LA POSTURA SEDUTA PROLUNGATA PUÒ RIDURRE LA CAPACITÀ POLMONARE ?

3 Luglio 2023

Il diaframma è uno dei principali muscoli respiratori e molte volte è stato preso in considerazione, dal punto di vista osteopatico, per analizzare i disturbi dei Pazienti, poiché risulta fondamentale anche in diverse altre attività fisiologiche (es. peristalsi intestinale, parto, sollevamento pesi, drenaggio…) (Bains et al, 2021) (Albarrati e tal, 2018) (Kang et al, 2018).

Una sua disfunzione può essere associata alla presenza di vari sintomi, da quelli respiratori, dall’intolleranza all’esercizio fisico, dal mal di schiena, fino ai disturbi gastro-enterici, uro-genitali, cervicali e del sonno (Dubè and Dres, 2016).

Il diaframma è una membrana muscolo-fibrosa che separa le cavità toracica e addominale ed è costituito da una porzione fibrosa centrale (non contrattile) e da una sezione muscolare periferica (contrattile). Durante l’attivazione, la forma del diaframma cambia di poco e la maggior parte dell’accorciamento si traduce in discesa assiale (per questo sia ha dal punto di vista osteopatico una disfunzione in inspirazione o in espirazione) (Albarrati e tal, 2018) (Kang et al, 2018) (Dubè and Dres, 2016).

In condizioni fisiologiche, il diaframma agisce come un pistone all’interno del torace, generando flusso, mentre la sua cupola scende all’interno della cavità toracica, spostando caudalmente il contenuto addominale ed elevando il torace inferiore. La pressione intra-toracica negativa, creata da questa azione, provoca (Bains et al, 2021) (Dubè and Dres, 2016):

(1) un afflusso di aria dalla bocca al polmone

(2) la generazione di un volume corrente

(3) un corretto pompaggio vascolare e linfatico

(4) un bilanciamento con la pressione intra-addominale.

Ma la funzione diaframmatica è sempre la stessa, sia da seduto che da in piedi? Per chi lavora tanto da seduto, cosa succede a livello diaframmatico?

In generale, si è visto che una postura non fisiologica del corpo (mantenuta in maniera prolungata) è in grado di influenzare la forza e la funzione dei muscoli respiratori, sia negli adulti sani, che nei Pazienti con disfunzione cardio-polmonare (Albarrati e tal, 2018) (Kang et al, 2018).

Biomeccanicamente, la lunghezza del muscolo influisce sulla capacità di una sua fibra muscolare di sviluppare una tensione attiva, nota come “relazione lunghezza-tensione“. Pertanto, si presume che i cambiamenti morfo-funzionali della gabbia toracica durante la posizione seduta prolungata, con flessione in avanti del capo e antiversione del cingolo scapolare, possano causare un alterato rapporto lunghezza-tensione dei muscoli respiratori, con conseguente (Albarrati e tal, 2018) (Kang et al, 2018):

a) ridotta capacità di questi muscoli di sviluppare tensione

b) ridotta frequenza

c) ridotta profondità della respirazione

L’alterazione biomeccanica dell’allineamento posturale può influenzare quindi in modo importante i range di movimento, la posizione e gli schemi di accoppiamento delle articolazioni tra le vertebre toraciche, le coste e lo sterno, alterando così anche la compliance polmonare, attraverso il cambiamento del movimento articolare disponibile per la respirazione (Albarrati e tal, 2018) (Katz et al, 2018).

Da quanto abbiamo letto, possiamo capire che le restrizioni della gabbia toracica durante la posizione seduta, limitano la mobilità del diaframma, inducendo successivamente e inconsciamente disturbi a più livelli del nostro corpo, come ad esempio un ridotto ritorno venoso, un’alterata stimolazione del sistema nervoso autonomo e una diversa eccitabilità del nervo frenico. Oltre a ciò, non bisogna dimenticare che si può avere anche un aumento dello sforzo respiratorio, una riduzione della capacità respiratoria e del controllo delle oscillazioni respiratorie in individui sani (Albarrati e tal, 2018).

In conclusione, per facilitare un normale schema motorio respiratorio è necessaria un’efficace contrazione del muscolo diaframmatico (Albarrati e tal, 2018).

Infine, a livello del sistema muscolo-scheletrico non dobbiamo dimenticare che durante la posizione seduta (Katz et al, 2018):

– gli organi addominali sono più alti, interferendo con il movimento diaframmatico e consentendo così una minore ispirazione

– i muscoli addominali si trovano in un punto meno ottimale nella curva lunghezza-tensione, poiché la combinazione di flessione dell’anca + posizione più alta del contenuto addominale, esercita una pressione verso l’alto

– lo schienale e il sedile della sedia possono notevolmente limitare l’espansione toracica, l’equilibrio tra la pressione intra-toracica e intra-addominale e l’escursione degli altri diaframmi della catena diaframmatica (in particolar modo a livello del cingolo scapolare e del diaframma pelvico) ( da pesentiweb)

LINK DI APPROFONDIMENTO :

STRETCHING VICINO ALLA POSTAZIONE PC

Alcuni semplici esercizi di stretching possono prevenire problemi posturali o muscolo-scheletrici. Possono essere eseguiti al lavoro, prendendosi una pausa almeno due volte al giorno, sono utili per chi svolge lavoro di ufficio alla scrivania, per gli operatori ai terminali, per gli operatori allo sportello e per chi passa tante ore in piedi.

L’ISS ha pubblicato una infografica con semplici esercizi da fare in ufficio. Sono esercizi validi  da affiancare a norme generali di comportamento, valide per tutti, come alzarsi spesso dalla sedia per riattivare la circolazione periferica delle gambe, bere almeno un bicchiere di acqua ogni ora per idratarsi e fare le scale, al posto di prendere l’ascensore, quando possibile.

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