CANCEROGENI E MUTAGENI

RISCHIO CHIMICO IN AGRICOLTURA: LA VALUTAZIONE DI INSETTICIDI E FUNGHICIDI SULLE FOGLIE.

da inail.it

Il Quaderno si inserisce nel filone di ricerca sulla valutazione del rischio chimico nei lavoratori del comparto agricolo e presenta un approccio completamente nuovo per la valutazione dell’esposizione.

A questo scopo è stato sviluppato un metodo quantitativo per l’analisi diretta di alcuni comuni pesticidi sulle foglie di due colture estremamente diffuse in Italia: l’olivo e la vite. L’obiettivo del progetto era quello di ottenere un metodo di analisi molto veloce ed affidabile per valutare l’effettiva esposizione dei lavoratori agricoli durante le operazioni di rientro in campo. L’uso di una innovativa interfaccia per spettrometria di massa, la desorption electrospray ionization interface, ha permesso di raggiungere tale obiettivo fornendo i valori di concentrazione dei residui dei pesticidi semplicemente scansionando la superficie della foglia. Tali valori sono direttamente correlabili, tramite un’equazione, all’esposizione dermica potenziale e quindi possono fornire una stima molto accurata della quantità potenzialmente assorbibile dal lavoratore. Il metodo sviluppato è risultato quindi essere sensibile e accurato ma anche molto rapido essendo privo di pretrattamento (scarsa manipolazione del campione da parte dell’analista); inoltre, la quantità di solventi usata in tutto il processo risulta decisamente esigua (nell’ordine di pochi millilitri). Tutti questi aspetti hanno contribuito a rendere il metodo anche ecologico e a basso rischio di esposizione per coloro che devono effettuare i controlli.




Prodotto: Volume – Collana Quaderni di ricerca
Edizioni: Inail – marzo 2020
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Informazioni e richieste: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

UN AIUTO DELL’ISS PER SMETTERE DI FUMARE

da dottnet.it

Senza un sostegno solo 4% dei tentativi ha successo

Si chiama “smettodifumare” ed è la nuova piattaforma web messa a punto dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) per aiutare le persone che hanno deciso di dire addio alle sigarette. Al suo interno si trovano informazioni e servizi di sostegno concreto, oltre a una serie di strategie utili per vincere la battaglia contro il fumo. “Molti studi dimostrano che senza un sostegno solo il 4% dei tentativi di smettere di fumare avrà successo”, evidenzia l’Iss.  La piattaforma rappresenta, dunque, una risorsa per aumentare le possibilità di successo e fornire informazioni di qualità su molti aspetti, a cominciare dagli effetti del fumo sulla salute e sui rischi dell’esposizione al fumo passivo.  Sulla piattaforma è anche disponibile una guida in pdf per chi vuole smettere di fumare. Una sorta di diario in cui è anche possibile appuntare i motivi per cui si è deciso di abbandonare il vizio, in cui si può valutare il proprio livello di dipendenza e anche tenere il conto dei soldi che è possibile risparmiare dicendo addio al pacchetto. La piattaforma offre anche un aiuto per prevenire o far fronte ad una ricaduta. Al suo interno si trovano, poi, gli elenchi dei Centri Antifumo che offrono percorsi dedicati.  Per chi desidera parlare con un operatore è anche possibile chiamare il Telefono Verde contro il Fumo 800 554088, un servizio nazionale, anonimo e gratuito, attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 16:00.

EU-OSHA E GIORNATA PER LA DONNA.

Da:

https://osha.europa.eu/it/highlights/eu-osha-calls-protecting-women-work-related-cancer-international-womens-day

In tutto il mondo milioni di persone commemorano la Giornata internazionale della donna l’8 marzo. Questa giornata offre un’importante opportunità per promuovere l’uguaglianza delle donne, e celebrarne i successi.

Quest’anno, l’EU-OSHA dà rilievo alle disuguaglianze di genere sul luogo di lavoro, concentrandosi sui rischi di cancro professionale delle donne. Queste ultime spesso lavorano in attività terziarie, quali la pulizia e l’assistenza sanitaria, in cui possono essere esposte a tale rischio; inoltre, sono sottorappresentate negli studi di ricerca. All’interno di un settore, possono svolgere compiti diversi da quelli degli uomini, e la loro esposizione può passare inosservata. I loro corpi possono anche reagire alle esposizioni in una maniera diversa rispetto a quella dei loro colleghi uomini.

Il 7-8 marzo, in occasione della conferenza della presidenza francese dell’UE intitolata «Acting on occupational cancers: for more effective prevention» (Affrontare il cancro professionale per una prevenzione più efficace), l’EU-OSHA contribuirà a una discussione tra esperti sul rischio di cancro professionale nelle donne e sulle esposizioni congiunte. Lo scopo di questa conferenza è di incrementare la consapevolezza dei rischi derivanti dall’esposizione a sostanze cancerogene, in particolare nelle PMI, e di consentire uno scambio di buone prassi tra esperti, professionisti della prevenzione e partner sociali. Viene tenuta nel quadro dell’iniziativa sulla tabella di marcia sugli agenti cancerogeni e si abbina anche al piano europeo di sconfitta del cancro.

Consulta le sezioni del nostro sito web sul cancro professionale e su donne e OSS

Guarda il video Cancro nelle donne

COME PROTEGGERSI DA INCIDENTI NUCLEARI

da https://healthy.thewom.it/divulgazione/radiazioni-protezione/

Una sostanza è detta radioattiva quando emette radiazioni. La quantità di materiale radioattivo rilasciato nell’ambiente si misura in Curie, mentre la dose di radiazioni ricevuta da una persona si misura in Rem.

Le radiazioni ionizzanti possiedono una quantità di energia sufficiente a danneggiare il DNA e causare la comparsa di tumori, al contrario delle forme di radiazione a bassa energia, non ionizzanti, come la luce visibile e le onde emesse dai cellulare che non danneggiano il DNA e ad oggi non sono ritenute causa di tumori.Simbolo nucleare in verde chiaro

iStock.com/matejmo

CAUSE

Tutti noi, ogni giorno, siamo esposti a quantità minime di radiazioni originate da

  • FONTI NATURALI, AD ESEMPIO DAGLI ELEMENTI PRESENTI NEL SUOLO O DALLA RADIAZIONE COSMICA PROVENIENTE DAL SOLE,
  • FONTI ARTIFICIALI, COME AD ESEMPIO GLI ELETTRODOMESTICI (AD ESEMPIO I VECCHI TELEVISORI A TUBO CATODICO), LE APPARECCHIATURE MEDICHE (GLI STRUMENTI RADIOGRAFICI, ALCUNI ESAMI DIAGNOSTICI E ALCUNE TERAPIE) ED I TEST NUCLEARI.

La quantità di radiazioni a cui siamo normalmente e quotidianamente esposti è minima, al contrario di quanto succede durante le emergenze radioattive (pensiamo per esempio agli incidenti nucleari o agli attentati terroristici), che potrebbero esporre le persone a dosi anche molto maggiori, a seconda della gravità dell’incidente.

Gli scienziati stimano che, in media, negli Stati Uniti ogni persona riceva una dose di circa due terzi di Rem all’anno: la metà circa dell’esposizione è provocata da fonti naturali, mentre la restante metà deriva soprattutto da apparecchiature mediche.

La parola contaminazione si riferisce al materiale radioattivo depositato in zone dove non dovrebbe essere, ad esempio su un oggetto o sulla pelle di una persona.

L’espressione contaminazione interna è riferita al materiale radioattivo che penetra nell’organismo attraverso

  • RESPIRAZIONE,
  • ALIMENTAZIONE,
  • ASSUNZIONE DI LIQUIDI,
  • FERITE,
  • ALCUNE FORME DI RADIOTERAPIA (IN CUI LA CONTAMINAZIONE È VOLUTA).

L’esposizione si verifica quando l’energia delle radiazioni penetra nell’organismo, ad esempio durante le radiografie si è esposti alle radiazioni ma non si diventa radioattivi.

SINTOMI

Le radiazioni possono danneggiare l’organismo in molti modi diversi e gli effetti avversi sulla salute derivanti dall’esposizione possono passare inosservati anche per molti anni.

I danni dovuti all’esposizione alle radiazioni possono essere

  • LIEVI, COME UN SEMPLICE ARROSSAMENTO DELLA PELLE,
  • GRAVI, AD ESEMPIO LA FORMAZIONE DI UN TUMORE E IL DECESSO.

L’entità del danno varia a seconda di fattori quali:

  • QUANTITÀ DI RADIAZIONI ASSORBITE DALL’ORGANISMO,
  • TIPO DI RADIAZIONI,
  • PERCORSO DI ESPOSIZIONE,
  • DURATA DELL’ESPOSIZIONE.

L’esposizione a dosi molto elevate di radiazioni può causare la morte del paziente entro pochi giorni o pochi mesi.

L’esposizione a dosi minime di radiazioni può far aumentare il rischio di tumore, oppure può diventare causa di insorgenza di altri problemi in fasi successive della vita.

ATTENTATI TERRORISTICI

Tra le possibili modalità in cui gli attentati terroristici possono causare l’esposizione a radiazioni ricordiamo:

  1. Introduzione di sostanze radioattive negli alimenti o nell’acqua: Anche se questo tipo di attentato potrebbe causare molta preoccupazione o paura, probabilmente non sarebbe grave dal punto di vista della contaminazione e non aumenterebbe il pericolo di effetti dannosi sulla salute.
  2. Una bomba sporca potrebbe causare gravi danni dovuti all’esplosione, ma molto probabilmente non conterrebbe una quantità sufficiente di sostanze radioattive in una forma tale da provocare gravi avvelenamenti da radiazioni in una grande quantità di persone. Le persone esposte alle radiazioni causate dalla bomba potrebbero tuttavia presentare un aumento del rischio di tumore nelle fasi successive della vita, a seconda della dose di radiazioni alla quale sono state esposte.
  3. Un incidente o un’esplosione di un impianto nucleare potrebbero causare il rilascio di una grande quantità di sostanze radioattive.
    • CHI SI TROVASSE NELL’IMPIANTO PROBABILMENTE POTREBBE ESSERE CONTAMINATO DALLE SOSTANZE RADIOATTIVE E FERITO DALL’EVENTUALE ESPLOSIONE.
    • CHI FOSSE STATO ESPOSTO AD UNA DOSE MOLTO ALTA DI RADIAZIONI POTREBBE SVILUPPARE UN AVVELENAMENTO.
    • CHI SI TROVASSE NELLA ZONA CIRCOSTANTE POTREBBE A SUA VOLTA ESSERE ESPOSTO O CONTAMINATO.
  4. Chiaramente l’esplosione di un ordigno nucleare potrebbe provocare diversi danni. Le persone sarebbero uccise o ferite dall’esplosione e contaminate dalle sostanze radioattive, con entità variabile a seconda della distanza dal luogo dell’esplosione. Molte persone potrebbero soffrire dei sintomi dell’avvelenamento da radiazioni. Dopo l’esplosione nucleare il fallout radioattivo arriverebbe a colpire zone anche molto lontane dal luogo dell’esplosione e sarebbe potenzialmente in grado di aumentare il rischio di tumori anche a distanza di anni e dall’attentato.

PREPARARSI AD UN’EMERGENZA NUCLEARE

Ogni comunità dovrebbe avere un piano d’emergenza da applicare in caso di emergenza nucleare: chiedete ai responsabili della vostra comunità se questo piano esiste, che cosa prevede e quali sono le istruzioni per l’evacuazione.

Mettete a punto un piano d’emergenza domestico, in modo che tutti i membri della vostra famiglia sappiano che cosa fare.

Tenete in casa un kit d’emergenza, utile per tutte le emergenze e non solo per quelle nucleari. Nel kit dovrebbero essere sempre presenti:

  • TORCIA CON BATTERIE DI RISERVA,
  • RADIO PORTATILE CON BATTERIE DI RISERVA,
  • ACQUA MINERALE,
  • ALIMENTI IN SCATOLA O CONFEZIONATI,
  • APRISCATOLE MANUALE,
  • KIT DI PRIMO SOCCORSO E FARMACI D’USO ABITUALE,
  • ASCIUGAMANI, SACCHI PER LA SPAZZATURA E CARTA IGIENICA.

COME PROTEGGERSI

Durante e dopo il rilascio di materiali radioattivi, le autorità locali e statali terranno sotto controllo i livelli di radiazioni e decideranno quali azioni da intraprendere per proteggere la popolazione.

La scelta dell’azione più adatta dipende dalla situazione, sintonizzatevi quindi sulle stazioni radio e televisive locali per avere tutte le informazioni e le istruzioni da seguire durante le emergenze.

Se l’emergenza nucleare è causata dal rilascio di ingenti quantità di materiali radioattivi, probabilmente vi sarà consigliato di rimanere dove siete, in casa o in ufficio, oppure di spostarvi in un luogo più sicuro.

Se le autorità consigliano di rimanere dove siete, in casa o in ufficio, è opportuno:

  1. Chiudere a chiave o con gli appositi fermi tutte le porte e le finestre.
  2. Spegnere i ventilatori, i condizionatori e i sistemi di raffreddamento che fanno entrare l’aria dall’esterno. Usate soltanto i dispositivi che fanno circolare l’aria già presente nell’edificio.
  3. Chiudere le valvole di tiraggio dei camini.
  4. Se possibile, portare gli animali domestici al chiuso con voi.
  5. Spostarsi in una camera più interna o in locali seminterrati.
  6. Tenere la radio sintonizzata sui canali dedicati all’emergenza o sulle notizie locali per capire che cosa dovrete fare.

Se le autorità consigliano di evacuare la zona, seguite le istruzioni che vi vengono date. Lasciate la vostra zona il più velocemente e il più ordinatamente possibile. Inoltre:

  • PORTATE CON VOI UNA TORCIA, UNA RADIO PORTATILE, LE BATTERIE, IL KIT DI PRIMO SOCCORSO, LE PROVVISTE DI ACQUA E ALIMENTI, L’APRISCATOLE, TUTTE LE MEDICINE ESSENZIALI, ABITI DI RICAMBIO, IL DENARO E LE CARTE DI CREDITO.
  • PORTATE CON VOI GLI ANIMALI DOMESTICI SOLO SE POTETE USARE I VOSTRI MEZZI PER SPOSTARVI E SOLO SE SIETE DIRETTI IN UN LUOGO IN CUI SIETE CERTI CHE GLI ANIMALI SARANNO ACCETTATI. I MEZZI E I RIFUGI D’EMERGENZA DI SOLITO NON ACCOLGONO GLI ANIMALI DOMESTICI.

IODURO DI POTASSIO

Lo ioduro di potassio (KI) dovrebbe essere assunto solo in caso di emergenza nucleare con rilascio di iodio radioattivo, ad esempio in caso di incidente nucleare o esplosione di una bomba atomica. È consigliabile assumere lo ioduro di potassio solo se le autorità sanitarie o i responsabili durante l’emergenza lo consigliano espressamente. Il razionale alla base di questa sorta di antidoto è aumentare la quantità di iodio NON radioattivo nell’organismo, per evitare che la tiroide assorba quello radioattivo (essendo incapace di scegliere uno piuttosto che l’altro).

Una bomba sporca, invece, con ogni probabilità non conterrà iodio radioattivo.

Chi è contaminato internamente dallo iodio radioattivo potrà soffrire di disturbi alla tiroide nelle fasi successive della vita. La tiroide assorbirà lo iodio radioattivo e potrà sviluppare noduli o tumori dopo la contaminazione.

Lo ioduro di potassio ha lo scopo di saturare la tiroide di iodio e diminuire così la quantità di isotopo radioattivo che potrebbe venire assorbito; purtroppo è invece del tutto inutile per gli altri tipi di esposizione alle radiazioni.

Alcuni pazienti sono allergici allo iodio, quindi non devono assumere lo ioduro di potassio. Se avete qualche preoccupazione a questo proposito, chiedete consiglio al vostro medico.

FONTI E BIBLIOGRAFIA

  • CDC (HTTP://WWW.BT.CDC.GOV/RADIATION/EMERGENCYFAQ.ASP), FONTE NON PIÙ DISPONIBILE

LE MALATTIE ASBESTO CORRELATE

L’opuscolo nasce dalla necessità di divulgare dati statistici riguardanti le malattie asbesto-correlate riconosciute dall’ Inail e le rendite a favore dei soggetti colpiti dalle suddette malattie e dei loro superstiti, nonché le prestazioni del Fondo per le vittime dell’amianto.

Immagine Le malattie asbesto correlate

L’analisi dell’andamento delle malattie da amianto e delle variabili tipo di malattia (classe ICD-10), genere, grado di menomazione, settore di attività e territorio fornisce un quadro statistico fruibile dai soggetti coinvolti a vario titolo nella “ questione amianto”. I dati fanno riferimento agli archivi Open Data Inail aggiornati 30/04/2021 e ai Monitoraggi Inail del Fondo per le vittime dell’amianto.


Prodotto: Opuscolo
Edizioni: Inail – 2021
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

Da inail.it

DOSAGGIO PSA NELLE DONNE ED INQUINAMENTO

Il dosaggio del Psa, indicatore di una patologia prostatica del maschio, nella donna può invece indicare un rischio da inquinamento ambientale. 

L’antigene prostatico specifico, meglio conosciuto con appunto con l’acronimo Psa, proteina (callicreina 3, KLK3) sintetizzata dalle cellule della prostata e misurato nel sangue del maschio per valutare patologie prostatiche ed in particolare il rischio di cancro alla prostata, secondo uno studio appena pubblicato (Int. J. of Environmental Research and Public Health – Pubmed) può rappresentare un indicatore precoce di danno ambientale. La scoperta è il frutto di un lavoro tutto campano nell’ambito del progetto di ricerca EcoFoodFertility (www.ecofoodfertility.it) coordinato da Luigi Montano, UroAndrologo dell’Asl di Salerno e presidente della Società italiana di Riproduzione umana. 

Un progetto che da anni studia nei territori inquinati e in Terra dei Fuochi, indicatori precoci e predittivi di danno alla salute non solo riproduttiva. Finora era stato il seme maschile il principale sensore sentinella della qualità ambientale e generale. Ora è stato scoperto come il Psa dosato nel sangue delle donne, possa rappresentare invece un marcatore di danno ambientale. 

Fino a pochi anni fa – avverte – dichiara Salvatore Raimondo – primo autore dello studio, responsabile del Laboratorio di ricerca Gentile di Gragnano  – si riteneva che il Psa nel sangue delle donne fosse assente ma con l’avvento di Kit diagnostici più sensibili si è dimostrata la sua presenza in determinate malattie (tumore seno, colon ecc.) ed è stata individuata la sede della sua produzione nelle ghiandole di Skene (omologhe della prostata), ghiandole parauretrali dell’apparato genitale femminile esterno, capaci di secernere tale marcatore». 
Nello studio, secondo il disegno del progetto EcoFoodFertility, sono state reclutate 119 ragazze omogenee per età e stili di vita provenienti dall’area della Terra dei Fuochi ad alto inquinamento ambientale e dall’area sud di Salerno “Valle del Sele e parco del Cilento” a basso tasso di inquinanti. Il Psa è stato dosato in tre periodi ben precisi del ciclo mestruale (fase follicolare, fase ovarica e fase luteinica) ed è emersa una variabilità significativa, tra i due gruppi di ragazze. In sintesi, nelle ragazze residenti nell’area inquinata è stata evidenziata una scarsa oscillazione del Psa nelle tre fasi del ciclo mestruale, con valori in assoluto più alti e con un picco opposto in fase ovulatoria rispetto alle ragazze residenti nell’area del salernitano». 

Toxic pollutants inside the human body and eating pollutants as an open mouth ingesting industrial toxins with 3D illustration elements.

«I cambiamenti da noi riscontrati, durante le fasi del ciclo mestruale – spiega Montano – in donne residenti in aree a diverso impatto ambientale, suggeriscono che il Psa possa avere un ruolo oltre le funzioni descritte da altri autori nei processi antimicrobici, desquamazione epiteliale genitale e cervicale, e trasporto degli spermatozoi». «Il nostro lavoro è quindi destinato ad aprire uno scenario per uno studio più allargato – commenta Marina Piscopo, biologa molecolare dell’Università Federico II di Napoli, coautrice dello studio». 


«Come il seme maschile – conclude Luigi Montano – con il progetto EcoFoodFertility sul fronte maschile sta fornendo sempre più conferme come precoce indicatore di danno alla salute da inquinamento ambientale, scoprire un possibile indicatore al “femminile” con tale potenzialità, da confermare ora con campionamenti più estesi, rappresenta il completamento del progetto che punta proprio a suggerire i biomarcatori riproduttivi come nuovi strumenti di valutazione di impatto ambientale utili ai policy makers per avviare modelli innovativi per la sorveglianza sanitaria, la prevenzione primaria, integrando le politiche di sanità pubblica in particolare nelle aree a maggiore inquinamento».  Da il Mattino

AMIANTO NATURALE E LAVORO

Da Inail.it

Amianto naturale e ambienti di lavoro

Nel lavoro si riporta lo stato dell’arte sulla presenza di amianto di originie naturale (NOA – Naturally Occurring Asbestos) in Italia, evidenziando le problematiche gestionali ad esso correlate e formulando le pricipali soluzioni di sicurezza applicabili a scala operativa.

Immagine Amianto naturale e ambienti di lavoro

In particolare, si forniscono indicazioni per le attività lavorative di settore, quali l’estrazione e lavorazione di pietre ornamentali e di pietrisco, le bonifiche di siti contaminati da amianto naturale, gli scavi per gallerie stradali e ferroviarie, gli scavi e opere di urbanizzazione, le lavorazioni agrarie e la rimozione e smaltimento/bonifica di ballast.


Prodotto: Volume
Edizioni: Inail –  2021
Disponibilità: Sì – Consultabile anche in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

FOCUS SUI TUMORI NASO SINUSALI

Introduzione

I tumori maligni naso-sinusali (ICD-10: C30-C31; ICD-9:160) sono tumori rari con incidenza annuale in Italia di circa 1 per 100.000 (tasso standardizzato per età, su popolazione europea: 0,8 negli uomini e 0,3 nelle donne nel periodo 2005-09) (1). Rappresentano meno dell’1% di tutti i tumori e meno del 4% di tutti i tumori maligni della testa e del collo (2).

A fronte della bassa incidenza nella popolazione generale, si osserva invece una rilevante frazione di casi in popolazioni lavorative esposte a specifici agenti causali, identificando i tumori naso-sinusali (TuNS) di tipo epiteliale come neoplasia con maggiore quota di casi di origine professionale, dopo il mesotelioma maligno indotto da esposizione ad amianto.

Sulla base delle evidenze disponibili, l’Agenzia Internazionale di Ricerca sul Cancro ha valutato alcuni agenti o circostanze di esposizione con evidenza certa o limitata di cancerogenicità per l’uomo (gruppi 1 e 2A) per la sede TuNS: la produzione di alcol isopropilico, i composti del nichel, il fumo di tabacco, il radio 226- e 228 e i prodotti del loro decadimento, le polveri di cuoio e le polveri di legno, le attività di carpenteria e falegnameria, i composti del cromo esavalente, la formaldeide e le lavorazioni tessili (3).

In attuazione di quanto previsto dall’art. 244 del DLvo 81/2008, presso l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL), Dipartimento di Medicina, Epidemiologia, Igiene del Lavoro e Ambientale, è attivo il Registro Nazionale dei Tumori Naso-Sinusali (ReNaTuNS) (4). Il ReNaTuNS stima l’incidenza dei casi di TuNS in Italia, raccoglie le informazioni sulla pregressa esposizione ad agenti correlati al rischio di TuNS e rappresenta quindi una base informativa per studi analitici di epidemiologia occupazionale e per la definizione di informazioni relative all’esposizione a fini preventivi e medico-assicurativi. Obiettivo del presente articolo è descrivere le attività del ReNaTuNS, riferendo i dati aggregati acquisiti dalle esperienze di sorveglianza in corso.

Materiali e metodi

L’architettura del ReNaTuNS si basa sui Centri Operativi Regionali (COR), istituiti in analogia a quelli già da tempo sperimentati in Italia ai fini del Registro Nazionale Mesoteliomi (5). Attualmente sono attivi e hanno trasmesso i dati al ReNaTuNS, i registri regionali dei TuNS del Piemonte, Lombardia, Provincia Autonoma di Trento, Emilia-Romagna, Toscana, Marche e Lazio. Recentemente è stato istituito il registro nella Provincia Autonoma di Bolzano e sono in corso esperienze di sperimentazione in Sardegna, Campania e Puglia.

Il ReNaTuNS ha registrato una selezione di tutti i tipi di tumore maligno primitivo delle fosse nasali e dei seni paranasali, con diagnosi certa o probabile, dal 1989 al 2012. La definizione dell’esposizione si basa sulla raccolta dettagliata della storia lavorativa, extralavorativa e degli stili di vita del caso segnalato, sulla codifica del settore lavorativo e della mansione, e sulla revisione delle informazioni raccolte e la loro traduzione in termini di esposizione da parte degli esperti igienisti industriali (6).

Risultati

L’archivio del ReNaTunS comprende, a dicembre del 2012, informazioni relative a 1.352 casi di TuNS. Il 79% dei soggetti ha un’età compresa tra 55 e 84 anni. L’età media alla diagnosi è di 66,2 anni senza differenze apprezzabili per genere (66,5 anni nelle donne e 66,1 negli uomini). Il rapporto di genere (U/D) è pari a 2,7. Il 73,4% dei 1.352 casi archiviati è di genere maschile (n. 992), mentre il 26,6% è di genere femminile (n. 360). Nell’intero archivio i casi con una diagnosi di TuNS certo sono il 98,6%. Le sedi anatomiche delle lesioni più frequenti sono le cavità nasali (41,6%), il seno etmoidale (20,6%) e il seno mascellare (16,8%). Le morfologie più diffuse sono i carcinomi a cellule squamose (34,3%) e gli adenocarcinomi di tipo intestinale (21%) (Tabella). Il tasso medio di incidenza nel periodo 2010-11 è 0,86 (casi per 100.000) negli uomini e 0,31 nelle donne. L’esposizione è stata definita per 900 casi (66,6% del totale). Nell’insieme dei casi con esposizione definita il 67% presenta un’esposizione professionale, lo 0,9% familiare, il 3,6% per un’attività extra lavorativa di svago o hobby. Per il 28,5% dei casi l’esposizione è improbabile o ignota (Tabella). Gli agenti cancerogeni più frequenti sono le polveri di legno (49,4% dei periodi di esposizione lavorativa definiti per agente) e di cuoio (39,6%), seguiti da solventi (11,4%), cromo (4,9%) e formaldeide (4,5%). I settori di attività maggiormente coinvolti nell’esposizione a polveri di legno sono la fabbricazione di mobili in legno e di serramenti in legno. Per quanto riguarda le polveri di cuoio, i settori prevalenti riguardano la produzione di calzature.Ingrandisci la tabella Rimpicciolire la tabella

Discussione

Il sistema di sorveglianza epidemiologica dei casi incidenti di TuNS con metodi di ricerca attiva e di analisi standardizzata delle storie professionali, residenziali e familiari dei soggetti ammalati è di particolare rilevanza in Italia, dove il numero di esposti ai fattori di rischio è piuttosto elevato (in molti casi con scarsa consapevolezza). I tassi di incidenza negli uomini sono quasi tre volte quelli delle donne, probabilmente a causa delle differenze nelle pregresse esposizioni a cancerogeni. Si è osservato che i tumori nasali originano prevalentemente nelle cavità nasali, e con meno frequenza nei seni etmoidale e mascellare. La morfologia più frequente è il carcinoma a cellule squamose. Questi risultati sono in linea con le stime riportate da altri studi (7). La percentuale di esposti professionalmente sul totale dei soggetti con esposizione definita è quasi il 75% negli uomini e più del 40% nelle donne (Tabella), valori non trascurabili anche in queste ultime, che sottolineano l’importanza di approfondire la storia espositiva dei casi di TuNS. Sono state identificate esposizioni significative per i lavoratori nei settori della lavorazione del legno e delle pelli, ma anche in altri ambiti occupazionali inattesi. I risultati suggeriscono infine l’approfondimento dei casi con esposizione definita “ignota”, al fine di identificare fattori di rischio misconosciuti o non valutati e proporre nuove ipotesi eziologiche. Tuttavia rimangono aperte numerose questioni critiche. Una rilevante parte di territorio nazionale a oggi non dispone del registro, e la capacità di analisi epidemiologica dei dati aggregati e la dimensione degli approfondimenti di ricerca a partire dai dati nazionali è ancora limitata. È auspicabile che la ricerca attiva dei casi di TuNS e l’analisi dell’esposizione diventino un’attività sistematica e coordinata, uno strumento fondamentale per la prevenzione della malattia, la tutela dei diritti dei soggetti ammalati e dei loro familiari e la corretta gestione delle risorsedi sanità pubblica.

Link:

https://www.inail.it/cs/internet/comunicazione/pubblicazioni/catalogo-generale/pubbl-renatuns-sorv-epid-tumori-naso-sinusali-manuale.html

Tratto da:

https://www.epicentro.iss.it/ben/2016/novembre-dicembre/2

CANGEROGENI E TU 81: SOSTITUITI GLI ALLEGATI XLII e XLIII

Da insic.it

Con Decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali e del Ministro della Salute dell’11 febbraio 2021 viene recepita la direttiva (UE) 2019/130 del Parlamento europeo e del Consiglio del 16 gennaio 2019 e la direttiva (UE) 2019/983 del Parlamento europeo e del Consiglio del 5 giugno 2019 (che modificano la direttiva “Cancerogeni” 2004/37/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 29 aprile 2004) sullaprotezione dei lavoratori contro irischi derivanti da un’esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni durante il lavoro.

Ciò comporta una sostituzione degli Allegati XLII (Elenco di sostanze miscele e processi) e XLIII (Valori limite di esposizione professionale) al D.Lgs. n. 81/2008 Testo unico di Salute e sicurezza sul lavoro con quelli contenuti nel DM 11/2/2021

Le modifiche agli allegati XLII e XLIII

I due allegati del testo unico di Salute e Sicurezza sul Lavoro All. XLII e XLIII) sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un’esposizione ad agenti cancerogeni e mutageni durante il lavoro erano stati aggiornati di recente con DECRETO LEGISLATIVO 1 giugno 2020, n. 44,di attuazione della direttiva (UE) 2017/2398 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 dicembre 2017, che modifica anch’essa la Direttiva “Madre” 2004/37).
In quel caso il Decreto aveva modificato anche l’art. 242 comma 6 in materia disorveglianza sanitaria dei lavoratori egli Allegati XLII (Elenco di sostanze miscele e processi) e XLIII (Valori limite di esposizione professionale)
.

Vedi l’analisi sul D.lgs. n.44/2020 su InSic per le misure introdotte durante il 2020.

Allegati Agenti chimici al Testo unico di Sicurezza

: le modifiche 2021

Fra le modifiche introdotte dal DM 11 febbraio 2021 agli Allegati segnaliamo:

  • Allegato XLII: aggiunte nella lista delle Sostanze , Miscele e processi del testo unico di Sicurezza, il riferimento alla
  1. Lavorazioni comportanti penetrazione cutanea negli oli minerali usati nei motori a combustione interna (voce 7)
  2. Lavorazioni comportanti l’esposizione alle emissioni di gas di scarico dei motori diesel (voce 8)
  • Allegato XLIII: modifica sostanziale della lista degli agenti, in particolare
  1. quelli che hanno effetti sulla cute: vengono maggiormente differenziati
  2. inseriti ex novo agenti come Berillio, Acido arsenico, Formaldeide, Emissioni dei gas di scarico dei motori diesel. Miscele di idrocarburi policiclici, Oliminerali usati nei motori a combustione interna.

Le direttive sui cancerogeni: 2019/130 e 2019/983

Il Decreto 11/2/2021 recepisce due importanti direttive che apportano modifica alla direttiva 2004/37/CE a distanza di quasi due anni dalla loro pubblicazione in Gazzetta ufficiale europea.

La Direttiva 2019/130 del Parlamento e del Consiglio UE, del 16 gennaio 2019 (in Gazzetta europea L 30 del 31/1/2019): oltre all’inserimento dell’articolo 13 bis nella Direttiva cancerogeni (che prevede la pubblicazione degli accordi delle parti sociali eventualmente conclusi sul sito web dell’EU-OSHA), modifica significativamentel’Allegato I “Elenco di sostanze, preparati e procedimenti” (nuovi inserimenti di voci) el’Allegato III “Valori limite e altre disposizioni direttamente connesse”, che viene completamente sostituito.

La Direttiva UE 2019/983 del 5 giugno 2019 del Parlamento Europeo e del Consiglio modifica in particolare,l’Allegato III della Direttiva Cancerogeni, sui VALORI LIMITE di specifiche sostanze e introduce nella Tabella di cui all’Allegato la nota “Cute”, in quanto si era reso necessario tenere presenti le vie di assorbimento di agenti cancerogeni e mutageni diverse da quella inalatoria.
Inoltre, aggiunge all’articolo 18 bis un comma che prevede l’eventualità,entro l’11 luglio 2022, di una modifica alla direttiva 2004/37/CE includervi disposizioni relative alla combinazione di un limite di esposizione professionale nell’aria e un valore limite biologico per il cadmio e suoi composti inorganici