RIVISTE SICUREZZA E MEDICINA DEL LAVORO

GUIDA ALLA GESTIONE DEL RISCHIO CALORE

La pubblicazione rientra tra gli strumenti informativi del progetto di ricerca, frutto della collaborazione tra Inail e Consiglio nazionale delle ricerche-Istituto per la BioEconomia (Cnr-Ibe). Lo studio comprende un ampio programma di attività per l’analisi dell’impatto del cambiamento climatico sulla salute e la sicurezza dei lavoratori.

La guida contiene una serie di materiali informativi relativi alle patologie da calore, alle raccomandazioni per una corretta gestione del rischio, alle condizioni patologiche che aumentano la suscettibilità al caldo e ai temi della disidratazione e dell’organizzazione delle pause.



I materiali sono stati raccolti in un unico documento che consente di disporre di una guida pratica e di facile consultazione per gestire il rischio di esposizione al caldo nei luoghi di lavoro, al fine di mitigare gli effetti sulla salute e di prevenire i rischi.

Prodotto: Opuscolo
Edizioni: Inail – 2022
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Informazioni e richieste: dcpianificazione-comunicazione@inail.it 

GIMLE : NUOVO NUMERO DISPONIBILE ON LINE.

Il Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia è una rivista scientifica che si occupa di Medicina del Lavoro (Medicina Occupazionale e ambientale, Igiene del Lavoro e ambientale, Tossicologia occupazionale) ed Ergonomia (Valutazione del rapporto uomo/lavoro, Riabilitazione occupazionale, Psicologia del Lavoro, Bioingegneria).

La rivista pubblica articoli originali, revisioni di letteratura, lettere all’editor e recensioni inerenti le tematiche che la caratterizzano.

Il GIMLE è indicizzato dai principali siti, compresi PubMedScopusWeb of Science, Index Medicus, Excerpta Medica, oltre ad essere inserito nell’Emerging Sources Citation Index (ESCI) di Clarivate Analytics

MEDICINA DEL LAVORO: IL LAVORO A TURNI AUMENTA IL RISCHIO DIABETE.

da doctor33.it

I turnisti hanno un rischio maggiore di sviluppare diabete tipo 2 specie se maschi e se lavorano su turni notturni e serali, secondo uno studio pubblicato su Occupational & Environmental Medicine. «Da ricerche precedenti emerge che i turni aumentano la frequenza di disturbi gastroenterici, di certi tipi di cancro e di malattie cardiovascolari, ma non è chiaro se il diabete faccia parte della lista» spiega Zuxun Lu della Scuola di sanità pubblica alla Huazhong University di Hubei in Cina, che assieme ai colleghi ha esaminato la letteratura alla ricerca di studi sull’associazione fra turni e diabete, trovandone 448. «Ne abbiamo selezionati 12, per un totale di oltre 226 mila partecipanti» aggiunge il ricercatore, che analizzando i dati ha scoperto che ogni periodo di lavoro a turni si associa a un aumento del 9% delle probabilità di sviluppare diabete rispetto all’attività lavorativa svolta nel normale orario di ufficio, arrivando a punte del 37% negli uomini. «Il dato è indipendente da altri fattori confondenti quali disegno e luogo dello studio, tipo di lavoro, pianificazione dei turni, indice di massa corporea, storia familiare di diabete e livelli di attività fisica» riprende l’autore raccomandando una maggiore attenzione sulle possibili conseguenze per la salute nei turnisti notturni e serali di sesso maschile. «I livelli diurni di testosterone nel sangue seguono il normale ritmo circadiano, ed è possibile che la frammentazione del ciclo sonno-veglia comporti una riduzione dei livelli di ormone maschile che potrebbe dar luogo alla comparsa di insulino-resistenza e successivamente di diabete» ipotizza Lu, puntualizzando che il rischio massimo, il 42%, è stato osservato nei turnisti che lavorano sulle 24 ore in modo variabile, piuttosto che secondo schemi fissi. Altre ricerche collegano invece il lavoro a turni a un aumento di peso e dell’appetito, ma anche all’ipercolesterolemia e all’ipertensione, tutti fattori di rischio per il diabete. «In ogni caso la natura osservazionale della metanalisi non consente di trarre conclusioni sul rapporto causa effetto, ma visti i 380 milioni di diabetici di tipo 2 stimati nel 2025, tutti i fattori potenzialmente modificabili, compreso il lavoro a turni, andrebbero indagati in modo approfondito» conclude Lu.

Occup Environ Med. 2014 Jul 16

AGENTI FISICI NEI LUOGHI DI LAVORO: GLI ATTI DI DBA2019

dBA è una iniziativa nata nel 1985 per rispondere inizialmente alle problematiche di prevenzione del rischio rumore, ma che che è cresciuta a tutti gli ambiti dei fisici e ogni 4 anni dal 1985 , porta a sintesi un confronto multidisciplinare .Approfondisce gli argomenti più attuali in incontri dedicati a temi specifici, sempre nell’ambito dei rischi fisici con contributi tecnico-scientifici sulle novità normative e la loro interpretazione, sugli effetti biologici dei fattori di rischio, sui problemi della sorveglianza sanitaria, delle tecniche di valutazione, misurazione e previsione dei rischi, delle misure di bonifica e di protezione degli esposti, nonché degli aspetti connessi al controllo ed alla vigilanza.

Scarica il documento :

Regione Emilia Romagna, Inail, Ausl Modena, “ dBA2019 – Agenti fisici e salute nei luoghi di lavoro”, a cura di Silvia Goldoni, Pietro Nataletti, Nino Della Vecchia e Antonio Santarpia, pubblicazione che raccoglie gli atti dell’omonimo convegno – Bologna, 17 ottobre 2019 (formato PDF, 11.65 MB).

La Ausl di Modena mette a disposizione una importante banca dati disponibile on line al link:

https://www.ausl.mo.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/23106

LA MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI IN AMBITO AEROPORTUALE.

Da Inail it

Nel settore aeroportuale l’infortunistica e caratterizzata principalmente dall’interazione dell’operatore con una serie di macchine ed attrezzature in movimento (carrelli da traino, carrelli elevatori, nastri trasportatori etc.) e dalla presenza di fattori di rischio biomeccanico (movimentazione di carichi manuale, postura ortostatica protratta).

Risulta, dalla ricerca riportata nella pubblicazione, che il 50% circa degli infortuni interessa il rachide e che anche le malattie professionali sono per lo più rappresentate da discopatie da movimentazione manuale di carichi e, solo in alcuni casi, da ipoacusia da rumore. Il documento consente un approfondimento delle conoscenze sui rischi al fine di impostare efficaci interventi di prevenzione.




Prodotto: Volume
Edizione Inail – Agosto 2014
Disponibilità: Sì – Consultabile anche in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

VIGILI DEL FUOCO: L ‘ATTIVITA’ FISICA RIDUCE LO STRESS LAVORO CORRELATO

Proponiamo qui le risultanze di uno studio eseguito su un gruppo di vigili del fuoco di Cipro, pubblicato con il titolo :

Exercise and Occupational Stress among Firefighters.

autori

Elpidoforos S Soteriades et al. Int J Environ Res Public Health. 2022.

Lo scopo del nostro studio era di valutare la potenziale associazione tra attività fisica e stress lavorativo tra i vigili del fuoco. I dati sono stati raccolti su un gruppo di vigili del fuoco ciprioti attraverso la somministrazione sul web di questionari convalidati a livello internazionale compilati in modo anonimo (COPSOQ, DASS) . 430 vigili del fuoco (tasso di risposta 68%) hanno completato l’indagine (fascia di età: 21-60 anni). Più della metà dei vigili del fuoco (54%) ha riportato attività fisica nulla o minima. Un totale dell’11% dei vigili del fuoco ha riportato uno stress da moderato a estremamente grave in base alla scala DASS-S. Utilizzando modelli di regressione multivariata, abbiamo dimostrato che i vigili del fuoco che facevano esercizio avevano il 50% in meno di rischio di stress lavorativo e, utilizzando un modello categoriale, abbiamo scoperto che ogni ora alla settimana di maggiore attività fisica tra i vigili del fuoco era associata a un rischio inferiore del 16% di stress lavorativo dopo aggiustamento per età, istruzione, fumo e indice di massa corporea (OR = 1,16; p = 0,05). Inoltre, i nostri risultati suggeriscono una relazione dose-risposta inversa tra attività fisica e stress lavorativo tra i vigili del fuoco. L’attività fisica sembra essere inversamente associata allo stress lavorativo e funge da importante fattore attenuante dello stress lavorativo nei vigili del fuoco. Sono necessarie ulteriori ricerche per valutare il potenziale effetto degli interventi di esercizio sullo stress lavorativo e sulla salute mentale generale dei vigili del fuoco e di altri gruppi professionali.( Testo liberamente tradotto ed adattato da dott Alessandro Guerri medico specialista in medicina del Lavoro)

PIANI MIRATI PER L’ASSISTENZA DELLE IMPRESE SULLA SICUREZZA.

da Inail.it

Il presente report da un lato illustra l’approccio e i metodi che possono caratterizzare un Piano Mirato di Prevenzione, dall’altro presenta le esperienze condotte nell’arco di un biennio sul territorio nazionale e in diversi contesti socio economici.

Immagine I piani mirati di prevenzione per l’assistenza alle imprese: metodi, strumenti ed esperienze territoriali

Il report, dunque, costituisce strumento di diffusione dei risultati progettuali in un processo più ampio di comunicazione, in linea con quanto stabilito nel PNP in merito alle politiche di prevenzione e promozione della salute, funzionali ad aumentare la conoscenza e l’enpowerment, a stimolare e rendere efficace il confronto e lo scambio di buone prassi, dati, informazioni, linee di lavoro.


Prodotto: VolumeEdizioni Inail – 2022Disponibilità: Consultabile solo in reteInfo: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

INFORTUNI MANCATI / NEAR MISS: IL MODELLO FINCANTIERI

Il presente documento descrive, in sintesi, il percorso congiunto Inail-Fincantieri di approfondimento del MGNM applicato dal Gruppo Fincantieri con l’obiettivo condiviso di esplorarne le opportunità e le criticità applicative e verificarne le aree di possibile miglioramento in termini di efficacia preventiva.

Prodotto: VolumeEdizioni Inail – 2022Disponibilità: Consultabile solo in reteInfo: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

PESTICIDI E IPOACUSIA

Si pensa che numerose sostanze chimiche siano ototossiche, inclusi il toluene, lo stirene, l’etilbenzene, il disolfuro di carbonio, il piombo, il mercurio e il monossido di carbonio. Diversi pesticidi sono sospettati di essere neurotossici per l’uomo, e possono quindi influenzare il sistema uditivo.

Studiosi del Dipartimento di Igiene del Lavoro dell’INAIL – Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro di Monte Porzio Catone (Roma) e del Centro di Ricerca e Servizio per la Tutela della Salute e la Sicurezza negli Ambienti di Lavoro dell’Università Politecnica delle Marche di Ancona hanno analizzato i lavori scientifici sugli esseri umani e sperimentali sugli animali che hanno verificato l’ipotesi che l’esposizione ai pesticidi possa essere associata alla perdita dell’udito.

L’analisi si è concentrata sugli studi epidemiologici volti a valutare le associazioni fra ipoacusia ed esposizione ai pesticidi, e su studi relativi agli effetti dei pesticidi sul sistema uditivo negli animali di laboratorio. La ricerca nella letteratura del gruppo di scienziati ha prodotto circa settanta riferimenti, e gli antiparassitari sotto esame hanno incluso organofosfati (OP), piretroidi, composti dipiridilici ed esaclorobenzene (HCB).

I risultati di questa analisi sono stati pubblicati sulla rivista “NeuroToxicology” il mese scorso. Le conclusioni provenienti dagli studi sull’uomo suggeriscono che l’esposizione ai pesticidi neurotossici può indurre il danno al sistema uditivo centrale. Tuttavia, gli autori hanno verificato che nessuna conclusione significativa può essere tratta a causa di una serie di carenze in alcuni degli studi valutati, ad esempio la mancanza di informazioni dettagliate sul livello e la modalità dell’esposizione, e fattori di confusione, in particolare la contemporanea esposizione al rumore. Inoltre, non hanno trovato alcuna evidenza sul potenziamento delle menomazioni uditive indotte dal rumore.

Considerati i dati limitati, gli autori suggeriscono ulteriori indagini sull’ototossicità dei pesticidi. Tuttavia, come misura precauzionale, raccomandano di considerare i pesticidi come possibili agenti ototossici, soprattutto in popolazioni vulnerabili come le donne in gravidanza e i bambini all’inizio dello sviluppo.

Fonte: Gatto MP et al. “Effects of potential neurotoxic pesticides on hearing loss: a review”. Neurotoxicology 2014;42C:24-32.

da Audio-infos.it