RIVISTE SICUREZZA E MEDICINA DEL LAVORO

FOCUS SUI TUMORI NASO SINUSALI

Introduzione

I tumori maligni naso-sinusali (ICD-10: C30-C31; ICD-9:160) sono tumori rari con incidenza annuale in Italia di circa 1 per 100.000 (tasso standardizzato per età, su popolazione europea: 0,8 negli uomini e 0,3 nelle donne nel periodo 2005-09) (1). Rappresentano meno dell’1% di tutti i tumori e meno del 4% di tutti i tumori maligni della testa e del collo (2).

A fronte della bassa incidenza nella popolazione generale, si osserva invece una rilevante frazione di casi in popolazioni lavorative esposte a specifici agenti causali, identificando i tumori naso-sinusali (TuNS) di tipo epiteliale come neoplasia con maggiore quota di casi di origine professionale, dopo il mesotelioma maligno indotto da esposizione ad amianto.

Sulla base delle evidenze disponibili, l’Agenzia Internazionale di Ricerca sul Cancro ha valutato alcuni agenti o circostanze di esposizione con evidenza certa o limitata di cancerogenicità per l’uomo (gruppi 1 e 2A) per la sede TuNS: la produzione di alcol isopropilico, i composti del nichel, il fumo di tabacco, il radio 226- e 228 e i prodotti del loro decadimento, le polveri di cuoio e le polveri di legno, le attività di carpenteria e falegnameria, i composti del cromo esavalente, la formaldeide e le lavorazioni tessili (3).

In attuazione di quanto previsto dall’art. 244 del DLvo 81/2008, presso l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL), Dipartimento di Medicina, Epidemiologia, Igiene del Lavoro e Ambientale, è attivo il Registro Nazionale dei Tumori Naso-Sinusali (ReNaTuNS) (4). Il ReNaTuNS stima l’incidenza dei casi di TuNS in Italia, raccoglie le informazioni sulla pregressa esposizione ad agenti correlati al rischio di TuNS e rappresenta quindi una base informativa per studi analitici di epidemiologia occupazionale e per la definizione di informazioni relative all’esposizione a fini preventivi e medico-assicurativi. Obiettivo del presente articolo è descrivere le attività del ReNaTuNS, riferendo i dati aggregati acquisiti dalle esperienze di sorveglianza in corso.

Materiali e metodi

L’architettura del ReNaTuNS si basa sui Centri Operativi Regionali (COR), istituiti in analogia a quelli già da tempo sperimentati in Italia ai fini del Registro Nazionale Mesoteliomi (5). Attualmente sono attivi e hanno trasmesso i dati al ReNaTuNS, i registri regionali dei TuNS del Piemonte, Lombardia, Provincia Autonoma di Trento, Emilia-Romagna, Toscana, Marche e Lazio. Recentemente è stato istituito il registro nella Provincia Autonoma di Bolzano e sono in corso esperienze di sperimentazione in Sardegna, Campania e Puglia.

Il ReNaTuNS ha registrato una selezione di tutti i tipi di tumore maligno primitivo delle fosse nasali e dei seni paranasali, con diagnosi certa o probabile, dal 1989 al 2012. La definizione dell’esposizione si basa sulla raccolta dettagliata della storia lavorativa, extralavorativa e degli stili di vita del caso segnalato, sulla codifica del settore lavorativo e della mansione, e sulla revisione delle informazioni raccolte e la loro traduzione in termini di esposizione da parte degli esperti igienisti industriali (6).

Risultati

L’archivio del ReNaTunS comprende, a dicembre del 2012, informazioni relative a 1.352 casi di TuNS. Il 79% dei soggetti ha un’età compresa tra 55 e 84 anni. L’età media alla diagnosi è di 66,2 anni senza differenze apprezzabili per genere (66,5 anni nelle donne e 66,1 negli uomini). Il rapporto di genere (U/D) è pari a 2,7. Il 73,4% dei 1.352 casi archiviati è di genere maschile (n. 992), mentre il 26,6% è di genere femminile (n. 360). Nell’intero archivio i casi con una diagnosi di TuNS certo sono il 98,6%. Le sedi anatomiche delle lesioni più frequenti sono le cavità nasali (41,6%), il seno etmoidale (20,6%) e il seno mascellare (16,8%). Le morfologie più diffuse sono i carcinomi a cellule squamose (34,3%) e gli adenocarcinomi di tipo intestinale (21%) (Tabella). Il tasso medio di incidenza nel periodo 2010-11 è 0,86 (casi per 100.000) negli uomini e 0,31 nelle donne. L’esposizione è stata definita per 900 casi (66,6% del totale). Nell’insieme dei casi con esposizione definita il 67% presenta un’esposizione professionale, lo 0,9% familiare, il 3,6% per un’attività extra lavorativa di svago o hobby. Per il 28,5% dei casi l’esposizione è improbabile o ignota (Tabella). Gli agenti cancerogeni più frequenti sono le polveri di legno (49,4% dei periodi di esposizione lavorativa definiti per agente) e di cuoio (39,6%), seguiti da solventi (11,4%), cromo (4,9%) e formaldeide (4,5%). I settori di attività maggiormente coinvolti nell’esposizione a polveri di legno sono la fabbricazione di mobili in legno e di serramenti in legno. Per quanto riguarda le polveri di cuoio, i settori prevalenti riguardano la produzione di calzature.Ingrandisci la tabella Rimpicciolire la tabella

Discussione

Il sistema di sorveglianza epidemiologica dei casi incidenti di TuNS con metodi di ricerca attiva e di analisi standardizzata delle storie professionali, residenziali e familiari dei soggetti ammalati è di particolare rilevanza in Italia, dove il numero di esposti ai fattori di rischio è piuttosto elevato (in molti casi con scarsa consapevolezza). I tassi di incidenza negli uomini sono quasi tre volte quelli delle donne, probabilmente a causa delle differenze nelle pregresse esposizioni a cancerogeni. Si è osservato che i tumori nasali originano prevalentemente nelle cavità nasali, e con meno frequenza nei seni etmoidale e mascellare. La morfologia più frequente è il carcinoma a cellule squamose. Questi risultati sono in linea con le stime riportate da altri studi (7). La percentuale di esposti professionalmente sul totale dei soggetti con esposizione definita è quasi il 75% negli uomini e più del 40% nelle donne (Tabella), valori non trascurabili anche in queste ultime, che sottolineano l’importanza di approfondire la storia espositiva dei casi di TuNS. Sono state identificate esposizioni significative per i lavoratori nei settori della lavorazione del legno e delle pelli, ma anche in altri ambiti occupazionali inattesi. I risultati suggeriscono infine l’approfondimento dei casi con esposizione definita “ignota”, al fine di identificare fattori di rischio misconosciuti o non valutati e proporre nuove ipotesi eziologiche. Tuttavia rimangono aperte numerose questioni critiche. Una rilevante parte di territorio nazionale a oggi non dispone del registro, e la capacità di analisi epidemiologica dei dati aggregati e la dimensione degli approfondimenti di ricerca a partire dai dati nazionali è ancora limitata. È auspicabile che la ricerca attiva dei casi di TuNS e l’analisi dell’esposizione diventino un’attività sistematica e coordinata, uno strumento fondamentale per la prevenzione della malattia, la tutela dei diritti dei soggetti ammalati e dei loro familiari e la corretta gestione delle risorsedi sanità pubblica.

Link:

https://www.inail.it/cs/internet/comunicazione/pubblicazioni/catalogo-generale/pubbl-renatuns-sorv-epid-tumori-naso-sinusali-manuale.html

Tratto da:

https://www.epicentro.iss.it/ben/2016/novembre-dicembre/2

DPI PER IL RISCHIO CHIMICO IN EDILIZIA

Il fact sheet si propone quale documento di indirizzo tecnico-scientifico nel merito della gestione da rischio chimico nel comparto edile, in particolare la scelta dei dispositivi per la protezione della cute e i dispositivi per la protezione delle vie respiratorie.


Prodotto: Fact sheet
Edizioni: Inail – 2021
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

COMPARTIMENTAZIONI ANTINCENDIO

Il capitolo S.3 del Codice è dedicato alla compartimentazione antincendio. La misura di compartimentazione S.3 ha la funzione di suddividere l’opera da costruzione in volumi, ciascuno dei quali consentirà di mantenere al proprio interno l’eventuale incendio per un tempo prefissato. Il compartimento antincendio rappresenta, pertanto, una “cella” continua per la quale le prestazioni di contenimento dell’incendio al suo interno non degradano, almeno per il tempo stabilito dalla classe, in caso di sviluppo di incendio generalizzato.


Prodotto: Volume
Edizioni: Inail –  2020
Disponibilità: Sì – Consultabile anche in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

  • Compartimentazione antincendio(.pdf – 10,5 mb)
  • Il codice di prevenzione incendiIl Codice di prevenzione incendi si propone come promotore del cambiamento privilegiando un approccio prestazionale alla prevenzione incendi, in grado di garantire standard di sicurezza antincendio elevati, mediante un insieme di soluzioni progettuali sia conformi che alternative.

SOPRAVVIVENZA DEL COVID SU CARTA, PLASTICA VETRO E TESSUTO

Da Dottnet.it

Covid-19 può sopravvivere per 4 giorni sul vetro, per 7 giorni sulla plastica e sull’acciaio inossidabile. Sulla stoffa può restare solo per due giorni e sulla carta, invece, solo tre ore.

A dirlo è uno studio dell’Indian Istitute of Technology di Mumbai, in India, pubblicato sulla rivista scientifica Physics of Fluids, secondo il quale sarebbe opportuno che i luoghi pubblici come parchi, centri commerciali, ristoranti o sale d’attesa, possano avere coperture fatte di stoffa per ridurre il rischio di diffusione della malattia.  Sia nelle superfici impermeabili sia per quelle porose, si legge nella ricerca, il 99,9% del contenuto di liquido delle droplet (le goccioline dell’espettorato che potrebbero portare Sars-Cov-2), evapora entro i primi minuti. Dopo questo stato iniziale, un sottile film liquido residuo rimane sulle superfici solide esposte, dove il virus può ancora sopravvivere. Gli studiosi hanno notato che l’evaporazione di questo sottile film residuo è più veloce sulle superfici porose rispetto a quelle impermeabili. “Sulla base del nostro studio, consigliamo di rivestire i mobili di ospedali e uffici realizzati con materiale impermeabile, come vetro, acciaio inossidabile o legno laminato, con materiale poroso, come un panno, per ridurre il rischio di infezione al tatto“, spiega l’autore della ricerca, Sanghamitro Chatterjee. 

fonte: Physics of Fluids

LA DOPPIA MASCHERINA A TRE STRATI BLOCCA IL 90 % DELLE PARTICELLE

Indossare una maschera in tessuto a tre strati su una maschera medica o chirurgica a tre strati ha bloccato più del 90% delle particelle di tosse. MARK MORAN / THE CITIZENS ‘VOICE / ASSOCIATED PRESS

Da wall street journal

Sullo stesso argomento:

https://ohsonline.com/articles/2021/02/11/cdc-study-says-double-masks-offer-more-covid19-protection.aspx?m=1

https://www.corriere.it/salute/malattie_infettive/21_gennaio_28/coronavirus-dice-anche-fauci-la-doppia-mascherina-meglio-ma-davvero-cosi-9897d4f2-6155-11eb-89c6-2343df471572.shtml

L’uso corretto della mascherina può davvero fare una grande differenza, secondo uno studio pubblicato mercoledì dai Centers for Disease Control and Prevention.

Indossare una doppia maschera o applicare una maschera singola più aderente al viso riduce sostanzialmente il rischio di infezione da virus Covid-19, lo studio é stato pubblicato nel Rapporto settimanale di morbilità e mortalità dell’agenzia.

Dopo diversi test di laboratorio , il CDC ha scoperto che indossare una maschera di tessuto a tre strati su una maschera medica o chirurgica a tre strati bloccava il 92,5% delle particelle dalla tosse.

Era molto più efficace di una singola maschera. Una maschera chirurgica da sola ha bloccato le particelle provocate dalla tosse del 42% e una maschera in tessuto le ha bloccate del 44,3%.

Gli esperti (sia medici che ingegneri) affermano che le persone hanno bisogno di aggiornare le loro maschere perché c’é anche il rischio di nuove varianti del virus che si stanno diffondendo in tutto il paese , in particolare una che è significativamente più trasmissibile del ceppo attualmente più comune. Altri studi hanno mostrato benefici dall’indossare maschere doppie..

Ovviamente meglio ancora sarebbe indossare maschere N95, che vengono utilizzate principalmente negli ospedali e sono certificate e che filtrano il 95% delle piccole particelle.

“l ‘uso di mascherine è uno dei nostri mezzi più potenti non solo per l’epidemia e i suoi effetti sulla salute umana e l’economia, ma anche per rallentare l’evoluzione virale”, ha detto. “Stiamo esaminando tutti i modi in cui possiamo migliorare le nostre misure di prevenzione”.

Non è noto se le prestazioni delle maschere singole o doppie siano diverse rispetto alle nuove varianti, ha detto il dottor Brooks. “È lo stesso virus, quindi le misure dovrebbero funzionare”, ha detto. “Quello che non sappiamo è quanto efficacemente funzioneranno”.

Negli esperimenti di laboratorio, la doppia maschera era anche più protettiva contro gli aerosol dalla respirazione. Ha bloccato l’83% degli aerosol emessi durante 15 minuti di respirazione tranquilla da una sagoma della testa non protetta da mascherina in una piccola stanza. La protezione era del 96,4% quando l’altra persona nella stanza indossava anche una doppia mascherina o una maschera singola aderente.

Il CDC ha anche testato l’efficacia di una maschera medica o chirurgica che si adattava meglio annodando i cappi per le orecchie e piegando i lati vicino al viso. Indossare quella maschera ha bloccato il 64,5% degli aerosol emessi dall’altra forma della testa, che era non mascherata, e il 95,9% delle particelle quando la forma della testa era mascherata.

Liberamente tradotto ed adattato da Dott. Alessandro Guerri medico specialista in medicina del lavoro.

LA PROTEZIONE DEI LAVORATORI AGRICOLI DAL COVID 19

Da Inail.it

Con il presente opuscolo si ritiene di poter fornire agli operatori agricoli del settore agro-zootecnico strumenti utili alla gestione della sicurezza e della tutela della salute, nel rispetto della normativa vigente, quali misure di prevenzione e protezione edeguate ed efficaci per mitigare l’esposizione e la diffusione del virus SARS-CoV-2 (igiene sul luogo di lavoro, misure di protezione individuale, gestione corretta delle attrezzature di lavoro).


Prodotto: Volume
Edizioni Inail –  2021
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

COVID 19: PIÙ SINTOMI PER I FUMATORI

Da dottnet.it

Chi fuma sigarette presenta un numero di sintomi del Covid-19 più elevato rispetto ai non fumatori e corre un rischio doppio di esser ricoverato. E’ quanto emerge dallo studio pubblicato oggi sulla rivista scientifica Thorax dai ricercatori del King’s College di Londra. I ricercatori hanno analizzato i dati di utenti inglesi dell’app Zoe Covid Symptom Study, di cui l’11% erano fumatori. Durante il periodo di studio (24 marzo e aprile 2020), i fumatori avevano il 14% di probabilità in più, rispetto ai non fumatori, di sviluppare la classica triade di sintomi che suggeriscono la diagnosi di Covid-19: febbre, tosse persistente e mancanza di respiro. I fumatori positivi al Sars-Cov-2 inoltre avevano il 29% di probabilità in più di avere oltre 5 sintomi associati a Covid-19 e il 50% di probabilità in più di averne oltre 10, tra cui perdita dell’olfatto, diarrea, affaticamento, confusione e dolore muscolare. Infine, avevano più del doppio delle probabilità di andare in ospedale.  “Alcune indagini nei mesi passati hanno suggerito un effetto protettivo del fumo sul rischio Covid-19. Tuttavia, gli studi in quest’area possono essere facilmente influenzati da pregiudizi nel campionamento, nella partecipazione e nella risposta.

I nostri risultati mostrano invece chiaramente che i fumatori corrono un rischio maggiore di soffrire di una gamma più ampia di sintomi Covid”, spiega Mario Falchi, ricercatore capo e docente senior al King’s College di Londra. Diminuire il vizio fumo, suggeriscono gli autori, potrebbe anche contribuire a ridurre il carico del sistema sanitario derivante dall’aumento dei ricoveri in ospedale.

ESPOSIZIONE A SILICE:BANCA DATI INAIL

Da Inail.it

Banca dati esposizione silice – Rapporto 2000 – 2019

Gli effetti sanitari della silice cristallina e la sua ubiquitarietà rendono attuale il tema dell’esposizione professionale a tele agente di rischio nonostante l’evoluzione degli scenari lavorativi.

 

La Banca dati esposizione silice, realizzata dalla Contarp in collaborazione con la Direzione centrale organizzazione digitale, raccoglie i dati di oltre 8000 campioni prelevati nei monitoraggi effettuati dall’Inail in tutta Italia dal 2000 al 2019. Il Rapporto presenta i risultati delle misurazioni sull’esposizione a silice cristallina e a polvere respirabile, descritti per attività e mansione, con elaborazioni statistiche utili per valutare il rischio nelle aziende, per l’implementazione di buone prassi e per studi epidemiologici.

Prodotto: Volume
Edizioni: Inail – 2019
Disponibilità: Si – Consultabile anche in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

TESTS COVID IN LABORATORIO E SANITÀ PUBBLICA

Ministero della Salute – Istituto Superiore di Sanità
Nota tecnica ad interim. Test di laboratorio per SARS-CoV-2 e loro uso in sanità pubblica.
Aggiornata al 23 ottobre 2020.

iii, 10 p.

Il documento fornisce le indicazioni ad interim per la diagnostica di SARS-CoV-2 e i criteri di scelta dei test disponibili a seconda dei diversi contesti per un loro uso razionale e sostenibile in termini di risorse.

Ministero della Salute – Istituto Superiore di Sanità
Interim Technical note. Laboratory testing for SARS-CoV-2 and their use in public health.
Updated on October 23, 2020.

iii, 10 p.

This document provides current interim guidance on the correct, rational and sustainable use of SARS-CoV-2 diagnostics and the ongoing criteria for choosing the right available test in each context.

Da Iss

 Pubblicato il 04/11/2020

POLLINOSI E SALUTE OCCUPAZIONALE

Allergie da pollini: approccio integrato per la tutela della salute pubblica e occupazionale

Le allergie rappresentano condizioni multifattoriali che necessitano di un approccio integrato, multidisciplinare e condiviso prendendo in considerazione i fattori di esposizione ambientali di origine fisica, chimica, biologica, nonché i co-fattori in grado di modulare gli effetti, le condizioni fisio-patologiche di ciascun individuo e la capacità di risposta individuale.

Il fact sheet rappresenta un prodotto realizzato nell’ambito delle collaborazioni in un progetto di ricerca sulle esposizioni a inquinanti aerodispersi di varia natura tra cui i pollini. La realizzazione di materiale informativo da indirizzare ai lavoratori e ad altri gruppi a rischio ha rappresentato uno degli obiettivi del progetto.

Prodotto: Fact sheet
Edizioni: Inail – 2020
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it