premi di design al mondo. Premia personalità, organizzazioni o aziende che si sono distinte per innovazione e creatività nel campo del design. Giunta alla 26esima edizione, quest’anno sono stati 18 i vincitori e 38 le menzioni d’onore.

AIFA : vaccinazione ai primi di ottobre

Vaccini antinfluenzali. Ecco quelli indicati per la stagione 2020-2021.

La composizione di tutti i vaccini influenzali per la stagione 2020-2021 segue le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e del Comitato per i Medicinali per Uso umano (CHMP) dell’EMA. Vista l’attuale situazione epidemiologica relativa alla circolazione di SARS-CoV-2, Aifa raccomanda di anticipare la conduzione delle campagne di vaccinazione antinfluenzale a partire dall’inizio di ottobre e offrire la vaccinazione ai soggetti eleggibili in qualsiasi momento della stagione influenzale, anche se si presentano in ritardo per la vaccinazione. LA DETERMINA AIFA

Vaccino coronavirus, chi potrà averlo in Italia e quando? - Corriere.it

04 SET – È stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la Determina dell’AIFA che autorizza l’aggiornamento, per la stagione 2020-2021, della composizione dei vaccini influenzali autorizzati secondo procedura registrativa nazionale, di mutuo riconoscimento e decentrata (Determinazione AAM/PPA N° 478/2020).

Sono inoltre autorizzati i vaccini influenzali approvati secondo la procedura registrativa centralizzata coordinata dall’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA).

La composizione di tutti i vaccini influenzali per la stagione 2020-2021 segue le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e del Comitato per i Medicinali per Uso umano (CHMP) dell’EMA.

L’AIFA, in accordo alla Circolare del Ministero della Salute del 5 giugno 2020 (“Prevenzione e controllo dell’influenza: raccomandazioni per la stagione 2020-2021”), ricorda che, per la nostra situazione climatica e per l’andamento temporale mostrato dalle epidemie influenzali in Italia, il periodo destinato alla conduzione delle campagne di vaccinazione antinfluenzale è quello autunnale, generalmente a partire dalla metà di ottobre fino a fine dicembre.
Vista l’attuale situazione epidemiologica relativa alla circolazione di SARS-CoV-2, si raccomanda di anticipare la conduzione delle campagne di vaccinazione antinfluenzale a partire dall’inizio di ottobre e offrire la vaccinazione ai soggetti eleggibili in qualsiasi momento della stagione influenzale, anche se si presentano in ritardo per la vaccinazione.

Sperimentazioni cliniche: da AIFA nuove linee di indirizzo per i consensi informati | AICE online

La protezione indotta dal vaccino comincia circa due settimane dopo la vaccinazione e perdura per un periodo di sei/otto mesi per poi decrescere. Per tale motivo, poiché i ceppi virali in circolazione possono mutare, è necessario sottoporsi a vaccinazione antinfluenzale all’inizio di ogni nuova stagione influenzale.

L’AIFA ricorda che, oltre alle misure di protezione e cura basate su vaccinazioni e all’eventuale uso di farmaci antivirali, una misura importante nel limitare la diffusione dell’influenza è rappresentata da una buona igiene delle mani e delle secrezioni respiratorie (ad esempio lavare regolarmente e frequentemente le mani con acqua e sapone; coprire la bocca e il naso con un fazzoletto quando si tossisce e starnutisce e poi gettarlo nella spazzatura; aerare regolarmente le stanze in cui si soggiorna).

L’AIFA invita a segnalare le sospette reazioni avverse che si verificassero dopo la somministrazione di un vaccino, in quanto le segnalazioni contribuiscono al monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio dei vaccini come di ogni altro medicinale.

da http://www.quotidianosanita.it/

Vaccino anti-influenzale, corsa delle Regioni ma le dosi non bastano

L’anno passato sono stati iniettati 10 milioni di dosi, quest’anno i governatori ne hanno acquistati ben 14 milioni ma non sono sufficienti. L’allarme delle farmacie: non riusciamo ad approvvigionarci, così la fascia di popolazione attiva non potrà vaccinarsi

Vaccino anti influenzale per molti ma non per tutti. Da cenerentola snobbata dal pubblico a superstar da razionare con cura. Il Covid per cui il mondo attende un vaccino sta avendo un effetto quasi paradossale in Italia: mandare a ruba le dosi di un altro vaccino – quello per l’influenza di stagione – che le Regioni hanno appena acquistato per far fronte a un più che probabile boom di richieste del pubblico.

Boom in arrivo

L’anno passato sono stati iniettati 10 milioni di dosi, quest’anno i governatori ne hanno acquistati ben 14 milioni. Finora si vaccinava un anziano su due e appena il 16,7% della popolazione generale. Quest’anno, complice il Covid, la musica cambierà. A fornire il dato è stato il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi: le richieste delle Regioni ai produttori totalizzano +40% rispetto alla stagione 2019-2020. “A questa domanda aumentata, registrata in base alle gare fatte, le aziende hanno risposto – ha detto Scaccabarozzi – e cercheranno di fare il possibile per soddisfare tutte le richieste. Siamo di fronte a una crescita importante, che credo sia dovuta al fatto che l’epidemia di coronavirus ha messo in allerta molti”. A cominciare dal ministero della Salute: spiega la doppia utilità della profilassi anti influenza il direttore della Prevenzione Gianni Rezza: “Da un lato ci aspettiamo un minor carico di diagnosi differenziale pur se va tenuto presente che nei bambini, ad esempio, sono tanti i virus che possono dare sindromi respiratorie; dall’altro un alleggerimento per i Pronto soccorso, sempre intasati durante il picco influenzale”.

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Regioni sollecitate dal ministero della Salute a giugno

Sollecitati dalla circolare del ministero che il 5 giugno scorso ricordava l’importanza di una copertura per l’influenza stagionale sia per soggetti fragili e anziani – per cui si è anticipata l’età dell’offerta gratuita da 65 a 60 anni – sia per i bambini tra i 6 mesi e i 6 anni e in generale per l’intera popolazione, i governatori hanno bandito le gare per tempo e aspettano l’arrivo dei lotti. Il rischio carenze. Ma anche le dosi acquistate in più forse non basteranno.

Da qui la raccomandazione del Nitag (National Immunization Technical Advisory Group), il gruppo di esperti indipendenti sui vaccini, affinché ogni Regione valuti attentamente l’ampliamento dell’offerta e in ogni caso predisponga un piano delle priorità che metta al primo posto le persone più a rischio e gli operatori sanitari. “C’è un problema di organizzazione degli spazi e di personale, perché il Covid ha messo in crisi servizi già oberati – spiega il coordinatore Nitag Vittorio De Micheli – ed è probabile che la tanto auspicata partenza in anticipo delle vaccinazioni non si possa fare. In ogni caso, con l’estensione della gratuità a partire dai 60 anni, dosi per tutti non ce ne saranno”.

Ma l’esperto ha dubbi anche sull’utilità stessa di una copertura molto estesa, in funzione anti-Covid: “I virus simil influenzali sono centinaia, pensare che il vaccino, che pure va fatto alle persone fragili, aiuti la diagnosi differenziale è un’astrazione. Piuttosto, ho molta più fiducia nell’utilità degli strumenti che usiamo contro il coronavirus: lavaggio delle mani, mascherine e distanziamento”.

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Regioni alla prova

Dalla Lombardia che ha già acquistato 2,4 milioni di dosi al Lazio che quest’anno punta al raddoppio sempre con 2,4 milioni, dalla Puglia balzata da 600mila a 2 milioni di fiale fino al Piemonte che si è aggiudicato il 30% in più per un totale di 1,1 milioni di dosi acquistate con gara unica. Le Regioni hanno potenziato gli approvvigionamenti ma devono comunque fronteggiare la sfida organizzativa in un autunno che già si profila molto difficile.

La scommessa è utilizzare spazi – anche oratori o palazzetti sportivi – e canali distributivi mai battuti, e altri operatori oltre ai medici di medicina generale e agli ambulatori delle Asl.Le farmacie si candidano. In prima linea tra i candidati non solo alla distribuzione ma anche alla somministrazione ci sono le farmacie (già impiegate in Piemonte), che l’anno passato hanno dispensato circa 800mila dosi e che quest’anno stimano un incremento del 50% fino a oltre 1,2 milioni. “Farmacie e grossisti – spiega il segretario nazionale di Federfarma Roberto Tobia – non riescono ad approvvigionarsi dalle case farmaceutiche delle necessarie dosi di vaccino antinfluenzale da destinare a quella fascia attiva della popolazione che è l’asse portante dell’economia del Paese, ma che in questo momento è quella più a rischio di contagio”. E allora? Ministero, industrie, addetti ai lavori e presìdi territoriali sono in cerca di una soluzione, perché il tempo stringe.

da www.ilsole24ore.com

 

CANCRO : TEST IDENTIFICA 5 TUMORI 4 ANNI PRIMA

Da ilsole24ore.it

Cancro, l’esame del sangue riconosce 5 tumori in anticipo di quattro anni

di Francesca Cerati

 

La tecnica, chiamata PanSeer, riconosce precocemente nel 91% dei casi, i tumori di stomaco, esofago, colon retto, polmoni e fegato in persone senza sintomi, e in futuro potrebbe entrare nella routine delle analisi di controllo. 

Una tecnica basata sull’analisi del sangue riconosce cinque forme di tumore comuni con un anticipo di quattro anni rispetto alle tecniche tradizionali. Lo indica un’ultima ricerca internazionale pubblicata su Nature Communications e coordinata dall’Università della California a San Diego. La tecnica, chiamata PanSeer, riconosce precocemente nel 91% dei casi, i tumori di stomaco, esofago, colon retto, polmoni e fegato in persone senza sintomi, e in futuro potrebbe entrare nella routine delle analisi di controllo.

Nello studio Taizhou longitudinal study (Tzl), sono stati conservati campioni di plasma dal 2007 al 2014 di 123.115 soggetti sani di età compresa tra 25 e 90 poi monitorati per l’insorgenza del cancro. L’impiego del test PanSeer, un esame del sangue non invasivo basato sulla metilazione del Dna tumorale circolante, su campioni di plasma di 605 individui asintomatici, ha rilevato che 191 di questi hanno poi avuto entro quattro anni dalla prelievo di sangue una diagnosi di cancro allo stomaco, all’esofago, al colon-retto, al polmone o al fegato . I ricercatori hanno analizzato anche campioni di plasma di altri 223 pazienti affetti da cancro, oltre a 200 tumori primari e tessuti normali.

I risultati preliminari mostrano che PanSeer rileva cinque tipi comuni di cancro nell’88% dei pazienti post-diagnosi con una specificità del 96%. E dimostrano anche che PanSeer rileva il cancro nel 95% di individui asintomatici a cui poi è stata fatta una diagnosi di cancro.

Anche se sono necessari futuri studi longitudinali per confermare questi risultati, la ricerca dimostra che il cancro può essere rilevato in modo non invasivo fino a quattro anni prima.

La notizia è l’ultima di una serie di indagini che negli ultimi anni ha avuto come oggetto di studio la cosiddetta biopsia liquida, ovvero una metodica altamente sensibile (basata su un semplice prelievo di sangue periferico) per l’isolamento e l’analisi del Dna libero circolante, che può contenere anche il Dna tumorale circolante e le cellule tumorali  circolanti Ctc. I tumori solidi sono prevalentemente asintomatici e clinicamente non rilevabili fino alla loro vascolarizzazione e fino a quando non raggiungono una massa considerevole (normalmente 1-2 cm in diametro). C’è quindi urgente bisogno di migliori strumenti diagnostici per il cancro. Troppo spesso, gli operatori sanitari possono fare una diagnosi solo dopo che i sintomi si sono sviluppati – a quel punto potrebbe essere troppo tardi l’intervento terapeutico.

Negli ultimi anni sono diversi i team di ricerca che si sono concentrati sulla biopsia liquida. Nel 2018 i ricercatori di Johns Hopkins hanno sviluppato un esame del sangue unico e non invasivo che rileva proteine ​​e mutazioni genetiche di otto tumori comuni. Il test, chiamato CancerSeek, controlla i tumori che rappresentano oltre il 60% dei decessi per cancro negli Stati Uniti.

Pubblicato sulla rivista Science, la ricerca ha studiato campioni di sangue di oltre 1.000 pazienti con tumori non metastatici, da stadio I a III di ovaio, fegato, stomaco, pancreas, esofago, colon-retto, polmone e seno. La sensibilità globale mediana, o la capacità di scovare il cancro, era del 70% e variava da un massimo del 98% per il carcinoma ovarico a un minimo del 33% per il carcinoma mammario.Per i cinque tumori che non hanno test di screening – tumori alle ovaie, al fegato, allo stomaco, al pancreas e all’esofago – la sensibilità variava dal 69% al 98%. Il test è stato eseguito su 812 persone sane e ha prodotto solo sette risultati falsi positivi.

Ad aprile di quest’anno anche una collaborazione tra ricercatori americani e del Regno Unito hanno sviluppato un test che addirittura è in grado di rilevare oltre 50 diversi tipi di cancro, in molti casi prima che si sviluppino segni o sintomi clinici,e hanno pubblicato i loro risultati sulla rivista Annals of Oncology. Il test funziona utilizzando un tipo di Dna rilasciato dalle cellule tumorali. Questo si riversa nel sangue, dove è noto come Dna privo di cellula (cfDNA). Tuttavia, può essere difficile identificare il cfDNA specifico del tumore, poiché molte altre cellule rilasciano Dna nel sangue.

Questo test invece rileva il Dna che proviene specificamente dalle cellule tumorali mediante l’aggiunta di una sostanza chimica (gruppo metilico), che è associata alla crescita del tumore.Dopo aver isolato il cfDNA dal campione di sangue e averlo sequenziato per trovare le parti metilate, gli operatori sanitari possono inserire i risultati in un computer in grado di riconoscere il Dna derivante da cellule cancerose o non cancerose e quindi prevedere se la persona ha il cancro e anche di che tipo potrebbe essere.

Lo studio ha testato il sangue di oltre 4.000 persone, circa la metà delle quali aveva il cancro (i ricercatori hanno incluso oltre 50 tipi di cancro nello studio). Il test è stato accurato nel 93% dei campioni e ha potuto prevedere con precisione il punto in cui il cancro si era sviluppato per la prima volta nel 96% dei campioni.
Il tasso di falsi positivi è stato solo dello 0,7%, il che significa che meno dell’1% delle persone avrebbe avuto una diagnosi imprecisa usando questo test.

Ordinanza di Regione Lombardia n.573/2020

l’Ordinanza di Regione Lombardia n.573/2020, riguardante ulteriori disposizioni per l’emergenza Covid-19.

L’ordinanza è in vigore dall’1 al 14 Luglio 2020.

In particolare:

  • Permane l’obbligo di indossare le mascherine fuori dalla propria abitazione (salve le eccezioni già previste per bambini di età inferiore ai 6 anni, per persone con disabilità incompatibile e di loro relativi accompagnatori),
  • Le attività di lavoro devono essere organizzate nel rispetto dei protocolli di prevenzione di cui al punto 1.3 del provvedimento, a tutela del lavoratore e degli utenti che entri in contatto con il personale.
  • Vengono aggiornate le linee-guida regionali per la disciplina delle attività economiche di cui era già stata disposta la riapertura,
  • A decorrere dal 10 Luglio 2020 potrà essere ripresa l’attività sportiva a contatto,
  • A decorrere dal 10 Luglio 2020 potranno riaprire le discoteche e le sale da ballo.

Coronavirus, scatta l'obbligo di utilizzo delle mascherine nel ...

Nell’ordinanza vi sono delle schede con tutte le regole e norme che alcune categorie di attività devono rispettare.
Tutte le indicazioni riportate nelle singole schede tematiche devono intendersi come integrazioni alle raccomandazioni di distanziamento sociale e igienicocomportamentali finalizzate a contrastare la diffusione del virus in tutti i contesti di vita sociale. A tal proposito, relativamente all’utilizzo dei guanti monouso, considerandone il possibile uso scorretto, si ritiene di privilegiare la rigorosa e frequente igiene delle mani con acqua e sapone o soluzione idro-alcolica o altri prodotti igienizzanti, sia per clienti/visitatori/utenti, sia per i lavoratori (fatti salvi, per questi ultimi, tutti i casi di rischio specifico associato alla mansione). Per tutte le procedure di pulizia e disinfezione, di aerazione degli ambienti e di gestione dei rifiuti si rimanda alle indicazioni contenute nei seguenti rapporti (dei quali resta inteso che va considerata l’ultima versione disponibile): Rapporto ISS COVID-19 n. 19/2020 “Raccomandazioni ad interim sui disinfettanti nell’attuale emergenza COVID-19: presidi medico chirurgici e biocidi”; Rapporto ISS COVID-19 n. 5/2020 “Indicazioni ad interim per la prevenzione e gestione degli ambienti indoor in relazione alla trasmissione dell’infezione da virus SARS-CoV-2”; Rapporto ISS COVID-19 n. 3/2020 “Indicazione ad interim per la gestione dei rifiuti urbani in relazione alla trasmissione dell’infezione da virus SARS-CoV-2”; Rapporto ISS COVID-19 n. 21/2020 “Guida per la prevenzione della contaminazione da Legionella negli impianti idrici di strutture turistico-ricettive e altri edifici ad uso civile e industriale non utilizzato durante la pandemia COVID-19”.

SCHEDE TECNICHE

• Ristorazione
• Stabilimenti balneari e spiagge
• Attività ricettive e locazioni brevi
• Strutture turistico-ricettive all’aria aperta (campeggi e villaggi turistici)
• Rifugi alpinistici ed escursionistici ed ostelli per la gioventù
• Acconciatori, estetisti, tatuatori e piercers, centri massaggi e centri abbronzatura
• Commercio al dettaglio in sede fissa e agenzie di viaggi
• Commercio al dettaglio su aree pubbliche (mercati, fiere, sagre, posteggi isolati e attività in forma itinerante)
• Uffici aperti al pubblico
• Piscine
• Palestre
• Manutenzione del verde
• Musei, archivi e biblioteche e altri luoghi della cultura
• Attività fisica all’aperto
• Noleggio veicoli e altre attrezzature
• Informatori scientifici del farmaco e vendita porta a porta
• Aree giochi per bambini
• Circoli culturali e ricreativi
• Formazione professionale
• Spettacoli
• Parchi tematici, faunistici e di divertimento
• Servizi per l’infanzia e l’adolescenza
• Professioni della montagna
• Guide turistiche
• Impianti a fune e di risalita ad uso turistico, sportivo e ricreativo
• Strutture termali e centri benessere
• Sale Slot, Sale Giochi, Sale Bingo e Sale Scommesse
• Congressi e Manifestazioni Fieristiche di cui all’art. 121 L.R. 6/2010
• Discoteche e sale da ballo

clicca qui per scaricare l’ordinanza con le relative schede.

EMERGENZA COVID E RISCHIO LEGIONELLA NEGLI STUDI ODONTOIATRICI

Indicazioni per la prevenzione del rischio Legionella nei riuniti ...

Questo documento fornisce indicazioni specifiche per contenere il potenziale rischio di trasmissione di infezione da Legionella legato all’acqua contenuta nei riuniti odontoiatrici alla luce dell’emergenza COVID-19. In questo periodo, infatti, la considerevole riduzione dell’erogazione delle prestazioni odontoiatriche con conseguente fermo tecnico di molti riuniti, ha favorito il ristagno dell’acqua e la conseguente formazione di biofilm con una maggiore proliferazione di microrganismi ad esso associato, portando ad un innalzamento del rischio di infezione da Legionella. Il documento si ispira alle linee guida nazionali per la prevenzione ed il controllo della legionellosi, al decreto legislativo 81/2008, ai dettami del DM 14 giugno 2017 inerente ai piani di sicurezza dell’acqua e al documento dell’ESCMID Study Group for Legionella Infections (ESGLI).

PER SCARICARE IL DOCUMENTO CLICCARE QUI SOTTO :

iss odonto rapporto-covid-19-27-2020

Riunito dentale Skema 6 | Castellini

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TECO MILANO :

Quando si parla di sicurezza sul lavoro, ambiente, medicina del lavoro e formazione Teco Milano srl è il riferimento giusto per chi cerca un partner adatto.

info@tecomilano.it      Telefono 02 48958304

RACCOMANDAZIONI SANIFICAZIONE ISS STRUTTURE NON SANITARIE-superfici, ambienti interni e abbigliamento

L’ISS ha recentemente introdotto delle linee guide contenenti le raccomandazioni ad interim
sulla sanificazione di strutture non sanitarie nell’attuale emergenza COVID-19: superfici, ambienti interni
e abbigliamento. E’ un documento importante nella scelta oculata e scientificamente provata delle modalità operative di sanificazione.

Per consulatzione o download cliccare qui sotto :

Rappporto ISS COVID-19 n. 25_2020

Covid-19, Iss: rapporto su sanificazione di superfici, ambienti e ...

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APPROVATE LE LINEE GUIDA PER I TESTS SIEROLOGICI IN LOMBARDI

Potranno essere effettuati in laboratori pubblici e privati, a pagamento per aziende

Test sierologici
Test sierologici

Milano, 12 maggio 2020 – Via libera dalla giunta regionale alla delibera che detta le linee guida per i test sierologici che potranno essere eseguiti in Lombardia, compresi quelli rapidi e a pagamento. Gli esami sierologici per anticorpi Sars-Cov-2 potranno essere erogati dai laboratori pubblici e privati specializzati in microbiologia e virologia o con sezioni specializzate in microbiologia e virologia.

Nel caso in cui lo screening si voglia effettuare in uno  specifico ambito collettivo, ad esempio sull‘ambiente di lavoro, va data comunicazione all’Ats e i costi non saranno a carico del Servizio sanitario regionale. Le aziende potranno chiedere i test anche a laboratori esterni alla rete lombarda, purché riconosciuti dal Ministero della Salute. I laboratori accreditati ed autorizzati inseriti nella rete lombarda per Covid 19, invece, dovranno processare in via prioritaria i test secondo le indicazioni regionali e per quantitativi non inferiori a quelli che verranno definiti con un’apposita delibera.

In base ai test disponibili “è fortemente raccomandato – si legge nel testo – l’utilizzo di test del tipo CLIA e/o ELISA che abbiano una specificità non inferiore al 95% e una sensibilità non inferiore al 90%, al fine di ridurre il numero di risultati falsi positivi e falsi negativi” mentre “i test rapidi (test  eseguiti su sangue capillare), essendo di natura puramente qualitativa, possono solo indicare la presenza o assenza di anticorpi”.

La delibera ribadisce comunque “che l’esecuzione di test sierologici, al di fuori di percorsi organizzati di verifica dei risultati ottenuti, riveste scarso significato e può contribuire a creare false aspettative e comportamenti a potenziale rischio nei cittadini interessati”.

da www.ilgiorno.it/

COVID-19, IL TELEMONITORAGGIO

I pazienti Covid-19 che rimangono in quarantena a casa dopo un trattamento ospedaliero possono essere ulteriormente curati monitorando i loro parametri vitali, mentre per altri pazienti il ricovero può essere ridotto o anche completamente evitato: a questo serve il sistema di telemonitoraggio che CompuGroup Medical sta introducendo in Italia tramite la società recentemente acquisita H&S Qualità nel Software SpA.

H&S ha oltre 20 anni di esperienza nel telemonitoraggio ospedaliero e ha già diversi ospedali italiani come utenti.

La H&S Health Platform è parte di un intero sistema di monitoraggio e consente di registrare i parametri vitali in modalità wireless, trasmetterli ai professionisti e avvisarli immediatamente in caso di emergenza.

Il software è un dispositivo medico certificato, in uso da molti anni.

telemontoraggio

Come funziona il software di telemonitoraggio

CompuGroup Medical ha potenziato le soluzioni di telemonitoraggio, all’interno della famiglia di prodotti Cgm Smart Home.

I pazienti utilizzano l’applicazione H&S Health Platform con uno smartphone. Un pulsossimetro misura regolarmente il battito cardiaco e la saturazione di ossigeno. Se lo si desidera è possible aggiungere un monitor per la pressione arteriosa per avere dati clinici aggiuntivi.

I dispositivi trasmettono le loro misurazioni allo smartphone tramite Bluetooth e da lì all’ospedale o allo studio medico. I pazienti possono inserire manualmente ulteriori dati tramite l’app.

Se necessario, l’app ricorda al paziente di eseguire le misurazioni.

Telemonitoraggio: cos'è e perché riduce la degenza ospedaliera ...

Tramite una piattaforma web il medico può rilevare i parametri dei suoi pazienti in tempo reale, nonché impostare la frequenza di misurazione, quali parametri monitorare e i valori di soglia.

Se i valori misurati sono al di fuori di queste soglie, il sistema invia immediatamente un avviso all’ospedale o al medico curante indicati.

CGM ha avviato, inoltre, una soluzione di teleconsulto che consente la comunicazione video tra medico e paziente. Ciò aiuta anche a proteggere la salute del personale medico e di altri pazienti, riducendo il contatto diretto con i pazienti infetti.

Chi è CompuGroup Medical Italia

CompuGroup Medical Italia Group è parte di CompuGroup Medical SE, multinazionale di sanità elettronica. In Italia ha oltre 500 dipendenti e 30.000 clienti tra medici, farmacie, dentisti, amministrazioni pubbliche, industrie pharma e pazienti, utilizzatori delle sue varie soluzioni software gestionali e dei servizi connessi. Si occupa anche di sanità domiciliare, monitoraggio e raccolta di parametri vitali dei pazienti con avanzate soluzioni di Smart Telemedicine e Smart Compliance. Confeziona anche servizi e progetti di comunicazione digitale specifici in ambito sanitario.

Emanuele Mugnani, Country Manager Italia di CGM rivela in una nota di aver “recentemente consegnato alcune piattaforme di telemonitoraggio alla AUSL in Piacenza, l’ospedale Luigi Sacco di Milano e l’ASL del Sud Tirolo. Il sistema è integrato con i software di cartella clinica in uso presso i Medici di Medicina Generale, al fine di gestire la presa in carico“.

La stessa nota riporta il parere di Giorgio Orsi, Direttore Ingegneria Clinica e Sistema Informativo dell’Ospedale Sacco di Milano: “la piattaforma e i kit per il telemonitoraggio dei pazienti sono un ottimo ausilio, completo e di facile utilizzo ed avvio, che consentirà di ricevere e analizzare informazioni raccolte direttamente dal paziente anche in autonomia e presso il proprio domicilio”.

da www.01health.it

LA RISPOSTA DIGITALE A COVID-19

Microsoft ha messo a disposizione le proprie tecnologie di smart working e di bot con intelligenza artificiale per aiutare la sanità italiana nell’emergenza Covid-19.

La  piattaforma di collaborazione Microsoft Teams, che a livello globale conta 44 milioni di utenti giornalieri e che nell’ultimo mese in Italia ha registrato un incremento del +775% in termini di chiamate e meeting, è già gratuitamente a disposizione di tutte le strutture e i professionisti della sanità per abilitare smart working ed esperienze di telemedicina.

Grazie alla collaborazione con INAIL, Microsoft ha reso disponibile il proprio Healthcare Bot, che può essere adottato o personalizzato da istituti di qualsiasi dimensione per affrontare la pandemia attraverso una migliore autovalutazione dei sintomi.

Come funziona l’healthcare Bot

Il servizio Microsoft Healthcare Bot fa leva sull’intelligenza artificiale per aiutare le strutture sanitarie a rispondere più efficientemente alle richieste, liberando così il tempo del personale medico e amministrativo alle prese con cure prioritarie.

L’Healthcare Bot è un servizio scalabile, basato sul public cloud di Azure, che consente di sviluppare e implementare rapidamente bot abilitati dall’intelligenza artificiale su siti o applicazioni, che possono offrire ai pazienti accesso personalizzato a informazioni sanitarie attraverso un’esperienza di conversazione naturale. Il Bot può essere customizzato per rispondere agli scenari e ai protocolli propri di ogni organizzazione.

Per supportare le realtà sanitarie nella rapida adozione di Bot tarati sul COVID-19, Microsoft sta rendendo disponibile un set di template con risposte predefinite sulla nuova epidemia, che gli ospedali possono facilmente utilizzare e modificare: Valutazione del rischio COVID-19, Triage clinico COVID-19, Risposte aggiornate alle FAQ sul COVID-19, Metriche globali sul COVID-19. In linea con l’impegno di Microsoft in ambito Cybersecurity, il servizio offre massime garanzie di sicurezza e privacy in conformità con i più elevati standard di settore, come ISO 27001, 27018, CSA Gold e GDPR.

A livello globale nell’ultimo mese il bot ha già offerto consulenza a 18 milioni di persone e gestito circa 160 milioni di messaggi. In dieci giorni sono quasi 10.000 le persone che ne hanno già beneficiato in Italia – con una mole di oltre 42.000 messaggi – riconoscendo l’utilità dello strumento (89%).

Tra le prime realtà del Paese ad attivare il bot per supportare le persone nell’autovalutazione dei sintomi del Coronavirus c’è l’Istituto Nazionale Malattie Infettive IRCCS “Lazzaro Spallanzani”, che tramite il sito ha reso accessibile il nuovo assistente virtuale. Lo Spallanzani è stato da subito in prima linea nella gestione dei primi casi di Covid-19 in Italia e ha ricevuto un sempre crescente numero di richieste da parte dei cittadini. Per riuscire a offrire risposte immediate e a garantire un servizio puntuale ai pazienti, ha quindi scelto di introdurre il Bot come canale informativo per gli utenti.

IRCCS Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro ...

Grazie al supporto degli esperti Microsoft in collaborazione con il team IT, è stato possibile attivare la soluzione in poche ore senza defocalizzare le risorse interne dalle priorità del momento. Nella fase attuale il focus della struttura resta sul servizio ai pazienti e sulla gestione dell’emergenza sanitaria in corso: nel giro di pochi giorni il Bot si sta già rivelando utile per offrire indicazioni su come comportarsi in caso di sospetto Coronavirus e sulle precauzioni che tutti, in particolare i soggetti a rischio, devono adottare.

Quando i tempi lo consentiranno, il progetto evolverà a più ampio raggio e si prevede già di arricchire il Bot con informazioni utili per l’utenza tipica dell’istituto, come ad esempio gli immunodepressi. Il bot è estremamente discreto e, nel massimo rispetto delle norme su sicurezza e privacy, consente di ottenere informazioni chiave in pochi click. Un supporto strategico non solo nella relazione con i pazienti, ma anche in una prospettiva più ampia di valorizzazione del patrimonio informativo per l’analisi epidemiologica e la sorveglianza sanitaria proattiva.

Gabriele Rinonapoli, U.O.S.D. Sistemi Informatici e Telecomunicazioni dell’IRCCS Lazzaro Spallanzani dice di star valutando l’utilizzo di strumenti analoghi nella gestione di pazienti cronici coinvolti in percorsi clinici continuativi e immaginiamo che nei prossimi mesi il ruolo del Bot sarà sempre più centrale. Se tutte le aziende sanitarie si dotassero di tali strumenti, si garantirebbe l’uniformità delle informazioni fornite ai cittadini e si faciliterebbe la raccolta in tempo reale di dati utili anche per analisi epidemiologiche e per azioni di sorveglianza sanitaria proattiva”.

Altro esempio virtuoso arriva dall’Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata che attraverso INAIL ha potuto adottare il Microsoft Healthcare Bot come ulteriore canale per l’autovalutazione del Covid-19, sia a vantaggio dei cittadini, sia a supporto degli operatori sanitari.

Uno strumento che si è da subito rivelato efficace, perché in grado di gestire molte più richieste del call center e perché integra un meccanismo di verifica dei sintomi in linea con i protocolli medici. Il progetto del San Giovanni Addolorata va oltre il bot e si articola su più fronti, grazie all’impiego estensivo della piattaforma per la collaborazione Microsoft Teams.

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La soluzione era già in uso ma in modo circoscritto, mentre in 3 giorni è stata estesa a tutto lo staff amministrativo: 170 persone sono ora attive attraverso Teams ed è stato possibile portare avanti in virtuale perfino i concorsi e le assunzioni di personale necessario in questa fase di emergenza. È inoltre la piattaforma cloud ad abilitare in modo sicuro l’Unità di Crisi attivata per gestire l’epidemia, una task force di 24 dirigenti sanitari e amministrativi che si confrontano ogni giorno attraverso riunioni online per decidere come affrontare la situazione e programmare le attività.

Non solo, grazie a Microsoft Teams, e in particolare al modulo Bookings, è stata data vita a un’esperienza di Telenursing per seguire anche a distanza i pazienti risultati negativi a un primo tampone e che, in attesa di sottoporsi al secondo, devono rientrare al domicilio: un gruppo di infermieri resta in contatto con loro, offrendo sia supporto psicologico, sia indicazioni sui passi successivi. Interessante anche l’esperienza di TeleMidwifery, nata contestualmente, che vede un gruppo di ostetriche restare in contatto virtuale con le future mamme, dando seguito al corso di preparazione al parto in videoconferenza, proprio per non abbandonare le donne in un momento delicato come quello della gravidanza e per limitare i rischi legati a possibili contagi.

L’Ingegnere Francesco Saverio Emmanuele Profiti, Dirigente Responsabile UOSD ICT ha guidato il progetto di adozione di Teams e di attivazione del Bot dice che “Il progetto di Telenursing, che ruota intorno a Teams ci permette di assistere in televisita i pazienti dimessi da pronto soccorso nella fase di transizione verso la presa in carico da parte dei servizi territoriali. Ormai la tecnologia è matura, tutte le organizzazioni sanitarie dovrebbero dotarsi di strumenti analoghi”. 

L’ASL Napoli 3 Sud, che con 8 plessi ospedalieri in 57 comuni gestisce un bacino di 1.070.000 utenti e grazie alla collaborazione con Microsoft è stata in grado di attivare sulla propria home page il bot per l’autovalutazione del Coronavirus in tempi rapidissimi, così da ottimizzare la gestione dell’ingente mole di richieste provenienti dalla cittadinanza e focalizzare le risorse sui pazienti realmente critici.

Il bot, basato su piattaforma cloud Azure dell’ASL è ora in fase di personalizzazione grazie alla cooperazione con l’Università degli Studi di Napoli L’Orientale, che sta contribuendo a tradurre linee guida e protocolli del Centro per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie degli Stati Uniti, in modo da arricchire sempre più l’assistente virtuale e perfezionare l’interrogazione con domande libere. Non solo, l’ASL sta utilizzando in modo estensivo la piattaforma Teams, già in uso presso la struttura, per abilitare sempre più la collaborazione di tutto il personale in questo momento di emergenza. Mentre nel rapporto con i pazienti si sta rivelando strategico Skype, grazie a cui è possibile continuare i percorsi di cura e riabilitazione. In particolare, un team di logopedisti sta proseguendo l’attività con i piccoli pazienti che si collegano da casa e un team di psichiatri sta dando continuità alle proprie terapie attraverso video-sedute con i pazienti, che mai come in questo momento stanno affrontando una situazione di particolare stress.

Per Bruno Cavalcanti, IT Manager dell’ASL Napoli 3 Sud “In pochi giorni è stato possibile attivare l’Healthcare Bot e personalizzarlo con i dati della Campania. Non solo, senza dover puntare a tecnologie avanguardistiche e inarrivabili, siamo riusciti a far leva su strumenti d’uso comune come Teams e Skype per dar vita ad esperienze di telemedicina”.

da www.01health.it