INFEZIONE IBRIDA DA COVID

15 Gennaio 2022

E’ un fatto che esposizioni aggiuntive a frammenti di un virus tendono a rafforzare l’immunità in modo incrementale. Quindi non è irrazionale immaginare che un’infezione da omicron, a seguito di un ciclo completo di vaccinazione, potrebbe essere “un bene”: in altre parole, accrescere la propria armatura antivirale, attraverso questa forma di immunità ibrida, tanto più che gli ultimi studi farebbero emergere che gli anticorpi generati da infezione da omicron, proteggerebbero anche dalle precedenti varianti. Sembrerebbe, a una prima impressione, un vero e proprio “nulla osta” per i vaccinati che potrebbero abbassare la guardia senza preoccuparsi più di cautele e misure di protezione contro Covid. Ma il condizionale è d’obbligo. Perché, come oramai abbiamo imparato a capire, quando si parla di questo virus non esistono equazioni certe.

E il professor Francesco Broccolo, virologo e professore dell’Università di Milano Bicocca, ci ha spiegato perché.

“Partiamo da un presupposto”, dice Broccolo a HuffPostItalia, “i principali sistemi dell’immunità che vengono stimolati sia con la vaccinazione che con l’infezione sono i linfociti T memoria, i linfociti B memoria e i gli anticorpi neutralizzanti. Sia il vaccino che l’infezione naturale hanno questa capacità, quello che sappiamo è che l’infezione naturale, con tutte le varianti viste fino ad adesso, danno una protezione maggiore. Addirittura il primo lavoro su Science parlava di immunità fino a 8 mesi di durata; con il susseguirsi di varianti questa immunità si è ridotta. Fino ad arrivare ad Omicron”.

Che cosa sappiamo di Omicron fino ad adesso?

Chi si infetta con Omicron ha una protezione non solo su Omicron stessa, ma anche sulle varianti precedenti. Questa è la grande novità. Verrebbe da dire, dunque, che infettarsi con Omicron tutto sommato non sembra tanto male: perché ci sono sei lavori che al momento dimostrano che è un virus poco virulento, molto meno patogeno, dà infezione non sinciziogena, che vuol dire che a differenza delle altre varianti interessa la cellula e non quelle adiacenti, non avviene il passaggio self to self, cioè infetto una cellula e questa a sua volta infetta con effetto domino quelle vicino, fino a che si forma una lesione nel polmone. Infetta solo le cellule superficiali e si mantiene lì. Non penetra bene nella cellula perché ha una sequenza diversa sulla Spike che ha delle mutazioni che le consentono l’aggancio potente, ma non ha il taglio proteolitico che le consente di girare la chiave e aprire la porta. Questa caratteristiche la rendono poco virulenta. Da qui a dire “infettiamoci tutti e facciamo i party perché è un ottimo vaccino” dico no.

Ecco il punto. Molti potrebbe pensare: ho tre dosi di vaccino, Omicron è meno virulenta e fornisce maggiore protezione anche contro altre varianti. Forse non conviene infettarsi?

No, perché non conosciamo gli effetti a lungo termine di questa variante. E’ sbagliato anche dire che si tratta di un semplice raffreddore o poco più dell’influenza. Sono etichette che rischiano di dare un messaggio errato al cittadino che si infetta perché non corre rischi. Non sappiamo se provoca Long Covid. E ad oggi non sappiamo se si comporta allo stesso modo su tutti i soggetti. C’è uno studio incoraggiante, ma non basta.

Ce ne parli

Sono state studiate 8000 persone canadesi infettate da Delta e 6000 infettate da Omicron. E a parità di ciclo vaccinale, sesso e età è stato dimostrato che la Delta ospedalizzava al 2,2% e Omicron allo 0.3%. E che i morti di Delta erano lo 0,3% e quelli di Omicron 0. Dati confortanti, ma non sappiamo se Omicron possa dare fra qualche anno complicazioni, dobbiamo essere prudenti, prevale sempre, in medicina, il principio di precauzione. 

Poi c’è il discorso nascita nuove varianti…

Omicron ha tutte le intenzioni di sostituire Delta: è molto più trasmissibile, ma poco letale e scopriamo che chi ha anticorpi da Omicron si protegge anche da Delta, quindi di fatto la scalza. Condizione ideale per un virus che vuole diventare endemico: non vuole uccidere, vuole che l’ospite rimanga vivo. Ebola non è mai diventato endemico perché uccide. E se uccide l’ospite non sopravvive lui. E il virus intelligente tiene in vita l’ospite. C’è da sperare, però, che non sorgano nuove varianti: Omicron è più trasmissibile e meno virulenta, e con una circolazione più alta questo è il vero rischio. Più circola virus e più c’è la possibilità di nuove varianti che si originano soprattutto in soggetti immunodepressi. 

Perciò anche con tre dosi di vaccino e una variante poco letale, meglio tenere alta la guardia e non rischiare l’immunità ibrida..

Meglio essere prudenti e tenere alta la guardia perché non sappiamo gli effetti a lungo termine di questa infezione naturale, sappiamo troppo poco e poi far circolare in modo eccessivo il virus può generare nuove varianti. Poi c’è la variabile delle caratteristiche del soggetto: nello studio canadese su 6000 casi non ne è morto uno e solo lo 0,3% è stato ospedalizzato; ma quando cominciamo a parlare di 6 milioni di casi qualcuno può morire, non possiamo saperlo e non possiamo dare messaggi conclusivi in questo momento.

Da HUFFPOST

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