Monthly Archives: Giugno 2023

INQUINAMENTO ATMOSFERICO ED ESITI FATALI NELLE BPCO.

La Società Italiana di Pneumologia – Italian Respiratory Society SIP/IRS ha incrociato i dati di diversi studi in Italia e all’estero e il verdetto è inequivocabile: l’inquinamento atmosferico è con certezza la prima causa di “decessi anticipati” per malattie respiratorie croniche.
Un recente rapporto dell’American Thoracic Society ha concluso che l’esposizione all’inquinamento atmosferico provoca il rimodellamento delle vie aeree, che può portare all’insorgenza di asma o BPCO, nonché a fenotipi asmatici che peggiorano dopo l’esposizione a lungo termine agli inquinanti atmosferici, nello specifico il particolato fine (PM2.5) e l’ozono (O3).
Anche in Italia studi recentissimi hanno portato ancora nuove evidenze sull’associazione fra inquinamento e ospedalizzazione e mortalità per malattie respiratorie non solo nelle aree urbanizzate, ma anche nelle suburbane. Gli stessi studi hanno mostrato incrementi statisticamente significativi di pazienti affetti da rinite allergica e asma a causa dell’esposizione a particolato (il 17% e il 25%, rispettivamente) e a NO2 (7% per entrambe le malattie) e di bronchite cronica/BPCO per esposizione a NO2 (22%). Infine, è stata confermata l’associazione fra esposizione cronica a PM10 e un rischio di 2,96 di sviluppare la BPCO e fra esposizione a PM2.5 e un rischio di 2,25 di sviluppare la rinite e di 4,17 di sviluppare espettorato cronico. (fonte : doctor33.it )

IL MONITORAGGIO DEI REATI SULLA SICUREZZA E SALUTE NEI LUOGHI DI LAVORO.

da Inail.it

Le presenti “Linee di Indirizzo per il Monitoraggio e la Commissione dei Reati Relativi a Salute e Sicurezza sul Lavoro di cui al 25 Septies del d.lgs. 231/01” rappresentano uno strumento utile per la diffusione della cultura della salute e della sicurezza e la conoscenza delle buone pratiche organizzative, tecniche e gestionali già esistenti.

Contestualmente, vogliono fornire alle imprese un supporto operativo funzionale per il monitoraggio dei requisiti del sistema di gestione aziendale in modo da avere efficacia esimente delle responsabilità amministrative degli Enti ai sensi dell’art 25 septies del d.lgs. 23/101.


Prodotto: Opuscolo
Edizioni: Inail – 2023
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

PROROGATO LO SMART WORKING FINO A DICEMBRE.

da”il giornale”

Il 30 giugno sembrava dovesse chiudere definitivamente la pagina dello smart working con il “rientro in sede” (fatti salvi gli accordi aziendali) di tutti i dipendenti del settore pubblico e privato.

A fine mese, difatta scadeva la deroga sulla natura scadenza dello smart anche delle ultime categorie di lavoratori che, grazie al “decreto milleproroghe” di marzo scorso, avevano potuto usufruire del lavoro agine sino a fine mese; nnello specifico, si trattava dei lavoratori “fragili” occupati nel settore pubblico e privato e dei dipendenti genitori di almeno un figlio minore di 14 anni.

Con l’approssimarsi della scadenza, il dibattito sul prolungamento dello smart – quantomeno per queste categorie di lavorato – si era fatto sempre più “serrato” e alle fine, negli scorsi giorni , durante le discussioni parlamentari sul decreto lavoro, sono arrivati gli emendamenti che hanno fatto slitta

La precedete scadenza prevista per il 30 giugno è slittata al 31 dicembre 2023 ma a poterne usufruire saranno solo specifiche categorie di lavoratori.

Smart working: ecco le nuove scadenze (ma non per tutti)

Il 30 giugno sembrava dovesse chiudere definitivamente la pagina dello smart working con il “rientro in sede” (fatti salvi gli accordi aziendali) di tutti i dipendenti del settore pubblico e privato.

A fine mese, difatta scadeva la deroga sulla natura scadenza dello smart anche delle ultime categorie di lavoratori che, grazie al “decreto milleproroghe” di marzo scorso, avevano potuto usufruire del lavoro agine sino a fine mese; nnello specifico, si trattava dei lavoratori “fragili” occupati nel settore pubblico e privato e dei dipendenti genitori di almeno un figlio minore di 14 anni.

Con l’approssimarsi della scadenza, il dibattito sul prolungamento dello smart – quantomeno per queste categorie di lavorato – si era fatto sempre più “serrato” e alle fine, negli scorsi giorni (come scritto in un articolo de IlGiornale.Itdurante le discussioni parlamentari sul decreto lavoro, sono arrivati gli emendamenti che hanno fatto slittare al 31 dicembre 2023 la scadenza dello smart.

Vediamo chi potrà usufruirne.

Lavoratori con figli di età inferiore i 14 anni

Lo slittamento riguarderà, in primis, i lavoratori del settore privato con figli minori di 14 anni ma solo nel caso in cui sussistano delle specifiche condizioni:

  • Nel nucleo familiare entrambi i genitori siano essere occupati;
  • l’altro genitore non sia beneficiario di strumenti di sostegno al reddito dovuti ad una sospensione o cessazione dell’attività lavorativa.

Nel caso in cui si abbiano questi requisiti si potrà fare richiesta di smart al proprio datore di lavoro il quale ha facolta verificare che il ruolo ricoperto in azienda si compatibile con lo SW. In caso positivi, dunque, si potrà utilizzare lo smart sino a fine anno, fermo restano gli obblighi informativi previsti dagli articoli da 18 a 23 della legge 22 maggio 2017, n. 81.

Lavoratori fragili

Anche i dipendenti del settore privato che rientrano nella categoria delle persone “fragili” potranno usufruire del prolungamento dello smart working dal 30 giugno al 31 dicembre 2023.

Le patologie e le condizioni che individuano i lavoratori fragili sono precisate nel decreto del Ministro della Salute di cui all’articolo 17, comma 2, del decreto-legge 221/2021″ ma si tratta, in generale, di soggetti “con marcata compromissione della risposta immunitaria” per cui sono previste misure di “protezione” della salute maggiori.

Dipendenti della PA

A differenza dei dipendenti del settore privato, invece,per i lavoratori della Pubblica amministrazione la proroga dello smart working è ancora incerto.

Il problema è quello delle coperture economiche che ha portato, durante le discussioni in commissione parlamentare, al ritiro di degli emendamenti che proponevano la proroga al 30 settembre e che ora potrebbe essere ripresentata al 31 agosto.

Dunque il nodo resta aperto e verrà affrontato direttamente in Aula al Senato, come ha dichiarato la relatrice al decreto lavoro, Paola Mancini, al termine dell’esame del provvedimento da parte della commissione Affari sociali, spiegando che su sua richiesta è stato ritirato l’emendamento a prima firma Murelli (Lega), che richiedeva la proroga del lavoro agile per i lavoratori fragili della pubblica amministrazione dal 30 giugno al 30 settembre.

L’emendamento verrà riproposto in Aula che esaminerà il decreto da martedì 20 giugno.

NUOVI STRUMENTI INAIL DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO .

da Inail.it

Una corposa banca dati a disposizione del datore di lavoro e degli specialisti della prevenzione , divisa per tipologie di rischio che permette di avere una preziosa bussola nella valutazione dei rischi sui luoghi di lavoro.

In questa sezione è possibile consultare gli strumenti tecnici e specialistici per la riduzione dei livelli di rischio, resi disponibili dall’Istituto ai sensi dell’articolo 28 comma 3, ter del d.lgs. 81/2008 e validati sulla base dei criteri approvati con determina del Presidente n. 49 del 5 marzo 2020.

Sono disponibili una serie di filtri impostabili dall’utente che consentono di effettuare ricerche nella banca dati.

 Circolare Inail n. 18 del 19 maggio 2023  dal 22 maggio 2023 trovi gli strumenti tecnici  sul portale istituzionale INAIL alla seguente Pagina.

https://www.inail.it/cs/internet/attivita/prevenzione-e-sicurezza/strumenti-per-la-valutazione-del-rischio.html

Nella Circolare Inail n. 18 del 19 maggio 2023 l’Istituto fornisce le indicazioni relative al rilascio e alle modalità di consultazione del repository e nell’allegato indica tutti gli strumenti per la valutazione del rischio validati.

REPOSITORY : UNA BANCA DATI INTERNAZIONALE SULLA SICUREZZA SUL LAVORO.

da inail.it

I repository rappresentano un nuovo canale di comunicazione scientifica autorevole e garantiscono accesso a  risorse con importanti contenuti, spesso confinate in sistemi  locali chiusi, promuovendole a vera e propria letteratura, esposta e diffusa, a livello internazionale.    
Un repository bibliografico è uno spazio virtuale che contiene documenti digitali, acquisiti, descritti, conservati e resi fruibili.
I Research Data Repositories contengono, invece, dati primari di attività di ricerca scientifica, senza limiti di copyright, immediatamente accessibili e riutilizzabili.

  • OpenDOAR – The Directory of Open Access Repositories
    Banca dati che contiene informazioni su più di 400 repositories, per il deposito di pubblicazioni scientifiche e di dati. Nel campo della chimica, sono accessibili più di 90 repositories
  • Databib
    Banca dati di Research Data Repositories. Contiene informazioni su più di 973 repositories, nei quali è possibile archiviare i dati delle proprie ricerche, in un’ottica di usabilità e condivisione.
  • Dryad
    Al momento è il data repository multidisciplinare più utilizzato e affidabile. Si possono attribuire keywords ai dati, per renderli facilmente ricercabili e, monitorare le citazioni dei propri lavori. Permette agli editori di mantenere privati i dati, durante il processo di peer review, ed agli autori, di stabilire limitati periodi di embargo.
  • Figshare
    Web service che consente molti formati di export dei dati, si possono attribuire tags e creare progetti con un ristretto numero di collaboratori.
  • Zenodo
    Zenodo, da Zenodoto, il primo direttore della antica biblioteca di Alessandria e padre dell’organizzazione delle opere nell’ordine alfabetico, è il nome scelto per il data repository multi-disciplinare europeo, l’archivio digitale per i dati aperti della ricerca. E’ un web service che permette di depositare anche i dati grezzi, a qualsiasi stadio della ricerca, in modo da consentire ad altri laboratori, di effettuare ricerche e sperimentazioni parallele (per questo motivo i set di dati hanno versione numerata in modo da poter differenziare i vari stadi della ricerca). Si possono attribuire keywords e consente molti formati di export dei dati. Si può calcolare l’impatto delle proprie ricerche, grazie all’integrazione di Altmetric e creare “community” tematiche. I set di dati vengono archiviati nei data center del CERN, nell’ambito del settimo programma quadro europeo.

LA TOP TEN USA DEI LAVORI PIU’ PERICOLOSI.

Secondo l’ultimo report dell’U.S. Bureau of labor statistics, che si è basato sui più recenti dati relativi agli incidenti sul lavoro registrati negli Stati Uniti nel 2021, è il potatore di alberi il lavoro più pericoloso al mondo, seguito nella top 5 dal pilota di aerei e di elicotteri commerciali, da chi lavora in fattoria, dal boscaiolo e dal riparatore di tetti. Per decespugliatori e potatori il rischio più alto è quello di cadere mentre tagliano gli alberi e di essere colpiti da un ramo, non mancano, però, gli incidenti con la motosega. Al secondo posto chi guida velivoli come aerei che trasportano merci, elicotteri, aeroambulanze; per questa categoria quasi tutti gli incidenti avvengono in volo”.

E’ quanto dice Hse, ricordando che “anche lavorare con gli animali in una fattoria può essere rischioso, in questo caso il pericolo sta nei macchinari agricoli. La seconda metà della classifica vede i supervisori dei lavoratori dell’agricoltura e della pesca, gli agricoltori, i camionisti, i minatori e i tecnici agricoli.

“Quello della sicurezza sul lavoro – spiega l’Hse advisor e coach Tommaso Barone – è un concetto che riguarda cultura ed educazione. Diffondere la cultura della sicurezza sul lavoro è fondamentale e investire risorse sempre più importanti su questo tema diventa un dovere. Un posto di lavoro sicuro porta miglioramento tangibile all’ambiente e al clima lavorativo, senza dimenticare l’importante benessere psicofisico dei dipendenti. Fare gioco di squadra è un’arma vincente per un’azienda, l’obiettivo da raggiungere deve essere lo stesso per tutte le parti in causa nella consapevolezza che un posto di lavoro sicuro garantisce notevoli vantaggi. Con un approccio virtuoso e illuminato un datore di lavoro può garantirsi dipendenti seri e motivati.

Tommaso Barone ha quindi elaborato un decalogo con i consigli per far crescere la diffusione della cultura della sicurezza in azienda e non solo. 1) L’educazione alla sicurezza sul lavoro dovrebbe iniziare in famiglia e a scuola. Deve far parte della formazione di bambini e ragazzi per far sì che possa diventare cultura condivisa.

2) Insistere sul concetto di rispettare chi ti sta vicino. In ufficio, a casa, in strada il rispetto è sempre fondamentale. 3) Informarsi e adottare le norme in tema di sicurezza dello Stato, partendo dal decreto 81 del 2008, perché seguirle risolverebbe all’origine gran parte dei problemi.

4) La sicurezza non è un’imposizione, ma un traguardo da raggiungere per il benessere psico-fisico dei lavoratori e per un ambiente di lavoro di qualità. 5) Le problematiche dei lavoratori devono essere sempre ascoltate per poter intervenire prontamente in caso di necessità.

6) Il datore di lavoro ha il dovere di garantire la sicurezza dei lavoratori così come i lavoratori devono fare attenzione alla sicurezza dei propri colleghi. 7) Fare gioco di squadra con la consapevolezza che un ambiente di lavoro sicuro porta vantaggi a tutti.

8) Ricordarsi che l’azione sbagliata di un singolo può avere conseguenze anche sugli altri colleghi.

9) Sia nel privato che nel pubblico tutti, nessuno escluso, sono coinvolti nella prevenzione e nel rispetto delle regole della sicurezza. 10) La sicurezza sul lavoro prevede un corretto stile di vita e una dieta sana e bilanciata.

FESTIVAL INTERNAZIONALE DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO .

Il festival della salute e sicurezza sul lavoro è incentrato sul tema del benessere organizzativo. L’evento è organizzato dalla Fondazione Rubes Triva e dall’Università Carlo Bo, in sinergia con l’Inail e l’Agenzia Eu-Osha di Bilbao.

Immagine programma

URBINO – È Palazzo Ducale a fare da cornice, come l’anno scorso, alla seconda edizione del Festival internazionale della salute e sicurezza sul lavoro di Urbino, l’evento realizzato per promuovere un confronto concreto per la diffusione della cultura della prevenzione e la promozione della salute nei luoghi di lavoro in ambito europeo. La buona organizzazione, determinante per il benessere dei lavoratori, è il tema centrale del dibattito scelto per la tre giorni organizzata dalla Fondazione Rubes Triva, ente bilaterale paritetico per la formazione dei lavoratori, insieme all’Università degli studi di Urbino Carlo Bo e in sinergia con l’Inail e l’Agenzia Eu-Osha di Bilbao.

Sei sessioni di lavoro su rischi psicosociali e transizioni tecnologiche. Innovazione digitale, rischi psicosociali e frammentazione del ciclo produttivo, sono alcuni degli argomenti oggetto degli interventi in programma nelle sei sessioni in cui sono articolati i lavori. Prevista la presentazione commentata della Carta di Urbino, un documento d’intenti finalizzato alla promozione del benessere dei lavoratori nei luoghi di lavoro. L’Istituto partecipa con diversi contributi, a partire dai saluti in apertura riservati ai vertici, insieme ai rappresentanti delle istituzioni e del mondo accademico. La partecipazione è gratuita. Per iscriversi alle sessioni d’interesse è possibile utilizzare il link indicato in basso. 

Sicurezza, benessere, prevenzione e sostenibilità gli approfondimenti a cura dell’Inail. Dopo l’intervento di Umberto Galimberti, professore emerito all’Università Cà Foscari di Venezia, su “L’uomo nell’età della tecnica”, il direttore centrale prevenzione dell’Istituto, Ester Rotoli, approfondisce i temi “Prevenzione, benessere lavorativo, sostenibilità: nuovi paradigmi per creare valore condiviso”, durante la sessione pomeridiana di mercoledì 21. Nella mattinata di giovedì 22 è in programma l’intervento di Luciano Canfora, professore emerito all’Università di Bari, dedicato all’“Etica della buona organizzazione”. Nel pomeriggio, il coordinatore generale della Consulenza tecnica salute e sicurezza dell’Inail, Fabrizio Benedetti, interviene sul tema “Il rating della sicurezza”, mentre al direttore generale dell’Istituto, Andrea Tardiola, sono affidate le conclusioni della successiva tavola rotonda. Venerdì 23, infine, presso l’aula magna della Scuola di alta formazione Alberto Andreani, è previsto l’intervento del direttore regionale Inail Marche, Giovanni Contenti. 

IMPATTO AMBIENTALE E LINFOMI

da dottnet.it

Durante il Convegno Nazionale AIL “Impatto ambientale e rischio sanitario”, abbiamo intervistato Vincenzo Pavone, Responsabile Ematologia e Trapianto Azienda Ospedaliera Panico di Tricase, che ci ha parlato di come prevenire il rischio di sviluppare malattie oncologiche a causa dell’ambiente: “Osserviamo negli ultimi anni l’incidenza incrementata di patologie neoplastiche del sistema, soprattutto di linfomi e mielomi. Una serie di studi dimostrano che l’incidenza è data dal tipo di vita lavorativa e dall’uso di sostanze chimiche, oppure la vicinanza a sorgenti di radiazioni ionizzanti ed eletromagnetiche, che possono danneggiare il DNA”.

DOTTNET | 05/05/2023

INTERPELLO 3 DEL 12/06/2023 : CORSO DI 32 ORE RLS

La commissione per gli interpelli in materia di salute e sicurezza del Ministero del Lavoro ha pubblicato l’interpello n. 3 del 12 giugno 2023, con il quale ha fornito, all’Assessorato dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale della Regione Sardegna, alcuni chiarimenti in merito alle ore di frequenza obbligatoria per i partecipanti ai corsi di formazione per Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS), di cui all’art. 37, co. 11, del decreto legislativo n. 81 del 9 aprile 2008.

In particolare, in ordine “all’obbligo di frequenza, per i partecipanti ai corsi di formazione per RLS, del 100% delle ore minime stabilite dall’art. 37 d.lgs. n. 81/2008 c. 11: La durata minima dei corsi è di 32 ore iniziali” e, in particolare: “(…) se la frequenza al corso di formazione obbligatoria per RLS deve rispettare pedissequamente quanto previsto dalla norma senza ammettere alcuna assenza, o se, per similitudine con i corsi di formazione per altre figure della sicurezza, può essere ammessa l’assenza del 10% rispetto alla durata minima del corso di 32 ore stabilita dal d.lgs. n. 81/2008”.

La risposta del Ministero del Lavoro:

Al riguardo, premesso che:

  • l’articolo 37, del decreto legislativo n. 81 del 9 aprile 2008, rubricato “Formazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti”, al comma 1, prevede che: “Il datore di lavoro assicura che ciascun lavoratore riceva una formazione sufficiente ed adeguata in materia di salute e sicurezza, anche rispetto alle conoscenze linguistiche, con particolare riferimento a:
    1. concetti di rischio, danno, prevenzione, protezione, organizzazione della prevenzione aziendale, diritti e doveri dei vari soggetti aziendali, organi di vigilanza, controllo, assistenza;
    2. rischi riferiti alle mansioni e ai possibili danni e alle conseguenti misure e procedure di prevenzione e protezione caratteristici del settore o comparto di appartenenza dell’azienda”;
  • il citato articolo 37, al comma 10, precisa che: “Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza ha diritto ad una formazione particolare in materia di salute e sicurezza concernente i rischi specifici esistenti negli ambiti in cui esercita la propria rappresentanza, tale da assicurargli adeguate competenze sulle principali tecniche di controllo e prevenzione dei rischi stessi”;
  • il predetto articolo 37, al comma 11 dispone, altresì, che: “Le modalità, la durata e i contenuti specifici della formazione del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza sono stabiliti in sede di contrattazione collettiva nazionale (…)”, nel rispetto dei contenuti minimi previsti dallo stesso articolo. La menzionata norma precisa che: “La durata minima dei corsi é di 32 ore iniziali, di cui 12 sui rischi specifici presenti in azienda e le conseguenti misure di prevenzione e protezione adottate, con verifica di apprendimento. La contrattazione collettiva nazionale disciplina le modalità dell’obbligo di aggiornamento periodico, la cui durata non può essere inferiore a 4 ore annue per le imprese che occupano dai 15 ai 50 lavoratori e a 8 ore annue per le imprese che occupano più di 50 lavoratori”;
  • il successivo comma 12 del richiamato articolo 37, chiarisce che: “La formazione dei lavoratori e quella dei loro rappresentanti deve avvenire, in collaborazione con gli organismi paritetici, ove presenti nel settore e nel territorio in cui si svolge l’attività del datore di lavoro, durante l’orario di lavoro e non può comportare oneri economici a carico dei lavoratori

La Commissione ritiene che l’articolo 37 del decreto legislativo n. 81 del 9 aprile 2008 preveda già in modo esplicito la durata minima dei corsi di formazione del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (R.L.S.), di 32 ore iniziali, disponendo, altresì, espressamente, che le modalità, la durata e i contenuti specifici della formazione del R.L.S., vengano stabiliti in sede di contrattazione collettiva nazionale.

NUOVE SPERANZE PER IL MESOTELIOMA PLEURICO: IMMUNOTERAPIA E CHEMIOTERAPIA ASSOCIATE

da Pharmastar.it

In questa intervista, la Prof.ssa Giulia Pasello (ricercatrice in Oncologia all’Università di Padova e Dirigente medico dell’Oncologia 2 dell’Istituto Oncologico Veneto di Padova) e il Dott. Alessandro Morabito (Direttore dell’UOC di Oncologia Clinica Sperimentale Toraco-Polmonare dell’Istituto nazionale Tumori ‘Fondazione G. Pascale’ di Napoli) parlano del mesotelioma e dei risultati e dell’importanza dello studio di fase 3 IND.227/KEYNOTE-483, presentato al congresso dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO) durante la sessione orale dedicata ai tumori toracici.
Il trial ha valutato l’uso dell’immunoterapia con l’anti-PD-1 pembrolizumab in combinazione con la chemioterapia con platino e pemetrexed come trattamento di prima linea per i pazienti con mesotelioma pleurico avanzato o metastatico non operabile, dimostrando che pembrolizumab in aggiunta alla chemioterapia prolunga la sopravvivenza di questi pazienti.