Monthly Archives: Maggio 2023

PROTEGGERSI DAGLI INSETTI SUL LUOGO DI LAVORO .

Le punture di insetto sono un rischio comune per molti lavoratori, specialmente per coloro che lavorano all’aperto o in ambienti in cui gli insetti sono presenti in grandi quantità. Tra gli insetti che possono pungere ci sono le api, le vespe, le zanzare, le mosche e le formiche, solo per citarne alcuni. Queste punture possono causare dolore, prurito, gonfiore e in alcuni casi possono anche essere fatali. In questo articolo esploreremo il rischio di punture di insetto nei lavoratori e le misure preventive che possono essere adottate per prevenire questi incidenti.

Gli imenotteri, come le api e le vespe, sono tra gli insetti che pungono più comunemente i lavoratori. Questi insetti sono particolarmente aggressivi quando si sentono minacciati o disturbati, e spesso attaccano in gruppo, il che può causare gravi problemi di salute per i lavoratori. Le api e le vespe possono causare reazioni allergiche gravi o addirittura fatali, e i lavoratori che trascorrono molto tempo all’aperto o in ambienti in cui questi insetti sono presenti devono essere particolarmente attenti.

Le zanzare sono un altro insetto che può pungere i lavoratori e trasmettere malattie come il virus del Nilo occidentale, la malaria e la febbre del dengue. Queste malattie possono causare gravi problemi di salute e persino la morte. I lavoratori che trascorrono molto tempo all’aperto o in ambienti in cui le zanzare sono presenti devono adottare misure preventive per proteggersi dalle punture.

Le formiche sono un altro insetto che può pungere i lavoratori. Le formiche possono essere particolarmente aggressive quando si sentono minacciate o disturbate, e spesso attaccano in gruppo. Le formiche possono causare dolore, prurito e in alcuni casi gravi reazioni allergiche.

Le punture di insetto possono causare una serie di sintomi, tra cui prurito, dolore, gonfiore e arrossamento della pelle. In alcuni casi, le punture di insetto possono causare gravi reazioni allergiche, come l’orticaria, la difficoltà respiratoria e lo shock anafilattico. I lavoratori che hanno una storia di reazioni allergiche alle punture di insetto devono essere particolarmente attenti e adottare misure preventive per proteggersi.

Per prevenire le punture di insetto nei lavoratori, esistono diverse misure preventive che possono essere adottate. In primo luogo, i lavoratori che trascorrono molto tempo all’aperto o in ambienti in cui gli insetti sono presenti devono indossare abiti protettivi, come tute, guanti e cappelli. Inoltre, i lavoratori devono utilizzare repellenti per insetti per proteggersi dalle punture.

In secondo luogo, gli ambienti di lavoro devono essere mantenuti puliti e ordinati per ridurre il rischio di punture di insetto. Gli insetti possono essere attratti da cibo e spazzatura, quindi è importante tenere l’area di lavoro pulita e disinfettata.

In terzo luogo, i lavoratori devono essere addestrati sui rischi associati alle punture di insetto e sui sintomi di una reazione allergica. Inoltre, i lavoratori devono essere addestrati a utilizzare i mezzi di protezione individuale, come maschere e occhiali protettivi.

In quarto luogo, i lavoratori che hanno una storia di reazioni allergiche alle punture di insetto devono essere sottoposti a controlli medici regolari per verificare la presenza di allergie e per monitorare eventuali sintomi di reazioni allergiche.

In quinto luogo, gli ambienti di lavoro devono essere adeguatamente monitorati e bonificati per la presenza di insetti e per verificare l’efficacia delle misure preventive adottate. In questo modo, è possibile identificare eventuali problemi e adottare le misure necessarie per prevenire le punture di insetto.

Le punture di insetto sono, quindi, un rischio importante per molti lavoratori. Gli imenotteri, come le api e le vespe, sono particolarmente aggressivi e possono causare gravi problemi di salute. Tuttavia, esistono diverse misure preventive che possono essere adottate per proteggere i lavoratori dalle punture di insetto, come l’utilizzo di abiti protettivi, repellenti per insetti e mezzi di protezione individuale. Inoltre, è importante mantenere gli ambienti di lavoro puliti e ordinati , bonificare i luoghi di lavoro da vespai e addestrare i lavoratori sui rischi associati alle punture di insetto e sui sintomi di una reazione allergica. Solo adottando queste misure preventive è possibile garantire un ambiente di lavoro sicuro e sano per i lavoratori.

L”IMPIEGO DI ZANZARIERE.

Le zanzariere sono poi un’importante soluzione per la protezione dei lavoratori , soprattutto in aree confinate, contro le zanzare e altri insetti .

I luoghi di lavoro all’aperto o in ambienti con molte finestre e porte aperte possono essere particolarmente soggetti all’esposizione degli insetti.

Le zanzariere possono essere realizzate in vari materiali, come la fibra di vetro, l’alluminio, il PVC e la rete metallica. Le zanzariere possono anche essere personalizzate in base alle esigenze dell’utente, come ad esempio la capacità di essere facilmente rimovibili o di avere un design estetico.

L’utilità principale delle zanzariere nei luoghi di lavoro è quella di proteggere i lavoratori dagli insetti volanti. Ciò può aiutare a prevenire la diffusione di malattie e migliorare la qualità della vita dei lavoratori. Inoltre, le zanzariere possono aiutare a mantenere un ambiente di lavoro pulito e ordinato, impedendo l’ingresso di polvere, foglie e altri detriti che potrebbero altrimenti penetrare attraverso le finestre e le porte aperte.

Le zanzariere possono anche aiutare a ridurre i costi dell’aria condizionata, poiché consentono l’ingresso di aria fresca e circolazione dell’aria all’interno della stanza. Inoltre, le zanzariere possono aiutare a mantenere la privacy, impedendo alle persone esterne di guardare all’interno dell’area di lavoro.

RISCHIO ZOONOSI : UN OPUSCOLO INAIL

Agricoltori, forestali, guardia parchi e giardinieri, ma anche allevatori, veterinari e addetti ai maneggi. Si tratta di un nutrito gruppo di lavoratori che hanno in comune quello di operare in ambienti outdoor e di essere soggetti alle punture e ai morsi di zanzare, zecche e pappataci. A essi, ai pericoli che corrono, e alle misure di prevenzione da adottare è dedicata la scheda redatta dal Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (Dimeila) dell’Inail.

Da dove vengono le zoonosi. Le infezioni trasmesse dagli artropodi all’uomo, tecnicamente definite zoonosi vettore trasmesse, rappresentano un problema importante all’interno della sanità pubblica. Negli ultimi anni sono progressivamente aumentati in Europa e nel nostro Paese i casi importati e autoctoni di patologie virali di origine tropicale, dovuti sia ai cambiamenti climatici che ad altri fattori naturali e antropici, come le migrazioni, le modifiche ambientali, l’espandersi dell’agricoltura intensiva, l’incremento dei viaggi e del commercio di animali. 

Qui sotto riportiamo il link sulle zoonosi pubblicato da inail

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POSA PAVIMENTI: LISTA DI CONTROLLO SUVA.

da Suva.ch

La posa e il trattamento di rivestimenti per pavimenti comportano molteplici pericoli. Gli infortuni dovuti a lesioni da taglio con utensili a mano e macchine portatili, lesioni agli occhi causate dalla proiezione di frammenti, cadute in piano e sulle scale e la manipolazione di sostanze pericolose sono tra i pericoli principali. Ma anche il sovraccarico delle ginocchia, della schiena e i danni all’udito possono essere pericolosi per la salute del personale.

Compilando questa lista di controllo e mettendo in atto le necessarie misure di protezione potrete ridurre i pericoli nella vostra azienda e le assenze. Questa lista mostra le eventuali lacune nell’organizzazione, nella formazione e conduzione, nell’uso di utensili e macchine, nella messa in sicurezza di aperture nel vuoto, nella manipolazione di sostanze pericolose e nella tutela della salute.

La lista di controllo è particolarmente utile per l’analisi dei pericoli e la pianificazione delle misure e contiene link di approfondimento di temi rilevanti.

Nella lista di controllo «Individuazione dei pericoli e pianificazione delle misure» sono disponibili altre liste di controllo rilevanti per il vostro settore. Per maggiori informazioni sulla posa e il trattamento in sicurezza di rivestimenti per pavimenti, consultate le seguenti pagine:

CLICK DAY PRONTO ALLA PARTENZA

il Bando Inail e il Click Day 2023 ai nastri di partenza nel 2023!

Attualmente sono state rese note le prime date:

– 2 maggio 2023: apertura della procedura informatica per la compilazione della domanda

– 16 giugno 2023 alle ore 18:00chiusura della procedura informatica per la compilazione della domanda

– 23 giugno 2023: data per il download dei codici identificativi

L’INAIL ha annunciato che entro il 16 giugno 2023 verrà aggiornato il calendario con la pubblicazione delle date successive.

LA SICUREZZA NEL SETTORE CORILICOLO

da Inail.it

L’opuscolo è il risultato del progetto di prevenzione ”La Sicurezza nel Settore Corilicolo” realizzato a seguito di avviso pubblico per la presentazione di progetti diretti alla prevenzione della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

Lo studio, presentato dalla Confederazione Italiana Agricoltori (C.I.A.) di Avellino e realizzato in collaborazione con IRFOM – Istituto di Ricerca e Formazione per il Mezzogiorno, ha approfondito i possibili rischi per gli agricoltori dell’intera filiera corilicola e le principali misure di prevenzione e protezione da adottare nelle varie fasi lavorative per renderle più sicure.


Prodotto: Opuscolo
Edizioni: Inail – 2023
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

SPETTA AL LAVORATORE DIMOSTRARE LA CAUSA LAVORATIVA DI UN DANNO

da doctor33.it

Poiché la responsabilità del datore di lavoro ex art. 2087 c.c. è di natura contrattuale, ai fini del relativo accertamento, incombe sul lavoratore che lamenti di avere subito, a causa dell’attività lavorativa svolta, un danno alla salute, l’onere di provare l’esistenza di tale danno, come pure la nocività dell’ambiente di lavoro, nonché il nesso tra l’uno e l’altro elemento, mentre grava sul datore di lavoro – una volta che il lavoratore abbia provato le predette circostanze – l’onere di provare di avere fatto tutto il possibile per evitare il danno, ovvero di avere adottato tutte le cautele necessarie per impedire il verificarsi del danno stesso.

(fonte :www.dirittosanitario.net)

NUOVI OBBLIGHI PER IL MEDICO COMPETENTE E CON IL “DECRETO LAVORO” DL 48/2023.

Alessandro Guerri Medico , Specialista in Medicina del Lavoro

È stato appena pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 04.05.2023 n. 103, il Decreto legge del 4 maggio 2023 n. 48 il cosiddetto “decreto lavoro” che non solo inserisce misure urgenti nel mondo del lavoro, ma introduce anche alcune importanti modifiche agli obblighi del medico competente e questo già dal 4 maggio 2023.

Ma vediamo insieme le principali novità.

OBBLIGHI DEL MEDICO COMPETENTE

Articolo 18 – Obblighi del datore di lavoro e del dirigente

1. Il datore di lavoro, che esercita le attività di cui all’articolo 3, e i dirigenti, che organizzano e dirigono le stesse attività secondo le attribuzioni e competenze ad essi conferite, devono:

a) nominare il medico competente per l’effettuazione della sorveglianza sanitaria nei casi previsti dal presente decreto legislativo e qualora richiesto dalla valutazione dei rischi di cui all’articolo 28 

“L’articolo 15 apporta modifiche al decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, senza comportare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. La lettera a) introduce l’obbligo di nominare il medico competente ogni qualvolta la valutazione dei rischi ne suggerisca la presenza”.

Questa è una novità importante in quanto potenzialmente amplia in modo significativo l’obbligo di monitorare la salute dei lavoratori non solo nei casi specificamente indicati dal D.Lgs. n. 81/2008, ma anche in tutti i casi in cui la valutazione dei rischi, effettuata in collaborazione obbligatoria con il medico competente ai sensi dell’art. 29 c. 1 del D.Lgs. n. 81/2008, ne evidenzi la necessità. Ad esempio, si può pensare al lavoro svolto in missione o all’estero, a particolari attività non tabellate ma con elevati valori di stress correlato al lavoro, al rischio di guida di autoveicoli, a rischi posturali e così via.

Tra l ‘altro , la sentenza della Cassazione Penale.Sez. III, datata 15 gennaio 2013 n.1856, ha evidenziato che per quanto riguarda la valutazione dei rischi, il medico competente non deve basarsi solo sulle informazioni fornite dal datore di lavoro, come previsto dall’art.18, comma 2, ma deve anche acquisire informazioni di sua iniziativa, ad esempio durante le visite nei luoghi di lavoro previste dall’art. 25, lettera I) o attraverso le segnalazioni dirette dei lavoratori sottoposti a sorveglianza sanitaria o di altri soggetti.

La Cassazione penale Sez. III, 15 gennaio 2013 n.1856 ha sottolineato che “in tema di valutazione dei rischi, il “ medico competente” assume elementi di valutazione non soltanto dalle informazioni che devono essere fornite dal datore di lavoro, quali quelle di cui all’art.18, comma 2, ma anche da quelle che può e deve direttamente acquisire dì sua iniziativa, ad esempio in occasione delle visite agli ambienti di lavoro di cui all’art. 25, lettera I) o perché fornitegli direttamente dai lavoratori sottoposti a sorveglianza sanitaria o da altri soggetti”.

MEDICO COMPETENTE , CARTELLA SANITARIA E SOSTITUTO

ll DL 48/2023 inserisce la lettera e-bis) e la lettera n-bis all’articolo 25, comma 1 che dettaglia tutti gli obblighi del medico competente

Il medico competente:

e-bis) in occasione delle visite di assunzione, richiede al lavoratore la cartella sanitaria rilasciata dal precedente datore di lavoro e tiene conto del suo contenuto ai fini della formulazione del giudizio di idoneità;»

n-bis) in caso di impedimento per gravi e motivate ragioni, comunica per iscritto al datore di lavoro il nominativo di un sostituto, in possesso dei requisiti di cui all’articolo 38, per l’adempimento degli obblighi di legge durante il relativo intervallo temporale specificato.»;

Viene quindi inserito un nuovo “doppio” obbligo al medico competente: ricevere e consultare la cartella sanitaria che viene rilasciata al lavoratore dal medico competente del precedente datore di lavoro (ai sensi dell’art. 25 comma 1 lettera e), e tenerne conto ai fini del giudizio di idoneità (regolato all’art. 41 comm 2 lettera a).

Inoltre, con la lettera n-bis richiede al medico di indicare un sostituto in caso di impedimento grave e per motivate ragioni.

Se da una parte questi contributi legislativi rafforzano ulterioriormente la centralità del medico del lavoro , dall’ altro come nel caso delle cartelle sanitarie aumentano notevolmente il carico ” burocratico”.

ANCORA TROPPO NEOPLASIE PROFESSIONALI IN LOMBARDIA

da “il giorno”

Sono 38.560 i lavoratori esposti o che hanno lavorato a contatto con sostanze cancerogene. Il problema legato ad amianto, cobalto, cadmio e polvere di legno duro. Un lavoratore (foto di repertorio)Un lavoratore (foto di repertorio)Sono oltre 38mila i lavoratori in Lombardia esposti o che hanno lavorato a contatto con sostanze cancerogene, il numero più elevato nel contesto nazionale. È quanto emerge dal Sistema informativo di registrazione delle esposizioni professionali (Sirep) dell’Inail, che raccoglie i flussi pervenuti dai datori di lavoro. L’articolo 243 del decreto legislativo 81/2008 prevede, infatti, che i lavoratori esposti al rischio di sviluppare neoplasie correlate al contatto con sostanze impiegate nel proprio lavoro siano iscritti in un registro istituito dal datore di lavoro, in cui viene riportata l’attività svolta, l’agente cancerogeno utilizzato e, se noto, il valore dell’esposizione a tale agente. I flussi informativi sono raccolti nel Sirep, per il monitoraggio delle malattie professionali di grande rilevanza per ragioni epidemiologiche, medico-legali, storiche e sociali.

rapporto appena pubblicato dall’Inail, che ha estrapolato i dati del periodo 1994 e 2021, emerge come in Lombardia siano 3.239 le unità produttive e 38.560 i lavoratori coinvolti, per un totale di 80mila esposizioni registrate. Il numero di lavoratori è il più elevato in Italia (al secondo posto il Veneto con circa 34mila) così come quello delle unità produttive (poco meno di 2.800 in Veneto), mentre il numero di esposizioni è leggermente inferiore alle 90mila del Veneto, ma le misurazioni (i campionamenti personali o ambientali) sono la metà (72mila in Lombardia, 114mila in Veneto).

Tra le province lombarde, a Milano si rileva il maggior numero di lavoratori esposti a sostanze cancerogene (8.375), seguita da Bergamo (6.467) e Como (5.413); sono 4539 a Brescia, 1.071 a Lecco e 451 a Sondrio. Il maggior numero di misurazioni è a Milano (16.534) e Bergamo (14.665). In generale, sono le aziende più grandi ad apportare il maggior numero di dati. Il dossier rileva che “la loro costante diminuzione non ha inciso sul monitoraggio mentre ha sicuramente inciso sui grandi Servizi salute e sicurezza che al loro interno producevano indagini di igiene industriale, campionamenti e analisi propri.

Polvere di legno duro, cromo, benzene, nichel composti, formaldeide, amianto, cobalto, polvere di silice e idrocarburi sono le sostanze a cui sono esposti i numeri più elevati; la regione è al primo posto in Italia per unità produttive e lavoratori esposti a polvere di legno, amianto, idrocarburi policiclici aromatici, cobalto, cadmio. “Per il lento manifestarsi del fenomeno causa-effetto – spiega Stefano Signorini, direttore del Dipartimento di igiene del lavoro e ambientale dell’Inail – l’esposizione ad agenti cancerogeni non permette un’immediata correlazione con le cause lavorative, per cui la sorveglianza sanitaria diventa essenziale per la definizione degli interventi di prevenzione”.

RESILIENZA DELLE AZIENDE NELLA TRANSIZIONE DIGITALE

da Inail.it

L’implementazione di advanced manufacturing solutions nelle imprese permette di migliorare la produttività, la qualità e la flessibilità della produzione e introduce nuovi tipi di interazioni uomo-macchina che richiedono un’adeguata valutazione in un’ottica di salute e sicurezza sul lavoro.

Immagine Transizione digitale, Cobot e Ssl: uno strumento per valutare la resilienza organizzativa

In questo ambito è possibile utilizzare uno strumento di rilevazione, fondato sulle logiche del RAG (Resilience Analysis Grid), per valutare lo stato potenziale di resilienza delle aziende del settore manifatturiero che hanno automatizzato i processi produttivi introducendo robot collaborativi (cobot).


Prodotto: Fact sheet
Edizioni: Inail – 2023
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

RUMORE AMBIENTALE E QUALITÀ DEL SONNO

Diversi recenti studi hanno evidenziato come il rumore ambientale possa incidere notevolmente sulla durata e sulla qualità del sonno.

Il sonno notoriamente svolge un ruolo molto importante nella salute e nel benessere generale del nostro corpo e della nostra mente :

  1. Migliora la memoria e la capacità di apprendimento: durante il sonno il cervello elabora le informazioni acquisite durante la giornata, consolidando le memorie e migliorando la capacità di apprendimento.
  2. Riduce lo stress: il sonno aiuta a ridurre i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, nel corpo.
  3. Migliora l’umore: le persone che dormono bene tendono ad essere più felici e positive.
  4. Rinforza il sistema immunitario: durante il sonno il corpo produce proteine che aiutano a combattere le infezioni, rafforzando il sistema immunitario.
  5. Aiuta a mantenere un peso sano: il sonno regolare aiuta a mantenere un peso sano, poiché influisce sui livelli di ormoni che regolano l’appetito.
  6. Favorisce la salute del cuore: il sonno aiuta a ridurre la pressione sanguigna e il rischio di malattie cardiovascolari.
  7. Il rumore ambientale è invece una fonte di disturbo comune nella vita quotidiana, che può influire sulla salute e sul benessere delle persone. In particolare, il rumore aereoportuale in particolare è un tipo di rumore ambientale che può avere un impatto significativo sulla qualità del sonno delle persone che vivono vicino agli aeroporti.

Gli effetti del rumore aereoportuale sulla qualità del sonno sono stati ampiamente studiati negli ultimi decenni. Le ricerche hanno dimostrato che il rumore aereoportuale può interrompere il sonno, causando un sonno meno profondo e meno riposante. Questo può portare ad una diminuzione della qualità del sonno, con conseguente affaticamento, sonnolenza durante il giorno e una maggiore probabilità di problemi di salute a lungo termine.

Uno dei modi principali in cui il rumore aereoportuale può influire sulla qualità del sonno è attraverso la sua capacità di interrompere il sonno durante le fasi più leggere. Il rumore può causare un aumento della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna, così come un aumento del tono muscolare, che può portare ad un risveglio o ad una diminuzione della qualità del sonno. Inoltre, il rumore aereoportuale può anche causare un aumento del rischio di apnee notturne, disturbi respiratori durante il sonno che possono portare a problemi di salute a lungo termine.

Alcuni studi hanno anche evidenziato una maggiore suscettibilità degli anziani, delle donne in gravidanza e dei bambini agli effetti del rumore aereoportuale sulla qualità del sonno. In particolare, i bambini possono essere più vulnerabili ai disturbi del sonno causati dal rumore aereoportuale a causa della loro maggiore sensibilità uditiva.

Esistono diverse tecniche per ridurre l’impatto del rumore aereoportuale sulla qualità del sonno. Ad esempio, la riduzione del rumore attraverso l’uso di materiali fonoassorbenti o l’installazione di finestre insonorizzate può aiutare a ridurre la quantità di rumore che penetra in una casa. Inoltre, l’uso di dispositivi di mascheramento del rumore, come ventilatori o apparecchi acustici, può anche aiutare a mascherare il rumore aereoportuale e a migliorare la qualità del sonno.

Il rumore aereoportuale ed ambientale può avere un impatto significativo sulla qualità del sonno delle persone che vivono vicino agli aeroporti. Tuttavia, esistono diverse tecniche per ridurre l’impatto del rumore sulla qualità del sonno, che possono aiutare le persone a dormire meglio e ad evitare i problemi di salute a lungo termine associati al sonno disturbato.

link :

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35857401/

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/29538344/

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36981810/

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/27529260/

dott Alessandro Guerri medico Specialista in Medicina del Lavoro

MASCHERINE NELLE STRUTTURE SANITARIE: L’ULTIMA ORDINANZA.

dal sito dell ‘ordine dei medici e chirurghi di Piacenza.

Con l’ordinanza del Ministero della Salute del 28 aprile sono state modificate le regole sull’utilizzo delle mascherine all’interno degli ospedali. L’ordinanza sarà in vigore dal 1° maggio al 31 dicembre 2023.

E’ fatto obbligo – recita l’articolo 1 – di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie ai lavoratori, agli utenti e ai visitatori delle strutture sanitarie all’interno dei reparti che ospitano pazienti fragili, anziani o immunodepressi, specialmente se ad alta intensità di cura, identificati dalle Direzioni Sanitarie delle strutture sanitarie stesse. L’obbligo è esteso ai lavoratori, agli utenti e ai visitatori delle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali, comprese le strutture di ospitalità e lungodegenza, le residenze sanitarie assistenziali, gli hospice, le strutture riabilitative, le strutture residenziali per anziani, anche non autosufficienti.

Negli altri reparti e nelle sale di attesa, “la decisione sull’utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie da parte di operatori sanitari e visitatori resta alla discrezione delle Direzioni Sanitarie, che possono disporne l’uso anche per tutti coloro che presentino sintomatologia respiratoria”. Non sono previste analoghe misure “per quanto riguarda i connettivi e gli spazi ospedalieri comunque siti al di fuori dei reparti di degenza”. Per quanto riguarda infine gli ambulatori medici, “la decisione sull’utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie resta alla discrezione dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta“.

Non hanno l’obbligo di indossare il dispositivo di protezione delle vie respiratorie: i bambini di età inferiore ai sei anni; le persone con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina, nonché le persone che devono comunicare con una persona con disabilità in modo da non poter fare uso del dispositivo.

La decisione sull’esecuzione di tampone diagnostico per infezione da SARS-CoV-2 per l’accesso ai Pronto soccorso – si legge inoltre nel provvedimento – è rimessa alla discrezione delle Direzioni Sanitarie e delle Autorità Regionali.

LE INDICAZIONI DELLA REGIONE ALLE AZIENDE SANITARIE – In Emilia-Romagna – si legge in una nota diffusa dalla Regione – i dispositivi di protezione individuale rimangono obbligatori per operatori, visitatori e utenti all’interno dei reparti di degenza delle strutture sanitarie, negli ambulatori e nei centri specialistici a cui afferiscono pazienti fragili o immunodepressi, nelle sale d’attesa delle strutture sanitarie per i soggetti con sintomatologia respiratoria, nelle strutture sociosanitarie e socioassistenziali (strutture di ospitalità e lungodegenza, residenze sanitarie assistenziali, hospice, strutture riabilitative, strutture residenziali per anziani, anche non autosufficienti). La lista completa delle strutture residenziali coinvolte è quella indicata dall’articolo 44 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017. Sono esonerati dall’obbligo i bambini di età inferiore ai sei anni, chi abbia patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina e chi non possa far uso del dispositivo perché deve comunicare con una persona disabile.

L’uso dei dispositivi è invece raccomandato all’interno delle sale d’attesa per operatori, accompagnatori e utenti delle strutture sanitarie che non abbiano sintomi respiratori. In linea con l’ordinanza ministeriale, infine, negli ambulatori dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta l’eventuale obbligo è a discrezione del medico. Infine, i tamponi per la ricerca di SARS-CoV-2 saranno obbligatori per i pazienti che accedono al Pronto Soccorso o al ricovero ospedaliero già con sintomi, o che li sviluppino durante la degenza.