da doctornews33.it
Le donne che lavorano come parrucchiere, estetiste e contabili potrebbero avere un aumentato rischio di cancro ovarico, secondo uno studio pubblicato su Occupational & Environmental Medicine.
«I fattori ambientali possono aumentare il rischio di cancro ovarico, ma relativamente pochi studi hanno valutato i rischi professionali affrontati dalle donne, e quelli che lo hanno fatto spesso avevano risultati limitati» spiega Lisa Leung, della Université de Montréal (Canada) e della Université Paris-Saclay, Villejuif (Francia), autrice principale del lavoro.
Per colmare questa lacuna, i ricercatori hanno studiato 491 donne con cancro ovarico e le hanno confrontate con 897 donne senza malattia. La maggior parte delle donne con carcinoma ovarico aveva un livello di istruzione inferiore, aveva usato per meno tempo contraccettivi orali e non aveva alcun figlio o aveva meno figli rispetto alle donne nel gruppo di confronto.
Dopo aver tenuto conto dei fattori confondenti, l’analisi dei dati ha indicato che diversi ruoli lavorativi potevano essere collegati a un aumento del rischio di malattia. In particolare, lavorare per 10 o più anni come parrucchiera, estetista e in ruoli correlati è stato associato a un rischio tre volte più elevato, l’occupazione per 10 o più anni nella contabilità è stata associata a un raddoppio del rischio, mentre lavorare nell’edilizia ha portato a un rischio quasi triplicato. Allo stesso modo, il lavoro a lungo termine nell’industria dell’abbigliamento era associato a un rischio maggiore dell’85% di sviluppare la malattia, mentre il lavoro nelle vendite o al dettaglio era associato a rischi maggiori, rispettivamente del 45% e del 59%. Sono stati osservati rischi aumentati di oltre il 40% per un’elevata esposizione cumulativa (8 o più anni), rispetto a nessuna esposizione, a 18 agenti diversi, tra cui polvere di talco, ammoniaca, perossido di idrogeno, polvere per capelli, fibre sintetiche, fibre di poliestere, coloranti e pigmenti organici, cellulosa, formaldeide, gas propellenti, sostanze chimiche presenti in natura nella benzina e nella candeggina. Non è chiaro, tuttavia, se queste associazioni siano state guidate da un singolo agente, da una combinazione, o da altri fattori sul posto di lavoro, e saranno necessari ulteriori studi per confermare i risultati.
«Questo studio ci ricorda che c’è ancora bisogno di miglioramento nella valutazione dei rischi professionali nelle donne»scrivono in un editoriale correlato Melissa Friesen e Laura Beane Freeman del National Cancer Institute degli Stati Uniti.
Occupational & Environmental Medicine 2023. Doi: 10.1136/oemed-2022108557
http://dx.doi.org/10.1136/oemed-2022108557
Occupational & Environmental Medicine 2023. Doi: 10.1136/oemed-2023-108948
http://doi.org/10.1136/oemed-2023-108948