LAVORARE IN PIGIAMA IN SMART WORKING FA MALE

17 Dicembre 2020

Lavorare da casa e restare tutto il giorno in tuta o in pigiama, senza doversi vestire di tutto punto, può sembrare uno dei “vantaggi” dello smart working, che in molti hanno conosciuto dallo scoppio della pandemia. Tuttavia, un nuovo studio australiano avverte che questa condizione può provocare un deterioramento della salute mentale. Alla ricerca, condotta nel pieno del lockdown di aprile e maggio, hanno partecipato 163 accademici e ricercatori provenienti da varie zone del Paese, ed è stato pubblicato sul Medical Journal of Australia. Ne è emerso che coloro che lavoravano da casa in pigiama hanno rivelato peggiori condizioni di salute mentale, rispetto a chi, avendo figli piccoli in casa, era indotto a vestirsi più normalmente.

Lo studio, condotto da accademici del Woolcock Institute of Medical Research di Sydney, conclude che «una maggiore percentuale di persone che indossano il pigiama durante le ore di lavoro riporta un declino di salute mentale durante la pandemia, rispetto a chi si veste prima di andare al computer». «La dura realtà delle grandi città, con alti costi immobiliari, fa sì che molti accademici e ricercatori non possano permettersi case con studi o aree di lavoro separate», scrivono gli autori della ricerca Cindy Thamrin e David Chapman. «Quanto alla produttività, la più alta si registra in chi è chiamato a svolgere compiti specifici, come scrivere articoli scientifici, mentre i ricercatori alle prime armi fanno più fatica a destreggiarsi»

Da il messaggero

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