TECNOLOGIA

CHAT GPT E TECO MILANO

Abbiamo provato a scrivere un piccolo articolo di esempio con chat GPT. Abbiamo chiesto a chat GPT di scrivere un articolo di 50 parole relativo alle allergie professionali. Questo è stato il risultato in meno di 10 secondi

Alessandro Guerri
Alessandro Guerri

Scrivi un articolo di 50 parole sulle allergie professionali

Le allergie professionali sono reazioni avverse al lavoro che possono essere causate da sostanze chimiche, materiali o condizioni ambientali. Queste allergie possono causare sintomi come prurito, eruzioni cutanee, difficoltà respiratorie e altri problemi di salute. È importante che i datori di lavoro prendano precauzioni per prevenire queste allergie, fornendo ai dipendenti accesso a prodotti per la pulizia sicuri e adeguati e fornendo formazione sulle precauzioni da prendere. In caso di sintomi, è importante che i dipendenti consultino il proprio medico per un trattamento appropriato.

TELEDERMATOLOGIA E MEDICINA VIRTUALE.

da il Giornale

Eczema, psoriasi e dermatiti sono alcune delle malattie cutanee più diffuse tra la popolazione over 60. Con la teledermatologia, nuova frontiera nel campo della medicina virtuale, si può monitorare “a distanza” l’evoluzione di un’infiammazione, di un neo o lesione della pelle. Ciò è possibile grazie all’ausilio di app e sistemi di intelligenza artificiale all’avanguardia che, specie durante la pandemia Covid-19, sono stati di supporto agli specialisti laddove le visite in presenza erano contingentate alle situazioni di emergenza. I risultati della sperimentazione image-based (basata sulle immagini ndr) sono stati soddisfacenti al punto che, in futuro, lo screening digitale potrebbe favorire la diagnosi precoce del melanoma cutaneo.

La teledermatologia (TD, la sigla) è un nuovo modo di approcciare alla diagnostica dermatologica. In buona sostanza, si tratta di un servizio sanitario (virtuale) che consente al paziente di avere accesso rapido alla consulenza specialistica senza doversi necessariamente recare presso lo studio medico.

Al riguardo, è bene precisare che la teledermatologia non si sostituisce in alcun modo alle visite in presenza. Anzi. Se si tratta della prima visita o di monitorare l’andamento di malattie che richiedono l’impiego di apparecchiature specifiche, si consiglia di concordare un appuntamento col dermatologo di riferimento.Per ciò che concerne le attività di follow-up quali, ad esempio, il monitoraggio di una lesione cutanea o di una dermatite, invece, la “consulenza virtuale” può essere un’ottima soluzione per implementare il servizio erogato dallo specialista e coinvolgere il paziente nella gestione della patologia di cui soffre.

Come funziona l’approccio image-basedMacchie rosseIl Machine Learning.

La teledermatologia si basa su un approccio image-based, vale a dire, sulla raccolta di immagini, l’analisi AI (Intelligenza Artificiale) e il Machine Learning. Quest’ultimo è un processo automatizzato basato su algoritmi in grado di lavorare su immagini cliniche e dermoscopiche. Ciò significa che quando arriva la foto di una lesione cutanea di un paziente, ad esempio, il sistema la valuta in automatico.

I dati di tipo clinico vengono acquisiti anche via smartphone mentre i restanti (genomica, proteomica eccetera) provengono da altre fonti come gli Electronic medical record. I modelli di Machine Learning processano questi dati per poi arrivare a formulare diagnosi, valutare l’efficacia della terapia e il decorso della malattia.

Grazie a questo metodo di analisi è possibile differenziare, ad esempio, le lesioni benigne da quelle maligne. Il Microsoft ResNet 152 model, per citare uno degli algoritmi più innovativi, riesce a eseguire ben 12 diagnosi, tra cui, il carcinoma basale, quello squamoso, il carcinoma intraepiteliale e il melanoma.

Le app

Allo stato dell’arte, la teledermatologia è utile soprattutto per le attività di follow-up, ossia, il monitoraggio di una specifica condizione cutanea. Al riguardo esistono già moltissime app, disponibili su varie piattaforme, che consentono di controllare lesioni o macchie sospette della pelle.

  • UmSkinCheck

Si tratta di un’app gratuita attiva sia su sistemi Apple che Android. Lanciata dall’Università del Michigan, UmSkinCheck viene adoperata per l’esame e la sorveglianza di lesioni sospette e precancerose.

  • MoleMapper

È disponibile sullo store di Apple. MoleMapper è stata sviluppata dal biologo statunitense Dan Webster e serve a tenere sotto controllo i nevi (particolari tipi di nei ndr) che potrebbero evolvere in forme maligne. Le immagini restano sullo smartphone dell’utilizzatore che può inviarle allo specialista di riferimento o, previo consenso, ai ricercatori per indagini periodiche (survey).

  • Miiskin

Miiskin è un’app ideata dall’omonima compagnia danese che, nel 2020, si è aggiudicata il premio Best Digital Health Platoform di Euronext. Si rivolge sia ai pazienti che ai provider ed è utile, non solo per la diagnosi precoce del melanoma cutaneo ma anche per monitorare l’andamento di patologie quali, ad esempio, psoriasi o dermatite atopica.

  • VisualDx

Si tratta di un’app gratuita disponibile su diversi sistemi operativi (denominata Aysa per iOS e Android). VisualDx è in grado di rilevare più di 200 condizioni dermatologiche. Il funzionamento è molto semplice: le immagini vengono elaborate dai sistemi Machine Learning cosicché lo specialista può visionarle e valutare l’andamento della terapia oppure, se necessario, consigliare al paziente ulteriori esami.

I VANTAGGI DELLA TELEDERMATOLOGIA.

Il supporto della telemedicina, applicata in ambito dermatologico, è vantaggioso sia per il paziente che per il medico. In primis può sopperire alla carenza di specialisti che, in molti Paesi d’Europa, sono sempre meno. Non solo.

Se pensiamo ad alcune aree remote del nostro territorio dove, per motivi e contingenze varie, molte persone non riescono ad avere accesso ai servizi sanitari ordinari (in presenza), la consulenza virtuale è sicuramente una valida alternativa assicurando una continuità terapeutica al paziente.

Lo stesso discorso vale per gli over e in generale le persone impossibilitate negli spostamenti oppure, come accade in Francia, la teledermatologia può essere utile per monitorare l’andamento di una particolare condizione cutanea nei bambini.

I vantaggi sono notevoli anche per il paziente che, partecipando attivamente all’esame diagnostico attraverso l’invio di foto, viene coinvolto nella gestione della malattia. Senza contare, inoltre, che il riscontro a una eventuale evoluzione anomala di un neo o lesione della pelle è immediato.

L’obiettivo principale della teledermatologia resta, però, quello della diagnosi precoce di condizioni cutanee invalidanti o tumori della pelle. Dunque, essa è anche un importante strumento di prevenzione che, in futuro, potrà essere di supporto agli specialisti per diagnosticare tempestivamente l’evoluzione in forma maligna di nei o altre lesioni cutanee.

CHAT GPT UN RISCHIO O UNA OPPORTUNITÀ PER L’OCCUPAZIONE.

da formiche.net .

Corriamo il rischio di perdere il lavoro per colpa dell’Intelligenza artificiale cosiddetta “generativa”? ChatGPT, lo strumento di OpenAI su cui Microsoft ha appena scommesso miliardi, è stato messo alla prova nelle ultime settimane a suon di test accademici e abilitazioni professionali. Con risultati impressionanti. Tecnicamente, e con i dovuti distinguo, il chatbot sarebbe in grado di passare una serie di esami nel campo dell’avvocatura, della medicina e della business administration – senza alcun tipo di addestramento specifico.

Il primo e meno recente studio (Performance of ChatGPT on USMLE) ha messo alla prova ChatGPT con l’esame di abilitazione alla professione medica negli Stati Uniti. Il chatbot ha ottenuto risultati “pari o vicini alla soglia di superamento” per tutte le sezioni degli esami, dimostrando “un alto livello di concordanza e di intuizione nelle sue spiegazioni. I risultati suggeriscono che [questi sistemi] possono avere il potenziale per aiutare la formazione medica e, potenzialmente, il processo decisionale clinico”.

Nel secondo studio, GPT Takes the Bar Exam, il chatbot ha affrontato le domande dell’esame di Stato per l’abilitazione alla professione forense. Il sistema IA ha risposto correttamente a oltre il 50% dei quesiti (laddove le probabilità di azzeccarli indovinando sono del 25%) e ha passato due sezioni specifiche, illeciti civili e prove testimoniali. Tanto che, secondo gli autori dello studio, i risultati suggeriscono che un sistema del genere sarà in grado di superare l’intero esame “nel prossimo futuro”.

Infine, nel terzo studio (Would Chat GPT3 Get a Wharton MBA?), Christian Terwiesch, professore presso la prestigiosa scuola di business dell’Università della Pennsylvania, si è accorto che il sistema è in grado di surclassare alcuni dei suoi studenti all’esame sul corso di operation management, uno dei campi di studio più importanti in un programma di master in business administration. “[ChatGPT] compie un lavoro straordinario con le domande di base sulla gestione delle operazioni e sull’analisi dei processi, comprese quelle basate su casi di studio. Non solo le risposte sono corrette, ma le spiegazioni sono eccellenti”.

Non mancano i limiti. Talvolta il sistema commette errori di calcolo sorprendenti, a livello di matematica di prima media, scrive Terwiesch, e la versione attuale di ChatGPT “non è in grado di gestire le domande più avanzate di analisi dei processi , anche quando sono basate su modelli abbastanza standard”. A ogni modo, il chatbot è “straordinariamente bravo” a modificare le sue risposte dietro suggerimenti umani: nei casi in cui inizialmente non riusciva ad abbinare il problema al metodo di soluzione corretto, il sistema è stato in grado di correggersi dopo aver ricevuto un suggerimento appropriato da un esperto umano.

Per il professore di Wharton è il momento di ripensare l’educazione aziendale: servono nuove politiche d’esame, nuovi programmi di studio incentrati sulla collaborazione tra umani e IA e non solo. Ironicamente, ha detto Terwiesch al Financial Times, la fluidità di linguaggio e le dubbie capacità matematiche rendono il chatbot un concorrente diretto per chi finisce in consulenza: i suoi studenti “potrebbero affinare la loro capacità di giudizio rispetto alle forti prestazioni del chatbot, interpretando il ruolo di quel consulente intelligente che ha sempre una risposta elegante, ma che spesso si sbaglia”.

L’esortazione di Terwiesch si unisce al coro crescente di accademici che stanno iniziando a vietare l’utilizzo di ChatGPT dopo essersi accorti che il sistema può produrre una ricerca su qualsiasi argomento, qualitativamente simile a quella di uno studente statunitense medio, in pochi secondi, cosa che – secondo loro – rischia di portare le tesi e gli essays all’irrilevanza. “Sono uno degli allarmisti”, ha dichiarato a FT il professor Jerry Davis (Ross Business School dell’Università del Michigan), che lunedì ha convocato una riunione di facoltà per discutere le implicazioni dello studio di Terwiesch. “È tempo di un ripensamento da cima a fondo”.

Per estensione, il problema si applica anche a una serie di lavori qualificati, un tempo considerati immuni dall’automazione. Nello scenario più estremo, gli analisti immaginano che l’IA possa alterare il panorama occupazionale in modo permanente. Uno studio di Oxford stima che il 47% dei posti di lavoro statunitensi potrebbe essere a rischio. Tuttavia, come ha scritto Annie Lowery sull’Atlantic, a memoria d’uomo nessun tipo di tecnologia ha causato perdite massicce di posti di lavoro tra lavoratori altamente istruiti.

Almeno per il momento, i sistemi come ChatGPT non possiedono quello che chiameremmo spirito critico: crea risposte sul modello di cosa esiste già, senza alcuna autorità, comprensione, capacità di correggersi autonomamente, identificare idee nuove o interessanti. Insomma, non può uscire dal seminato. Dunque è più probabile che la rivoluzione IA finisca per potenziare la produttività e l’efficienza  dei lavoratori che sapranno imbrigliare questi sistemi, piuttosto che far sparire interi segmenti di professionisti. Per metterla come Kara McWilliams, che lavora applicando l’IA all’apprendimento e alla valutazione: “Ricordate quando è entrata in scena la calcolatrice e c’era una grande paura di usarla? Sono dell’idea che l’IA non sostituirà le persone, ma le persone che usano l’IA sostituiranno le persone”.

E ora, la parola a ChatGPT.

ChatGPT mondo del lavoro

ALTRI LINK:

UNA SOCIETÀ CON DIPENDENTI VIRTUALI:

https://vm.tiktok.com/ZMYjCF91Y/

MONITORAGGIO DIGITALE E SICUREZZA SUL LAVORO

da osha.eu

Il ricorso a sistemi di monitoraggio digitale ai fini della salute e della sicurezza sul lavoro (SSL), quali applicazioni, telecamere e dispositivi indossabili, può rendere i luoghi di lavoro più sicuri. Indipendentemente dal fatto che siano usati a fine proattivo (di prevenzione) o reattivo (di mitigazione), il buon funzionamento di tali sistemi dipende spesso dall’accuratezza dei dati che acquisiscono e analizzano. È altrettanto importante che datori di lavoro e dipendenti dispongano delle informazioni necessarie per soppesare vantaggi e svantaggi nonché agevolare un’adozione efficace dei suddetti sistemi.

Le problematiche e le opportunità insite nei sistemi intelligenti di monitoraggio digitale della SSL sono state analizzate in due nuove relazioni, delle quali una indaga su quali siano i tipi, gli scopi e gli utilizzi di tali sistemi, mentre l’altra presenta esempi di migliori prassi relative all’integrazione dei nuovi sistemi di monitoraggio sul luogo di lavoro.

Consulta le relazioni e le sintesi:

Smart digital monitoring systems for occupational safety and health: uses and challenges (Sistemi intelligenti di monitoraggio digitale per la salute e la sicurezza sul lavoro: utilizzi e problematiche)

Smart digital monitoring systems for occupational safety and health: workplace resources for design, implementation and use (Sistemi intelligenti di monitoraggio digitale per la salute e la sicurezza sul lavoro: risorse sul luogo di lavoro per la progettazione, l’attuazione e l’utilizzo)

Maggiori informazioni sono disponibili alla sezione sulla digitalizzazione del lavoro

OCCHIALI INTELLIGENTI PER IPOVEDENTI.

da 01health.it

Biel Glasses e Panasonic hanno presentato per la prima volta gli occhiali intelligenti: un ausilio ottico per le persone ipovedenti, frutto di una collaborazione nata nel 2021.

Startup con sede a Barcellona, Biel Glasses è stata fondata da un medico e un ingegnere nel tentativo di migliorare la vita del figlio Biel, ipovedente dalla nascita, e progetta occhiali intelligenti per risolvere i problemi di mobilità delle persone ipovedenti, con l’obiettivo di renderle maggiormente autonome.

La tecnologia di Biel Glasses sfrutta l’intelligenza artificiale e la robotica per comprendere l’ambiente circostante e la realtà mista per adattarlo alla visione residua degli utenti.

Unendo gli occhiali leggeri per realtà virtuale compatibili con HDR 5.2K di Panasonic con le tecnologie per ipovisione di Biel Glasses è nato un prodotto che riduce le difficoltà motorie causate da gravi disturbi della vista, come la perdita della vista periferica o visione a tunnel, che colpisce chi soffre di condizioni tra cui glaucoma, retinite pigmentosa e altri problemi e permette agli utenti di muoversi in modo sicuro e indipendente grazie a feedback su ostacoli e altri pericoli.

Principali caratteristiche degli occhiali intelligenti

Tra le principali caratteristiche, Biel Glasses e Panasonic sottolineano innanzitutto il supporto al movimento autonomo.

L’intelligenza artificiale e la robotica analizzano in tempo reale i contenuti della scena catturati dalle fotocamere e dai sensori individuando potenziali pericoli per la mobilità, come ostacoli, gradini, buche e così via, che vengono percepiti dagli utenti grazie alle indicazioni grafiche fornite dalla realtà mista e adattate alla loro visione residua.

Come secondo punto, c’è il supporto alla visione in base alle caratteristiche visive.

Le funzioni degli occhiali intelligenti vengono adattate alle condizioni e alle esigenze specifiche dei pazienti dagli optometristi che intervengono su zoom, adattamento all’illuminazione e miglioramento del contrasto, per ottenere un’elaborazione dell’immagine ottimale.

Terzo punto è il comfort visivo.

Grazie ai pannelli μOLED e alle lenti pancake per la visualizzazione delle immagini, gli occhiali intelligenti hanno un consumo energetico ridotto e risultano estremamente compatti e leggeri per favorire l’indipendenza e il comfort di chi li indossa.

LABOR.SAFETY SU TIK TOK

Una importante risorsa per la formazione della sicurezza nei luoghi di lavoro sono i video che pur nella loro semplicità o talvolta ironia come nel caso dei video della serie Napo, ci fanno riflettere sui potenziali rischi sul lavoro. Vi segnalo su tik tok il sito di Lavoro.safety . Ci sono tantissimi video. Si tratta di una versione un po’ horror in salsa di soia di produzione cinese che sono però a mio parere efficaci. Buona visione.

https://vm.tiktok.com/ZMFs6FPkQ/

LE NUOVE TECNOLOGIE DELLA SICUREZZA SUL LAVORO: DPI E IOT

Le nuove tecnologie influenzano sempre di più il nostro quotidiano, contribuendo a ridisegnare le nostre abitudini e pure il lavoro. Da questo punto di vista, il connubio tra IoT e Dpi rappresenta una svolta significativa nel campo della tutela della sicurezza sui luoghi di lavoro. L’adozione di dispositivi di protezione individuale, resi smart grazie all’Internet of Things, può contribuire a ridurre in modo sensibile il rischio d’infortuni.

link:

CHE COS’È UN BCP BUSINNESS CONTINUITY PLAN.

da ibm.com

Cosa è un business continuity plan?

Un business continuity plan è un documento che delinea come un’azienda continuerà ad operare durante un’interruzione non pianificata del servizio. È più completo di un piano di disaster recovery e comprende piani di emergenza per i processi aziendali, i beni, le risorse umane e i partner commerciali – ogni aspetto del business che potrebbe essere colpito.

I piani contengono tipicamente una checklist che include le forniture e le apparecchiature, il backup dei dati e le ubicazioni del sito di backup. I piani possono anche identificare gli amministratori del piano e includere informazioni di contatto per i soccorritori di emergenza, il personale principale e i fornitori di siti di backup. I piani possono fornire strategie dettagliate su come salvaguardare le operazioni commerciali dalle interruzioni sia a breve che a lungo termine.

Un componente fondamentale di un BCP è un piano di disaster recovery che include le strategie per gestire le interruzioni IT su reti, server, personal computer e dispositivi mobili. Il piano riguarda la possibilità di ristabilire la produttività degli uffici e il software aziendale in modo che le esigenze aziendali principali possano essere soddisfatte. Nel piano è necessario delineare i workaround manuali richiesti per far sì che le operazioni possano continuare fino al ripristino dei sistemi informatici.

Esistono tre aspetti principali in un piano di business continuity per le applicazioni e i processi fondamentali:

  • Elevata disponibilità: predisporre la capacità e i processi affinché un’azienda disponga dell’accesso alle applicazioni indipendentemente dai guasti locali. Questi guasti possono presentarsi nei processi aziendali, nelle strutture fisiche o nell’hardware o software IT.
  • Attività continue: salvaguardare la capacità di mantenere il funzionamento durante un’interruzione, così come durante le operazioni pianificate quali i backup programmati o la manutenzione programmata.
  • Disaster recovery: determinare una strategia di ripristino per un centro dati in un sito diverso se un disastro dovesse distruggere il sito principale o dovesse renderlo inutilizzabile.

Evoluzione dei business continuity plan

La pianificazione della continuità operativa è emersa dalla pianificazione del disaster recovery nei primi anni ’70. Le organizzazioni finanziarie, come le banche e le compagnie di assicurazione, hanno investito in siti alternativi. I nastri di backup erano conservati in siti protetti lontano dai computer. Gli sforzi di recupero sono stati quasi sempre innescati a seguito di un incendio, un’inondazione, una tempesta o altre devastazioni. Gli anni ’80 hanno visto la crescita di siti commerciali di recupero che offrivano servizi informatici su base condivisa, ma la priorità era ancora solo il recupero informatico.

Gli anni ’90 hanno portato un forte aumento della globalizzazione aziendale e la pervasività dell’accesso ai dati. Le aziende pensavano al di là del disaster recovery e in modo più olistico all’intero processo di business continuity. Le aziende si sono rese conto che senza un accurato piano di business continuity avrebbero potuto perdere clienti e vantaggio competitivo. Allo stesso tempo, la pianificazione della business continuity stava diventando più complessa perché doveva tenere in considerazione architetture applicative come applicazioni distribuite, elaborazione distribuita, dati distribuiti e ambienti informatici ibridi.

Le organizzazioni oggi sono sempre più consapevoli della loro vulnerabilità nei confronti degli attacchi informatici che possono paralizzare un business o distruggere permanentemente i relativi sistemi IT. Inoltre, la trasformazione digitale e l’iperconvergenza creano porte d’accesso involontarie a rischi, vulnerabilità, attacchi e fallimenti. I piani di business continuity devono includere una strategia di resilienza informatica che può aiutare un’azienda a resistere a incidenti informatici dirompenti. I piani tipicamente includono modi per difendersi da questi rischi, proteggere le applicazioni e i dati critici e riprendersi da una violazione o da un fallimento in un modo controllato e misurabile.

Esiste anche un problema relativo ai volumi di dati in rapida crescita. Applicazioni come il supporto decisionale, il data warehousing, il data mining e la gestione delle risorse dei clienti possono richiedere investimenti notevoli nello storage online.

Il ripristino dei dati non si presta più a un approccio unidimensionale. La complessa infrastruttura IT della maggior parte delle installazioni ha superato la capacità della maggior parte dei negozi di rispondere nel modo in cui lo facevano solo pochi anni fa. Alcuni studi di ricerca hanno dimostrato che senza un’adeguata pianificazione, le aziende che in qualche modo si sono riprese da un evento disastroso immediato spesso non sono sopravvissute a lungo.

LE AZIENDE ALLA RICERCA DI TALENTI E SOFT SKILL

da Avvenire.it articolo di Maurizio Carucci mercoledì 5 ottobre 2022Tante le aziende a caccia di talenti

Tante le aziende a caccia di talenti Secondo una ricerca internazionale ripresa dal World Economic Forum, tre aziende su quattro non riescono a trovare i profili ricercati: una percentuale in netta crescita negli ultimi anni se teniamo conto che si tratta del +120% rispetto a un decennio fa quando, nel 2012, le aziende faticavano a trovare “solo” il 34% dei lavoratori e +8,7% sul 2021. Un fenomeno che coinvolge anche l’Italia, dove la percentuale complessiva è di poco inferiore alla media globale ed è una minaccia che può mettere un freno alla crescita economica, visto che secondo il recente rapporto Upwork’s Future Workforceil 70% delle organizzazioni ha previsto un aumento del personale entro i prossimi sei mesi a patto che si riescano a trovare i profili specializzati. In questo senso, gli ambiti di lavoro dove è più difficile scovare i talenti sono Information Technology, sales & marketing, manufatturiero e front office. Il Talent Shortage non è l’unica sfida che stanno affrontando i dipartimenti delle risorse umane: si parla anche di skill shortage quando a un candidato vengono a mancare le competenze tecniche e personali adatte a ricoprire una nuova posizione lavorativa. La ricerca The skillful corporation redatta dalla società di consulenza internazionale McKinsey ha messo in evidenza come allo stato attuale il 43% delle aziende afferma di avere carenze di competenze all’interno della propria forza lavoropercentuale che sale all’87% se dilatiamo l’arco temporale fino ai prossimi cinque anni. Non sorprende che per il 53% delle organizzazioni l’azione più utile da intraprendere per colmare queste lacune sia quella di aggiornare i propri dipendenti, seguito dall’assunzione di nuove risorse (20%) e dalla ridistribuzione della forza lavoro con nuovi incarichi e posizioni (sempre al 20%). Vediamo quindi secondo gli esperti di ricerca e selezione del personale di Zeta Service quali sono attualmente le cinque competenze più ricercate:

  • Smart Teamworker – Con l’avvento dei nuovi modelli di lavoro ibridi è importante che il team riesca a mantenere una collaborazione attiva sui progetti avviati nonostante i dipendenti non si trovino fisicamente in ufficio. La capacità e il desiderio di collaborare per portare a termine un progetto anche da remoto sarà una soft skills che farà la differenza nel mondo del lavoro dei prossimi anni.
  • Time Management – Definizione delle priorità, planning, organizzazione interna: tutte queste azioni hanno in comune una corretta gestione del tempo. In molti ambienti di lavoro si passa da un’urgenza all’altra perdendo di vista il quadro generale: riuscire a definire in anticipo gli obiettivi focalizzando il lavoro verso attività definite e in grado di portare risultati aiuterà la risorsa ad ottimizzare il lavoro.
  • Adaptability – Il sapersi adattare a contesti lavorativi mutevoli è una soft skills sempre più apprezzata dai selezionatori soprattutto nello scenario attuale. Essere aperti alle novità, a nuovi incarichi ed essere disponibili a collaborare con persone con punti di vista anche diversi dal proprio è una capacità molto ricercata nelle aziende.
  • Critical Thinking – Riuscire ad analizzare in modo oggettivo esperienze e informazioni è sempre stata una soft skills di rilievo: riuscire a trasmettere tutte le criticità attuali in modo chiaro, accurato e preciso è di sicuro un valore aggiunto. Se a questo si aggiunge anche la capacità di trovare una soluzione alle criticità che si stanno incontrando, la risorsa sarà in grado di offrire un importante valore aggiunto al team.
  • Knowledge Management –L’abilità nell’acquisire, organizzare e riadattare dati e informazioni provenienti da fonti diversi è sempre più rilevante per le aziende. I lavoratori che hanno queste soft skills sanno analizzare le problematiche per poter ricercare le informazioni necessarie a risolvere le necessità, organizzarle e condividerle in base alle priorità.

Le buone pratiche: dalle Junior Enterprise a Samsung, dalla Lean Factory School a WeDo e OverIT

La storia delle Junior Enterprise italiane parte dal 1992, quando è nata la Confederazione che fa capo a tutte le Junior Enterprise dei singoli Atenei in Italia. Una storia che conta oltre 1.300 ragazzi che, divisi in 35 università italiane, ogni giorno lavorano per supportare le imprese con le loro attività e apprendere, allo stesso tempo, le basi che li porteranno a creare una carriera che possa avere un impatto sulle future generazioni. Un lavoro che ha visto la fiducia di aziende come PwC Italia, Sponsor del trentennale, Banca Mediolanum, Casavo, Amplifon, Nexid, GoStudent, Startup Geeks e auxiell che hanno visto il potenziale della Confederazione e hanno creato partnership strategiche al fine di supportare gli studenti nella loro crescita professionale. Gli studenti sviluppano così competenze fondamentali per il mondo del lavoro e infatti i numeri sul tasso di occupazione sono molto positivi: il 99% dei membri trova lavoro entro sei mesi dal conseguimento della laurea, con una media di 27 giorni contro 306 giorni della media italiana.Al via in sei Atenei la nuova edizione di Innovation Campus, programma di alta formazione sviluppato da Samsung Electronics Italia con l’obiettivo di offrire agli studenti competenze digitali avanzate, necessarie per essere competitivi in un mercato del lavoro in continua evoluzione, facendo leva su intelligenza artificiale, big data, cybersecurity e Internet of things. Il progetto nato nel 2020 ha coinvolto finora studenti su tutto il territorio nazionale, con l’obiettivo di accompagnare i giovani in un percorso formativo sull’innovazione, per trasformare il futuro in presente e aprire nuovi scenari professionali in ambito digitale. La nuova edizione, al via nelle prossime settimane, vede coinvolti sei atenei distribuiti in tutto il Paese, sei eccellenze italiane nella formazione in ambito Stem: Università degli Studi di Bari, Cagliari, Genova, l’Università del Salento, Pavia e Pisa. L’iniziativa consiste in un vero e proprio corso di alta formazione, focalizzato sui temi del digitale, che andrà a integrarsi ai percorsi universitari già avviati e per cui potranno essere riconosciuti crediti formativi: oltre alla partecipazione a lezioni teoriche tradizionali, i ragazzi saranno chiamati anche a sviluppare un progetto di gruppo, per mettere in pratica quanto appreso e immergersi sin da subito in un’esperienza concreta e avvicinarsi così al mondo del lavoro. Il project work dovrà essere un’idea strutturata in grado di promuovere una crescita sostenibile e una società più inclusiva attraverso l’innovazione digitale, con un focus in primis sull’Intelligenza artificiale. Il corso è rivolto ai migliori studenti dei diversi Atenei, provenienti dai corsi di laurea in materie tecnico-scientifiche, selezionati attraverso un test di ammissione scritto e un colloquio motivazionale. Samsung, in collaborazione con i diversi Atenei, metterà a disposizione l’esperienza e le competenze dei propri ingegneri che affiancheranno i docenti universitari per aiutare gli studenti ad acquisire competenze digitali avanzate su temi come Intelligenza Artificiale e Internet of Things applicate al mercato dei prodotti Consumer Electronics, Machine Learning e Cybersecurity, potenziando al contempo le capacità di ideazione, gestione progettuale e problem solving, le cosiddette soft skill, ovvero quelle capacità altrettanto rilevanti per diventare professionisti preparati ad affrontare le sfide future. Una commissione composta dai docenti dell’Ateneo e dagli esperti Samsung premierà poi con una borsa di studio del valore di circa 1.800 euro gli studenti che avranno raggiunto il punteggio più alto, risultato dalla somma del test finale e dalla valutazione del project work. Per ulteriori informazioni sulle modalità di partecipazione accedi a questo link. Sempre Samsung Electronics Italia ha annunciato La voce della tua generazione, un nuovo progetto di formazione e inclusione sociale e digitale che vedrà coinvolti dieci giovani dai 15 ai 18 anni nello sviluppo e realizzazione di un podcast che, attraverso la condivisione di storie ed esperienze, dia voce alla GenZ. Fino al 2 ottobre, Samsung è alla ricerca dei dieci ragazzi che, dopo una serie di training e formazione ad-hoc, svilupperanno e realizzeranno gli episodi del podcast. Tutti i dettagli per partecipare sono online sul sito di Samsung a questo link: https://www.samsung.com/it/campaign/solve-for-tomorrow/.
Oltre 800 aziende, 3.500 partecipanti per più di 16mila ore di formazione erogate (2mila giornate formative). Sono i numeri dei primi dieci anni di attività della Lean Factory School fondata nel 2012 con il patrocinio di Confindustria Emilia Area Centro da Bonfiglioli Consulting, società italiana di consulenza con quasi 50 anni di storia al servizio dello sviluppo e dell’internazionalizzazione delle aziende italiane. Con la Lean Factory School, Bonfiglioli Consulting ha creato uno spazio in cui manager, imprenditori, responsabili di servizio e di processo possono mettersi in gioco, sperimentare sul campo e imparare facendo. È qui che la conoscenza diventa competenza. A Crespellano, a pochi chilometri da Bologna, la Lean Factory School® è una scuola di formazione innovativa, un luogo in cui trasformare la teoria in azioni concrete, all’interno di un ambiente che riproduce fedelmente un’azienda in miniatura. Promuovendo la cultura d’impresa e la formazione continua, rappresenta un vero e proprio polo d’innovazione in cui testare sul campo le tecnologie di Industria 4.0, toccare con mano la Digital Transformation e sviluppare nuove applicazioni a sostegno dei processi aziendali. La fabbrica in miniatura riproduce la realtà aziendale, con linee produttive, area uffici e soluzioni di digitalizzazione, che permettono di testare insieme i vantaggi del Lean Thinking e del Lean World Class® e toccare con mano il miglioramento, insieme alle opportunità di Industry 4.0, con risultati visibili e misurabili. L’approccio è fortemente pragmaticoanche i percorsi di formazione destinati a profili executive prevedono una forte componente pratica (la teoria assorbe meno del 20% del tempo e viene consolidata dalla pratica). Grazie allo scambio continuo con prestigiosi centri universitari ed istituti di ricerca, la scuola è in grado di fornire un confronto costante con le best practice nazionali ed internazionali. Ed “entra anche in azienda”, con sessioni itineranti presso le sedi delle aziende o a distanza su piattaforma digitale, con percorsi ad hoc per affrontare e risolvere problematiche specifiche e implementare soluzioni in grado di valorizzare le eccellenze e potenziare la competitività, con metodo e coinvolgimento. Per maggiori informazioni: https://www.leanfactoryschool.it/.WeDo, la holding veneta nata nel 2019 che controlla otto aziende attive nei settori della casa, dell’ufficio e dell’healthcare, sta accelerando nel percorso di crescita, rafforzandosi anche grazie a un’intensa azione di riorganizzazione e potenziamento dei servizi e delle professionalità interne. Per governare al meglio la crescita del gruppo e l’ampliamento e la specializzazione del business e ritenendo la valorizzazione del capitale umano un vantaggio competitivo imprescindibile nella propria strategia di sviluppo, WeDo si è dotata del programma di formazione We.Share, ideato per integrare al meglio i processi tra le diverse aziende anche di settori diversi e ridefinire strategicamente gli organigrammi, i ruoli e le funzioni interne. Il progetto di formazione pluriennale, coordinato internamente da Silvia Quaglia e Giuseppe Bincoletto, rispettivamente referente per le Risorse Umane e Chief Marketing Officer del Gruppo WeDo, è finalizzato ad accrescere le conoscenze e le metodologie di gestione delle dinamiche interne e di quelle del mercato di riferimento, in un costante upgrade teso a favorire l’accelerazione del processo di managerializzazione delle aziende controllate. L’investimento pianificato ammonta a 500mila euro nell’arco del biennio 2022-2023, per la realizzazione di una vera e propria Academy trasversale per la formazione delle diverse figure aziendali (top manager, middle management e professionals) finalizzata all’allargamento delle loro competenze, al perfezionamento nella gestione dei processi aziendali, all’accrescimento professionale, al miglioramento della comunicazione interpersonale e alla più proficua gestione dei team di lavoro. A ideare, coordinare e realizzare ciascuno per le proprie competenze, target e finalità i piani formativi per un totale (solo nel 2022) di 600 ore di formazione, saranno due partner istituzionali d’eccellenza come la School of Management SDA Bocconi e il Cuoa, la business school vicentina attiva a Nord Est, entrambe autrici di due percorsi e processi didattici taylor made per i 260 manager e collaboratori partecipanti, su un totale di 524 addetti del gruppo. Considerati i grandi numeri e fattori di crescita della holding padovana, l’opportunità di sviluppo professionale è stata progettata da WeDo in vista del nuovo piano di assunzioni biennale 2023/2024, dove verranno ricercate sul mercato un totale di 100 nuovi collaboratori, in diversi ruoli e mansioni.OverIT, multinazionale con oltre 20 anni di esperienza nel software per il Field Service Management, intensifica gli investimenti volti a offrire le migliori condizioni di lavoro possibili alle proprie risorse e diventare un polo attrattivo per talenti da tutto il mondo. Tra i numerosi interventi attuati e in controtendenza rispetto alla maggior parte delle aziende italiane, OverIT scommette sul luogo di lavoro flessibile, una strategia estremamente moderna e in linea con i trend delle nuove generazioni. Di grande rilievo è la sigla di un accordo che offre a tutto il personale – attualmente 600 persone, ma con un piano già avviato di assunzioni di ulteriori 100 figure – l’opportunità di lavorare da casa o da qualunque luogo all’interno dei confini nazionali. Inoltre, sono da sottolineare la possibilità di fruire di un’offerta formativa on demand, attraverso le migliori piattaforme di learning sul mercato, focalizzata anche sullo sviluppo del middle-management e la gestione dei Team in questo contesto hybrid.A Battipaglia (Salerno) nasce l’Opificio delle abilitàDall’intuizione diAntonio Cerra, già amministratore di Edafos, ente datoriale per la formazione e la sicurezza, nasce a Battipaglia (Salerno) l’Opificio delle abilità – scuola di arti grafiche, edili e metalmeccaniche – per rispondere alle nuove esigenze del mercato del lavoro e della Fabbrica 4.0. Una realtà che risponde anche alle esigenze dei giovani e meno giovani interessati a un percorso di formazione che ha come focus la nascita di “artigiani professionisti 4.0”. Un percorso lungo e non semplice, risultato di un attento lavoro di network territoriale, di legami maturati negli anni con le aziende specializzate nei settori produttivi, con le Agenzie del lavoro ed enti di formazione, per permettere ai nuovi artigiani di inserirsi immediatamente nel mondo del lavoro. La scuola di formazione verte sui campi della metalmeccanica (programmazione Plc nelle operazioni di tornitura e fresatura mediante l’utilizzo di macchine a controllo numerico Cnc, taglio laser Cnc, taglio mediante macchine al plasma, saldatura multi processo controllate a microprocessore, oltre ai processi di saldatura a basso apporto termico e saldature specifiche per alluminio e saldo-brasatura), dell’edilizia (posatore di cappotti termici, serramenti e piastrelle, impermeabilizzatore, pittore edile eccetera) e della grafica nelle sue svariate sfaccettature e declinazioni, per meglio adattarsi alle richieste di mercato.

Etjca, a ottobre opportunità per oltre 1.800 figure professionaliL’Agenzia per il lavoroEtjcapropone nel mese di ottobre oltre 1.800 posizioni lavorative su tutto il territorio nazionale. In Lombardia posizioni come addetti alla mensa scolastica, periti meccanici ed elettrici per controllo qualità al ricevimento e un construction project manager impianti elettrici. In Piemonte si ricercano addetti alla preparazione e farcitura croissant, un elettricista industriale e un impiegato/a back office per la divisione cosmetica.In Veneto si seleziona un addetto alla gestione ordini, un collaudatore di schede elettroniche. In Liguria è richiesto un magazziniere notturno per il settore ittico, e un senior buyer ufficio acquisti per una prestigiosa azienda operante nel settore abbigliamento sportswear. In Emilia-Romagna sono richiesti operai addetti alla finitura per il settore metalmeccanico, inoltre si selezionano un carpentiere metallico, un oss e un operaio addetto al confezionamento. In Umbria si selezionano elettricisti idraulici, un fresatore e un manutentore elettromeccanico. Nel Lazio ci sono opportunità come addetti all’assemblaggio e al magazzino, inoltre si segnala una ricerca per un apprendista calzolaio, la risorsa supporterà il personale senior e sarà formato sulla mansione.In Abruzzo sono attive diverse ricerche per addetti alle vendite, inoltre si segnala una posizione come autista per scuolabus. In Toscana si ricercano addetti alla logistica, controllo accessi, tecnici e facchini per il festival internazionale Lucca Comics & Games in programma dal 28 ottobre al 1 novembreInoltre si segnalano ricerche come operaio elettromeccanico, impiegato amministrativo settore pubblico e un addetto allo spruzzo e alla gemata con precedente esperienza nel settore conciario. In Sardegna si ricercano un impiegato amministrativo contabile, un ingegnere ufficio tecnico e un impiegato amministrativo contabile; in Sicilia si segnalano posizioni aperte per un addetto ufficio acquisti nel settore delle costruzioni, un contabile senior e un addetto all’ufficio gare. In Puglia si ricercano un consulente commerciale assicurativo e creditizio, un pasticcere e un coordinatore vendite. In Calabria vengono assunti un programmatore Pl/Sql, un operatore service desk in lingua francese e addetti al customer care telefonico. I potenziali candidati possono consultare il database di offerte di lavorooppure inviare la candidatura spontanea attraverso il sito.www.etjca.it.

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MAKER FAIR: SIMULAZIONE MULTISENSORIALE DELLA SICUREZZA

da Inail.it

In occasione della manifestazione europea organizzata dalla Camera di Commercio di Roma al Gazometro Ostiense, saranno presentati alcuni progetti di ricerca condotti negli ambiti dell’ergonomia, della sensoristica, della robotica e della realtà aumentata, con l’obiettivo di studiare i rischi potenziali, nuovi ed emergenti per la salute dei lavoratori e sviluppare dispositivi all’avanguardia per la prevenzione di infortuni e malattie professionali

Innovazione per la sicurezza sul lavoro, dal 7 al 9 ottobre l’Inail alla X edizione di Maker Faire

ROMA – Dal 7 al 9 ottobre l’Inail tornerà al Gazometro Ostiense per la X edizione di Maker Faire Rome – The European Edition, l’evento dedicato all’innovazione promosso e organizzato dalla Camera di Commercio di Roma, che ospiterà circa 300 spazi espositivi con idee e prototipi all’avanguardia. Nello stand dell’Istituto saranno presentati alcuni progetti di ricerca condotti negli ambiti dell’ergonomia, della sensoristica, della robotica e della realtà aumentata, con l’obiettivo di studiare i rischi potenziali, nuovi ed emergenti per la salute e la sicurezza dei lavoratori e sviluppare dispositivi ad alto valore tecnologico per la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali.  

Nello stand dell’Istituto il prototipo utilizzato dagli astronauti della stazione spaziale internazionale. I visitatori potranno osservare il prototipo attualmente in uso sulla stazione spaziale internazionale (Iss) per il monitoraggio della funzionalità uditiva e, in particolare, di quella cocleare nei lavoratori esposti a rumore e/o ad altri agenti oto-neurotossici. Grazie al progetto AUDIO-Acoustic Diagnostics, finanziato dall’Agenzia spaziale italiana e supportato dalla European Space Agency e dalla Nasa, l’Istituto, in collaborazione con le Università di Roma Tor Vergata e Sapienza, il Campus Bio-Medico e Altec Spa, dal 2019 sta acquisendo dati otoacustici degli astronauti imbarcati sull’Iss, tra cui gli italiani Luca Parmitano e Samantha Cristoforetti. Anche gli astronauti, infatti, hanno bisogno della prevenzione per svolgere la loro attività al massimo livello di sicurezza possibile in un ambiente estremo come quello dell’Iss, dove microgravità e rumore potrebbero provocare danni all’udito. Di qui la necessità di utilizzare indicatori precoci di danno uditivo come le emissioni otoacustiche, che ha portato allo sviluppo di una tecnica diagnostica sensibile e facilmente utilizzabile anche nello spazio.

Una glove box per replicare la movimentazione delle nanopolveri. Uno dei laboratori esperienziali che saranno allestiti all’interno dello stand Inail è dedicato alla possibile esposizione a nanoparticolato aerodisperso, tramite la simulazione della movimentazione di nanopolveri fluorescenti inerti all’interno di una glove box. Negli ultimi anni le nanotecnologie hanno avuto un rapido sviluppo in vari settori produttivi, dalla farmaceutica alla medicina, dall’energia alle costruzioni, sfruttando le proprietà innovative dei nanomateriali, che però possono rappresentare anche un rischio per i lavoratori esposti. L’identificazione dei parametri che meglio possono rappresentare la loro tossicità, come le dimensioni, la concentrazione in numero e in massa, l’area superficiale, la composizione chimica e morfologica, è dunque essenziale per valutare correttamente l’esposizione occupazionale. A questo scopo, il Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (Dimeila) dell’Istituto ha sviluppato una strategia di misura e caratterizzazione dell’esposizione per inalazione a nanomateriali nei luoghi di lavoro, basata sugli standard disponibili e applicabile a materiali aerodispersi di differente natura, forma e dimensione.

La realtà virtuale per provare gli effetti delle apnee notturne. Alla sindrome delle apnee notturne (Osas), e alle sue ricadute sul “rischio strada”, sarà dedicato un percorso immersivo che, attraverso l’uso della realtà virtuale, consentirà di conoscere e provare segni, sintomi e conseguenze sulla salute e sulla guida di questa patologia, che si stima aumenti da due fino a otto volte la probabilità di incidenti stradali, esponendo soprattutto i lavoratori impegnati per lungo tempo al volante di mezzi di trasporto. Nonostante i suoi elevati costi sanitari e sociali, la sindrome è sotto-diagnosticata e sotto-trattata. Per valutare i fattori di rischio delle apnee notturne, che comprendono l’obesità (il 70% dei pazienti con Osas è obeso) e la cattiva igiene del sonno, che può derivare dall’assunzione di alcolici e tranquillanti, dal fumo e da pasti abbondanti prima del riposo notturno, un gruppo di ricerca multidisciplinare coinvolto nel bando Bric 2018 dell’Inail ha sviluppato la web app interattiva SleeP@S-APP, uno strumento di autovalutazione che restituisce a chi lo compila un feedback immediato informativo e di orientamento.

Simulatori e “gemelli digitali” per la formazione e la prevenzione. Nello spazio espositivo dell’Istituto saranno messi a disposizione anche un simulatore che ricostruisce le funzionalità di una piattaforma di lavoro elevabile per il sollevamento di persone, che attraverso la riproduzione fedele di scenari operativi complessi fornisce uno strumento di training a supporto della formazione e dell’addestramento in sicurezza degli operatori, e un modello “digital twin”, gemello digitale di un trapano a colonna per prevenire, mediante il monitoraggio continuo dei parametri significativi dell’attrezzatura di lavoro, situazioni di pericolo prima che possano determinare incidenti. Lo stand Inail, inoltre, ospiterà il dimostratore tecnologico di nastro trasportatore realizzato nell’ambito del progetto SIC_O_MAN, promosso dal Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici (Dit) dell’Istituto insieme al Politecnico di Torino, all’Università di Bologna e all’Università di Cassino e del Lazio meridionale, con l’obiettivo di valutare gli effetti dei parametri di funzionamento di una macchina rispetto al possibile rilascio di energia elastica accumulata.

Nelle interviste sul main channeI gli impatti del cambiamento climatico e le nuove soluzioni per contrastare le cadute dall’alto. Anche l’edizione 2022 di Maker Faire avrà un canale main dal quale saranno raccontate tante storie d’innovazione, grazie a un vero e proprio studio televisivo allestito negli spazi del Gazometro che ospiterà i protagonisti nazionali e internazionali del mondo dell’innovazione. Negli interventi dell’Inail, in particolare, si parlerà degli impatti del cambiamento climatico sulla salute e sicurezza sul lavoro e di soluzioni innovative di contrasto alle conseguenze delle cadute dall’alto. Per il primo argomento è stato dimostrato come l’esposizione occupazionale prolungata a temperature estreme sia un potenziale fattore di rischio di infortunio occupazionale, soprattutto in settori sensibili come l’edilizia e l’agricoltura. Con il progetto di ricerca Worklimate sono stati resi disponibili strumenti operativi e informativi, come le mappe climatiche di previsione del rischio di esposizione per le aziende, i lavoratori e gli operatori della salute e sicurezza negli ambienti di lavoro. Per il secondo argomento, invece, sarà presentato un progetto per lo sviluppo di nuove soluzioni per prevenire gli infortuni dovuti a cadute dall’alto e ridurne gli effetti, migliorando la protezione dei lavoratori. Le innovazioni utilizzeranno i progressi nell’ambito delle tecnologie di wearable sensing e actuation.

I webinar sul “risk assessment” negli ambienti naturali speciali e sul rischio biomeccanico nell’industria 4.0. I due webinar organizzati dall’Istituto sulla piattaforma digitale della manifestazione saranno invece dedicati alla metodologia del “risk assessment” applicata agli ambienti naturali speciali, che è risultata estremamente efficace nell’individuazione di condizioni pericolose in relazione all’attività lavorativa o ludico-sportiva che vi si sta svolgendo, e al rischio biomeccanico nell’industria 4.0, caratterizzata da attività svolte mediante esoscheletri o robot collaborativi, che è possibile analizzare, anche in tempo reale, grazie a strumenti informatici integrabili nell’ambiente di lavoro.

Il 6 ottobre la conferenza di apertura con speaker ed esperti internazionali. Tra le novità della nuova edizione il nuovo format Commonground, dedicato ai tre giorni che precedono la manifestazione, con eventi tematici che puntano a celebrare il ruolo di Maker Faire Rome come facilitatore di innovazione che insieme a partner come l’Inail ha permesso di creare connessioni tra persone, aziende, centri di ricerca, scuole e università, consentendo a tante idee di trasformarsi in progetti concreti e imprese reali. Il valore dell’innovazione come “terreno comune” e patrimonio di tutti sarà anche al centro della conferenza in programma il 6 ottobre, che darà il via ufficiale all’edizione 2022 con speaker ed esperti internazionali di grande esperienza e visione.