Monthly Archives: Gennaio 2019

L’INSICUREZZA SUL LAVORO E’ DANNOSA PER IL CUORE

FONTI: Tali Elfassy, ​​Ph.D., assistente professore, Università di Miami Miller School of Medicine; Donna Arnett, MSPH, Ph.D., presidente uscente, American Heart Association e decano dell’università del Kentucky College of Public Health, Lexington, Ky; 7 gennaio 2019, Circulation  online

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7 gennaio 2019 (HealthDay News) – Perdere il lavoro o subire una riduzione di stipendio non solo influisce negativamente sul portafoglio : potrebbe aumentare notevolmente il rischio di infarto, ictus, insufficienza cardiaca o morte.

Un nuovo studio rileva che le persone che subiscono grandi oscillazioni del proprio reddito nel corso degli anni hanno molte più probabilità di sviluppare malattie cardiache o subire una morte prematura.”Abbiamo scoperto che gli individui  con le maggiori fluttuazioni dei redditi( 3 superiore)  avevano un rischio  quasi doppio di malattie cardiovascolari e morte nei 10 anni successivi, rispetto alle persone che avevano una più bassa fluttuazione del reddito “, secondo quanto riferito dal  ricercatore capo Tali Elfassy,  professore presso la Miller School of Medicine  l’Università di Miami.

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Le persone con reddito più volatile tra il 1990 e il 2005 avevano  più del doppio delle probabilità di sviluppare malattie cardiache, e il 78 per cento in più di probabilità di morire per qualsiasi causa nel prossimo decennio, rispetto alle persone con il reddito più stabile..Ma il reddito instabile può influenzare la salute di una persona in diversi modi, ha affermato Donna Arnett, ex presidente della American Heart Association e preside della University of Kentucky College of Public Health.

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Le persone sotto stress tendono ad avere un aumento della pressione arteriosa e dell’infiammazione, in gran parte a causa di livelli più alti di ormone della lotta e fuga , il cortisolo, ha detto Arnett. Anche la capacità di modulare la glicemia  nel sangue è compromessa. Ulteriori problemi pratici possono anche influire sulla salute delle persone che subiscono una riduzione del reddito, ha aggiunto Arnett.

“Forse  queste persone non assumono  farmaci perché non se  li possono permettere, o non eseguono visite mediche per lo stesso motivo  o non seguono una dieta corretta ? Arnett. “Penso che vi  siano molteplici concause .” Studi precedenti avevano collegato il reddito al rischio cardiaco di una persona, ma tali studi  si concentrano concentrarsi sul reddito  e non sulle fluttuazioni dello stesso. “Come tutti sappiamo, i redditi cambiano  durante tutta la vita”, ha detto Elfassy. “In questo studio, eravamo interessati a cambiamenti  repentini del reddito nel tempo e in che modo questo era associato a malattia e mortalità”.

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Per esplorare questo problema, i ricercatori hanno fatto ricorso a uno studio cardiaco su larga scala condotto in quattro aree urbane degli Stati Uniti: Chicago; Minneapolis; Birmingham, Alabama; e Oakland, in California. I ricercatori hanno raccolto dati su circa 4000 partecipanti tra i 23 ei 35 anni nel 1990.

Come parte dello studio, le persone hanno riportato il loro reddito cinque volte tra il 1990 e il 2005, a intervalli regolari. I ricercatori hanno valutato la volatilità del reddito in base a fluttuazioni significative del reddito.

Il team ha seguito queste persone per vedere se i cambiamenti di reddito erano associati ai loro risultati di salute.

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Solo il 5% circa del campione non ha avuto alcun cambiamento nel reddito nel periodo di 15 anni, mentre circa il 90% ha registrato almeno un aumento del proprio stipendio, hanno riferito i ricercatori.

“Gli individui con elevata volatilità di reddito erano prevalentemente  donne, afroamericani , che hanno redditi complessivi più bassi e avevano meno probabilità di essere sposati oltra ad aver avuto meno anni di istruzione rispetto a quelli che non hanno avuto fluttuazioni di reddito”.

Cosa dovrebbe fare chi vive con un reddito molto instabile?

Arnett ha detto che è difficile seguire una vita sana per il cuore quando si è di fronte allo stress di perdere un lavoro o una riduzione del salario.

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“Quando vivi  in  situazioni  così stressanti, fare ciò che è meglio è difficile, vai in modalità sopravvivenza, forse è più probabile che bevi una birra o fumi una sigaretta per alleviare lo stress”, ha aggiunto Arnett.

D’altra parte, ha detto Elfassy, ​​fare un po ‘di esercizio può aiutare a evitare gli effetti dannosi di uno stipendio smodato.

“Non è necessario farsi seguire da  un trainer  personale o avere una lezione di yoga speciale, bastano anche  solo 15 minuti al giorno di semplice attività fisica  quali passeggiare correre usare la bicicletta per avere  dei benefici senza spendere “, ha detto Elfassy.

Lo studio compare  nell’edizione online del 7 gennaio nella rivista Circulation .

Maggiori informazioni

L’American Heart Association offre maggiori informazioni su stress e malattie cardiache .

liberamente tradotto da A.Guerri

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RIDERS E LAVORO AUTONOMO : GLI OBBLIGHI DELLA SICUREZZA

 da http://www.quotidianosanita.it
Dopo la decisione deL Governo di riconoscere a questi lavoratori lo status di lavoro autonomo con paga minima e assicurazione infortuni e malattia occorre che datore di lavoro e lavoratore si mettano anche in regola con le normative per la tutela della salute e la sicurezza del lavoro. Ecco come
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15 GEN – Riconoscere ai riders lo status di lavoratori autonomi con assicurazione e tutele su malattie, infortuni e paga minima è importante. Ma non basta. Per  i cosiddetti ciclofattorini, occorre portare avanti anche il discorso della tutela della salute e sicurezza sul lavoro.

La normativa parla chiaro  ed elenca gli obblighi e la documentazione necessaria per scongiurare infortuni sul lavoro e malattie professionali  anche a questa categoria di lavoratori.

Per rendersi conto della delicatezza della questione, basta considerare che in questi anni il numero di lavoratori autonomi è andato via via aumentando, in particolar modo nei comparti delle costruzioni, dei trasporti e dell’agricoltura.

I pericoli a cui tali lavoratori sono esposti sono gli stessi dei lavoratori dipendenti, il rischio di infortuni con lesioni invalidanti o mortali è tuttavia doppio rispetto a tutte le altre categorie di lavoratori. Secondo  il D. Lgs. n. 81/08. le regole sulla sicurezza nei luoghi di lavoro si applicano a tutti i tipi di lavoratori (subordinati, autonomi e soggetti equiparati).

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I lavoratori autonomi vengono considerati al pari di altre categorie di lavoratori e per questo sono tenuti a rispettare gli stessi obblighi previsti dalla legge.  Se si pensa ad esempio ai contratti d’appalto, d’opera o di somministrazione, anche in questi casi la normativa da utilizzare come riferimento è la stessa per tutti tipi di lavoratori. Questo significa che ogni lavoratore deve prendersi cura della propria sicurezza e salute e delle persone che si trovano sul luogo di lavoro e sulle quali ricadono gli effetti delle proprie azioni.

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Per il  lavoratore autonomo in materia di salute e sicurezza troviamo  sia  adempimenti obbligatori sia quelli facoltativi.

Tra i primi occorre utilizzare attrezzature di lavoro in conformità alle disposizioni di cui al titolo III del D.Lgs. 81/2008 (significa che le attrezzature di lavoro (biclette) devono: possedere i requisiti di sicurezza previsti dalla normativa, ovvero devono rispondere alle disposizioni previste dalle norme di recepimento delle direttive comunitarie di prodotto – es. marcatura CE – oppure, qualora costruite in assenza o precedentemente all’emanazione di tali direttive, rispettare i requisiti generali di sicurezza di cui all’allegato V al D.Lgs. 81/2008.

Poi queste devono essere mantenute in perfetto stato di efficienza e sottoposte alle verifiche periodiche previste dalla legge e comunque, se non specificato altrimenti, dal costruttore ed essere utilizzate esclusivamente da personale adeguatamente informato, formato e addestrato.

Poi occorre munirsi di dispositivi di protezione individuale (scarpe antinfortunistiche, casco di protezione, guanti,   conformi alle norme di legge, essere idonei e adeguati all’uso specifico, essere integri e in perfetto stato di efficienza, essere indossati previo informazione, formazione e addestramento specifici).

E ancora munirsi di apposita tessera di riconoscimento corredata di fotografia, contenente le proprie generalità, qualora effettuino la loro prestazione in un luogo di lavoro nel quale si svolgano attività in regime di appalto o subappalto.

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Il lavoratore autonomo può scegliere inoltre di osservare alcuni adempimenti facoltativi. Tra questi troviamo: la partecipazione a corsi di formazione e di addestramento abilitanti e i controlli sanitari (ad esclusione di quelli previsti per ottenere l’idoneità sanitaria che rimangono obbligatori per legge).

Il datore di lavoro  che  si affida alle prestazioni di un lavoratore autonomo, è tenuto inoltre a rispettare alcuni adempimenti per garantire la sicurezza sul luogo di lavoro.

Sempre secondo il Decreto Legislativo n. 81/08, infatti, il datore di lavoro dovrà:
verificare l’idoneità tecnico-professionale del lavoratore (certificato camerale, DURC, elenco DPI, idoneità sanitaria, dichiarazione sulla conformità delle attrezzature, attestati di formazione e così via);
fornire le informazioni dettagliate sui rischi specifici dell’ambiente in cui andrà a operare, sulle misure di prevenzione e di emergenza adottate in base alla propria attività;
rendere sicuri tutti gli ambienti nei quali si svolgeranno le attività del lavoratore autonomo;
coordinare gli interventi di prevenzione e protezione (riunioni preliminari e periodiche, attività di vigilanza e controllo).

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Questi obblighi si riferiscono tanto ai dipendenti dell’azienda quanto ai lavoratori autonomi chiamati a svolgere l’attività lavorativa, anche se solo parzialmente, nell’azienda).

Domenico Della Porta
Docente di Medicina del Lavoro Università Telematica Internazionale Uninettuno Roma

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MEDICO COMPETENTE JOURNAL I NUMERI DEL 2018

E’ POSSIBILE VISIONARE IN PDF GLI INTERESSANTI CONTRIBUTI DELLA PRESTIGIOSA RIVISTA DELLA ANMA L’ASSOCIAZIONE DEI MEDICI D’AZIENDA

http://www.anma.it/wp-content/uploads/2018/05/MCJournal_3_2018.pdf

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http://www.anma.it/wp-content/uploads/2018/05/MCJournal_2_2018.pdf

http://www.anma.it/wp-content/uploads/2018/05/MCJournal_1_2018.pdf

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UNA MALATTIA PROFESSIONALE COSTA 200MILA EURO L ‘ANNO . PREVENIRLA MOLTO MENO

Da un articolo di Roberta da Rold de “il sole 24 ore”

Secondo recenti stime del Centro Studi della Fondazione Ergo, mediamente fra costi assicurativi e previdenziali una malattia professionale costa all’Italia oltre 200 mila euro, un costo che complessivamente rappresenta circa lo 0,5% del Pil (considerate le quasi 50mila malattie professionali nel 207, la cifra totale sfiora i 10 miliardi di euro). Una notizia forse positiva per l’Italia che riguarda il 2017 viene dai dati Inail, secondo i quali si sarebbe registrata nell’ultimo anno un’inversione di tendenza, cioè una diminuzione del numero di denunce pari al 3,5%, un calo dovuto prevalentemente alle minori denunce in Agricoltura: -10,2%. L’aspetto interessante, secondo gli esperti di Ergo, è che le denunce sono calate nonostante l’occupazione sia aumentata, cosa mai accaduta negli ultimi anni, forse per una maggiore sensibilità delle aziende ad attuare misure di prevenzione.

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La maggior parte delle denunce del settore industria e servizi, il 44%, riguarda il sistema muscolo-scheletrico: 20 mila protocollate solo nel 2017, il 20% in più rispetto al 2011, anche se leggermente in calo rispetto al 2016. Il resto delle denunce, ulteriori 26 mila, sono cresciute del 18% rispetto al 2011. Dal 2011 al 2017 l’Inail si è visto pervenire 132 mila denunce per malattie dell’apparato muscolo-scheletrico e oltre 170 mila per altre malattie.

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In termini assoluti la prima malattia del sistema muscolo scheletrico denunciata è la tendinite del sovraspinoso con 4628 denunce, seguita dalla sindrome del tunnel carpale (4330 denunce) e dall’ernia discale lombare (3686 denunce). Ma sono centinaia le persone che solo nel 2017 hanno denunciato epicondiliti tendiniti e borsiti a spalla e ginocchio. Se osserviamo le variazioni storiche, vediamo che l’incremento maggiore di denunce si è avuto per quanto concerne la tendinopatia dell’inserzione distale del tricipite (+118% dal 2011 al 2017) per meniscopatia degenerativa (+107%). Aumentano in modo consistente nel 2017 rispetto al 2016 la tendinite del capolungo bicipite (+38%), la epitrocleite (+ 14%) e la tendinite calcifica (+13%).

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Per la sindrome da tunnel carpale, la principale malattia professionale denunciata nel manifatturiero negli ultimi 10 anni, si nota una particolare incidenza nelle regioni del centro, mentre a sud se ne registrano molto poche. Una crescita importante nel numero di denunce, in relazione anche al numero assoluto, riguarda la sindrome della cuffia dei rotatori, intendendo diverse manifestazioni cliniche che riguardano la parte anatomica chiamata cuffia dei muscoli rotatori della spalla, che regolano cioè l’articolazione della spalla.
Secondo Gabriele Caragnano, Direttore Tecnico di Fondazione Ergo, sono tre le criticità del sistema manifatturiero italiano che fanno sì che sempre più lavoratori sentano sulla propria salute il peso del lavoro. Anzitutto “l’affidabilità dei modelli di valutazione del rischio da sovraccarico biomeccanico previsti dagli standard ISO 11228 e 11226 è stata messa in discussione da autorevoli professori e ricercatori in materia di medicina del lavoro e la correlazione tra gli indici di rischio proposti e l’effettivo numero di malattie professionali rilevate sul campo è ancora tutta da dimostrare.”

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Il secondo problema citato riguarda gli strumenti di mappatura del rischio ergonomico, che non sono idonei e neanche sufficienti per un utilizzo massivo in contesti industriali complessi, come quello delle produzioni di prodotti industriali. “L’unica soluzione possibile – suggerisce Caragnano – è integrare la valutazione del rischio ai processi di definizione del ciclo di lavoro e a quello di bilanciamento delle linee produttive. Un ulteriore vantaggio, in questo caso, sarebbe la possibilità di prevedere il rischio ergonomico fin dalla fase di progettazione del prodotto/processo, dato che attraverso il ciclo di lavoro si preventiva anche il costo della lavorazione”.
Infine, un ultimo problema tutto italiano: “il personale incaricato al controllo delle mappature del rischio da sovraccarico biomeccanico spesso non ha le conoscenze sufficienti per operare in ambienti industriali com- plessi, così chiede in modo indifferenziato l’applicazione di check list standard, che a volte risultano non idonee rispetto alla tipologia di lavorazione in osservazione.”
Il risultato ancora una volta pesa anche sulle nostre tasche. La Fondazione Ergo nel suo studio ha analizzato i dati riferiti al 2003, 2007 e 2012, trovando che anche in Italia gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali comportano costi pari a circa il 3% del Pil. Per il 2012 Inail ha stimato 51 miliardi di costi totali tra infortuni e malattie professionali.

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La notizia “positiva” è che considerando le 38.089 denunce di malattie professionali del 2012, si stima un costo medio di ciascuna malattia professionale pari a circa 219.000 euro, 33.000 euro in meno rispetto al 2003. Eppure, meno della stessa cifra, 29 mila sterline, è quello che uno studio condotto nelRegno Unito  ha stimato che serva per introdurre alcuni accorgimenti ergonomici (ad esempio, il prolungamento del nastro trasportatore o la rotazione delle attività) per ridurre le assenze per malattia del 62%; aumentare la produttività del 12%, ridurre le retribuzioni per straordinari del 20% e – non da ultimo – migliorare l’umore del personale.

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BANDO INAIL 2019 :370 MILIONI PER INCREMENTARE LA SICUREZZA

DA IL GIORNALE DELLA PMI

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Il bando Isi 2018, pubblicato nella Gazzetta ufficiale, mette a disposizione delle imprese che vogliono investire in sicurezza quasi 370 milioni di euro di incentivi a fondo perduto. È l’importo più alto delle nove edizioni dell’iniziativa dell’Inail, che a partire dal 2010 ha stanziato complessivamente più di due miliardi di euro per contribuire alla realizzazione di progetti di miglioramento dei livelli di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

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De Felice: “Iniziativa unica in Italia e in Europa”. “Il bando Isi – spiega il presidente dell’Inail, Massimo De Felice – è un’iniziativa ormai strutturale unica a livello nazionale per la concessione di finanziamenti in conto capitale, che non ha eguali neppure in Europa. Organizzarla è complesso, ma con ogni nuova edizione stiamo cercando di semplificare il più possibile la procedura: per aiutare le aziende a individuare gli interventi per cui richiedere gli incentivi, ottimizzare l’utilizzo dei fondi e aumentare la partecipazione”.

Lucibello: “Con la redistribuzione delle risorse allargata la platea dei beneficiari”. Come sottolineato dal direttore generale dell’Istituto, Giuseppe Lucibello, “il nuovo meccanismo di redistribuzione delle risorse stanziate ma non assegnate introdotto l’anno scorso ha permesso di accedere ai finanziamenti a un numero maggiore di imprese. Il considerevole incremento dei fondi messi a disposizione con il bando 2018, ci consentirà di sostenerne ancora di più, con ricadute positive sulla salute e sicurezza dei lavoratori e, di conseguenza, anche sul sistema del welfare e sulla società”.

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Di Maio: “Il governo in prima linea per la prevenzione”. “Come governo siamo impegnati in prima linea sulla sicurezza nei luoghi di lavoro – sottolinea il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio – Il Bando Isi è un impegno importante che aiuta concretamente le aziende a investire in sicurezza. Puntiamo come esecutivo a trasmettere il messaggio che realizzare processi di prevenzione del rischio diventi sempre più il modus operandi dell’agire aziendale, oltre le prescrizioni normative, come elemento culturale dell’impresa”.

Centinaio: “Un’agricoltura moderna è innanzitutto un’agricoltura sicura”. Per il ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Gian Marco Centinaio, “attraverso questo bando, che vede impegnati 35 milioni di euro per il comparto agricoltura, sarà possibile ammodernare il parco macchine in uso, aumentando così i livelli di sicurezza sul lavoro, molto spesso condizionati da dispositivi vecchi e non revisionati. Occorre, soprattutto in agricoltura, fare riferimento a tecnologie innovative che permettano di fare quel salto di qualità già realtà nel resto d’Europa. Un’agricoltura moderna e innovativa è innanzitutto un’agricoltura sicura”.

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La ripartizione dei fondi. Come nell’edizione precedente, i fondi del bando Isi 2018 sono suddivisi in cinque assi di finanziamento, differenziati in base ai destinatari e alla tipologia dei progetti che saranno realizzati. Nel dettaglio, all’Asse 1 (Isi Generalista) sono assegnati 182.308.344 euro, suddivisi in 180.308.344 euro per i progetti di investimento e due milioni per i progetti di adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale. Per l’Asse 2 (Isi Tematica) sono a disposizione 45 milioni di euro, destinati a sostenere la realizzazione di progetti per la riduzione del rischio da movimentazione manuale dei carichi. Lo stanziamento dell’Asse 3 (Isi Amianto), per progetti di bonifica da materiali contenenti amianto, è pari a 97.417.862 euro, mentre per i progetti che rientrano nell’Asse 4 (Isi Micro e Piccole Imprese), che quest’anno riguarda le micro e piccole imprese operanti nei settori della pesca e del tessile, abbigliamento, pelle e calzature, sono disponibili 10 milioni. Gli incentivi dell’Asse 5 (Isi Agricoltura), per progetti per le micro e piccole imprese operanti nel settore della produzione agricola primaria dei prodotti agricoli, anche in questo bando sono pari a 35 milioni di euro, suddivisi in 30 milioni per la generalità delle imprese agricole e cinque milioni riservati ai giovani agricoltori under 40, organizzati anche in forma societaria.

Il contributo può coprire fino al 65% delle spese sostenute. Il contributo sarà erogato in conto capitale e può coprire fino al 65% delle spese sostenute per ogni progetto ammesso, sulla base dei parametri e degli importi minimi e massimi specificati dal bando per ciascun asse di finanziamento. Rispetto a un anno fa, la novità principale è rappresentata dall’introduzione del sub-asse di finanziamento da due milioni di euro dedicato specificatamente ai progetti per l’adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale, con l’obiettivo di aumentare in modo significativo la diffusione di questi interventi di prevenzione. La platea dei destinatari degli incentivi Inail comprende le imprese, anche individuali, iscritte alla Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura. È stata confermata, inoltre, la possibilità per gli enti del terzo settore, anche non iscritti al registro delle imprese ma censiti negli albi e registri nazionali, regionali e delle Province autonome, di accedere al secondo asse di finanziamento dedicato ai progetti di riduzione del rischio dovuto alla movimentazione dei carichi.

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Le tappe della procedura. La presentazione delle domande di accesso agli incentivi avverrà, come per i bandi precedenti, in modalità telematica, attraverso una procedura “valutativa a sportello” articolata in tre fasi. A partire dal prossimo 11 aprile le aziende interessate avranno tempo fino alle ore 18 del 30 maggio 2019 per compilare e salvare la propria domanda nella sezione “Servizi online” del sito Inail. Seguirà l’inoltro della domanda online nei giorni e orari di apertura dello sportello informatico (il cosiddetto “click day”), che saranno pubblicati sul sito dell’Istituto a partire dal 6 giugno 2019. Le imprese collocate in posizione utile per accedere al contributo dovranno poi confermare la domanda inserita online, tramite l’invio della documentazione indicata nell’avviso pubblico per la specifica tipologia di progetto.

Informazioni e supporto qualificato all’utenza. Per ottenere informazioni e assistenza è possibile contattare il contact center Inail al numero 06.6001, utilizzabile sia da rete fissa sia da rete mobile secondo il piano tariffario del proprio gestore telefonico.

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APNEE NOTTURNE E INCIDENTI STRADALE : QUANDO IL DENTISTA PUO’FARE LA DIFFERENZA

Da un articolo di Cristina Marrone sul corriere della sera neuroscienze

Sua moglie le dà le gomitate di notte perché russa troppo? È in sovrappeso? È iperteso?» Se il vostro dentista vi fa queste domande durante una normale visita di controllo vuol dire che svolge in modo completo il suo lavoro e ricopre bene il ruolo di «sentinella epidemiologica» affidato dal ministero della Salute agli odontoiatri per intercettare attraverso un rapido screening le Osas, la Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno. È un problema di cui si parla poco ma ha ricadute concrete, talvolta drammatiche, sulla sicurezza stradale (e non solo).

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Gli incidenti stradali

Secondo gli ultimi dati Aci (Automobile Club Italiano) i colpi di sonno alla guida dell’auto sono responsabili del 7% dei 175 mila incidenti stradali ogni anno in Italia, con conseguenze stimabili in 250 morti e oltre 12 mila feriti. Anche i dati dell’Inail sono inquietanti: si parla di un milione di incidenti sul lavoro ogni anno dovuti alle Osas con 1200 morti e 25 mila invalidi permanenti, nonché 16 milioni di giornate lavorative perse. Una strage silenziosa dai costi altissimi e sottostimati.

Sottodiagnosi

Dodici milioni di italiani soffrono di apnee notturne. «Si stima che in Italia l’80% dei casi non sia diagnosticato» spiega Paolo Appendino, direttore del reparto di Odontostomatologia all’ospedale Mauriziano di Torino, dove a novembre si è svolto un convegno su questo tema. E, dato ancor più allarmante, è che nel nostro Paese solo il 17% dei pazienti con questa patologia viene curato contro l’88% della Francia, l’85% della Germania e il 71% della Spagna.

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Il ruolo del dentista

È in questo contesto che si inserisce il ruolo del dentista. I dati Istat 2013 dicono che gli odontoiatri sono circa 58 mila su tutto il territorio italiano ed il 38% dei pazienti al di sopra dei 3 anni vi si reca almeno una volta all’anno per un totale di circa 20 milioni di visite: il dentista è dunque una figura chiave per intercettare il sommerso. Come? Con un’anamnesi mirata volta ad indagare ipertensione, obesità, russamento notturno e sonnolenza diurna. Il sospetto diagnostico del dentista va confermato dalla polisonnografia dello pneumologo. «I casi lievi o medio-lievi possono essere trattati con successo dal dentista con l’applicazione di bite da portare durante il sonno per l’avanzamento mandibolare» spiega Appendino. Per i casi più seri l’opzione prescelta è la ventilazione notturna applicata dallo pneumologo. I bite funzionano e sono ben tollerati dai pazienti ma ci sono delle criticità. La fascia di popolazione più colpita dalle Osas è sopra i 65 anni e questi apparecchi vanno ancorati ai denti che spesso con l’età sono sostituiti da dentiere. Inoltre il Servizio Sanitario Nazionale non rimborsa i costi del dispositivo, che sono però di gran lunga inferiori a quelli sanitari e sociali derivanti dalla mancata cura della patologia.

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BANDO ISI 2019 :370 MILIONI DI EURO PER LA SICUREZZA SUL LAVORO

Da edilortale news un articolo di Alessandra Marra
24/12/2018 – Anche quest’anno l’Inail mette a disposizione quasi 370 milioni di euro (l’importo più alto delle nove edizioni dell’iniziativa dell’Inail) per le imprese che investono in sicurezza sul lavoro.

È stato, infatti, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Bando ISI 2018 con cui l’Istituto vuole incentivare le imprese a realizzare progetti per il miglioramento delle condizioni di salute e di sicurezza dei lavoratori e aiutare le microimprese e le piccole imprese operanti nel settore della produzione agricola primaria ad acquistare nuovi macchinari.

Sicurezza sul lavoro: cosa prevede il Bando ISI 2018

Le risorse messe a disposizione dall’Inail (pari precisamente a 369.726.206,00 euro) sono suddivise in 5 Assi di finanziamento, differenziati in base ai destinatari:
– Asse 1 (Isi Generalista) euro 182.308.344,00 per i progetti di investimento e per i progetti per l’adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale;
– Asse 2 (Isi Tematica) euro 45.000.000,00 per i progetti per la riduzione del rischio da movimentazione manuale di carichi (MMC);
– Asse 3 (Isi Amianto) euro 97.417.862,00 per i progetti di bonifica da materiali contenenti amianto;
– Asse 4 (Isi Micro e Piccole Imprese) euro 10.000.000,00 per i progetti per micro e piccole imprese operanti in specifici settori di attività (Ateco 2007 A03.1, C13, C14, C15);
– Asse 5 (Isi Agricoltura) euro 35.000.000,00 per i progetti per le micro e piccole imprese operanti nel settore della produzione agricola primaria dei prodotti agricoli.

I finanziamenti sono a fondo perduto e vengono assegnati fino a esaurimento delle risorse finanziarie, secondo l’ordine cronologico di ricezione delle domande.

Per i progetti per la riduzione del rischio da movimentazione manualedei carichi i soggetti destinatari dei finanziamenti sono le imprese, anche individuali, ubicate su tutto il territorio nazionale iscritte al Registro delle Imprese o all’albo delle imprese artigiane e gli Enti del terzo settore in possesso dei requisiti.

Per i progetti di bonifica da materiali contenenti amianto i soggetti destinatari dei finanziamenti sono esclusivamente le imprese, anche individuali, ubicate su tutto il territorio nazionale iscritte al registro delle imprese o all’albo delle imprese artigiane, in possesso dei requisiti di cui all’Avviso pubblico ISI 2018.

Sicurezza sul lavoro: compilazione della domanda 

La presentazione delle domande di accesso agli incentivi avverrà, come per i bandi precedenti, in modalità telematica, attraverso una procedura “valutativa a sportello” articolata in tre fasi:
– compilazione della domanda nella sezione “Servizi online” del sito Inail dall’11 aprile 2019 fino alle ore 18 del 30 maggio 2019;
– inoltro della domanda online nei giorni e orari di apertura dello sportello informatico (il cosiddetto “click day”), che saranno pubblicati sul sito dell’Istituto a partire dal 6 giugno 2019;
– conferma della domanda online da parte delle imprese collocate in posizione utile per accedere al contributo, tramite l’invio della documentazione indicata nell’avviso pubblico per la specifica tipologia di progetto.

(altro…)