TAMPONE RAPIDO O MOLECOLARE:LE LINEE GUIDA

8 Novembre 2020

Da dott33.it

Il tampone molecolare va fatto sempre per un caso sospetto che presenti dei sintomi così come per chiunque abbia un ricovero programmato in ospedale o in Rsa. Mentre il test rapido antigenico è la prima scelta nel caso di chi ha pochi sintomi e non ha avuto contatti con positivi. A chiarire quali test fare a seconda dei diversi contesti, così da permettere «un uso razionale e sostenibile delle risorse» è il documento “Test di laboratorio per Sars-CoV-2 e loro uso in sanità pubblica”, realizzato da ministero della Salute e Istituto superiore di sanità. Alla luce della necessità di garantire risultati in tempi compatibili con le esigenze di salute pubblica «è fondamentale una scelta appropriata tra i test disponibili», si legge nel testo. Sebbene i test molecolari siano quelli di riferimento per sensibilità e specificità, infatti, «in molte circostanze si può ricorrere ai test antigenici rapidi che, oltre essere meno laboriosi e costosi, possono fornire i risultati in meno di mezz’ora e sono eseguibili anche in modo delocalizzato e consentono se c’è link epidemiologico di accelerare le misure previste». In ogni caso, proseguono gli esperti, «rimane essenziale la rapidità di diagnosi nei soggetti con sospetto clinico o sintomatici e dei contatti per controllare il focolaio». Il documento precisa caso per caso quale tipo di test prescrivere per portare avanti «un’attività di sorveglianza che sia sostenibile», ovvero che permetta di evitare dispendi inutili di tempo e di sforzi da parte di cittadini e operatori sanitari.

Per i contatti stretti di casi positivi ci sono due corsie: tampone molecolare se si frequentano regolarmente soggetti fragili a rischio complicanze e test antigenico, in caso contrario. Il tampone molecolare, naturalmente, resta lo standard per la conferma di guarigione di chi è in isolamento perché è stato trovato positivo. Mentre il test rapido antigenico è indicato per gli screening di comunità, ovvero per la ricerca di possibili positivi in grandi gruppi di persone, così come per asintomatici che effettuano il test su base volontaria in quanto loro richiesto per motivi di lavoro o di viaggio. In caso di positività, serve la conferma del tampone e scatta l’isolamento della persona interessata, oltre alla quarantena per i contatti stretti. I test antigenici rapidi salivari «sono attualmente in fase di sperimentazione ma andranno considerati come alternativa ai test antigenici rapidi su tampone oro-naso faringeo o nasali se le validazioni e le esperienze pilota oggi in corso in Italia, daranno risultati che ne indicano un uso anche nella routine di sanità pubblica. Si sottolinea – avverte l’Iss – che i sistemi di raccolta della saliva tipo “salivette” non appaiono al momento adeguati, per modalità di svolgimento, per i soggetti non collaboranti a causa del rischio di ingestione del dispositivo di raccolta».
«È un momento di sovraccarico di richieste dei test sia per fini clinici che di sanità pubblica, quindi è importante indicare l’uso dei test molecolari per le situazioni in cui la certezza della diagnosi prevale sulla tempestività per difendere le situazioni a maggiore fragilità mentre si apre all’uso dei test rapidi laddove un intervento di controllo precoce può ottenere una riduzione della trasmissione». Lo spiega Paolo D’Ancona, epidemiologo dell’Istituto superiore di sanità (Iss), a corredo dell’approfondimento pubblicato dall’Iss sul documento. A segnalare la forte richiesta dei tamponi ai medici di medicina generale è, ad esempio, l’Ats di Milano. «Una forte sofferenza nella possibilità di prenotare ed eseguire in tempi adeguati il tampone per la ricerca dell’Rna virale, nonostante i laboratori abbiano raddoppiato la produzione nell’ultimo mese». Succede nel capoluogo lombardo dove il sistema dei tamponi è in crisi, schiacciato dai numeri dei contagi in impennata da giorni. L’Ats chiede la collaborazione dei camici chiami bianchi, chiedendo di «spiegare agli assistiti che per il momento è opportuno sospendere l’esecuzione del tampone per i contatti stretti». Oltre allo stop ai tamponi per i contatti stretti nel decimo giorno di quarantena, serve «dare priorità a tamponi per casi sospetti», e ancora «evitare nel modo più assoluto che il paziente si rechi negli ambulatori ad accesso diretto, anche se con impegnativa. L’accesso diretto è infatti riservato ai soli casi sospetti segnalati in ambiente scolastico, e il mancato rispetto di questa indicazione è la principale causa delle code nei punti prelievi».

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