RUMORE E VIBRAZIONI

PESTICIDI E IPOACUSIA

Si pensa che numerose sostanze chimiche siano ototossiche, inclusi il toluene, lo stirene, l’etilbenzene, il disolfuro di carbonio, il piombo, il mercurio e il monossido di carbonio. Diversi pesticidi sono sospettati di essere neurotossici per l’uomo, e possono quindi influenzare il sistema uditivo.

Studiosi del Dipartimento di Igiene del Lavoro dell’INAIL – Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro di Monte Porzio Catone (Roma) e del Centro di Ricerca e Servizio per la Tutela della Salute e la Sicurezza negli Ambienti di Lavoro dell’Università Politecnica delle Marche di Ancona hanno analizzato i lavori scientifici sugli esseri umani e sperimentali sugli animali che hanno verificato l’ipotesi che l’esposizione ai pesticidi possa essere associata alla perdita dell’udito.

L’analisi si è concentrata sugli studi epidemiologici volti a valutare le associazioni fra ipoacusia ed esposizione ai pesticidi, e su studi relativi agli effetti dei pesticidi sul sistema uditivo negli animali di laboratorio. La ricerca nella letteratura del gruppo di scienziati ha prodotto circa settanta riferimenti, e gli antiparassitari sotto esame hanno incluso organofosfati (OP), piretroidi, composti dipiridilici ed esaclorobenzene (HCB).

I risultati di questa analisi sono stati pubblicati sulla rivista “NeuroToxicology” il mese scorso. Le conclusioni provenienti dagli studi sull’uomo suggeriscono che l’esposizione ai pesticidi neurotossici può indurre il danno al sistema uditivo centrale. Tuttavia, gli autori hanno verificato che nessuna conclusione significativa può essere tratta a causa di una serie di carenze in alcuni degli studi valutati, ad esempio la mancanza di informazioni dettagliate sul livello e la modalità dell’esposizione, e fattori di confusione, in particolare la contemporanea esposizione al rumore. Inoltre, non hanno trovato alcuna evidenza sul potenziamento delle menomazioni uditive indotte dal rumore.

Considerati i dati limitati, gli autori suggeriscono ulteriori indagini sull’ototossicità dei pesticidi. Tuttavia, come misura precauzionale, raccomandano di considerare i pesticidi come possibili agenti ototossici, soprattutto in popolazioni vulnerabili come le donne in gravidanza e i bambini all’inizio dello sviluppo.

Fonte: Gatto MP et al. “Effects of potential neurotoxic pesticides on hearing loss: a review”. Neurotoxicology 2014;42C:24-32.

da Audio-infos.it

LA GIORNATA MONDIALE DELL’UDITO 2022

Suoni, rumore e danni all’udito nell’ultimo “World

Report on Hearing”

Giovanni Lenzi
Pediatra di Famiglia, Coordinatore Area Audiologica, FIMP

DOI 10.36179/2611-5212-2021-45

In riconoscimento della crescente prevalenza della perdita dell’udito a livello globale, nel 2017 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha approvato all’unanimità una risoluzione, incentrata sulla prevenzione della sordità e della perdita dell’udito (WHA 70.13). La risoluzione esorta gli Stati membri a rendere l’assistenza sanitaria per l’udito una priorità per la salute pubblica, rendendo accessibili a tutta la popolazione le cure per l’udito e integrandole nei Piani Sanitari Nazionali. A sostegno degli sforzi degli Stati membri per attuare questa risoluzione, l’OMS è stata chiamata a preparare il primo assoluto “Rapporto Mondiale sull’Udito”, come mezzo per definire i percorsi e le cure in campo audiologico e per fornire una solida base alle azioni di promozione nei vari Paesi. Il World Report on Hearing fornisce una disamina sulla perdita e sulla cura dell’udito basata sulle migliori evidenze disponibili; delinea il cambiamento nella distribuzione epidemiologica della perdita dell’udito a livello globale; evidenzia le migliori pratiche per la cura dell’orecchio e dell’udito; fornisce degli orientamenti agli Stati membri sugli interventi raccomandati e sulla loro efficacia in termini di costi.

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LA PROGETTAZIONE ACUSTICA DEGLI AMBIENTI DI LAVORO

Nel presente manuale si vogliono dare elementi per la progettazione dei nuovi ambienti di lavoro e delle modifiche agli ambienti esistenti con un approccio innovativo al controllo del rumore negli ambienti di lavoro, che vada oltre il mero rispetto dei limiti acustici e consideri i contesti culturali e funzionali degli spazi

regolamentati.

Immagine Corretta progettazione acustica di ambienti di lavoro industriali e non. Manuale operativo

Con particolare riferimento all’esposizione al rumore dei lavoratori, l’evoluzione che ha subito il luogo di lavoro, in termini di nuove attività di lavoro e conseguente modifica del contesto lavorativo, in aggiunta a una diversa e maggiore sensibilità verso le tematiche del benessere psicofisico, ha reso necessario procedere all’evoluzione e l’aggiornamento delle procedure di analisi e progettazione acustica dei luoghi di lavoro. Ne deriva che negli ambienti di lavoro, così definiti, la progettazione degli elementi di funzionalità e di sicurezza può essere contemporanea e integrata con la progettazione delle fonti di benessere percepito.


Prodotto: Volume
Edizioni: Inail – 2021
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

Da Inail it

AGGIORNAMENTO TU 81/08.LE FAQ PER I RISCHI FISICI

Sul portale istituzionale agenti fisici è stato recentemente aggiornata la valutazione del rischio agenti fisici- la precedente versione era del 2004- tramite una lista di FAQ che rende agevole e semplice la consultazione. In particolare segnaliamo ad esempio tra le novità la necessità di valutare il rischio di irradiazione solare .

127)1. 1 Quali sono gli agenti fisici che debbono essere considerati nell’ambito della valutazione dei rischi ex art. 28 e art. 181 del D.Lgs. 81/08 ?
128)1. 2 Relativamente ai fattori di rischio ultrasuoni, infrasuoni, microclima e atmosfere iperbariche, che sono esplicitamente elencati nel campo di applicazione del Titolo VIII dall’art. 180 del D.Lgs. 81/08, ma per i quali non esiste un Capo dedicato, secondo quali criteri specifici devono essere effettuate le valutazioni del rischio?
130)1. 3 Relativamente al fattore di rischio radiazione solare che non e’ esplicitamente incluso nel campo di applicazione del Titolo VIII dall’art. 180 del D.Lgs. 81/08, secondo quali modalita’ deve essere effettuata la valutazione del rischio?
131)1. 4 La valutazione del rischio di esposizione dei lavoratori alle radiazioni ionizzanti, va integrata nell’ambito del documento di valutazione dei rischi? Con quali modalita’?
132)1. 5 Il rischio relativo alle sorgenti naturali di radiazioni ionizzanti deve essere considerato nel documento di valutazione dei rischi del D.Lgs. 81/2008 e smi?
133)1.6 Quando ed in quali situazioni deve essere effettuata la valutazione del rischio Radon? Come deve essere strutturato il documento di valutazione del rischio specifico?
134)1.7 Chi puo’ effettuare le misure delle concentrazioni di Radon?
135)1.8 Quando ed in quali luoghi di lavoro deve essere effettuata la valutazione del rischio per le sorgenti di radioattivita’ naturale (industrie NORM)?
138)1.9 Quali sono i materiali da costruzione che possono emettere radiazione gamma e rientrano nel campo della radioprotezione (Titolo V del D.Lgs. 101/20)?
139)1.10 Nel caso sia stato nominato l’Esperto di Radioprotezione per le radiazioni ionizzanti, questi deve partecipare alla riunione annuale ex art.35 del D.Lgs. 81/08?
140)1.11 Cosa si intende per “personale qualificato nell’ambito del servizio di prevenzione e protezione in possesso di specifiche conoscenze in materia”?
141)1.12 Cosa si intende all’art. 181, comma 3, del D.Lgs. 81/08 per “giustificazione” nell’ambito della valutazione del rischio?
142)1.13 Alla luce del D.Lgs. 81/2008 come deve essere strutturato il documento di valutazione del rischio di un agente fisico e quali elementi deve contenere la relazione tecnica?
144)1.14 Qualora al termine dei quattro anni non si siano verificati mutamenti significativi nel processo lavorativo tali da rendere obsoleta la valutazione dei rischi derivanti da esposizioni ad agenti fisici, in quale modo la valutazione dei rischi deve essere aggiornata?
145)1.15 Cosa significa “disponibilita’ di misure” nell’ambito dell’art.182, comma 1 del D.Lgs. 81/08: ‘Tenuto conto del progresso tecnico e della disponibilita’ di misure per controllare il rischio alla fonte, i rischi derivanti dall’esposizione agli agenti fisici sono eliminati alla fonte o ridotti al minimo.’?
146)1.16 In quali casi e’ necessario effettuare specifica informazione / formazione?
147)1.17 Quali sono gli obblighi e le indicazioni sulla sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti a rischi da agenti fisici per i quali non e’ previsto un Capo specifico?
148)1.18 Come si deve interpretare il termine “alterazione apprezzabile” riferito allo stato di salute di lavoratori esposti ad agenti fisici?
149)1.19 Quali sono gli obblighi formali delle aziende che occupano sino a 10 lavoratori dal punto di vista del documento di valutazione del rischio?
150)1.20 L’armatore di una nave commerciale deve valutare i rischi derivanti dall’esposizione ad agenti fisici?
151)1.21 Quali sono gli obblighi per i soggetti che rientrano nell’ambito di applicazione dell’art. 21 del DLgs.81/2008, ovvero i componenti delle imprese familiari ed i lavoratori autonomi?

GIORNALE ITALIANO DI MEDICINA DEL LAVORO ED ERGONOMIA 2019 E ARCHIVI

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Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia

Volume XLI – N. 4 Ottobre-Dicembre 2019

In questo volume sono presenti 20 articoli:

1. Nuovi criteri internazionali per la valutazione del rischio vascolare e la stadiazione clinica della sindrome da vibrazioni mano-braccio (Massimo Bovenzi) SCARICA
2. La valutazione dei rischi da radiazioni ottiche: metodi, casi studio, criticità (Iole Pinto, Andrea Bogi, Francesco Picciolo, Nicola Stacchini) SCARICA
3. La valutazione del rischio da esposizione a CEM con particolare riguardo alla tutela dei soggetti sensibili (Rosaria Falsaperla, Eugenio Mattei, Federica Censi, Andrea Bogi, Iole Pinto, Giovanni Calcagnini) SCARICA
4. Metodi e strumenti sanitari per l’idoneità lavorativa dei soggetti particolarmente sensibili a CEM (Fabriziomaria Gobba) SCARICA
5. I rischi per la salute e la sicurezza nel lavoro portuale: aggiornamento della revisione narrativa della letteratura (Anna Barbieri, Laura Sabatini, Francesca Graziosi, Elena Severi, Gianpiero Mancini, Francesco Saverio Violante) SCARICA
6. L’approccio armonizzato alla salute e sicurezza nei porti italiani: l’esperienza del gruppo tecnico interregionale sui porti e le navi (Giulio Andrea Tozzi) SCARICA
7. Salute e sicurezza sul lavoro in ambito portuale e governo dei processi sociali e di sviluppo economico (Giovanni Civranÿ) SCARICA
8. L’organizzazione della prevenzione nel porto di Ravenna (Gianpiero Mancini, Giampiero Lucchi, Elio Elia, Sandra Olanda, Francesco Martinini, Mauro Rossetto, Raffaella Angelini) SCARICA
9. Lo strumento dell’AUDIT nella gestione della sicurezza sul lavoro nelle aziende che operano nell’area portuale di Trieste. Un progetto di prevenzione interistituzionale (Paolo Toffanin, Valentino Patussi, Giuseppe Camponna) SCARICA
10. Allergia a caffè verde ed esposizione a particelle ultrafini nei lavoratori del porto di Triesteonomico (Francesca Larese Filonk) SCARICA
11. Effects of transportation noise and particulate matter on the cardiovascular system: What is the new evidence? (Martin Rööslian) SCARICA
12. Limiti e potenzialità dell’analisi combinata epigenetica e trascrizionale su ampia scala per individuare obiettivi terapeutici nelle malattie cardiovascolari (Roberta Paolillo, Nicola Boccella, Stefania D’Apice, Giovanni Esposito, Cinzia Perrino) SCARICA
13. Allostatic Load as a mediator of the association between psychosocial risk factors and cardiovascular diseases. Recent evidence and indications for prevention (Giovanni Veronesi, Marco Cavicchiolo, Marco M. Ferrario) SCARICA
14. Impatto della riabilitazione cardiaca ambulatoriale per la ripresa dell’attività lavorativa del cardiopatico1? (Sara Doimo, Antonella Cherubini, Patrizia Maras, Donatella Radini, Andrea Di Lenarda, Gianfranco Sinagra?) SCARICA
15. Idoneità lavorativa nel cardiopatico: valutare i rischi fisici e psico-sociali‚ (Rossana Borchini, Marco M. Ferrario) SCARICA
16. I rischi nei laboratori di ricerca: i rischi di tipo chimico,3 (Domenico M. Cavallo, Andrea Cattaneo, Andrea Spinazzèna) SCARICA
17. Esposizione a nanoparticelle nei laboratori di ricercaa (Ivo Iavicoli, Veruscka Leso, Luca Fontana) SCARICA
18. Allergia da animali da laboratorio (Massimo Corradi, Luisella Selis, Giovanna Pela’, Paola Mozzoni, Roberta Andreoli, Matteo Goldoni) SCARICA
19. Rischio biologico nei laboratori di ricercaso1 (Stefano Porru, Marco Chiappin, Nicolò Sfrisop) SCARICA
20. In memoriam
Francesco Candura (1929-2019) ()
SCARICA

Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia

Volume XLI – N. 3 Luglio-Settembre 2019

1. La “nuova direttiva cancerogeni” dell’Unione Europea: gli impegni che ci attendono, le nuove opportunità che ci si presentano (e non dobbiamo sprecare) in Italia (Roberto Calisti) SCARICA
2. Gammopatia monoclonale di incerto significato (MGUS) e fattori occupazionali di rischio: criteri di attuazione della sorveglianza sanitaria (Giuseppe Taino, Lorenzo Bordini, Cecilia Sarto, Sara Porro, Francesco Chirico, Enrico Oddone, Marcello Imbriani) SCARICA
3. Infortuni sul lavoro nelle micro e piccole imprese nel periodo 2013-2015 in provincia di Roma (Giuseppe La Torre, Ferdinando Petronzi, Giorgio Bollini, Alice Mannocci, Sabina Sernia) SCARICA
4. Percezione dei rischi e personalità: una ricerca nel settore dei trasporti (Dario Cafagna, Massimiliano Barattucci) SCARICA
5. Proposta di un metodo per la valutazione del rischio di burnout negli insegnanti: il VA.RI.B.O (VAlutazione RIschio Burn-Out) (Francesco Chirico, Giuseppe Taino, Nicola Magnavita, Ines Giorgi, Giuseppe Ferrari, Maria Carmela Mongiovì, Marcello Imbriani) SCARICA
6. Influence of socioprofessional determinants on teachers’ mental well-being (Aouatef Mahfoudh, Ahlem Bakhrouf, Ines Rassas, Hajer Ammar, Lamia Bouzgarrou, Amira Omrane, Adnene Henchi, Mohamed Akrout, Taoufik Khalfallah) SCARICA
7. Il lavoro in un cantiere in alta quota: generalità fisiopatologiche e analisi di una casistica occupazionale (Giuseppe Taino, Guido Giardini, Alberto Delogu, Roberto Foti, Enrico Oddone, Marcello Imbriani) SCARICA
8. Congress of the United States, Ramazzini Institute and its affiliates, IARC: questions on scientific transparency (Enrico Pira, Maria Luigia De Piano, Michael Declementi, Alessandro Godono, Denis Longo) SCARICA
9. 100 Hz Localized vibration increases ipsilateral cerebellar areas activity during a motor task in healthy subjects: Three Cases Report (Roberto Casale, Cira Fundar, Zaira Symeionidou, Anna Furnari, Nicola Taiocchi, Caterina Galandra) SCARICA

Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia

Volume XLI – N. 2 Aprile-Giugno 2019

1. Il modello clinico ICD-ICF di cure ospedaliere (Egidio Traversi, Isabella Springhetti, Mario Melazzini, Gianni Giorgi) SCARICA
2. Misure di valutazione e abbinamento dei codici ICF in medicina riabilitativa: la sfida del passaggio dalla teoria alla pratica (Anna Giardini, Michele Vitacca, Roberto Pedretti, Antonio Nardone, Luca Chiovato, Antonio Spanevello, a nome del gruppo ICF Maugeri) SCARICA
3. Percorsi diagnostico terapeutici assistenziali anche riabilitativi o riabilitazione “da scarico”? (Tommaso Redaelli, Stefania Moro, Giacomo Corica, Claudio Garbelli, Egidio Traversi) SCARICA
4. Verso un’ontologia di riferimento per i sistemi informativi in medicina riabilitativa: il nomenclatore delle prestazioni riabilitative (Paolo De Nardi, Gianni Giorgi, Alessandro La Manna, Silvia Traversoni, Anna Giardini) SCARICA
5. La medicina riabilitativa e i criteri di appropriatezza: tra cronicità, multimorbilità e complessità (Domenico Scrutinio, Mauro Carone) SCARICA
6. Nuovo concetto di spazio riabilitativo nell’era della Digital Health in riabilitazione cardio-respiratoria (Antonio Mazza, Mara Paneroni, Michele Vitacca, Marco Ambrosetti) SCARICA
7. La Palestra Digitale in ambito neuromotorio (Isabella Springhetti) SCARICA
8. Il percorso ambulatoriale ICD-ICF in terapia occupazionale (Monica Panigazzi, Edda Maria Capodaglio, Elena Prestifilippo, Silvia Traversoni, Claudia Quaccini, Marcello Imbriani) SCARICA
9. Invecchiamento della popolazione attiva, modello clinico ICD-ICF e Medicina del lavoro e della Riabilitazione (Marcello Imbriani, Giuseppe Taino, Monica Panigazzi, Edda Capodaglio, Enrico Oddone, e gli altri componenti del Dipartimento di Medicina del Lavoro, Ergonomia, Tossicologia e Rischi ambientali, ICS Maugeri IRCCS) SCARICA
10. Implementazione del modello ICD-ICF in medicina riabilitativa: presentazione di un caso clinico in cardiologia riabilitativa (Sergio Masnaghetti, Federica Gramegna, Paola Mariani, Giulia Contardina Salvaneschi , Simona Sarzi Braga) SCARICA
11. Implementazione del modello ICD-ICF in medicina riabilitativa: presentazione di un caso clinico in riabilitazione respiratoria (Cinzia Lastoria, Serena Cirio, Raffaella Bido, Piero Ceriana, Michele Vitacca) SCARICA
12. Implementazione del modello ICD-ICF in medicina riabilitativa: presentazione di un caso clinico in riabilitazione neuromotoria (Gioacchino Castronovo, Angela De Palo, Domenico De Cicco) SCARICA

Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia

Volume XLI – N. 1 Gennaio-Marzo 2019

1. Le tutele del lavoratore con patologie oncologiche e il ruolo del medico competente per il suo reinserimento lavorativo (Fabrizio Caldi, Giovanni Guglielmi, Alfonso Cristaudo) SCARICA
2. Pendolarismo e lavoro: effetti sulla salute di una popolazione di lavoratori interessati dal fenomeno (Giuseppe Taino, Enrico Oddone, Gina Bianco, Giorgia Malagò, Ennio Pucci, Maria Carmela Mongiovì, Marcello Imbriani) SCARICA
3. Patologie professionali correlate ad attività di movimentazione manuale di carichi (Renato Nardella) SCARICA
4. Le scale di misura della soddisfazione lavorativa: una rassegna critica (Palmira Faraci, Paola Magnano, Giusy Danila Valenti) SCARICA
5. Valutazione del burnout nel personale dipendente del reparto di Ematologia di un Policlinico Universitario (Alice Mannocci, Cristina Sestili, Federico Carlevale, Clara Minotti, Maria De Giusti, Paolo Villari, Roberto Foà, Claudio Cartoni, Giuseppe La Torre) SCARICA
6. Assessment of functional status and rehabilitative strategies in occupational therapy: role of the Groningen Activity Restriction Questionnaire (Eliana Giambelluca, Monica Panigazzi, Abdo Saade, Marcello Imbriani) SCARICA
7. Critical Illness Polyneuropathy (CIP): a multicenter study on functional outcome (Zaira Symeonidou, Kassiani Theodoraki, Athanasios Chalkias, Erifili Argyra, Roberto Casale) SCARICA

 

ARCHIVI

Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia

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EFFETTI OTOLESIVI COMBINATI DI RUMORE E FUMO DI SIGARETTA

L’effetto combinato del fumo di sigaretta e dell’esposizione al rumore professionale sulla perdita dell’udito è stato raramente valutato tra la popolazione cinese, in particolare tra le donne. Questo studio trasversale è stato condotto su 11196 partecipanti allo studio di coorte Dongfeng-Tongji. Il consumo di sigarette  è stato valutato  attraverso la  auto-compilazione di un questionario e l’esposizione al rumore professionale è stata valutata attraverso la valutazione del livello di rumore Lep sul luogo di lavoro .

La perdita dell’udito è stata definita come una media di tono puro di 25 dB o superiore a 0,5, 1, 2 e 4 kHz in entrambe le orecchie. Rispetto ai partecipanti senza esposizione a rumore professionale, il rischio di perdita dell’udito era significativamente maggiore per la durata dell’esposizione al rumore ≥20 (OR = 1,45, IC 95% = 1,28–1,65). L’associazione era particolarmente evidente tra gli individui maschi (OR = 1,74, IC 95% = 1,45–2,08) e di età ≥ 70 (OR = 1,74, IC 95% = 1,30-2,33). Allo stesso modo, i rischi sono aumentati con l’aumentare dei pacchetti di sigarette per anni di esposizione a rumore nei maschi e in tutte le fasce d’età, ad eccezione di quelli di età <60 anni.

Per quanto riguarda l’effetto combinato, il rischio di perdita dell’udito è stato più elevato per la durata dell’esposizione al rumore ≥20 e per il numero dei pacchetti-anni ≥25 (OR = 2,41, IC 95% = 1,78–3,28), specialmente tra i maschi (OR = 2,42, IC 95% = 1,74–3,37) e quelli di età ≥70 (OR = 2,76, IC 95% = 1,36–5,60). Il fumo può essere un fattore di rischio indipendente per la perdita dell’udito. E può influenzare sinergicamente l’udito quando combinato con l’esposizione al rumore professionale, specialmente tra maschi e partecipanti più anziani.

dalla rivista nature.com

Liberamente tradotto e adattato da dott Alessandro Guerri medico specialista in medicina del lavoro

articolo completo scaricabile qui cliccando su LINK

IPOACUSIA E RISCHIO CARDIOVASCOLARE

OBIETTIVO: le relazioni tra “Il metodo  di valutazione della salute cardiovascolare, Life’s Simple 7 (LS7) e l’udito in una coorte di studio cardiovascolare afro-americana.

METODI: Utilizzando la coorte di afroamericani del Jackson Heart Study, sono state valutate le relazioni tra la metrica del punteggio LS7 e l’udito di 1314 individui. Sono stati raccolti dati audiometrici standard e la perdita dell’udito è stata definita come una media a quattro frequenze di 500, 1000, 2000 e 4000 Hz maggiore di 25 dBHL (PTA4). Sono stati anche misurati gli acufeni e  le vertigini riportate. Lo strumento di punteggio LS7,  che consiste in sette singole categorie (astinenza dal fumo, indice di massa corporea, attività fisica, dieta sana, colesterolo totale <200 mg / dL, normotensione e assenza di diabete mellito), è stato usato come misura del rischio cardiovascolare generale . Ogni categoria dell’LS7 era suddivisa in sottogruppi  per reddito poveri, intermedi e con reddito ideale, in conformità con la Task Force e il Comitato statistico dell’American Heart Association. Sono stati costruiti modelli di regressione gamma e di regressione logistica non aggiustati e adeguati per determinare le relazioni tra LS7 e perdita dell’udito.

RISULTATI: punteggi totali LS7 più elevati (per aumento di 1 unità) sono stati associati a PTA4 inferiore nelle analisi di regressione gamma (RR = 0,942, IC al 95%, 0,926-0,958, P <0,001). Ciò è risultato vero anche dopo aggiustamenti per età, sesso, istruzione e storia di esposizione al rumore. Utilizzando analisi di regressione logistica per confrontare i punteggi LS7 con la presenza di perdita dell’udito, acufene e vertigini; solo la perdita dell’udito ha mostrato una relazione staticamente significativa dopo aggiustamenti per età, sesso, istruzione e storia di esposizione al rumore.

CONCLUSIONI: Questo studio mostra un’associazione significativa e graduale tra i sette indicatori di salute cardiovascolare  e la minore incidenza di perdita dell’udito minore è il rischio cardiovascolare minore è la perdita di udito.

© 2019 The American Laryngological, Rhinological and Otological Society, Inc.

Liberamente tradotto ed adattato da dott Alessandro Guerri medico specialista in medicina del lavoro

TRE MOSSE DI ACUSTICA PER RIDURRE IL RUMORE

L’ipoacusia da rumore è una delle più note malattie professionali  . Riuscire a controllare l’esposizione dei lavoratori ed a gestire il rischio rumore rappresenta una importante sfida per i datori di lavoro

Da un punto di vista operativo tale obbiettivo  si può semplificare nelle seguenti operazioni di acustica:

1. Ridurre la quantità di rumore prodotta da un determinato processo, operazione o attività.

2. Bloccare , contenere  e dissipare il suono.

3. Ridurre il riverbero eccessivo della stanza.

Questo è tutto. Tre opzioni semplici e chiare.

Alcune basi importanti dell’acustica

Il motivo per cui tutte le misure di controllo del rumore interno rientrano in queste  tre grandi categorie deriva dal fatto fondamentale dell’acustica che ci sono fondamentalmente solo quattro fattori che determinano il livello sonoro in una determinata posizione all’interno:

i livelli di emissione sonora delle sorgenti sonore nella stanza ;

qualsiasi misura fisica che possa impedire o dissipare il suono mentre si propaga dalle fonti alle posizioni di interesse;

le distanze dalle fonti ai luoghi di interesse e la quantità di riverbero. (Il riverbero è la tendenza del suono a persistere e si verifica a seguito del suono che rimbalza all’interno di uno spazio chiuso, riflettendo e ri-riflettendo su molte superfici della stanza. L’eccessivo riverbero in una stanza aumenta la quantità di rumore consentendo il suono da costruire in modo cumulativo.)

Supponendo che le distanze generalmente non possano essere modificate tra le fonti sonore e le posizioni dei lavoratori, gli altri tre fattori corrispondono alle tre categorie di misure di controllo del rumore.

Per motivi che tratteremo nelle sezioni seguenti, ridurre la quantità di suono prodotta da un determinato processo o operazione è il metodo di controllo del rumore più efficace, ma spesso è anche il più difficile da implementare. Il blocco o il contenimento e la dissipazione del suono è il successivo metodo di controllo del rumore più efficace e copre tutti i metodi più comunemente utilizzati. La riduzione del riverbero della stanza è efficace solo in un numero molto limitato di casi.

Riduzione della quantità di suono prodotta

Quando è possibile trovare un modo per ridurre o eliminare il suono generato da un particolare processo di produzione, farlo è in genere la soluzione più efficace.

Alcuni metodi di produzione sono intrinsecamente rumorosi quando, in effetti, potrebbe esserci un metodo più silenzioso per raggiungere lo stesso compito di produzione. Ad esempio, è comune utilizzare aria compressa Nelle operazioni industriali . È inoltre comune utilizzare tramogge rotanti / vibranti per orientare le parti leggere prima che vengano alimentate in un’unità di elaborazione. L’intenso “sibilo” dell’aria compressa e il rotolamento delle parti in una tramoggia possono creare livelli che superano notevolmente i limiti di esposizione al rumore sul luogo di lavoro.

Mentre questo rumore può essere difficile da ridurre, ci possono essere soluzioni semplici trovando metodi di trasporto o di smistamento alternativi. Allo stesso modo, alcune superfici della macchina come le protezioni di sicurezza in lamiera leggera possono agire come un altoparlante e trasformare efficacemente le vibrazioni silenziose di una macchina in un suono di alto livello, per la vibrazione del pannello. Se questi pannelli solidi leggeri possono essere sostituiti con pannelli perforati, diventano inefficienti nel movimento dell’aria e quindi non convertono l’energia vibratoria in energia acustica.

Spesso non sono disponibili metodi alternativi più silenziosi per svolgere il compito di produzione, in particolare nei casi di metodi di lavorazione o nelle complesse fasi di lavorazione nella produzione di prodotti farmaceutici, petrolchimici, microcomponenti, ecc.

Nei pochi casi in cui è possibile ridurre la generazione di rumore alla fonte, la soluzione deve essere il prodotto di uno sforzo congiunto in un team di ingegneria di processo e il consulente del rumore. E, in molti casi, non è possibile ridurre il rumore generato alla fonte.

Controllo del riverbero con assorbimento acustico

Ridurre il riverbero è un altro metodo che, sfortunatamente, è efficace solo in un numero relativamente piccolo di casi. Tuttavia, è importante comprendere i vantaggi e i limiti dell’utilizzo di materiali acusticamente assorbenti per ridurre il riverbero.

Quando il suono viene rilasciato in qualsiasi spazio chiuso, come una stanza o l’interno di un involucro di una macchina, quelle onde sonore continueranno a viaggiare all’interno dello spazio fino a quando non vengono assorbite attraverso riflessi successivi dalle superfici interne. Se le superfici interne sono principalmente riflettenti, l’energia acustica si accumula e i livelli sonori risultanti saranno maggiori – a volte molto più grandi – che se la stessa quantità di suono fosse rilasciata in uno spazio non chiuso o in uno con un adeguato assorbimento acustico.

Quando questo accumulo di suono si verifica in una stanza, viene chiamato “riverbero”. Se la superficie finisce in una stanza non fornisce un adeguato assorbimento acustico, il riverbero può essere eccessivo, il che può elevare negativamente i livelli sonori all’interno. Allo stesso modo, se c’è un assorbimento acustico piccolo o assente all’interno di un involucro della macchina, i livelli sonori interni aumenteranno fino a quando la quantità di suono trasmessa attraverso le pareti dell’involucro si avvicina alla quantità di suono emesso dalle sorgenti all’interno, in modo tale che l’involucro fornirà un contenimento minimo del suono.

Pertanto, l’assorbimento acustico è un elemento importante nel controllo del rumore. Se un involucro attorno a una macchina deve fungere da involucro acustico, deve includere un certo assorbimento acustico interno per dissipare il suono contenuto; altrimenti, sarà inefficace.

Mentre l’assorbimento acustico è importante nel controllo del riverbero, spesso esiste già un adeguato grado di assorbimento acustico naturale in molte stanze come gli arredi delle stanze, i pannelli del soffitto e gli stessi occupanti, che possono già permettersi un assorbimento apprezzabile. In questi casi, l’aggiunta di assorbimento aggiuntivo comporta un vantaggio incrementale minimo, come deflettori acustici sospesi, pannelli di parete in vetroresina o schiuma o isolanti del soffitto in fibra

Inoltre, è importante capire che il livello sonoro totale che colpisce l’orecchio di un lavoratore è composto da due parti: il suono diretto e il suono riverberante. La parte diretta del suono è influenzata solo dal volume della (e) sorgente (i), dalla distanza tra la sorgente e il lavoratore e da qualsiasi cosa che ostacoli il viaggio del suono dalla sorgente al lavoratore. Il suono riverberante è influenzato dalla geometria della stanza e dalla quantità di assorbimento acustico.

Nelle stazioni di lavoro vicine a una sorgente sonora, la componente diretta del suono è in genere molto maggiore della componente riverberante, in modo tale che una riduzione del suono riverberante avrà un effetto minimo o nullo sul livello sonoro totale. Pertanto, nella maggior parte dei casi, il controllo del riverbero ridurrà solo i livelli sonori nelle aree lontane dalle apparecchiature di produzione, in genere luoghi in cui i lavoratori sono raramente presenti. L’esperienza dimostra che l’uso di trattamenti assorbenti per ridurre il riverbero della stanza è raramente una soluzione acusticamente efficace o economica sul posto di lavoro.

Bloccare o contenere e dissipare il suono

Un altro sistema di controllo è legato ovviamente alle misure di progettazione Con un considerevole margine, le misure di controllo del rumore con la più ampia applicabilità nell’ambiente di lavoro industriale sono l’hardware di controllo del rumore progettato. Esistono molti tipi, ma in sostanza sono tutti esempi di blocco del suono o di contenimento e assorbimento. Le seguenti sezioni descrivono i metodi di controllo del rumore più comuni e collaudati.

Barriere antirumore e recinzioni acustiche. Le barriere antirumore, di solito sotto forma di un muro di rumore o di altri ostacoli, bloccano il suono, creando un ‘”ombra acustica” per un’area protetta. Contrariamente a un involucro acustico completo, una barriera antirumore è in genere aperta sulla parte superiore o su uno o più lati. Sebbene le barriere antirumore siano efficaci all’esterno, di solito hanno un beneficio minimo all’interno a causa del riverbero o di discreti riflessi acustici (ad esempio, dal soffitto).

Una certa quantità di suono si diffonde sempre sopra o intorno ai lati aperti della barriera. Pertanto, gli involucri acustici completi sono generalmente la misura di controllo del rumore più comune ed efficace nell’ambiente di produzione.

Un contenitore acustico funziona contenendo efficacemente il suono e quindi dissipandolo per assorbimento. Per contenere il suono, le pareti dell’involucro devono essere impermeabili all’aria e avere una massa sufficiente (a seconda della grandezza e della frequenza del suono contenuto).

Eventuali aperture nella custodia, ad es. Per consentire l’ingresso e l’uscita del prodotto o l’aria di ventilazione / raffreddamento, devono essere dotate di silenziatori o passaggi acusticamente allineati. In caso contrario, eventuali giunti, spazi vuoti o crepe devono essere sigillati ermeticamente. Anche una piccola lacuna o apertura non silenziata può degradare drasticamente il contenimento del suono.

In alcuni casi, le apparecchiature destinate al controllo del rumore dispongono già di custodie integrate per motivi di sicurezza o di qualità del prodotto. Tuttavia, a causa di aperture o lacune e dell’assenza di assorbimento acustico interno, non offrono naturalmente un beneficio acustico apprezzabile. A volte questi involucri possono essere aggiornati per funzionare come efficaci misure di controllo del rumore sigillando gli spazi vuoti, fornendo assorbimento interno e progettando aperture silenziate per l’ingresso / l’uscita dei materiali del prodotto e l’aria di raffreddamento.

Ritardo acustico. Per tubi e recipienti, il “rallentamento” acustico (avvolgimento) è un metodo di controllo del rumore comune, in quanto può essere meno ingombrante di un involucro acustico completo. In sostanza, il ritardo acustico è semplicemente un involucro acustico supportato sulla superficie della fonte di rumore stessa. È costituito da uno o più strati di materiale fibroso o poroso, potenzialmente uno o più zoccoli intermedi, strati di barriera impermeabili all’aria e una camicia esterna impermeabile all’aria pesante.

Il materiale di rivestimento più comune è costituito da un rivestimento protettivo in alluminio o acciaio inossidabile, con vinile caricato in massa inerte laminato sul lato posteriore, rivolto verso l’isolamento ed è disponibile presso i fornitori di sistemi di controllo del rumore. Per attrezzature di forma complessa, sono disponibili prodotti in mastice per la copertura esterna, che possono essere applicati a spatola sopra lo strato isolante e che quindi polimerizzano in tale posizione. Gli strati fibrosi o porosi forniscono assorbimento acustico, ma fungono anche da supporto resiliente per il rivestimento esterno contenente suono al fine di disaccoppiarlo parzialmente dalla superficie vibrante del tubo o del vaso.

È importante notare che la massima riduzione del rumore possibile dal ritardo nell’acustica è inferiore a quella di un involucro acustico completamente disaccoppiato a causa del contatto tra la superficie della sorgente di rumore e la camicia esterna. Inoltre, mentre il ritardo acustico è efficace per il rumore ad alta frequenza, nell’intervallo da 500 a 5000 Hz, tende ad amplificare il suono alle basse frequenze ed è quindi inadatto per le fonti che producono un rumore a bassa frequenza apprezzabile.

Silenziatori e Louvres Acustici. Un silenziatore è una misura di controllo del rumore comune ed efficace che consente il flusso di aria o altri gas ma che rimuove una parte dell’energia acustica dal flusso di gas che lo attraversa. I silenziatori possono essere montati sull’aspirazione o sull’uscita di un ventilatore o in un’apertura di ventilazione in un armadio.

Tutti i silenziatori restringono il flusso d’aria in una certa misura, con conseguente contropressione aggiuntiva al percorso del flusso. In genere, la contropressione aggiuntiva aumenta con l’aumentare dell’attenuazione acustica, quindi le prestazioni acustiche devono essere bilanciate rispetto alla contropressione incrementale consentita che il sistema può accogliere. La contropressione aggiuntiva può generalmente essere ridotta al minimo utilizzando silenziatori con dimensioni e / o lunghezza della sezione trasversale maggiori, se lo spazio disponibile lo consente.

Riepilogo conclusivo

La migliore soluzione di controllo del rumore dipende sempre dalle specifiche delle apparecchiature rumorose, dall’impostazione in cui si trova e dal modo in cui i lavoratori devono interagire con i processi di produzione. Nella maggior parte dei casi, è necessaria una combinazione dei metodi discussi sopra. La chiave per risolvere un problema di rumore esistente – o prevenirne uno in fase di progettazione – è identificare le fonti di rumore e i percorsi di trasmissione dominanti, classificarli e selezionare il migliore combinazione di soluzioni ingegnerizzate di controllo del rumore basate sulla comprensione dei fondamenti dell’acustica di cui sopra.

Articolo originale
Rob Stevens, MASc, PEng, è un ingegnere acustico della HGC Engineering, una delle più grandi società di consulenza ingegneristica del Nord America specializzata esclusivamente in rumore, vibrazioni e acustica.

  • Liberamente tradotto e adattato  da dott Alessandro Guerri medico specialista in medicina del lavoro

DEFICIT VESTIBOLARI CON RUMORE E VIBRAZIONI


L’esposizione cronica alle vibrazioni su tutto il corpo può influenzare il sistema gastrointestinale, la colonna lombare, il sistema vascolare periferico e il sistema vestibolo-cocleare.

OBIETTIVI : Lo scopo di questo studio era di valutare gli effetti delle vibrazioni sul sistema vestibolare in ambienti rumorosi e privi di rumore utilizzando il test dell’impulso della testa video (vHIT).

MATERIALE E METODI: Sono stati arruolati 138 dipendenti  per questo studio. Il gruppo 1 è stato esposto a vibrazioni e rumore. Gruppo 2 è stato esposto solo a vibrazioni, senza esposizione a rumore. Il gruppo 3 non è stato esposto a rumore o vibrazioni.

RISULTATI:

41 deficit dei canali semicircolari  sono stati osservati in 41 degli 84 partecipanti nel Gruppo 1

7 su 24 partecipanti nel Gruppo 2

1 su 30 partecipanti nel Gruppo 3.

Vi erano più deficit di canale nel Gruppo 1 e nel Gruppo 2, rispetto al Gruppo 3 (p <.05). Non c’era alcuna differenza significativa tra il Gruppo 1 e il Gruppo 2 in termini di deficit del canale (p> 0,05).

CONCLUSIONI E SIGNIFICATO: il deficit del canale semicircolare può essere visto come l’effetto sinergico di rumore e vibrazioni.

Tradotto liberamente da

dott. Alessandro Guerri medico specialista in medicina del lavoro


Testo completo sul sito del giornale

Acta Otolaryngol. 2019 Nov;139(11):1014-1018. doi: 10.1080/00016489.2019.1666213. Epub 2019 Sep 19.

 

STUDIO CRITICO DELLE INFORMAZIONI ON LINE SUGLI ACUFENI

Si usa il termine acufene (o tinnito) per indicare la condizione in cui viene percepito un rumore in una o in entrambe le orecchie, oppure nella testa, anche se dall’esterno non proviene alcun suono.

Circa 2.5-5 milioni di italiani convivono con l’acufene, ma il disturbo ha caratteristiche diverse a seconda del paziente: sia come intensità sia come frequenza.

Tra le cause occupazionali il Tinnitus si associa all ‘ipoacusia da rumore

LO STUDIO SU NOISE AND HEALTH

Materiali e metodi:

I 100 video di acufene più visti sono stati codificati manualmente.

Per prima cosa sono stati identificati le fonti del caricamento ovvero chi aveva eseguito l‘upload : paziente , professionista sanitario, clip televisivo e clip basato su Internet.

In secondo luogo, i video sono stati analizzati per accertare quali informazioni pertinenti contenevano in un foglio informativo dell’attuale Istituto nazionale sulla sordità e altri disturbi della comunicazione.

risultati:

Dei video, 42 erano generati dai pazienti , 33 dai media e 25 dai professionisti. Collettivamente, i 100 video sono stati visualizzati quasi 9 milioni di volte. Le probabilità di menzionare “acufene oggettivo” nei video dei  professionisti erano 9,58 volte quelle di fonti multimediali [odds ratio (OR) = 9,58; Intervallo di confidenza al 95% (CI): 1,94, 47,42; P = 0,01], mentre queste probabilità nei video dei pazienti erano il 51% dei video generati dai media (OR = 0,51; IC 95%: 0,20, 1,29; P = 0,16). Le probabilità che lo scopo di un video fosse vendere un prodotto o un servizio erano quasi le stesse sia per i video dei pazienti  che per quelli dei sanitari.

È stato riscontrato che i video dei pazienti hanno una probabilità 4,33 volte maggiore di presentare un tema sulla propria esperienza di acufene (OR = 4,33; IC al 95%: 1,62, 11,63; P = 0,004) rispetto ai video multimediali.

conclusioni:

Dei primi 100 video visualizzati sull’acufene, la maggior parte sono stati caricati dai pazienti, condividendo le esperienze personali. Sono necessarie azioni per rendere le informazioni scientifiche da fonte medica maggiormente disponibili e accessibili su YouTube e altri social media rispetto a quelle prodotte da altre fonti.