GUIDA ALLE MASCHERINE CHIRURGICHE E FACCIALI

19 Ottobre 2020

Le mascherine protettive sono purtroppo diventate in pochi mesi un accessorio comune a tutti ma imprescindibile. Tutti quanti e non solo gli operatori della sicurezza sanno ormai  del significato di “mascherina chirurgica” e di “mascherina ffp2” ma purtroppo molti comuni cittadini sono convinti che le mascherine chirurgiche siano un mezzo di protezione adeguato in tutte le situazioni. Invece le mascherine chirurgiche, proprio perché dispositivi medici nati peró per proteggere il paziente da infezioni e non tanto il medico, hanno evidenti limiti di protezione in situazioni critiche. Riportiamo uno schema per fare un po’ di chiarezza sperando di essere utili.

 

Maschere chirurgiche e di protezione devono necessariamente rispettare le normative e i regolamenti in vigore nel Paese.

MASCHERE CHIRURGICHE(PROTEGGONO PREVALENTEMENTE GLI ALTRI)

 

  • Maschere chirurgiche: queste maschere vengono testate nel senso dell’espirazione, ossia dall’interno verso l’esterno. I test valutano l’efficacia della filtrazione batterica e permettono di stabilire la conformità delle mascherine con le seguenti normative:
    • Normativa europea EN 14683: in base a questa normativa il livello di efficacia di una mascherina può essere di quattro tipi: tipo I, tipo II, tipo IR e tipo IIR.
      • Tipo I: efficacia di filtrazione batterica superiore al 95%.
      • Tipo II: efficacia di filtrazione batterica superiore al 98%.
      • Tipo R: la normativa europea prevede anche un test di resistenza alla proiezione, in base al quale le mascherine possono essere di tipo IR e IIR. Le mascherine IIR sono quelle più RESISTENTI. Noi consigliamo queste ultime
    • Negli Stati Uniti le maschere chirurgiche devono devono essere soddisfare gli standard previsti dalla normativa ASTM, la quale prevede tre livelli di protezione:
      • Livello 1: basso rischio di esposizione ai fluidi.
      • Livello 2: rischio moderato di esposizione ai fluidi
      • Livello 3: alto rischio di esposizione ai fluidi.
  • MASCHERE DI PROTEZIONE( PROTEGGONO L’OPERATORE E SE SENZA FILTRO GLI ALTRI) 

  • Maschere di protezione: queste mascherine vengono testate nel senso dell’ispirazione, ossia dall’esterno verso l’esterno. I test a cui sono sottoposte valutano l’efficacia del filtro e la tenuta verso l’interno della mascherina.
    • Normativa europea EN 149:2001: in base a questa normativa gli apparecchi monouso di protezione delle vie respiratorie che sono in grado di filtrare le particelle si dividono in tre classi:
      • FFP1: filtrazione minima dell’80% e penetrazione all’interno non superiore al 22%. Si tratta di dispositivi utilizzati principalmente come maschere antipolvere (bricolage e altri lavori).
      • FFP2: filtrazione minima del 94% e penetrazione all’interno non superiore all’8%. Sono dispositivi utilizzati principalmente nell’edilizia, nell’agricoltura, nell’industria farmaceutica e dal personale sanitario contro i virus influenzali, l’influenza aviaria, la SARS, la peste polmonare, la tubercolosi e, più recentemente, il COVID-19, impropriamente chiamato “coronavirus”.
      • FFP3: filtrazione minima del 99% e penetrazione all’interno inferiore al 2%. Le maschere FFP3 sono quelle che offrono la migliore efficacia di filtrazione e proteggono anche contro particelle molto fini, come quelle di AMIANTO o virus. 
    • Normativa americana: negli Stati Uniti le maschere di protezione respiratoria devono rispettare i requisiti stabiliti dal NIOSH (National Institute for Occupational Safety and Health). Questa normativa prevede che le maschere vengano classificate in base al loro grado di resistenza all’olio, rappresentato, a seconda della classe, dalla lettera N, R o P. Il numero che segue queste lettere indica invece la percentuale di filtrazione delle particelle in sospensione. Le maschere di protezione, di conseguenza, possono essere suddivise in:
      • Classe N: nessuna resistenza all’olio. All’interno di questa classe, si possono distinguere mascherine di tipo N95, N99 e N100.
      • Classe R: resistenza all’olio non superiore a 8 ore. All’interno di questa classe, si possono distinguere mascherine di tipo R95, R99 e R100.
      • Classe P: resistenza totale all’olio. All’interno di questa classe, si possono distinguere mascherine di tipo P95, P99 e P100.

Mascherine chirurgiche:

  • EN 14683: Tipo I, tipo II, tipo R
  • ASTM: Livello 1, 2 e 3

Maschere di protezione:

  • EN 149: FFP1, FFP2, FFP3
  • NIOSH: Classe N, Classe R, Classe P

Quali sono le mascherine che proteggono contro le malattie contagiose e i virus?

Qualora rischino di entrare in contatto con persone affette da malattie contagiose, comprese quelle di origine virale, gli operatori sanitari devono indossare maschere che offrono loro un adeguato livello di protezione. Qui di seguito esaminiamo i casi specifici di tubercolosi, coronavirus, SARS e H1N1 e attacchi biologici.

  • Tubercolosi:
    • Paziente con tubercolosi in fase contagiosa: è necessario indossare una maschera chirurgica per evitare che le goccioline di saliva o le secrezioni delle vie aeree superiori proiettate durante l’espirazione contaminino l’ambiente e le persone che si trovano nelle vicinanze del paziente.
    • Operatori sanitari e visitatori: devono indossare almeno una maschera di protezione FFP1, oppure, in caso di tubercolosi multiresistente o di situazione ad alto rischio (intubazione, procedure di tosse, ecc.), una maschera di protezione FFP2.
  • CODIV-19  SARS2-Cov:
    • Paziente infetto: al minimo sospetto di contagio, il paziente dovrà iniziare ad indossare una maschera chirurgica.
    • Personale medico-sanitario: deve indossare come minimo una maschera di protezione di classe FFP2, oppure, qualora esista il rischio di un contatto con pazienti infetti o potenzialmente infetti, una mascherina FFP3 al fine di ottenere la massima filtrazione di particelle e aerosol.

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