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GUIDA TECNICA AI TRABATTELLI

da inail.it

Il documento ha lo scopo di fornire un indirizzo per la scelta, l’uso e la manutenzione dei trabattelli da utilizzare nei luoghi di lavoro.

Obiettivo del documento è anche quello di indicare una metodologia per la valutazione dei rischi connessi all’utilizzo dei trabattelli. L’individuazione del trabattello più adatto ad una realtà lavorativa dipende dalle sue caratteristiche intrinseche e dal tipo di attività da eseguire. Il contenuto del documento non esime dalla necessità di porre a confronto le indicazioni fornite con le reali condizioni e le esigenze di ogni specifico ambiente di lavoro.




Prodotto: Volume
Edizioni: Inail – 2022
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

PROROGATO A LUGLIO L’INVIO DELL’ALLEGATO 3B

La proroga si è resa necessaria alla luce delle difficoltà legate alla gestione dell’emergenza Covid-19

Sorveglianza sanitaria: slitta il termine per l’invio dell’allegato 3B da parte dei medici competenti. Lo rende noto il ministro della Salute con la nota 15 febbraio 2022.

L’obbligo, previsto dall’articolo 40, D.Lgs. n. 81/2008, prevede che «Entro il primo trimestre dell’anno successivo all’anno di riferimento il medico competente trasmette, esclusivamente per via telematica, ai servizi competenti per territorio le informazioni, elaborate evidenziando le differenze di genere, relative ai dati collettivi aggregati sanitari e di rischio dei lavoratori, sottoposti a sorveglianza sanitaria secondo il modello in ALLEGATO 3B».

Lo slittamento si è reso necessario alla luce delle difficoltà legate alla gestione dell’emergenza Covid-19.

Da ambienteesicurezzaweb.it

SMART WORKING E LAVORATORI FRAGILI

SPETTA AL MEDICO DI MEDICINA GENERALE LA CERTIFICAZIONE

Il decreto individua le patologie e le condizioni che danno accesso allo status di lavoratori fragili con diritto a prestare l’attività con modalità di lavoro agile fino al 28 febbraio

E’ firmato dai Ministri competenti (Salute-Lavoro-Pubblica Amministrazione) il decreto interministeriale del 4 febbraio 2022 (pubblicato nella GU n. 35 dell’11 febbraio 2022), che individua le patologie e le condizioni che danno accesso allo status di lavoratori fragili, come riporta Ipsoa, con diritto a prestare l’attività con modalità di lavoro agile fino al 28 febbraio. Le condizioni di salute che rendono rischioso lo svolgimento dell’attività lavorativa in presenza dovranno essere certificate dal medico di famiglia.

Patologie e condizioni.

Il decreto individua le patologie croniche con scarso compenso clinico e con particolare connotazione di gravità, in presenza delle quali, fino al 28 febbraio 2022, la prestazione lavorativa è normalmente svolta, secondo la disciplina definita nei Contratti collettivi, ove presente, in modalità agile, anche attraverso l’adibizione a diversa mansione ricompresa nella medesima categoria o area di inquadramento, come definite dai contratti vigenti, e specifiche attività di formazione professionale sono svolte da remoto.

Sono previste due casistiche specifiche, a seconda dello stato vaccinale del lavoratore, che in particolare rientrano nella previsione del decreto in argomento, indipendentemente dallo stato vaccinale:

1) pazienti con marcata compromissione della risposta immunitaria:

– trapianto di organo solido in terapia immunosoppressiva;

– trapianto di cellule staminali ematopoietiche (entro 2 anni dal trapianto o in terapia immunosoppressiva per malattia del trapianto contro l’ospite cronica);

– attesa di trapianto d’organo;

– terapie a base di cellule T esprimenti un Recettore Chimerico Antigenico (cellule CAR¬T);

– patologia oncologica o onco-ematologica in trattamento con farmaci immunosoppressivi, mielosoppressivi o a meno di 6 mesi dalla sospensione delle cure;

– immunodeficienze primitive (es. sindrome di DiGeorge, sindrome di Wiskott-Aldrich, immunodeficienza comune variabile etc.);

– immunodeficienze secondarie a trattamento farmacologico (es: terapia corticosteroidea ad alto dosaggio protratta nel tempo, farmaci immunosoppressori, farmaci biologici con rilevante impatto sulla funzionalità del sistema immunitario etc.);

– dialisi e insufficienza renale cronica grave;

– pregressa splenectomia;

– sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS) con conta dei linfociti T CD4+ < 200cellule/pl o sulla base di giudizio clinico.

2) pazienti che presentino 3 o più delle seguenti condizioni patologiche:

– cardiopatia ischemica;

– fibrillazione atriale;

– scompenso cardiaco;

– ictus;

– diabete mellito;

– bronco-pneumopatia ostruttiva cronica;

– epatite cronica;

– obesità.

La disposizione in esame si applica, inoltre, in caso di contemporanea presenza di esenzione alla vaccinazione per motivi sanitari e almeno una delle seguenti condizioni:

– età maggiore di 60 anni;

– condizioni di salute motivata da concomitanti/preesistenti di elevata fragilità elencate in via non esaustiva nell’Allegato 2 della circolare della Direzione generale della prevenzione sanitaria del Ministero della salute n. 45886 dell’8 ottobre 2021. Come si è detto, l’esistenza delle patologie e delle condizioni di cui sopra è certificata dal medico di medicina generale del lavoratore. Della materia, si legge su Ipsoa; si occupa anche l’INPS con il messaggio 679 dell’11/2/2022 ma solo per sottolineare che si tratta di aspetti giuslavoristici e contrattuali che non rientrano tra le competenze dell’Istituto, il quale si limita a sottolineare che per l’anno 2022 non è possibile il riconoscimento delle indennità economiche per gli eventi riferiti alla quarantena e alla tutela dei lavoratori fragili di cui ai commi 1 e 2 dell’art. 26 del D.L. n. 18/2020.

Protocolli per il lavoro agile

D’altro canto, il lavoro agile è oggetto anche dei protocolli sottoscritti dalle parti sociali sia per il lavoro privato che per quello pubblico. Per quanto attiene i rapporti di lavoro privato le linee guida fornite dal protocollo si applicheranno a partire dalla conclusione dello stato di emergenza collegato alla pandemia, che dovrebbe cessare il 31 marzo 2022. Il protocollo prevede l’accesso facilitato al lavoro agile per persone fragili e lavoratori con disabilità, di utilizzare tale modalità di lavoro anche come misura di accomodamento ragionevole.

Da dottnet.it

OBBLIGO GREEN PASS ANCHE PER GLI ULTRACINQUANTENNI IN SMART WORKING.

Costa (Salute): obbligo Green pass over 50 anche per chi in smart working

“I dati della pandemia ci dicono che siamo in una fase positiva, su questo non c’è dubbio. I dati però ci dicono anche che la pandemia c’è ancora e dobbiamo mettere in atto l’ultimo sforzo per portare il paese fuori da questa situazione nel modo più rapido possibile. L’introduzione dell’obbligo vaccinale per gli over 50 va esattamente in questa direzione: ridurre il più possibile la platea dei non vaccinati”. Lo dice a Rai Radio1, ospite di Giorgio Zanchini a ’Radio Anch’io’, il sottosegretario alla Salute Andrea Costa.

È vero che ci sarà l’obbligo di Green Pass anche per chi è in smart working? “La norma primaria prevede l’introduzione dell’obbligo vaccinale per gli over 50, ed è chiaro che l’obbligo è esteso a tutta questa categoria e fascia d’età. Per cui è assolutamente confermato”. Come verranno effettuati i controlli? “Per il controllo l’operazione è più complicata rispetto ad altri posti di lavoro – ha detto Costa a Rai Radio1 – ma non escludo che si possano fare controlli anche per loro”.

Da ilsole24ore

QUANDO È NECESSARIA LA SORVEGLIANZA SANITARIA IN AZIENDA

Su certifico.com un excursus delle leggi che regolano l’attività di sorveglianza sanitaria nell’ ‘ambito della medicina del lavoro.

In tale contesto sono identificabili tutte le lavorazioni “tabellate” ove risulta obbligatoria la nomina di un medico competente.

Qui di seguito il link:

https://www.certifico.com/sicurezza-lavoro/documenti-sicurezza/67-documenti-riservati-sicurezza/10213-lavori-con-obbligo-sorveglianza-sanitaria-riferimenti-normativi-ed-elenchi

LA GESTIONE SICURA DI SUOLI CONTAMINATI DA AMIANTO

da Inail.it

Le attività di caratterizzazione, campionamento, gestione del suolo contaminato e relative analisi non risultano ancora sufficientemente normate. Il suolo può risultare contaminato da amianto sia a causa di attività antropiche inquinanti che di processi naturali di disgregazione di Pietre verdi.

L’interazione con tali suoli può contribuire alla loro alterazione e contaminazione con l’amianto. Considerando l’elevato numero di aree con suoli contaminati da amianto, si comprende quanto la loro gestione in sicurezza rivesta un suolo strategico per la riqualificazione del territorio, il recupero di uso del suolo in aree compromesse e risparmi economici. E’ stato dunque predisposto il presente volume che indica le modalità operative in campo volte ad evitare esposizioni indebite.


Prodotto: Volume
Edizioni: Inail – 2022
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

ESSELUNGA SPERIMENTA UN ESOSCHELETRO PER LA MMC

L’automazione promette di di rivoluzionare il settore retail: dai magazzini che si stanno riempiendo di soluzioni robotiche, ne parliamo sul numero 3 di gdoweek, alle soluzioni adottate all’interno dei punti di vendita, che possono beneficiare delle innovazioni sia software sia hardware per velocizzare e ottimizzare le operazioni. Tre la diverse innovazioni, la tecnologia robotica indossabile rappresenta una frontiera molto interessante su cui sperimentare.

In questo contesto si colloca il progetto pilota di utilizzo di un esoscheletro per gli addetti dei negozi Esselunga, sviluppato da Comau (azienda del Gruppo automobilistico Stellantis) e da Iuvo, società spin-off della università Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Esselunga avrà il compito di guidare il processo di validazione del dispositivo, con il diretto coinvolgimento dei propri operatori sin dall’avvio del progetto.

L’esoscheletro in test nei negozi Esselunga

Comau e Iuvo hanno lanciato sul mercato anche l’esoscheletro Mate-XTstudiato per gli arti superiori, che può ridurre lo sforzo degli operatori di circa il 30% e migliorare la produttività all’incirca del 10%

L’innovativo esoscheletro è studiato per supportare l’articolazione lombosacrale, permette di ridurre il carico sulla schiena durante le attività di sollevamento e movimentazione dei pesi, migliorando così le condizioni e la qualità di lavoro degli operatori. Si pensi per esempio al posizionamento dei prodotti sugli scaffali alti.

“Il coinvolgimento di Esselunga, già nelle prime fasi dell’iter di progettazione -commenta Nicola Vitiello, professore associato presso la Scuola Superiore Sant’Anna e co-fondatore di Iuvo-, sarà prezioso per il nostro team di bioingegneri. Qualsiasi tecnologia creata per aiutare l’uomo, affinché possa essere accettata con successo, richiede la partecipazione attiva degli utenti finali, durante ogni fase”.

A livello di tempistiche, i test dei primi prototipi inizieranno nel primo trimestre del 2022, mentre i primi esoscheletri lombari saranno disponibili nel secondo trimestre del 2022.

Da gdweek.it

LONG COVID ED OLFATTO : UN NUOVO STUDIO

Dallo studio è emerso che 50 pazienti (32,8%) presentavano anosmia, 25 (16,4%) iposmia, 10 (6,6%) parosmia/cacosmia e 58 pazienti (38,2%) una combinazione di iposmia e parosmia

Le alterazioni funzionali dell’olfatto rappresentano una delle manifestazioni sintomatologiche più comuni della sindrome da Long-Covid, una percentuale tra il 20% ed il 25% di questi pazienti lamenta disturbi dell’olfatto anche dopo un anno dall’infezione da Sars-CoV-2. Ma non solo il 50% dei pazienti ha manifestato cefalea e il 56.7% confusione mentale. Il Long Covid è stato studiato su 152 pazienti, i cui dati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica “Brain Sciences”.



Lo studio, coordinato dalla Arianna Di Stadio, Professore Associato di Otorinolaringoiatria presso l’Università di Catania  e firmato da esperti internazionali quali Michael J. Brenner, Professore Associato di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Testa-Collo presso l’Università del Michigan e Evanthia Bernitsas, Professore Associato di Otorinolaringoiatria e Direttrice del Centro per la sclerosi multipla della Wayne State University di Detroit, ha visto in prima linea Angelo Camaioni, Direttore del Dipartimento Testa-Collo e della Uoc Otorinolaringoiatria dell’Ao San Giovanni-Addolorata, coadiuvato da Pietro De Luca, Medico in Formazione Specialistica in Otorinolaringoiatria. Lo studio trasversale multicentrico ha arruolato 152 adulti che riferivano disfunzione olfattiva afferenti a 3 centri terziari specializzati in disturbi olfattivi da Covid-19. Criteri di inclusione sono stati l’alterazione olfattiva dopo l’infezione da Sars-CoV-2 persistenti per oltre 6 mesi dall’infezione, età maggiore di 18 anni e inferiore a 65 anni.
 
Dallo studio è emerso che 50 pazienti (32,8%) presentavano anosmia, 25 (16,4%) iposmia, 10 (6,6%) parosmia/cacosmia e 58 pazienti (38,2%) una combinazione di iposmia e parosmia.  Sette pazienti (4,6%) soffrivano esclusivamente di cefalea e due (1,4%) avevano cefalea e confusione mentale come sintomi d’esordio. In particolare la cefalea è stata segnalata da 76 pazienti (50%) e la confusione mentale da 71 (46,7%).

“L’alterazione dell’olfatto ed il coinvolgimento cognitivo sono caratteristiche comuni della sindrome da Long-Covid. La confusione mentale – spiega  Angelo Camaioni – spesso descritta come ‘brain fog’, potrebbe influenzare l’olfatto alterando il ricordo degli odori o attraverso un meccanismo condiviso di neuroinfiammazione. Abbiamo indagato la confusione mentale, la cefalea, e la funzione cognitiva in pazienti adulti con disfunzione olfattiva persistente dopo infezione da Sars-CoV-2”. Dallo studio sono stati quindi esclusi pazienti con alterazione dell’olfatto, cefalea, o disturbi mnemonici precedenti all’infezione. I pazienti sono stati esaminati tramite esame olfattometrico, esame endoscopico nasale, scale di valutazione delle cefalea, valutazione della cognitivi, Mini Mental State Examination (Mmse). La disfunzione olfattiva è stata stratificata e classificata in base alla severità del deficit e in base alla presenza o meno di distorsione dell’olfatto (parosmia, cacosmia). I dati inerenti l’olfatto, la cefalea, la confusione, ed il Mmse sono stati analizzati per valutare eventuali connessioni.

“I pazienti che riferivano cefalea, confusione mentale, o entrambe – scrivono gli autori – mostravano un rischio significativamente maggiore di soffrire di anosmia e/o iposmia se confrontati con la controparte senza sintomi neurologici. Nessuno dei pazienti ha riportato un punteggio ridotto al Mmse. Nella nostra coorte di pazienti post-Covid-19 con sintomi olfattivi persistenti oltre i 6 mesi, la cefalea ed il coinvolgimento cognitivo erano associati con deficit olfattivi più severi, coerentemente con meccanismi neuroinfiammatori mediatori di una varietà di sintomi nei pazienti con sindrome long-Covid”.

Da dottnet.it

INFOR.MO : CARATTERISTICHE DEGLI INFORTUNI IN CANTIERE

La scheda analizza gli infortuni avvenuti nel settore delle Costruzioni in termini di caratteristiche, dinamiche di accadimento e fattori causali registrati nella banca dati del sistema di sorveglianza nazionale degli infortuni mortali e gravi Informo.

Nel dettaglio, oltre a presentare indicatori di incidenza e gravità, vengono esaminate le caratteristiche dei fattori di rischio degli infortuni trattati, anche con riferimento alle più frequenti modalità di accadimento degli stessi. Sono poi indicate le principali misure di prevenzione e protezione da attuare per il contenimento e la riduzione del rischio infortunistico.


Prodotto: Fact sheet
Edizioni: Inail – 2022
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

Da inail.it

VANTAGGI E RISCHI DEL TELELAVORO

Da dottnet.it

Il telelavoro aumenta il rischio di isolamento sociale e di depressione. Favorisce il consumo di fumo e alcol e conduce a una vita più sedentaria.

L’emergenza Covid-19 ha portato a un’impennata di smartworking. In Europa la quota di lavoratori in telelavoro è passata dall’11% del periodo pre-pandemia al 48% di oggi, con circa il 40% dell’orario di lavoro retribuito svolto da remoto.  Se il lavoro da casa porta dei vantaggi (a partire dalla riduzione del rischio contagio durante l’emergenza), tuttavia l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e l’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil), in un rapporto pubblicato oggi, mettono in guardia anche dai rischi .

Secondo l’Oms e l’Oil il telelavoro, ad esempio, aumenta il rischio di isolamento sociale e di depressione. Favorisce il consumo di fumo e alcol e conduce a una vita più sedentaria. Rappresenta un rischio anche per l’apparato muscolo-scheletrico e per gli occhi, a causa del prolungato tempo passato seduti davanti a uno schermo. L’eccesso di tempo passato allo schermo e l’orario di lavoro irregolare può avere anche effetti negativi sul sonno. Tra i vantaggi del telelavoro, afferma il rapporto, ci possono essere un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata, opportunità di orari di lavoro flessibili e attività fisica, traffico ridotto e tempo speso per il pendolarismo e una diminuzione dell’inquinamento atmosferico, tutti fattori che possono migliorare la salute fisica e mentale e benessere sociale. Il telelavoro può anche portare a una maggiore produttività e costi operativi inferiori per molte aziende.


 
Il rapporto delinea i ruoli che i governi, i datori di lavoro, i lavoratori e i servizi sanitari sui luoghi di lavoro dovrebbero svolgere nella promozione e protezione della salute e della sicurezza durante il telelavoro. La collaborazione tra lavoratori e datori di lavoro è essenziale per un telelavoro sicuro. “La pandemia ha portato a un’ondata di telelavoro, cambiando di fatto la natura del lavoro praticamente dall’oggi al domani per molti lavoratori”, ha affermato Maria Neira, Direttore, Dipartimento per l’ambiente, i cambiamenti climatici e la salute, Organizzazione mondiale della sanità che ha aggiunto come “nei quasi due anni dall’inizio della pandemia, è diventato molto chiaro che il telelavoro può portare facilmente benefici per la salute ma può anche avere un impatto terribile. Il modo in cui oscilla il pendolo dipende interamente dal fatto che governi, datori di lavoro e lavoratori lavorino insieme e se ci siano servizi di salute sul lavoro agili e fantasiosi per mettere in atto politiche e pratiche a beneficio sia dei lavoratori che del lavoro”.
 
Le misure da adottare: dalle attrezzature al diritto alla “disconessione”. Le misure che dovrebbero essere messe in atto dai datori di lavoro sono in primo luogo la garanzia che i lavoratori ricevano attrezzature adeguate per l’home working; poi fornire informazioni, linee guida e formazione specifiche per ridurre l’impatto del telelavoro sulla salute psicosociale e mentale. Ma anche la formazione dei manager alla gestione efficace del rischio, alla leadership a distanza e alla promozione della salute sul luogo di lavoro. E infine va stabilito il “diritto alla disconnessione” e a giorni di riposo sufficienti.
 
I servizi di salute del lavoro dovrebbero essere abilitati a fornire supporto ergonomico, di salute mentale e psicosociale ai telelavoratori che utilizzano le tecnologie di telemedicina digitale, afferma ancora il rapporto Oms/Oil, e i lavoratori dovrebbero ricevere attrezzature adeguate per completare i compiti del lavoro “Il telelavoro e in particolare il lavoro ibrido sono qui per restare e probabilmente aumenteranno dopo la pandemia, poiché sia le aziende che gli individui ne hanno sperimentato la fattibilità e i vantaggi”, ha affermato Vera Paquete-Perdigão, Direttore del Dipartimento di governance e tripartitismo dell’Oil. “Mentre ci allontaniamo da questo modello di partecipazione per stabilirci in una nuova normalità – dice ancora la rappresentante dell’Oil – abbiamo l’opportunità di incorporare nuove politiche, pratiche e norme di supporto per garantire a milioni di telelavoratori un lavoro sano, felice, produttivo e dignitoso”.
 
Il report offre anche raccomandazioni pratiche per l’organizzazione del telelavoro che soddisfino le esigenze sia dei lavoratori che delle organizzazioni. Ad esempio assumono importanza la discussione e lo sviluppo di piani di lavoro di telelavoro individuali e il chiarimento delle priorità ma anche essere chiari sulle tempistiche e sui risultati attesi.
 
Come importante è concordare un sistema comune per segnalare la disponibilità al lavoro e garantire che dirigenti e colleghi rispettino il sistema.
 
Per questo, concludono le due organizzazioni internazionali delle Nazioni Unite, “le imprese con telelavoratori dovrebbero sviluppare programmi speciali per il telelavoro che combinino misure per la gestione del lavoro e delle prestazioni con tecnologie dell’informazione e della comunicazione e attrezzature adeguate, e servizi di salute del lavoro per il supporto sanitario generale, ergonomico e psicosociale”.