MOBILITÀ

PROTOCOLLO INAIL FS PER LA SICUREZZA E LA SALUTE SUL LAVORO

L’intesa, che farà da modello a ulteriori accordi tra l’Istituto e altri grandi gruppi industriali, prevede iniziative congiunte per la progettazione di azioni finalizzate alla prevenzione degli infortuni, anche attraverso la sperimentazione di soluzioni di valore tecnologico innovativo. La collaborazione avrà durata quinquennale, in coerenza con la scadenza del Piano nazionale di ripresa e resilienza nel 2026.

L’accordo sottoscritto oggi avrà durata quinquennale, in coerenza con la scadenza del Pnrr nel 2026, e prevede l’esecuzione di attività congiunte volte alla diffusione della cultura della prevenzione e al miglioramento della gestione di salute e sicurezza, anche attraverso il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei soggetti istituzionali competenti. Gli ambiti di collaborazione definiti dal protocollo comprendono iniziative di comunicazione e promozione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e della sostenibilità sociale, la progettazione di programmi di formazione rivolti a tutti i ruoli aziendali e al personale coinvolto nella realizzazione delle grandi opere infrastrutturali e la ricerca e sperimentazione di soluzioni tecnologiche innovative per il miglioramento dei livelli di salute e sicurezza.



Tra queste ultime potranno avere un ruolo centrale i progetti di ricerca Inail nel campo della robotica, della realtà aumentata attraverso la visione immersiva, della sensoristica per il monitoraggio degli ambienti di lavoro, dello studio di materiali innovativi per l’abbigliamento lavorativo e dei dispositivi per la prevenzione di infortuni e malattie professionali, quali ad esempio gli esoscheletri collaborativi. Sono previsti, inoltre, la progettazione di modelli di organizzazione e gestione dei rischi per la prevenzione degli infortuni e la promozione del benessere organizzativo, l’analisi dei flussi informativi in materia di infortuni sul lavoro e malattie professionali nei comparti di interesse aziendali e nella realizzazione di grandi opere, e lo studio dei fattori di rischio per prevenire le patologie lavoro-correlate.

I compiti di indirizzo, programmazione e monitoraggio delle attività oggetto della collaborazione, che saranno regolate attraverso la stipula di specifici accordi attuativi, sono affidati a un Comitato di coordinamento composto da sei referenti, di cui tre individuati dall’Inail e tre dal Gruppo FS.

da Inail.it

RIDERS: DISCRIMINATORIO IL PROGRAMMA FRANK

Roma, 2 gen. (askanews) – “L’algoritmo ‘Frank’ utilizzato da Deliveroo per valutare i rider è discriminatorio. Una svolta epocale nella conquista dei diritti e delle libertà sindacali nel mondo digitale, stabilita dal Tribunale di Bologna accettando il ricorso promosso congiuntamente da Nidil, Filcams e Filt e dalle rispettive strutture territoriali bolognesi”. Lo riferisce il segretario confederale della Cgil, Tania Scacchetti.

“Per la prima volta in Europa – sottolinea la dirigente sindacale – un giudice stabilisce che ‘Frank’ è cieco e pertanto indifferente alle esigenze dei rider che non sono macchine, ma lavoratori con diritti. Il ranking reputazionale declassa alla stesso modo, senza alcuna distinzione, sia chi si assenta per futili motivi che chi si astiene dalla consegna per malattia o per esercitare il diritto di sciopero”.

Il giudice ha ritenuto che il modello di valutazione adottato dalla piattaforma di food delivery “era il frutto della ‘scelta consapevole’ dell’azienda di privilegiare la disponibilità del rider – aggiunge la Cgil – senza mai considerare le ragioni del suo possibile mancato collegamento alla piattaforma poichè come afferma il Tribunale ‘quando vuole, la piattaforma può togliersi la benda che la rende cieca o incosciente rispetto ai motivi della mancata prestazione lavorativa da parte del rider e, se non lo fa, è perché lo ha deliberatamente scelto’. Il provvedimento costituisce un fondamentale passo avanti nel percorso che ci vede da sempre impegnati nella tutela del lavoro, dei lavoratori dalla nuova economica digitale”.

INAIL E VERIFICHE DELLE MACCHINE DI SOLLEVAMENTO

Il documento fornisce indicazioni per la gestione tecnico-amministrativa della prima verifica periodica.

Nello specifico il lavoro tratta gli apparecchi di sollevamento di tipo mobile, descrivendone le caratteristiche costruttive precipue, l’evoluzione dello stato dell’arte e soprattutto fornendo indicazioni dettagliate per la compilazione della scheda tecnica e la redazione del verbale di verifica periodica.

Immagine Apparecchi di sollevamento materiali di tipo mobile

Prodotto: Volume
Edizioni: Inail – 2020
Disponibilità: Si – Consultabile anche in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

GUIDA NIOSH PER I VIAGGI DI LAVORO

Tutti i viaggi comportano dei rischi ma i viaggi internazionali  rappresentano una tipologia di rischio completamente diverso. Per i dipendenti che viaggiano all’estero per lavoro, ci sono molte considerazioni che riguardano la sicurezza e la salute, e questo è particolarmente rilevante per le piccole imprese. L’Istituto nazionale per la sicurezza e la salute sul lavoro (NIOSH) ha recentemente pubblicato una guida che fornisce preziose informazioni e strumenti a datori di lavoro e dipendenti per rispondere alle preoccupazioni di viaggio. ( the Small Business International Travel Resource )

Per le aziende con meno di 50 dipendenti, l’organizzazione dei viaggi internazionali spesso ricade sul dipendente o sul manager, e ciò rende più difficile garantire che ogni dipendente sia sempre in sicurezza. La nuova guida di NIOSH da delle semplici precise indicazioni per garantire che la sicurezza dei viaggi dei lavoratori sia organizzata in tre fasi: pre-viaggio, in viaggio e post-viaggio.

L ‘azienda aiuta il dipendente a organizzare i suoi piani con un piano cronologico:

Calendario delle attività del datore di lavoro: fornisce un modo per pianificare i viaggi e proteggere il dipendente identificando i rischi chiave, le responsabilità e le esigenze logistiche e di comunicazione necessarie.  Pianificazione del viaggio: i datori di lavoro possono rivedere questo elenco di controllo con i dipendenti a seconda del loro lavoro, posizione e necessità personali per aiutare a gestire i rischi, la responsabilità e la comunicazione.
Post Travel Report: aiuta il dipendente a prepararsi per l’attività in loco, l’imminente ritorno alla vita quotidiana di casa e un modo per programmare il riposo e il recupero del jet-lag al ritorno.
“Molte delle piccole imprese non dispongono del personale delle risorse umane per pianificare le esigenze dei viaggi di lavoro internazionali. Spesso quindi  la responsabilità di tutto ció ricade su proprietari e dirigenti “, ha dichiarato il direttore di NIOSH John Howard, MD “Questa nuova guida di viaggio internazionale fornisce gli strumenti necessari per organizzare  e pianificare la sicurezza di un viaggio sicuro all’estero “.

La guida ha lo scopo di aiutare i dipendenti a gestire  con la pianificazione del viaggio , la sicurezza in tutte le fasi della trasferta (pre, durante e post). La maggior parte dei dipendenti concentra le proprie energie sul pre-viaggio e su dove deve andare. Tuttavia, questo è solo il primo passo e i datori di lavoro devono mantenere i dipendenti al sicuro durante l’intero viaggio. La guida di viaggio di NIOSH include anche un modo per valutare lo stato di salute durante la trasferta , un elenco del materiale da portare con se, un piano di salute e sicurezza sul luogo, moduli di contatto e informazioni di emergenza, rapporti sugli incidenti e un elenco internazionale delle risorse di viaggio di lavoro.

Ecco il link per leggere la guida Small Business International Travel Resource here. Altre informazioni si possono reperire presso the Center for Disease Control and Prevention Traveler’s Health page o al NIOSH’s Small Business topic page.

Da oshonline.com liberamente tradotto da

dott Alessandro Guerri medico del lavoro

MILANO CAPITALE MOBILITÀ ELETTRICA CON E-MOB 2019

TA Milano, presso Palazzo Lombardia, dal 26 al 28 settembre la terza Conferenza Nazionale della Mobilità Elettrica: verranno esposti numerosi progetti, dalle migliorie nelle pratiche di rifornimento fino alla pianificazione a basso impatto ambientale dei Giochi invernali 2026. Anche il settore automotive protagonista

Il futuro della mobilità passa per l’energia elettrica: e-mob è la conferenza nazionale dedicata al tema, in cui vengono esposte le innovazioni nel campo. Tre giornate, dal 26 al 28 settembre presso Palazzo Lombardia a Milano, ricche di appuntamenti che radunano persone comuni e fornitori di energia in un’iniziativa nata per dare una panoramica delle migliorie nel campo green. Anche e soprattutto in ambito automobilistico.

OBIETTIVO: CAMBIAMENTO
La rassegna guarda al presente ma soprattutto al futuro, puntando a rendere la mobilità elettrica una scelta conveniente e praticabile da un sempre maggior numero di utenti. A tale scopo si è resa indispensabile un’azione condivisa dalle Regioni del Bacino Padano, in modo da ampliare ed arricchire la rete di rifornimento. Il comune di Milano, insieme ad ATM, punta a convertire il trasporto pubblico e privato, incentivando il car sharing elettrico e portando ad oltre 1.000 unità le colonnine urbane.

Altro obiettivo è quello di migliorare l’esperienza di rifornimento sia domestico che aziendale. Quella della mobilità elettrica è una tendenza destinata a radicarsi, vista sia la maggiore sensibilità verso l’ambiente che l’inasprimento delle politiche dell’Unione Europea volte a ridurre le emissioni di gas serra. La conferenza e-mob include inoltre un’area test, in cui sarà possibile sperimentare modelli di mobilità attuali e futuri.

Da greenme

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OBESITA’, FARE IL PENDOLARE IN MACCHINA RIDUCE LA VITA

Studio, aumenta del 32% la mortalità prematura

Chi soffre di obesità e fa il pendolare in auto ha un rischio di morte maggiore del 32% rispetto a chi, con peso normale, fa il pendolare in bicicletta e a piedi. E’ quanto emerge da uno studio dell’Università di Glasgow presentato al Congresso europeo sull’obesità che si è svolto nella città scozzese.
Già una precedente ricerca sul pendolarismo attivo (principalmente in bicicletta), aveva associato ad un rischio di morte ridotto della metà per rispetto al pendolarismo in auto.
Questa analisi ha incluso 163.149 partecipanti (tra 37 e 73 anni), che sono stati seguiti per una media di 5 anni.

Al termine del quinquennio è emerso che un totale di 2.425 partecipanti erano morti e 7.973 avevano sviluppato malattie cardiache.
Rispetto a quelli che avevano segnalato un peso corporeo sano e un pendolarismo attivo misto (a piedi e in bicicletta da e verso il lavoro), essere obesi in combinazione con il pendolarismo era associato ad un rischio maggiore del 32% per morte prematura, un raddoppiamento della mortalità per malattie cardiache e un aumento del 59% delle malattie cardiache non mortali.
Al contrario, le persone con obesità che hanno segnalato di essere pendolari attivi avevano un rischio di morte per qualsiasi causa simile ai pendolari attivi con peso normale, suggerendo che il ciclismo o la camminata da e verso il lavoro potevano ridurre l’effetto dannoso dell’obesità.(ANSA).

da ansa.it

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EMOB 2018, 2^ CONFERENZA DELLA MOBILITA’ ELETTRICA

Da regione.lombardia.it

Tutti ai nastri di partenza rigorosamente però con veicoli elettrici a Milano . Infatti  quest ‘ anno , la Conferenza nazionale della mobilità elettrica si svolgerà nella città meneghina presso Palazzo Lombardia con tre giorni di conferenze, workshop, eventi.

Si parte giovedì 27 settembre con la presentazione della “Carta Metropolitana della Mobilità Elettrica”, il documento conclusivo dell’edizione 2017 contenente soluzioni pratiche per rendere i Comuni a misura dei veicoli a batterie.

Venerdì 28 settembre sarà dedicato ai workshop operativi per un futuro pulito: una giornata tecnico-scientifica con i responsabili di atenei, associazioni, centri di ricerca e di un qualificato comitato scientifico per illustrare e definire le soluzioni più efficaci per migliorare la qualità dell’aria delle nostre città.


Tra i temi dibattuti nei convegni ci saranno l’analisi dei costi di “rifornimento” e delle modalità di pagamento in Europa, nonché la disamina di norme e regolamenti comunali per consentire il diritto alla ricarica pubblica e privata.

Altre tematiche affrontate riguarderanno la logistica urbana con veicoli a zero emissioni, le proposte di condivisione dei mezzi di trasporto e le soluzioni per sfruttare le batterie dei veicoli elettrici come supporto alla rete energetica e per garantire un corretto riutilizzo o riciclo degli accumulatori a fine vita.

La manifestazione si chiude sabato 29 settembre con il raduno elettrico e i test drive di alcune macchine elettriche.
Nelle sale di Palazzo Lombardia si potrà dialogare con esperti e possessori di veicoli elettrici per scoprire i modelli elettrici che verranno, gli incentivi diretti e indiretti disponibili, le modalità di ricarica e i vantaggi del guidare con la “scossa”.

Nella piazza e nelle aree adiacenti ci sarà la possibilità di ammirare le 500 vetture a emissioni zero attese per il raduno nazionale. Ma si potrà pure accedere ai test drive di auto, moto, scooter e bici a pedalata assistita per provare in prima persona il piacere di viaggiare in silenzio nel rispetto dell’ambiente e della salute.

Durante tutta la manifestazione in Piazza Città di Lombardia saranno esposte auto, mezzi da lavoro, mezzi di trasporto pubblico, mezzi nautici, tutti rigorosamente ad alimentazione elettrica.

OBIETTIVI DELLA CONFERENZA

Le statistiche evidenziano l’arretratezza del nostro Paese nel settore e rendono ancora più urgenti l’avvio di iniziative per favorire la conversione verso i modello a zero emissioni.

Immatricolazioni auto elettriche Europa - Fonte Cei-Cives
Immatricolazioni auto elettriche Europa – Fonte Cei-Cives

Con l’elettrico è un altro “clima”

In tema di cambiamenti climatici l’obiettivo fissato dall’Unione Europea con l’Accordo di Parigi è di ridurre entro il 2030 le emissioni di gas serra del 40% rispetto al 1990 per mantenere il surriscaldamento globale entro 1,5-2 gradi centigradi nei confronti dell’era pre-industriale.
Un traguardo al quale il settore trasporti italiano potrebbe contribuire con un taglio del 35,3% delle emissioni di CO2 con una serie di soluzioni, compresa la conversione elettrica del parco veicoli.
A rendere evidente i possibili vantaggi della diffusione di veicoli elettrici è il grafico con riportate le emissioni equivalenti di CO2 per ogni tecnologia calcolate in base al sistema WTW (well to whell, dal pozzo alla ruota), ossia comprensiva non solo delle emissioni di scarico, ma pure di quelle rilasciate durante l’intero ciclo produttivo del carburante, dall’estrazione, alla trasformazione e al trasporto.

Emissioni di CO2 per tecnologia di auto – Fonte RSE
Emissioni di CO2 per tecnologia di auto – Fonte RSE

Liberare le città dagli inquinanti

Più rilevante il contributo della mobilità elettrica nel miglioramento della qualità dell’aria delle nostre città. Secondo ricerche citate da Utilitalia il traffico urbano è tra le principali cause di inquinamento atmosferico con la mobilità privata a contribuire per il 50% delle emissioni di NO2 (biossido di azoto) e per il 13% di quelle di PM2.5 (particolato fine).


Con l’esito che molte delle nostre città sono fuorilegge per concentrazioni di elementi nocivi come rimarca il Rapporto Mal’Aria 2018 di Legambiente: in 39 capoluoghi di provincia si sono registrati superamenti del limite europeo di 35 giorni oltre la soglia 50 microgrammi/metro cubo di concentrazione di polveri sottili. E il rilevamento per gli altri inquinanti non è molto più confortante per la salute pubblica.

Lo conferma pure lo studio dell’Agenzia Europea dell’Ambiente che vede l’Italia detenere il primato europeo dei decessi prematuri dovuti all’inquinamento atmosferico con oltre 80mila casi/anno.
Un contesto nel quale sostituire l’attuale parco circolante, composto per oltre il 90% da veicoli a benzina e diesel (dei quali oltre 9 milioni di veicoli Euro 0, Euro 1 ed Euro 2, e oltre 6 milioni di Euro 3), con modelli a batterie potrebbe fornire un contributo rilevante al miglioramento della qualità dell’aria come dimostra il grafico che riportiamo.

Emissioni inquinanti per tecnologia di auto - Fonte RSE
Emissioni inquinanti per tecnologia di auto – Fonte RSE

La seconda vita delle batterie

Con la diffusione delle auto elettriche a destare preoccupazione ambientale è l’elevato numero di batterie da smaltire a fine vita. Un problema che Cobat vuole tramutare in opportunità creando un percorso virtuoso di economia circolare. Le strade previste a fine vita delle batterie sono due: il riciclo e il riuso.


Sul primo fronte Cobat sta lavorando con il Consiglio Nazionale delle Ricerche per individuare una tecnologia ambientalmente ed economicamente sostenibile per il riciclo le batterie al litio. Aggiornamenti sugli studi in corso, che dovrebbero concludersi entro la fine del 2018, saranno svelati a e_mob, dove si parlerà pure della possibilità di allungare la vita delle batterie.
Un progetto condotto con Enel e Class Onlus e con il supporto di CNR e Politecnico di Milano, per riutilizzare gli accumulatori che, pur avendo ormai una capacità di carica troppo bassa per alimentare un’automobile, possono essere ripristinati e riassemblati in pacchi per lo stoccaggio di energia da fonti rinnovabili.
Una strategia che può divenire un’opportunità visto che secondo Avicenne Energy nel 2025 in Italia sarà disponibile un quantitativo di batterie tali da coprire una potenza di 50 MWh con un trend di 150 MWh per il 2030.

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Per consultare il programma e iscriversi ai convegni www.emob2018.it 

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