IGIENE INDUSTRIALE

LA MEDICINA DEL LAVORO 6/2023 FINALMENTE ON LINE!

E’ finalmente disponibile. online il sesto numero della rivista “La Medicina del Lavoro” 2023.

La Medicina del Lavoro è una rivista bimestrale fondata nel 1901 da L. Devoto, e poi diretta da L. Preti, E. Vigliani, V. Foà, PA Bertazzi (Milano), e ora da A. Mutti (Parma). È di proprietà ed è la rivista ufficiale della Società Italiana di Medicina del Lavoro (SIML), finalizzata alla formazione e all’aggiornamento dei professionisti che si occupano di Salute del Lavoro.

Link: https://mattioli1885journals.com/index.php/lamedicinadellavoro/issue/current

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MONITORAGGIO DELLE MICROALGHE NELLE BIORAFFINERIE

da Inail.it

microalghe e raffinerie

Le microalghe rivestono un ruolo significativo nell’economia circolare, come piattaforme biotecnologiche (bioraffinerie di terza generazione) per la produzione di prodotti di alto valore, quali intermedi biochimici, bioplastiche e biocarburanti. La corretta progettazione e gestione degli impianti è condizione necessaria per garantire la tutela dell’ambiente e dei lavoratori con la definizione di modelli di approccio alla valutazione della sicurezza a partire da specifici casi-studio di sperimentazione industriale o preindustriale.


Prodotto: Volume
Edizioni: Inail – 2023
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

RAPPORTO EEA SULL’ESPOSIZIONE A BISFENOLO

da” l Indipendente “

Un rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA), basato su dati provenienti da uno studio di monitoraggio biologico dell’UE, ha rivelato che fino al 100% delle persone provenienti da 11 paesi dell’Unione Europea potrebbe essere stata esposta al Bisfenolo A (BPA) – una sostanza chimica sintetica nociva impiegata nella produzione delle plastiche in policarbonato – oltre ai livelli considerati sicuri per la salute. I dati emersi mettono in luce il potenziale rischio per la salute pubblica nel Vecchio Continente, soprattutto per quel che riguarda i bambini e le donne in gravidanza. 

Il rapporto si è basato su dati provenienti dallo studio Human-Biomonitoring-Studie (HBM4EU), condotto da gennaio 2017 a giugno 2022. Il progetto europeo di biomonitoraggio umano ha misurato la presenza di bisfenolo A e altri due bisfenoli, utilizzati come sostituti del BPA (bisfenolo S e bisfenolo F), nelle urine di 2.756 adulti provenienti da 11 paesi (Croazia, Repubblica Ceca, Danimarca, Francia, Finlandia, Germania, Islanda, Lussemburgo, Polonia, Portogallo e Svizzera, che rappresentano l’Europa settentrionale, orientale, meridionale e occidentale). Quel che è emerso ha sollevato la preoccupazione dei ricercatori poiché tra il 71% e il 100% dei partecipanti ha superato i limiti consentiti nell’UE di esposizione alla sostanza. “Va notato – scrive l’EEA per descrivere la vastità del problema – che il limite di quantificazione dei metodi analitici utilizzati per monitorare il BPA nelle urine umane è superiore al valore guida per il biomonitoraggio umano (HBM-GV). Ciò significa che i superamenti segnalati sono numeri minimi; Esiste la probabilità che in realtà tutti gli 11 Paesi abbiano tassi di superamento del 100% esposti al di sopra dei livelli di sicurezza”. Numeri troppo elevati e che costituiscono un problema per la salute pubblica nell’Unione Europea..

Il Bisfenolo A, infatti, è una sostanza chimica sintetica nota per danneggiare il sistema immunitario umano anche a dosi molto basse, con effetti indesiderati che implicano la riduzione della fertilità, l’interferenza endocrina e le reazioni allergiche cutanee. La contaminazione del corpo umano da BPA avviene principalmente attraverso il cibo – in quanto la sostanza è presente nella plastiche e nelle resine utilizzate per confezionare alimenti e bevande – ed è stata collegata ad un aumento del rischio di cancro al seno, sovrappeso, danni al sistema nervoso e comportamenti anomali nei bambini. 

I problemi derivanti dal BPA sono noti già da tempo e sebbene l’Unione Europea abbia introdotto misure restrittive sul suo utilizzo dal 2011, quanto emerso dallo studio dell’EEA dimostra come tali regolamentazioni siano state insufficienti. È per questo motivo che l’Agenzia Europea dell’Ambiente, insieme all’Agenzia Europea delle Sostanze Chimiche hanno raccomandato la necessità di un intervento immediato per mitigare l’esposizione dei cittadini europei a questo tipo di sostanze. 

A riguardo, la Commissione Europea dovrebbe presentare, con l’inizio del nuovo anno, il regolamento per vietare l’uso del bisfenolo A nei contenitori alimentari di plastica e nelle lattine. Un provvedimento che dovrebbe includere regole anche per evitare che l’uso del Bisfenolo A venga sostituito con altre sostanze simili, già rivelatesi dannose, e che dovrebbe prevedere deroghe e periodi di transizione per i produttori e gli utilizzatori. Una decisione che è arrivata a seguito del parere dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), che ha ridotto di 20mila volte la dose tollerabile della sostanza chimica (ancora utilizzata in moltissimi tipi di contenitori alimentari). 

[di Iris Paganessi]

LA SOSTENIBILITÀ DELLE IMPRESE.

da Inail.it

I principi di sostenibilità sono sempre più integrati nelle strategie aziendali, creando un “valore condiviso” e incoraggiando occasioni di sviluppo per l’impresa stessa, per i propri stakeholder e per la società.

Copertina La sostenibilità d'impresa nel mondo del lavoro che cambia

La sostenibilità d’impresa rappresenta dunque l’impegno concreto di un’azienda nell’adottare un modello di business che non solo contempli obiettivi di performance ma sia anche orientato alla tutela dell’ambiente, al benessere sociale e a una economia sostenibile. In particolare la dimensione sociale della sostenibilità sollecita nuovi modelli organizzativi basati su dimensioni chiave quali la resilienza, l’apertura, l’equità, l’inclusione, il lavoro di qualità.


Prodotto: Fact sheet
Edizioni: Inail – 2023
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

IL SISTEMA MAREL ( MALATTIE E RISCHI EMERGENTI SUL LAVORO)

da Inail.it

Il progetto Marel (MAlattie e Rischi Emergenti sul Lavoro) prevede la raccolta di informazioni sulle esposizioni delle malattie di possibile origine lavorativa.

Per raggiungere tale obiettivo è stata costituita una rete di centri al cui interno è attivo un ambulatorio specialistico di Medicina del Lavoro cui possono afferire i lavoratori.
I dati sulle esposizioni lavorative costituiscono l’informazione chiave del sistema Marel, con tutti i dettagli (livello e tipo di esposizione, utilizzo di eventuali dpi, nesso causale) che ne consentono l’analisi in relazione ai comparti di attività economica e alle qualifiche professionali della storia lavorativa.


Prodotto: Fact sheet
Edizioni: Inail – 2023
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

VALUTARE LA QUALITÀ DELL’ ARIA NEI LUOGHI DI LAVORO

La qualità dell’aria in un luogo di lavoro rappresenta spesso uno degli elementi cardine in grado di assicurare o al contrario compromettere il benessere di chi vi opera.

Inoltre, se non adeguatamente controllata, essa può determinare condizioni che possono interferire con la normale attività con conseguenti impatti sulla produttività. Quest’ultimo aspetto si manifesta sia sotto forma di un maggior numero di errori compiuti nello svolgimento di una determinata attività, sia sotto forma di una minor velocità, e di conseguenza un maggior tempo richiesto, nell’esecuzione del compito. La valutazione della qualità dell’aria negli ambienti di lavoro è resa complessa dalla simultanea presenza nell’aria di tali ambienti di molte sostanze di origine diversa, sia prodotte dal normale processo di respirazione antropica, sia emesse dai materiali ivi presenti, sia introdotte dall’esterno.


Prodotto: Opuscolo
Edizioni: Inail – 2023
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO: LE SFIDE DELLA QUINTA INDUSTRIALIZZAZIONE .

da Inail.it

La Consulenza tecnica per la salute e la sicurezza, la Consulenza statistico attuariale e la Consulenza per l’innovazione tecnologica dell’Inail presentano gli atti del loro seminario congiunto svolto dal 4 al 6 dicembre 2023 nella prestigiosa cornice dell’Aula Magna del Rettorato dell’Università di Roma La Sapienza.

In uno scenario caratterizzato da nuovi rischi, non ancora pienamente conosciuti e quantificabili, appare indispensabile dotarsi di strumenti in grado di comprendere e anticipare i cambiamenti che si stanno determinando nel mondo del lavoro, e allo stesso tempo intervenire efficacemente per ridurre i rischi già noti e accrescere la preparazione per ogni potenziale crisi futura. Affrontare le sfide del futuro, delle trasformazioni è il tema che accompagna le azioni dell’Inail in un contesto di sostenibilità in ambito produttivo che deve includere dignità del lavoro, dei lavoratori e tutela dell’ambiente, come un insieme armonico e indissolubile. Questo l’intento primario degli eventi seminariali rivolti ai professionisti tecnici dell’Inail che operano presso le tre consulenze, con le loro diversificate competenze tecniche, per il sostegno alle imprese e per un sistema integrato di tutela dei lavoratori al servizio della società nel suo complesso.


Prodotto: Volumi
Edizioni: Inail – 2023
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

UNO STUDIO SUGLI EFFETTI DELL’INQUINAMENTO DELLE CENTRALI A CARBONE.

da doctor33.it

Secondo uno studio pubblicato su Science, negli Stati Uniti più di 460.000 decessi avvenuti tra il 1999 e il 2020 sono attribuibili all’esposizione alle emissioni di inquinamento atmosferico delle centrali elettriche a carbone. Nel documento si legge anche che, se da un lato i risultati evidenziano l’aumento dei rischi di mortalità legati alla produzione di elettricità dal carbone, dall’altro sottolineano anche l’efficacia delle politiche di riduzione delle emissioni nel prevenire l’eccesso di morti.

«L’esposizione all’inquinamento atmosferico è associata a cattive condizioni di salute e a un aumento del rischio di morte e le unità di generazione di elettricità (EGU) a carbone, le centrali elettriche, contribuiscono in modo determinante alla scarsa qualità dell’aria. Sebbene le emissioni di inquinamento atmosferico da carbone relativamente alle EGU siano diminuite negli Stati Uniti, si prevede che l’uso globale del carbone per la produzione di elettricità aumenterà» spiega Lucas Henneman, della George Mason University Volgenau School of Engineering di Fairfax, e della Harvard University di Boston (USA), primo autore dello studio.

Come spiegano i ricercatori, studi recenti hanno suggerito che l’esposizione al particolato fine (PM2,5) contenente anidride solforosa (SO2) derivante dalle emissioni della combustione del carbone è più mortale del PM2,5 proveniente da altre fonti, e i politici che cercano di limitare l’impatto dell’uso del carbone giustificano le normative quantificando l’onere sanitario attribuibile all’esposizione a queste fonti.

Tuttavia, misurare l’entità dell’impatto dell’inquinamento atmosferico derivante dalle EGU a carbone sulla salute umana, così come il successo delle misure per mitigare tali impatti, è impegnativo. Gli sforzi sono stati ostacolati dalla disponibilità limitata di database sanitari su larga scala e di stime di esposizione specifiche per fonte.

Per stimare meglio le morti attribuibili all’esposizione al PM2,5 emesso dalle centrali elettriche a carbone e come i relativi modelli di mortalità sono cambiati nel tempo, gli esperti hanno combinato un modello di trasporto atmosferico a complessità ridotta, utilizzato per stimare le emissioni di 480 EGU di carbone, con dati storici di decessi presi dal database Medicare. Ebbene, le analisi hanno mostrato che l’esposizione al PM2,5 derivato dal carbone era associata a un rischio di mortalità 2,1 volte maggiore rispetto all’esposizione al PM2,5 proveniente da tutte le altre fonti. Inoltre, il PM2,5 derivato dal carbone è stato responsabile di 460.000 decessi cumulativi tra le persone di età superiore ai 65 anni negli ultimi due decenni, rappresentando circa il 25% del totale dei decessi attribuibili al PM2,5.

Secondo i risultati, il carico di mortalità del carbone PM2,5 è stato sottostimato. Il documento mostra anche che il rapido declino delle emissioni di anidride solforosa (SO2) delle centrali elettriche a carbone negli ultimi 20 anni, ottenuto attraverso le normative sulla riduzione delle emissioni e la chiusura delle EGU a carbone, ha portato a una grande riduzione delle morti in eccesso. Gli autori hanno inoltre fornito uno strumento interattivo online che mostra come sono cambiati nel tempo i decessi attribuiti a ogni singola EGU a carbone degli Stati Uniti.

In un editoriale correlato, Robert Mendelsohn, della Yale School of the Environment di New Haven (USA), e Seung Min Kim, della Columbia University di New York, pensano che l’approccio dello studio dovrebbe essere adottato per valutare anche altre specifiche cause di morte relative a problemi ambientali.

Science 2023. Doi: 10.1126/science.adf4915

http://doi.org/10.1126/science.adf4915

MATRICE NORM E RISCHIO RADIOGENO

L’acronimo NORM (Naturally Occurring Radioactive Material) identifica materie prime, sottoprodotti e residui coinvolti nei processi industriali, abitualmente non considerati radioattivi ma che possono avere un elevato contenuto di radionuclidi naturali per cui non sono trascurabili dal punto di vista della radioprotezione dei lavoratori e della popolazione.

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Con il progetto di ricerca Bric 2019 “Elaborazione di strumenti tecnici e operativi per una efficace protezione dei lavoratori e della popolazione dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti emesse dai radionuclidi naturali contenuti nei materiali utilizzati dalle industrie Norm” (ID30), si è sviluppata una metodologia generale per valutare l’impatto radiologico delle matrici Norm, alla luce della normativa vigente. ( Fonte Inail)


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SALUTE E SICUREZZA DEL PERSONALE DI VOLO

fonte ANSES

République française, liberté, égalité, fraternité - Anses, ritorno a casa
Anses, ritorno a casa
navigatori del personale

Radiazioni solari e cosmiche, contaminazione dell’aria nelle cabine degli aerei, orari irregolari e lavoro notturno: il personale di volo è esposto ad una vasta gamma di disturbi e condizioni di lavoro particolari e specifiche. L’ANSES( ndr- l”INAIL francese ), fa il punto sullo stato attuale delle conoscenze ma propone anche la necessità di condurre ulteriori ricerche per valutare gli effetti sinergici di una esposizione multifattoriale ad agenti di rischio anche in microdosi per questi lavoratori.

Orari irregolari e radiazioni ionizzanti

In Francia, più di 30.000 persone , tra piloti e assistenti di volo, lavorano negli aeromobili e nelle cabine di pilotaggio degli aerei. I membri dell’equipaggio sono costretti a lavorare con orari irregolari e turni notturni, che è noto avere effetti sulla salute negativi  . A ciò si aggiunge l’esposizione alle radiazioni ionizzanti dei raggi cosmici e della luce solare, che crescono all’ aumentare dell’altitudine. L’analisi della letteratura e dei risultati della IARC , ha evidenziato che per l’esposizione a radiazioni cosmiche e solari, determini una maggiore incidenza di alcuni tipi di cancro, come i tumori della pelle (carcinoma a cellule squamose e melanoma) e la leucemia, tra i membri degli equipaggio.

SINDROME AEROTOSSICA

Da diversi anni i membri del personale di volo lamentano una vasta gamma di sintomi correlabili a contaminazione della cabina dell’aereo o dell’aria della cabina di pilotaggio da parte di vari micro inquinanti. Questi sintomi ( tra i principali la cefalea e le vertigini ) sono molto vari e aspecifici . In letteratura sono stati raggruppati sotto il termine di “sindrome aerotossica”. Gli studi finora condotti non consentono , tuttavia, di valutare chiaramente il nesso tra sintomi riferiti e la permanenza prolungata su aeromobili.

Varie fonti di inquinamento dell’aria in cabina

Nelle cabine degli aerei sono presenti molteplici fonti di inquinamento legate ai materiali utilizzati nella costruzione della carlinga , al funzionamento dell’aeromobile e in particolare al sistema di ventilazione, alle operazioni effettuate a terra e in volo, ecc. Nella stragrande maggioranza degli aerei, l’aria che alimenta la cabina è contaminata da composti derivati ​​dall’olio del motore o dalla sua degradazione termica ; in letteratura, quando ciò si verifica, si parla di evento “fume”. 

Necessità di ulteriori ricerche

Per poter valutare i rischi per la salute del personale di volo, sono quindi essenziali ulteriori ricerche per chiarire gli effetti sulla salute sui membri dell’equipaggio in relazione alla mansione ( pilota hostess ) e alla qualità dell’aria in cabina, identificare le circostanze che possono portare quest’aria a diventare particolarmente inquinata e valutare i sintomi riferiti da questi membri dell’equipaggio.

L’Agenzia sottolinea che sono in corso diversi progetti di ricerca, tra cui:

  • progetti condotti in Francia e a livello europeo: SPACE , presso l’Istituto francese di radioprotezione e sicurezza nucleare (IRSN), sulla mortalità per cancro e malattie non cancerose legate in particolare all’esposizione alle radiazioni cosmiche, AviSan, finanziato dall’ANSES nell’ambito del programma Programma nazionale di ricerca sulla salute ambientale e sul lavoro (PNR EST) e condotto da un team composto dall’Ospedale Hôtel Dieu, dal laboratorio navale francese (LASEM) e Air France, e CAQIII, finanziato dall’Agenzia dell’Unione europea per la sicurezza aerea e dalla Commissione europea e condotto da vari partner europei, sulla potenziale contaminazione dell’aria di scarico degli aerei da parte di composti provenienti da oli motore, fluidi idraulici e relativi prodotti di pirolisi, e sugli effetti sulla salute di questi composti, compresa la neurotossicità,
  • il progetto ASHRAE 1830-RP condotto negli Stati Uniti per valutare sensori progettati per rilevare la contaminazione dell’aria di scarico degli aerei da parte di oli o fluidi idraulici.

tradotto ed adattato da dott . Alessandro Guerri medico specialista in Medicina del Lavoro.