Monthly Archives: Maggio 2021

APPLE WATCH E SALUTE

Le prossime versioni dell’Apple Watch potrebbero essere in grado di monitorare parametri come la pressione del sangue, i livelli di glucosio e persino il tasso alcolemico. Lo afferma il sito specializzato MacRumors, sulla base della rivelazione da parte della start up inglese Rockley Photonics, che ha sviluppato dei sensori specializzati in queste misure, di avere come cliente principale proprio la casa di Cupertino.     La tecnologia messa a punto da Rockley si basa su sensori di tipo ottico, che rilevano i livelli delle sostanze attraverso la pelle. L’azienda, che sta per essere quotata a New York, ha scritto nei documenti per la quotazione che “Apple è responsabile della maggior parte dei ricavi degli ultimi due anni”, in virtù di un accordo di fornitura e sviluppo che sarà attivo anche nei prossimi anni. 

La prossima generazione di sensori Rockley, ipotizza il sito, dovrebbe arrivare il prossimo anno, in concomitanza con il lancio dei modelli della serie 8 degli Apple Watch.

Da dottnet.it

RICHIAMO COVID PER I SANITARI IN AUTUNNO?

Da ilsole24ore

Vaccini: ipotesi richiami già in autunno per sanitari

L’Italia potrebbe vivere una campagna vaccinale senza soluzione di continuità. Se tra settembre e ottobre prossimi si raggiungerà l’agognata immunità di gregge con almeno il 70% degli italiani vaccinati (42 milioni) già da novembre potrebbero partire i richiami del vaccino per chi si è immunizzato per primo.
Tra fine gennaio e fine aprile di quest’anno hanno ricevuto infatti già una doppia dose di vaccino 6 milioni di italiani: innanzitutto gli oltre 2 milioni di sanitari, i primi in assoluto a ricevere il siero contro il Covid e per i quali c’è anche un obbligo a vaccinarsi, e poi circa 4 milioni di over 80 e fragili.

Quanto dura la copertura del vaccino?

Da loro potrebbe ripartire la nuova campagna vaccinale che viene considerata ormai scontata se il virus, come sembra, diventerà endemico. Meno scontato al momento è quando potrebbe scattare questa nuova immunizzazione di massa che potrebbe partire appunto privilegiando le fasce più a rischio: il tema è dibattuto a livello scientifico  ed è legato alla durata della copertura del vaccino su cui si aspettano ancora dati definitivi. I più cauti parlano di una copertura di circa 9 mesi che per queste prime categorie scadrebbe appunto in autunno, ma le difese potrebbero durare anche fino a un anno.

VACCINI PER GLI UNDER 60 ANNI E CON COMORBILITA’

Da ilsole24ore

Appena messi in sicurezza gli ultra 65enni, la campagna vaccinale si aprirà a tutte le classi di età, ha detto il commissario per l’emergenza Covid Francesco Figliuolo illustrando i prossimi passi dell’operazione. Ma anche nella nuova fase è prevista una corsia preferenziale per i vulnerabili: si tratta delle persone di età inferiore ai 60 anni con “comorbidità”, vale a dire la categoria prioritaria numero 4 del Piano nazionale vaccinale dopo l’elevata fragilità (categoria 1), le persone di età compresa tra 70 e 79 anni (categoria 2) e persone di età compresa tra i 60 e i 69 anni. Fanno parte di questa platea le «persone affette da patologie o situazioni di compromissione immunologica che possono aumentare il rischio di sviluppare forme severe di Covid-19 seppur senza quella connotazione di gravità riportata per le persone fragili».

Le patologie

L’elenco delle patologie (150) è inserito nella tabella 3 delle Raccomandazioni ad interim sui gruppi target della vaccinazione anti-Covid. Si tratta di undici aree: malattie respiratorie, cardiocircolatorie, neurologiche, diabete/ altre endocrinopatie, Hiv, insufficienza renale, ipertensione arteriosa, malattie autoimmuni, malattie epatiche, cerebrovascolari e malattie oncologiche. Nel piano la platea è formata da persone con meno di 60 anni. Ma annunciando che «a brevissimo» saranno aperte le prenotazioni per chi ha «comorbidità legate ai codici di esenzione» Figliuolo ha fatto riferimento solo alla categoria fino ai 55 anni. Intanto, però, alcune Regioni sono già partite seguendo criteri diversi.

CODICE ESENZIONEDESCRIZIONE
014.303SINDROME DA DIPENDENZA DA ALCOOL
014.304DIPENDENZA DA DROGHE
017.345EPILESSIE
038.332MORBO DI PARKINSON
051SOGGETTI NATI CON CONDIZIONI DI GRAVI DEFICIT FISICI, SENSORIALI E NEUROPSICHICI
005.307.1ANORESSIA NERVOSA
005.307.51BULIMIA
011.290.0DEMENZA SENILE, NON COMPLICATA
011.290.1DEMENZA PRESENILE
011.290.2DEMENZA SENILE CON ASPETTI DELIRANTI O DEPRESSIVI
011.290.4DEMENZA ARTERIOSCLEROTICA
011.291.1SINDROME AMNESICA DA ALCOOL
011.294.0SINDROME AMNESICA
029.331.0MALATTIA DI ALZHEIMER
038.333.0ALTRE MALATTIE DEGENERATIVE DEI NUCLEI DELLA BASE
038.333.1TREMORE ESSENZIALE ED ALTRE FORME SPECIFICATE DI TREMORE
038.333.5ALTRE FORME DI COREA
044.295.0PSICOSI SCHIZOFRENICHE TIPO SEMPLICE
044.295.1PSICOSI SCHIZOFRENICHE TIPO DISORGANIZZATO
044.295.2PSICOSI SCHIZOFRENICHE TIPO CATATONICO
ESENZIONEDESCRIZIONE
044.295.3PSICOSI SCHIZOFRENICHE TIPO PARANOIDE
044.295.5SCHIZOFRENIA LATENTE
044.295.6SCHIZOFRENIA RESIDUALE
044.295.7PSICOSI SCHIZOFRENICA TIPO SCHIZOAFFETTIVO
044.295.8ALTRI TIPI SPECIFICATI DI SCHIZOFRENIA
044.296.0MANIA, EPISODIO SINGOLO
044.296.1MANIA, EPISODIO RICORRENTE
044.296.2DEPRESSIONE MAGGIORE, EPISODIO SINGOLO
044.296.3DEPRESSIONE MAGGIORE, EPISODIO RICORRENTE
044.296.4SINDROME AFFETTIVA BIPOLARE, EPISODIO MANIACALE
044.296.5SINDROME AFFETTIVA BIPOLARE, EPISODIO DEPRESSIVO
044.296.6SINDROME AFFETTIVA BIPOLARE, EPISODIO MISTO
044.296.7SINDROME AFFETTIVA BIPOLARE, NON SPECIFICATA
044.296.8PSICOSI MANIACO-DEPRESSIVA, ALTRA E NON SPECIFICATA
044.297.0STATO PARANOIDE SEMPLICE
044.297.1PARANOIA
044.297.2PARAFRENIA
044.297.3SINDROME PARANOIDE A DUE
044.297.8ALTRI STATI PARANOIDI SPECIFICATI
044.298.0PSICOSI DI TIPO DEPRESSIVO
011.290.4DEMENZA ARTERIOSCLEROTICA
011.290.1DEMENZA PRESENILE
011.290.2DEMENZA SENILE CON ASPETTI DELIRANTI O DEPRESSIVI
011.290.0DEMENZA SENILE, NON COMPLICATA
044.296.3DEPRESSIONE MAGGIORE, EPISODIO RICORRENTE
044.296.2DEPRESSIONE MAGGIORE, EPISODIO SINGOLO
059.694.0DERMATITE ERPETIFORME
012.253.5DIABETE INSIPIDO
013.250DIABETE MELLITO
014.304DIPENDENZA DA DROGHE
0A02.V45.0DISPOSITIVO CARDIACO POSTCHIRURGICO
0A02.V45.0DISPOSITIVO CARDIACO POSTCHIRURGICO IN SITU
0A02.426DISTURBI DELLA CONDUZIONE
0A02.429.4DISTURBI FUNZIONALI CONSEGUENTI A CHIRURGIA CARDIACA
044.299.0DISTURBO AUTISTICO
0C02.444EMBOLIA E TROMBOSI ARTERIOSE
0C02.453EMBOLIA E TROMBOSI DI ALTRE VENE
009.555ENTERITE REGIONALE
016.070.54EPATITE C CRONICA SENZA MENZIONE DI COMA EPATICO
016.571.4EPATITE CRONICA
016.070.33EPATITE VIRALE B CRONICA, SENZA MENZIONE DI COMA EPATICO, CON EPATITE DELTA
016.070.32EPATITE VIRALE B CRONICA, SENZA MENZIONE DI COMA EPATICO, SENZA MENZIONE DI EPATITE DELTA
016.070.9EPATITE VIRALE NON SPECIFICATA SENZA MENZIONE DI COMA EPATICO
017.345EPILESSIE
0C02.447.0FISTOLA ARTEROVENOSA ACQUISITA
061.582.4GLOMERULONEFRITE CRONICA CON LESIONI DI GLOMERULONEFRITE RAPIDAMENTE PROGRESSIVA
061.582.2GLOMERULONEFRITE CRONICA CON LESIONI DI GLOMERULONEFRITE MEMBRANOPROLIFERATIVA
061.582.1GLOMERULONEFRITE CRONICA CON LESIONI DI GLOMERULONEFRITE MEMBRANOSA (COMPRESA LA GLOMERULOSCLEROSI FOCALE)
035.242.2GOZZO MULTINODULARE TOSSICO
035.242.3GOZZO NODULARE TOSSICO NON SPECIFICATO
035.242.0GOZZO TOSSICO DIFFUSO
035.242.1GOZZO TOSSICO UNINODULARE
020.042INFEZIONE DA VIRUS DELLA IMMUNODEFICIENZA UMANA (HIV)
020.079.53INFEZIONE DA VIRUS DELLA IMMUNODEFICIENZA UMANA, TIPO 2 [HIV2]
023.585INSUFFICIENZA RENALE CRONICA
024.518.83INSUFFICIENZA RESPIRATORIA (CRONICA)
0C02.557.1INSUFFICIENZA VASCOLARE CRONICA DELL’INTESTINO
026.252.0IPERPARATIROIDISMO
0031.405.0IPERTENSIONE
0A31.401IPERTENSIONE ESSENZIALE
031.401IPERTENSIONE ESSENZIALE
A031.401IPERTENSIONE ESSENZIALE
0031.405IPERTENSIONE SECONDARIA
026.252.1IPOPARATIROIDISMO
027.244IPOTIROIDISMO ACQUISITO
027.243IPOTIROIDISMO CONGENITO
028.710.0LUPUS ERITEMATOSO SISTEMICO
0A02.416MALATTIA CARDIOPOLMONARE CRONICA
059.579.0MALATTIA CELIACA
029.331.0MALATTIA DI ALZHEIMER
030.710.2MALATTIA DI SJOGREN
0A02.395MALATTIE DELLA VALVOLA AORTICA
0A02.394MALATTIE DELLA VALVOLA MITRALE
0A02.396MALATTIE DELLE VALVOLE MITRALE E AORTICA
0A02.397MALATTIE DI ALTRE STRUTTURE ENDOCARDICHE
067.710.9MALATTIE DIFFUSE DEL CONNETTIVO NON SPECIFICATE
044.296.1MANIA, EPISODIO RICORRENTE
044.296.0MANIA, EPISODIO SINGOLO
034.358.0MIASTENIA GRAVE
038.332MORBO DI PARKINSON
039.253.3NANISMO IPOFISARIO
0031.403NEFROPATIA IPERTENSIVA
0B02.434OCCLUSIONE DELLE ARTERIE CEREBRALI
0B02.433OCCLUSIONE E STENOSI DELLE ARTERIE PRECEREBRALI
044.297.2PARAFRENIA
044.297.1PARANOIA
061.590.0PIELONEFRITE CRONICA
044.298.0PSICOSI DI TIPO DEPRESSIVO
044.299.1PSICOSI DISINTEGRATIVA
044.296.8PSICOSI MANIACO-DEPRESSIVA, ALTRA E NON SPECIFICATA
044.298.4PSICOSI PARANOIDE PSICOGENA
044.295.7PSICOSI SCHIZOFRENICA TIPO SCHIZOAFFETTIVO
044.295.2PSICOSI SCHIZOFRENICHE TIPO CATATONICO
044.295.1PSICOSI SCHIZOFRENICHE TIPO DISORGANIZZATO
044.295.3PSICOSI SCHIZOFRENICHE TIPO PARANOIDE
044.295.0PSICOSI SCHIZOFRENICHE TIPO SEMPLICE
044.298.1PSICOSI, TIPO AGITATO
061.587RENE GRINZO GLOMERULONEFRITICO
062.753.13RENE POLICISTICO AUTOSOMICO DOMINANTE
0031.362.11RETINOPATIA IPERTENSIVA
RH0011SARCOIDOSI
044.295.5SCHIZOFRENIA LATENTE
044.295.6SCHIZOFRENIA RESIDUALE
RM0120SCLEROSI SISTEMICA
047.710.1SCLEROSI SISTEMICA (PROGRESSIVA)
044.296.5SINDROME AFFETTIVA BIPOLARE, EPISODIO DEPRESSIVO
044.296.4SINDROME AFFETTIVA BIPOLARE, EPISODIO MANIACALE
044.296.6SINDROME AFFETTIVA BIPOLARE, EPISODIO MISTO
044.296.7SINDROME AFFETTIVA BIPOLARE, NON SPECIFICATA
011.294.0SINDROME AMNESICA
011.291.1SINDROME AMNESICA DA ALCOOL
014.303SINDROME DA DIPENDENZA DA ALCOOL
032.255.0SINDROME DI CUSHING
006.714.1SINDROME DI FELTY
061.581.2SINDROME NEFROSICA CON LESIONI DI GLOMERULONEFRITE MEMBRANOPROLIFERATIVA
061.581.1SINDROME NEFROSICA CON LESIONI DI GLOMERULONEFRITE MEMBRANOSA
044.297.3SINDROME PARANOIDE A DUE
0C02.459.1SINDROME POSTFLEBITICA
048SOGGETTI AFFETTI DA PATOLOGIE NEOPLASTICHE MALIGNE E DA TUMORI DI COMPORTAMENTO INCERTO
051SOGGETTI NATI CON CONDIZIONI DI GRAVI DEFICIT FISICI, SENSORIALI E NEUROPSICHICI
054.720.0SPONDILITE ANCHILOSANTE
044.297.0STATO PARANOIDE SEMPLICE
0C02.447.1STENOSI DI ARTERIA
056.245.2TIROIDITE LINFOCITARIA CRONICA
038.333.1TREMORE ESSENZIALE ED ALTRE FORME SPECIFICATE DI TREMORE
036.443.1TROMBOANGIOITE OBLITERANTE (MORBO DI BUERGER)
0C02.452TROMBOSI DELLA VENA PORTA
0A02.V43.3VALVOLA CARDIACA SOSTITUITA CON ALTRI MEZZI
0A02.V42.2VALVOLA CARDIACA SOSTITUITA DA TRAPIANTO
0C02.V43.4VASO SANGUIGNO SOSTITUITO CON ALTRI MEZZI

VACCINI COVID E IMMUNODEPRESSI

I trapiantati di organi e coloro che assumono determinati farmaci che attenuano il sistema immunitario, l’efficacia è meno garantita o addirittura assente.

Per Eva Schrezenmeier, nefrologa del Charité University Hospital di Berlino, la notizia fa riflettere: tra i 40 pazienti con reni trapiantati nel suo ospedale che erano stati vaccinati contro COVID-19, solo uno stava sfornando gli anticorpi che probabilmente lo avrebbero protetto. la malattia. Poiché i pazienti trapiantati assumono farmaci potenti per sopprimere il sistema immunitario in modo che non attacchi un organo donato, il suo team si aspettava una riduzione delle risposte a un vaccino. Ma Schrezenmeier, che ha pubblicato un preprint descrivendo il suo studio la scorsa settimana, non aveva previsto quanto il vaccino potesse vacillare nei suoi pazienti.

La sua scoperta è all’estremo sinistro della ricerca su come funzionano i vaccini COVID-19 nei molti milioni di persone il cui sistema immunitario è soppresso da farmaci o malattie. In molti, i vaccini sembrano mantenere la loro potenza. Ma in altri, in particolare i riceventi di trapianto di organi e coloro che assumono determinati farmaci che attenuano il sistema immunitario, l’efficacia è meno garantita o addirittura assente. Per saperne di più, i ricercatori stanno avviando studi più ampi, cercando maggiore chiarezza e modi per aiutare i pazienti il ​​cui sistema immunitario indebolito rende la protezione contro COVID-19 ancora più urgente. “C’è molta confusione e paura tra i pazienti”, dice Alfred Kim, un reumatologo presso la Washington University di St. Louis che si prende cura delle persone con la malattia autoimmune lupus e sollecita fortemente la vaccinazione per loro.

Una fonte di complessità: le dozzine di diversi farmaci assunti da persone con cancro, malattie autoimmuni o altre malattie immunologiche o un trapianto di organi. Ciascuno può innestare diversi ingranaggi nell’intricato meccanismo del sistema immunitario. Anche il disturbo fa la differenza. I tumori solidi come il cancro del colon di solito non interferiscono con il sistema immunitario (sebbene la chemioterapia lo faccia). Ma malattie autoimmuni o tumori del sangue come la leucemia e il linfoma possono a loro volta esaurire o interrompere alcuni tipi di cellule immunitarie.

Ricerche passate già suggerivano che i vaccini possono vacillare in alcuni pazienti immunosoppressi. Kim dice che i vaccini contro l’influenza e lo pneumococco non sempre funzionano altrettanto bene nelle persone che assumono alcuni comuni immunosoppressori, come il metotrexato, che cura il cancro e le malattie autoimmuni. E  uno studio del 2012 ha  rilevato che solo il 44% dei malati di cancro in trattamento ha prodotto anticorpi contro l’influenza dopo una dose di vaccino antinfluenzale; la maggior parte è stata vaccinata per la prima volta 1 settimana dopo la chemioterapia. I ricercatori hanno raccomandato due dosi dopo aver scoperto che una seconda dose ha aumentato il numero al 73%.

Quando hanno iniziato ad analizzare i campioni di sangue dopo la vaccinazione COVID-19, gli scienziati non erano sicuri di come le persone con soppressione immunitaria avrebbero risposto ai vaccini. Anche la protezione della misurazione è una sfida: i vaccini sono progettati per stimolare la produzione di anticorpi, ma gli scienziati non sanno quali livelli sono necessari per proteggersi dal COVID-19. Gli anticorpi sono più facili da misurare rispetto alle risposte delle cellule T, ma anche questi svolgono un ruolo importante nella protezione dalle malattie.

Tuttavia, in un contesto di ricerca, la caccia agli anticorpi può fornire importanti indizi. Nel dicembre 2020, i chirurghi trapianti Dorry Segev e Jacqueline Garonzik Wang della Johns Hopkins University hanno lanciato un appello sui social media per i riceventi di organi disposti a partecipare a uno studio sul vaccino COVID-19. “Avevamo 1000 iscritti nella prima settimana”, dice Segev. A marzo, il team di ricerca ha pubblicato i dettagli su  JAMA  delle risposte immunitarie dei partecipanti  alla prima dose  dei vaccini Pfizer-BioNTech e Moderna. I risultati prefigurano quelli di Schrezenmeier: tra 436 persone che avevano subito trapianti di fegato, cuore, reni e altri organi, solo il 17% aveva anticorpi rilevabili.

Tuttavia, i risultati variavano in base ai farmaci che i volontari stavano assumendo. Solo il 9% di quelli su una classe di farmaci che include il micofenolato immunosoppressore aveva alcuni anticorpi, rispetto a circa il 40% di quelli che non assumevano farmaci in quella categoria. Il micofenolato inibisce la produzione di entrambi i linfociti B, che generano anticorpi, e dei linfociti T, che aiutano i linfociti B a svolgere il loro lavoro.

Segev dice che lui ei suoi colleghi sono vicini alla condivisione dei risultati della seconda dose di vaccino della sua coorte, che mostrano un certo miglioramento. Però, è sorpreso che questi pazienti sottoposti a trapianto di organi sembrano rispondere ancora meno bene ai vaccini COVID-19 rispetto ai vaccini antinfluenzali. Per saperne di più, sta studiando i loro linfociti T, B e altre risposte immunitarie. “Stiamo iniziando a provare a dire: ‘Cosa sta succedendo qui? Perché è così cattivo?'”

Sebbene Segev sia preoccupato per i circa 500.000 pazienti trapiantati negli Stati Uniti, sospetta che il quadro sia molto più luminoso per gli 11 milioni di persone con malattie autoimmuni, che tendono a prendere diverse combinazioni di trattamenti immunitari oa cavarsela con dosi più basse. La scorsa settimana, un articolo su  Gastroenterology ha  riferito che  48 persone con malattia di Crohn o colite ulcerosa , quasi tutte in terapia con farmaci immunitari, hanno risposto bene alla vaccinazione. Dei 26 che i ricercatori hanno seguito con entrambe le dosi di vaccino, tutti hanno prodotto anticorpi, 22 a livelli elevati.

Ma un altro studio, su  133 persone con varie malattie autoimmuni , ha suggerito che due tipi di farmaci possono agire come un martello contro la risposta al vaccino. Il lavoro, pubblicato questo mese come preprint da Kim, la reumatologa Mary Nakamura dell’Università della California, San Francisco, e dai loro colleghi, ha mostrato che in media i soggetti producevano circa un terzo degli anticorpi rispetto alle persone vaccinate sane: una differenza questo non riguarda molto Kim. Ma le persone in terapia che distruggono le cellule B, come il rituximab, e il potente prednisone steroideo avevano livelli molto più bassi. Sono in corso studi più ampi su questi pazienti, compreso quello annunciato la scorsa settimana dall’Istituto nazionale di allergie e malattie infettive.

Nei malati di cancro, la risposta al vaccino dipende probabilmente almeno in parte dai tempi, perché i cicli di chemioterapia alternano le cellule immunitarie e consentono loro di rimbalzare, afferma Giuseppe Curigliano, oncologo dell’Istituto europeo di oncologia di Milano. L’anno scorso ha riferito che i malati di cancro in chemioterapia hanno  prodotto abbondanti anticorpi  dopo un attacco di COVID-19, lasciandolo ottimista sul fatto che i vaccini funzioneranno bene per loro. Il suo centro attende un paio di settimane dopo un ciclo di chemioterapia per offrire un’iniezione di COVID-19. Allo stesso modo, uno studio del Regno Unito ha dimostrato che, sebbene molti pazienti in trattamento per tumori solidi abbiano avuto una risposta irrisoria alla prima dose di vaccino rispetto ai volontari sani, sono apparsi  ben protetti dopo la seconda. I ricercatori scrivono che i risultati evidenziano i rischi di ritardare le dosi di vaccino nei malati di cancro, contrariamente alla pratica del paese in tutta la sua popolazione.

C’è una preoccupazione fastidiosa, però, quando si tratta di persone con tumori del sangue. Ghady Haidar, specialista in malattie infettive dei trapianti presso il Centro medico dell’Università di Pittsburgh, ha  risultati preliminari su pazienti con leucemia, linfoma e mieloma multiplo che  suggeriscono che una frazione considerevole non produce anticorpi dopo la vaccinazione, in particolare quelli con una forma di leucemia cronica. Forse, dice, questo accade perché i pazienti “hanno difetti nella circolazione dei globuli bianchi”.

Medici come Haidar affermano che i pazienti spesso chiedono se interrompere l’assunzione di farmaci immunosoppressori prima di essere vaccinati, suggerendo scelte difficili. “Nessuno dovrebbe interrompere furtivamente i farmaci in modo che possano rispondere ai vaccini”, dice. Per alcuni pazienti, saltare il trattamento può essere pericoloso, ma a volte i medici possono ritardare l’infusione di una terapia nota per rendere più difficile il lavoro di un vaccino.

Per i pazienti che non sembrano protetti dalle vaccinazioni standard, possono essere utili dosi extra. Alcuni riceventi di organi ricevono già dosi extra di vaccino contro l’epatite B e questo mese la Francia ha raccomandato di ricevere una terza dose del vaccino Pfizer-BioNTech COVID-19. Christophe Legendre, nefrologo al Necker Hospital di Parigi, sta pianificando test anticorpali per vedere come funziona l’approccio nei pazienti trapiantati. Altri ricercatori affermano che gli anticorpi monoclonali fabbricati in laboratorio potrebbero rafforzare la protezione per i pazienti che ancora non rispondono. (Sebbene gli studi clinici abbiano dimostrato che gli anticorpi monoclonali  possono prevenire l’infezione , finora sono autorizzati solo per il trattamento di COVID-19 in stadio iniziale.)

A Berlino, Schrezenmeier intende offrire i vaccini AstraZeneca o Johnson & Johnson ad alcuni pazienti già vaccinati con un altro vaccino COVID-19. La miscelazione dei vaccini migliorerà la loro efficacia? “Non lo so”, ammette. Ma immagina che dare al sistema immunitario due scosse diverse a volte possa fare la differenza. Il volontario solitario del trapianto di rene nel suo studio che ha prodotto anticorpi dopo la vaccinazione era già sopravvissuto al COVID-19, il che potrebbe aver contribuito a dare il via a una risposta immunitaria contro di esso.

fonte: Science

VACCINO MODERNA E TERZO RICHIAMO

da dottnet.it

L’immunoprotezione dall’infezione puó indebolirsi nel tempo man mano che cala il livello di anticorpi neutralizzanti e quindi un richiamo potrebbe servire entro un anno dalla seconda dose

L’immunità data dal vaccino anti-Covid di Moderna potrebbe durare circa 7-8 mesi, in modo simile a quanto avviene per l’influenza, rendendo necessario un nuovo richiamo entro 12 mesi dalla vaccinazione. Lo spiega la stessa azienda nei dati presentati nel suo Vaccine Day la scorsa settimana e in uno studio dell’Università del Nuovo Galles pubblicato sul sito medrXiv, dove vengono messe le ricerche ancora non validate dalla comunità scientifica.     Secondo i suoi modelli, l’immunoprotezione dall’infezione puó indebolirsi nel tempo man mano che cala il livello di anticorpi neutralizzanti e quindi un richiamo potrebbe servire entro un anno dalla seconda dose. Tuttavia, spiega l’azienda, la protezione dalla forma grave dell’infezione potrebbe durare più a lungo. Sulla base dei dati finora disponibili sugli anticorpi neutralizzanti, secondo lo studio, la protezione potrebbe essere simile a quella vista contro le infezioni da influenza e coronavirus stagionali, dove è possibile una re-infezione dopo un anno dalla prima infezione ma in forma più lieve. In modo simile, dopo il vaccino antinflenzale, l’efficacia della sua protezione si stima cali di circa il 7% al mese.